“Liberi tutti” atto secondo: dall’Europa alla Cina, auto termiche alla riscossa. I costruttori europei e gli organi di informazione a loro vicini si affiancano al presidente di Anfia Paolo Scudieri e chiedono una moratoria sull’inasprimento dei limiti alle emissioni di CO2 delle auto. Ma anche in Cina la ricetta per la ripresa dopo il tracollo di vendite da COVID-19 sembra la stessa: allargare le maglie dei vincoli ambientali pur di rilanciare produzione e immatricolazioni. Chi spera che il dopo coronavirus sia nel segno della sostenibilità è servito. Le pressioni del business, anzi, potrebbero spazzar via tutti gli sforzi fatti e da fare per una mobilità pulita.

Lettera all’Ue: congelate le multe alle auto termiche
Con una lettera firmata dal presidente dell’associazione dei costruttori Acea Mike Manley, dai vertici dei fornitori di componentistica Clepa, dei produttori di pneumatici Etrma e degli autoriparatori Cecra si chiede al presidente della Commissione Ursula von der Leyen la revisione delle normative sulle emissioni e nello specifico “alcune modifiche ai tempi” di applicazione. Di fatto le quattro associazioni propongono di congelare, almeno per il 2020, le multe legate al mancato rispetto dei limiti che penalizzano le auto termiche. Stessa ricetta la propone il direttore di Quattroruote Gian Luca Pellegrini in un editoriale dal titolo: “La proposta di Quattroruote: congelare per il 2020 le multe CO2”.
Quattrorute: la decarbonizzazione può attendere

Il 2020, argomenta Pellegrini “rischia di essere un anno tragico per l’intero comparto”. Una “tempesta perfetta”, partita in gennaio dalla Cina, già arrivata in Europa e “a seguire, in tutti i mercati dove il contagio attaccherà”. Per l’Italia Quattroruote prevede un calo annuo del 32%, con 1,3 milioni di auto vendute contro quasi 2 milioni del 2019: “un bagno di sangue”. A rischio ci sarebbero i posti di lavoro di 2,6 milioni di dipendenti diretti, più altri 11-12 milioni dell’indotto automobilistico. Quindi invoca “scelte coraggiose”. Vale a dire un audace rinvio. Tanto, “la decarbonizzazione può attendere”. Qui infatti è in ballo “la sopravvivenza dell’automobile europea”. Mentre sull’altro piatto della bilancia c’è solo la sopravvivenza del Pianeta.
E la Cina liberalizza le auto termiche
In Cina la stangata del coronavirus si è sommata a un declino delle vendite che dura da quasi due anni. Nella gran parte delle province cinesi vige il contingentamento delle immatricolazioni per le auto termiche, mentre sono libere, ma stentano a causa degli alti prezzi, quelle dei veicoli elettrici (NEV). Gennaio e soprattutto febbraio sono stati mesi da incubo. Tra le otto principali case automobilistiche cinesi, la metà ha subìto un tracollo superiore all’80%.
E ora i governi locali stanno lanciando programmi di liberalizzazione delle vendite riservati alle auto termiche. A Pechino si parla di 100 mila auto convenzionali da immettere sul mercato, in altre regioni, come Zhejiang e Hngzhou, 20 mila. Mentre le migliaia di Ev che giacciono invendute nei piazzali delle fabbriche potrebbero prendere la via dell’Occidente.
A nostro parere
Lo tsunami Coronavirus devasta l’industria dell’auto tanto quanto quella di tutti gli altri settori, alimentare e farmaceutica escluse. Nel dopo Covid-19, quindi, tutto il mondo si troverà alle prese con la stessa sfida: ricostruire da zero. E’ un’impresa che nessun comparto e nessun Paese potrà affrontare contando solo sull’aiuto del mercato: dovranno essere i governi a finanziarla e guidarla. Nell’interesse generale, nell’interesse delle future generazioni. Ripartire da un modello che ha già mostrato tutti i suoi limiti sociali e ambientali sarebbe forse l’ultimo errore che ci è concesso. Potrebbe illuderci di accelerare i tempi della ripresa, ma allontanerebbe di molto o addirittura per sempre quelli della transizione verso uno sviluppo sostenibile. Vanificando per giunta gli sforzi già fatti. L’ auto _ ma non solo quella, anche l’energia, le costruzioni, la chimica, il packaging, i trasporti aerei e navali, la logistica _, anziché chiedere alle istituzioni mano libera per continuare a sbagliare, dovrebbero pretendere fondi pubblici e visione politica per rovesciare il paradigma. Non più graduale transizione, ma un salto nel futuro.
il parere sopra esposto riassume quali pericoli si corrono se si affronta il problema della rinascita, (che diventerebbe la morte del genere umano), in maniera sbagliata per egoismo e cecità della finanza d’assalto. Fate diventare il parere una campagna di lotta contro coloro che vogliono le briglia sciolte, forse si riuscirà a dar continuità al programma in atto per ripulire l’ambiente e quindi salvare noi stessi. Personalmente ritengo che siamo già fuori tempo massimo e solo un miracolo potrà salvare dal disastro ambientale i nostri nipoti.
La vendita dei diesel era già in crisi prima dell’epidemia s adesso convincono le case ad investire ancora sul terico penso che andranno presto all’aria.
Quattroruote e pellegrini sono amici delle auto termiche ed in particolare di quelle a benzina gasolio e gpl………di chi le produce e dei petrolieri, basta leggere tutto lo sparare a zero che fa su Tesla e Musk.
A me sinceramente rattristano molto.
Ho letto molti interventi intelligenti a riprova che più di un cambio di mentalità strutturato per un semplice fine, ne avverto un senso di responsabilità. La dinamica del “progresso” ha come un volano una inerzia che utilizza energia sia nell’avvio che nel rallentamento. Quindi la domanda che si pone è: quando tutti sono disponibili ai sacrifici per questo cambiamento? Rallentamento del vecchio e riavvio del nuovo. Questo comporta sacrifici a tutti i livelli. A questo punto anche se la via è tracciata quello che determina le scelte è come disponiamo le priorità. Noi potremmo per esempio condizionare il mercato comprando tutti delle auto elettriche, ma i costi proibitivi fanno si che noi non possiamo aiutare lo sviluppo del futuro che noi vorremmo. È il caso di dire che l’impressione invece è: noi vorremmo aiutarvi ma vedete c’è ancora tanto petrolio da vendere e poi è molto più facile alimentare un mercato ormai consolidato. E poi le auto con quasi zero in manutenzione e poi dobbiamo ancora spartirci le quote per vendervi l’energia elettrica. Scusate il mio atteggiamento ma purtroppo il tutto non è legato ad un sano sviluppo dettato dalle nostre necessità ma dalle necessità di un business che non lascia nulla al caso.
Concordo con chi sostiene che il prezzo delle auto elettriche dovrebbe scendere, a sostegno di una mobilità elettrica che, finalmente dovrebbe partire a tutta velocità!
Se non è questo il momento…….
Lettera all’Ue: congelate le multe alle auto termiche
Con una lettera firmata dal presidente dell’associazione dei costruttori Acea Mike Manley,
Mi dice qualcosa questo nome
Non tutte le disgrazie vengono per nuocere.
Comunque non è detto che la moratoria venga accolta o che se accolta valga solo per poco tempo.
Resta il fatto che chi ha investito va avanti e consolida credibilità e tecnologia, mentre gli altri restano indietro.
E presto o tardi i nodi verranno al pettine.
Le mandassero in Italia, al 40% in meno le comprerei di corsa… già proprio della CorsaE che vorrei prendere a giugno, mi sa che a questo punto aspetto direttamente la ID3 e poi vediamo…
Sinceramente mi auguro che la richiesta di revisione della normativa sulle emissioni venga rigettata…
Altrimenti vorrebbe dire tornare indietro, i progressi fatti fino ad ora sarebbero stati inutili, spero che la Commissione sia lungimirante.
La penso esattamente come lei.
Più che cercare di produrre come avveniva prima del Covid-19, bisogna pensare a come vendere e cosa vendere.
In questi mesi il calo sarà verticale, le persone si sono scontrate con le difficoltà reali e il mercato dell’auto termica o elettrica è un’esigenza secondaria, impellente solo se serve per lavorare.
Cosa si venderà dopo quest’Odissea?
Si venderanno ancora auto o servizi?
E quali tipologie di servizi?
In questi mesi drammatici, il noleggio auto a lungo termine ha comportato ad auto immobile un esborso drammatico con canoni mensili da 360 fino a 700 euro.
Ora che si è in piena pandemia di Covid-19, quale sarà il destino di quei contratti e di quelle vetture per evitare di versare la quota mensile?
Serve un ripensamento tecnologico.
Mi spiego: è necessario offrire un servizio di mobilità individuale on demand, solo quando serve. Un servizio dove l’auto la si trova puntuale e pulita, sotto casa o sui luoghi di lavoro o all’uscita del supermercato.
Per fare questo, l’auto deve evolversi, deve diventare intelligente, deve dialogare con le strade, con la città e con le vetture consimili per interagire scambiando informazioni, ma dev’essere anche in grado di portare una famiglia nei week end fuori porta in percorsi autostradali e di montagna.
Altra necessità è legata alle superfici, ai materiali degli interni e nelle parti di contatto.
Antibatterici, antivirali, autopulenti e qui ecco che entrano in campo le nanotecnologie per trasformare i punti di contatto pubblici sporchi e ad elevato contatto in superfici pulite e sterili.
Nanotecnologie che rendono le superfici costantemente autopulenti. Alimentate dalla luce, tutte le superfici trattate con i nano-cristalli minerali creano una reazione di ossidazione più forte della candeggina. Lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, la superficie è in grado di ossidare continuamente i contaminanti organici senza impiegare metalli pesanti o sostanze chimiche tossiche e rilasciare dalla superficie i nano-cristalli perché molecolarmente legati al materiale.
Quindi:
– un servizio on demand tutto incluso dove non si compra il mezzo e la Rc auto fino alle polizze facoltative accessorie e dove non è necessario provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Zero burocrazia, tutto è affidato alla società di noleggio
– vetture autonome in grado di percorrere ogni scenario stradale, cittadino, autostradale, tortuoso e in salita, portando con sé una famiglia a pieno carico con la multifunzionalità del coltellino svizzero ed interni autopulenti e antibatterici.
Elettriche?
Molto probabilmente, ma soprattutto intelligenti e multifunzionali.
Oltre alla scelta autolesionista a livello globale su cui é perfino inutile spendere parole, trovo agghiacciante che ogni volta, in qualsiasi circostanza, dei privati abbiano la meglio sullo stato. Spero che il ministro Costa, per quello che puó fare in Italia, resti un baluardo contro questa aggressione alla salute pubblica e all’economia ( si ! All’economia, quella nuova che darebbe lavoro a tanti talenti di oggi e domani).
Quanto a Quattroruote beh…..inquietante
Sarebbe meglio abbassare i costi delle elettriche…che tornare indietro..