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Il Model 3 rivoluzionario come l’iPhone?

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Teniamoci

Il Model 3 rivoluzionario come l’iPhone? In grado di cambiare il mondo dell’auto come il prodotto Apple ha fato con i telefonini? Diversi analisti ritengono che la più piccola delle Tesla possa rappresentare per la mobilità a emissioni zero il prodotto “disruptive“. Quello in grado di fare di un oggetto di nicchia come l’auto elettrica un prodotto di massa, di uso comune. Non solo per il suo contenuto tecnologico, ma anche per la capacità di diventare trendy, di moda. 

Numeri impressionanti. In Olanda poi…

I numeri cominciano a essere impressionanti. Ci sono Paesi, come l’Olanda e la Norvegia, in cui il Model 3 è già l’auto più venduta in assoluto. In Olanda ha scalzato dal primo posto una vettura di massa come la Volkswagen Polo, con 5.768 immatricolazioni. Mentre in Norvegia sempre a settembre i nuovi proprietari di Model 3 sono stati 2.342.

Model 3
Il Model 3 sopra le mille consegna al mese anche in Francia.

Persino in un mercato molto legati ai prodotti locali, come la Francia, il mese scorso la più piccola Tesla ha superato le mille unità vendute, per la precisione 1.062, contro le 1.568 della Renault Zoe, leader tra le elettriche. L’Italia, si sa, fa storia a sé, ma comunque tra le elettriche primo è il Model 3 con 325 immatricolazioni (qui l’articolo). In assoluto a livello globale la Tesla nel trimestre luglio-settembre ha venduto circa 77 mila pezzi della sua auto più economica. E ci si aspetta che questi numeri si moltiplicano quando, tra poche settimane, inizierà la produzione nel nuovo stabilimento cinese.

“Come il Model T della Ford”

Il Model 3 rivoluzionario come l’iPhone? Toni Sacconaghi di Bernstein, uno dei più quotati analisti di Wall Street, sulla rivista Barron’s  ha ricordato che le rivoluzioni nel mondo dell’auto, della telefonia e della musica digitale sono coincisi con l’arrivo di prodotti  ‘breakthrough’. Come il Model T della Ford, l’iPhone e l’iPod.

Ford Model T
Una Ford Model T del 1923

Mettendo il Model 3 della Tesla sullo stesso piano di questi “landmark” che hanno cambiato la storia. “Nella realtà questi grandi cambiamenti arrivano molto più rapidamente di quanto ci si aspetti e sono spinti da una nuova offerta che sfonda”. L’esempio degli smartphone è illuminante: i vari Palm e Blackberry esistevano prima dell’iPhone, ma è stato con il prodotto della Apple che gli smartphone sono diventati di massa. “Noi crediamo che il Model 3 possa essere l’auto che sfonda e trascina al successo l’auto elettrica”, conclude Sacconaghi.

Big dell’auto, guardate Nokia…

Parere condiviso da uno dei più importanti investitori della Silicon Valley, Jason Calacanis, uno dei primi a possedere una Tesla Model 3. Secondo cui questa macchina vale una Porsche, ma costa un terzo. Ed è “uno dei migliori prodotti high-tech mai creati, al pari del  PC/Mac de ell’iPhone”.

 

 

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6 COMMENTI

  1. Secondo voi quale sono le oem company che rischiano di finire male? Dall’America vedo Ford veramente in condizioni precarie con Moody che ha degradato lo stock a junky e per ora riesce a sostenere le vendite praticamente grazie solo al pickup F150 e Rivian e Tesla sono in procinto di entrare nel mercato.

    Le vendite delle auto a benzina/diesel in USA sono quasi tutte in caduta libera: VW, Ford, Chrysler, Dodge, Jeep, Lexus, Infinity, Subaru, Toyota, Hunday, Nissan, Alfa Romeo, Acura, tutte giù e nessuno ancora sta parlando dei giorni di inventario che stanno crescendo sempre di più dai dealership ( ytimes.com/2019/07/23/business/were-full-car-dealers-say-as-auto-sales-slow-after-a-long-boom.html ) …secondo me se non si muovono a sostituire la loro tecnologia con PHEV e BEV, unito all’entrata in vigore dei limiti di accesso alle città, in 2/3 uno tsunami potrebbe spazzare via marchi storici e rimodellare completamente le fasce di mercato.

    • Sicuramente tutti hanno qualcosa in pentola, perché non stiamo parlando di artigiani solitari chiusi nella loro bottega, ma di complessi industriali e finanziari multinazionali che fatturano centinaia di miliardi di euro.

      Tuttavia credo che, strategicamente, temano più l’effetto Osborne che il ritardo sul mercato di qualche trimestre e quindi rimangano intenzionalmente silenziosi, o al più presentino concept car volutamente futuristiche poprio per non scatenarlo e fare una brutta fine.

      Vista la complessità molto più ridotta del powertrain con motore elettrico, in confronto a quello con motore endotermico e le centinaia/migliaia di ingegneri a disposizione, non mi pare verosimile che progettare un veicolo “almeno decente” e che segua i canoni estetici di una casa sia veramente il problema.

      Molto più delicata sembra invece la voce procurement delle filiera elettrica, soprattutto sul fronte celle al litio. Non sembra sia/sia stato facile convincere i pochi produttori di celle (soprattuto orientali: Giappone, Corea, Cina) ad investire per espandere la produzione di celle. Qualcosa è cambiato negli ultimi 24 mesi, quando i grossi nomi dell’automotive hanno iniziato a sottoscrivere accordi di fornitura pluriennali a suon di miliardi di euro. Si sa dei clamorosi 48 miliardi di euro di Volkswagen nel 2018, che infatti quest’anno a Francoforte si sono tradotti in un lancio aggressivo sul mercato dei primi modelli full electric per la stagione 2020. Si sa dei numerosi progetti di nuove fabbriche di celle in territorio europeo dei produttori orientali e nostrane. In sostanza, chi si è mosso prima, arriverà prima.

      • Grazie delle info. Interessante, non avevo pensato all’effetto Osbourne. Concordo e va aggiunto che comunque a prescindere, dovranno sostituire le vetture perchè faccio un esempio veloce con l’Audi (approssimativo), vedo alla tv spingono parecchio per la Q3/Q5, e per ogni E-tron venduta, avanza una Q3/Q5 in catalogo/inventario

        • Be’ si appunto che tutti i marchi tradizionali “spingano” su Internet, TV, stampa e muri i prodotti con motorizzazioni tradizionali è proprio sintomo che temono l’effetto disastroso che potrebbe avere sulle loro vendite, sul loro cashflow, il solo insinuarsi nella mente dei clienti del sospetto di stare comperando qualcosa di già obsoleto. Si investe nella rassicurazione del possibile cliente, più che nella promozione vera e propria del prodotto.

    • quali case auto rischiano ? direi tutte, al massimo ne sopravviverà una
      tesla significa auto autonoma elettrica da un milione di km condivisa, il mondo auto attuale è finito
      per le grandi case il destino è il kodak moment , quando arriva qualcosa che distrugge completamente il tuo mercato (per kodak fu la foto digitale, e dire che era lei ad avdr creato la foto digitale), per una manager VW è complicato dire ai propri azionisti che pretendono dividendi ‘dovete ricapitalizzare perché tutto quello di endotermico che abbiamo in bilancio (macchinari, brevetti, eccetera) vale zero, dobbiamo licenziare decine di migliaia di persone azzerando l’indotto, e dobbiamo partire da zero per la nuova mobilità condivisa’, non lo fanno intascano i loro milioni finché possono e lasciano il cerino al prossimo, ad esempio visto che si citavano i 48 in 5 anni di VW che ogni 6 mesi al massimo rivede il suo piano pluriennale come valutare l’accordo con northvolt per una fabbrica di batterie da 16 GWh operativa per il 2024 quando tesla il 14 avvia la produzione in Cina nella gigafactory completata in circa 6 mesi ?
      https://www.youtube.com/watch?v=YrVVm-BfXZs
      https://www.youtube.com/watch?v=nVMBQa5taa0

      oltre tesla azienda del ventunesimo secolo verticalmente integrata (contro aziende meccaniche del ventesimo secolo) le fabbriche delle batterie sono cinesi e coreane, prima vengono i costruttori cinesi e coreani

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