Home RACCONTA / Il mio viaggio elettrico Il mio primo Italian Tour in Tesla? Lo preparo così

Il mio primo Italian Tour in Tesla? Lo preparo così

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Lorenzo Mosna ci racconta come si prepara al suo primo Italian tour in tesla
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Accingendosi ad effettuare il suo primo Italian Tour in Tesla Lorenzo Mosna, professore associato in Comunicazione all’università IULM di Milano, ci racconta come ha pianificato il suo viaggio. E ha già promesso che al ritorno ci dirà per filo e per segno, in parole e immagini, com’è effettivamente andata. Per ora lo ringraziamo e gli auguriamo di cuore Buone Ferie.

di Lorenzo Mosna

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Lorenzo Mosna

Da quando ho un’auto elettrica, non mi è mai capitato di preoccuparmi del livello di carica. Questo perché viaggio relativamente poco, vivo e lavoro nei pressi di Milano e dispongo di un garage dove poter ricaricare ciò che consumo durante il giorno. I 410 km di autonomia dichiarati della mia Tesla Model 3 SR+, benché rivelatisi poco più di 300 nell’uso reale, sono più che sufficienti per qualsiasi attività del quotidiano, e la rete dei Supercharger ha una capillarità tale da rendere i viaggi lungo le arterie principali del Paese relativamente tranquilli.

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Per il suo Italian Tour Lorenzo Mosna userà la Tesla Model 3 SR+ di proprietà

Ansia di ricarica questa sconosciuta

Insomma, non ho mai avuto la sfortuna di provare la paura di restare a secco. Eppure, tale paura esiste davvero nel mondo dei potenziali possessori degli EV, ed è così radicata e diffusa da avere generato un termine. Senza troppe sorprese, i tedeschi della Schadenfreude, della Wanderlust e del Leitmotiv si sono inventati la parola Reichweitenangst, letteralmente “paura del raggio d’azione”. Gli anglofoni, meno romantici, la chiamano range fear. Noi italiani, invece, la facciamo ricadere sotto il generico “c’ho l’ansia”. D’altro canto, quante volte mi sarà capitato di ricevere la fatidica domanda “ma non c’hai l’ansia di restare senza elettricità?”.

Italian Tour in Tesla, 13 regioni dall’Adriatico al Tirreno

No. Non ce l’ho l’ansia. Non ancora perlomeno, perché da qualche settimana ho fatto la masochistica scelta di organizzare le proverbiali vacanze fai da te, scegliendo di fare il giro dello Stivale a bordo della mia auto elettrica. Così, Google Maps alla mano, ho iniziato a scegliere possibili tappe che mi permettessero di attraversare 13 regioni passando dall’Adriatico al Tirreno, dal mare alla montagna, dalla caletta alla città d’arte. Il tutto senza mai guardare l’ubicazione di eventuali colonnine, convinto che – alla fine dei conti – troverò un modo per procurarmi i kWh necessari per proseguire.

Il fatto è che, alla fine, un minimo di pianificazione è comunque necessaria, e così ho iniziato a guardare tutti i luoghi dove intendo fermarmi per capire se vi è la possibilità di ricaricare il veicolo. Una possibile strategia per le vacanze in elettrico riguarda la scelta della struttura ricettiva: alcuni alberghi offrono la possibilità di ricarica dell’EV, e fortunatamente i motori di ricerca dedicati alla prenotazione degli hotel permettono di selezionare l’opzione “ricarica veicolo elettrico”. E così ho fatto, scoprendo le blasonate “diverse velocità” a cui si muove il nostro Paese.

Hotel con ricarica, in Sicilia solo 1 su 30

Non prendete i dati come completi, poiché basati sulle effettive disponibilità ad agosto nel momento in cui viene scritto questo articolo, ma sappiate che nella provincia autonoma di Trento avete circa 1 possibilità su 5 di capitare in una struttura con stazione di ricarica, mentre in tutta la Puglia e la Basilicata le possibilità si riducono a 1/15, in Calabria scendono a 1/20, in Campania e Sicilia diventano 1/30. E, infine, mettendo una spunta alla voce “ricarica veicolo elettrico”, vi accorgerete che gran parte delle strutture sono bed and breakfast e affittacamere che, probabilmente, mettono a disposizione una Shucko facendola passare per “servizio di ricarica per veicoli elettrici”.

Nella jungla delle App per la ricarica

La seconda strategia coinvolge l’utilizzo di una app che consenta di identificare le colonnine disponibili, a prescindere dall’operatore: la mia scelta è ricaduta sulla combinazione di due app: Nextcharge e PlugShare. In questo caso, il quadro tracciato è incoraggiante e, in alcuni casi, sorprendente: molti luoghi insospettabili ospitano punti di ricarica pubblica, e quasi tutto il Sud Italia non sembra affatto sfigurare di fronte ai luoghi più industrializzati del Nord.

C’è però un problema: le app che aggregano diversi operatori non danno traccia dell’effettivo stato di occupazione e – soprattutto – di funzionamento delle colonnine. Così, la pianificazione del viaggio richiede un controllo incrociato con l’operatore di riferimento e la presenza pressoché costante di un “piano B”.

Per i punti critici serve sempre un piano B

Abbiamo individuato alcuni punti critici lungo il percorso: se volete visitare il Sud Italia e le isole maggiori, è bene prestare attenzione all’entroterra molisano, all’entroterra lucano tra Matera e Policoro, all’entroterra della provincia di Olbia-Tempio e ad alcune importanti aree turistiche: la Statale 106 Jonica tra Locri e Reggio Calabria (100 km senza colonnine), la Statale 18 Tirrena Inferiore tra Vibo Valentia e Scalea (ben 155 km con una sola colonnina ubicata in un negozio ad Amantea e un’altra riservata a Tesla in un hotel a Diamante) e, in Sicilia, la Statale 115 tra Vittoria e Agrigento (108 km con una sola colonnina EnelX a Gela e una sita in un centro commerciale a Licata). Questi sono gli unici luoghi in cui, in caso di guasto di una colonnina e di scarsa pianificazione alla partenza, si può rischiare di incappare nell’ansia di cui sopra.

La terza strategia fa affidamento alla tecnologia, e prevede l’utilizzo del celebre sito web (e conseguente app) ABetterRoutePlanner (Vaielettrico ha più volte segnalato l’italianissima app Power Cruise Control, a nostro avviso ancora più performane n.d.r.). Per chi ancora non conoscesse questo straordinario servizio, si tratta di un pianificatore di viaggio dedicato ai veicoli elettici, che permette di individuare lungo qualsiasi percorso i punti (e i tempi) di ricarica al fine di poter giungere a destinazione con un margine di carica sufficiente.  In altre parole, è l’antidoto alla Reichweitenangst.

Il pianificatore di viaggio non copre Tesla

Si tratta però di una soluzione che richiede alcune configurazioni per funzionare bene, e per gli utenti Tesla ABetterRoutePlanner sembra fare affidamento esclusivamente ai Supercharger, rendendo di fatto impossibili da pianificare i percorsi al di fuori delle aree più urbanizzate (Anche Power Cruise Control non dispone di una versione per Tesla n.d.r.). Il consiglio per gli utenti Tesla intenzionati a viaggiare al di fuori dalle tratte coperte dai Supercharger è di selezionare un modello di auto diverso con una capacità delle batterie simile, o di utilizzare la funzione “Aggiungere una fermata di servizio con ricarica” cliccando sul pulsante “Servizi” in fase di pianificazione del viaggio.

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Il patron Elon Musk in un Supercharger. Ma la sua rete italiana non è sufficiente a coprire un Italian Tour in Tesla Model 3

ABetterRoutePlanner è inoltre un eccellente talismano contro gli scettici dei viaggi in elettrico: questo servizio mostra a chiunque che un viaggio in qualunque luogo d’Italia è possibile, anche a bordo di un’auto elettrica più modesta di una Tesla e con tempi di ricarica più che accettabili per qualunque veicolo disponga di una presa a corrente continua.

Insomma, dopo avere pianificato le vacanze devo ammettere che quest’ansia da prestazione del veicolo elettrico è forse ingiustificata nell’Italia del 2021: i punti di ricarica ci sono, coprono gran parte del territorio nazionale e permettono il turismo a basse emissioni.

L’unica ansia? Incontrate il milanese in Cayenne

Forse, l’unica preoccupazione che rimane è data dai tempi di ricarica presso le colonnine a 22kW, che in alcuni casi potrebbero richiedere di trascorrere un paio d’ore fermi in un parcheggio ad attendere di poter proseguire il viaggio. Questa è indubbiamente la più grande obiezione al viaggio in elettrico che viene posta dai possessori di un veicolo a motore termico: mentre io aspetto di terminare la carica, il mitologico milanese col Cayenne è già a Forte dei Marmi a sorseggiare un negroni sbagliato.

Ma, qualora il bauscia vi ponesse di fronte all’amara realtà per segnalarvi la superiorità del suo modo di viaggiare, l’importante è avere una risposta pronta per anestetizzarlo: “Sto facendo slow tourism”. Tiè.

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4 COMMENTI

  1. Lorenzo, non è vero che ABRP con Tesla seleziona necessariamente solo i supercharger. Dipende dalle impostazioni nella sezione Batteria e ricariche, Colonnine veloci. Lì, di default ci sono solo i supercharger, ma puoi impostare quello che preferisci.

  2. Complimenti! Conosco bene la questione hotel con schuko per biciclette e per questo ho ideato EViaggio.it
    Si tratta di un portale non a scopo di lucro dove raccogliamo i destination charger dando la possibilità agli utenti di recensirli (se ne è parlato anche qui l’anno scorso). Essendo un progetto gratuito il budget per la pubblicità è limitato e abbiamo bisogno del passaparola ma contiamo sull’incredibile coesione della community di chi viaggia in elettrico, dalla Twizy alla Tesla stiamo tutti remando nella direzione giusta.

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