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Il carbonio si fa in tre: il buono, il brutto e il cattivo

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Il carbonio si fa in tre nella nuova tavola periodica degli elementi rilasciata ieri dalla Società Chimica Europea (EuChemS) per la conferenza sul clima COP26 di Glasgow.

La nuova tavola degli elementi periodici di EuChemS

Nella versione aggiornata della sua iconica tavola periodica, diffusa per la prima volta nel 2019, la principale variazione riguarda il carbonio. Ora è rappresentato con tre colori a sottolineare le tre facce, due delle quali assolutamente inquietanti, dell’elemento chimico fondamentale per garantire la vita sulla Terra.

Il presidente di EuChemS, professor Floris Rutjes afferma: «Con l’uscita della versione aggiornata della tavola periodica EuChemS, la Società Chimica Europea vuole continuare ad attirare l’attenzione sulla limitatezza fisica degli elementi chimici sul nostro pianeta, un problema globale che riguarda tutti. In particolare, il cambiamento del colore del carbonio mostra le crescenti sfide che stiamo affrontando riguardo alle emissioni di gas serra, che sono lontane dall’essere risolte.

La principale modifica alla tavola è la conversione del colore del carbonio dal verde a un tricolore verde, rosso e grigio scuro.

Verde perchè è abbondante e disponibile

Verde perché è abbondantemente disponibile sotto forma di anidride carbonica (in pericoloso eccesso), rocce carbonatiche e vegetazione.

Rosso per l’effetto serra sotto forma di CO2

Rosso perché sta causando e causerà sempre più seri problemi se non facciamo nulla per limitarne l’uso.

Grigio per le guerre sul petrolio

Grigio perché può provenire, sotto forma di combustibili fossili, da zone in conflitto.

Il ciclo del carbonio nella biosfera è dominato dalla fotosintesi clorofilliana, con cui le piante crescono assorbendo CO2; questa a sua volta è prodotta dalla respirazione e dai cicli vitali di piante e animali. Per millenni questi due processi, uniti all’assorbimento e al rilascio di CO2 da parte degli oceani, sono rimasti in equilibrio. Ciò giustificava il “benigno” colore verde dato al carbonio nella tavola periodica del 2019.

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La fotosintesi non è più in grado di assorbirlo

La combustione di carbone, petrolio, gas immette quantità enormi di CO2 in atmosfera che la fotosintesi non è più in grado di digerire. I livelli di CO2 aumentano, causando il riscaldamento globale e il cambiamento climatico che stanno minacciando la sopravvivenza stessa della nostra civiltà.

Cambiare il colore al carbonio è una chiamata a raccolta per tutti. Specialmente per chi dovrà stipulare accordi importanti alla COP26, per ridurre le emissioni di CO2 a beneficio soprattutto delle giovani generazioni.

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Pozzi petroliferi in fiamme durante la guerra in Kuwait

Nella tavola aggiornata il carbonio è ora indicato anche in grigio perché può provenire da luoghi dove si combattono guerre per il controllo dei giacimenti di petrolio. Il petrolio è la principale fonte di carbonio fossile e i proventi sono usati per finanziare guerre.

Come per tutti gli altri minerali provenienti da zone di conflitto, EuChemS si appella alle aziende della estrazione e raffinazione del petrolio affinchè non operino in giacimenti macchiati dai conflitti.

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Il prof. Nicola Armaroli

Armaroli: così possiamo salvare la biosfera terreste

Il professor Nicola Armaroli, presidente del gruppo di lavoro di EuChemS sulla tavola periodica e membro del comitato esecutivo, dice:

«Il carbonio è l’ingrediente chimico chiave della vita sulla Terra, ma la nostra civiltà assetata di energia lo ha reso un intricato problema ambientale e geopolitico. La versione aggiornata della Tavola Periodica EuChemS ritrae la complessità di un elemento chimico unico, che definirà il modo in cui affronteremo la sfida della sostenibilità, a partire dalla COP 26 di Glasgow».

La versione aggiornata della tavola periodica EuChemS evidenzia in modo grafico efficace i problemi legati al carbonio nel mondo di oggi. Se agiremo responsabilmente riducendo la nostra dipendenza dai combustibili fossili – e non utilizzando risorse provenienti da zone di conflitto – possiamo salvare la biosfera terrestre e la civiltà moderna che su di essa poggia, riportando il più presto possibile il carbonio all’unico colore che merita: verde.

Per maggiori informazioni sulla versione aggiornata della tavola periodica EuChemS vedere qui: https://www.euchems.eu/euchems-periodic-table/

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3 COMMENTI

  1. Perchè nel frattempo è sparita l’industria non perchè ha reso piu green i consumi. Con tutti i prodotti made in china che produce 12 milioni di tonnellate di carbone al giorno non credo che sia l’industria l’esempio da seguire. Senza contare le truffe ai danni di consumatori ed ambiente(vedi dieselgate). Le analisi commissionate alle grandi compagnie petrolifere negli anni ’70 e ’80 mostravano chiaramente l’impatto climatico dell’aumento della concentrazione di Co2 in atmosfera ma hanno avuto l’ordine di non divulgarle. Chiaramente è più facile prendersela con i cittadini colpevolizzandoli del loro stile di vita( come se quedto non fosse stato imposto dal consumismo che pretendeva una sempre maggiore produzione) che sulle grandi multinazionali e sulle grandi compagnie. E’ più facile parlare di quote personali di Co2 per cui se mangio una bistecca devo pagare una quota salatissima mentre i grandi allevamenti di bestiame nemmeno dotano le stalle del recupero di metano ma lo liberano in atmosfera(22 volte peggio della Co2), fintantochè non vengono incentivati; perchè loro pretendono la sovvenzione, mica l’hanno fatta una legge a scadenza sulle stalle aperte, no quelle le fanno solo sui trasporti privati. Ma vabbè sarebbe troppo lungo l’elenco.

  2. La ricerca di minimizzare la propria impronta carbonica dovrebbe essere la priorità per tutti noi, un obbligo per chi ha abbondanti risorse economiche per esempio, ma anche a livello industriale dovrebbe essere un must ancor prima della ricerca della massima produzione possibile; è questo che deve fare la politica, ancor oggi vedo molti capannoni senza pannelli fotovoltaici, anche di aziende che consumano tutto il giorno elettricità e che potrebbero recuperare i costi di un impianto fotovoltaico in poco tempo o addirittura guadagnarci.

    • Fatto sta che l’industria ha ridotto le sue emissioni del 30% negli ultimi vent’anni. Il trasporto le ha aumentate…

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