Una grande festa: l’appuntamento era per le 18 di giovedì 7 dicembre a Landskrona, sud della Svezia, per svelare una delle citycar elettriche più attese, la Uniti, sviluppata dall’omonima start up in collaborazione con Siemens.
A condurre la serata c’era lui, Lewis Horne, il giovane boss della Uniti, che sembra più una pop-star che il capo di un’azienda che costruisce automobili. E l’attesa non è andata tradita: agli occhi delle centinaia di persone presenti è apparsa una macchinetta a due posti dall’aspetto completamente innovativo, che si guida con manopole che ricordano più il joystick di un videogioco che un volante tradizionale, con una console che sembra proprio lo schermo di un iPad. Le prestazioni, però, non sono trascurabili: con un pacco batterie da 22 kWh, la Uniti annuncia un’autonomia di 300 chilometri. Tanto per dare una pietra di paragone, ricordiamo che la Smart Fortwo Electric Drive denuncia 17,6 kWh di capacità e 160 chilometri di autonomia. Il gruppo di ragazzotti che sta dietro alla start up scandinava dichiara apertamente di voler cambiare i connotati al mondo automotive, rivoluzionando completamente l’esperienza di guida: da “press and pull” (“schiaccia e spingi”) a “touch and swipe” (“tocca e colpisci”). Il tutto accompagnato da una carrozzeria in fibra di carbonio interamente riciclabile e soprattutto a un display super-intuitivo ribattezzato HUD (Heads-Up Display) al centro di una plancia e di un interno composti interamente da materiali organici, ovviamente interamente riciclabili anch’essi. Del resto già l’indirizzo web, http//www.uniti.earth , la dice lunga sulla vocazione ambientalista della start up guidata da Horne, che è un personaggio carismatico della nouvelle vague tecno-ambientalista scandinava: oltre ad avere fondato la Uniti (il nome è una crasi di Ingenuos Electric Car…), è responsabile del dipartimento di Social Innovation alla Lund University.
Già il modo di finanziarsi di Uniti è del tutto originale nel mondo automotive: i fondi sono arrivati da un mix tra crowdfunding dal basso (un milione e 200 mila euro già raccolti) e accordi dall’alto con grandi protagonisti del mondo della tecnologia, tra cui appunto un’intesa con la Siemens che data dalla fondazione. L’idea iniziale era quella di costruire un’auto che si gestisse intuitivamente come un telefonino, fino alla guida autonoma, ma con la sicurezza a 5 stelle (il massimo) nei severi test europei di crash NCAP: questo anche per rinverdire una tradizione e un orgoglio tutti svedesi ereditati dal Dna della Volvo e della Saab, costruttori ormai passati sotto l’ala di gruppi cinesi. Un’altra particolarità dell’Uniti è dato dalle modalità di vendita, non nei tradizionali concessionari, ma con l’e-commerce e i grandi store di elettronica: in Spagna è appena stata annunciato un accordo con la catena Media Mark, consorella di Media World. Prenotabile fin d’ora, la Uniti non sarà comunque consegnata fino al 2019: il prezzo è stato fissato in 19.900 euro, ma Horne ha specificato che esisterà anche una versione più povera a partire da 14.900 euro. Nei giorni scorsi la Uniti ha firmato un accordo con l’utility tedesca EON, che agli acquirenti dell’auto per cinque anni fornirà gratis l’energia, prodotta interamente con fonti rinnovabili.
Nel video sopra (in inglese) il fondatore Lewis Horne spiega la filosofia di Uniti.