Simone ha un’idea contro il caro colonnine: tariffe che si abbassano all’aumentare del consumo mensile. Una sorta di “fidelizzazione” del cliente con la formula del “paghi due prendi tre”. Potrebbe essere vantaggiosa per chi non dispone di ricarica privata. Ma c’è un ma. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.
Pacchetti fedeltà a tariffe variabili

Trovo la formula dell’abbonamento ragionevole, ma comunque di utilizzo un po’ ostico. Al di là di dover scegliere con cura l’operatore selezionato (anche considerando le diverse interoperabilità possibili), la scelta di un pacchetto di kWh passa dal prevedere il consumo quanto più precisamente possibile, pena il pagare kWh non poi utilizzati, oppure dover sforare su tariffe a consumo.
Stessa complessità la trovo in quegli abbonamenti (Elli, o adesso anche BeCharge) che abbassano il costo del Kwh, ma solo pagando anticipatamente una cifra mensile.

Questa complessità non aiuta, secondo me, ad avvicinare chi è abituato alla termica al mondo dell’elettrico. In termico, si ragiona a consumo. Nessuno acquista pacchetti da “500 litri di gasolio”, oppure fa abbonamenti ad una marca di carburanti per poi avere uno sconticino di 5 centesimi per ogni litro.
Avrebbe più senso, secondo me, costruire dei pacchetti fedeltà. Ovvero: se carichi per almeno “x” kWh quel mese, ti applico lo sconto in una certa percentuale; se carichi “2x” kWh ti applico un’altra percentuale, e così via. Una sorta di pacchetto fedeltà, che incentiva a usare di più le colonnine per pagare a fine mese una fattura inferiore a kWh.
E’ un’idea assurda? O magari lo propone già qualcuno e me lo sono perso?
A tal proposito, voi avete idea di come funzionino le cose nel resto dei Paesi Europei? La formula degli abbonamenti con tot kWh inclusi e interoperabilità è la più diffusa, oppure all’estero si ricarica con altre formule?„ Simone Rizza
Occhio, i gestori hanno il problema del roaming

La sua idea contro il caro colonnine, però, potrebbe avere un senso, dando un sollievo a chi, non disponendo di un garage con wallbox, è costretto a caricare sempre dalle infrastrutture pubbliche.
Per i primi, che le utilizzano molto saltuariamente, una ricarica saltuaria alla colonnina durante i viaggi più lunghi non rappresenterebbe un aggravio di costo sensibile. Per i secondi sarebbe sicuramente un risparmio che parzialmente compensa lo svantaggio di non poter approfittare della tariffa domestica nel box o nel garage.

Tutto ovviamente dipende dalle soglie quantitavive per ogni scaglione tariffario e dall’entità dello sconto.
Vedo però un grosso problema dal lato dei gestori: premiare i volumi erogati ha senso se la ricarica avviene sempre presso le colonnine del brand . Se invece l’utente, “fidelizzato” ad un gestore tramite la formula “prendi tre e paghi due”, ricarica frequentemente in roaming, da operatori diversi, il soggetto che eroga lo sconto è diverso da quello che vende l’elettricità. Il primo ci rimette e il guadagno va tutto al secondo.
Sono attratto dalle auto BEV ma l’unico “blocco” è proprio quello della parte contrattualistica di ogni operatore – pago in anticipo i kwh mensili altrimenti vengono applicate tariffe proibitive – e dell’impossibilità di conseguenza di utilizzare le colonnine solo in relazione alla posizione e non dell’operatore. In pratica dovrebbe essere come attualmente accade pet la benzina/gasolio dove la base prezzo è molto allineata a prescindere dal distributore/marchio. Quindi ritengo che per superare la reticenza verso le BEV questo sopra sia il vero ostacolo, in particolare pet chi vive in città e non ha il box, è non certo il prezzo, l’autonomia etc che sono già attualmente più che accettabili. Peraltro è un problema solo “amministrativo/commerciale ” risolvibile com buona volontà da chi ci governa.
Pier, temo che, non avendo lei ancora un BEV, la sua immaginazione stia generando mostri che non esistono.
Per prima cosa, tutti i principali fornitori di ricarica sono interoperabili: significa esattamente che nella maggior parte dei casi è possibile, come scrive lei, “utilizzare le colonnine solo in relazione alla posizione e non all’operatore”.
Secondo, non è obbligatorio stipulare un abbonamento: si può tranquillamente ricaricare “a consumo” come è abituato a fare lei con il carburante… ma la ricarica costa di più, molto di più.
Provi a vederla così: se una marca di carburante le offrisse la possibilità di rifornire la sua auto “a consumo” a 1,9 €/l oppure in abbonamento pre-acquistando a scelta 30, 45, 60 o 75 litri al mese a un prezzo rispettivamente da 1,4 a 1,0 €/l, lei cosa sceglierebbe?
Terzo: la base prezzo “allineata”. Lieto che le piaccia nel settore dei carburanti (anche se non sono sicuro che sia una cosa buona: la concorrenza, quella sana, genera per forza di cose “disallineamenti”), ma per le altre cose della vita di tutti i giorni come fa?
Nella vita di basi prezzo allineate ne trova ben poche, e di solito tutti ci trovano gusto nel cercare l’offerta, lo sconto, l’occasione: perché quindi chiede questo allineamento per il settore delle ricariche, allineamento che è il contrario della sana concorrenza?
Se nessuna azienda elettrica al mondo propone questa metodologia qualcosa vorrà dire!
Il supermercato ha esigenze di fidelizzazione ma anche di svuotare/riempire i magazzini di raggiungere quote di vendita per ottenere sconti l’anno successivo… come fanno i concessionari di auto che al 31 dicembre immatricolano le “semestrali” per centrare gli obiettivi di vendita annuali imposti dalle case madri. Il mercato elettrico è un mercato regolato del tutto simile ad una borsa valori.. quindi le strategie vendo a meno ma più kw/h perdono di senso…senza contare che “in bolletta”, almeno fiscalmente, si è premiati se si consuma di meno e non se si consuma di più!
o propone questo
-Il supermercato ha esigenze di fidelizzazione ma anche di svuotare/riempire i magazzini di raggiungere quote di vendita per ottenere sconti l’anno successivo…-
E soprattutto, tra i vari giustissimi motivi, molta roba ha una data di scadenza.
La corrente elettrica no.
Però più ne vendi, più crei i margini per ammortizzare i costi di installazione delle colonnine
Questa cosa dello sconto al crescere dell’utilizzo non c’è per benzina e gasolio. Perché quindi la trucco accettabile?
Trucco?????
Simone NON è vero !
Ad esempio Esselunga ed altri vendono tessere prepagate per fare rifornimento di benzina/gasolio presso Eni e Q8 con lo sconto del 10%: paghi 135 € ed ottieni 150 € di erogabile.
credo che i supermercati paghino quel 10% alle petrolifere per attirare clienti… perchè? perchè i supermercati vendono roba deperibile… se hai comprato 100 tonnellate di pesce fresco da un allevamento poi lo devi vendere nel giro di qualche giorno… comunque il mercato della grande distribuzione e quello energetico sono piuttosto complessi per essere discussi al livello nostro di appassionati di auto elettriche