Il Gruppo VW accelera sull’elettrico e fa segnare un nuovo record di consegne nel terzo trimestre, con 122.100 consegne. L’incremento sul 2020 è del 109%.
Il Gruppo VW accelera, trascinato da ID.4 e ID.3

Il totale nei primi 9 mesi 2021 sale a 293.100: siamo ancora lontani dai numeri di Tesla (627.350), ma l’inseguimento continua. Anche perché il Gruppo può contare su 5 marchi, che presto diventeranno sei quando a VW, Audi, Skoda, Seat e Porsche si aggiungerà Cupra. A tirare la volata, ovviamente, è il marchio Volkswagen, che ha immatricolato in 9 mesi 167.800 EV, tra ID.3, ID.4 e e-Up (57% sul totale del Gruppo). Segue Audi con 52.800 unità (18%), SKODA con 32.100 (11%), Porsche con 28.600 (10%) e SEAT con 8.800 (del 3%). Quanto ai modelli più venduti, in testa si conferma un SUV, la VW ID.4, con 72.700 unità, davanti alla ID.3 (52.700. Poi la Audi e-tron, inclusa la versione Sportback (36.100), la Porsche Taycan, inclusa la Cross Turismo (28.600) e la SKODA Enyaq iV (28.200). È ovvio che questi numeri hanno un peso specifico diverso, a seconda dei prezzi. E da qui colpisce la performance della Taycan.

La sfida a Tesla continua, ma la strada è lunga
Il Responsabile Vendite del Gruppo, Christian Dahlheim, spiega: “La nostra offensiva elettrica globale prosegue a pieno ritmo: siamo leader in Europa per i veicoli 100% elettrici, e al 2° posto negli Stati Uniti. In Cina, le consegne di EV sono decollate nel 3° trimestre, quasi il 60% in più rispetto alla prima metà dell’anno. La forte richiesta ci avvicina all’ obiettivo di un milione di veicoli tra elettriche pure e ibride plug-in“. In effetti anche la vendita di queste ultime è aumentata in modo considerevole: ne sono state consegnate in totale 246.000 nei primi nove mesi dell’anno. Più del doppio rispetto allo stesso periodo 2020 (+133%). Nonostante i progressi fatti in Cina, l’Europa si conferma di gran lunga il primo mercato per le EV del gruppo, con il 72% del totale nel 2021. Sono tutti numeri che, come dicevamo, fanno pensare che solo Volkswagen, tra i gruppi tedeschi, con la sua potenza di fuoco possa sfidare Tesla. BMW e Mercedes, come abbiamo visto, sono ancora su numeri molto più contenuti
Nel frattempo la visione delle tre future elettriche europee le abbiamo viste.
Mi riferisco all’agognata Fiat Centoventi, alla più concreta Volkswagen ID.Life ed alla rivelazione Smart Concept #1.
Tesla Model 2 o Model Q?
Affermazioni sempre più vaghe e misteriose di Elon Musk.
L’ultima?
Non sarà più un’auto.
Non vado oltre, non sono uno dei tanti esegeti di Elon Musk.
Intanto è passata indifferente ai più la vittoria della tecnologia italiana, pardon emiliana di Emilia 4 long tail che ha dominato la 24 ore dell’European Solar Challenge per veicoli ad energia solare categoria Cruiser che si è svolta a Zolder. Vuoi vedere che sarà questa la nuova via dell’elettrico?
https://www.youtube.com/watch?v=qIYtufIBsBY
Sulla vittoria di Emilia 4 LT a Zolder hai perfettamente ragione, Alberto. L’ingenger Claudio Rossi di Unibo, coordinatore del progetto Onda Solare, sarà uno dei protagonisti della giornata dedicata alla transizione elettrica della Motor Valley che Vaielettrico e MOTUS-E organizzeranno il 27 ottobre, a Rimini, nell’ambito della Fiera Ecomondo-Key Energy.
Quella di Emilia 4 non è una storia qualsiasi e l’epopea di un sogno alla velocità del sole.
Tutto ebbe inizio nel 2005 quando un gruppo di donne determinate decidono di partecipare al World Solar Challenge in Australia nella categoria “E-bike” su una bicicletta a tre ruote assistita da un motore elettrico.
Il team femminile si qualifica al terzo posto, ma ben più importante inizia la stirpe di Emilia.
Due anni dopo Emilia 1 ecco un nuovo ambizioso progetto completamente solare: Emilia 2, la prima monoposto italiana ad energia solare, a tre ruote, multidisciplinare, perché concepita attraverso le competenze di esperti nel mondo delle corse e dei ricercatori dell’università di Bologna impiegando le migliori tecnologie allora disponibili.
Emilia 2 debutta nel 2011. Si punta sempre in alto, al World Solar Challenge, nella classe “Adventure” dove Emilia 2 raggiunge il traguardo al ventunesimo posto.
I nostri non si arrendono, ogni sfida affrontata è un’esperienza preziosa. Rilanciano con un nuovo progetto per la categoria “Challenge”, la formula 1 ad energia solare. Ecco Emilia 3, una monoposto a energia solare con abitacolo integrato nel profilo alare con cui si incomincia a fare sul serio.
Emilia 3 è il risultato del lavoro dei dipartimenti di Ingegneria dell’Energia elettrica e dell’Informazione (Dei) e di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna e di tanti altri specialisti, studenti ed artigiani che collaborano nella realizzazione.
Esordio al Bridgestone World Solar Challenge del 2013, dove Emilia 3 arriva decima al traguardo attraversando il deserto australiano da nord a sud, percorrendo tremila chilometri in sei giorni alla media di 65 chilometri all’ora.
Poi è la volta dei Solar Challenge di Abu Dhabi e Marrakech nel 2015 dove coglie il decimo posto, seconda alla Carrera Solar Atacama in Cile nel 2016, terza all’Illumen European Solar Challenge del 2016 e due vittorie al Moroccan Solar Challenge nel 2016 e all’Albi Éco Race in Francia nel 2017.
Dopo queste affermazioni internazionali, nella Motor Valley brilla la stella di Emilia e del suo team: Onda Solare, l’appassionata compagine di specialisti e ricercatori che vuole affermare un’utopia: l’auto solare è realtà.
Servono solo risorse economiche, l’intelligenza, l’entusiasmo e la tecnologia sono pronte a materializzarsi in un sogno. Viene in aiuto la Regione Emilia-Romagna che subito comprende il valore dell’innovazione e della ricerca del nuovo progetto classe “Cruiser” a quattro posti: Emilia 4 e lo finanzia con i fondi europei di sviluppo regionale del programma POR FESR 2014-2020, Asse 1, Azione 1.2.2 – Bando per raggruppamenti di laboratori di ricerca che propongono progetti di ricerca industriale strategica.
Ferrari, Lamborghini, Pagani, Maserati, Dallara sono realtà internazionali che sviluppano prodotti di chiara fama. Emilia 4 non è un prodotto, è molto di più, rappresenta sviluppo sperimentale e ricerca industriale, finalizzati a diffondere significativi avanzamenti tecnologici.
Lo dimostra il lavoro svolto dai dipartimenti, ricercatori e studenti dell’Alma Mater Studiorum, l’Università di Bologna, la più antica università del mondo occidentale.
Emilia 4 viene varata nel 2018 a Maranello, al Museo Ferrari. In mezzo a tante gloriose rosse ecco apparire il futuro: un’insolito anatroccolo nero striato di bianco.
Quell’anatroccolo nero striato di bianco viaggia silenziosamente con 4 persone a bordo per mezzo del sole che viene captato da 5 mq di pannelli fotovoltaici, aiutato da un’aerodinamica record, dal peso inferiore a 300 kg e da una batteria che lo sostiene fino a 500 km di autonomia, ma quanto viaggia Emilia 4 con un equipaggio di quattro persone?
La risposta è una sola.
Si chiama sfida e si trova all’American Solar Challenge, una competizione che si terrà dal 14 al 22 di luglio 2018, dopo appena un mese dalla presentazione di Maranello.
All’American Solar Challenge, Emilia 4 con il team Onda Solare si confronteranno con gli istituti di tecnologia delle più importanti università di ricerca degli Stati Uniti: MIT, Berkeley, Georgia tech, South California e molti altri team.
2700 chilometri attraverso la regione delle Montagne Rocciose, dal Nebraska all’Oregon, fino a 2500 metri di quota sulle Montagne Rocciose. Pioggia, nebbia, sole e batterie da ricaricare sotto il sole, pit stop, imprevisti tecnici in gara e notti di lavoro.
È proprio l’anatroccolo nero striato di bianco, dopo mille peripezie, con due ragazzi e due ragazze a bordo che arriva primo al traguardo sfruttando esclusivamente l’energia solare, senza essersi mai collegato alla rete elettrica per ricaricare le batterie, percorrendo da solo le Montagne Rocciose.
Ora, dopo la vittoria all’American Solar Challenge bisogna affrontare la corsa più dura: il Bridgestone World Solar Challenge.
Lì si sfida il mondo della tecnologia percorrendo 3022 km da Darwin fino ad Adelaide attraversando l’Australia per giorni e giorni senza sosta, ricaricando le batterie al tramonto, fermandosi la notte per poi proseguire all’alba, in mezzo a colonne interminabili di autotreni che non rallentano per nessuna ragione al mondo, una strada asfaltata ma con mille imprevisti, in mezzo a deserti australiani tra polvere, fumo e fuoco, attraversando città e paesi, acclamati dalla popolazione che vede finalmente realizzarsi la speranza di una mobilità per tutti senza impatti ambientali.
Per fare tutto questo, per affrontare il Bridgestone World Solar Challenge 2019, Emilia 4, l’anatroccolo nero striato di bianco si trasforma in un cigno bianco e diventa Emilia 4 Long Tail Evolution.
Nessun dettaglio viene trascurato perché la perfezione si raggiunge curando dettagli e aerodinamica, ma non solo. I due motori elettrici sincroni a magneti permanenti accoppiati alle ruote posteriori con l’elettronica di controllo, la superficie fotovoltaica di 5 metri quadrati, sono stati evoluti per diventare ancora più efficienti.
La capacità delle batterie quasi raddoppiata, da 326 a 570 Ah nello stesso volume.
La velocità massima è di 110 km orari, consumando 1,2 Kw quando è alimentata dalla batteria, mentre con la sola energia solare procede a 55 orari senza incidere sull’autonomia.
La mattina del 13 ottobre 2019 si inizia. Partenza da Darwin per affrontare i 3022 km di strade nel mezzo deserto australiano.
Alla fine del primo giorno, Emilia 4LT è al quinto posto nella categoria “Cruiser” studia gli avversari più quotati. Ma al secondo giorno, il cigno bianco non dispiega le sue ali, perde posizioni. Qualcosa non va.
Poi, improvvisamente, dopo meno di 800 km percorsi, un improvviso cedimento strutturale porta il cigno fuori strada nella sabbia rossa del deserto australiano.
Ora il cigno non può più volare.
I ragazzi sono incolumi ma affranti.
Ormai hanno tanti fans che li seguono ovunque e in questi casi l’incoraggiamento è importante.
Perdere è un modo per imparare e sono certo che Emilia 4 e il team Onda Solare ci daranno altre soddisfazioni come abbiamo visto al Solar Challenge europeo a Zolder.
Comunque, Alberto, non dimenticare che noi siamo emiliani e Vaielettrico ne ha scritto più volte:
Carbonio e batterie, la filiera della Motor Valley cavalca l’Onda Solare,
“Onda Solare” a quattro posti ora sfida l’America
Il sogno di Emilia 4 LT si arena nel deserto australiano
Emilia 4 fa il pieno di premi all’American Solar Challenge
Certo, per questo e per l’autorevolezza che rappresentate potreste essere con MOTUS-E gli artefici di un progetto nuovo ma dal sapore antico: la Mille Miglia per vetture solari da inserire nel calendario Solar Challenge.
Mille Miglia nel Sole.
Sono convinto che il Dott. Marco Tronchetti Provera e Pirelli accoglierebbero la proposta per assumersi il titolo e gli oneri di Main Sponsor con la benedizione del Presidente dell’Automobile Club d’Italia, Dott. Schicchi Damiani.
Non ci sarebbe sfida più avvincente della Mille Miglia combattuta con le aerodinamiche vetture solari sotto il sole, nella pioggia e di notte, a velocità contenuta e programmata dalle strategie.
“Mille Miglia; qualcosa di non definito, di fuori dal naturale, che ricorda le vecchie fiabe che da ragazzi ascoltavamo avidamente, storie di fate, di maghi dagli stivali, di orizzonti sconfinati. Mille Miglia: suggestiva frase che indica oggi il progresso dei mezzi e l’audacia degli uomini. Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio.”
Giuseppe Tonelli, da: 100 macchine si lanciano da Brescia per le “Mille Miglia”
All’assemblea degli azionisti Elon Musk ha detto che la Model 2 non è un’auto nel senso che Tesla non ha mai detto che l’avrebbe fatta nè tanto meno che si chiamerà “Model 2”.
Attualmente stanno lavorando per aumentare i volumi di produzione della Model Y, che è già una bella impresa. I modelli previsti in futuro da Tesla sono il Cybertruck, la nuova Roadster e il Semi. Niente Model 2.
No Model Q? No Tesla.
I dati parlano chiaro: le elettriche vendono meglio nella fascia premium che in quella economica.
La Audi e-tron 36.100, la Porsche Taycan 28.600 e la Skoda 28.200. La più costosa ID.4 (72.700) surclassa la ID.3 (52.700), pur pure costa 10000 euro in meno.
Nulla di nuovo all’orizzonte: le elettriche spopolano nei segmenti premium, per la povera gente qui in Europa non c’è nulla di interessante …
Hai dimenticato le 52000 e-up.
Hai dimenticato di guardare le Renault Twingo.
Quanto sta vendendo la Dacia Spring?
È acerba l’uva, vero?
Ma di che parli, Athos? 72700 ID4 contro 52000 e-up. Abbiamo una classifica delle elettriche più vendute a livello mondiale dove in vetta ci sono le costosissime Tesla. Facendo un confronto con le auto a benzina, è come se l’auto più venduta al mondo a benzina fosse una Mustang GT 5000 V8.
Non a caso a contendere lo scettro alla Tesla è una supereconomica cinesina, la Mini EV, che però è venduta al suo prezzo (3500 euro) solo in Cina. E da sempre sostengo che l’unico mercato che offre auto elettriche convenienti per tutte le fasce sia la Cina (dove infatti le BEV costituiscono già il 20% del venduto): da noi le auto economiche (come la Dacia Duster, che tra l’altro è prodotta in Cina) costano il triplo rispetto ai loro prezzi mentre le premium come la Tesla hanno esattamente lo stesso prezzo. Qualcosa non torna.
Per questo abbiamo bisogno della Model Q il prima possibile.
“per la povera gente qui in Europa non c’è nulla di interessante”.
Queste sono parole tue.
E ti ho dimostrato che non è vero.
Vai a vedere le e-up, le Twingo, le corsa-e.4
E vedrai che di offerte per chi non può o non vuole spendere molto le auto ci sono.
O forse vuoi una Tesla al prezzo di una panda?
Il tuo mercato di riferimento a livello mondiale non sta in piedi.
Se le e-up le vendono solo in Europa, che senso ha confrontarle con il resto del mondo?
Ed onestamente, sai quanto freghi ad un europeo cosa si vende di più in Cina?
E se prendi la tua amata cinese da 3500€ e le fai fare un bel crash test europeo, sai come finisce?
Athos però questo l’a-b-c, non credo di dover spiegare l’a-b-c. Nessuno nega che si vendano anche auto economiche ma qui siamo davanti ad una dinamica capovolta, ad una piramide rovesciata. Il modello di auto elettrica più venduta al mondo è una auto premium. Lo ripeto: è come se l’auto più venduta al mondo a benzina fosse una Mustang GT 5000 V8, o siamo tutti ricchi oppure vuol dire che le Panda a benzina fanno talmente schifo che le persone piuttosto preferiscono andare in giro a cavallo.
Vuoi un controesempio? La VW, che vendeva la e-up, l’ha rimossa dal listino suo e dei brand gemelli perché vuole vendere solo i modelli più costosi. Esattamente l’opposto di Tesla, che pure dice di stimare: mentre Tesla ogni anno amplia la gamma e investe tantissimo sul suo modello più economico (ad oggi la Model 3), la VW fa esattamente l’opposto, cancella i modelli più economici (la e-up) e va sui modelli più costosi. Nessuno vuole una Tesla al posto di una Panda, per rispondere alla tua domanda: vogliamo tutti una Panda elettrica competitiva con quella a benzina. A titolo di esempio, la Porsche vende più Taycan elettriche che 911 che costano pure meno: significa che i prodotti elettrici premium sono talmente ambiti che le persone li acquistano aldilà del costo. Diversamente, nel segmento entry level l’offerta latita e a livello europeo e mondiale la domanda resta ancora bassa.
Per quanto riguarda la Cina, per favore, per carità della scienza e della verità, basta con questa storia dei crash test: la Dacia Spring è cinese, l’hanno venduta in Cina come Renault City, fiasco totale, l’hanno riproposta in Europa come Dacia Spring al TRIPLO del prezzo. Stessa auto, hanno cambiato solo il brand. Non è che in Cina la vendessero senza airbag … le Cinesi sono sicure, hanno test anche più severi dei nostri Euro’Ncap, è finita l’era delle cinesi insicure. Tutte quelle importante nel nostro continente, elettriche, hanno ottenuti ottimi punteggi nei crash test.
Il discorso di Enzo, però ci sta: sui segmenti bassi, ancora non ci siamo.
E’ vero che c’è la e-Up, ma l’elettrica costa decisamente di più della versione a benzina, idem per la Corsa e sorelle.
Se sali di segmento la differenza si assottiglia e quasi si annulla.
La Model3 con cosa la confrontiamo? Con una BWM Serie3, con una Giulia? Il prezzo è simile.
Significa che per chi può permettersi auto di quel tipo, il prezzo non è un fattore determinante nella scelta dell’alimentazione.
Qui si innesta un altro tema: il Model 3 è competitivo con Bmw 3, Audi 4 ecc perché Tesla ha un processo produttivo che consente di contenere i prezzi. Che cosa succederà se davvero dovesse arrivare un Model 2 da 30 mila euro?
Enzo, la e-up risulta regolarmente in vendita ed ordinabile.
Carlos,
L’auto elettrica costa di più della omologa a benzina solo se guardicil prezzo di acquisto.
Forse le persone dovrebbero cominciare fare i conti con anche i costi di esercizio.
Se lo facessero, si renderebbero conto che il punto di pareggio avviene dopo 3 anni, mediamente.
Dal 4o anno, tutto risparmio.
E non parliamo di risparmiare 100€ all’anno, ma almeno 1000€ ogni 10000km.
E questo sulle utilitarie.
Personalmente i conti li ho fatti e il punto di pareggio, per me, era più verso i 6 anni, però ogni caso è storia a se ed è indubbio che dopo il pareggio è tutto risparmio.
Detto questo è molto più facile convincere chi questo risparmio lo vede subito (segmenti premium), che chi lo intravede tra qualche anno.
A proposito di serietà e buona fede, VW in genere confronta le sue vendite di BEV+Plug-in Hybrids con le vendite di Tesla che sono solo BEV.
Bisognerebbe spiegargli che ibride plug-in e elettriche pure non sono la stessa cosa.
Se vogliono anche solo parlare di sorpasso nei confronti di Tesla dovrebbero scorporare dal totale le loro vendite di elettriche pure (BEV) e paragonare solo quelle con le vendite di Tesla.
Potrebbero anche avere le capacità di vendere più elettriche di Tesla ma non credo abbiano la volontà di farlo perché, proclami a parte, ancora oggi nel 2021 il core business di VW purtroppo è il termico e fosse per loro non vovrebbero mollarlo mai!
E Diess fa i proclami dove dice che concorrenza di Tesla lo porterà a licenziare 30.000 dipendenti.
A me è parso un velato avviso al governo tedesco del tipo: aiutatemi (o mettete i bastoni tra le ruote a Tesla) oppure finisce che mollo a casa 30.000 persone.
Fosse stata una persona seria avrebbe detto: a causa della mia incapacità e di quella dei miei stretti collaboratori rischio di licenziare 30.000 dipendenti in quanto in Tesla sono più bravi di me.
Ma le persone serie in VW sono difficili da trovare, diesel gate ecc.
Del resto non mi sembra un caso che la “velata” minaccia dei licenziamenti sia arrivata proprio il giorno prima dell’inizio della discussione finale sulla concessione a GigaBerlin… a pensarvmale si fa peccato, ma spesso…
E pensa, sono tra i brand tradizionali che vendono di piu’ BEV, da cui, cosa dovremmo dire di tutti gli altri?
Che sono tutti un branco di incapaci (a ragion veduta) che si aspettano solo incentivi dagli stati per poter privatizzare i guadagni?
Pensa i nostrani avevano puntato tutto sul gas/metano..
A pensar male si fa peccato ma…Poi la realta’ dei fatti e’ questa.