Il governo Forza Diesel lo sa che Stellantis investe ovunque tranne che in Italia? E che gli investimenti per elettrico e idrogeno vanno ovunque tranne che qui?
Il governo Forza Diesel…/ La Francia si mangia i nuovi investimenti
Non passa giorno senza che Stellantis annunci investimenti in nuovi mezzi a emissioni zero. Peccato che da noi non arrivi nulla e che la Francia (ma non solo) si stia mangiando queste nuove attività e questi nuovi posti di lavoro. Un paio di settimane fa Carlos Tavares, il n.1 del gruppo di cui fanno parte anche Fiat, Alfa, Lancia ecc. ha annunciato che produrrà in Francia un totale di ben 12 modelli elettrici. Le nuove auto usciranno da 5 stabilimenti entro il 2024 e consentiranno a Stellantis di arrivare a produrre 1 milione di elettriche all’anno. Negli stessi giorni, sempre al Salone di Parigi, è stata presentata la nuova piccola Jeep, la Avenger, un veicolo da cui ci si aspettano grandi numeri. Peccato che non venga prodotta a Melfi, che è stata finora la casa europea della Jeep, ma in Polonia, Paese che evidentemente sa far valere il suo sovranismo. Non è finita, perché due giorni fa Stellantis ha annunciato un maxi-investimemto per produrre furgoni a idrogeno ed elettrici. Dove? a Hordain, nell’Alta Francia.
Salvini di nuovo in difesa delle auto e benzina e diesel
Tutti questi investimenti sono frutto di un serrato pressing del governo francese, che è socio di Stellantis e sa far valere il suo ruolo in maniera molto decisa. Non solo nei confronti di Stellantis: la Renault, di cui Parigi è il primo azionista, è stato indotta a varare una strategia che si chiama Renaulation. E sapete qual è uno dei punti cardine? Riportare in Francia tutte le produzioni possibili, a partire dai nuovi investimenti sull’elettrico. A questo punto vi chiederete che cosa stanno facendo i nostri governi. Finora abbaiano alla luna, sparando a zero su una decisione che la UE ha già preso e confermato: quella di bandire i motori termici dal 2035. “Auto a benzina, diesel e metano fuorilegge in Europa dal 2035? Un errore, un regalo alla Cina: fabbriche e negozi chiusi in Italia e in Europa, operai e artigiani senza lavoro e stipendio, e dipendenza a vita dalla Cina“. L’ha scritto in un tweet il vicepremier Matteo Salvini, aggiungendo che “la Lega in Europa farà di tutto per fermare questa follia“.
Se si ripensa a Marchionne…
A nostro modesto avviso la politica industriale dovrebbe giocarsi su due fronti. Ovvero: da un lato cercare di tutelare le produzioni attuali, con i relativi posti di lavoro, finché possibile. Dall’altro cavalcare il nuovo che avanza, per crearne di nuova di occupazione. Mentre sul primo fronte tutto sommato ci siamo, sul secondo sembriamo del tutto assenti. Si può criticare la UE finché si vuole, ma che i nuovi investimenti vadano pressoché tutti in direzione dell’elettrico è un fatto. Tutti cercando di accaparrarsi nuove fabbriche di EV, di batterie e di altre componenti. Da noi nessuno sembra bussare alla porta di Stellantis, che è tirata per la giacchetta da mille parti ed è probabilmente sorpresa di non sentire nessuno farsi vivo da Roma. Di nuovo modelli elettrici made in Italy non si parla più, a parte un’auto di nicchia come la Maserati Folgore. E c’è da rimpiangere il tanto criticato Sergio Marchionne, che per salvare le fabbriche italiane portò a Melfi le Jeep e la Panda a Pomigliano d’Arco.
A prescindere dalla posizione del governo, mi sembra incoraggiante l’accordo di Stellantis con NioCorb per la fornitura di terre rare (ossido di neodimio-praseodimio, ossido di disprosio e ossido di terbio) estratte in Nebraska come da progetto Elk Creek
Quello che davvero non si capisce è dove vuole parare chi politicamente si schiera a favore del motore a scoppio. Se l’Europa, la Cina, gli Usa, il Giappone vanno verso l”elettrico, e sono i mercati ricchi, cosa dovrebbe fare l’industria? Mantenere piccole produzioni a scoppio per i mercati del terzo mondo+Italia? E perché dovrebbero farlo? Può essere un business giusto per piccoli produttori dei paesi emergenti, come India o Brasile. Le battaglie di retroguardia di solito vanno a finire male. Per chi le fa. Tanto più che già Euro7 pare essere costoso e difficile da realizzare, davvero pensano che sia una strada attuabile?
Loro pensano di farlo con i soldi tuoi e miei, mica con i loro.
Fino a quando i nostri governanti remano contro la transazione, e puntano al diesel o gas o benzina, nessuno vorrà lavorare e investire in uno stato retrogrado e fissato sul passato 🤷
Il salto tecnologico cui ci si dovrà sottoporre è ormai innegabile (da termico ad elettrico). Ma invito tutti a riflettere sul fatto che al 99% non ci sarà alcuna convenienza economica in termini di rifornimento. Le tariffe verranno pompate e si tornerà a lucrare in modo indecoroso sul prezzo del “carburante” (elettricità). Siamo quindi difronte all ennesima buffonata degna del miglior episodio del “mondo di patty”.
Tutti profeti, qui. Chi prevede(va) il kWh a un euro in ottobre, chi ha già virtualmente combattuto la guerra Cina-Taiwan, chi sa già quanto pagheremo l’elettricità quando viaggeremo tutti in elettrico (fra 20 anni ad essere ottimisti) e già lascia ai posteri qualche insulto preventivo.
Se qualche anno fa ci avessero informati di una probabile pandemia per un virus orientale mutante, della guerra in Ucraina, della crisi energetica ed economica, del taglio alle forniture di gas dalla Russia su cui si reggeva il nostro sistema produttivo, cosa avremmo detto?
Dopo aver eliminato gli antagonisti interni, ora Xi Jinping, “l’uomo più potente al mondo” può finalmente esaudire il suo desiderio per poter essere ricordato come l’unificatore di Taiwan alla Repubblica Popolare Cinese. Il processo di unificazione non sarà certo un pacifico Anschluss, i taiwanesi non accoglieranno amichevolmente l’Esercito Popolare di Liberazione della Repubblica Popolare Cinese tra i fiori di loto.
Poco lontano, come se non bastasse, abbiamo l’altro simpatico candidato al Nobel per la pace, Kim Jong-un appassionato di test e testate nucleari che potrebbe anche stufarsi delle solite, consuete minacce ai confratelli sudcoreani.
Anche ad essere ottimisti c’è poco da sperare e del costo del kW poco importa in questa situazione in cui oggi ci troviamo.
guarda,
la principale differenza che ho notato tra fare il pieno al distributore di carburante
e fare il pieno all’auto elettrica
sta nel fatto
che nel secondo caso, essendo possessore di un impianto FV da 9kW,
posso ricaricare quanto mi pare senza rendere conto a nessuno,
e senza dover sottostare a rincari, offerte, acquisto di additivi aggiuntivi:
certo, con 9kW e senza (per ora) batteria di accumulo
si hanno dei vincoli anche importanti, va da sé.
ma si può fare.
o meglio, io lo posso fare, non posso farlo tutti qui e ora
ma l’installazione di un impianto FV non è scalare l’Everest, né in termini tecnici che in termini economici. non mi dilungo.
Quindi con un impianto FV, se voglio e se accetto quei limiti,
con la macchina mi sposto veramente gratis.
con una ICE questo è veramente e totalmente impossibile.
estendi l’idea, immagina la diffusione di FV e di batterie e di comunità energetiche:
si delinea il terrore negli occhi di chi vende quel prodotto (carburante –> benzina, diesel, GPL) in via esclusiva
e che domani potrà/potrebbe invece essere per lo più un prodotto di ricalzo (lcarburante –> la ricarica elettrica),
una sorta di liberazione dalla schiavitù.
in fondo è questa “liberazione” che sento da quasi due anni.
mi rendo conto che il discorso rischia di scivolare pericolosamente verso il complottismo, e non mi va,
vero è tuttavia che più leggo commenti sbracati, contorti e anche raffinati e sofisti attorno agli e-fuel, all’idrogeno verde, ai rincari della bolletta elettrica, agli altri lai rispetto alle questioni tecniche e tecnologiche
e più immagino il terrore in alcuni CDA petroliferi che spostano gli investimenti dalla pubblicità in TV (sparita!) all’esercito di pigiatasti prezzolati.
Al peggio non c’è mai fine.
Fa pendant all’articolo la notizia del fallimento della Joint venture tra Stellantis e Guangzhou Automobile Group Co (GAC) che produceva veicoli Jeep in Cina e che ora dichiarerà bancarotta.
Quindi niente più Jeep in Cina a causa delle vendite sempre più esigue per la concorrenza di BAIC.
Al momento Tesla è l’unica casa automobilistica globale a cui è stata concessa una deroga per la produzione di automobili in Cina senza una joint venture. Ma è quella che rischia maggiormente.
“Le ruote della storia stanno girando verso la riunificazione” così ha dichiarato Xi e il Partito Comunista Cinese che considerano da tempo l’invasione a Taiwan. Ciò è stato dichiarato nell’ultimo congresso con i “Due stabiliti” che hanno modificato la Costituzione dell’impero del Dragone al XX congresso del partito, dove è stato assicurano lo status quo di leader di Xi all’interno del Partito e l’opposizione di Pechino all’indipendenza di Taiwan, più precisamente: “una risoluta opposizione e deterrenza nei confronti dei separatisti che cercano l’indipendenza di Taiwan”.
Facile interpretare questa dichiarazione.
Presto la Cina invaderà Taiwan come la Russia ha fatto con l’Ucraina.
Presto si assommeranno alle sanzioni UE verso la Russia quelle verso la Cina e viceversa. Non solo non compreremo più prodotti pseudoeuropei Made in China ma rientreranno gli investimenti europei e americani con effetti occupazionali positivi nel medio periodo.
Rientreranno gli investimenti per quanto possibile. Difficilmente pensare ad uno smantellamento della Gigafactory di Shanghai che resterà in dote al Partito con le tecnologie di Tesla.
I comandi militari USA danno per certo l’ordine del presidente cinese Xi Jinping all’Esercito popolare di liberazione (PLA) di prepararsi a invadere l’isola entro il 2027.
La Cina avrebbe già iniziato ad aumentare la produzione di missili balistici e da crociera; missili antiaerei, aria-aria e di grandi dimensioni per bombardamenti a lungo raggio sulla spiaggia almeno un anno prima dello sbarco programmato a Taiwan.
“Taiwan dovrà fare i conti con un Esercito Popolare di Liberazione più duro e modernizzato dopo il rimpasto dei vertici militari della Cina continentale”, ha dichiarato il ministro della Difesa di Taipei, Chiu Kuo-cheng.
Pechino raddoppierà le AA/AD (anti-access and area-denial) per negare a contingenti militari stranieri la capacità di intervenire nello Stretto di Taiwan e i pattugliamenti.
“L’Esercito Popolare di Liberazione ha schierato da quattro a sei navi da guerra nelle acque vicine a Taiwan ogni giorno da agosto”, ha dichiarato il ministro della Difesa di Taipei Chiu Kuo-cheng.
Nell’ipotesi di uno scenario militare d’invasione cosa faranno:
– gli US e l’UE?
– i produttori europei ed americani quando diventeranno imbarazzanti tutte le join venture imposte dal Partito per poter produrre e vendere in Cina?
– Tesla e Elon Musk?
– i produttori automotive che adottano componentistica Made in China?
– le società cinesi che hanno investito in Europa?
– i brand europei di proprietà di società cinesi?
Per favore lasciamo perdere Marchionne che è stato il principale responsabile dell’enorme ritardo italiano nel settore elettrico e la cui ombra aleggia ancora evidentemente nella testa di chi ci “governa”.
E’ un articolo che lascia il tempo che trova, pero’ genera molti commenti e flames.
Il titolo e’ fuorviante, pero’ attira lettori.
Avrebbe dovuto scrivere “il governo forza motori endotermici”.Ma non suona bene.
Al di la’ delle dichiarazioni di Salvini che nel mercato globale valgono come il 2 di briscola.
Servono solo ad alimentare chiacchiere da bar o forum.
Va’ ricordato che il piu’ grande stabilimenti di produzione di veicolo commerciali Stellantis si trova alla Sevel Sud in Val Di Sangro, dove tra l’altro viene prodotto anche il Ducato Elettrico (Coinvolta anche Mirafiori).
Lo stabilimento di veicoli commerciali leggeri piu’ grande in Europa!!!!
Se non ci sono investimenti li’.
Nello stabilimento francese si produrranno i vari Jumpy, expert vivaro nelle varianti elettriche e ad idrogeno .Citando comunicato stampa Stellantis : A partire dal 2024, il sito avrà una capacità produttiva di 5.000 veicoli all’anno.Parliamo di un furgone di categoria inferiore al Ducato e sopratutto di un veicolo gia’ prodotto oltralpe.
Ricordiamo che tranne il Ducato, tutti i commerciali Fiat di fascia inferiore o sono frutto di joint venture con altri costruttori (Talento aka Trafic ormai a fine vita), o prodotti in Turchia (Doblo’, Fiorino anche questi a fine sviluppo).
Poi si cita Marchionne a piacere, nel bene o nel male a seconda di cosa si parli.
Quando era vivo.Perche’ non ha fatto quello che tutti i giornalisti e “amministratori delegati vari” avrebbero fatto per l’elettrico, ecc. ecc..
Adesso che non c’e’ piu’ per dire che almeno lui qualcosa aveva fatto per gli stabilimenti italiani.
Merita certamente un monumento.E sicuramente da mente brillante e attento osservatore del mercato avrebbe colto anche questa opportunita’ nel momento giusto alla velocita’ giusta.
Renault e’ stata indotta da chi? dal governo francese?Fonti?
Oppure essendo un gruppo automobilistico ha varato un piano interno di trasformazione , come sta facendo per esempio la VW?
E sopratutto come stanno facendo un po’ tutti per non trovarsi impreparati.
Sembra tanto Cherry Picking.
Parere personale s’intende
Saluti
Ma il signor Salvini si rende conto che nel 2035 le auto a pistoni saranno considerate dei catorci inefficienti e ridicoli confronto alle auto elettriche che verranno? Già nel giro di pochi anni le elettrificate costeranno meno ed avranno più autonomia di quelle tradizionali, fanno tanto la parte degli esperti e dei salvatori di posti di lavoro ma in realtà i nuovi posti andrebbero creati con l’innovazione, non con il mantenimento delle vecchie tecnologie… Ma parliamoci chiaro, è solo propaganda politica…
La Sede Legale di Stellantis NV è situata in Amsterdam (Paesi Bassi) e la Sede Operativa Principale in Taurusavenue 1, 2132 LS, Hoofddorp, The Netherlands
In italia si fanno sentire solo quando c’è da chiedere la cassa integrazione, sono 50 anni che è così.
Altro che incentivi alle elettriche…quanti miliardi sono costati alla Stato questi (im)prenditori?
Troppo.
Più che governo Forza Diesel, lo vedo un governo che protegge gli interessi dei propri benefattori.
credo che tedeschini stia parlando alla “pancia” dei soliti noti..
non ha compreso (o non vuole comprendere) la reale complessità delle cose che sono state dette e quindi ulula alla luna (salvini) così che altri si uniscano di rimando.
dicesi faciloneria (ideologica).
è notizia di questi giorni che cosco (cina) si sia comprata un pezzo del porto di amburgo (tedeschia), il quale ha partecipazioni nel porto di trieste (genova è già loro). si chiama penetrazione..
è assodato che in molte parti del mondo il costo del lavoro è notevolmente inferiore a quello italiano (grazie sindacati), per riportare in patria aziende vecchie e nuove si parla di flat tax, ma agli ominicchi non sta bene.
per convertire ad altro uso servono nell’immediato risorse monetarie che tante aziende non hanno.
pensare che un metalmeccanico di 50 anni mi diventi chimico o programmatore è stupido.
forse lo possono fare i colletti bianchi, ma di sicuro non mollano la comoda scrivania.
il “bravo” elon musk, parlando del proliferare della robotizzazione e del sempre meno bisogno dell’uomo al lavoro, discettava su di un reddito “mondiale”: wall-e diventa realtà..
ha stato salvini.. giàgiàgià
Di un reddito mondiale ne hanno parlato 10 anni fa altri prima di Musk, Gates ad esempio ma non è il solo.
Ed è logico, che piaccia o no.
Sempre più l’automazione la far da padrona ed allora le soluzioni sono due:
– ognuno si prende quel che vuole o gli serve;
– ognuno ha un reddito a prescindere dal lavoro.
Quando arriveremo molto avanti su questi punti i soldi non avranno semplicemente più significato.
“credo che tedeschini stia parlando alla “pancia” dei soliti noti..
non ha compreso (o non vuole comprendere) la reale complessità delle cose che sono state dette e quindi ulula alla luna (salvini) così che altri si uniscano di rimando.
dicesi faciloneria (ideologica).”
Complimenti per l’acrobazia.
Siamo sempre lì, con gli argomenti fantoccio: chi ha detto che un operaio metalmeccanico deve diventare un chimico o uno sviluppatore software?
Chi ha detto che la flat tax PER LE AZIENDE non va bene? Il buon Salvini parla di Flat Tax per le Partite IVA fino a 100.000€, sono forse loro che costituiscono le aziende che hanno delocalizzato? Ma per favore… Nella fase “due” parla di estenderlo alle aziende e famiglie e poi nella fase “tre” a tutti, ma si è dimenticato di dire come coprire i 30 miliardi che costerebbe ogni anno di minor gettito e anche del fatto che in realtà aumenta la sperequazione rispetto ad ora perchè la tassa è flat ma la soglia di imponibilità no, per cui PEGGIORA la curva, altro che renderla piatta!
Ha stato Salvini? No, ha stato Salvini con l’appoggio di tutti gli ernesto grottaferrata che di fronte ad una imposizione tombale trovano intelligente continuare a cercare di fermare l’alta marea scavando una trincea sulla spiaggia anzichè costruire palafitte.
Comunque credo che, se ci fosse il campionato del mondo del “parlare alla pancia”, Salvini si qualificherebbe almeno per le finali…
-parlare alla pancia-
Anche perchè il tandem salvini-nutella è ormai entrato nel novero del conosciuto. 🤭🤭🤭
Mi sembra che la toyota si sia arresa. La IEA che solitamente fa previsioni diciamo prudenti sul rinnovabile prevede dal 30 al 50% di immatricolazioni elettriche in 8 anni. Stellantis sembra muoversi. Quindi rimane solo Salvini giapponese sull’isola? Ma che cosulenti ha? Oppure è lui che fa una battaglia ideologica, così come con il nucleare?Vuole far passale la narrazione che ci si oppone per ideologia, ma la posizione ideologica è la sua. Infatti, il mercato va altrove
I produttori stanno ormai andando verso l’elettrico anche perché sembra che una parte più consistente del mercato lo chieda.
Improvvisamente siamo diventati tutti benestanti ed esigiamo la nostra bella e tecnologica vettura elettrica.
Invariati restano i temi da risolvere:
1 – La sostenibilità economica: i clienti finali saranno disponibili a pagare il doppio o il triplo delle endotermiche?
2 – La produzione energetica: avremo abbastanza energia per ricaricare tutte le elettriche?
3 – Lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta nell’alternanza delle tecnologie che sfruttano le rinnovabili: in che modo disporremo dell’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile?
4 – Le materie prime impiegate nella produzione delle batterie: dove sono, chi le detiene, quante sono e quanto costerebbero a fronte di una domanda in crescita?
5 – L’innovazione: se non innovi non puoi avere il vantaggio tecnologico che ti consente di essere protagonista nei mercati, chiedere a Elon Musk.
6 – La sostenibilità politica agli investimenti e la libera concorrenza: chi insegue copiando chi ha innovato e detiene il primato tecnologico produce dove trova le condizioni politiche, territoriali e il costo della mano d’opera più favorevoli, quali misure dovrebbero attuare i governi europei?
Queste sono solo alcune delle domande sistemiche che VaiElettrico dovrebbe porsi e porre ai suoi lettori.
I lettori elettroscettici le pongono due volte al giorno, e spesso tutte assieme. Vaielettrico ha risposto decine di volte, ed è anche un po’ stanco di ripetere ossessivamente le stesse cose.
Ma purtroppo non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire/capire. 🙂
Esatto
Siamo tutti d’accordo sulla tutela dell’ambiente e su modelli di sviluppo sostenibile.
Dobbiamo abbracciare tecnologie pulite e soluzioni efficienti, logiche ed ecologiche, non le ideologie.
Purtroppo l’auto elettrica a batteria sta diventando un’ideologia.
Un’ideologia intesa a dimostrare continuamente che è in grado di creare posti di lavoro e generare profitti, riducendo al contempo le emissioni di CO2 e preservando le risorse naturali. Un’ideologia che vuole sostituirsi allo sporco status quo che abbiamo oggi. Ma l’obiettivo non dovrebbe essere solo questo. Lo sappiamo tutti.
Che l’auto elettrica sia diventata un’ideologia è un luogo comune: da lei non me l’aspettavo.
È un dato di fatto, con l’irruzione della mobilità elettrica, più precisamente di Tesla, nel mercato delle autovetture si è creato un paradigma tecnico-economico con divergenze anche profonde verso questa modello transizione elettrica.
Un sondaggio ha evidenziato come la proprietà dei veicoli elettrici e i modelli di mobilità sono ovviamente correlati al reddito.
Non a caso i soggetti con redditi più elevati possiedono veicoli elettrici e guidano di più, questo in generale.
I gruppi a basso reddito danno meno importanza alle auto e se ne hanno già una hanno meno pretese nella scelta di un’auto, ricercando così un mercato alternativo di fascia bassa più economiche. L’orientamento politico è correlato alla proprietà di auto e veicoli elettrici, con quelli di “sinistra” più interessati ma quelli di “destra” più capaci e disposti ad acquistare auto costose ed elettriche. Così evidenzia il sondaggio “Income, political affiliation, urbanism and geography in stated preferences for electric vehicles (EVs) and vehicle-to-grid (V2G) technologies in Northern Europe”. Diverso avviene negli Stati Uniti come si evince in questo rapporto “The partisan politics of low-carbon transport: Why democrats are more likely to adopt electric vehicles than Republicans in the United States”.
Persistono in tal senso fonti critiche sull’equità dei sussidi governativi per i veicoli elettrici e sugli impatti ambientali, sociali e geopolitici legati alla produzione, utilizzo e riciclo delle batterie. Tutto ciò nonostante i governi siano andati avanti per promuovere questa transizione. Ancora oggi permane questa necessità politica, quella dell’adozione e dell’accettazione pubblica dell’auto a batteria ed è su questo fronte che si è creata una vera e propria ideologia, lo confermano come peraltro testimoniano i vostri ultimi articoli.
Per quale motivo bisogna negare ciò che è evidente?
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2214629620301523
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360544222004911
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S2214629620301523
Grazie per la segnalazione di studi che non conoscevo. Ma, mi permetta, lei sta confondendo piani assolutamente diversi. La crisi climatica è un’invenzione? La non sostenibilità a lungo termine di una società ad alto spreco di energia basata sugli idrocarburi è una fake news? L’Accordo di Parigi sulla decarbonizzazione è un complotto demo-pluto-giudaico? Il Green New Deal e il pacchetto “Fit for 55” sono frutto di un’impostura? L’auto elettrica è parte di tutto questo. Lei crede più all’idrogeno che alle batterie, più al nucleare che alle rinnovabili? Benissimo: discuta di tecnologia e lasci stare l’ideologia.
Nessuno mette in dubbio le urgenze che si devono affrontare a livello climatico, energetico, economico e geostrategico.
Non si tratta di credere in una politica, in una tecnologia o in un movimento. Si tratta di agire attraverso idee che possano risolvere problemi sistemici.
“Non il compromesso tra le forze, ma la sintesi delle idee”.
Adriano Olivetti
Per quanto mi riguarda sto ancora cercando una risposta alla domanda 3.
Sembra strano ma le auto elettriche oltre a essere computer sulle ruote sono anche accumulatori sulle ruote.
In realtà ci sono diverse soluzioni applicabili, i prezzi alti del gas e l’aumento della quota di rinnovabili aiuteranno gli investimenti in questo campo anche in Italia, è praticamente inevitabile.
Ma come non l’ha ancora capita?
Andremo a singhiozzo o se preferisce come gli indicatori di direzione delle auto… ora si, ora no, ora si, ora no…
3- Ci sono le batterie, anche a co2, i bacini idro, cento altre soluzioni, ma forse la soluzione migliore sono le reti interconnesse: se a Palermo non c’è il sole, si prende energia dal vento che tira in Normandia. E le auto diventeranno accumulatori di riserva, che vendono l’energia quando serve ai gestori, a prezzi molto remunerativi. La BEV diventa una fonte di reddito, fantastico.
Oggi il sistema elettrico è caratterizzato da un parco impianti termoelettrico flessibile, in prevalenza alimentato a gas naturale. Con gli attuali costi tutto deve essere messo in discussione.
Particolarmente nella strategia basata sulle tecnologie per sfruttare le fonti rinnovabili saranno determinanti due fattori: la riduzione dei costi ed il miglioramento delle prestazioni della capacità di accumulo elettrico. Fondamentali insieme allo sviluppo della rete per garantire lo sviluppo in sicurezza delle energie rinnovabili elettriche e delle smart-grid. Al momento vedo solo una tecnologia in grado di sostenere un uso diffuso dell’energia elettrica assieme ad un utilizzo industriale.
Le batterie che sfruttano il cambiamento di stato di un gas sono al momento in sperimentazione e non sono ancora definite perdite energetiche e costi di investimento. Le turbine impiegate nel flusso di compressione e in espansione del gas hanno i rendimenti che tutti conosciamo. Potrebbero esserci dei miglioramenti impiegando turbine a flusso centripeto senza lama che sfruttino gli effetti aerodinamici viscosi dello strato limite. Questa potrebbe essere una sperimentazione per cercare di contenere le perdite di energia. Resta inoltre da verificare la quantità di gas da impiegare e confinare nell’involucro pressostatico di storage.
L’equilibrio della rete elettrica nazionale è da sempre affidato al pompaggio d’acqua per l’accumulo nell’idroelettrico non solo è poco sfruttato, gli impianti esistenti sono concentrati nel nord Italia lungo l’arco alpino, mentre i parchi eolici e fotovoltaici sono in prevalenza nel meridione e nelle isole. Certamente, in futuro, incrementando gli impianti eolici e fotovoltaici al nord i pompaggi potranno consumare energia nelle ore centrali della giornata per poi produrla in momenti diversi con minore produzione eolica e fotovoltaica. Come hanno fatto e stanno facendo lungo i nostri confini i Confederati che hanno posato il fotovoltaico floating all’interno dei bacini idroelettrici e rivestito le pareti esterne delle loro dighe. Ultimato questo programma, la discussione dei Confederati verte sul fotovoltaico bifacciale da posizionare ad oltre 2.600 mt s.l.m per sfruttare il riflesso dei nevai e dei ghiacciai. Gruppi di ambientalisti si stanno opponendo a questo studio dell’Università di scienze applicate di Zurigo il cui obiettivo è produrre 2.000 gigawattora (gWh) all’anno entro il 2025. Esemplificazione questa del rapporto tra il pompaggio idroelettrico e le rinnovabili in quota sulle Alpi nei pressi delle dighe che lo renderebbero praticabile.
Sull’accumulo elettrochimico in generale spaventano i costi delle batterie a flusso per sistemi dimensionati su una capacità pari ad 1 ora e dipendono dai costi dell’elettrolita aggiuntivo. costa molto in quanto è un preparato molto specifico. Per le batterie NaS per progetti con durata di scarica di 5-10 ore con capacità limitata ci sono vantaggi d’ingombro e posizionamento così per le batterie agli ioni di Litio ideali per impianti domestici anche se gravati dai costi del sistema BMS, monitoraggio e controllo dello stato da cui può derivare un limite di flussi controllati e ottenuti dall’interfaccia di potenza. Sono però impianti di accumulo di a scala ridotta.
lei ci chiede: “Lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta nell’alternanza delle tecnologie che sfruttano le rinnovabili: in che modo disporremo dell’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile?”
Ecco alcune, fra le decine di risposte che abbiamo già dato:
Terna guarda al 2050: ecco i conti dell’Italia green (e in auto elettrica)
Fonti rinnovabili, i “fissati” non siamo solo noi
Terna, auto elettrica e V2G: l’energia c’è e la distribuiremo così
Stoccaggio “democratico”: Tesla aggrega 25 mila Powerwall
Energy Dome Storage: il lato B (buono) della CO2
Se tutte le auto fossero elettriche, quanta elettricità servirebbe?
Rete elettrica, ecco perchè ha bisogno delle “batterie con le ruote”
grazie Massimo,
link utilissimi!
me li userò in aula per stimolare dibattito, calcoli e riflessioni critiche
Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue.
Clint Eastwood, in Scommessa con la morte, 1988
Poi arrivano i fatti a dimostrare chi le ha buone e chi no
Io i fatti li aspetto ogni giorno, ma ad oggi poco è cambiato. L’unico trend è il minihydro per sfruttare quel poco di energia elettrica che produce l’droelettrico di flusso. Il resto è invariato, oltre confine Svizzero a parte.
Ma di cosa parla?
Delle tecnologie per lo storage dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e delle ultime tecnologie per sfruttarle. Mi sembra evidente.
1 No. O gli attori politici e industriali si svegliano da questa illusione o prima o poi il conto arriva nelle urne
2 può essere, si può fare, bisogna solo averne voglia
3 si può fare anche questo. di nuovo, bisofna volerlo
4 le hanno i cinesi e costerebbero troppo. Il litio è un cavallo fantastico ma è il cavallo “sbagliato”. Anche da un punto di vista ecologico.
5 ovvio. Ma questo ovunque e in qualunque campo.
6 la sostenibilità politica è una questione di scelte politiche. Personalmente sono molto molto perplesso su un sacco di scelte politiche “europee”, ma alla fine se devi scegliere dove vivere non esistono molti altri posti con una qualità della vita e una tutela statale paragonabili alla media Europea.
Siamo a cavallo tra il potrebbe esser peggio, il si può fare e il non posso credere.
Ma non è un film di Mel Brooks. È la realtà da affrontare.
https://www.youtube.com/watch?v=fNIrEYimmXs
https://www.youtube.com/watch?v=91xsHpuU6bU
E allora cerchiamo di essere ottimisti… 🤭
https://youtu.be/fNIrEYimmXs
siamo a cavallo del cambiamento climatico.
ho le piante di limoni fiorite davanti a casa.
al 30 ottobre.
Piemonte sud.
in tempi normali i limoni al 30 ottobre erano in garage da 2 settimane.
per questa catastrofe non più incombente ma presente e attuale
la “soluzione che mondi possa aprirti” non c’è, non esiste dispositivo o azione unica che risolva il problema.
l’eliminazione delle emissioni da trasporto è parte della soluzione.
se non ci credi,
guarda,
IEA ha pubblicato l’altro ieri il World Energy Outlook 2022: butta un occhio, magari, e vediamo se riesco a buttarla in caciara anche con quel mastodontico rapporto certo non commissionato né scritto da comunisti mangiabambini.
il rapporto dice questo, in estrema sintesi: con l’andamento attuale andiamo verso i 2,5° C di surriscaldamento nell’arco di una generazione, in questo momento siamo a 1° C.
se si supera la soglia di non ritorno (1,5°C, FORSE…) poi non ci sarà verso né di fermare né di invertire il disastro.
ti basta?
Vorrà dire che moriremo sorseggiando un gin lemon. 😉
Oh finalmente qualcuno con idee chiare e domande NUOVE a cui nessuno ha mai risposto.
Qualcuno che si pone dubbi, che vuole capire e sapere.
guarda che il fatto che tu non ti sia mai posto queste domande e questi dubbi
non significa che altri
non se li siano già posti, trovando anche risposte e soluzioni.
il rapporto “I limiti dello sviluppo” è del 1972, vedi tu…
Credo che il nostro amico fosse un filo ironico. 🤭
capito ora….
mi scuso con zi ti!
purtroppo, di gente che utilizza il cervello su questo sito ne trovi poca: tu sei uno di questi.
qui non troverai mai risposte ai tuoi quesiti, solo prese per il c…, rimandi a link che non dicono niente di reale, fumo negli occhi da gente ideologizzata.
chiedi come farà una fabbrichetta con 50 operai a trasformarsi in qualcosa di diverso: con quali soldi, chi gli darà lavoro, che prospettive hanno quei lavoratori?
fagli moltiplicare per qualche migliaio la situazione appena descritta e poi leggi le stupiderie in risposta..
c’è un articolo di mde in cui si dice che in sfizzera uno “studio” (sempre studi, mai che facciano una città/nazione europea a funzionare veramente in quel modo) afferma che bastano 2000 w al giorno a persona: in pratica il ritorno al cavallo per tutti. hamish a go go🥳
2000 Watt al giorno? CONTINUI.
Significa 48kWh al giorno. Appena 24 volte tanto.
Ma perché dovreste comprare auto cinesi?
Non le comprate punto.
Ma quanti anni tutti noi dobbiamo campare?
Ma andate da punto A a punto B con anche con una Bianchina…..o GTV e basta.
Alternativamente candidatevi in Politica… Visto che tutti gli altri sono dei vecchi Insalla…nuti?!
Le batterie si fanno comunque in cina … quale treno pensate di aver perso? Il treno fregatura che l’Europa ci ha tirato con assurde regole..
..e perché si fanno in Cina…? Togliere 0,3€ da ogni litro (in un anno ammonterebbe a circa 12 MILIARDI di euro) di benzina/gasolio va bene, metterli a fondo perduto per fare fabbriche di batterie, nemmeno a parlarne!!
Siamo la causa del nostro male, almeno ammettiamolo.
E’ la nemesi dell’imprenditore che vuole essere foraggiato a vita anzichè risolvere un problema per lunghissimi anni o per sempre.
Se non dovessi occuparmi dell’energia risparmierei circa uno stipendio e mezzo all’anno.
Quei soldi potrebbero essere messi lo stesso a disposizione della società per migliorare la vita di tutti e/o per sostenere chi rimane o con poco lavoro.
Perchè migliorare le condizioni di vita non significa avere più soldi in tasca.
Problema: non vorrei che fossero usati per remunerare azionisti ed alti dirigenti del settore, hanno già avuto fin troppo dalla vita.
Non e’ importante dove si fanno, e’ gioioso guidare un auto ferma? Il carburante di sintesi e’ comunque fattibile solo via potenti generatori di elettricita’, ma anche li viene appena accennato per vetture epoque.
Le batterie non si fanno solo in Cina…. ma se continuiamo a restare aggrappati alla benzina ed al gasolio credendo di difendere un’industria nazionale che di fatto non esiste più, di sicuro non si faranno in Italia.
Mentre gas e petrolio si fa in… italia, francia, germania, spagna, portogallo, grecia, polonia, ungheria, olanda, belgio, inghilterra.
Giusto?
Mi scuso se ho scordato qualcuno.
In effetti è un gran bel vantaggio… peccato che anche i nostri bellissimi cellulari non vadano col motore a scoppio.
“Maledetti” cinesi che hanno accettato di lavorare per i nostri prenditori.
Inutile chiedersi se l’auto italiana è riferita ai brand storicamente nazionali e prodotti in Italia inclusi i modelli dello stesso brand prodotti all’estero.
Ancor più inutile chiedersi se l’agglomerato Stellantis sia Italiano, Olandese o Francese.
Significativo è produrre qualcosa in Italia e garantire l’occupazione.
Importante è dar corso alla joint venture ACC con Total e Mercedes-Benz al 9,98% BAIC, cercando altre alleanze con BMW, Volkswagen e Renault escludendo le cinesi Volvo e Polestar al 82% di Geely.
Ciò che conta è avere il maggior numero di componenti in comune su tutti i modelli di tutti i brand di ogni società.
Una multipiattaforma di componenti condivisa attraverso processi di standardizzazione e razionalizzazione comuni a tutti i produttori.
L’auto comune elettrica europea presenta il rischio di annullare la caratterizzazione dei brand sconfessando la storia tecnologica e sportiva che hanno scritto.
Il futuro potrebbe rivelare uno scenario autocratico elettrico.
Questo è il timore dei più.
Concordo in pieno. Anche aziende come quella che costruisce le gigapress x tesla sono il futuro dell’Italia, ma ne servono tante come quella!
E per attrarre/alimentare aziende in Italia servono regole fiscali vantaggiose, chiare e semplici e soprattutto a lungo termine (perché se ogni 2 anni cambia il vento nessuno si fida a investire) come la flat tax (non edulcorata).
Riguardo l’articolo concordo in pieno sul piantarla di piagnucolare e cavalcare la tigre che avanza, ma non citerei Marchionne, il capostipite dei colpevoli della situazione attuale, ol primo ad aver tirato il freno a mano sull’elettrico puntando tutto sul termico (infatti Stellantis sta recuperando ora ma era la più indietro nella trasformazione).
L’ho già detto e torno a ripeterlo, quale fu l’errore più grave di Sergio Marchionne.
Nel gennaio del 2009 senza spendere un euro, Fiat firma un accordo preliminare e non vincolante per acquistare il 35% del terzo costruttore di Detroit, Chrysler che all’epoca era detenuto per il 19,9% da Daimler e per il restante 80,1% dal fondo d’investimento statunitense Cerberus Capital Management.
A gennaio 2009, al Detroit Auto Show, Chrysler promise 500.000 veicoli elettrici sulla strada entro il 2013, comprese auto sportive e truck.
Ad agosto 2009, Chrysler ricevette 70 milioni di dollari in sovvenzioni dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per sviluppare una flotta di prova di 220 pickup e minivan ibridi, veicoli poi demoliti nel piano di risanamento per Chrysler di Sergio Marchionne. Stessa fine fece il team interno di ingegneri per lo sviluppo di auto elettriche.
Dodge Circuit era il primo risultato, un’auto sportiva a due posti completamente elettrica che gli ingegneri Chrysler avevano realizzato utilizzando una piattaforma Lotus.
Cerberus Capital Management che controllava Chrysler prima della venuta di Marchionne aveva creato alla fine del 2007 una divisione speciale di ingegneri chiamata “Envi” – derivata da Environment – per guidare lo sviluppo della tecnologia elettrica.
Envi secondo disposizioni dei dirigenti di Chrysler operava con la velocità di una start-up sostenuta da capitali di rischio, una strategia necessaria per comprimere i tempi e il ciclo di sviluppo tecnico tipico delle case automobilistiche.
Non ricorda qualcosa?
L’occupazione la tuteli solo ed esclusivamente se il fine ultimo non è l’accumulo infinito di denaro e potere, anzi questi sistemi potrebbero portare ad un mondo molto più vivile e che fa circolare molto più velocemente il “denaro prodotto”.
Ma sono necessarie due cose:
– riduzione degli orari di lavoro;
– maggiore distribuzione della ricchezza.
Il caso vuole che, che salvo illuminati esempi, multinazionali ed imprenditori sciocchi vogliano andare in direzione opposta.
L’illuminato esempio aveva un nome ed un cognome:Adriano Olivetti.
Non il compromesso tra le forze, ma la sintesi delle idee.
Io credo che l’Italia stia perdendo un grosso treno che porterebbe posti di lavoro.
Il problema è che non si guarda mai al futuro in modo concreto,ma solo al presente, o al massimo a 2 anni.
Si dovrebbe invece iniziare oggi la transizione delle industrie già esistenti,per trovarsi pronti al cambiamento repentino che ci sarà a breve.
Invece no,ancora legati al passato,per me,è una guerra persa in partenza,e noi come sempre, resteremo fuori da questo business
Quello che mi sono sempre chiesto è se i ministri che si susseguono con i vari governi interpellino i migliori scienziati ed economisti che la pensino in un modo o nell’altro per poi trarre delle conclusioni e quindi decidere quale linea percorrere, oppure vadano a sentimento. Se non conosco un argomento dovrei informarmi e poi decidere sul da farsi, invece sembra che ognuno dica la sua in relazione a come tira il vento. Se oggi si sbaglia a prendere una decisione, le ripercussione si vedranno tra parecchi anni, ma non è detto che poi si possa rimediarvi.
Ripropongo il tema di Alessandro D. sul cavallo di Troia.
La responsabilità di quello che successe non fu degli Achei che lo lasciarono davanti alla città, ma dei Troiani che lo portarono dentro, senza ascoltare Lacoonte.
Non incolpiamo la Cina per “l’invasione”: siamo noi che, anche perchè non avremo alternative, compreremo i loro prodotti, mica ci costringono. Stellantis agli italiani non lascerà altra scelta.
Da un governo nazionalista ti aspetteresti il mito dell’autarchia, non il piagnisteo viscerale (di pancia, intestinale e la scelta dell’aggettivo è voluta) che ha come unico effetto di attirare consenso in un futuro molto vicino lasciando in eredità una fantastica cassa integrazione in tanti settori.
Che importa se la storia poi li condannerà, quando ormai il danno sarà fatto?
Puoi cavalcare il cambiamento (che è nuovamente stato confermato) e cercare di portare in casa quante più opportunità possibili, oppure, Salvinamente (e vale per tutti, non solo lui), far finta di indignarsi e di opporsi e regalare tutto quanto agli altri.
Siamo tutti populisti con la cassa integrazione degli altri.
The dark side of the democracy.
Totalmente d’accordo.
Ma non incolpiamo solo i politici, dietro a loro c’è ben altro potere ed altrettanta… io preferisco chiamarla stupidità, ma potrebbe trattarsi invece di un preciso disegno che ha come obiettivo i risparmi degli italiani, lasciando inalterati i debiti dello Stato con conseguenze facilmente immaginabili.
Grazie. 🤭
Nel frattempo è passata via sotto la barba di Nonno Massimo 🤭🤭🤭🌹🌹🌹 una notizia a mio avviso molto interessante
https://www.msn.com/it-it/notizie/tecnologiaescienza/la-batteria-al-sodio-europea-che-vuole-spezzare-il-primato-cinese/ar-AA13tsMU?li=BBKMaht&srcref=rss
Le righe veramente interessanti sono le ultime tre, quelle che dicono che l’UE sta cacciando il grano. Il resto ha un suo enorme perchè, ma siamo ancora agli esprrimenti.
Ora dico io…
Di qui a 10 anni (lustro più, lustro meno…) ci sarà una fame di batterie che nemmeno ci immaginiamo.
Siamo sto benedetto paese del Sole. Così ci dicono tutti.
Il cervello ce l’abbiamo, l’industria pure.
Abbiamo 7000 e dispari chilometri di coste che si affacciano su un mare sensibilmente piu salato degli oceani…
Ma devo proprio andare avanti? 🙄
Basta che tu non vada a Roma.
Oh bella… e come mai? Bandito dall’urbe eterna? 🤭🤭🤭
Perché a Roma ci sono 250 GW di impianti rinnovabili fermi in attesa di autorizzazione, mentre andiamo in giro per il mondo a mendicare gas per i prossimi anni, quando gli impianti di rinnovabili si costruiscono in pochi mesi.
Vogliamo mettere su un binario morto anche le batterie e le auto elettriche?
Andiamo a Roma!
Alessandro, i cervelli li abbiamo ma sono anni che scappano da questo povero paese dove comandano i vecchi che non mollano le.poltrone e li sottopagando.
Guido: “Siamo tutti populisti con la cassa integrazione degli altri.”
Altro adattamento del “Tutti bravi con il c… degli altri” che avevo proposto per Fratin e Giorgetti come “Tutti per la neutralità tecnologica con i soldi degli altri (nostri)”.
Come prevedi, siamo noi troiani che ci porteremo dentro il cavallo, perché resteremo senza cavalli nella autarchica città murata che il nuovo governo vuole costruire.
I “Due stabiliti” che hanno modificato la Costituzione dell’Imoero del Dragone al XX congresso del partito assicurano lo status di Xi all’interno del Partito e l’autorità centralizzata del partito sulla Cina e sfuggita ai più, l’opposizione di Pechino all’indipendenza di Taiwan: “una risoluta opposizione e deterrenza nei confronti dei separatisti che cercano l’indipendenza di Taiwan”.
Facile interpretare questo stabilito.
Presto la Cina invaderà Taiwan come la Russia fatto con l’Ucraina.
Presto si assommeranno alle sanzioni verso la Russia quelle verso la Cina e viceversa. Ragion per cui non solo non compreremo più prodotti pseudoeuropei Made in China ma rientreranno gli investimenti europei all’ombra del Dragone.
“la Lega in Europa farà di tutto per fermare questa follia”
La vera follia è negare l’evidenza e giocare con i posti di lavoro per un pugno di voti.
A me questa vicenda dell’elettrico e dell’Italia e di Stellantis e del nuovo governo appare sempre più come una soap opera.
Trama: Matteo è innamorato di John, il quale fa di tutto per fargli capire che di lui non frega niente. Ma Matteo insiste e Carlos cerca di farli incontrare perchè segretamente ha interessi personali, ma non sa che John intanto ha una storia con Emmanuel…..
Non ci resta che farci due risate e speriamo che il finale non sia tragico.
É oramai un anno che continuo a ripetere a chiunque quello che scrivete in questo articolo. L’importante sarà non piangere o lamentarsi tra 3-4 anni… Quando non compreremo auto cinesi, ma francesi e tedesche.
Lo sosteniamo in parecchi.