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Il boss della Volkswagen striglia Ionity per il Brennero

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La foto postata su Linkedin da Herbert Diess a corredo del suo post.

Il boss della Volkswagen, Herbert Diess, sigilla Ionity pe la stazione di ricarica del Brennero: troppo pochi 4 punti di ricarica e … niente toilette e caffé.

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Herberto Diess, presidente del Gruppo Volkswagen.

Il boss della Volkswagen: poche 4 ricariche

Diess ha uno stile insolito per i top manager delle grandi Case auto: è uno che non la manda a dire e lo scrive sul suo profilo Linkedin senza tante diplomazie. Anche quando è in vacanza, come accade in questi giorni, con destinazione (come ogni anno) Lago di Garda. Naturalmente al volante di una Volkswagen ID.3, in questo caso una PRO S, con batteria da 77 kWh e oltre 500 km di autonomia dichiarata. Nulla da dire sull’auto, naturalmente, anzi…”Con uno stile di guida sobrio e difensivo“, scrive il n.1 del colosso tedesco, “si potrebbe fare Lago di Costanza-Lago di Garda senza ricarica intermedia, soprattutto nel traffico delle vacanze, più denso“. Quindi: con velocità più basse e continue decelerazioni, l’ideale per un’auto elettrica. Ma qui arrivano le dolenti note: “Troppo pochi punti di ricarica al Brennero! Solo quattro. Certo, tutti si fermano al centro commerciale. Occupato anche lì. Così siamo andati a Trento. E nonostante le critiche dello scorso anno: niente toilette, niente caffè…Tutt’altro che un’esperienza di ricarica premium, IONITY!”.

Ora in Italia per le HPC la VW è alleata con Enel X

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Come molti tedeschi, il presidente Diess ama le vacanze al Lago, in particolare sul Garda.

La strigliata pubblica di Diess apre nuovi interrogativi sui rapporti tra la Volkswagen e Ionity. Il Gruppo di Wolfsburg, anche con Audi e Porsche, è stato tra i fondatori e i maggiori finanziatori di IONITY. Ma poi si sono rincorse voci su un raffreddamento e su una volontà di Volkswagen di battere altre strade per dotare l’Europa di caricatori ad alta potenza. E in molti Paesi sono stati stretti accordi con partner che faranno esattamente questo. In Italia, per esempio, è stata formata una joint venture con Enel X che si proporrà proprio come operatore di stazioni di ricarica (Charging Point Operator, CPO”). Realizzando (tra il 2021 e il 2025) e gestendo nuove stazioni in 700 località. Si parla addirittura di una rete dotata di oltre 3mila punti di ricarica fino a 350 kW ciascuno. La joint venture si concentrerà sui centri urbani, sulle tratte principali più utilizzate dai pendolari e sulle strade extra-urbane.

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18 COMMENTI

  1. Secondo me i punti di ricarica andrebbero installati nei centri urbani. Nei 40 minuti di tempo per la ricarica le persone potrebbero usufruire di bar, ristoranti, edicole, fare commissioni…
    Sarebbe un modo per vivacizzare i centri, soprattutto nei paesi medio-piccoli che con le aperture dei grandi centri commerciali sono entrati in crisi. C’è da considerare anche che chi acquista oggi un’auto elettrica spesso non ha grossi problemi economici, ne gioverebbe l’economia dei piccoli centri.

    • Le ricariche fast in città non hanno senso, già il dover uscire dall’autostrada è una rottura pensa poi se mi devo anche perdere nel traffico per andare a ricaricare…

  2. Stesso problema delle mie parti, Aosta. Non è chiaro come ragioni chi decide dove mettere una colonnina… molto spesso in una zona priva di qualsiasi interesse. Come mai?

    • Ad Aosta avete il supercharger di Tesla, il più grande d’Italia se non sbaglio. A breve Musk dovrebbe aprirlo a tutti, anche a chi non ha la Tesla.

  3. “continue decelerazioni, l’ideale per un’auto elettrica”. E continuiamo con questo orrore, siete duri, mi sta venendo l’orticaria, questa cosa è vera solo in discesa, non in rettilineo, viola le leggi della fisica! Ve lo torno a ripetere: potete chiedere a un professore universitario? Tanto di me non vi fidate, lo fate un bell’articolo tecnico sul fatto che dimostri che le continue decelerazioni sono l’ideale per un’auto elettrica? In particolare, perché è questo il punto nevralgico, chiedete al professore se è meglio viaggiare a velocità costante in totale assenza di traffico o facendo continue decelerazioni seguite da altrettanti leggere accelerazioni per riacquistare la velocità di crociera?

    Sapete perché andate in errore su questo punto? Perché “empiricamente” i dati vi suggeriscono questa soluzione. Ma sbagliate ad interpretarli. Quando c’è molto traffico, non è la frenata che fa il miracolo MA il fatto che, per colpa del traffico, viaggiate a velocità più basse. E l’auto elettrica quando più lenta va meno consuma (sto semplificando perché a bassissime velocità non è così ma conosciamo tutti la curva dei consumi in base alla velocità di un’auto elettrica, quindi evito precisazioni). Ecco che in città o col traffico voi vi trovate con consumi bassissimi mentre con la strada sgombra consumate: siete solo andati più piano. Ma la frenata (tranne che in discesa) è sempre energeticamente svantaggiosa per l’auto elettrica: meglio procedere piano, “veleggiando”, senza frenare.

    • Il professore universitario te l’ha già spiegato, ma tu proprio non lo vuoi capire. Accelerazioni e decelerazioni non creano energia dal nulla, è ovvio. Nell’auto elettrica, però, una parte dell’energia viene recuperata, in quella termica no. Quindi è una condizione di marcia in cui l’elettrica è più vantaggiosa rispetto alla termica. E guarda che per la marcia in discesa vale lo stesso identico principio

      • Massimo è la parola “ideale” che è totalmente fuori posto. Con la frenata recuperi circa il 30% di energia: in qualche modo limiti i danni della decelerazione. E’ come se dicessi che con l’airbag i danni all’automobilista sono inferiori del 30% rispetto all’auto priva di airbag. Non è che posso concludere che l’incidente è la situazione ideale per chi ha un’auto con l’airbag.

        La decelerazione non è ideale per nessun veicolo. Per l’auto elettrica i “danni” da decelerazione sono un po’ più contenuti, ma anche per l’auto elettrica è un “guaio” la decelerazione.

        Cosa cambia in discesa? Che per ritornare alla velocità precedente alla frenata non spendi energia perché utilizzi la gravità per riacquistare la velocità di crociera. Quindi la frenata è un danno solo per il tempo di percorrenza / velocità media ma energeticamente parlando in effetti c’è recupero di energia senza successivo dispendio e il bilancio finale energetico è positivo.

        Non così in rettilineo dove il bilancio energetico è negativo esattamente come per tutti i veicoli in circolazione, solo che il danno qui è contenuto, ripeto, del 30%. Tutto qui.

        “continue decelerazioni, l’ideale per un’auto elettrica” = FAKE NEWS o quinto principio della termodinamica? Scommetto che il professore la pensa come me e anche a lui verrebbe la pelle d’oca a leggere questa affermazione.

        • Le continue decelerazioni in città te le impone il traffico: non sono una scelta, ma una necessità. Almeno per noi mortali, non so per i fenomeni come te. In quelle condizioni l’auto elettrica è più efficiente rispetto alla termica che butta via l’energia cinetica e per di più consuma i freni.
          La forza di gravità è l’equivalente dell’inerzia. Una l’ ottieni spendendo energia per accelerare, l’altra spendendo energia per salire.

      • È giusto il ragionamento del sig. Enzo.
        Accelerazioni e decelerazioni continue, sono sì il campo dove l’auto elettrica dimostra maggiore efficienza rispetto alla termica, ma in assoluto, cioè confrontando diverse condizioni di guida/traffico con la stessa auto elettrica, non dovrebbe essere più efficiente un viaggio irregolare rispetto ad uno a velocità costante.
        È chiaro che se lo foss, il vantaggio deriverebbe dalla minore velocità media, non dall’energia recuperata, che NON può essere il 100%

        • Che senso ha speculare sul “senso assoluto”? Ovvio che si ragiona sulla situazione reale, dove le condizioni del traffico non le scegli ma le trovi.

    • Certo che viaggiare a velocità costanti è meglio, ma quando ti ritrovi a scendere dalla Germania verso l’Italia in agosto il traffico e i continui rallentamenti ci sono, che ti piacciano o no. Non è che puoi scegliere tra una strada sgombra e una trafficata.
      E in condizioni di continui rallentamenti l’auto elettrica è avvantaggiata rispetto alla termica.

    • Effettivamente la frase è stata impostata male. Ovvio che la situazione ideale per ogni veicolo è un rettilineo libero, però avere un veicolo che in condizioni di traffico intenso mi recupera il 30% di energia cinetica e la trasforma in energia elettrica, contro lo zero assoluto di un veicolo ice, che in più mi consuma di più i freni, beh, per me è un enorme vantaggio..

  4. 2 spunti dall’intervento di Diess:

    1) sta chiedendo più postazioni di ricarica fast (ma va? da chi altri l’avevo sentita questa cosa qua? Non ricordo …)

    2) si è accorto anche lui di un “piccolo” problema: che un punto di ricarica dovrebbe essere vicino a un bagno e un caffè. E ha ragione! Se mi fermo per ricaricare 40 minuti, è probabilissimo che mi venga sonno (per cui ho bisogno di un caffè) o debba andare in bagno. Come li passo 40 minuti, a farmi i selfie seduto in macchina? A leggere Proust, “alla ricerca del tempo perduto”? E come la mettiamo con la colonnina in mezzo alla strada? Il problema bagno + caffè non è risolvibile con l’impostazione attuale. La mia proposta è quella di ricariche iper fast da 600 kw presso i distributori attuali. Gli altri cosa propongo? Di quanto aumenterà il costo della tariffa Ionity se dovrà aggiungere anche questi servizi?

    • Perfettamente d’accordo! L’ottimo sarebbe mettere punti di ricarica presso tutte le stazioni di servizio medie o grandi con toilette e ristoro ma convincere le società petrolifere la vedo dura, sarebbe come chiedere a un pollo se vuole essere fatto con le patate o con i peperoni.

    • Si lamentava pure che installando in un centro commerciale le trova occupate.. probabilmente anche da auto già cariche dato che lì passano anche più di 40 minuti..

      • Non so bene se è già fattibile cone attuali tecnologie di guida autonoma ma sarebbe interessante se l’auto potesse a ricarica completata sganciarsi e parcheggiarsi da sola altrove, in un contesto come il parcheggio di un supermercato sarebbe ideale…

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