Il Bicar: così vi sembra troppo?

Si chiama BiCar, ha tre ruote e un solo posto, è stato studiato dall’Istituto di Scienze Applicate dell’Università di Zurigo (ZHAW) pensando al car sharing.

Tre ruote, un posto, velocità max 45 all’ora

No, bello non è. Ma non è stato studiato per piacere. È stato pensato per occupare poco spazio, ma consentire comunque gli spostamenti dei singoli all’interno delle città. Presto potrebbe andare in produzione. In pratica è una via di mezzo tra uno scooter e un quadriciclo, o macchinetta che dir si voglia. La velocità massima non va oltre i 45 all’ora. Ed è l’ennesima prova di quanto le università di tutto il mondo si stiano applicando nella ricerca di soluzioni di mobilità innovative.

Partendo dal foglio bianco, senza farsi condizionare da quel che è stato fatto finora. Recentemente vi abbiamo parlato della Ethec, una sorprendente moto elettrica progetta sempre a Zurigo, ma dal Politecnico, che promette 400 km di autonomia. Qui non è la capacità delle batterie a interessare, ma l’ingombro del mezzo. Le misure, in questo caso, sono talmente ridotte da far sì che in un normale parcheggio per auto ci stiano ben otto BiCar. Il tutto grazie al lavoro congiunto di 5 istituti di ingegneria della ZHAW, assieme al Corso di Sistemi di Trasporto.

Uno dei primi studi del Bi Car, presentato nel 2015

Poi il progetto, presentato una prima volta nel 2015, è stato preso a cuore da un investire svizzero, Urs Horat, fondatore di un società che si occupa di connettori elettrici, Compona. L’idea è di riuscire a omologarlo entro un anno, per poi proporlo con la formula del car sharing free-flow (lo prendi e lo lasci dove vuoi) nelle principali città europee. A  cominciare ovviamente da Zurigo e dalla Svizzera. Con un occhio particolare alle città del Nord Europa, dove l’abitacolo del BiCar può fare particolarmente comodo per viaggiare con pioggia e basse temperature.

 

 

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