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Tante chiacchere sulla neutralità climatica, ma in realtà il Governo Meloni – oltre a boicottare elettrico e rinnovabili – in realtà non fa niente neanche sul fronte della ricerca sugli e-fuels. Anche qui ultimi in Europa.
La denuncia di T&E: “Tanti progetti in Europa, ma zero in Italia”
Secondo l’associazione ambientalista Transport & Environment gli e-fuels potrebbero alimentare il 4% del trasporto marittimo europeo al 2030. Un bel risparmio visto che i carburanti attuali sono molto sporchi e velenosi.
L’Europa si muove in questa direzione, ma c’è un problema. In sintesi: “Solo un terzo dei progetti per produrre questi carburanti è al sicuro. L’industria teme il mancato assorbimento della produzione da parte del settore navale“.
La mappa con i progetti sugli e-fuels. Italia non pervenuta
Nel mirino l’Italia che “non riesce ad attrarre capitali per avviare progetti per la sintesi di questi vettori, necessari alla decarbonizzazione del trasporto marittimo“. Questo il risultato della mappatura dei progetti europei realizzata da Transport & Environment.
A Vaielettrico abbiamo affrontato il tema commentando con l’ingegnere e imprenditore Massimo Labruna lo studio internazionale degli industriali di Icomia (leggi qui).
Emerge un dato che accomuna i due studi come ha spiegato il vicepresidente di Icomia Frank Hugelmeyer che sottolinea la necessità: “Di una vera spinta ai finanziamenti per la R&S, con crediti d’imposta”.
Segnaliamo un progetto che vede impegnate aziende italiane nel contesto europeo. A iniziare dalla Solbian, specializzata in fotovoltaico, che fa parte della cordata che punta allo studio degli e-fuels – a base di ammoniaca e metanolo – nella nautica. Qui l’articolo.
Un rendering della stazione di rifornimento all’idrogeno di Nat Power
Nei giorni scorsi a Venezia abbiamo visto soluzioni interessanti – ne daremo conto nei prossimi giorni -sull’idrogeno con il progetto NatPower. Ma poi c’è da capire quali sono i percorsi per arrivare alla distribuzione del carburante sostenibile. Ma è un punto di partenza.
Verso il traguardo del 4%
L’analisi di T&E mostra che, qualora tutti i progetti maturassero sino alla fase di produzione, quasi il 4% (corrispondente, in termini energetici, a circa 1 Mtep) del trasporto marittimo europeo potrebbe essere alimentato con carburanti verdi entro il 2030, creando nuovi posti di lavoro nel continente e avviando il processo di decarbonizzazione del settore.
La conclusione? “L’Italia rischia di essere tagliata fuori“. Carlo Tritto, policy officer per Transport & Environment Italia, sottolinea: “Il ruolo che questi carburanti avranno lo si vede bene dalla proposta di PNIEC sin qui circolata, dove i volumi nazionali di consumo di e-fuels, da qui al 2030, vengono pianificati per il 93% per il trasporto su strada, mentre appena il 7% è riservato ai settori hard to abate come l’aviazione e il marittimo”. Proprio dove sono necessari.
Va male in Italia, non va bene in Europa
In una nota stampa dell’associazione si specifica meglio il tema del 4%: “Ad inizio 2024, sono almeno 17 i progetti europei volti alla produzione di carburanti sintetici a base di idrogeno verde – più comunemente chiamati e-fuels – da impiegare nel settore marittimo. Se tutti questi progetti vedessero la luce, contribuirebbero a soddisfare circa il 4% (1.06Mtep) del fabbisogno totale di energia dello shipping europeo al 2030 (28 Mtep circa), avviando il settore verso la decarbonizzazione“.
Non mancano le proposte: “Ma ad oggi, però, sono appena 6 i progetti sicuri di ricevere i finanziamenti necessari alla produzione; i due terzi sono ancora in attesa di una decisione in merito“.
Pesano “le incognite dei produttori: incertezza riguardo alla domanda e agli investimenti necessari. Se tutti i progetti mappati da T&E raggiungessero la fase di produzione, si conseguirebbe facilmente l’obiettivo introdotto dal FuelEU Maritime – il regolamento UE che definisce la quota minima di carburanti verdi da impiegare nel settore – pari al 2% al 2034“.
Peccato che “la maggior parte dei progetti deve ancora ricevere finanziamenti e nessuno, tra quelli che si prevede riforniranno specificamente il settore navale, è attualmente operativo“.
e-fuels targati Danimarca e Spagna
Danimarca e Spagna sono in testa alla corsa per gli e-fuels. La sola Danimarca rappresenta più della metà di tutti i volumi di idrogeno previsti per i 61 progetti mappati da T&E. Ma guardando alla produzione di carburanti destinati esclusivamente al trasporto marittimo, la Spagna è il Paese con maggiore potenziale, con un terzo dei volumi previsti. “Nonostante la sua natura insulare, il Regno Unito ha pochissimi progetti mentre – oltre all’Italia – anche la Grecia sembra non essere interessata da piani di sviluppo. Eppure si tratta di Paesi con una forte vocazione navale“.
il ns governo aspetta l’esito delle elezioni europee per veder se porta dalla sua (non nostra) parte all’incentivazione dei bio-carburanti su cui tanto punta…
Questi sono rimasti alla scoperta del fuoco, hanno appena realizzato che il petrolio brucia e fa girare un mucchio di soldi. E allora….via
il ns governo aspetta l’esito delle elezioni europee per veder se porta dalla sua (non nostra) parte all’incentivazione dei bio-carburanti su cui tanto punta…
per fare gli e-fuels, serve idrogeno verde, ovvero energia rinnovabile e anche parecchia e a basso costo
no rinnovabili, no e-fuels