Il condominio mi obbliga a rifare l’impianto di ricarica

Il condominio mi obbliga a rifare l’impianto di ricarica per la mia auto ibrida plug-in, con un costo importante: ne vale la pena? È la domanda di Marco, un lettore. Vaielettrico risponde. Per scriverci: info@vaielettrico.it

Il condominio mi obbliga, ma la spesa è alta: val la pena per la mia plug-in ?

Il condominio mi obbliga

“Sono in condominio sottoposto a CPI, e anni fa ho fatto mettere una ricarica per l’automobile, una Kia Niro plug-in. Tra la presa (shuko industriale, se ricordo) e l’automobile c’è un cavo di ricarica ben dimensionato. Tra la presa e il contatore il cavo invece è il solito da 2mm^. Ho inserito una scatola di ricarica programmabile e ricarico solo di notte, con basso assorbimento. Ora il condomino mi impone di rifare l’impianto con wallbox, cavo da 4 mm^ e dispositivo di sgancio al contatore, come da circolare dei VVF e altre disposizioni. Ho chiesto un preventivo e solo per il progetto (non l’intero impianto, che potrebbe fare successivamente) l’ingegnere mi chiede almeno 1.000 euro. Tutto sommato il tutto non costerà meno di 4/5.000 euro. Secondo voi vale la pena tenere la plug-in per il risparmio? Solo con questo nuovo impianto, secondo me, mi brucerei tutto il risparmio degli anni dall’acquisto dell’auto (cioè 5). Marco Ferrari, San Donato Milanese

Proviamo a fare due conti (della serva)…

il condominio mi obbliga

Risposta. Mancano troppe informazioni per dare una risposta esaustiva. Tipo: quanti km fa all’anno in elettrico? Quanto le costa ogni kWh prelevato a casa e quanto pagherebbe nella ricarica più comoda e disponibile fuori casa? A spanne ci sembra di poter dire che  occorre un certo numero di anni per ammortizzare un impianto del genere con una plug-in. Poniamo che a casa ogni kWh le costi 0,25 euro e che nelle ricariche pubbliche AC spenda 0,60. Quanti km dovrebbe fare per ammoritzzare 4/5.000 euro di spesa? Facciamo l’ipotesi che la sua auto faccia 6 km con un kWh. Il risparmio sarebbe di 0,70 euro ogni 12 km. Ovvero 700 euro ogni 12 mila km. E se tutto l’impianto Le costasse 5 mila euro, il pareggio sarebbe a circa 85 mila km. Meglio comunque chiedere più preventivi per capire se la cifra può essere contenuta e poi decidere.

L’auto elettrica può ancora migliorare? Sì, il prof. Ceraolo spiega come : VIDEO

Visualizza commenti (30)
  1. Trovati un’ installatore che abbia un progettista che lo segue quando necessario.
    E spenderai la metà di quello che hai stimato.
    Non è nemmeno detto che serva un ingegnere, potrebbe essere sufficiente un perito inscritto all’ albo progettisti.

  2. Sinceramente più che costo, una leva molto forte è la comodità, ho due bev e mia moglie si trova molto bene con questa configurazione, è pienamente autonoma. A casa mia, ho dovuto sostituire il cavo, ma per sfilare e reinfilare, sono stati solo mezza giornata di un elettricista, mentre per il progetto, ľimpianto con lo sgancio era già fatto, quindi ho fatto bastare quello.

  3. Io ho fatto un impianto con colonnina daze con controllo dei carichi e tutto il necessario, creando nuovo quadretto e nuova linea a circa 1500€ (in parte rimborsati con bonus) secondo me non ti serve nemmeno un ingegnere. Installi wallbox nuova e l installatore ti fa la conformità… Ps io ho i 10mm2 non il 4mm2.

  4. Io l’ho fatto l’anno scorso, con bonus colonnina, stesso problema CPI.
    Comunque €5000 è veramente una esagerazione, io ho speso meno della metà e con il bonus ho speso alla fine poche centinaia di euro.
    Basta trovare un elettricista che onesto che faccia la pratica da consegnare all’amministratore la presenterà alla prossima ispezione.
    P.s: però l’autore aveva tutto il tempo di utilizzare i bonus colonnina degli scorsi anni, forse è stato troppo disattento…

  5. Argomento che mi interessa, sto cominciando a informarmi per fare il medesimo lavoro.
    Prima considerazione: il cavo da 2mm è assolutamente inadeguato, va sostituito.
    Seconda considerazione: oggi hai una plug-in, domani con una elettrica potresti aver bisogno di maggiore potenza quindi è un lavoro che poi ti durerà i prossimi 20/30 anni
    Terza considerazione: i garage con punto ricarica aumenteranno il valore generale dell’immobile

    Detto questo, non contesto il prezzo del progetto in quanto ho letto i commenti precedenti ma vorrei capire i rimanenti 4000€ di lavoro quando a 1800-2000 si riesce a far tutto senza progetto.
    Il dispositivo di sgancio in particolare deve tagliare tutta la linea dal contatore al box auto, quindi non capisco perché debba aumentare così tanto il costo. Nel mio caso devo tirare un nuovo cavo da 6mm dal contatore al posto auto, di fianco all’ingresso del garage vorrei far mettere il dispositivo di sgancio relativo solo al mio posto auto quindi penso non sia un aggravio esagerato di prezzo.
    E’ corretto o c’è qualcosa che mi sono perso?

    Grazie

    1. -vorrei capire i rimanenti 4000€ di lavoro quando a 1800-2000 si riesce a far tutto senza progetto.-

      E grazie mille, mannaggia alla burocrazia, ma è proprio perchè ci vuole un progetto (e soprattutto un progettista) che i costi salgono.
      Lo sa anche il Pota di Caiello che a tirarsi i fili da solo il costo è quasi ridicolo.
      Il problema è che non si può in certi contesti, da un lato mi vien da maledire la cosa perchè sarei di quelli che l’impianto è in grado di farselo da solo. Dall’altro mi tocca essere realista e dire che in fondo, per molto versi, è anche giusto così.
      Sarebbe il caso, quello sì, di “snellire” certe procedure e renderle meno onerose.

      1. A me avevano chiesto 500,00 € per il progetto. Nel 2020 me la sono cavata con. 2000,00 € nelle stesse condizioni, ma con linea trifase da 10 mm2.

  6. Sempre sia ringraziato il condomino TESLARO che, nonostante avesse il box non soggetto a CPI, ha fatto fare un impianto disponibile per tutti i box (compreso quello interrato -> CPI come il mio) con trifase 6mmq e sgancio.
    Costo wallbox installato della CASA 1800.€

  7. A mio avviso, al di là che l’intervento sia sovraprezzato o meno, la sostituzione dei cavi è un investimento per il futuro e non una perdita rispetto al passato.
    Tanto dall’elettrico indietro non si torna e in futuro potrebbe venire buono per una bev o due.

    1. Concordo. Il punto che una plugin ha poca autonomia elettrica quindi caricarla su colonnine pubbliche diventa scomodo a causa delle frequenti ricariche necessarie e mancanza della ricarica fast. Quindi o la carichi in garage o finisce che usi solo il termico portando in giro il peso inutile delle batterie. Soluzione ideale sarebbe vendere la plugin, prendere una BEV e farsi fare un preventivo più economico perché con 5000 euro fai un impianto condominiale intero! Così ammortizzo il costo dell’impianto viaggiando sempre e solo in elettrico (caricando a 20cent/kWh con Dolomiti o Octopus fissa, spendi da 1/3 a 1/2 rispetto ad auto a gasolio a seconda se fai molta città o autostrada). Con il garage vicino ai contatori (8-10mt di cavo del 6), progetto, wallbox con bilanciatore del carico, manodopera e quadro elettrico con collegamento a bobina di sgancio (che però esisteva già) è costata 1800 EUR. Magari per raggiungere il tuo garage devi fare 1km attraversando zone comuni, ma altrimenti 5k sono davvero tanti.

  8. A mio avviso, la burocrazia necessaria per installare una wallbox nei condomini – soprattutto in quelli soggetti a CPI – rappresenta un tema poco discusso, ma in realtà tra i più rilevanti e urgenti da affrontare a livello legislativo. Oggi ci si scontra con una normativa che, come nel caso dell’utente, può far lievitare enormemente i costi o addirittura impedire del tutto i lavori. Sarebbe auspicabile che a fine 2025 si intervenisse con una semplificazione delle regole, così da consentire a chi vive in condominio di installare in modo semplice e sicuro il proprio punto di ricarica. Eppure, a parte qualche sito specializzato, non se ne parla quasi mai: possibile che una questione così importante passi del tutto inosservata?

    1. In realtà mi sembra che, più che la burocrazia, il problema sia l’interpretazione delle norme (circolari o leggi) e i costi di installazione ed esercizio di una linea dedicata nel caso si opti per una wallbox. Nessuno può impedirti di installare una wallbox, né di usare gli spazi comuni nei limiti del decoro o della libertà altrui.
      Nella fattispecie evidenziata nell’articolo (plug-in hybrid) credo che l’utente non abbia interesse a installare una wallbox e quindi possa rispondere che non è tenuto a modificare alcunché riportando gli estremi della circolare VVFF e legge che ho citato io più sotto.

  9. FINO AD OGGI L’IMPIANTO ANDAVA BENE COSI’? cosa e’ cambiato per richiedere il rifacimento ? e’ un impianto abusivo? sul condominio prima non vigeva la normativa CPI ? l’unica cosa che stona e’ la sezione conduttori dal contatore . buona soluzione , saluti

  10. Se fossi in te indagherei se l’impianto attuale è utilizzabile con pochi interventi. Se le tue esigenze di ricarica sono limitate, magari un “differenziale” a monte di 16A sistema le cose e ripenserai ad um impianto fatto bene quando avrai una BEV

  11. Riguardo l’obbligo di dotarsi di wall-box in un condominio sottoposto a CPI c’è, in vari forum dedicati, un’ampia discussione che deriva dalla interpretazione della famosa circolare dei VV.FF del 2018.
    Tale circolare, letta assieme al Dlgs 16 dicembre 2016, n. 257 a cui fa esplicito riferimento, esclude dalla denominazione punto di ricarica “i dispositivi di potenza pari o inferiore a 3,7 kW, che sono installati in abitazioni private
    o il cui scopo principale non e’ ricaricare veicoli elettrici, e che
    non sono accessibili al pubblico (cit.)”. Quindi, la presa industriale o Schuko da 16A che è installata nel box auto NON ha come scopo principale la ricarica dell’auto (il “carichino” si stacca e si attacca alla bisogna alla pari di un caricabatterie o un trapano) quindi non è considerato, ripeto, “punto di ricarica”, né tantomeno “infrastruttura di ricarica” (di cui il punto di ricarica è parte costituente) che rappresentano invece l’oggetto della disciplina della circolare dei VVFF.
    Tutto questo presuppone un’adeguato dimensionamento dei fili a monte della presa che un elettricista comunque considera quando realizza o certifica un impianto.
    Io insisterei col condominio a desistere da questa richiesta….

    1. Per fare chiarezza.

      Una presa Schuko o CEE da 16A (≈3,7 kW) non è considerata “punto di ricarica” ai sensi del Dlgs 257/2016, se:
      è installata in un’abitazione privata,
      non è accessibile al pubblico,
      o il suo scopo principale non è la ricarica di veicoli elettrici.

      La circolare VV.F. 2018 si applica solo alle infrastrutture di ricarica.
      Una presa ≤3,7 kW non rientra in questa definizione, quindi non è soggetta a CPI né alle prescrizioni antincendio specifiche.

      Se il box auto è di proprietà esclusiva e pertinenza dell’appartamento, anche se situato in un’autorimessa condominiale è equiparabile a un’abitazione privata ai fini del decreto.
      Quindi, la presa installata al suo interno beneficia dell’esclusione normativa.

      L’impianto deve comunque rispettare le norme CEI (es. CEI 64-8), con:
      corretto dimensionamento dei cavi,
      protezioni adeguate,
      dichiarazione di conformità da parte dell’elettricista.

      È consigliabile predisporre una nota tecnica che:
      chiarisca la natura dell’impianto,
      formalizzi l’esclusione normativa,
      attesti la conformità alle norme elettriche,
      tuteli in sede condominiale o in caso di controlli.

      1. Rispondo a entrambi brevemente.

        Da sempre, trattando l’argomento più volte su questo sito, ho esplicitato e sottoscritto il vostro rilievo (considerate le normative/leggi, una presa ≤3,7 kW non è da considerarsi come un punto di ricarica).
        Quindi siamo d’accordo.

        Rimane in ogni caso aperta tutta la questione relativa al c.d. “sgancio”, da cui prutroppo non si può prescindere se questo è presente.
        Sgancio che dovrà invariabilmente “tagliare” anche una eventuale presa “privata” su parti comuni.
        Cosa che, a cascata, comporta un adeguamento della CPI sia burocratico sia nell’impianto vero e proprio, e (ahinoi) un progetto firmato da chi di dovere.

        Quindi tutto giusto quello che dite (e che dico anch’io da anni) ma ahinoi tant’è comunque.

        Sul fatto che le normative siano inutilmente vessatorie credo che non ci sia da discutere.

        Come dico sempre, qualcuno mi deve ancora spiegare perchè in ambito produttivo/commerciale io posso tenere acceso e attaccato ad una “presa blu” h24 un forno industriale (esempio banalissimo: negozio della pizza al trancio) ma mi è assolutamente vietato usare una presa blu per ricaricare la batteria di un autoveicolo elettrico.

        1. Caro Alessando riguardo alla questione dello sgancio ti sbagli.

          La Circolare VV.F. 1/2018 si applica esclusivamente alle infrastrutture di ricarica definite dal decreto. Pertanto, la presa in oggetto non rientra tra le infrastrutture soggette a CPI e non è soggetta alle prescrizioni antincendio specifiche.

          NON è necessario prevedere lo sgancio centralizzato per una presa da 16A (≈3,7 kW) installata in un box privato, se ricadente nei casi di esclusione previsti dal D.lgs.. 257/2016 e dalla Circolare VV.F. 1/2018.

  12. Fabrizio Isacchi

    500 € per un progetto?
    Il lavoro degli altri non vale mai nulla, vero?
    Con quella cifra ti prendi un foglio di carta intestata, in bianco, con timbro e firma, tutto barrato sopra e sotto.
    Evidentemente qui, non si ha idea dei costi professionali che ci sono.

    1. Progetto mi sembra una parola grossa… Sono le solite carte bollate. Un lavoro fatto a norma CEI e certificato da elettricista qualificato dovrebbe bastare, e invece servono altre scartoffie

      1. 1700 euro la perizia di dichiarazione di conformità di un impianto distribuzione gas domestico e riscaldamento ; 400 euro il documento l’ APE ; la cifra richiesta è congrua a quanto viene normalmente chiesto in giro dai vari ing. per valutazione tecniche e rilascio relativi documenti

    2. Non è un progetto è una modifica devi aggiungere un differenziale e cambiare la sezione dei cavi già esistente, c’è poco da progettare non prendiamoci in giro.

  13. Basta aggiungere al parco auto una BEV e successivamente quando sarà l’ora di sostituire la PHEV con una BEV e l’impianto si ripagherà.
    In aggiunta c’è da tenere presente che se dovesse vendere il suo attuale appartamento con il relativo box, il suo valore sarebbe maggiore, visto che ha già la linea e il wallbox per la ricarica.
    A mio avviso, il costo che lei sostiene ora, non lo deve vedere solo da un punto di vista del guadagno immediato.

    1. 👍🏼👍🏼👍🏼assolutamente d’accordo con lei🏆
      sia per la rivalutazione importante del box (un investimento sicuro) che per predisposizione al passaggio a BEV (le ibridazioni son solo transitorie.. i pochi anni tra ora e l’arrivo di batterie a capacità quasi doppia.. 2030/2035max)
      il sig. Ferrari ci deve riflettere bene (e così tutti coloro che son dotati di posto auto privato .. e magari possibilità di installar pure il FV !! )

  14. Massimo Macucci

    I prezzi indicati mi sembrano particolarmente esosi… Il progetto e` banale, quindi mi sarei aspettato di piu` qualcosa intorno ai 500 Euro. Il cavo, gia` che uno c’e`, lo metterei almeno da 6 mm^2, almeno va bene anche per installare una wallbox da 7.2 kW (per lunghezze fino a una trentina di metri). Una wallbox da 7.2 kW con anche il load balancing costa circa 850 Euro, la bobina di sgancio e relativo pulsante sui 150 Euro (a meno che lo sgancio non debba essere connesso a quello generale del condominio, cosa che puo’ introdurre costi addizionali), un differenziale tipo A 35 Euro (europeo non cinese), un magnetotermico 32 A 20 Euro, 30 m di cavo 6 mm^2 circa 80 Euro, 1 quadretto per magnetotermico, differenziale e bobina di sgancio circa 30 Euro. In piu` serve il tubo (plastica o metallo), ma anche se fosse metallo tra tubi, giunti, curve ed eventuali scatole saranno al piu` altri 250-300 Euro.
    Includendo il lavoro, un prezzo ragionevole potrebbe essere sui 2500 Euro. Ai valori indicati immagino si arrivi solo applicando enormi ricarichi sul prezzo del materiale… In ogni caso poi una wallbox di questo tipo andebbe bene anche per un’auto elettrica.

  15. Domanda: è un obbligo legato al fatto che il condominio è sotto CPI che debba essere un progetto redatto da un ingegnere? Non può essere la ditta di impiantistica stessa a redigere il progetto e a realizzarlo?

    1. -è un obbligo legato al fatto che il condominio è sotto CPI che debba essere un progetto redatto da un ingegnere?-

      Si. “Col timbro” fra l’altro.

      -Non può essere la ditta di impiantistica stessa a redigere il progetto e a realizzarlo?-

      Se nella ditta di impiantistica c’è un ignegnere col timbro, di sicuro. 🙂

      Esattamente

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