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Il 2035 secondo Mercedes: “Favorevoli”

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La EQS Suv, ammiraglia della flotta elettrica Mercedes, composta da 9 modelli.

Il 2035 secondo Mercedes, favorevole al passaggio alle emissioni zero: “Pronti a diventare completamente elettrici, dove le condizioni di mercato lo consentono”. Nel comunicato rilasciato dalla Casa di Stoccarda non si parla di idrogeno.

il 2035 secondo MercedesIl 2035 secondo Mercedes: favorevoli, ma servono più ricariche…

Il piagnisteo che sta accompagnando la decisione della UE di consentire la vendita solo di auto a emissioni zero dal 2035 non è condiviso dai grandi marchi tedeschi. Ecco quel che scrive la Mercedes: “In linea di principio, accogliamo con favore la decisione. Entro il 2030, siamo pronti a diventare completamente elettrici ovunque le condizioni del mercato lo consentano. Tuttavia, la risoluzione obbliga anche i politici a fornire le infrastrutture necessarie. Decisivo per il successo della protezione del clima nei trasporti è l’accettazione del nuovo e non solo il divieto delle tecnologie tradizionali. Il nostro obiettivo è e rimane una mobilità senza emissioni. Sfruttiamo tutte le possibilità per ridurre le emissioni in modo rapido e sostenibile. Stiamo sviluppando nuove tecnologie di propulsione sempre più efficienti e le mettiamo su strada“. La Casa tedesca parla di un passo strategico da “electric first” a “electric only“, “accelerando la trasformazione verso un futuro senza emissioni e guidato dal software“.

il 2035 secondo Mercedes
Ola Kallenius, n.1 di Mercedes Group.

Gli e-fuels? “Meglio caricare elettricità green direttamente nella batteria…”

La Mercedes ricorda poi che la sua gamma comprende già 9 modelli elettrici (più la smart): EQA, EQB, EQC, EQE, EQE SUV EQS, EQS SUV, EQV, EQT. E che
dal 2022 offre veicoli elettrici a batteria (BEV) in tutti i segmenti in cui il marchio è presente. Dal 2025, tutte le nuove architetture dei veicoli saranno puramente elettriche: nello stesso anno verranno introdotte 3 nuove architetture EV. Non si vedono sviluppi concreti, invece, per gli e-fuels: “Consideriamo gli eFuels un’opzione per la flotta esistente. I combustibili rigenerativi possono contribuire a ridurre la percentuale di combustibili fossili. Questa può anche essere una soluzione per navi o aeroplani. Tuttavia, per motivi di efficienza energetica, è meglio caricare l’elettricità verde direttamente nella batteria. La conversione dell’elettricità verde in eFuels è un processo che riduce l’efficienza energetica“.

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27 COMMENTI

  1. Al di là dell’insipienza totale dei nostri politici, la Comunità Europea ha dato un quadro normativo certo, che è quello che chiedevano tutti i costruttori, Stellantis compresa. Che dopo un iniziale titubanza, ha cominciato (in ritardo) a muoversi nella direzione giusta. Quindi non si capisce a che pro Meloni e Co. vanno contestando tale decisione. Che è già stata superata dalle Case, che si dicono quasi tutte pronte addirittura anticipando la scadenza. I Cinesi? Loro ci fanno concorrenza da sempre, su tutto, facciamocene una ragione e competiamo con le armi che abbiamo, e ne abbiamo.

    • C’è il quadro normativo ma manca totalmente la politica industriale. USA e Cina invece hanno un’ottima politica industriale. Il rischio è l’invasione e la fine di un’industria che è la prima voce del pil europeo (perché va considerato anche l’indotto).

      Ti ricordo che quando per incapacità politica lasciammo che la produzione di certi prodotti finisse in Cina (ad esempio il tessile) poi non ci siamo più ripresi. Se anche le auto finiranno per produrle lì, noi in Europa cosa esporteremmo più? Le tagliatelle bolognesi?

      Possiamo prendere in giro quanto vogliamo i produttori europei ma se Stellantis e Renault sono in difficoltà saremmo davvero miopi a pensare che non c’è una testa pensante in tutta l’azienda e ridurre tutto all’ozio e alla mancata volontà di innovare. Mentre Kallenius oggi plaude alla norma, De Meo la critica ferocemente. E’ chiaro che questa scelta mette in ginocchio chi produce le auto economiche e non per ricchi.

      Se ci rifletti ci sono 6 colpi mortali alla nostra industria a cui viene chiesto l’impossibile:
      – non abbiamo una politica europea che tuteli la produzione locale, a differenza di Cina e USA
      – solo noi stiamo applicando il ban al termico dal 2035, Cina, Giappone e USA no!
      – solo noi abbiamo a transizione in corso anche l’adeguamento all’Euro 7 che drena risorse
      – le nostre aziende partono già in svantaggio perché USA e Cina sono già più avanti
      – il costo del lavoro è più basso in Cina e USA
      – Cina e USA hanno maggiori giacimenti di materie prime e da noi, anche quando si trovano, ci sono 1000 ostacoli burocratici all’estrazione

      Questa non è una competizione alla pari, è come un incontro di boxe dove uno dei 2 pugili deve battersi bendato e con una mano legata dietro la schiena. Competere con le armi che abbiamo? Magari, ma con tutti questi vincoli non c’è partita …

      • Sono d’accordo, manca la politica industriale. Che spetta ai Governi. La competizione è aspra, e abbiamo i nostri problemi, ma le auto più belle (di gran lunga) e tecnologicamente avanzate le facciamo noi in Europa. Quindi siamo perfettamente in partita, ed è giusto pretendere dalla politica che ci metta in condizione di giocare ad armi quasi pari.

  2. Fiat/stellantis… perché una mg zs, con qualità bassa, si ma optional che una 500 non ha neppure a listino, maggiore autonomia ecc… costa come una 500-e?
    Qualitativamente non siamo lontani, il portellone della zs pare un aquilone tanto quanto quello di molte fiat.
    Non parliamo di un colosso, saic fattura quasi metà di stellantis.

    Stellantis ha la possibilità di fare economie di massa, ha un patrimonio di brevetti e tecnologie e una storia incredibili, ma non riesce a tirar fuori un modello veramente competitivo.

    Io ho preso una B250e, tra le alternative c’era la Compass, meno prestante, con i vantaggi offerti da Mercedes costava anche di più, com’è possibile? Per esempio
    – Mercedes fa 5 vetture che condividono quasi tutto, A, B, GLA, CLA, CLA sb,
    Fiat ha la tipo, tipo b, tipo sw, 500L, 500X, , a parte le 3 tipo perché son tutte diverse dentro? E la storia si moltiplica su tutti i marchi.

    • Volkswagen ha si 4 marchi, ma il grosso della differenza sono le carrozzerie e gli isolanti/assemblaggi, non è impossibile che sotto la plancia di un q5 ci sia la stessa struttura che trovi in un kodiaq.
      Stellantis pare ci stia provando con Opel e Peugeot (e forse i nuovi modelli fiat) a standardizzare un po’, ma alla fine si ritrova con tanti marchi autoconcorrenziali, che è un po’ un suicidio commerciale.

      • /// Stellantis ha la possibilità di fare economie di massa, ha un patrimonio di brevetti e tecnologie e una storia incredibili \\\ Direi che le economie di massa sono piú che fattibili e del resto credo che vengano giá attuate altrimenti S. non sarebbe riuscita a stare a galla… In quanto ai brevetti e al know-how, penso che pur notevoli in passato non sono piú aspetti rimasti al passo con i tempi (esempio dei primi : brevetto Multijet ceduto agli “operatori di settore” tedeschi ; esempio dei secondi : piattaforme in comune con altri costruttori)

  3. Beh, l’elettrico è una manna dal cielo per i brand premium e luxury. Mi meraviglierei del contrario.

    https://www.vaielettrico.it/avete-dubbi-sullelettrico-mercedes-no/

    https://www.vaielettrico.it/la-mercedes-stop-a-nuovi-motori-a-combustione-solo-elettrici/

    https://www.vaielettrico.it/anche-la-mercedes-vota-elettrico-piani-e-modelli/

    https://www.vaielettrico.it/da-mercedes-stop-a-nuove-ibride-plug-in-barra-sullelettrico/

    E soprattutto:

    https://www.vaielettrico.it/la-mercedes-le-nostre-auto-solo-elettriche-entro-il-2030/

    Chiaro che se loro puntavano a diventare full electric per il 2030 e hanno sospeso sia lo sviluppo di nuovi motori endotermici che di quelli plugin, non possono che sorridere per la decisione presa in Europa. Al momento i risultati di vendita in Europa sono deludenti per Mercedes ma la domanda resta forte in Cina. Anche lì però nell’ultimo trimestre si sono accese delle spie, con un crollo della domanda: Mercedes è corsa ai ripari con forti tagli di prezzo (fino a 33000 $ sulla EQS). Con la nascita di brand luxury in Cina, Mercedes potrebbe avere vita dura. Ad ogni modo i margini aumentano (… dai … chissà come mai …) e quindi ad oggi sono tutti felici.

    • Scusa Enzo, ma tu credi che un “brand luxury” come lo chiami tu si possa costruire dall’oggi al domani così, perchè lo si vuole? Sai qual’è uno dei tratti distintivi dei marchi del lusso? La storia. Che, per il momento, non si può comprare.

      • MG, Jaguar, Volvo, Rover, giusto per citare qualcuno che ha cambiato pelle e NON faceva auto propriamente di massa. Poi ci sarebbe Bugatti (ora VW), De Tomaso (in attesa di risorgere, Hong Kong), Aston Martin (Kuwait), Bentley (VW), Rolls Royce (BMW) … devo continuare?

    • Che problema avrebbero i tedeschi? Loro fanno auto costose e per pochi (a parte Opel) e quindi qual è la difficoltà a vendere elettriche da 500 cavalli e autonomie stellari a prezzi che noi italiani non sappiamo neanche pronunciare? I problemi ce li hanno i brand generalisti come Stellantis che non è che possono trasformare Fiat, Citroen e Peugeot in un un brand premium dall’oggi al domani …

      • Guarda caso, l’unico modello elettrico della Fiat, la 500e, è un successo continentale. Citamene un altro, nell’ultimo decennio, con motore endotermico

        • Una rondine non fa primavera e tutto il mercato di Fiat non può ridursi a un modello, pur di successo, che è la 500. Convertire in elettrico Lancia Y, Fiat Panda, Fiat Tipo, etc non sarà una passeggiata.

          Questa la top 5 delle case che hanno venduto più elettriche:
          BYD: 1.857.549; 18,4% di quota (vs 9,1%)
          Tesla: 1.314.330; 13% di quota (vs 16%)
          Volkswagen: 831.844; 8,2% di quota (vs 13%)
          SAIC (SAIC-GM-Wuling): 724.911; 7,2% di quota (vs 10,5%)
          Geely-Volvo: 606.114; 6% di quota

          Totale della Top 5: 5.334.748 (52,8% di quota)

          Non vedo né Stellantis né Renault …

          • Stai tranquillo arriveranno i cinesi al posto di Stellantis a vendere le auto popolari. Continuate così che per LORO sarà una passeggiata.

          • Le BYD (ma anche gli altri) includono le PHEV
            Le elettriche pure sono 913.000, 400.000 auto in meno di Tesla, che rimane il primo produttore mondiale di BEV.

      • Non è dall’oggi al domani, è quantomeno dal 2012, quando Tesla ha cominciato a consegnare le sue auto elettriche. In 11 anni qualcuno in FCA/Stellantis avrebbe potuto chiedersi se Musk stava buttando via soldi o galoppando verso il mercato del futuro.

        • Nel 2012, mentre Tesla consegnava le sue roadster biposto a 100K$ e lanciava la S da oltre 50K, Renault aveva la sua linea di elettriche ‘popolari’ o indirizzate al mercato di massa. Oggi Tesla è leader mondiale del mercato BEV con modelli da 50K a salire, mentre il CEO Renault avverte che le condizioni esogene del mercato mondiale rischia di mettere fuori gioco le case europee.
          A mio insignificante parerel’elemento fondamentale rimane sempre lo stesso.

    • /// Perchè i tedeschi affrontano i problemi e noi invece buttiamo tutto in politica? \\\ E chi lo dice che anche loro non mettano in mezzo la politica (sia pure in modo piú “pragmatico” del nostro) ? Vedi passaggio della dichiarazione ufficiale : /__ entro il 2030, siamo pronti a diventare completamente elettrici ovunque le condizioni del mercato lo consentano. Tuttavia, la risoluzione obbliga anche i politici a fornire le infrastrutture necessarie __ \

    • Scusa Roberto, ma tu credi che i politici a Bruxelles decidano in modo indipendente dalla nazione dalla quale provengono? Credi che si astraggano e pensino al bene dell’intera Europa? Ma poi, esiste il bene dell’Europa intera? Quello che va bene per un norvegese va bene anche per un portoghese? Hanno economie uguali? Purtroppo l’Europa è un’unione neanche a metà, ma molto meno, e tutti i paesi, chi più chi meno, cercano di far passare politiche che tutelano i loro interessi. Ed il blocco di cui fa parte al Germania è di gran lunga il più forte, nelle istituzioni europee.

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