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Il killer delle start up elettriche ora ha Kandi nel mirino

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La NEV K27, uno dei due modelli Kandi già in vendita negli Stati Uniti.

Il killer delle start up elettriche ora ha Kandi nel mirino. Dopo avere azzoppato Nikola, la società finanziaria Hindenburg Research punta il costruttore cinese.

Il killer delle start up colpisce a suon di dossier

Hindenburg Research è una società che fa un mestiere molto particolare. Studia il mercato borsistico alla ricerca di aziende che, si sospetta, promettono più di quel che potranno mantenere. Quando individua una preda, si arricchisce con un meccanismo semplice. Vende i titoli di quella società, acquistati a “termine” pagando non il prezzo attuale di Borsa, ma quello che avrà di lì ad alcuni mesi.

il killer delle start up elettriche Una sorta di scommessa sulla quotazione futura, perfettamente legale. Dopo avere perfezionato la vendita dei titoli, pubblica uno studio da cui si evince che la situazione reale della società nel mirino è molto meno rosea di quel che appare. Lo fa sulla base di analisi dei bilanci e di fonti interne confidenziali. Risultato: il titolo crolla e Hindenburg si arricchisce con la la differenza tra prezzo di vendita e prezzo d’acquisto. Non è la sola nel mondo a fare questo tipo di operazioni. In Italia un’azienda bolognese, la Bio-on (plastiche vegetali) è crollata sotto i colpi di un altro fondo speculativo, Quintessential Capital Management.

Il killer delle stat up ha già affondato Nikola

Ma è chiaro che la mobilità elettrica, con tutte queste nuove aziende che spuntano in Borsa quotazioni astronomiche, è un bersaglio ideale per attacchi di questo tipo. Su Nikola, azienda americana che intende costruire camion elettrici e a idrogeno, l’attacco è andato a segno. Hindenburg ha rivelato che la tecnologia proprietaria era assai meno portentosa di quanto annunciato. E che anche l’inizio di una vera produzione industriale, più volte sbandierata, era di là da venire.

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La piccola Kandi NEV K23, elettrica: in California costa solo 7.999 dollari.

Risultato: il fondatore e CEO Trevor Milton costretto a dimettersi, crollo in Borsa e addio dai partner industriali con cui Nikola collaborava, tra cui General Motors. L’accusa nei confronti di Kandi, da poco arrivata sul mercato americano raccogliendo 160 milioni di dollari, è di avere barato sui dati di vendita. Spacciando per acquisti da clienti delle immatricolazioni effettuate da società fittizie vicine all’azienda, addirittura per il 64% delle vendite di Kandi nell’ultimo anno.

L’accusa: vendite gonfiate con società fittizie

Il report di Hindenburg è frutto di una vera e propria attività di spionaggio: “Il più grande cliente dell’azienda, che rappresenta circa il 55% delle vendite dell’ultimo anno, condivide  numero di telefono e dirigente con una consociata Kandi“, si legge nel report. “Abbiamo visitato il ‘cliente’. Ha sede in un minuscolo edificio proprio accanto alla fabbrica, con un cartello che indica che è un’azienda Kandi. Lo stesso edificio ospitava un’altra entità utilizzata da Kandi in un programma di vendite false per raccogliere sussidi illegittimi dal governo cinese. Programma per il quale è stato multato e sanzionato.

il killer delle start up
Un modello della Kandi, utilizzato da una Polizia locale in Cina.

Risultati: azioni della Kandi crollate del 33% in un amen, anche per la reazione non del tutto convincente dell’azienda cinese. Che ha accusato Hindenburg di fare attività speculativa (ma è il suo mestiere…). E e di di avere pubblicato un report con “numerosi errori, inesattezze su fatti storici, conclusioni inesatte e opinioni superflue“. Aggiungendo però di prendere sul serio il dossier, con un’indagine interna.

 

 

 

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2 COMMENTI

  1. A me invece fa specie la carenza di commenti su articoli del genere…viene da pensare, per carità, solo di pensare, che molte società, non solo startup, si gingillino su risultati e obiettivi raggiunti “gonfiati” da società di comodi,satelliti alla società madre.
    Ma per carità, è solo una speculazione, ehm, volevo dire, un pensiero…meditate,gente,meditate…
    E io sono un pro elettrico. Figurarsi le eventuali reazioni di chi è contrario…

  2. Ed il fatto che sia tutto legale mi conferma ancora di più lo schifo che aleggia indisturbato su questo pianeta.

    Il figlio del Professor Di Bella disse un giorno in un intervista una frase del tipo: prima dell’inquinamento ambientale c’è quello morale.

    E di casi di immoralità tra politici e manager è un epidemia, soprattutto in campo petrolifero.

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