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Il made in Germany cresce, ma Tesla è lontana

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La ID.4, il modello elettrico più venduto del Gruppo Volkswagen.

Il made in Germany cresce, aumentando le vendite di auto elettriche, ma Tesla è sempre lontana e ormai è vicinissima al milione di consegne nel 2022.

Il made in germany cresce
Gli 8 modelli elettrici del Gruppo VW più venduti nei primi 9 mesi 2022. Le EV rappresentano il 6,8% del totale immatricolato.

Il made in Germany cresce:  Gruppo VW a 366 mila EV vendute

I consuntivi di settembre, con tre quarti dell’anno in corso alle spalle, danno ormai un’idea di che cosa è successo in questo 2022. Le auto elettriche tedesche si vendono sempre di più, grazie anche al continuo lancio di nuovi modelli, ma Tesla resta di un altro pianeta. Basta qualche dato per rendersene conto. Il Gruppo Volkswagen, con i suoi 5 marchi e una pletora di modelli, ha consegnato 366.400 veicoli 100% elettrici tra gennaio e settembre, contro i 293 mila del 2021. Quasi un terzo di questi (112.700) sono stati acquistati in Cina. Il progresso complessivo è del 25%, buono, ma non certo eccezionale. Anche la Mercedes ostenta risultati positivi, annunciando che le sue consegne di EV nel 2022 sono raddoppiate, a quota 75.400. Peccato per che Tesla nello stesso periodo (e con un solo marchio e 4 modelli in tutto) sia già arrivata oltre quota 908 mila (per la precisione 908.573).

il made in germany cresceProblemi di produzione e mancanza di un vero best-seller

Che cosa manca a VW per accelerare nella rincorsa a Tesla? Hildegard Wortmann, Membro dell’Extended Executive Committee del Gruppo, spiega che ci sono anche problemi di produzione, che Tesla sembra non avere: “I clienti apprezzano l’offerta di modelli 100% elettrici dei nostri Brand, che è la più ampia del settore. A causa della forte domanda e delle continue restrizioni relative alle forniture, il portafoglio ordini rimane a un livello elevato. Tuttavia, nel terzo trimestre la quota BEV si è attestata a 6,8%: il dato più alto registrato quest’anno“. Ma il problema di fondo è che il colosso di Wolfsburg non è riuscito a costruire dei veri best-seller mondiali, che se la vedano alla pari con successi planetari come la Tesla Model Y. Il modello VW più richiesto, la ID.4, dopo 9 mesi è a quota 122 mila, ma il concorrente diretto americano vende 4 volte tanto. E in settembre sul mercato tedesco è stato addirittura il modello più venduto in assoluto, meglio anche di tutta la concorrenza benzina o diesel. In Germania…

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22 COMMENTI

  1. L’elettrico deve emanciparsi e lasciare la terra di mezzo per confrontarsi con tutto il mercato reale dove l’auto più venduta in Europa nel 2021 è stata la solita Volkswagen Golf 205.408 unità, seguita dalla Peugeot 208 con 196.869 esemplari ad un’incollatura dalla Dacia Sandero 196.792 unità.
    Nei primi sei mesi del 2022 sempre loro nelle prime tre posizioni:
    Peugeot 208 110.252
    Dacia Sandero 96.793
    Volkswagen Golf 88.903
    È evidente che non può essere un Model 50k di Tesla ad imporsi sul mercato europeo perché non è una vettura a misura Europea per i costi e le dimensioni.
    Com’era ai tempi della Fiat 127 la vettura più venduta d’Europa per sei anni di seguito, dal 1973 al 1978 o la Volkswagen Golf, con 35 milioni di esemplari venduti dal 1974.
    Oggi manca l’elettrica per il popolo europeo e sta primeggiando l’unico brand low cost al mondo con una vettura da 15.000 euro onesta e decorosa prodotta in Romania.
    Made in Romania cresce. Eccome.

    • “È evidente che non può essere un Model 50k di Tesla ad imporsi sul mercato europeo perché non è una vettura a misura Europea per i costi e le dimensioni.”
      Assolutamente: sta solo cannibalizzando il segmento D a scapito dei noti marchi ma non potrà mai essere, nel lungo termine, il veicolo più diffuso, proprio per la collocazione in una precisa fascia. Stellantis o VW non devono preoccuparsi quanto Mercedes e Audi, o in parte BMW, hanno un mercato diverso.

      • Un segmento per pochi, non di certo rilevante come B e C SUV, la Model Y è la prima tra le post-combustibili. Stiamo parlando di 44.468 unità nel primo semestre.
        La sfida è proporre un B SUV a 20.000 euro con 400 chilometri di autonomia che consenta almeno di raggiungere i 140 km/h in autostrada.
        Un B-SUV aerodinamico per essere efficiente, con interni modulabili stampati in 3D con materiali riciclabili ispirato alla Citroën Oli con air duch che ha eclissato Volkswagen ID. LIFE.

    • -Oggi manca l’elettrica per il popolo europeo e sta primeggiando l’unico brand low cost al mondo con una vettura da 15.000-

      Il discorso fra le righe di molti attuali decisori politici europei è che fondamentalmente le masse sarebbe meglio che si spostassero a piedi, in bicicletta sul monopattino e in treno se devono andare un po’ più lontano.
      La domanda alla base di questa pretesa, che personalmente trovo assurda, sembra quasi essere: “tanto in fondo… ma dove devi andare?”

      Sperando vivamente di essere smentito dai fatti, ma in assenza di provvedimenti politici non nutro nessuna fiducia da parte delle case automobilistiche circa il fatto e soprattutto la volontà che di qui al 2035 siano disponibili dei veicoli a batteria in grado di ricalcare in tutto e per tutto quelle che possono essere le caratteristiche di fruibilità, reali e realistiche, di un veicolo come la Sandero e in vendita al prezzo attuale della Sandero.

      Se si continuerà a perseguire con tale pertinacia il desiderio tutto politico/ideologico di diminuire così drasticamente il parco circolante privato, di conseguenza per i produttori l’unica opportunità commerciale sarà quella di vendere meno veicoli ma con margini più alti.
      Alla lunga, perché nel breve periodo la cosa sarà inavvertibile fintanto che bene o male si riuscirà a tirare avanti con le vetture già in circolazione, come unico risultato tangibile si otterrà un mobility divide politicamente insostenibile che potenzialmente potrebbe partorire delle reazioni tali da far sembrare come qualcosa di quasi innocuo un fascista che occupa la seconda carica dello Stato e un ultracattolico quasi integralista che occupa la terza.

      • Io credo che l’Europa stia abdicando all’avanzata cinese. La logica dei politici è: lasciamo che i cinesi piazzino qui le loro elettriche economiche, speriamo che i nostri si diano una svegliata altrimenti periranno tutti. E non è una brutta decisione. Ma perché mai dobbiamo sopportare e supportare industrie incapaci di scalare, incapaci di ottimizzare la produzione quando ogni giorno in Cina si sveglia un bambino e mette su una fabbrica di auto migliore delle nostre? E’ un po’ come se la nostra industria sviluppasse ancora app per MS-DOS mentre il resto del mondo sviluppa l’AI. Suvvia, non se ne può più, questi sanno solamente piangere e lamentarsi …

        Guardati la Foxconn Model B (sarà presentata ufficialmente dopodomani): bella, disegnata da Pininfarina, supertecnologica, con un prezzo stimato in 25000 dollari. Oppure guardati la Foxconn Model C: 38000 dollari per un’auto con 750 cv, 0-100 in 2.8″ e 750 km di autonomia di range. Fabbricate in Cina? No, negli USA (Ohio) e in Europa, con un volume iniziale di 500.000 unità all’anno. Questo significa che alla fine del primo anno di vita Foxconn, brand new entry nell’automotive ancora non presente in tutto il mondo, avrà già superato Volkswagen costruendo le sue elettriche negli USA e in Cina.

        Qualcuno mi spieghi che cavolo stanno facendo i nostri produttori. Nulla! Che muoiano tutti, nessuna pietà e tanti rimpianti …

        • -Io credo che l’Europa stia abdicando all’avanzata cinese-

          L’Europa sta abdicando e basta, ma sarebbe un discorso che potremmo iniziare e on finire mai più, quindi evitiamo

          -La logica dei politici è: lasciamo che i cinesi piazzino qui le loro elettriche economiche, speriamo che i nostri si diano una svegliata altrimenti periranno tutti. –

          In un contesto statuale serio, un’idea di questo tipo ammio giudizio è assimilabile all’ alto tradimento (art 241 C.P.) “punito con la reclusione non inferiore a dodici anni. La pena è aggravata se il fatto è commesso con violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche.”

          -Ma perché mai dobbiamo sopportare e supportare industrie incapaci di scalare, incapaci di ottimizzare la produzione quando ogni giorno in Cina si sveglia un bambino e mette su una fabbrica di auto migliore delle nostre? –

          Perchè i soldi non crescono sugli alberi ed è impossibile pensare di vivere in maniera indipendente dall’esterno solo con sussidi e mancette, senza il lavoro e vivaddio senza un tessuto industriale strutturato?
          Non sto dicendo che tu abbia torto a prescindere, eh? sto solo dicendo che una politica di questo genere, se fosse, sarebbe più miope di una talpa ubriaca.
          Quindi l’ottimizzazione e la produzione di veicoli veramente acquistabili e veramente in grado di sostituire le contropartyi a pistoni o la fanno gli industriali, oppure la politica (che ha iniziato sta cosa di sua spontanea volontà) deve tirar fuori le p@ll3 e portarla fino in fondo.

          Cosa che non sta facendo: prima dice “per legge e un po’ per magia si dovranno avere vetture a emissioni zero entro il 2035” e quando si presentano gli inevitabili problemi alza le mani e dice “ah no! evviva la libertà, ci penserà il mercato”. Ennò signori. Non funziona così. E infatti non sta funzionando. E prima o poi qualcuno o qualcosa presenterà il conto.

          – E’ un po’ come se la nostra industria sviluppasse ancora app per MS-DOS mentre il resto del mondo sviluppa l’AI-

          Questo perchè l’Europa come dicevo sopra ha deciso di abdicare a se stessa, anche perchè a livello culturale il suo retaggio “nobiliare” non lo ha mai abbandonato.
          Ti consiglio una lettura interessante, chiaramente da intendesi come punto di partenza per molti ragionamenti e non come “teoria del tutto”.

          -La società signorile di massa – Luca Ricolfi – isbn 8834601262-

          Il libro ovviamente si concentra sull’Italia, ma tutto sommato può essere esteso a tutto un certo sentire proprio dell’odierna europa occidentale.

          -Suvvia, non se ne può più, questi sanno solamente piangere e lamentarsi-

          Ah beh, sul chiagn’ e f077′ siamo d’accordissimo

          -Guardati la Foxconn Model B-

          L’ho fatto e non avrei dovuto. L’Alfa Romeo Banale in confronto è qualcosa di ardito e scoppiettante.

          -Qualcuno mi spieghi che cavolo stanno facendo i nostri produttori. Nulla! Che muoiano tutti, nessuna pietà e tanti rimpianti –

          “Moralmente” potrei anche essere d’accordo. Ma all’atto pratico si otterrebbe un effetto domino tale che in confronto il fallimento della Lehman Brothers sarebbe un piccolo ammanco di cassa.

          E tu sai benissimo cosa ha comportato il fallimento della Lehman Brothers.

          • Sarebbe anche l’ora di smetterla con i luoghi comuni: Il Green Deal europeo stanzia 39 miliardi per la transizione elettrica, più 6,4 miliardi nell’ambito del programma Horizon per progetti innovativi nel trasporto sostenibile. E European Battery Aliance ha a disposizione fondi europei per 3,2 miliardi.

          • Massimo non è solo una questione di denari.
            E’ una questione di mentalità.
            L’Europa che sta abdicando non è ovviamente l’unione europea.
            E’ l’Europa intesa come entità culturale.

            Non guardiamo più “avanti”, rincorriamo e basta. Non abbiamo una prospettiva “spirituale” tesa al futuro, tant’è che non facciamo più figli.

            Non volgiamo più “combattere” e sbatterci seriamente, miriamo solo al sussidio e alla pappa pronta.
            E nessuno vuole prendersi delle vere responsabilità.
            Torno a ripetere: il coraggio di dire “l’elettrificazione per legge deve contemplare anche la produzione di segmenti A e segmenti B acquistabili a prezzi pagabili” ancora non l’ho sentita da nessuna parte.

            Senza parlare poi delle colossali speculazioni che già si intravvedono da parte di chi importerà le famose “cinesi” che dovrebbero salvarci dal probabile/plausibile “mobility divide”.

            Leggevo ieri su una testata francese “di rifermento” per quel paese la prova della citycar Leap Motor
            (immagino che tu il francese lo padroneggi con lo stile che ti è consono…)

            https://www.largus.fr/actualite-automobile/essai-leapmotor-t03-electrique-lanti-dacia-spring-11054391.html

            A un certo punto hanno il coraggio di far due conti della serva e dire con sincerità che è improponibile sia economicamente sia “politicamente” un raddoppio del prezzo rispetto a quanto si sa che costa in cina:

            “Leapmotor ne communique pour le moment aucun tarif officiel, mais l’importateur évoque un tarif de 25 990 € pour son véhicule électrique, soit tout juste moins de 20 000 € une fois le bonus 2022 de 6 000 € retranché.

            Pour information, la T3 est vendue 79 500 yuans sur son marché intérieur, soit l’équivalent de 11 400 € en laissant de côté les incitations fiscales. Une différence de tarif difficile à justifier. En France, les aides de l’État pour doper le marché des électriques ne doivent pas occulter le tarif astronomique de ces citadines à batteries. Surtout que les subventions en question ne seront sûrement pas éternelles.”

            Ripeto : in assenza di seri interventi politici, io questa situazione lasciata “al mercato” non la vedo proprio così bene.

            Lo so che in quattro righe di commento si finisce col sembrare vittima di luoghi comuni, ma tutti i torti non li ho nemmeno io.

          • Alessandro la notizia di oggi è infatti che Tavares chiede barriere doganali contro la Cina. Capito il furbetto? Siccome non vuole rinunciare ai suoi margini, vuole restringere la concorrenza ai suoi amici del cuore, quelli che la pensano come lui ovvero che l’auto deve essere proibita, premium e per pochi. Il timore che l’Europa gli vada dietro è alto, già in passato con la scusa della certificazione della co2 in fase di produzione l’europarlamento ha tentato di tassare le elettriche cinese ma l’operazione è stata momentaneamente stoppata.

            P.s.: Leapmotor è un costruttore che ha deluso, vedremo la BYD Seal a quanto la proporranno il prossimo anno (ma anche qui mi aspetto cocenti delusioni). I brand che fanno bene al momento sono pochissimi.

          • I dazi “climatici” non sono un’invenzione di Tavares e non sono una scusa. Sono previsti dal Green Deal Europeo e dal pacchetto “Fit for 55” ora in discussione. Sono anche sacrosanti. La CO2 non si ferma alla Grande Muraglia: quella emessa in Cina danneggia anche noi

          • Massimo quello che dici è assolutamente corretto, però è vero che la notizia di oggi è che Tavares al di là della questione della CO2 ha effettivamente chiesto dei dazi veri e propri di carattere commerciale.

    • È una gara sui 13 anni, non sui 115 che ci separano dalla Ford Modello T. Con ill vantaggio produttivo che aveva sugli altri raggiunse il 50% dei veicoli circolanti nel mondo senza farsi pubblicità. Il passato non è vincolante per il futuro ma le previsioni si basano su ipotesi e fatti.
      A me non interessa chi vincerà, purché si faccia qualcosa di concreto per salvarci l’unica casa che abbiamo.

  2. Tesla ha fatto ciò che Ford non ha colpevolmente fatto in tutti questi anni. Ha portato la produzione USA in Europa e prezzi competitivi.

    Quando noi avevamo le nostre macchinine, negli USA con gli stessi soldi guidavano Mustang, Camaro, Charger ma anche pick-up come F150. Di tanto in tanto questi mezzi venivano importati in Europa, ma si trattava di poche unità a prezzi proibitivi. E il motivo è presto spiegato: con i motori a benzina, quelle auto erano comunque poco interessanti per il nostro mercato, troppo grandi e troppo energivore.

    La Model Y non è semplicemente un modello globale, adattato per tutti i mercati: è anche costruito nei 3 principali continenti e venduto a prezzi molto simili, senza il “sovrapprezzo” tipico dei veicoli d’importazione. Quindi compete e vince alla grande.

    L’Europa ha sempre rifiutato il confronto con la filosofia americana di offrire tanto al minor prezzo possibile. Noi siamo quelli che la Golf costa 30000 euro, come una muscle car americana full optional. E la politica dell’aumento dei prezzi (già stellari) dei modelli nostrani ha consentito di aumentare a dismisura i ricavi.

    Nel mondo dell’elettrico, però, il paradigma cambia: il modello USA non fa paura perché non consuma di più (ma di meno) e non c’è il bollo o il superbollo che spaventa. L’eccesso di potenza e di performance non è più un handicap ma un vantaggio. A questo vantaggio si somma l’aspetto informatico, dove l’infotainment americano appare seguire dei cicli di sviluppo paragonabili a quelli del software con cui siamo abituati ad interagire di più, ovvero con le app del telefono. Continui aggiornamenti e introduzione di nuove funzioni, gratis. Un approccio anche questo molto lontano dai nostri produttori che invece fino a poco fa hanno puntato addirittura sul modello delle funzionalità a pagamento (ricordiamoci BMW che voleva fornire Apple Car Play solo con abbonamento mensile …).

    Oggi la “nicchia” dei costruttori europei è costituita da 3 tipologie di clienti: coloro che sono affezionati al brand e ancora esitano davanti al “tutto online” (dall’acquisto al servizio assistenza), coloro che, semplicemente, non hanno 50k per potersi permettere una Tesla e coloro che esteticamente preferiscono la proposta tedesca a quella americana. Tesla ha fissato il tetto dei prezzi a 50k, ma cosa accadrà col lancio della Model Q? Attenzione perché col raggiungimento della massima efficienza dei 3 centri di produzione Tesla garantisce consegne in pochi mesi, la produzione del Tesla Semi (il camion) è iniziata e il prossimo anno inizieranno Cybertruck e Roadster. Avviata la produzione di questi modelli, chiaro che il what’s next sarà la Model Q …

    • In realtà il numero di Model Y vendute in Europa di produzione locale non sono tantissime. Tesla ha fatto I risultati in Europa comunque importando prima da Fremont e poi da Shangai.
      Su discorso “Model Q”, io non sarei così ottimista. Un’auto di quel tipo avrebbe una tale richiesta da richiedere una capacità produttiva ben superiore a quella attuale, posto che è già più che impegnata con i modelli attuali. Negli USA la Mode 3 LR è sold out per tutto il 2022 già dalla fine del Q1: magari ci sarà una rivisitazione del modello per il 2023. Di carne al fuoco ce n’è così tanta (inclusi il Semi, Cybertruck e Roadster che correttamente citi anche tu) che dubito si butteranno su una produzione di larga scala come quella della “Model Q”.

      • Hai ragione Sandro, infatti il business Model Q potrebbe essere dannoso per i profitti, un modello low cost potrebbe far saltare i profitti della Model 3, spostando gli acquirenti sulla Model Q. Ma è anche vero che potrebbe consegnare l’intero mercato auto nelle mani di Musk che quindi diventerebbe “””l’unico””” produttore al mondo. Una Model Q a 25k spazzerebbe via tutte le aziende occidentali, i margini di guadagno si assottiglierebbero ma i volumi esploderebbero. Con 450 km di autonomia, prestazioni tipiche di Tesla e dimensioni da segmento C, una Model Q sbaraglierebbe e manderebbe gambe all’aria tanti potenziali avversari di Tesla: ragionando in prospettiva, sarebbe un bel vantaggio, restando invece immobile nella fascia over 50k consente ai competitor di organizzarsi (e infatti stanno arrivando Renault 4 e 5, poi ci sarà la VW ID.1, la Nissan Micra elettrica e via via gli altri).

        • Io non penso che il problema sia la “cannibalizzazione” del mercato della Model 3, ma il fatto che non hanno nessuno possibilità, attualmente, di mettere in piedi una capacità produttiva del genere. Un conto è produrre 1 milione di auto l’anno, un altro sarebbe produrne 5 o più. Non dimentichiamo che Tesla ha rischiato di fallire tra il 2018 ed 2019 proprio per lo sforzo richiesto dalla messa in produzione della Model 3, e da lì Musk ha imparato la lezione…
          Poi, certo, sono d’accordo con te che sicuramente creerebbe non pochi problemi ai brand legacy con un’auto come da te descritta, soprattutto al prezzo da te auspicato…

    • Musk è interessato al profitto ed è stato chiarissimo.
      Ora gli Stati Uniti, il paese che lo ha adottato e dove ha fatto fortuna devono pagare la bolletta o taglia le comunicazioni tra l’Ucraina e il mondo.
      O non ha ancora capito come ragionano i suoi compatrioti che l’hanno adottato e il Congresso o non è più interessato alle vendite delle sue vetture negli Stati Uniti, perché con il taglio delle comunicazioni in Ucraina taglierebbe anche tutte le vendite di Tesla negli Stati Uniti.
      Forse può farlo perché pensa che per far profitti con le sue Tesla Model 50k bastano ed avanzano i mercati europeo e cinese.
      Ma le altre società?
      Cosa accadrà a Neuralink Corporation, SpaceX, The Boring Company, Starlink?
      Se investi in tecnologie strategiche poi devi essere pronto a sostenere il tuo paese, costi quel che costi.

    • “L’Europa ha sempre rifiutato il confronto con la filosofia americana di offrire tanto al minor prezzo possibile. Noi siamo quelli che la Golf costa 30000 euro, come una muscle car americana full optional”
      Stai parlando degli USA dove la benzina è sempre costata molto, ma davvero molto, meno che in Europa. USA dove le risorse abbondano, sia minerali che idrocarburi. USA che hanno 6 flotte navali, flotte che fanno impallidire quelle europee, nei mari di tutti i continenti. USA che nella difesa hanno investito per decenni quanto l’intera Europa (unita o no) quando non ci spendevano di più. USA dove con un dollaro, anche quando valeva meno di un euro, ci compravi ben di più di quanto ci compravi in Europa con 1 euro. Non si possono paragonare la Golf in USA e la Camaro in UE almeno fino al giorno in cui chi guadagna 1000 dollari in Europa vivrà come chi guadagna 1000 dollari in USA. E la vedo lunga la strada

      • Sì ma proprio questo è la peculiarità di quel paese. Gli USA hanno un reddito pro-capite importante ma ciò nonostante pretendono molto quando vanno a spendere: un tedesco, mediamente più ricco, quando va in una concessionaria a spendere 30k gli rifilano una Golf, negli USA una muscle car. E questo perché gli americani non si sono mai fatti infinocchiare dalla logica premium. Certo, i ricchi devono ostentare e quindi finiscono per acquistare Mercedes e BMW e brand costosi, ma quando vogliono spendere sanno dare valore ai loro soldi. La VW non ha esportato la ID.3 negli USA (ha esportato solo la ID.4) perché non avrebbe avuto alcun valore lì, non è competitiva nel paese che però compra in massa la Model 3 o la più piccola Chevrolet Bolt. Quando un americano deve spendere 30k per un’auto pretende prestazioni, qualità, confort, optional. L’Alfa Romeo Giulia venduta negli USA costa circa il 30% nonostante è prodotta in Europa e nonostante le tasse aggiuntive applicate lì e questo perché i nostri prezzi sono ingiustificati per loro.

        Ford, quando esportava in Europa, ha sempre applicato il markup “europeo”, ovvero aumentava i margini sui modelli venduti perché noi europei siamo considerati imbecilli. I nuovi produttori di EV invece non lo fanno: Tesla, Fisker (ottima la sua Fisker Ocean), Aptera sono esempi di brand che vendono i modelli con “logica americana”, ovvero con un eccellente rapporto prezzo/prestazioni. Campo sul quale noi produttori europei, in teoria ben più ricchi e con più risorse, ci rifiutiamo puntualmente di competere. I cinesi, invece, si sono divisi: c’è chi ci vede come polli da spennare (BYD, Aiways, Seres, XPeng, etc.) e chi invece vuole portare qui da noi il rapporto prezzo/qualità tipico della Cina (ad oggi solo MG, in parte Nio e forse Foxconn). I produttori europei dovrebbero sposare in toto la logica Dacia (che un tempo era anche quella di Skoda) in chiave elettrica: anziché “svalutare” la premiumness dei loro brand, dovrebbero costituire brand ad-hoc low cost, in modo da avere 2 versioni dello stesso modello, uno premium e uno dal giusto prezzo.

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