Il direttore di Quattroruote: io contro l’elettrico? No, ma…

Il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini, ha replicato sul nostro forum al  lettore che ha attaccato la linea del mensile sull’auto elettrica. Riproduciamo qui il suo  intervento, in cui precisa il suo punto di vista: la UE, il 2035, la Cina…

Il direttore di Quattroruote
La Kia EV9, elettrica, l’attuale auto di Pellegrini.

Il direttore di Quattroruote: “Guido elettrico da anni, ora una EV9, dopo Audi e BMW”

Il direttore di Quattroruote, che sarei io, guida auto elettriche da anni. Ed è il felice possessore di una Kia EV9, dopo un’Audi RS e-tron GT e una BMW i3. L’apprezzamento, da esperto quale ritengo di essere, della specifica tecnologia non mi impedisce di ritenere il phase out del 2035 una stupidaggine autolesionista.

Confondere il tema tecnico con le implicazioni industriali / competitive / occupazionali /geopolitiche/ energetiche/ infrastrutturali di un cambio di paradigma è la classica generalizzazione di chi ragiona per preconcetti

Quanto alle critiche alle mie affermazioni avanzate dal lettore Narciso, i dati veri sul quadrimestre Eu danno le Bev a +6%, le plugin a +9,3%, le ibride a +21,8, le altre motorizzazioni a +15,6%, i benzina a +0.3% e i diesel a -10,4%. In Francia, citata come preclaro esempio, le Bev fanno +27,7% e le ibride (con e senza spina) +41,3%. 

Prendere un singolo dato è sempre fuorviante, esattamente come dire che gli italiani amano l’elettriche perché in poche ore sono finiti gli incentivi, dopo sei mesi di vendite a zero. Il che dimostra che soltanto con gli aiuti statali queste macchine trovano un cliente.

il direttore di Quattroruote
La MG4, l’auto elettrica cinese più venduta in Europa.

“La UE ha aperto un’autostrada alla Cina, l’economia più aggressiva al mondo”

Sulla perdita di competitività delle elettriche cinesi dopo i dazi, è un dato ormai acclarato che i costruttori di Pechino abbiano un vantaggio del 30% sui costi industriali (da qui la scelta di molti marchi europei di far costruire le loro Bev là per poi riesportarle qui): se le nuove tariffe doganali, posto che vadano a regime (e non è detto), raggiungeranno l’obbiettivo di indurre i cinesi ad aprire stabilimenti in Europa (cosa che sta già accadendo), quel 30% è destinato a scomparire, facendo aumentare il prezzo delle elettriche.

A meno che le Case non decidano di assorbire l’extra costo, magari con l’aiuto di un governo assai sensibile alle richieste dell’automotive locale. ù

Riassumendo: l’Ue decide col Fit for 55 di imporre una tecnologia; poi si rende conto che la catena del valore di tale tecnologia è in mano all’economia più aggressiva al mondo. Quando capisce di aver aperto un’autostrada a un rivale pericoloso e che i marchi nostrani faticano, alza le barriere (come gli Usa, del resto).

Siccome i cinesi controllano la filiera dell’elettrico, fattore che sta obbligando tutti gli europei a fare accordi con loro, e sono essenziali per la componentistica del termico, l’inevitabile conseguenza sarà un fenomeno inflattivo che si ripercuoterà sull’intero comparto.

il direttore di Quattroruote
Fabrizio Longo, n.1 del marchio Audi in Italia.

Il direttore di Quattroruote: “Sentite che cosa dice il capo di Audi Italia…”

Del resto, i prezzi delle auto sono già saliti in maniera impressionante negli ultimi 5 anni: le ultime decisioni porteranno la mobilità privata a essere un privilegio, elettrico o meno. 

Quanto alla posizione di Quattroruote, trovo vano argomentare con chi ragiona per pregiudizi. Preferisco riprendere le parole di Fabrizio Longo, il capo di Audi in Italia (cioè un gruppo che sull’elettrico ha fatto l’all-in, anche se oggi sta rivalutando certe scelte): “Tempo fa ho detto che abbiamo probabilmente commesso tutti un errore, quello di aver dato una base ideologica a un ragionamento che sarebbe dovuto essere esclusivamente tecnologico.

Va dato atto a Quattroruote e al suo direttore di aver condotto una riflessione di questo tipo in tempi non sospetti e di continuare a farlo. Ritengo sia stato fatto un errore di posizionamento politico e, in generale, narrativo, perché perché abbiamo posto un tema che era di mercato su un piano completamente ideologico.

Gian Luca Pellegrini.

Risposta. Lasciamo che siano i lettori a rispondere: in fin dei conti è a loro che si rivolge Pellegrini ed è giusto che siano loro, se ritengono, a replicare.

Visualizza commenti (105)
  1. Sebastiano Columbano

    Premesso che non conosco il giornale quattro ruote né il direttore Pellegrini.
    Ma leggendo il suo intervento, mi son detto :” quanta differenza con il Touring club svizzero (TCS, l’automobile club più importante del paese) che da anni si impegna nelle sue pubblicazioni a fare campagne informative su come usare l’auto elettrica e a fare test comparativi “.
    Inoltre , TCS ha un peso politico enorme e per togliervi ogni dubbio: sono tutt’altro che “verdi”. In passato erano su posizioni “+strade, + posteggi” ecc. ma ora usa il suo peso per far passare leggi per favorire la ricarica nei condomini.
    Mi sembra che in Italia manchi ancora una figura così, a parte vaielettrico.

  2. Nessuno vuole l’auto elettrica senza incentivi.

    Ecco il risultato sperato da chi ha ideato questa pazza modalità di incentivi. La realtà è ben diversa: nessuno era così stolto da acquistare un’auto a un prezzo X sapendo che da lì a poco avrebbe pagato la metà. Poi il poco è stato dilazionato ad arte e i “non stolti” si sono accumulati. Qualcuno magari ha rinunciato, logorato dall’attesa, perché gli serviva un’auto subito e non voleva restare comunque gabbato.

    Gli incentivi finiti in un attimo hanno poi scattivato i “non stolti” che hanno riposto fiducia in un sistema equo di distribuzione, che non è avvenuto. Ora sono, giustamente incazzati.

    Classificare queste persone come avide di incentivi e insensibili a tutto il resto che comporta l’auto elettrica è fazioso, anche da parte di chi si dice favorevole alle elettriche.

  3. sig. Pellegrini, lei resta imprigionato nella solita bolla cognitiva. L’UE non ha pensato al 2035 ne per favorire ne per ostacolare i cinesi o le aziende europee. Lo ha fatto perchè la salute del pianeta, e quindi la nostra lo richiede. Il trasporto su gomma ha la sua parte di colpe.
    Chiedere rinvii non si può perchè sono 50 anni (almeno) che rinviamo. a me non frega niente se dovrò ringraziare i cinesi o i bantù se avrò città più vivibili. Non è difficile da capire.

    1. Davide De Luca

      È certamente vero quello che lei scrive, tuttavia non va dimenticato il fatto che la salute del pianeta richiederebbe uno sforzo di TUTTi i paesi. La decisione europea, per quanto lodevole, è miope nel senso che l’UE incide sulla produzione mondiale di CO2 in modo marginale e la decisione tocca solo il settore dei trasporti ma non quello industriale/energetico (che è quello che incide maggiormente sulla produzione di CO2).

      1. L’Accordo di Parigi impegna tutti i 197 Paesi aderenti all’Onu a decarbonizzare le rispettive economie entro il 2050: l’Europa è solo la punta di diamante di una transizione globale. Non è vero che il Green Deal tocchi solo il settore dei trasporti. Tocca l’agricoltura (vedi proteste dei trattori) quello abitativo (vedi proteste italiane contro il piano “Case Green”), quello delle generazione elettrica (vedi le fonti rinnovabili ormai oltre il 50% del fabbisogno elettrico europeo). E l’industria ha ridotto le sue emissioni del 32% rispetto al 1990, grazie al rispetto degli obiettivi del protocollo di Kyoto (1997).
        Non sarebbe male che i commenti fossero preceduti da un minimo di documentazione

  4. È ovvio che la scelta non è solo tecnologica 🤦

    Se dovessimo fare le scelte basandoci solo sulla tecnologia, ad esempio su quale sia migliore per avere autonomia, o per avere una conversazione energetica efficiente, probabilmente non sarebbe l’elettrico.

    Ma quello che si sta facendo è rendere neutra l’automobile per poi muoverla con e energia pulita.

    E questo lo puoi fare con l’elettrico, perché l’energia elettrica puoi produrla in modo pulito. Non puoi invece essere pulito con un motore a scoppio.

    Ci sono altre tecnologie che garantiscono questo requisito, ma sono ancora meno mature dell’elettrico.

    In ogni caso non si può più andare in giro coi motori a scoppio, se si vuole tutelare la salute delle persone e della natura, ed è questo il motivo per cui si sta facendo la transizione. Non è un motivo tecnologico. È ecologico.

    1. mario milanesio

      @Adriano G. V. Esposito
      “…Ci sono altre tecnologie che garantiscono questo requisito, ma sono ancora meno mature dell’elettrico…”
      tipo quali? senza polemica

    2. Leonardo (R)

      I motivi sono più di uno, oltre a quello ecologico c’è quello sanitario e a lungo termine quello economico (è bene ricordare che il modello basato sui fossili non è sostenibile e d’ora in avanti può dare soltanto ritorni economici sempre più negativi).
      La tecnologia non è un motivo, quella è uno strumento che ti consente di raggiungere alcuni obiettivi.

    3. Errore n. 1
      L’unica auto pulita è quella che crea Dio dal nulla con uno schiocco delle Sue dita. Esistono auto più o meno pulite, l’auto elettrica è più pulita dell’auto a benzina e diesel, senza se e senza ma. Controprova? Se per produrre la batteria emettessimo più co2 di quanto ne brucia un motore a scoppio, nessuno fabbricherebbe auto elettriche. Fortunatamente i dati ci dicono che nel ciclo di vita di un’auto elettrica la co2 prodotta è circa 1/3 (o 1/6, in base a una serie di variabili) per cui ok, l’auto elettrica vince.

      Errore n. 2
      Non è vero che non si può andare in giro con i motori a scoppio. Intanto per la UE è possibile acquistare auto con motore a scoppio dopo il 2035, purché alimentati esclusivamente con e-fuel. Scelta imbarazzante da difendere perché gli e-fuel si basano sull’idrogeno eppure non sono ammessi i motori a scoppio alimentati a idrogeno (solo fuel cell), nonostante sia la quantità di energia per produrre idrogeno sia la co2 prodotta nell’intero ciclo di vita siano più favorevoli e premianti per l’auto a idrogeno (con motore a scoppio) che non per l’auto a e-fuel. Ovvero, detto in altre parole, se all’auto elettrica diamo un bel voto 10 e a quella e-fuel un voto 4, quella a scoppio a idrogeno meriterebbe quantomeno un 6 eppure è vietata, mentre la peggiore e-fuel è ammessa. Quando parlano i politici e non gli scienziati …

  5. Ma solo io non vedo tutta sta minaccia Cinese?! Fanno auto discutibili sia dal punto di vista hardware che di software e non costano nemmeno poco (tralasciando il fatto che sono anonime, per usare un eufemismo, esteticamente). Avrei lasciato fare al mercato senza imporre dazi ad auto che già non si vendono o che anche se si vendono la gente poi non ricompra.

    1. Luca Dell'Oca

      Forse in Italia, ma secondo me perchè qui non si vende “nessuna” auto elettrica, indipendentemente dalla provenienza.
      Ma ti inviterei a farti un giro in scandinavia ad esempio, Danimarca, Norvegia, Islanda le ultime dove sono stato questo mese, son piene di elettriche di cui certo tantissime Tesla, molte tedesche, ma anche tante tante cinesi, anche quei marchi e modelli che da noi nemmeno si vedono. Da noi semplicemente non le importano (ancora), perchè sprecare risorse in un Paese che non le vuol comprare?

      1. Le auto cinesi non sono solo elettriche vedi le varie mg che stanno vendendo molto anche da noi. Sia quelle che le Byd che sono in prevalenza ev sono tutte accomunate dal fatto di essere fatte male. Dazi o non dazi non le comprerei a prescindere

    2. Sono capitato su un video di Carburatori Bergamo dove mostrano come va al banco rulli un motore DR/Evo 1.500 a gpl e benzina da 120 cv (ne esistono anche versioni più performanti). Embè, non è proprio ‘sta cinesata. Ha più cavalli di quanti ne dichiara, i valori di coppia tornano e il motore è ben ottimizzato al punto che a gpl va più forte che a benzina. Chiaro che non è il 2000 della Mercedes classe A AMG ma non è neanche l’ibrido da 70 cv che monteranno sulla nuova 500 che uscirà tra un paio di anni. Poi per carità, l’auto avrà 1001 difetti e i pezzi di ricambio devi andarteli a prendere con la zattera fino in Cina, però non è proprio pessima. E direi che anche la MG ZS, in vetta alle classifica di vendita nel suo segmento, non è male (e a breve uscirà il restyling), così come la MG3 hybrid+.

      1. Guido Baccarini

        Quarante anni fa i giapponesi avevano la stessa nomea che hanno i cinesi ora e vediamo dove sono arrivati.
        Grave errore continuare a considerarli di serie B. Un po’ l’errore fatto fino a tre anni fa da parte dei vari costruttori nei confronti di Tesla, sottovalutarla e ora rincorrono… che non vuol dire che non la raggiungeranno mai e non arriveranno a superarla, ma quante energie (soldi) sprecheranno nel farlo?
        Idem per le “cinesate”: continuiamo pure a disprezzarli, mentre fanno fuori (cioè si comprano) quel poco di italiano rimasto.

        1. non confondiamo la zuppa col pan bagnato per piacere, i giapponesi quando sono arrivati sul mercato non erano sicuramente come i cinesi adesso.

          1. Alessandro D.

            In questo microscopico specifico, concordo con l’amico Desmougo.
            Nel settore moto soprattutto per quanto riguarda i motori, fin da subito si era capito che avevano cambiato il paradigma.
            Benchè anche loro avessero copiato a mani basse…
            Ricordo confronti quasi imbarazzanti, sui banchi di lavoro, fra motori “nostrani” e i loro.
            Sono arrivati sapendo già benissimo quello che stavano facendo, all’epoca la nostra fu solo ed esclusiamente enorme spocchia.
            I cinesi l’enorme vantaggio ce l’hanno sulle batterie e su quello che gli gira attorno.
            Proprio ieri ero in centro a Milano e con mia figlia (stranamente su sua richiesta) siamo entrati a vedere le BYD nel negozio in piazza del Duomo.
            … ma anche no.
            Per 34k euro anche no.
            Il che non vuol dire che penso che sxu strada non possa andare bene, tutt’altro.
            Ma 34k per la Dolphin è semplicemente estorsione aggravata.
            Però lo schermo che ruota ha mandato in visibilio la bambina, quello sì.
            Una bambina di 9 anni però. Con tutto l’amore di papà, sia chiaro.

        2. Non a caso stanno battendo diversi record, non ultimo il test dell’alce (e proprio sui telai noi europei – e noi alfisti in particolare – ce la siamo tirata per anni …). Resta da smarcare il dubbio sull’affidabilità sul lungo periodo ma siccome noi europei siamo in un fase regressiva su questo fronte (in primis Mercedes e BMW, ma anche Tesla non scherza – vedi Cybertruck) è molto difficile pensare che si possa fare peggio di noi.

          Dei produttori non cinesi al momento si salvano solo i coreani di Hyundai/Kia (elettrico ma non a scoppio) e i giapponesi di Toyota (a scoppio ma non elettrico), gli unici che ancora tengono testa ai cinesi. Ma è una battaglia tutta tra asiatici, Europa e USA si sono addormentati …

      2. A proposito di sicurezza e di auto cinesi ti consiglio di dare un’ occhiata al video pubblicato ieri sul canale YouTube di 4 ruote del test di un mg di cui non ricordo il nome. Sulla dr non mi pronuncio.

  6. Leonardo (R)

    Prezzolato no.

    Ma non posso non chiedermi quanto potrebbe durare al suo posto se decidesse di prendere in leasing una Tesla come prossima auto.

  7. Seguo Pellegrini anche su Linkedin ed è abbastanza palese che il suo posizionamento sia contrario alla transizione elettrica, più che all’auto elettrica in sé come prodotto.

    Questa però mi sembra resti una posizione un po’ “pelosa”, perché l’impressione (voluta) che ci si porta a casa è quella di un direttore molto compiacente con l’attuale andazzo politico.

    Il punto essenziale che ci si rifiuta di considerare (e per una testata così, è grave), è che al di là di questioni di mercato e industriali – legittime – non esistono alternative reali per soddisfare gli obiettivi per il clima.

    E’ gioco facile bollare qualsiasi lancio in avanti sull’elettrico come una scelta “ideologica” (ogni scelta politica lo è: peccato che solo quelle progressiste vangano bollate così), però Quattroruote non ci spiega quali alternative concrete ed applicabili esistano per soddisfare quegli obiettivi e al contempo mantenere competitività.

    Perché certo, ce la prendiamo con i cinesi che sono più avanti nell’elettrico; ma dove erano le case europee quando si sarebbe potuta e dovuta sviluppare una adeguata tecnologia ibrida?
    Stellantis propone un tiepido mild hybrid, le tedesche sanno fare solo grosse e inefficienti PHEV; solo Renault ha un ibrido decente, eppure in Europa abbiamo preferito per decine di anni sviluppare grossi SUV a gasolio, importando dalla Cina (ebbri del libero mercato in cui non esistono le esternalità negative come le emissioni della navi portacontainer) tutta la componentistica possibile.

    Oggi piangiamo sui limiti che ci siamo creati da soli, e Quattroruote (cartaceo; perché online, su Youtube, è già diverso) mi sembra faccia da cassa di risonanza di questi pianti.

  8. Elvio Cipriani

    Trovo eticamente scorretto da parte della Redazione esporre al pubblico ludibrio una persona che semplicemente la pensa in maniera diversa e che, per di più, non ha la possibilità di replicare ad ognuno di lor signori che si cimenta con cotanto astio in questo volgare e poco leale tiro al piccione.

    1. caprone manicheo

      Il problema non è di pensiero ma di spudorata negatività nei confronti dell’auto elettrica.

      E se proprio vogliamo parlare di tiro al piccione: è stato lui il primo a dilettarsi in questa pratica fin dall’inizio nei confronti di Elon Musk e dell’auto elettrica.

      Poi se vuole può benissimo fare tutte le replicare a tutte le nostre opinioni, sono certo che Vaielettrico sarebbe ben disponibile a concedergli tutto lo spazio e tutta la visibilità che necessità.

    2. Noi troviamo disgustoso che dopo aver scritto, per esempio, “Come molti soggetti che blaterano di tecnologia ed ambientalismo in questo forum, lei è solo uno che, avendo soldi da spendere o la possibilità di sbafare incentivi, si è concesso il lusso di un giocattolo con cui divertirsi” lei venga a piagnucolare per “cotanto astio in questo volgare e poco leale tiro al piccione“. Se l’è cercata, in casa nostra tra l’altro. Cosa pretende?

    3. Ha avuto diritto di replica, come è giusto che sia, e sapeva benissimo che ci sarebbe stata una contro-replica: se decidi di partecipare ad una discussione ne accetti le regole. Del resto Pellegrini ha mezzi molto più potenti degli utenti per proporre le sue (faziose) idee, perchè avrebbe dovuto godere di un trattamento di favore?

  9. Non acquisto da tempo Quattroruote, ne altri mensili “specializzati” di tutti i settori di interesse perchè li ritengo (tutti) troppo legati agli inserzionisti.
    Anche quando non esplicitamente di parte, diciamo più attenti a “non disturbare” chi paga la pubblicità che a fare una cronaca attenta e critica.
    Sull’elettrico in direttore esplicita questo cerchiobottismo al massimo livello lessicale possibile!
    Non sono contro l’elettrico, ci mancherebbe, lo guido… afferma e poi giù!!!
    Dimentica e non è un caso, che le case automobilistiche europee avevano tutti gli strumenti per progettare e produrre EV di ottimo livello (alcune lo hanno anche fatto) ma hanno SCELTO di agire diversamente per convenienza (economica).
    Dimentica lo smog che attanaglia le nostre metropoli… dimentica, dimentica!
    La linea editoriale di Quattroruote è chiara, certo ha un bel coraggio a provare anche prenderci per i fondelli, ma tant’è!
    In fondo lo pagano, spero bene, per questo!

    1. Mi sono abbonato a Quattroruote qualche anno fa per curiosità più che altro, guardacaso nel periodo in cui si stava sviluppando la 500 elettrica. Per quell’automobile hanno fatto quasi una venerazione, con paginoni interi quando ancora non era in commercio, mentre non facevano lo stesso con le altre elettriche, almeno in quel periodo. Che c’entri in quale modo Tavares ? 🙂

  10. Trovo sempre incredibile tutti quelli argomenti dimenticando l’aspetto ambientale.
    Grave dimenticanza.

  11. Ho letto molti commenti che si concentrano sul “tema caldo” : BEV SI’ o NO o a metà?
    e poi : posizione ideologica o industriale o di mercato?
    Io INVECE vorrei attirare l’attenzione su un altro ASPETTO, su cui il direttore ha detto UNA COSA IMPORTANTISSIMA ma a cui NESSUNO ha prestato attenzione ed è questa frase
    = = =
    Riassumendo: l’Ue decide col Fit for 55 di imporre una tecnologia; poi si rende conto che la catena del valore di tale tecnologia è in mano all’economia più aggressiva al mondo.
    = = =
    In pratica I POLITICI EUROPEI “NON SAPEVANO” CHE LA CINA ERA AGGRESSIVA E CHE AVREBBE POTUTO PORTARE LE SUE AUTO IN EUROPA …
    In pratica ha affermato che o sono degli ignoranti totali oppure, se “sapevano” sono degli imbecilli totali!!!
    Ma siccome sono ormai decenni che io so che le…….più mostruose combinate dai politici non sono MAI FATTE PER CASO … vuol dire che l’HANNO FATTO APPOSTA … per creare ulteriori problemi e casini all’Europa come cittadini , come industrie, come indotto e mercato.
    Del resto occorre sapere ( lo racconto perché scopro sempre di più che NESSUNO SA COME STANNO I FATTI) che la Cina nel 2000 aveva due terzi del PIL italiano SI’ AVETE LETTO BENE!! 1.200 miliardi di dollari!!! cioè un PIL procapite di mille dollari. Nel 2020 aveva 15.600 miliardi di dollari MA IL DEBITO PUBBLICO ERA SALITO DA 100MILIONI DI DOLLARI A 65MILA MILIARDI DI DOLLARI.
    In pratica, META’ DEL PIL CINESE dei 20 anni E’ DEBITO PUBBLICO 135mila miliardi di PIL e 65mila miliardi di debito pubblico, l’Italia nello stesso tempo ha fato circa 40mila miliardi di PIL e 2.800 miliardi di debito pubblico!!!!!!!!!
    Altro CHE ECONOMIA AGGRESSIVA … E’ ECONOMIA SPONSORIZZATA …
    E TUTTI TACCIONO!!!! ANZI NEGANO E DICONO BUGIE!!!
    MENTRE IN EUROPA LE INDUSTRIE SONO TAR-TASSATE IN TUTTI I MODI, compreso Ambiente e Sicurezza e Qualità.
    CONCLUDO
    Nel 2000 in Europa c’era TUTTO pannelli fotovoltaici ed auto elettriche ( vedi anche quanto detto da Ravelli, mi pare, due giorni fa), batterie al sale, ma PUR GIA’ SAPENDO DEI PROBLEMI AMBIENTALI ( il libro “I limiti dello Sviluppo” è del 1972) hanno BLOCCATO TUTTO per continuare a favorire … cosa???? Date voi la risposta.
    A questo aggiungiamo la ….della “globalizzazione” … e dovremo capir subito … che NON E’ STATO UN CASO …. SI E’ FATTO DI TUTTO PER INDEBOLIRE E FAR FALLIRE L’EUROPA, COMLICI … CHI ??? A VOI LA RISPOSTA … che è evidente …
    Mi fermo … ma c’è molto altro da dire su quella frase del Direttore …

    1. Gasparre, le civiltà nascono, crescono, maturano, invecchiano e poi muoino. E’ sempre stato così.
      L’unico modo per far sì che una civiltà sopravviva più a lungo possibile è un rinnovamento continuo, un rimettersi in discussione e la mentalità conservatrice va all’opposto di questo concetto. Non a caso la pigrizia umana (forze conservatrici) in fase di benessere (maturità di una civiltà) fanno sì che quest’ultima muoia.
      D’altra parte le stesse forze conservatrici hanno bisogno di tenere alte le rendite e di concentrarle in mani di pochi. Se ci fa caso nei periodi in cui il potere e le ricchezze di una società si concentranno sempre più in mani di pochi quest’ultima fa una brutta fine.
      Quindi, non è un problema di UE e loro politici. E’ semplicemente un problema che o chi ha il grosso delle ricchezze ad un certo punto inizia a rinunciare ad una parte per far crescere il resto della società oppure la società è destinata a morire.
      In Cina in questo momento la ricchezza viene ridistribuita (anche lì si stanno creando le sacche di supe ricchi) e pertanto la loro società è in fase di crescita,
      Le politiche in atto della UE dovrebbero spingere ad una ridistribuzione delle ricchezze, questo vuol dire che o si aumentano le tasse che si rigirano ai meno fortunati oppure i più ricchi rinuncino a parte dei profitti per aumentare gli stipendi dei loro lavoratori. Altre strade non esistono. Chiudo dicendo che se non lo si fa una società è destinata a morire e con essa gli imprenditori che ne fanno parte insieme ai lavoratori.

    2. Buongiorno, non mi è chiaro perché si dica che la UE abbia imposto una tecnologia. A me risulta che per raggiungere gli obiettivi climatici l’UE abbia optato per tutte le tecnologie disponibili che permettessero una transizione dai motori a combustione a motori maggiormente sostenibili. Sicuramente non è una legislazione perfetta ma mi pare sia tecnologicamente neutra o meglio plurale anche se certamente limitata alle tecnologie disponibili appunto! Qualcuno ha opinioni su questo punto?

      1. Leonardo (R)

        Sì è corretto quanto dici, il principio generale è quello che deve essere a emissioni zero, il problema è che poi sul carro ci volevano salire un po’ tutti, anche i fossili con tecnologia CCS (roba da matti), biofuel, e-fuel. Il problema è che quando apri certe porte poi ti costa più controllare cosa ci finisce dentro, ad esempio l’idrogeno che può essere prodotto a partire da fossili come da energia rinnovabile, poi hai il problema di controllare la filiera e le frodi relativamente facili da mettere in atto. E-fuel lo stesso. Bio-fuel (magari) usi fossili per fertilizzare, raccogliere e raffinare con EROEI talmente basso che alla fine hai fatto più danni all’ambiente rispetto ad utilizzarli direttamente in un motore ICE.
        Se vogliamo essere onesti fino in fondo la tecnologia migliore che c’è oggi è quella elettrica, è un dato di fatto che a molti non piaccia, è un dato di fatto che si stia facendo di tutto perché non piaccia agli italiani, però qualunque altra cosa è ambientalmente peggiore e sul medio periodo anche economicamente peggiore.

    3. Quella che per lei è la cosa più importante (” l’Ue decide col Fit for 55 di imporre una tecnologia”) è falsa, da nessuna parte viene imposto l’elettrico, solo emissioni 0: significa BEV, FCEV, ICE con carburanti che catturano tanta CO2 quanta ne producono (bio-fuels e e-fuels). Quella frase tra virgolette è il pano quotidiano di persone come quella oggi al governo

  12. Mi piace molto la premessa ” guido molte auto elettriche” ( ma mai cinesi)..mi ricorda certi politici di destra che iniziano con ” ho molti amici gay” e poi giù a discriminare .. alla fine il problema non é l auto elettrica. Il problema é l auto cinese che sta distruggendo rendite ed equilibri consolidati da decenni sia da noi che negli usa. Le stesse rendite che hanno impedito per anni ai costruttori europei di progettare un futuro elettrico ( Marchionne , tanto per dirne uno) e che adesso ci vedono annaspare davanti a prodotti cinesi di primo livello ( la id3 sarà studiata nei libri di storia dell’economia per tutto quello che non si deve fare quando si lancia una nuova tecnologia). Che il diretto di 4r difenda chi gli compra la pubblicità é persino banale. Che non abbia il coraggio di dire come mai gli europei sono così impreparati e lo sostituisca con la parola ideologia non é banale affatto.

    1. La parola ideologia è una parola molto abusata da queste forze conservatorici di centro destra.
      Peccato che anche il loro modo di vedere il mondo è essa stessa un’ideologia alla pari delle forze progressiste, socialiste o poi semplicemente di sinistra.
      Ciò che non è ideologia, è questa transizione della nostra società da fossili dipendente a non fossile.
      È una transizione e come tante altre hanno cambiato gli equilibri, equilibri e rendite che le forze (ideologia) conservatrice non vuole.

      1. Leonardo (R)

        Se fossi stato un maniscalco agli inizi del ‘900 avrei trovato molto ideologica la catena di montaggio della Ford Model T, con tutti quegli operai sfruttati e costretti a lavorare a ritmo incessante.

  13. Personalmente non mi piace essere preso per il naso. La linea di 4R è palesemente anti bev, con una faziosità che spesso sconfina nella menzogna. Se il direttore non se ne rende conto vuol dire che non legge la sua rivista.

  14. Penso sia ragionevole ritenere che nei prossimi 24 mesi i prezzi delle auto elettriche scenderanno. Ne vedremo delle belle.

  15. Spettacolare!
    Guida auto elettriche.
    Le scelte devono essere tecnologiche e non ideologiche.
    Le auto costeranno sempre di più (non solo le EV).

    In pratica Monsieur le Directeur ci sta dicendo:

    1- le EV vanno benissimo e permettono ottimi risparmi… meglio siano appannaggio di imprenditori, dirigenti, commerciali organizzati bene o di qualche benestante che vuole levarsi lo sfizio.
    La plebe fa massa per gli utili aziendali.

    2-Non c’è un problema di teconologia ma inettitudine imprenditoriale, tanto nel passato quanto nel presente.
    Ed è pure un falso problema perchè la scelta, a detta degli scienziati, deve essere assolutamente, pragmaticamente e velocemente indirizzata al cambio di tecnologia. Il che rende la scelta tecnologia del direttore semplicemente una scelta ideologica… di portafoglio.

    3- E quindi… perchè la gente dovrebbe privilegiare ciò che inquina ed uccide?
    Per salvaguardare gli infiniti utili di certuni?

    Per concludere:
    per anni cercavo ciabatte di qualità, costruite in europa da pagare 15 € con un guadagno aziendale del 30%,
    Ho sempre dovuto subire la ciabatta cinese da 5 € con guadagno del 350%
    Niente fenomeni inflattivi, niente perdita di manodopera, niente… tutto quel che volete aggiungerci in questo caso?

    1. > 1- le EV vanno benissimo e permettono ottimi risparmi… meglio siano appannaggio di imprenditori, dirigenti, commerciali organizzati bene o di qualche benestante che vuole levarsi lo sfizio.

      Mah, è forse l’unico a denunciare il fenomeno. Cito: “Del resto, i prezzi delle auto sono già saliti in maniera impressionante negli ultimi 5 anni: le ultime decisioni porteranno la mobilità privata a essere un privilegio, elettrico o meno”

      E sono assolutamente d’accordo con lui, c’è una politica che si sfrega le mani all’idea che l’auto sia un privilegio (non a caso i privilegiati che acquistano supercar in serie limitate nuove potranno continuare a farlo anche dopo il 2035, per loro niente ban, lo prevede proprio la legge), così come vuole rendere le strade cittadine di proprietà privati dei ricchi che hanno la casa al centro, solo loro potranno usare l’auto in città. La direzione è quella.

  16. Eh no caro direttore di Quattroruote, ci propone un bel mix di riposte alla mia lettera ma secondo ben lontane da “assolverla” dal essere sotto sotto un NO-BEV.
    Lei Al Aria che tira aveva parlato di un crollo di vendite delle EV, ora invece porta appunto dati dove si evidenzia una crescita nel primo quadrimestre 24 inferiore rispetto alle Plugin o alle Hybrid, dove sta il “crollo”?
    Poi ci ripropone la sua tesi “… l’inevitabile conseguenza sarà un fenomeno inflattivo che si ripercuoterà sull’intero comparto“ ma dove?? Previsioni da Mago Forest?
    L’aumento del costo delle auto, TUTTE, é causato da molteplici fattori, nel caso delle ICE per l’infinita ed inutile rincorsa alla diminuzione delle emissioni inquinanti
    Le EV, in cui attuale costo di gran lunga maggiore sta nelle batterie, vedranno scendere notevolmente detto costo nei prossimi anni, sia per nuove tecnologie che per aumento dei produttori, perciò al fatidico 2035 una EV avrà un costo produttivo di sicuro inferiore rispetto ad una ICE, ma quale fenomeno inflativo!
    La chiosa poi sul piano ideologico che induce all’elettrico é avvilente, caro direttore ci sono centinaia di migliaia di persone che muoiono ogni anno per inquinamento, una parte del quale é causato dal trasporto, fossero anche “solo” 10.000 morti anno, non crede che sia sufficiente per dedicarsi al 100% affinché le EV vengano sostenute e apprezzate, spingendo le aziende europee a produrre tutti gli sforzi necessari per produrre EV valide e competitive, anche nei confronti dei cinesi
    A me sembra che Lei si é arreso ai cinesi prima ancora di combattere, perciò meglio scappare e restare con le belle ed inquinanti ICE

    1. Franco Schettino

      Mi sembra che sia il direttore a farne una questione ideologica, associandosi a certi ns governanti e politici:
      – al 2035 mancano 11 anni; con il progresso tecnologico delle batterie (quasi ogni giorno c’è una novità), per allora la situazione costi sarà diversa
      – piuttosto che mettere i bastoni fra le ruote, portandoci a rassegnarci al predominio cinese (il futuro dell’auto è elettrico o idrogeno), bisognerebbe che i governi EU e in particolare quello italiano, dovrebbero INVESTIRE in nuove tecnologie, elettrico, idrogeno e quant’altro.

  17. paolo zanetti

    Secondo me il direttore di “QUATTRORUOTE” ha dato una risposta non solo quasi ineccepibile ma anche molto equilibrata.

    1. sono di avviso diverso, fai caso anche solo a un espediente retorico di base:

      quando un interlocutore dedica spazio a fare premesse con accuse generiche come ” scelta ideologica”, invece che andare ai dettagli degli argomenti, si incomincia male, spesso è lui che sta per pronunciare affermazioni ideologiche, che non reggono a una analisi fattuale

    2. Ma secondo te quando la gente, anche a lui cara, muore per malattie legate all’inquinamento di autotrasporti, fa il collegamento con le automobili a motore a scoppio o dorme sereno come un bambino? 🤔

  18. Giorgio Gubian

    Si dà la colpa alle macchine elettriche per l’invasione dei cinesi in Europa ma, come evidenziato dal direttore di Auto Tecnica sul numero 496 giugno 2024, questo invasione è in atto da molti anni e sia i governi europei sia le ditte hanno dormito sugli allori.

  19. saluto il caro direttore di 4R Pellegrini , non so se si ricorda di me , lei teneva una rubrica direttoriale in cui esprimeva le sue opinioni, notavo all’epoca un suo accanimento feroce e continuo verso tesla e a proposito di un suo articolo in cui commentava l’acquisto della fabbrica NUMMI di Fremont intervenni in difesa di Tesla …. spero si ricordi di me, sono quello che per contrastare tutte le fesserie e falsità che lei sosteneva nell’articolo le allegai i doc ufficiali presi da SEC edgar evidenziando le frasi che la smentivano chiedendole di correggere l’articolo e vista la sua recalcitranza le ho chiesto di scegliere tra le seguenti ipotesi, le uniche possibili
    1) lei non sa leggere una riga di inglese
    2) lei riguardo tesla è un bugiardo

    stranamente da quel momento non potei più accedere al sito 4R …. lei direttore ne sa qualcosa ? sa come mai il mio account fu bloccato ?
    l’economia ed il WTO hanno

    per il resto l’economia ed il WTO sono cattivi, si sa, finché fai il bravo tutto bene e sei felice, appena diventi meno bravo le cose cambiano, dare la colpa agli altri più bravi della propria incapacità è puerile

    1. caprone manicheo

      Anche io sono stato bloccato dal poter scrivere su Quattroruote.

      Povera rivista, quand’ero ragazzo/giovane tra amici la consultavamo e ne parlavamo come se fosse la Treccani dell’automobile.

  20. Non entro nel merito di cosa andrebbe fatto per competere con la Cina perché andremmo fuori tema ma trovo demenziale il modo con cui la UE approcci l’ auto in generale e l’ auto elettrica in particolare. Molti usato il termine “ideologico” ma io credo sia semplicemente demenziale. Mi trovo molto d’accordo con le parole del direttori di 4R.

    Nota a latere sul pasticcio ultimo dei dazi (cui la Cina ha già risposto da par suo bloccando le nostre esportazioni anche in campo agroalimentare… complimenti ai geni della UE!!!!!!) faccio presente che la Norvegia non applicherà i dazi europei e UK deve ancora decidere. Il che significa (forse, ma chiedo conferma essendo l’ unico che l’ ha notata questa cosa) che acquistando un’auto elettrica cinese km 0 dalla Norvegia e registrando la pratica/reimmatricolando l’ auto in 5 minuti presso una normale agenzia di pratiche auto … forse … spero di sbagliarmi, eh …

    1. Per non pagare l’Iva in Italia deve avere almeno 6000km.
      Km 0 ci paghi 22% Iva più trasporto da Norvegia, più immatricolazione immatricolazione in Italia.

      Paghi il dazio e risparmi

      1. https://europa.eu/youreurope/citizens/vehicles/cars/vat-buying-selling-cars/faq/index_it.htm

        ///
        D: Ho acquistato un’auto nuova in Italia, dove ho pagato l’IVA. Vivo in Francia e ho intenzione di immatricolare l’automobile in questo paese. Per poterlo fare, le autorità francesi mi chiedono di pagare l’IVA in Francia. È normale?

        R: SÌ – Se acquisti un’automobile nuova, devi pagare l’IVA nel paese in cui la immatricoli. In questo caso, significherebbe pagare l’IVA due volte. Però hai anche diritto al rimborso dell’IVA pagata in Italia.

        Devi inviare una prova del pagamento dell’IVA francese al venditore italiano e chiedere il rimborso dell’IVA pagata in Italia. Se il venditore si rifiuta di rimborsare l’IVA, puoi rivolgerti all’ + amministrazione fiscale italiana
        ///

        Quindi in teoria acquistando un’auto km 0 o con pochi km dalla Norvegia e pagando sì l’IVA in Italia si può chiedere il rimborso dell’IVA pagata in Norvegia e quindi conviene ancora. La Norvegia ha l’IVA al 25% e noi al 22%. Piuttosto sarebbe da capire se, avendo l’auto meno di 6000 km, i dazi vanno ugualmente pagati perché considerata pari al nuovo qui in Italia oppure no, visto che tra Italia e Norvegia non ci sono dazi sui prodotti scambiati.

        In teoria se io privato acquisto un’auto nuova dalla Norvegia non dovrei essere io a preoccuparmi di sapere se quell’auto ha pagato o no i dazi e in che misura, io devo solo pagare i dazi tra Italia e Norvegia (0) e l’IVA all’Italia (oltre a recuperare l’IVA norvegese dimostrando di averla pagata anche in Italia).

        Ovviamente servirebbe il parere di un esperto in materia.

      1. Lo so bene, diversamente non avrebbero scelta, l’ho scritto io per primo ed è comunque una notizia di cui si scrive su altri siti. Non fanno parte della UE e fanno giustamente come ritengono. UK sta valutando se applicare gli stessi dazi, la Norvegia ha già deciso di no. C’è una opportunità che qualche imprenditore privato potrà decidere di cogliere, tutto qui …

        Off-topic, ma neanche tanto: quando scrivevo che le VW costano molto meno in Cina che in Europa e che costa meno importarle da lì e poi immatricolarle e che qualcuno l’avrebbe fatto … beh, in effetti sì, qualcuno l’ha fatto e lo sta facendo davvero, con tanto di inca@@atura di VW in quel caso (finita in tribunale). Lecito quindi chiedersi se mai capiterà di vedere qualche MG passare per la Norvegia aggirando i dazi europei, tutto qui …

  21. Guido Baccarini

    L’espressione “scrollare la barca” dovrebbe essere sufficiente come risposta, ma aggiungerò qualche spiegazione.
    Ideologia preconcetta? errore di posizionamento politico?

    Ciurlare nel manico.
    Siete del settore e come tali l’ignoranza non è ammessa. I dati parlano chiaro. Nell’ultimo ventennio c’è stata una significativa riduzione delle emissioni di CO2 nei settori riscaldamento, industria manifatturiera e produzione energia elettrica, NON nei trasporti. Da qui, l’odioso obbligo. Odioso perchè tutti gli obblighi lo sono, ma necessario o l’industria automobilistica europea avrebbe fatto ancora meno di quello che ha fatto. Il GreenPass fu una boiata tremenda antidemocratica e totalmente inutile nei confronti delle persone dotate di buon senso, ma ha salvato migliaia di vite tra le persone prive di buon senso.
    Signori, ammettetelo: senza quel ban i Cinesi avrebbero continuato dritti per la loro strada e avrebbero invaso l’Europa di notte mentre voi dormivate beati. Un brutto risveglio, peggiore dell’attuale.

    I dazi? Inutili, è chiudere la stalla a buoi scappati. Sempre colpa vostra, signori del mondo delle auto. Ma a voi non interessa: il conto lo pagano gli automobilisti (in particolare quelli italiani), le auto costano sempre di più (indipendentemente dalla motorizzazione, lo sapete che una Yaris Cross presa con finanziamento costa dopo 3 anni – anticipo + rate + maxirata – quanto una Model Y RWD, vi pare normale??) e se ne venderanno sempre meno ma con margini crescenti per non ridurre l’utile.

    Lacrime di coccodrillo.
    Pellegrini, lei è trasparente e limpido come i nostri politici. Guida auto elettriche ma da quando è alla guida della ex prestigiosa rivista ha sistematicamente e velatamente disprezzato le elettriche (Tesla in particolare, guarda caso l’unica grande industria automobilistica che porti ZERO introiti pubblicitari) con continue insinuazioni e mezze frasi (sì, la mia opinione è che lei non sia superpartes e non siamo in pochi a pensarlo, ho il numero 1 del 1956 in solaio ma persino mio padre, 90 anni il prossimo Luglio, ha smesso di comprarvi, nel 2021, dopo avere provato la mia Tesla, 65 anni dopo avere acquistato il mitico primo numero!!!), senza nemmeno avere il coraggio di schierarsi apertamente. Cita le parole di Audi, grande inserzionista, coincidenze naturalmente. Il tema non è di mercato, è di sopravvivenza e non economica. Don’t look up.

    Le prestigiose riviste di fotografia sono passate tranquillamente dalle fotocamere reflex su pellicola a quelle digitali: il mondo cambia, a volte in meglio, a volte in peggio, a volte è il mercato (betamax-WHS) a volte è la necessità cogente e irrimandabile, ethernit, Talidomide, piombo tetraetrile o report dell’IPCC. Ignorare la scienza in nome del denaro è, cito un vostro fanboy, rivoltante, giustificabile solo nell’ignoranza che non è sicuramente rinvenibile in certi personaggi. Quando non si ha colpa, si è in presenza di dolo, a mio parere.
    Commento scritto di getto, di pancia.

    1. Mi accodo a Guido che ha espresso in modo chiaro anche il mio pensiero.
      Aggiungo un’osservazione sul confronto costo Toyota Yaris Cross e Tesla Model Y.
      Circa un’anno e mezzo fa ho acquistato una MY, mi è costata di più delle concorrenti europee che avevo preso in considerazione mac’è stato un motivo che mi ha infastidito e alla fine mi ha fatto fare una spesa che non era mia intnezione di fare. Lo riporto con una domanda: “Perché dovrei comprare un’auto che mi costringe ad aprire un finanziamento che poi mi si mangerà l’incentivo statale? O comunque perché dovrei comprare un’auto che alla fine dei conti mi costa poco meno di un’altro modello che però alla fine è più completo?”

  22. Giorgio Gubian

    Ideologia o no il problema è che purtroppo non c’è più tempo per correre ai ripari e chi ne pagherà le conseguenze saranno i nostri figli e nipoti

  23. caprone manicheo

    – Pellegrini ha sempre sparato a zero su Musk in ogni occasione (almeno fino alla presentazione del Cybertruck);

    – Cavicchi (uno dei miei riferimenti di quand’ero ragazzo sull’automobilismo sportivo) ha fatto un articolo su qr dal titolo (più o meno)”il silenzio assordante sui bambini del congo nelle miniere di cobalto”.

    Ma io dico, ma chi vogliono prendere in giro:

    – Se ci stiamo staccando dal lurido petrolio (lui ed i suoi sostenitori) è grazie ad Elon Musk;

    – Portare come argomento contro l’auto elettrica i bambini del Congo nelle miniere è vomitevole in quanto:

    1 – le aziende che producono batterie hanno necessità di fornitori adeguatamente strutturati che possano garantire quantità elevate e certe (è assurdo pensare che facciano affidamento su strutture abusive non regolamentate – ma fatta la fake, magari qualcuno ci crede);
    2 – sono 35 anni che comperiamo e buttiamo elettronica di tutti i tipi (prodotta prevalentemente in Cina) provvista di batterie al litio contenenti cobalto – ed in grande quantità – possibile che si svegliano proprio ora!?!?!? possibile che si stracciano le vesti proprio adesso!?!?!?
    3 – come mai quattroruote non scrive delle devastazioni ambientali con relative malattie che avvengono in sudan ed in altri paesi africani dove anche l’ENI ha portate malattie sconosciute con i suoi impianti “a scarico libero”?!?!?!? E di tutti i morti e le guerre che il petrolio ha portato nel mondo?

      1. E da un bel po’ lo stiamo usando per ridurre il tenore di zolfo nel diesel. E anche questo andava benissimissimo, ma solo fino al periodo 2019-2020, periodo in cui le BEV hanno iniziato a fare numeri che devono avere preoccupato chi vende idrocarburi: infatti è subito comparsa la bufala dei bambini che estraggono cobalto per le BEV. Il fatto che nessuno dica che la raffinazione è stata per decenni una grande consumatrice di cobalto ci dice anche CHI ha messo in giro la bufala…

  24. Diego Gerion

    Credo che la risposta sia imbarazzante. Da me si dice “è peggio la toppa che il buco”
    Praticamente guida auto elettriche perché gli vengono regalate in utilizzo dalle case automobilistiche, ma critica le auto elettriche perché vengono secondo lui imposte…
    Secondo me una cosa veramente stupida, ma che non mi sorprende da chi oramai probabilmente “vive” di pubblicità e non dalle vendite della rivista. Oramai i no watt li riconosci perché sono un disco rotto per i commenti.

    Io lavoro nell’altro settore che è tra i maggiori responsabili delle emissioni assieme ai trasporti, il riscaldamento e raffrescamento degli edifici (ed i processi industriali). Nel mio settore le regolamentazione e i limiti sono cambiati continuamente nel corso degli anni, in maniera anche più drastica del mercato auto. Infatti i produttori che hanno saputo meglio adeguarsi alle nuove normative innovando e promuovendo prodotti nuovi… Hanno surclassato quelle industrie che hanno continuato a pensare che i limiti fossero un peso e che si potesse sempre avere una deroga “all’italiana”.
    Le pompe di calore ibride dei costruttori di caldaie italiani sono la dimostrazione dell’attaccamento al passato per evitare di spendere in R&D.

    Nel mondo automotive è successo lo stesso, ma nei guai si trovano industrie enormi che pensavano di essere intoccabili. La colpa è loro, non dei cinesi…

    1. Luca Dell'Oca

      Oh mamma le caldaie ibride, che se provi all’estero a spiegare cosa sono ti guardano allibiti.
      Hanno provato a rifilarle anche a noi perché “le pdc da sole non ce la fanno a scaldare la vostra casa, è troppo grande, rischiate di stare al freddo” oppure “avrete delle bollette elettriche esagerate” e altre fake news, esattamente come per le auto.
      Morale? Abbiamo fatto il primo inverno nogas consumando la metà dei kwh rispetto al metano, zero problemi e un terzo dell’energia prodotta in casa (cosa ovviamente non possibile col metano).

      È ora di iniziare a zittire questa gente con numeri e fatti, siano essi quelli delle pdc o i direttori di 4R.

    2. Non concordiamo con certi epiteti, con i toni del suo e di altri commenti e ancor meno con alcune maliziose allusioni. La buona fede del collega Pellegrini è fuori discussione. E così difficile argomentare nel merito?

      1. Credo che anche Pellegrini prendesse le caldaie ibride a esempio delle follie dei retrogradi.. ma forse sbaglio

      2. ‘La buona fede del collega Pellegrini è fuori discussione.’
        ——-
        francamente c’è da dubitarne
        dice di
        “il phase out del 2035 una stupidaggine autolesionista.”
        causa
        ” le implicazioni industriali / competitive / occupazionali /geopolitiche/ energetiche/ infrastrutturali”

        si vede che preferisce una mobilità con le fossili di cui non disponiamo esponendoci a situazioni geopolitiche fuori dal nostro controllo (appena due anni fa il gas per noi è decuplicato di costo) ad una mobilità elettrica con l’energia fornita GRATIS ogni anno per decenni da Madre Natura

        non serve essere titolati in economia per bollare come….queste elucubrazioni, sembrano più ossequi ai nostri decerebrati governanti attuali

        o qualcuno pensa sul serio che le nostre aziende siano felici di pagare l’energia elettrica più di tutti i nostri concorrenti (il nostro PUN nonostante la crescita delle rinnovabili è tuttora condizionato dalle fossili) e di avere la mobilità prevalentemente fossile ?

      3. Luca Dell'Oca

        E’ da ieri che riguardo questo suo commento Massimo e non lo capisco, perchè è fuori discussione? Così, aprioristicamente? Non mi farà qui la difesa della categoria spero. Anche perchè leggendo i commenti qui in molti hanno seri dubbi sulla buona fede del sig. Pellegrini, che se ne ha voglia può difendersi da solo da questi commenti.

          1. Luca Dell'Oca

            Trovo normale che uno debba difendere le teorie che espone? Si, assolutamente. Il dibattito è questo, uno espone una ipotesi, un suo punto di vista, ne discute, la difende se riesce, la corregge se ha torto, e la gente che la pensa all’opposto non ce l’ha con lui ma con l’idea. Questa cosa di trasporre ogni opinione sul piano personale è una scusa per sottrarsi al dibattito. Se dico che un’idea è sbagliata e lo dimostro, non dico che è stupido chi l’ha detta. Sa di quante teorie errate è piena la storia scientifica?

            PS: mi pareva palese ma meglio esplicitarlo, qui non si critica Pellegrini unicamente per questa lettera, ma per anni di “attivismo anti elettrico” di cui quella lettera è solo l’ultimo capitolo.

  25. Daniele Giuseppe Eugenio Colombo

    Sono ancora un abbonato di quattroruote ,ma purtroppo non è più un giornale che parla di tecnologia , anche con i passati disegni esplosi di Betti.
    Oggi che con tecnologie ,CAD sarebbe molto più facile fare commenti abbiamo il nulla .
    Che quattroruote sia stato antielettrico lo si è visto nei tempi , per quanto tempo non ha mai parlato di Tesla? Pur usando tecnologie Italiane come carburo di silicio ST ,robot Comau , gigapress di Idra ecc .
    Ultimamente, forse a causa di Audi che sponsorizza , si è ritornato a parlare di elettrico.
    Comunque non si può pensare di fare concorrenza alla cina che con sottili tecniche legali o meno ha approfittato della tecnologia .
    Vorrei fare qualche esempio , il solare parla cinese si è vero ma solo il 40 % il restante 60% è fatturato e sviluppato in Italia .
    Per le auto elettriche dovremmo fare lo stesso , ok su batterie celle base , ma ad esempio tutto il valore aggiunto dei battery pack , Inverter e Bms dovremmo tenerlo in Europa ne abbiamo le possibilità.
    E poi partire con la materia prima seconda , riciclaggio sino al 98%.

    1. tesla non fa pubblicità sulle riviste

      per taluni un motivo più che sufficiente per sparare contro tesla tutti i giorni

      succede lo stesso nella politica, il M5S voleva abolire il finanziamento pubblico all’editoria ( https://www.repubblica.it/politica/2015/10/07/news/camera_boccia_testo_m5s_per_stop_a_finanziamento_pubblico_editoria-124538854/ ) , il trattamento ricevuto da quelli che fanno informazione è stato evidente

      per il soldo c’è chi venderebbe la madre, fortunatamente non tutti sono così

  26. Gli errori che ha fatto l’Unione Europea a mio avviso sono stati due:

    – errore di comunicazione
    – fidarsi della propria industria

    Nel primo caso, stabilire una deadline ha sempre suonato come un’imposizione, cosa che allarma tutti. Complice una disinformazione interessata, nella quale ci cascano tutti gli attori che dalla Benzina ci guadagnano.
    Se non fosse stato fatto così però, oggi probabilmente non vedremmo tutte le colonnine che ora possiamo vedere e non avremmo una infrastruttura di base, necessaria alla creazione di un mercato.

    Nel secondo caso, se fossimo stati ai tempi dei produttori europei, disinteressati a cambiare il proprio meccanismo industriale, l’avvento di un mercato elettrico sarebbe stato impossibile.
    Prima di tutto, si è puntato su un cavallo che non ha voglia di correre, ma che lo fa solo se cospicuamente nutrito di biada, proprio quello che apparentemente succede in Cina.
    Poi si replica ad un argomento politico e ideologico, con argomenti altrettanto politici e ideologici, tralasciando che parte attiva in questo processo DEVONO essere anche i produttori di auto.

    Il direttore di Quattroruote asserisce di essere un convinto sostenitore dell’elettrico, visto che ne continua a guidare una, ma sostiene che non siamo pronti per l’elettrico in tutti i termini. Secondo me dovrebbe fare un po’ pace con se stesso, perché l’elettrico o lo sostieni o non lo sostieni, scaricando il problema sui produttori stessi, dicendo che l’industria non è pronta (chi la doveva preparare?). La quale, a sua volta, lamenta la carenza di strumenti decisi dalla politica per sostenere la transizione.

    Quindi, io vedo sempre il solito tira e molla tra industria e politica, la prima chiedendo soldi, la seconda facendo spallucce.

    Ma veramente solo Elon Musk è in grado di fare auto elettriche in occidente?
    Non abbiamo nessuno, ma proprio nessuno, in grado di fargli concorrenza?
    Se è così, allora il problema è più profondo, cioè stavamo proprio dormendo mentre il mondo andava avanti. E questo mi sembra molto poco lusinghiero anche verso gli industriali.

    Io sono un possessore di una A3 plug-in del 2021 prossima alla scadenza del leasing, che riscatterò e venderò immediatamente in via privata, usando poi i soldi per prendermi una Smart #1 Premium.
    Ho fatto una prova col configuratore Audi e prendermi una A3 con gli stessi optional di una Smart #1 e allo stesso prezzo, devo scegliere la motorizzazione più bassa col cambio manuale.
    Auto alla quale dovrò aggiungere 2000e di manutenzioni OBBLIGATORIE in 4 anni.
    Ergo, prendo una A3 con un polmone o una Smart #1 che è più performante e ha il range di guida adeguato per me.
    Chi ci perde con la mia scelta è Audi, perché come tutti i costruttori Europei sono in ritardo mostruoso.

  27. Riccardo Cecinati

    Rispondere a un direttore di Quattroruote è cosa difficile, ma non riesco a stare zitto, come il Pinocchio di Bennato. Ad altri eventualmente la possibilità di non pubblicare queste mie riflessioni.
    1 – “Confondere il tema tecnico con le implicazioni industriali / competitive / occupazionali /geopolitiche/ energetiche/ infrastrutturali di un cambio di paradigma è la classica generalizzazione di chi ragiona per preconcetti. ”
    Pellegrini si dimentica di citare le vere motivazioni del phase-out del 2035, cioè le ragioni climatiche. Abbattere le emissioni dei nuovi veicoli è una necessità, ce lo chiedono i continui esempi di estremizzazione degli eventi atmosferici, a cui l’Editoriale Domus ha assistito come tutti coloro che vivono in Pianura Padana. Ce ne vogliamo rendere conto? o aspettiamo che ad abbattere le emissioni sia qualcun altro per noi? tranne poi chiedere “ristori” allo stato da parte di chi ha avuto la propria attività spazzata via dall’ennesima “bomba d’acqua” ?
    2 – “esattamente come dire che gli italiani amano l’elettriche perché in poche ore sono finiti gli incentivi, dopo sei mesi di vendite a zero”
    Gli italiani , che non sono stupidi, aspettano un incentivo anche se è solo una lontana possibilità, dati gli alti listini . Questa politica dei bonus promessi e poi quasi mai mantenuti sta di fatto ammazzando il mercato dei BEV, che è poi quello che Urso ed i suoi sembrano volere. Eliminare i provvedimenti spot e sostituirli con una fluidificazione del mercato (ad es. con rimodulazione delle aliquote IVA ) avrebbe un effetto meno schizofrenico sul mercato dell’auto.
    3 – “Siccome i cinesi controllano la filiera dell’elettrico, fattore che sta obbligando tutti gli europei a fare accordi con loro, e sono essenziali per la componentistica del termico, l’inevitabile conseguenza sarà un fenomeno inflattivo che si ripercuoterà sull’intero comparto“.
    Se i cinesi controllano la filiera, forse è perchè hanno investito in R&D a cavallo dell’anno 2000 mentre i nostri marchi continuavano a costruire rombanti turbodiesel , e vorrebbero continuare a farlo alimentandoli con fantomatici carburanti e-fuel. Che si facciano un esame di coscienza, ed imparino da Tesla, BYD , SAIC, ecc. a costruire auto con metà dei componenti e una frazione del tempo.

    Io per conto mio continuerò a guidare la mia Citroen C-Zero che costa molto meno delle Kia EV9, Audi RS e-tron GT, BMW i3 del direttore Pellegrini, e mi dà tante soddisfazioni.

    1. Leonardo (R)

      Forse la prossima elettrica del direttore potrebbe essere una Tesla.

      Ah no, quella non potrà mai essere.

  28. Roberto Pallaoro

    Faccio una sola domanda al direttore: come pensa di competere con l’elettrico, quando si dà dimostrazione che l’auto elettrica arriverà a costare meno delle endotermiche?

  29. Personalmente sono da decenni un ex lettore di 4R e oggi, anno 2024, trovo del tutto obsoleto un qualsiasi giornale in forma cartacea. Detto questo frequento il sito di 4R e mi trovo spesso a commentare gli articoli per cercare di ristabilire la verità rispetto all’evidenza di una certa narrazione editoriale che è sostanzialmente contro le elettriche, per partito preso. Suffragata da una valanga di commenti di altrettanti nowatt, che scrivono senza minimamente conoscere una BEV. Infatti quella rivista NON ha mai spiegato come si usa e si guida un’ auto elettrica ma è di fatto diventata una testata che tratta di geopolitica (l’unico tra tutte le testate automobilistiche europee) e raccoglie solo notizie che mettono in cattiva luce le auto elettriche.
    Nel merito della questione faccio notare al Direttore che le tariffe doganali sono legate ad attività di dumping e non hanno nulla a che fare con il GAP tecnologico delle aziende cinesi rispetto a quelle europee. Il bando del 2035 è una cosa buona e giusta rispetto a una realtà statica che ha dettato sempre legge ai danni di noi automobilisti. E chi pensa l’incontrario significa che ha a favore il fatto che si vendano auto con progetti ventennali a prezzi esorbitanti e che ottengono zero stelle alle prove EURO NCAP. Il monopolio delle case automobilistiche europee è finito!
    E agli italiani piacciono molto le auto elettriche, e le ultime vicende sugli incentivi dimostrano solo che è solo una questione economica. E le preferiscono alle auto endoterimiche. Basterebbe portare l’IVA al 5% per le BEV e diventeremmo il paese dove se ne vendono di più.
    Il Direttore semmai dovrebbe interrogarsi su come sarà l’auto fra 5 anni (è finita appunto la staticità!), perché ne determinerà anche il tipo di automobilista e quindi l’esistenza o meno del suo giornale che è rimasto fermo da parecchi anni.

    1. Nello Roscini

      Non abbiamo le p. per una vera battaglia anti-dumping
      significherebbe investimenti privati e pubblici rilevanti
      magari coordinati con gli USA
      l’Europa era partita con il PNRR
      Biden ce l’ha scippato con il triplo degli investimenti pubblici ..
      e dazi prima di noi

      USA e Europa su fronti diversi
      si sono fatti la guerra e il terzo incomodo gode dei SUOI investimenti

      eppure i marchi USA e EU sono sempre più interdipendenti da diversi decenni

      -_-

      1. Non è che non abbiamo le palle è che non abbiamo I soldi
        Per carità potremmo fare come gli amati USA ,sanità privata , Pensioni private chi c’è la fa c’è la fa glinaltri si arrangiano, tasse al 15’/, e vedrete dopo quanti soldi ci saranno per incentivare le elettriche
        Non so se ci saranno molti contenti ma i viziatelli dell’incentivo ( con i soldi anche miei) saranno al settimo celo

        1. intanto in Italia abbiamo trovato risorse in un anno per:
          > 740 milioni a ICE-Phev (soldi anche tuoi, 14 euro anno a testa)
          > 210 milioni a BEV (3 euro l’anno a testa)

          a rendere impopolare o infattibille l’incentivo BEV non sono i 210 milioni, oggettivamente “pochi”, ma la modalità senza scaglioni di reddito/costo vetture, e le tempistiche pro-incentezza/sabotaggio

          magari una via di mezzo tra 200 milioni e i fondi I.R.A. americani, se ci fosse la volontà in modo sensato e più equo, ce la potremmo permettere e con effetti positivi

          potrebbe essere uno sconto sull’Iva dei primi 20.000e di costo di una Bev, oppure un (modesto) sgravio contributivo sui costi del lavoro per stabilimenti che producano Bev da noi,
          non servirebbe tanto, se è vero (?) che tra produrre in Italia e in Polonia ci ballano 500-600e di costo a vettura; più che altro non andrebbero dati cash, Fiat Stellantis a volte ha il vizio di incassare e poi spostare lo stesso le produzioni, e si torna al problema di avere governanti con la schiena dritta, non malleabili Eni/Petroli/Gas

          1. Se le cifre da contrapporre sono quelle da lei citate non mi resta che sorridere stiamo parlando di qualcuno contento di aver trovato 20 euro per pagare un mutuo da 1000
            Proprio vero con i soldi non propri si danno voli pindarici talmente alti che Marte sarebbe stata raggiunta da un pezzo

          2. Banalmente … penso che per diffondere le BEV almeno tra chi se la può già permettere anche senza incentivi (visto il sostanziale “pareggio” nei seg. C/D/E per molti contesti d’uso) va semplicemente riportato il costo ricarica pubblica in un contesto di normale margine commerciale… il resto vien da se…

        2. Nello Roscini

          ma il PNRR che cosa è ..
          come se li stanno “fumando” questi 200 miliardi di debito i politici italiani ??
          puntando sullo sviluppo e l’uso più efficiente dell’energia
          riducendo quella importata affiancandola alle rinnovabili che si sposano con la mobilità elettrica
          come Portogallo e Spagna ..
          o ..
          a membro di segugio come negli ultimi 40 anni conservando lo status quo ?

          sarò più chiaro
          a questo paese manca un piano
          GAS EXIT

          altro che PIANO MATTEI ..
          il nostro è il PIANO DEI MATTI

          sono un po serio e un po satirico

          1. Il parere è niente se poi ( per carità tutta colpa nostra) mi imponi spese per armamenti ? Per ripristini e incentivi vari ma sopratutto impegni di bilancio super restrittivi ( ripeto colpe dei debiti fatti da noi)
            Cosa pretendo? Semplice di funzionare come gli stati uniti
            Se vuoi che io abbia vincoli di bilancio allora mi lasci libero su altre materie ( compreso se voglio o no adottare le auto elettriche) se vuoi i vincoli legislativi metti i bilanci in comune ,azzera il pregresso e stampi moneta, le due cose insieme sono un’unica a livello planetario
            Ma visto che molti di quelli che qui scrivono adorano le dittature ( la Cina el’esempio classico)si comprendono molte cose

          2. Nello Roscini

            @Ivan.s
            forse non lo sai ma i fondi del PNRR
            (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza )
            sono fondi Europei fuori dal bilancio italico
            è debito europeo
            “Per finanziare il PNRR italiano, approvato dalla decisione del Consiglio UE del 13 luglio 2021, sono state messe a disposizione dall’Unione Europea risorse pari a 191,5 mld di euro, composti da 68,9 mld di euro finanziati da sovvenzioni a fondo perduto (grants) e 122,6 mld di euro finanziati tramite prestiti (loans).”

            regolamentato a membro di segugio ma europeo
            in alcuni paesi funziona e ha funzionato ..
            Portogallo ,Spagna ma anche Grecia ..
            dove le bollette elettriche scendono
            in Italia no ..
            dove i “conservatori riuniti” dopo che hanno ottenuto con il “miracolo Conte”, “la crana”, hanno combinato casini su casini dal 110% imputato ai 5S ..
            ma votato da tutti
            ai rigassificatori di Di MAil,CingolEni, Draghi

            diciamolo siamo attaccati alla canna del Gas
            e non vogliamo farne a meno

            e con il piano “Mattei” pardon “dei matti” continueremo a “swapare gas” ..
            fino alla bancarotta del paese

            i miei due centesimi di pessimismo e fastidio
            per la politica inetta degli ultimi 40 anni

          3. Conosco bene il tutto ma ciò che ho detto rimane perché non strettamente collegato con il per
            Io posso anche condividere ciò che espone ( su Conte credo non troveremo mai una quadra) ma ritengo che ogni paese abbia le sue peculiarità ( la Grecia arriva da una ristrutturazione che ha permesso una ripartenza più snella ( ma io non ci andrei a vivere) il Portogallo e un paese di 4 gatti e il tenore di vita e sensibilmente inferiore al nostro , un po diverso il sistema Spagna ( che conosco bene essendo nostra proprietà ( la mia holding detiene anche la dilescip spagnola) che però ha il doppio del territorio conbmeta popolazione ( e questo conta) e ha diritti lavorativi abbastanza inferiori ai nostri meno assistenzialismo e sprechi sulla.immigrazione e più dura dell’Italia
            Insomma hanno fatto meglio di noi ma non hanno mai avuto un pezzo enorme di paese che come i pulcini aspettano il cibo materno
            Il problema è che in Italia i pulcini votano
            Quindi torniamo al punto di partenza
            Modello statunitense tutta la vita

          4. Nello Roscini

            @ Ivan.s
            le comunico che i “4 gatti” del Portogallo
            10.41 milioni di abitanti
            1/6 della popolazione Italiana , produce la metà di auto che vengono prodotte in Italia

            e gli Spagnoli , 46 milioni ne producono più di 3 volte tanto ..

            e le bollette elettriche sono più basse comunque ..

            il sorpasso è avvenuto anni fà
            e in questo paese di conservatori di destra e di sinistra …
            NON SE ACCORTO NESSUNO !

            guai a citare la penisola Iberica
            guai a citare il pil procapite di questi paesi
            guai a citare i record di quote rinnovabili che fanno ogni anno ..
            il loro rapporto debito-pil

            siamo congelati alla “liretta” rossa o nera degli anni 60a noi

            cit.
            “La produzione di auto in Europa nel 2022, Paese per Paese

            Germania: 3.480.357
            Spagna: 1.785.432
            Repubblica Ceca: 1.217.787
            Francia: 1.010.466
            Slovacchia 1.000.000
            Regno Unito: 775.014
            Romania: 509.465
            Italia: 473.194
            Ungheria: 441.729
            Portogallo: 256.018
            Polonia: 255.100
            Svezia: 238.955
            Belgio: 232.100
            Austria: 107.500
            Paesi Bassi: 101.670
            Finlandia: 73.044
            Slovenia: 68.130”

            Energia

            cit.
            “Germania:

            Il Fraunhofer ISE riporta che, nel 2023, le energie rinnovabili in Germania hanno contribuito con circa 260 TWh, rappresentando un record del 59,7% della produzione totale di elettricità nel paese. Questo segna un aumento del 7,2% rispetto al 2022, grazie alla crescita dell’energia eolica e fotovoltaica. Il vento ha giocato un ruolo predominante, generando il 32% dell’elettricità totale, mentre l’energia solare ha contribuito per il 12% con una notevole crescita della capacità.
            Spagna:

            Anche la Spagna ha raggiunto un nuovo record, con oltre il 50% della produzione totale di elettricità proveniente da fonti rinnovabili nel 2023. Secondo la Red Electrica Espanola (REE), la produzione verde ha toccato i 135 TWh, pari al 50,4% del mix energetico nazionale. L’energia eolica ha rappresentato il 23,3%, seguita dai pannelli fotovoltaici al 14% e dall’idroelettrico al 9,5%.
            Portogallo:

            Il Portogallo ha anch’esso registrato un nuovo primato, con il 61% della sua elettricità netta proveniente da fonti rinnovabili, totalizzando 31,2 TWh. Un aumento del 13% rispetto all’anno precedente, attribuito alle intense piogge, ai forti venti e alle giornate soleggiate del 2023. L’energia eolica ha contribuito con il 25%, seguita dall’idroelettrico al 23%, fotovoltaico al 7% e biomassa al 6%.
            Italia:

            Al contrario, l’Italia, pur registrando numeri notevoli, potrebbe faticare a eguagliare tali risultati. Secondo il rapporto di Terna a novembre 2023, la capacità rinnovabile è cresciuta di 4.938 MW in 11 mesi, con le fonti rinnovabili che hanno contribuito al 44,2% della produzione elettrica totale netta, pari a 105,6 TWh. Tuttavia, i dati conclusivi dell’anno sono ancora in attesa.”

            io non credo alle coincidenze..
            per me energia a costo basso significa sviluppo
            al contrario significa decadenza

            https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?

            siamo nel 2024 , date una sbrinata ai neuroni ibernati da decenni , accettiamo la realtà
            e ALMENO proviamo a copiare chi ha fatto meglio di noi negli anni passati

            capisco che è doloroso ,ammettere di non avere una classe dirigente all’altezza da troppi decenni

            ma ..
            accettiamo la realtà prima che sia troppo tardi

          5. Ma tra le righe io dicevo anche questo , non ha importanza quanto produci se i tuoi costi sono alti perché nel costo devi far rientrare quello che gli altri paesi o non hanno mai avuto o hanno ridotto così come siamo siamo competitivi sulla Ferrara sulle hogan sui ryban perché hanno così tanto valore aggiunto che il prezzo conta molto relativamente
            Ovvio altrettanto che paghiamo politiche sbagliate dagli anni 90 ma questa è la realtà quando hai abituato larga parte della società che qualcuno provvede a te ( banalizzo , vai in vacanza fai da te in Mauritania ti rapiscono e lo stato copre investi in tango bond e lo stato deve aiutare, tui crolla la casa abusiva per terremoto 2.0 e lo stato che fa? Mica vuoi far dormire sti poveracci all’adiaccio) abbiamo creato un’assistenzialismo ‘votante” che come per il dentifricio non fai più rientrare
            Io questo vado predicando da tempo non si possono fare sogni senza tenere presente qual’e la nuvola su cui siedi
            Il modello statunitense ti permetterebbe un’approcio più pragmatico e meno diseducativo

          6. @Nello
            aggiungo il tuo stesso link ai prezzi Pun energia elettrica dei paesi europei, ma con selezionata nel menù l’opzione

            > media sul periodo “anno” e “2024”
            https://www.energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?interval=year

            Spagna e Portogallo sono a PUN medio 3,7 cents Kwh,

            e sempre selezionando la media temporale sul 2024,
            come quote di rinnovabili sono a 67% e 78%

            https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share_map/chart.htm?l=it&c=IT&interval=year

            notare che il Portogallo, sfiorando quota 80%, per stabilizzare il mix deve già ricorrere anche ai sistemi di accumulo energia (sta usando i suoi sistemi di accumulo a pompaggi idroelettrici “PI”, che abbiamo disponibili anche Italia per quando ci serviranno)

            ma questo non ha alzato ne il loro Pun medio, ne i costi complessivi di sistema (“dispacciamento energia”), ne le bollette, che restano tra le più basse ( a giorni avremo disponibile il calcolo Eurostat sui primi 6 mesi del 2024 )

  30. Roberto Pallaoro

    Trovo veramente irritante che si parli di ideologia solo se l’argomento non ti è gradito, come se chi lo usa non abbia posizione ideologiche che derivano dalla logica protezionista. Certo l’Europa è in ritardo, quindi o si decide di correre come si dice nel commento precedente oppure saremo surclassati da chiunque. Non esiste solo la Cina, esistono gli Stati Uniti, esiste la Turchia, che si sta attrezzando, il Messico, c’è già la Corea del Sud e la tecnologia BEV dimostra di poter essere molto economica visto i prezzi su auto premium della Cina e non credo nemmeno che il costo della mano d’opera sia determinante visto l’alto livello di automazione che hanno raggiunto. Il primo vero tassello alle paure europee lo ha messo la Tesla, che tagliando il prezzo di 12000 euro alcuni suoi modelli ha messo in difficoltà la nostra industria, vedasi il costo di una 600 e di una Model 3. Per una volta che l’Europa fa una politica industriale si dice che è stata una scelta ideologica. Si facesse l’auto ad idrogeno, ad aria compressa o ad acqua, ma se non diamo fondi alla nostra ricerca diventeremo marginali e l’industria la perderemo per sempre. Ma mi sovviene un’altra domanda: perchè non mettere i dazi anche sull’Iphone? Forse la rivoluzione delle comunicazioni l’abbiamo persa solo perchè gli altri sono più bravi o perchè noi siamo più lenti?

  31. Leonardo (R)

    Mah, cosa dire?
    Ho già risposto nell’altro articolo, le mie considerazioni finali non possono che essere che non è possibile sorpassare qualcuno tenendo il freno a mano tirato.
    O molliamo i freni e schiacciamo sull’acceleratore con decisione oppure i cinesi, Tesla e altri che decideranno di spingere a tavoletta mentre noi pensiamo di fare una gara di regolarità ci faranno le scarpe.
    Non è una questione ideologica: quella è l’argomento fantoccio per raccontare la storiella di Cappuccetto Rosso, in cui il cacciatore aprirà la pancia del lupo cattivo e salverà Cappuccetto e la nonna. Non siamo in una fiaba, purtroppo.

      1. mi pare di ricordare che 4R ha una forte presenza di inserizionisti direttamente dalla filiera carburanti e olii, di cui la linea editoriale immagino dovrà tenere conto

        secondo me è più la filiera petrolifera a insistere con le argomentazioni fantoccio anti-elettriche e anti-ban, ad es. Eni, che a me pare è arrivato anche a influenzare le leggi contro il fotovoltaico tramite gli accordi con BF e Coldiretti e il ministro dell’agricoltura

        mentre ai costruttori auto tutto sommato produrre BEV o ICE non cambia molto, perdonoin parte sul lato manutenzione, però nella vendita fatturano in entrambi i casi, anche se una frazione della lavorazione delle celle batterie non la fanno in casa (ma spesso vengono lo stesso fatte in europa)

        per le case automotive è comunque lavoro, anzi cinicamente può essere un’occasione per un rinnovo più rapido del parco auto;
        forse puntano al raddoppio, vorrebbero vendere prima gli ibridi, sapendo che tra 4-6 anni potrebbero essere sostituite anticipatamente per ricomprare auto nuove migliori, cioè BEV

        visto il ritmo di miglioramento capienza e costi batterie, al 2028-2030 al massimo non vedo spazio di interesse per altri tipi di auto, e penso che chi e del settore lo caspisca anche meglio di noi, ma non lo possa dire 😉

        1. Leonardo (R)

          È ovvio, e l’ho già detto tempo fa, che i produttori puntino al raddoppio. Anche perché le auto elettriche poi sono difficili da fare cambiare perché salta tutto il meccanismo che piaceva tanto ai produttori delle emissioni e delle rottamazioni, progressi lenti e continui in modo da trovare sempre una scusa per far cambiare auto anche a chi non ne ha tanta intenzione.
          Poi all’orizzonte c’è la guida autonoma che per i produttori è ancora più impattante del cambio di motorizzazione.
          Insomma, per le case auto di preoccupazioni all’orizzonte ce ne sono parecchie.

        2. Luca Dell'Oca

          Dimentichi la parte R&D: se continuano a vendere tecnologia esistente, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono bassissimi. Per vendere.una tecnologia nuova devono prima spendere per svilupparla.
          Quindi no, non è proprio per niente la stessa cosa per loro vendere ICEV o BEV.

          1. Leonardo (R)

            Questo è il problema principale.
            Se vai a vedere come scompaiono i “vecchi” colossi la matrice è sempre più o meno la stessa: arriva qualcuno che sviluppa un nuovo prodotto PRIMA di te e si mangia il tuo mercato. Con le auto elettriche abbiamo gli incumbent che hanno cincischiato e sottovalutato i nuovi arrivati, tranne poi rendersi conto di essere rimasti indietro e cercare di inseguire.
            La reazione è sempre la stessa, ovvero cercare di rallentare i nuovi arrivati con vari sistemi, anche e soprattutto FUD, vedi tutte le polemiche degli anni scorsi sulla CO2 emessa in produzione, le batterie che inquinano, che prendono fuoco, i freni, il peso, ecc. ecc.
            Alla fine però il tempo perso è difficile da recuperare e in pochi ce la fanno. E non devono fare passi falsi (ad esempio VW ha già fatto due passi falsi: il diesel gate e la ID.3. Toyota anche due: ha buttato fior di investimenti sull’auto ad idrogeno e la bz4x). Insomma, fare i follower non è mai troppo salutare.

          2. capito, mi scordavo ad es. il costo del nuovo software

            in generale intendevo che gli investimenti per BEV forse non sono così alti, una volta che le batterie le produci su licenza/accordo con i colossi asiatici che si smazzano lo sviluppo

            mi spiego meglio:
            se vuoi essere al vertice, ok gli investimenti in R&D pesano;
            ma in un mercato non ancora cosi competitivo ( non come quello in Cina), Stellantis Renault e VW sulle BEV medie, compatte, utilitarie, giocando sul prezzo potrebbero anche fare bene già solo assemblando Power train ( batterie, motori, inverter ) di “penultima” generazione (ma persino di terz’ultima generazione, come vw e-up)

            le piattaforme (telai batteria piatti o “ibridi”, e software) ormai le hanno realizzate, sono già al terzo restailing delle piattaforme, le considero già rodate, vari errori di gioventù corretti (es. dimensionamento della trasmissione meccanica);
            se c’erano investimenti piccoli o grandi da fare (compresi i guai avuti inzialmente con i software) sono già stati fatti,
            ora restano step incrementali più piccoli, come è sempre stato per l’automotive

            è a questo punto che intendevo dire che produrre nuovi aggiornamenti di modelli Bev gli costa più o meno come produrre nuovi aggiornamenti di Ice (forse anche meno delle ICE, contando le norme antiinquinamento che stanno riemependo el ICE di sottosistemi aggiuntivi),

            e se non lo fanno con convinzione, di puntare sulle BEV, per me non c’è molto la scusa che non sarebbero pronti a livello industraile, mi sembra più una scelta commerciale (ipotizzo interessi della filiera Oil, e magari l’aspettativa di far cambiare le auto due volte, vendendo prima le ibride e tra un po’ le BEV)

          3. Luca Dell'Oca

            Perdona R.S. ma queste sono una serie di supposizioni senza il minimo supporto fattuale, hai fatto già i conti in tasca a queste aziende senza la minima idea di come funzioni e quanti pesi finanziariamente R&D nel loro bilancio.
            Occam ti da torto: fosse così economico passare a produrre auto elettriche e convertire le filiere esistenti, l’avrebbero già fatto.

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