Il mini nucleare? Sì, ma a fusione

mini nucleare a fusione

Nasce Nuclitalia, società di Enel, Ansaldo Energia e Leonardo che terrà a balia la resurrezione del nucleare a fissione in Italia – in particolare con la nuova tecnologia dei mini reattori SMR – e in contemporanea l’americana TAE Technologies rilascia il suo progetto Norm, una mini centrale nucleare commerciale, però  a fusione. Più economica, più sicura, e, secondo TAE, più facile da costruire. Tanto che potrebbe concretizzarsi già nel prossimo decennio.

E l’Italia resuscita la vecchia tecnologia “a fissione”

mini nucleare a fusione
I soci di Nuclitalia: da sinistra il ceo di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri, il ceo di Enel Flavio Cattaneo e il ceo di Leonardo Roberto Cingolani. L’Italia resuscita il vecchio nucleare a fissione, mentre si prospetta la nuova tecnologia del mini nucleare a fusione

Le centrali attualmente in funzione nel mondo sono tutte a fissione. Generano cioè energia spaccando nuclei di materiali pesanti come l’uranio arricchito, creando però  scorie radioattive. Viceversa in quelle a fusione due nuclei distinti si fondono in un nuovo elemento, stabile e non radioattivo. Per esempio, due isotopi dell’idrogeno, il deuterio e il trizio, si fondono generando elio. E’ grossomodo lo stesso processo che avviene nel Sole e in tutte le stelle.

La novità che arriva dall’America con Norm

La novità di Norm sono le ridottissime dimensioni (circa 13 metri lineari) contro i 27 metri del precedente progetto denominato Norman. La particolarità è che i reattori stessi  generano i campi magnetici per il confinamento del plasma, senza necessità delle  mastodontiche bobine magnetiche utilizzate a questo scopo dai reattori a fusione fin qui realizzati, denominati tokamak.

mini nucleare a fusione

Mini nucleare a fusione. Ecco a confronto le dimensioni del progetto iniziale Norman, con quelle del nuovo NormIl plasma è lo stato della materia in cui i nuclei di deuterio e trizio, riscaldati a temperature iperboliche di 100-150 milioni di gradi, iniziano fondersi in un nucleo di elio. Deve essere confinato in un ambiente privo di gravità perchè nessun materiale potrebbe reggere il contatto con quelle temperature

Si parla in ogni caso di macchine sperimentali. L’unico progettato in ottica commerciale è l’Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) in costruzione da oltre 15 anni a Cadarche, nel sud della Francia, da un consorzio internazionale che lo ha finanziato con oltre 20 miliardi di euro. Ma  proprio i problemi di confinamento del plasma in un campo magnetico toroidale, con enormi magneti superconduttori, stanno rallentando i lavori. Tanto che l’ultima data per l’attivazione è slittata ora al 2040.

Il progetto SMR? Fa scena alla Biennale Architettura. Ma quando arriverà potrà essere già superato dal mini nucleare a fusione

I mini reattori a fissione, denominati SMR (Small Modular Reactors) su cui sta puntando la neonata Nuclitalia, sono invece un’evoluzione delle centrali termonucleari esistenti, funzionanti da oltre 50 anni. Ma anche per gli SMR siamo a livello di progetti e prototipi ancora sulla carta.

Alla Biennale Architettura di Venezia se ne potrà vedere una rappresentazione su scala reale. Ma sarà soltanto poco più di un guscio vuoto. Dalla collaborazione tra Pininfarina, Fincantieri e la start up italiana di Stefano Buono Newcleo, che l’ha progettato, nasce il simulacro del reattore nucleare TL-40 raffreddato al piombo fuso esposto a Venezia. . Indubbiamente una bella idea di marketing.

Tuttavia, ben che vada, gli SMR potranno produrre energia per il sistema elettrico italiano  solo fra una decina di anni. Sarebbe una beffa se quasi in contemporanea si concretizzasse il progetto della centrale NORM di TEA Technology. Altrettanto “mini”, altrettanto semplice da realizzare “in fabbrica” su  scala industriale, ma infinitamente più avanzata. La fusione, infatti, è considerata il Santo Graal dell’energia infinita.

Come funziona il mini nucleare a fusione Norm

Utilizzando un diverso tipo di reazione di fusione e un nuovo design del reattore, TAE afferma di «aver ideato un modo più semplice ed efficiente per costruire un reattore commerciale rispetto a un tokamak». Sfrutta una configurazione “a campo invertito” (FRC) in cui il campo magnetico di confinamento è lineare anzichè toroidale. In altre parole non sono più necessarie le enormi bobine superconduttrici perchè è lo stesso plasma a produrre il proprio campo magnetico durante la fusione.

Secondo TAE, il reattore FRC può produrre una potenza di fusione fino a 100 volte superiore rispetto a un tokamak. E l’azienda afferma ora di aver migliorato il suo  precedente reattore sperimentale, riducendo le dimensioni, la complessità e i costi del 50%.

Nel reattore FRC è diversa anche chimica della fusione: si fondono infatti un nucleo di idrogeno e un atomo di boro-11 invece di due atomi degli isotopi dell’idrogeno deuterio e trizio. A differenza della tecnologia tokamak, che rilascia neutroni potenzialmente dannosi per il reattore stesso, rilascia l’energia sotto forma di particelle alfa cariche  più facili da sfruttare.

I dati raccolti da Norm e pubblicati dalla rivista Nature Communications,  saranno utilizzati per costruire il reattore sperimentale Copernicus entro quest’anno e dal 2030 il prototipo di quello commerciale denominato Da Vinci. Tutto il progetto di TAE Technology è finanziato dai colossi informatici della Silicon Valley, con Google in testa.

«Questo traguardo accelera significativamente il percorso di TAE verso la fusione commerciale di idrogeno-boro, che fornirà una fonte di energia sicura, pulita e praticamente illimitata per le generazioni future» ha dichiarato Michl Binderbauer, CEO di TAE.

LEGGI anche “Favole metropolitane del mese/ ll fact checking di Nicola Armaroli” e guarda la VIDEO intervista qui sotto

 

 

Visualizza commenti (41)
  1. Abbiamo già avviato una grandissima centrale a fusione nucleare, sfruttiamola cos’ì com’è. Ci farà risparmiare è collaudatissima ed ha portato la vita per millenni, poi siamo diventati intelligenti iniziando l’estinzione.

  2. Se un progetto simile lo proponessero per una colonia stabile sulla Luna o su Marte , forse avrebbe un senso ..

    per ora anche lo spazio è colonizzato da fotovoltaico e batterie sempre più sofisticate

    in fondo è partito tutto con loro con la prima dimostrazione di utilità sul campo del fotovoltaico
    è avvenuta con i satelliti Vanguard nel 1958

    sono passati 66 anni dalla prima applicazione pratica del fotovoltaico

    la fusione ,di cui si parlava molto già allora,
    la stiamo ancora aspettando mentre ci sono nazioni prossime ad alimentarsi al 100% da rinnovabili
    mentre impianti sperimentali già lo fanno

    la ricerca di base non la vuol fermare nessuno ma ..
    a me sembra che la ricerca applicata la vogliano fermare in molti , soprattutto quelli che vivono direttamente o indirettamente di politica in Italia

    supercazzole a fusione o idrogenate

    intanto il prezzo kWh chimico fotovoltaico continua a crollare
    e in questo paese facciamo finta che non esiste

    tranne i soliti “casi a parte”

  3. Per capire quanto di poco serio ci sia in questi annunci, e invece quanta mangiatoia sia prevista, è sufficiente leggere i nomi e i curricula dei tre personaggi in foto.

    1. Stamattina c’era su rai 1 ,
      la bicicletta e il treno a idrogeno

      i soldi del pnrr
      che finiscono nello sciacquone del water
      mentre Portogallo e Spagna aumentano il gap tecnologico ..
      e riducono il debito
      noi aumentiamo solo quest’ultimo

  4. Alla luce degli ultimi commenti letti, direi che la scienza fa benissimo a cercare soluzioni, ma questo non è per nulla il tempo di parlare pubblicamente di fusione nucleare, che altro non fa che generare falsissime aspettative ed ad offrire facili scappatoie che nel breve/medio termine non porteranno assolutamente a nulla.
    Per ora avanti con le classiche rinnovabili-
    Se poi domani la scienza mi smentirà, sarà ben contento.

    1. se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno,
      parlare di fusione “come se” fossero diponibile a medio termine, rompe le uova anche ai nuclearisti a fissione, perchè fa capire doppiamente (oltre al discorso costo) che non ha senso investire in fissione, visto che tra la parte dei permessi e progettazione del sito, e la parte di costruzione materiale, una centrale a fissione richiede 20 anni se va bene ( 15 anni in Cina e 22 anni in Occidente), nel frattempo tra miglioramenti delle batterie per le rinnovabili a magari della “fusione” chissà cosa avremo di molto meglio per quelle date 😉

      1. Io credo che siamo parecchi a pensare che il nucleare, oggi, sia un paravento dove nascondere varie mangiatoie.
        Che poi porti a risultati concreti e vantaggiosi non è un problema finchè dietro c’è pantalone.

        1. concordo, pensano solo a continuare con lo status quo.
          se avessimo un quadro legislativo chiaro e snello, le FER e gli accumuli starebbero già decollando, perchè il ritorno sull’investimento, nonchè il capitale iniziale, sono molto contenuti, rispetto ad altre soluzioni.
          Per le FER si parla di ritorno sull’investimento in un paio di anni, mentre per il nucleare si parla di almeno (ma almeno) una decade.
          Nel frattempo però, società a partecipazione pubblica, cui elergire quando e a chi serve (a loro, non certo a noi)

  5. Luigi Solazzi

    MI piacerebbe a proposito di nuove frontiere dell’energia che scriveste del progetto Prometheus di Kilometro Rosso, si tratta di LERN, di cui un articolo del Corriere di 3 mesi fa parla, e che promette energia sicura a basso costo, a breve. Il prototipo fra qualche mese e se si trovano i partner la commercializzazione fra 3 anni. Le dichiarazioni riportate nell’articolo del direttore del KR Maiorana sono esplosive, vorrei sapere quanto c’è di concreto.

    1. secondo te: se non fosse una vecchissima truffa, rifatta di nuovo girare su internet dai tre soci barabba (un avvocato, un finanziere e un non so cosa), avrebbe bisogno di cercare fondi on-line da polli da spennare invece di avere la fila di finanziatori? 😉

      1. Luigi Solazzi

        Mah, il Corriere non pubblica a vanvera, Kilometro Rosso ha una certa credibilità come Istituto, non stanno cercando fondi on line. Vero che la LERN gode di cattiva fama, ma appunto volevo capire meglio.

      2. Luigi Solazzi

        Comunque fossi in te starei attento a mettere insieme la parola truffa con un avvocato e un finanziere pieno di soldi.

        1. Corretto, vedi sopra ho usato una formulazione ipotetica.. comunque sempre “nella mia opinione” (altra formula utile e giusta da usare quando si scrivono sul web pareri contro persone suscettibili) per me hanno uno stile comunicativo “fuffoso” che non lascia molti dubbi, a me ricorda il mitico “tubo tucker”

          PS: un mio collega ricercatore all’epoca (decenni fa) ha partecipato alle verifiche sulla cosidetta fusione fredda, con strumenti di calorimetria di precisione, nella maggior parte dei casi fu trovata l’inconcludenza dell’esperimento, e se c’era qualche dubbio di minima produzione di calore potrebbe essere più di origine “chimica” che nucleare, insomma forse era più una (debole) batteria; ma in qualche caso fu trovata anche la truffa esplicita, se ricordo una debole energia in eccesso veniva portata al dispositivo tramite i contatti neutro e negativo delle prese elettriche di rete.. molto creativo, ma non innovativo 😉

          1. Mi fa ricordare un certo Andrea Rossi con il suo miracoloso SKleap, energia a basso costo per tutti, o per lo meno per chi ci credeva.
            La stiamo ancora aspettando.

  6. segnalo che non è corretto scrivere “Deve essere confinato in un ambiente privo di gravità”, perchè non esistono ambienti privi di gravità… semplicemente essendo particelle cariche vengono confinate in potenti campi magnetici per evitare il contatto con la materia che sarebbe distruttivo.

    per il resto mi trovo pienamente d’accordo con l’articolo, quello di TAE Technologies è uno dei progetti più promettenti, con più chance di dare risultati concreti…

  7. Mi sono fatto un ripasso, la fusione allo studio al momento è di questi tipi:

    1) deuterio-trizio
    2) deuterio-elio3
    3) idrogeno-boro11

    per i primi due tipi non esiste ancora un modo per produrre in quantità il carburante necessario ( trizio o elio-3); inoltre producono scorie millenarie, e molto calore di scarto, cioè per fare elettricità andrebbero accopiate a turbine a vapore he straggono solo un aparte di energia e il resto va in calore, come le vecchie centrani a carbone o a fissione;
    sarebbe già meglio comunque della fissione, che produce scorie da centinaia di migliaia di anni e sappiamo ha costi già fuori mercato

    il terzo tipo, quello trattato dall’articolo, sembra interessante perché non produce neutroni, pare non produca scorie radioattive, usa carburanti facili da reperire, genera direttamente elettricità, con poco calore di scarto, e ci sta investendo google;

    personalmente, il terzo tipo (idrogeno-boro, senza produzione di neutroni) è l’unico che gradirei fosse studiato, non avendo il fardello di lasciare una eredità radioattiva e una filiera carburante e anche reattori esageratamente complicati e centralizzati, però molta ricerca si concentra proprio sul primo tipo (deuterio-trizio) perchè ha sinergie strategiche militari con il migliorare il controllo fine del funzionamento delle bombe a fusione; il secondo tipo poi fa rima con la fantascienza, perché l’elio-3 andrebbe preso e trasportato dalla Luna, come in certi film (

    tutte 3 i tipi però hanno difficoltà tecniche intrinseche e lontane da essere risolte, non si sa neppure se verranno risolte, non ci scommetterei prima di 30 anni, e non sappiamo se saranno economicamente convenienti.. per me l’efficenza e l’economicità che le rinnovabili e ora anche gli accumuli stanno sviluppando ogni anno di più oggi non si batte, e forse neppure tra 30 anni.. vedremo, però intanto in questi decenni non mi farei distrarre e installerei a testa bassa rinnovabili, se poi nel 2060 non servissero più (ma ne dubito) si potranno banalmente smontare e riciclare 🙂

  8. Gli SMR esistono e funzionano anche a bordo di navi e sottomarini, non capisco di cosa stiate parlando. Quanto ai reattori a fusione farei molta distinzione fra gli annunci mirabolanti a caccia di contributi e la realtà. Allo stato attuale nessun reattore a fusione riesce a stare attivo più di 30 secondi e mi risulta che ci sia stato fino ad ora un solo caso di reazione con guadagno di energia, anche l’unica documentata fin’ora al NJF ha prodotto meno energia di quella necessaria per innescare il processo. https://www.geopop.it/il-vero-bilancio-energetico-nella-reazione-di-fusione-nucleare-negli-usa/

    1. Gli SMR montati su navi e sommergibili (guarda caso, solo militari) costano cifre iperboliche; nulla a che vedere con un generatore di energia ad uso commerciale. Quanto ai reattori a fusione, lei è rimasto molto indietro, come dimostra la data dell’articolo che cita: dicembre 2022.
      Il 19 febbraio scorso il reattore francese tokamak West ha mantenuto il confinamento per 22 minuti e 17 secondi. L’ho già scritto in risposta a un altro lettore, ma se non si fida, può controllare qui https://it.wikipedia.org/wiki/Tore_Supra. Però deve fare lo sforzo di arrivare alla ventesima riga.

  9. Nel 2025 spendere soldi nel nucleare è una follia. In base ai dati attuali, nel tempo che ci vorrà per costruire la prima centrale nucleare, solo il fotovoltaico di nuova installazione produrrà come 8 centrali nucleari. I soldi, se ci sono, vanno investiti nei sistemi di accumulo, giornaliero e stagionale, componenti indispensabili per una produzione di energia gratis basata sulle fonti rinnovabili, come alcuni interessanti articoli di questa stessa testata hanno sottolineato.

  10. Boh, non so dalla fissione dovremmo restare lontani come la peste mentre, per quanto ogni tanto mi capita di leggere, sulla fusione gli scienziati “ridono” perchè finora nemmeno a livello sperimentale si è riusciti a produrre più energia di quanta necessaria per produrla.
    Quella del Sole è già disponibile e infinita, basta inventire nel modo giusto.
    Che però non in certe tasche ancora per qualche decennio.

    1. Gli scienziati ridono? Ci sono decine di reattori a fusione già costruiti o in costruzione nel mondo di cui uno, il DTT, in Italia a Frascati progettato dall’ENEA. IL West, in Francia, gestito dall’equivalente transalpino dell’Enea, ha appena battuto il record mondiale di confinamento del plasma di idrogeno (22 minuti e 17 secondi)

      1. Per quanto mi riguarda avendo zero competenze in materia mi risulta più facile cogliere la battuta che avevo letto su una rivista cartacea (forse 1,5 anni fa) che gli aspetti scientifici.

        Non ho letto bene questo articolo ma mi paiono non particolarmente entusiasti.
        https://www.qualenergia.it/articoli/fusione-nucleare-prossima-realta-o-illusione-mediatica/

        Il Dott. Armaroli, mi pare favorevole allo sviluppo ma non mi pare sia particolarmente speranzoso in tempi relativamente brevi (10 anni????).

        Sunto da internet
        “Ad oggi non esistono reattori a fusione capaci di produrre continuativamente energia elettrica: gli unici impianti esistenti sono impianti sperimentali che consumano complessivamente più energia elettrica di quella che producono.”

        Se arriva la fusione sono contento anch’io.

        1. Il dottor Armaroli, con cui siamo in contatto quasi quotidiano, ritiene che non valga la pena di investire in una tecnologia consolidata ma obsoleta come il nucleare a fissione, che comunque potrebbe resuscitare in Italia non prima di un decennio. Ritiene invece che sia giustificato proseguire la ricerca sul nucleare a fusione che, pur in una prospettiva di lungo periodo, può però risolvere definitivamente il problema energetico del Pianeta. Può verificarlo di persona qui https://youtu.be/K4L8_4A_yrc

          1. da quello che ho capito, il contenimento del plasma e il raggiungimento di temperature adeguate per un certo intervallo di tempo sarebbe solo il primo passo, poi devono capire per esempio come poter introdurre nella camera del plasma con regolarità il “carburante”, come estrarre i “rifiuti esausti”, come estrarre l’energia, come far durare i rivestimenti della camera del plasma, come produrre in quantità e a costi ragionevoli sia il macchinario che il “carburante”, poi come rendere il tutto a bilancio energetico positivo (conteggiando non solo l’energia dei “riscaldatori”, es i laser, ma tutta l’energia impiegata dal macchinario), e infine come renderlo economicamente sostenibile

          2. Innescato il processo di fusione nel plasma, il bilancio energetico e intrinsecamente positivo. Su tutto il resto le soluzioni sono sulla carta: devono essere testate e sviluppate.

          3. Buongiorno Massimo,
            per spaccar capello, ci sarebbe da distinguere il bilancio energetico in cui come passività (al denominatore) si conteggia solo l’energia per accendere e sostenere il plasma (gli annunci si basano su questa modalità di calcolo) o invece se come energia totale consumata si conteggia quella dell’insieme del macchinario, che è molta di più

            però concordo che stanno facendo passi avanti

  11. Che bella notizia!
    Ho sempre sperato e contino a sperarlo ancora che FALLISSE lo stupido progetto di Pichetto di voler ricorrere nuovamente al nucleare a FISSIONE malgrado DUE referendum avevano certificato la contrarietà dei cittadini.
    La “SCUSA” per farlo era che per i nuovi reattori si sarebbe ricorso agli SMR (Small Modular Reactors) che altro non sono che reattori più piccoli ma che in quanto a rischi non differiscono per nulla da quelli del passato.
    La FISSIONE e pericolosissima sia perchè in caso di esplosione dovuta ad un terremoto, ad un guasto al sistema di raffreddamento o anche ad una bomba che al giorno d’oggi non è assolutamente da escludere, sia per le scorie radiottive da smaltire.
    Le radiazioni che dovessero provenire dal cattivo funzionamento dell’impianto o dalle scorie mal smaltite, potrebbero causare danni gravissimi ad intere popolazioni e dunque anche se è molto importante creare energia elettrica è ancor più importante farlo in maniera SICURA.
    Ho più volte affermato che la FUSIONE è la vera soluzione al problema. In quel caso l’energia proverrebbe dall’idrogeno che a temperature simili a quella del SOLE si trasforma in elio generando una infinità di energia.
    Ma la cosa estremamente importante è che qualunque danno dovesse essere provocato a quel tipo di impianto non farebbe altro che farlo spegnere SENZA ALCUNA PRODUZIONE DI RADIOATTIVITA’. Questo significa che non è più necessario smaltire scorie pericolose e tenerel per millenni nascoste sotto terra e che anche un’esplosione non generebbe alcun effetto negativo per la popolazione.
    Ovviamente Pichetto pensa agli SMR perchè secondo lui gli impianti sarebbero già possibili e comunque il suo progetto richiederebbe un decennio per diventare realtà.
    Visto gli studi in atto e anche la bella soluzione alla tenuta in essere del plasma che racconta quest’arrticolo, la fusione è in arrivo e molto propbabilmente diventerebbe operativa negli stessi tempi o quasi degli SMR, ma con un enorme superiorità e sicurezza al confronto.
    Evviva quindi la FUSIONE che quando sarà diventata realtà potrà fornirci così tanta elettricità da non avere confronti. Allora si che il nucleare potrà essere la soluzione finale anche più interessante del fotovoltaico e dell’eolico.

    franco@ffellico.com

  12. purtroppo la fusione nucleare commerciale ancora non esiste, quindi sono tutte chiacchiere al vento. “potrebbe concretizzarsi già nel prossimo decennio”, oppure no: è da metà anni ’80 che “la fusione nucleare la vedremo entro 10 anni”.

      1. Si ma un motivo ben diverso per gli alti costi, l’SMR non è conveniente rispetto ad una centrale nucleare di ultima generazione (che a sua volta è altrettanto costosa). Riduci i tempi di costruzione e di attivazione ma poi i costi di gestione e di produttività sono in rapporto più alti).
        Non mi risulta che la fusione nucleare al momento sia fattibile, ci sono solo alcuni esperimenti riusciti di brevissima durata con costi altissimi costi di base, ma arrivare a costruire una centrale di fusione nucleare ci passa ancora il mare, un’oceano purtroppo, la luce in fondo al tunnel non si vede ancora. Ci stanno provando da più di mezzo secolo e sono ancora alle fasi sperimentali da laboratorio.
        Mentre per le batterie elettriche si è arrivati alla concretezza e ci sono prospettive concrete di migliorie a livello tecnologico e anche a livello di costi, per la fusione nucleare come per l’idrogeno c’è ancora un muro invalicabile al momento.

          1. aah, ho capito ora: il suo “chiacchiere” non era rivolto al mio post ma alla news. ovvero non si può parlare a livello commerciale di fusione se neppure con la fissione abbiamo ancora uno standard ottimale.

          2. Con una differenza: il governo ha deciso di resuscitare le mini centrali a fissione (e le ha inserite come fonte di energia contabilizzata nel PNIRE) anche se non abbiamo ancora uno standard realizzato e testato. La fusione è in fase sperimentale e nessuno si permette di metterla nei propri piani energetici. Il mio “chiacchiere” era proprio rivolto a lei, e lo ribadisco.

          3. SMR oltre a costare ancora di più dei già fuori mercato reattori grandi, producono quantità enormi di scorie radioattive, da 2 a 30 colte rispetto ai reattori grandi,
            per me è criminale anche solo spacciarli come innovativi alla popolazione..

            vale anche per la startup italiana citata nell’articolo, che si è già accaparrata mi pare 200 milioni dal governo per finanziare lo sviluppo, e speriamo poi la chiudano li quando cambierà il governo, uno schema ponzi che si ferma, senza passare poi a chiedere le decine di miliardi necessari alle loro pentole radioattive al piombo o al sodio o SMR, concetti già testati in passato, vecchi di 60 anni, e spacciate per innovative a noi sprovveduti italiani che ci lasciamo traviare dai canali youtube pubblicitari nuculari invece che vericare da fonti scientifiche

  13. Erano i primi anni ottanta, da ragazzetto leggevo le pubblicazioni di divulgazione scientifica e le centrali a fissione erano una certezza da li a venti anni. Oggi sono ancora una certezza da qui a venti anni.
    Negli anni ottanta i pannelli solari si utilizzavano solo per i satelliti e le prospettive commerciali erano utopiche, l’eolico muoveva i primi passi. Oggi il solare fa circa il 15 % della produzione italiana, l’eolico da un contributo rilevante a livello europeo.
    Per quanto affasciante la fusione nucleare, forse più pratico sarebbe investire in altre direzioni.

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