Il 50% di elettriche nelle flotte aziendali. La richiesta è alla UE, con 10 firmatari tra cui aziende di noleggio-leasing e associazioni come T&E e l’italiana Motus-e.
Il 50% di elettriche nel 2025, il 100% nel 2030
La lettera è indirizzata anzitutto al vice-presidente della Commissione di Bruxelles, Frans Timmermans. E parte da un presupposto: le auto aziendali oggi in Europa rappresentano il 60% delle vendite. E, una volta immatricolate, percorrono una media di km all’anno pari a 2,25 volte la distanza coperta dalle auto dei privati. Peccato che nel 2019 i veicoli acquistati dalle società siano stati per il 96% a benzina o a gasolio. Ergo: se davvero si vogliono ridurre le emissioni, è anzitutto su questo parco circolante che bisogna agire. L’ obiettivo suggerito è di imporre alle aziende con flotte superiori a 25 veicoli di acquisire almeno il 50% di auto e furgoni elettrici. Obiettivo che dovrebbe salire al 100% nel 2030. Tra i firmatari c’è anche un grande noleggiatore come Leaseplan, che già ha preso posizione piuttosto nette sulla transizione all’elettrico (guarda l’articolo). All’appello hanno aderito anche Eurelectric, Energy Web, Euro Cities, Polis, Charge Up e Aedive, oltre alle citate T&E (Transport&Environment) e Motus-e.
“Norme per incentivare anche la riconversione dei taxi”
La lettera inviata alla UE include anche altre tre raccomandazioni:
- Introdurre sistemi normativi che spingano le flotte ad alto chilometraggio nelle aree urbane ( taxi, car-sharing, Uber ecc.) a riconvertirsi alle emissioni zero, dal 2025.
- Rivedere la normative che sovrintende all’installazione di punti di ricarica, per accelerarne la messa in opera.La revisione dovrebbe riguardare sia le colonnine pubbliche, sia quelle private ad uso pubblico e quelle private e basta. Questo anche attraverso modifiche alla European charging infrastructure law (AFID – Alternative Fuels Infrastructure Directive). Puntando a far sì che gli automobilisti “elettrici” possano ricaricare facilmente e senza soluzioni di continuità in ogni Stato della UE. Da rivedere anche un’altra norma, la EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), per agevolare la ricarica domestica.
- Premiare gli sforzi di città e regioni che attrezzano stazioni di ricarica disponibili anche per le flotte aziendali.
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