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Il litio è “raro”? Tutt’altro. E il prezzo crolla

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litio raro

Il litio viene spesso definito metallo raro. Nulla di più falso: è il 21esimo elemento più abbondante sulla Terra, e il quarto più abbondante fra i metalli. Fino al 2020, però, la richiesta era limitata e ben coperta dalle miniere del Cile e dell’Australia. Con il boom dell’auto elettrica che ne utilizza fra 6 e 10 kg in ogni batteria, la domanda è cresciuta in modo esponenziale, e i prezzi sono esplosi moltiplicandosi per oltre 40 volte. Ma è bastato l’annuncio di nuove scoperte e l’avvio della sfruttamento di nuovi giacimenti per ridimensionarli, con un crollo delle quotazioni del 50% dalla fine del 2022 ad oggi.

Pezzi in picchiata da tre mesi

Quando aveva raggiunto il picco di circa 82 mila dollari alla tonnellata Elon Musk twittò: «Il prezzo del litio è andato a livelli folli. Non c’è carenza dell’elemento stesso, poiché il litio è quasi ovunque sulla Terra, ma il ritmo di estrazione e raffinazione è lento».

 

Il boom delle BEV, ma l’estrazione aumenta

E aveva ragione. Il fatto sorprendete è la rapidità con cui l’industria è riuscita a reagire (leggi), dando al mercato la garanzia che a breve l’offerta si riallineerà alla domanda. Domanda che fino al 2020 non superava le 100mila tonnellate annue ed era così suddivisa: industria della ceramica e del vetro 32%, farmaceutica 2%, il resto per le batterie agli ioni di litio nell’elettronica di consumo (cellulari, PC, piccoli elettrodomestici) e nelle prime auto elettriche.

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La progressione di queste ultime, però è stata impressionante: 1,4 milioni nel 2019, 2,1 milioni nel 2020, 4,2 milioni nel 2021 e 7,6 milioni nel 2022 (pari al 14% della produzione globale di autovetture). E ha messo in crisi il mercato mondiale.

Ma è davvero così ampia la disponibilità reale di litio? Le riserve accertate sono tutte davvero sfruttabili? E fino al punto da soddisfare una domanda che potrebbe arrivare a coprire l’intero parco circolante di autoveicoli, che nel mondo, oggi, tocca 1,3 miliardi di unità?

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fonte: USGS

Le stima sulle risorse mondiali sfruttabili di litio sono controverse: in letteratura si va da 31 a 116 milioni di tonnellate. Secondo l’autorevolissimo USGS, l’Istituto Geologico degli Stati Uniti (o USGS, dall’inglese United States Geological Survey) le risorse di litio in tutto il mondo potrebbero ammontare a circa 89 milioni di tonnellate. Ma quelle accerate sono di circa 20 milioni di tonnellate.

Quanto litio c’è sulla Terra, quanto ne servirà

Le restanti non sono convalidate da campioni e misure. Inoltre, vengono suddivise anche in base all’economicità per cui esistono riserve identificate ma non economicamente estraibili. Una cosa è certa: nessuna risorsa finita, a partire dai carburanti fossili, può sostenere, oltre un breve periodo, un tasso di crescita esponenziale della produzione. E le previsioni sul tasso di crescita della domanda sono impressionanti.

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domanda e offerta di litio. Fonte: Joint Research Centre (JRC).

Perciò inevitabilmente si raggiungerà un picco di estrazione e sfruttamento, oltre il quale sarà fisicamente impossibile andare. Il modello che lo rappresenta si chiama “picco di Hubbert” e si basa sul tasso di estrazione e sulla quantità totale di risorse disponibili.

Qui di seguito vediamo una simulazione applicata al litio con diverse stime delle risorse. Da notare che il picco, per il litio, si colloca in ogni caso fra il 2032 e il 2050, proprio  nell’arco temporale entro il quale dovrebbe compiersi la completa transizione dai veicoli termici a quelli elettrici.   

Il picco sarà fra il 2032 e il 2050

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Fonte: Guiomar Calvo G., Valero A., Valero A., 2017.

Che fare, allora? Nell’immediato, un pò in tutto il mondo si moltiplicano i progetti per sfruttare nuovi giacimenti. Solo in Europa  ci sono già nove progetti. In pole position è il Portogallo dove sono presenti giacimenti di spudomene, il minerale da cui si estrae il litio. Ma si scaverà anche in Spagna, Austria, Repubblica Ceca e Germania. Secondo uno studio del CNR anche in Italia sarebbe possibile estrarlo, non in forma di minerale ma da fluidi profondi. L’estrazione da fluidi è quella prevalentemente utilizzata in Cile, sfruttando i laghi salati sotterranei e l’evaporazione per produrre carbonato di litio (leggi). Anche l’Africa sta emergendo come futuro grande produttore di litio. Vi stanno investendo soprattutto i colossi minerari cinesi: Ganfeng Lithium Group Co. nella miniera di Goulamina in Mali, Chengxin Lithium Group Co. in Zimbabwe, Contemporary Amperex Technology Co. nella Repubblica Democratica del Congo.

Poi? Nuove chimiche e riciclo a go-go

Ma sarà indispensabile anche riutilizzare il metallo prezioso dalle batterie a fine vita. Attualmente il tasso di riciclaggio del litio è quasi trascurabile (circa l’1.%). In prospettiva, però, solo una completa circolarità del litio consentirà di alimentare il mercato della sostituzione. mi

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Percentuale prevista al 2040 del riciclo sulla domanda primaria in EU Fonte: Joint Research Centre (JRC).

E in prospettiva di lungo periodo potrebbero emergere nuove tecnologie di stoccaggio dell’energia negli autoveicoli. Già stanno entrando in produzione batterie al sodio, che non utilizzano litio. Si sperimentano anche tecnologie zolfo-aria, zolfo-alluminio, zolfo-sodio.

Tornando alle previsioni sull’andamento dei prezzi, molti analisti ritegono che la fiammata dello scorso anno sia stata un “grido d’allarme” per una maggiore produzione. Ora, dopo la pronta risposta dell’industria mineraria, si potrebbe assistere a un a fase di “eccesso di offerta”.

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6 COMMENTI

  1. In compenso è notizia di oggi l’OPEC+ ha annunciato un taglio di produzione di mln di barili al giorno.

    Era sceso sotto i 70$ a barile ci voleva un taglio.

    La cosa bella é.che la dipendenza danza sarebbe per le batterie invece il petrolio noi lo esportiamo é risaputo.

  2. Daglie
    1) Mettici che mediamente la BEV ha un 3.500-4.000 componenti in meno di un Termica
    2) Il litio crolla
    Non se capisce allora allora sto 3.7% cosa aspetta a decollare.
    Siamo davvero (3.7% escluso) una massa di incompetenti, incapaci di affrontare il “nuovo” ed il diverso che avanza!!
    Italia… ma che popolo!!
    Io resto sintonizzato ma aspetto le BEV di 3 generazione.
    Voglio immaginare:
    1) pacchi batteria che superano i limiti intrinseci di questa tecnologia.
    2) il mio Comune da 27.000 abitanti che mi dia la speranza e la convinzione di fare il passo, inaugurando la prima Colonnina in città.
    Magari il sindaco per farsi bello su Facebook la piazza proprio vicino alla Casa Comunale ed io, fortunato ad abitare li vicino, mi ritroverei un vero box all’aperto con la colonnina sotto casa.
    Incrocio le dita..

    • 3,7% in ITALIA.

      12,1% in EU.

      In Cina le NEV a Febbraio, non vorrei sbagliare ma sono arrivate al 33% e la maggioranza delle NEV sono BEV.

    • Forse il problema è anche che in Italia, ma anche in europa, i produttori di EV insistono con una marginalità molto elevata ed i prezzi non scendono? Altrimenti non si spiega come mai in Italia una Spring costa 23.000 € mentre la “sorella” cinese costa circa la metà (attorno ai 9.000 )..

      • tra dazi, trasporto e iva l’incremento è non indifferente. Inoltre in Europa si insiste con squallidi e pesanti suv che ne aumentano i prezzo…..

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