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Nel 2025 l’Ue risparmierà emissioni di CO2 per 20 milioni di tonnellate grazie al passaggio ai veicoli elettrici. E’ l’equivalente di sette centrali a carbone. Ma i risparmi di carbonio sono compromessi dall’aumento dei viaggi aerei.
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Le politiche verdi europee cominciano a dare risultati: sarebbe assurdo abbandonarle, sostiene T&E
Ecco cosa emerge dalla seconda edizione del rapporto “State of European Transport”, la nuova analisi di Trasporti & Ambiente, principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti.
Secondo T&E, quindi, l’UE non dovrebbe rinunciare alle politiche verdi, fondamentali anche per la sua indipendenza energetica, proprio quando stanno iniziando a funzionare. Confidiamo che ne prendano atto i commentatori da salotto come Susanna Tamaro.
Anche i trasporti hanno ridotto le emissioni nel 2024
Il settore dei trasporti europeo nel 2024 ha rilasciato 1,05 miliardi di tonnellate di CO2, segnando un calo di circa il 5% rispetto alle emissioni del 2019, che erano pari a 1,1 miliardi di tonnellate. Tuttavia resta l’unico settore che, anche nella virtuosa Europa, produce ancora più emissioni climalteranti rispetto al 1990, anno di riferimento per il contrasto dei cambiamenti climatici. Da notare invece i progressi straordinari messi a segno nell‘industria, nella generazione elettrica e nel residenziale.
Parte del merito di questa riduzione delle emissioni nel trasporto è da ascriversi anche alla diffusione di veicoli elettrici. Il numero di veicoli a batteria, nel parco auto dell’UE, è infatti in forte aumento e T&E prevede che entro la fine dell’anno, sulle strade europee, ne circoleranno quasi 9 milioni con una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera di 20 milioni di tonnellate. Una riduzione pari a quanto emettono – in media a livello europeo- sette centrali elettriche alimentate a carbone in un anno.
Todts (T&E): “Più sforzi per liberarci dal petrolio”
William Todts, direttore esecutivo di T&E, ha dichiarato: «Le politiche climatiche dell’UE stanno iniziando a dare i loro frutti. Grazie al passaggio ai veicoli elettrici, cominciamo a vedere un calo strutturale delle emissioni dei trasporti. L’Europa si sta lentamente liberando dalla sua dipendenza dal petrolio , ma continuiamo a spendere centinaia di miliardi di euro per importare idrocarburi dalle potenze concorrenti. Non è questo il momento di rinunciare alle politiche per il clima . Per la prosperità e la sicurezza del continente, semmai, è il momento di rilanciarle e raddoppiare gli sforzi».
Nel 2030 in una BEV solo 20 litri di metalli critici
Nonostante i progressi, i consumi energetici dell’Europa sono ancora fortemente dipendenti dalle importazioni: il 96% del greggio e il 90% del gas naturale consumati provengono da oltreoceano.
La dipendenza dalle importazioni vale anche per i materiali chiave per la produzione di batterie , come il litio (100%), il nichel (75%) e l’alluminio (58%). Con una grande differenza però: gli idrocarburi vengono estratti e bruciati in modo irreversibile, mentre questi metalli – una volta estratti – possono essere riciclati in un’ottica di circolarità.
L’ultima analisi di T&E mostra che nel 2030, la batteria di un veicolo elettrico consumerà, durante il suo intero ciclo, mediamente solo 20 litri di materiali critici, contro gli oltre 12.400 litri di carburante di un’auto con motore a combustione . Secondo T&E, nel 2024 la spesa europea per le importazioni di petrolio si aggirerà intorno ai 250 miliardi di euro.
Aviazione e trasporto marittimo: le emissioni non calano. Per T&E: “Usare ETS per favorire la transizione”
Mentre le emissioni delle automobili stanno destinate progressivamente a diminuire, quelle del trasporto aereo continuano ad aumentare . L’anno scorso le compagnie aeree europee hanno emesso 143 Mt di CO2, con un incremento di quasi il 10% rispetto al 2023 . Anche le emissioni del trasporto marittimo europeo rimangono ostinatamente alte , con 195 Mt di CO2e, poiché entrambi i settori dipendono fortemente dai combustibili fossili (tra l’altro esentasse).
Ma con l’ingresso del trasporto marittimo nel sistema ETS, la tassazione del carbonio per entrambi i settori ha generato 5 miliardi di euro nel 2024, secondo le stime di T&E. Questa cifra potrebbe salire a 30 miliardi di euro all’anno entro la fine del decennio.
Secondo T&E, questi fondi possono e dovrebbero essere utilizzati per colmare il divario di prezzo tra i carburanti elettronici verdi e i carburanti fossili tradizionali. Il sistema ETS fissa un tetto massimo (cap) alle emissioni prodotte dalle aziende dei principali settori industriali e del comparto dell’aviazione, al quale corrisponde un equivalente numero di “quote” (1 ton di CO₂eq. = 1 quota), che possono essere acquistate e vendute su un apposito mercato (trade).
Risparmio di 7 centrali a carbone, buono peccato che in Europa c’è ne siano ancora 250, stanno diminuendo ma fintanto che importerebbe gas liquefatto il carbone sarà economicamente conveniente.
Sul discorso invece della tassazione del xarbonio mi viene un dubbio, le tasse che compagnie aeree e navali devono e dovranno pagare non è che alla fine le paghiamo tutti noi, dubito che queste toglieranno gli utili, più facilmente trasferirono questi costi sui biglietti aerei e sul costo delle merci trasportate … o il sistema funziona in un altro modo?
Ti rispondo io Antonio… qualunque costo o tassa imponi ad un’ impresa.. finirà per gravare sugli utenti di quell’ azienda.
Ecco perché è meglio impegnare risorse ed incentivi su impianti e produzioni F.E.R. e tutto ciò che ne usa le.energia pulita … Magari li pagano tutti…ma altresì ne beneficiano tutti, che ne siano coscienti -e contenti- o meno.
Damiano ok mi è chiaro però moltj dj noi sono clienti dj compagnie aeree magari low cost e praticamente tutti siamo clienti di generi importati via nave per cui quel sistema di tassazione colpisce un po tutti, compreso chj già ora usa veicoli elettrici, gli impianti di produzione di energia elettrica (e magari dj biocarburanti) dovrebbero avere sovvenzioni a parte non da tasse che arrivano Nazario da chi manco utilizza un’automobile e viaggia solo coi trasporti pubblici.
scusa Antonio…le “sovvenzioni” come intendi tu..da dove devono arrivare allora?
Le fonti inquinanti vanno penalizzate..per i danni che fanno alla salute degli esseri viventi e all’ ecosistema planetario.
Siamo già stati “fregati” per oltre 80 anni da società (ed azionisti) che si tengono tutti i guadagni e ci rifilano soltanto inquinamento, malattie, carestie, eventi climatici estremi sempre più diffusi…per cosa? Qualche euro meno su un volo low cost? Qualche prodotto affastellato su scaffali GDO a prezzi bassi ed a spese di lavoratori ed abitanti di nazioni lontane dai nostri occhi e dai guasti che causiamo?
Non siamo neppure vagamente vicino al far pagare i danni sociali ed ambientali a chi li causa.
Damiano con quel sistema non fai pagare le compagnie jnquinanti fai pagare gli utenti finali o credi forse che quei costi se li accollino le compagnie aeree o le società di trasporti? Così impoverisce ancor più le persone … poi a voglia a dire prendete BEV date case green ecc … quello lo danno solo chi non è alla fine della catena l’ultimo anello organizzato e fa rinunce su tutto … compresi i beni “green”
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Ottime notizie. Va dove ti porta il buon senso. Il cuore lo lasciamo ad illuminate scrittrici
Risparmio di 7 centrali a carbone, buono peccato che in Europa c’è ne siano ancora 250, stanno diminuendo ma fintanto che importerebbe gas liquefatto il carbone sarà economicamente conveniente.
Sul discorso invece della tassazione del xarbonio mi viene un dubbio, le tasse che compagnie aeree e navali devono e dovranno pagare non è che alla fine le paghiamo tutti noi, dubito che queste toglieranno gli utili, più facilmente trasferirono questi costi sui biglietti aerei e sul costo delle merci trasportate … o il sistema funziona in un altro modo?
Ti rispondo io Antonio… qualunque costo o tassa imponi ad un’ impresa.. finirà per gravare sugli utenti di quell’ azienda.
Ecco perché è meglio impegnare risorse ed incentivi su impianti e produzioni F.E.R. e tutto ciò che ne usa le.energia pulita … Magari li pagano tutti…ma altresì ne beneficiano tutti, che ne siano coscienti -e contenti- o meno.
Damiano ok mi è chiaro però moltj dj noi sono clienti dj compagnie aeree magari low cost e praticamente tutti siamo clienti di generi importati via nave per cui quel sistema di tassazione colpisce un po tutti, compreso chj già ora usa veicoli elettrici, gli impianti di produzione di energia elettrica (e magari dj biocarburanti) dovrebbero avere sovvenzioni a parte non da tasse che arrivano Nazario da chi manco utilizza un’automobile e viaggia solo coi trasporti pubblici.
scusa Antonio…le “sovvenzioni” come intendi tu..da dove devono arrivare allora?
Le fonti inquinanti vanno penalizzate..per i danni che fanno alla salute degli esseri viventi e all’ ecosistema planetario.
Siamo già stati “fregati” per oltre 80 anni da società (ed azionisti) che si tengono tutti i guadagni e ci rifilano soltanto inquinamento, malattie, carestie, eventi climatici estremi sempre più diffusi…per cosa? Qualche euro meno su un volo low cost? Qualche prodotto affastellato su scaffali GDO a prezzi bassi ed a spese di lavoratori ed abitanti di nazioni lontane dai nostri occhi e dai guasti che causiamo?
Non siamo neppure vagamente vicino al far pagare i danni sociali ed ambientali a chi li causa.
Damiano con quel sistema non fai pagare le compagnie jnquinanti fai pagare gli utenti finali o credi forse che quei costi se li accollino le compagnie aeree o le società di trasporti? Così impoverisce ancor più le persone … poi a voglia a dire prendete BEV date case green ecc … quello lo danno solo chi non è alla fine della catena l’ultimo anello organizzato e fa rinunce su tutto … compresi i beni “green”
Ottime notizie. Va dove ti porta il buon senso. Il cuore lo lasciamo ad illuminate scrittrici