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I veri rivali di Tesla? Sentite il guru Munro

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Sandy Munro nel suo atelier, dove smonta le auto per carpirne i segreti di costruzione.

I veri rivali di Tesla per la leadership mondiale nell’auto elettrica quali saranno? Sentiamo Sandy Munro, il super-tecnico più famoso e ascoltato negli Stati Uniti.

I veri rivali di Tesla
La Rivian R1S: la nuova marca è tra i rivali più accreditati di Tesla.

I veri rivali di Tesla? “Vedremo nani diventare dei veri giganti”

Munro è famoso per la sua capacità di smontare le auto pezzo per pezzo, al fine di carpirne i segreti più nascosti di progettazione e produzione. Un know-how che ha applicato a lungo alla Tesla anche con qualche critica severa, guadagnandosi comunque la stima di Elon Musk. Nei giorni scorsi il guru Munro ha partecipato a diversi eventi. Tra cui una sessione di domande&risposte presso il TeslaCon Florida, visibile in una serie di video pubblicata su YouTube. “Questo è un momento fantastico“, ha premesso Sandy. “Come ho già detto, i grandi nomi che erano nel 1800, 1890 e quant’altro, sono scomparsi completamente quando è arrivato il 1910. È incredibile: siamo nella stessa identica situazione. Vedremo cadere molti giganti e molti nani diventare improvvisamente alti 5 metri. Ci sono molti grandi cambiamenti che stanno per accadere”.

I veri rivali di Tesla
La Ioniq 6: dopo il Suv (la 5), la Hyundai ha pronta la nuova sportiva.

Tra i marchi storici Hyundai e Ford sono in pole position

Tra i big storici dell’automotive, Munro vede bene Ford, con prodotti azzeccati come la la Mustang Mach-e e il pick-up F.150. Mentre pensa che GM e Volkswagen saranno l’ombra di se stessi, “sono in grossi guai“. E se non cambieranno strategia in fretta, rischiano di fare la fine della Fiat, che di fatto è stata assorbita da Peugeot nella fusione in Stellantis. Ma anche su quest’ultima Munro ha perplessità: pensa che avrà bisogno di nuovi mezzi finanziari, al punto forse da essere costretta a vendere le “province” americane. Ovvero Chrysler, Dodge e persino Jeep. “Vorrei vedere la Chrysler sopravvivere, ma non sopravviveranno mai sotto Stellantis, mai”. Promossi invece i due marchi coreani Hyundai e Kia, con Ford i migliori tra i marchi storici nell’affrontare la transizione all’elettrico. E promosse anche nuove marche come Rivian, Arcimoto e Aptera. Munro in particolare ha acquistato per sé il pick-up della Rivian di cui si dice “molto, molto contento“.

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26 COMMENTI

  1. È un guru?
    Dire che la Ford va bene con il flop di vendite della E Mustang, almeno qui in Europa, mi pare più che fuori luogo.

    • L europa non conta un H ..sveglia , america Cina India vendono unxxxxxxxxxxxx pelino sopra . Litalia piwce guidare i trattori come Salvini , armiamoci e partite .

  2. Ecco questi sono i pareri che leggo con interesse non quelli del solito “oste” di turno che critica il vino altrui (leggi CEO)

  3. Secondo me a tremare sarà l’intera industria dell’auto sia termica che elettrica.. A questi prezzi la maggioranza di gente almeno in italia non ci pensa minimamente a cambiare la macchina..

    • Sì ma quando dovrà farlo da loro passerà e loro non hanno fretta, sono lì che aspettano. Non a caso hanno aumentato gli utili pur diminuendo le vendite, semplicemente aumentando i margini in modo mostruoso con la compiacenza della politica. Che non solo non ci tutela (continuo a pensare che serve un’authority europea che difenda i consumatori anziché le imprese …) ma adesso vuole anche regalargli lo stop alla concorrenza, impedendo di fatto l’ingresso di competitor americani e cinesi. Questo perché i produttori locali possano arricchirsi producendo veicoli scadenti e costosi …

  4. Toyota non è pervenuta? Strano che non abbia parlato di un marchio che negli USA conta molto.
    Nella migliore delle ipotesi sarà nella media, nella peggiore non nominata perché irrilevante nella competizione. Più ci penso e più temo “la seconda che hai detto”.

    • Non c’è nessun motivo perchè Toyota non sia fra i marchi che conteranno nel futuro.
      Fra l’altro, Munro ha parlato dei marchi protagonisti nel mercato delle elettriche specifico degli States: il mercato mondiale sarà ben altro.

  5. Munro è troppo drastico, guarda il mercato con occhi statunitensi, ovvero col rapporto prezzo/qualità (che poi è quello che faccio anche io) ma non tutto il mondo funziona così. Purtroppo il pozzo nero del mercato è l’Europa dove quel rapporto lo guardano in pochissimi, da noi è tutto fuffa e incul8, e quindi noi europei siamo bravissimi a salvare brand che non meritano. Volkswagen e Stellantis negli USA vanno male (giustamente) ma nel pozzo nero europei vanno fortissimi e tant’è, siamo noi a tenere a galla chi meriti non ha …

    Munro non può capacitarsene perché è difficile capire perché si regalano soldi a chi non li merita, anche per chi di soldi ne ha tanti, è difficile capire come l’acquisto di un’auto possa essere qualcosa di irrazionale ma l’Europa è da tempo che funziona così, questa mentalità di acquistare “male” ce l’hanno ficcata bene in fondo al cranio e noi siamo la benzina che alimenta il motore della fuffa, la patria della Microlino, della Mole Urbana, della Twizy e della Aborth 500e …

    • Non e’ che gli americani acquistino auto razionalmente pero’….

      I prodotti che hanno piu’ successo sono assurdita’ che hanno senso solo in un mercato come il loro.

      Poi, anche da noi la razionalita’ e’ un’altra cosa, altrimenti il 95% del mercato sarebbe soddisfatto da panda e kei car…

      • Sì ma le loro strade permettono. Sono strade enormi, con tante corsie, e gli americani non si mettono paura di sporcarsi le mani, raramente i cassoni dei pickup restano immacolati. Il punto è che nel momento in cui l’americano sceglie un veicolo (un pickup, un minivan, una sportiva, etc. aldilà del fatto che l’acquisti per pura necessità o per divertimento) presta moltissima attenzione al rapporto prezzo/prestazioni.
        Una Nissan 400 Z ha 400 cv e costa 40000 dollari, una Mustang GT con motore V8 e simile potenza pure e se si vuole spendere di meno c’è la Mustang con 2.3 EcoBoost che parte da meno di 29000 dollari.
        Ma entrando nel campo elettrico (altrimenti poi si finisce per parlare di me e non dell’argomento che pongo), prendiamo la Chevrolet Bolt: la LT1 (versione 2023) parte da 25600 dollari, la LT2 da 28800. Presentata nel 2021, l’auto aveva un prezzo base di 33000 dollari, in pratica in appena 2 anni c’è stato uno sconto di circa il 25%. Questo è inconcepibile in Europa dove c’è una legge non scritta e sempre applicata che il prezzo deve solamente crescere e MAI diminuire. Anche la vecchia Dacia Spring, nonostante la bocciatura del crash test EuroNCap, ha visto AUMENTARE il suo listino nel tempo anziché diminuirlo. In pratica la Bolt LT1, un’ottima auto elettrica, costa come la Twingo elettrica con la piccola differenza che la Bolt garantisce un’autonomia nel ciclo EPA (più severo di quello WLTP) di 416 km, contro i 190 km di autonomia WLTP (più generosa della Twingo).

        E non è un caso che il gigantesco Cybertruck negli USA ha un prezzo d’attacco di 39.900 dollari, ovvero lo stesso prezzo della piccola Jeep Avenger, quando anche a un non esperto è palese che il Cybertruck è un mezzo superiore in tutto e per tutto.

        Forse gli americani esagerano, ma noi europei siamo bravissimi a strapagare ciò che il resto del mondo acquisterebbe solo a metà prezzo …

          • I prezzi USA sono prima delle tasse, loro non fanno i prezzi “chiavi in mano”.

          • /// ma le loro strade permettono. Sono strade enormi, con tante corsie \\\ E questo puó spiegare il parere positivo di Munro su Aptera..

        • …insomma…quel che è vero, a parte la diatriba europei/americani, è che noi non abbiamo tantissima scelta. Si stanno affacciando ora auto, come le MG cinesi, con un buon rapporto qualità/prezzo, ma per le ben note e complesse difficoltà di produzione e approvvigionamento, stanno arrivando col contagocce…
          Io non sono del parere di applicare dazi e protezionismi, anche perchè non abbiamo più costruttori italiani, ma le marche storiche europee hanno evidenziato una notevole stasi e difficoltà al cambiamento. Questo significa, per me, che è opportuno che ogni individuo faccia i suoi interessi, acquistando l’auto che risponde meglio alle proprie esigenze e scegliendo tra le alternative possibili nel Bel Paese.

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