Il fotovoltaico integrato nell’auto elettrica non è affatto una tecnologia “morta”. Le nuove soluzioni oggi in fase di sviluppo, come vernici fotosensibili e film sottili, promettono un salto tecnologico che rivoluzionerà l’auto elettrica. La sfida, per un’industria europea in crisi, è cogliere l’opportunità di rilancio. La pensa così un lettore addetto ai lavori, ingegnere energetico e appassionato di auto, a cui lasciamo la parola.
di Antonio Saullo
“Ho letto il breve articolo relativo alla questione posta da un vostro lettore sul perché le E-wagen non siano dotate di pannelli fotovoltaici.
Questo vostro affezionato lettore, evidentemente, si è perso il salto tecnologico del film sottile prima e delle vernici fotovoltaiche con l’avvento delle perovskiti e celle tandem poi. Il fotovoltaico nell’auto elettrica ha delle potenzialità in termini di efficienze, riduzione di pesi e costi enormi. I grandi capitali specialmente dello stato cinese alla ricerca di base dedicati a questo tema avranno delle ricadute sul mondo dell’auto straordinarie. Ancora oggi la radiazione realmente sfruttata è contenuta.
Sono un ingegnere energetico e un grande appassionato di auto e motori. Sono anche stato ufficiale nella motorizzazione militare e oltre a camion e autobus ho anche guidato Leopard e M47.
Mi sono cresciuto nella autofficina di mio zio a Montalto Uffugo (CS). E’ li che la curiosità del bambino ha assorbito più che poteva. A 12 anni guidavo le auto a 18 ho preso la patente da privatista. Ho lavorato anche in VM Motori nel periodo di Roger Penske presidente. A quel tempo Chrysler era il cliente più grosso, lo stabilimento di Graz montava 80 veicoli al giorno. Con Stellantis l’azienda di Cento è stata ridotta ad una larva, produce pochi motori industriali e marini con futuro molto incerto per i dipendenti.
Da VM Motori alla vendita di Comau: la crisi dell’auto Italiana viene da molto lontano
La recente vendita di Comau ad un fondo di investimento ci racconta la deindustrializzazione profonda del paese. One Equity Partners acquirente di Comau è azionista di Comer Industries di Reggiolo (RE) dove ho lavorato da giovane come direttore marketing. Crede di poter trovare sinergie tra le 2 realtà ma sono poco convinto.
Ho conosciuto Comau come studente di ingegneria (università di Pisa) quando abbiamo fatto un progetto per l’esame di costruzione di macchine, ci diedero i disegni di un posizionatore a testa e controtesta per un progetto in Russia di nome Cherboksary.
In quella visita (eravamo in 4) il direttore delle relazioni esterne ci mostrò un giovane operaio vestito come gli altri dicendoci che era Giovannino Agnelli. AD di COMAU è stato anche un collega di università Ermes Fornasier. Purtroppo a Torino sono interessati solo ai loro dividendi e per questo Tavares è stato molto funzionale.
Il settore auto vive una crisi epocale dappertutto tranne che in Cina. Oggi si vendono pochi veicoli elettrici e pochi ICE perché i redditi delle famiglie sono falcidiati da inflazione e molto altro.
Una lezione dalle nozze Honda-Nissan-Mitsubishi
A livello mondiale c’è una sovraccapacità produttiva significativa. Se in Europa non si passa attraverso un veloce consolidamento (fusioni) sul modello Honda Nissan Mitsubishi, (e purtroppo questo significherà chiudere/accorpare unità produttive con il difficile esercizio di come reimpiegare il personale), ci troveremo ad assistere malati terminali.
La Cina con i suoi campioni è 20 anni più avanti dell’Europa che dovrebbe immediatamente levare le multe. Seguo la Cina per interessi personali, BYD sta’ arrivando a 5 milioni di auto. Ha 100.000 persone in ricerca e sviluppo é questo il vero valore oggi. Gli stabilimenti in Ungheria e Turchia saranno delle leve straordinarie per i mercati europei.
Vi scrivo da Reggio Emilia; qui doveva realizzarsi una iniziativa Cino Americana Silk-Faw per auto elettriche e ibride di alto segmento naufragata anche per il contesto internazionale. Alcuni dicono che USA e Cina si preparano ad una eventuale guerra per la questione Taiwan ovvero semiconduttori TSMC (60% del mercato mondiale) che metterebbe tutto il pianeta in crisi dato che non c’è apparato elettronico senza semiconduttori.
Fotovoltaico nell’auto elettrica: il mio sogno per Reggio Emilia dopo il naufragio del progetto Silk-Faw
Quando Silk-Faw ha portato i libri in tribunale circa 2 anni orsono lasciando un debito importante – il managing director Katia Bassi se ricordo bene era deceduta da poco – scrissi al presidente della regione e alla Dallara di promuovere una iniziativa italiana su quel sito per sviluppare auto elettriche da 25-40 mila euro con vernici solari o film sottile a peroviskiti coinvolgendo università e centri di ricerca.
A Bologna c’è uno dei più grandi super computer al mondo che per una azienda che nasce poteva essere molto utile, inoltre in questa regione i capitali non sarebbero mancati. Purtroppo anche Dallara è rimasta tra i creditori e quindi il mio suggerimento è stato cestinato.
L’auto elettrica con carrozzeria e cristalli che generano energia quando è al sole sarà la vera rivoluzione. Oggi non è solo Mercedes a lavorarci. Tempo fa scrissi anche a Stella Li di BYD e altri in Cina per questa straordinario prodotto osteggiato dalle grandi compagnie delle fossili. Entro la fine di questo decennio potremmo vedere una vera auto elettrica Mercedes o BYD, NIO, Hyundai con le caratteristiche di cui sopra. Io ne avrò bisogno poiché a partire dal 2028 passerò da Aprile a Settembre in Calabria dove il sole abbonda e da Ottobre a Marzo a Reggio Emilia.
Molte grazie per la grande opera di informazione che fate con continuità.„
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Questo intervento sembra scritto da ChatGPT
Io sono per la legge Francese , che obbliga entro il 2030,di coprire tutti i parcheggi con il fotovoltaico
una volta fatte quelle infrastrutture , la copertura fotovoltaica dell’auto , varrebbe solo se costasse pochissimo
comunque l’idea non è affatto malvagia , prima del covid , c’era un australiano produttore di pannelli fotovoltaici flessibili , che voleva riempirne un carrello attaccato a una Tesla e fare il giro dell’Australia lungo la costa , usando solo rinnovabili
non so come finì l’impresa , qualche tappa credo che l’abbia fatta , c’erano le foto su un blog , ma credo che il covivid l’abbia interrotta
Chissà cosa avrebbe detto Bertha Benz
Quando si è fermata dal calzolaio a revisionare i freni con pelle da scarpe se uno le avesse suggerito di farli in carbonio
Sicuro che i curiosi li nei paraggi si sarebbero fatti una bella risata.
l’uso più probabile ed efficace sarebbe far alimentare l’impianto di climatizzazione abitacolo e batteria di trazione…
Interessante area di ricerca. Che sia applicabile su vetture di serie però sembra ancora tutto da vedere. Posso dire che si sta investendo tanto soprattutto sul ridurre i costi delle auto elettriche, dato che l’efficienza totate dei sistemi attuali è sui valori già molto elevati. Viene da se che aggiunge complessità va nella direzione opposta, a meno di soluzioni che facciano la differenza. Normale pragmatismo ingegneristico.
Il lettore ha voluto condividere tante altre informazioni, di cui però non ho colto il valore.
Se e quando le auto elettriche potranno, con la vernice o con un ombrello portatile produrre l’energia necessaria anche solo al 30% del suo bisogno sarà una tecnologia talmente avanzata ed efficiente che applicata alle installazioni tradizionali su edifici e varie renderà inutile e controproducente che venga utilizzato su un veicolo di così piccola dimensione e per di più soggetto a danni e a posizionamento non ottimale.
Questo non significa che non sia necessario investire su tale ricerca e sviluppo anche se mi ripeto nella mia ignoranza credo sia abbastanza improbabile che possa diventare una scelta sostenibile in funzione del costo/beneficio.
Queste sono le stime di Mercedes https://www.vaielettrico.it/mercedes-auto-elettrica-vernice-solare/. Non sono la bibbia, ma valgono un po’ più delle nostre chiacchiere.
12mila km l’anno mi sembrano davvero molti ma se così fosse mi chiedo quale rendimento abbia questo rivestimento visto che i pannelli più efficienti ad oggi mi pare non superino il 23% in conversione.
Poi mi verrebbe da pensare, verniciamo le facciate degli edifici anche se immagino sia necessaria in tal caso della manutenzione specifica.
Le celle PV più efficenti hanno un fattore di conversione del 47.6%, ma efficienze così elevate si hanno solamente in laboratorio, o sui pannelli usati nei prodotti dell’industria aerospaziale.
https://www.nrel.gov/pv/cell-efficiency.html
Sicuramente le nostre sono chiacchiere, ma anche quelle di tanti produttori a volte si sono dimostrate tali. Ben venga la ricerca in tutti i campi ma forse si farebbe meglio ad investire su aumento di efficienza dei Powertrain , capacità, riduzione costi e velocità di carica delle batterie. Il recupero di pochi kWh sarà sempre meglio di queste soluzioni fantasiose solo per il fatto di essere una cosa certa e costante. Chi ha un impianto fotovoltaico da tempo e lo tiene monitorato accuratamente sa benissimo quali sono i fattori che ne pregiudicano la resa ottimale ,un conto sono le prove di laboratorio altra cosa la vita reale. Su un’auto con copertura solare basta qualche cacca di volatile, una foglia secca sul tetto, l’ombra di un albero o di un palo per far si che il rendimento massimo vada a farsi benedire. Avremo sempre giornate col cielo terso e limpidissimo con tutti a parcheggiare l’auto nel deserto? Anche se fosse parcheggiata nel piazzale dell’azienda basta un furgone che si parcheggia a fianco e arrivederci ricarica. E quando in estate si salirà a bordo del forno quanti kWh ci vorranno per raffreddare l’abitacolo per non morire quando si entra? E d’inverno con poche ore se non zero di sole ? Sono chiacchiere, assolutamente vero : come sempre aspetto con pazienza il futuro che verrà: negli anni 80 del secolo scorso si parlava delle auto volanti fra 40 anni, siamo nel 2025 e per strada girano tranquillamente un sacco di diesel con le ruote classiche di gomma ben piantate sull’asfalto, che continuano a bruciare petrolio e appestare l’aria
Secondo il mio punto di vista i pannelli o vernici fotovoltaiche sono ad alto rischio visto che le auto sono esposte a molte collisioni anche micro collisioni , tipo sportellate , e se queste tecnologie non costano come una normale verniciatura la vedo improponibile per i costi, poi se teniamo in conto che la maggior parte non ripara l’auto se non subisce un incidente in ragione la vedo ancora più problematica.
Trovo interessante l’idea di ricaricare la batteria attraverso la vernice questo è fantastico, ma mi chiedo se nessuno ha mai pensato di ricavare energia dal lavoro degli ammortizzatori. Muovendosi continuamente di moto alternato per adattarsi alle asperità del terreno potrebbero azionare un magnete all’interno di una bobina e generare corrente.
Non ho le dovute competenze per stabilire quanta energia si possa ricavare ma in linea di principio potrebbe funzionare.
Sarebbe una forma di recupero di energia, ma molto più in piccolo rispetto a quella della frenata rigenerativa, e richiederebbe hardware aggiuntivo. Insomma sarebbe come per i pannelli, il vantaggio troppo piccolo se paragonato alla complessità della soluzione.
Non può funzionare, per il principio di conservazione dell’energia. La bobina che si muove entro spire che producono energia, sarebbe “frenata” dalla forza controelettromotrice e in pratica l’ammortizzatore diverrebbe estremamente frenato. Il confort va a quel paese. Inoltre con le basse frequenze di oscillazione, la conversione di energia cinetica in energia elettrica, sarebbe risibile.
Sinceramente questi interventi non li capisco, cosa vorrebbero dimostrare? Che sarà possibile avere auto che si ricaricano da sé lasciandole parcheggiate? Non sto a raccontare il mio curriculum, non serve. Detto questo, l’energia che il sole irradia sulla terra è in condizioni ottimali pari a 1000 w per mq. Ovviamente se il dispositivo che la capta è orientato esattamente verso il sole in condizioni meteo perfette. Il problema è che i pannelli attuali hanno un rendimento dell’ ordine del 20% , rendimento che cala con una esposizione non ideale e con l’aumento di temperatura. La resa scende del 5% ogni 10 °C in più rispetto alla temperatura standard di funzionamento che è di 25°C. Si capisce bene che un pannello scuro esposto in pieno sole d’estate arriva a superare tranquillamente i 50°C. Il produttore Qcells ha detto di avere raggiunto un rendimento del
28,6 % usando la perovskite, bisogna vedere quando saranno, se saranno in commercio. Vogliamo rivestire tutta un’auto di fotovoltaico? Quanta parte dell’ auto sarà esposta al sole in condizioni ottimali? Orientamento, ombre,esposizione, numero di ore? Quanto costerà tutto l’impianto? Peso? Costi ? Cosa succede quando per un banale incidente si rompe un pezzo di rivestimento? Su di un’auto che ha una batteria da 80 kWh che apporto può dare un sistema del genere? Secondo me non è assolutamente conveniente, non si arriverà mai all’ ammortamento dei costi
Io sono un sempliciotto e mi limito a dire che se mi proponessero di rivestire la mia model 3 di pannelli solari aggratise risponderei con un “no grazie, l’auto la tengo in garage” 😌
Stavo per fare le stesse considerazioni, con un minimo di conoscenze tecniche si capisce che non ha senso. Peccato che le persone si bevono qualsiasi ipotesi fantasiosa.
Apprendiamo da lei che in Mercedes non hanno un minimo di conoscenze tecniche. Messi veramente male.
A spanne… diciamo che una macchina media è lunga 4.5m, larga 2 ed alta 1.5 con vetri negli ultimi 50cm. Sono 18m2, diciamo che se ne sfruttano 2/3 cioè 12m2. Un pannello da 400w è circa 2m2, quindi diciamo che sarebbero 2.4kW di potenza nominale. In condizioni buone di esposizione producono circa 3MWh di energia. L’esposizione sarà molto peggiore, considerando anche le perdite di ricarica diciamo che in batteria finiscono 1500kWh/anno. Con il consumo medio della mia Model 3 sarebbero 10700 km all’anno (la percorrenza media annuale Italiana è 12700). L’energia necessaria a rinfrescare l’abitacolo prima di partire sarebbe poca roba… (diciamo 10 minuti al giorno per 6 mesi all’anno sono in tutto 50 kWh, il 3% del totale).
Sono completamente ignorante in materia, ma se installo un film o una vernice e poi mi rigano il cofano, che succede? Se faccio un piccolo tamponamento, quanto costerebbe ripristinarla?
Il tutto a fronte di quale capacità produttiva?
Il problema credo sia dovuto semplicemente dai costi, soprattutto in ragione della capacità di produzione e considerando anche eventuali riparazioni.
E siccome questi materiali ancora non esistono se non in forma prototipale, presumo che i costi siano molto alti a fronte di una scarsissima capacità produttiva: felice di essere smentito con dati certi.
Per essere stato scritto da un ingegnere trovo incredibile che non ci sia nel testo un numero a sostegno delle mirabolanti prospettive del fotovoltaico su auto.
Contento che abbia guidato un Leopard ma chiedo quanti W/m2 so ottengono con le nuove tecnologie e a che percentuale di costo rispetto alle tecnologie attuali? Le vernici quanti anni durano e come cala il rendimento con l’età e con lo sporco? Vedendo i pannelli, ora con una superficie a disposizione stimata di 2 mq si ottengono, nelle migliori condizioni possibili e senza considerare il rendimento di conversione, circa 500W cioè 4kWh in 8h (estate).
Giustifica il costo? La risposta di tutti i produttori e del mercato per ora è no.
Mi sfugge davvero cosa lei ci abbia spiegato con questo suo intervento, non ha toccato nessun aspetto tecnico, in compenso ci viene a raccontare che i suoi suggerimenti sono stati cestinati da ‘sti bruttoni cattivoni. Forse sono stati cestinati per il semplice motivo che, con due nozioni apprese alla scuola materna, tutti arrivano a capire che è un’idea, con rispetto parlando, semplicemente ridicola.
Nessuno vorrà più tenere l’auto in garage, liberando spazi abitativi 😉
tutti a lasciare l’auto in strada per racimolare qualche centinaio di kWh all’anno se va bene, col rischio di danneggiare questo magggico rivestimento che costerebbe, sempre se va bene, nell’ordine di qualche migliaio di euro.
bho ;
un pannello 1,04 x 2,2 da 650w costa 110 eur al pubblico
non credo che un tetto panoramico in vetro ,sostituito con uno fotovoltaico costi molto di più ..
anzi
Sono anch’io convinto che il settore auto europeo abbia una sola possibilità di salvarsi: aggregarsi o almeno aggregare gli sforzi per investimenti ingenti e veloci. Temo non faranno nè uno né l’altro, accecati dalla preoccupazione di non spartirsi lauti dividendi. Il loro motto sembra essere “tanti, maledetti e subito”.
Ma magari. Se riescono a renderla economicamente sostenibile, facendolo diventare “strutturale” ossia sostituendo pezzi di carrozzeria con la copertura FV sarebbe interessante.
Si vede che non sei stato in un magazzino di vendita di fv , già ora ci sono in vendita dei tappetini arrotolabili sottilissimi , si rendono meno di quelli che hai sul tetto ma sono spettacolari . Se poi arriverà la vernice ,,,,