I tre freni al decollo dell’auto elettrica? Secondo Milena Gabanelli e la sua Dataroom sul Corriere della Sera sono costi, ricarica e batterie. Secondo noi…
Milena è una giornalista scrupolosa e piena di curiosità. Va a suo merito l’essersi appassionata al tema dell’auto elettrica, a cui ha già dedicato una puntata della sua Dataroom (guarda l’articolo). Spiegando perché la e-mobility tarda ad affermarsi in Italia. Ora è tornata sul tema con un’intera pagina sul Corriere in cui dettaglia appunto i tre freni che tengono lontani gli automobilisti italiani dai veicoli a batterie. Con argomentazioni in parte valide, in parte discutibili. Cominciamo dalla più importante, i costi, intesi come prezzo d’acquisto.
I tre freni: il primo è il prezzo, “dai 30 ai 37 mila per un’utilitaria”
“Il primo ostacolo è il prezzo”, scrive la Gabanelli con il collega Fabio Savelli. ” Dai 30 ai 37 mila europea un’utilitaria: troppi per il consumatore medio, che dai dati Federauto può permettersi di spendere 8 mila euro. Ovvero auto inquinanti da Euro 4 a Euro zero….L’incentivo per rottamare quella vecchia e acquistarne una ibrida o elettrica è minimo: 4 mila euro, mentre Francia e Germania ne promettono 14 mila. È come dire che aiutiamo i benestanti“.

SECONDO NOI. È vero che le auto elettriche per ora costano di più, ma fare un paragone con le auto tradizionali non ci si può limitare al prezzo d’acquisto. Questo è un approccio tipicamente italiano. In realtà per fare bene i conti occorre sommare la spesa iniziale con quanto spenderemo per mantenerla, l’auto. E qui l’elettrico stravince, perché il costo dell’energia è molto più basso di quello di benzina e gasolio. E perché la manutenzione nelle macchine a batterie è praticamente inesistente. Mentre sappiamo tutti per esperienza quanto costino i tagliandi delle vetture tradizionali.
I tre freni: il nodo dei punti di ricarica
“È la prima domanda che si pone chi vuole acquistare un’auto elettrica”, si legge sulla Dataroom. “In Italia le colonnine pubbliche installate sono circa 8.500 a fronte di 11 mila veicoli in circolazione. Sono distribuiti nelle strade, piazze, parcheggi e più della metà nelle regioni del Nord. Poche nelle strade urbane e lungo le autostrade. Ci vogliono 12 ore per una ricarica per una ricarica e il luogo più comodo è a casa. È previsto l’ecobonus del 110% per installare i punti di ricarica nelle parti comuni condominiali. Ma il 95% degli stabili non ha una rete elettrica in grado di reggere un pesante assorbimento di potenza. E in più ci sono una serie di procedure burocratiche da espletare, comprese le comunicazioni al catasto”.

SECONDO NOI. Su due cose siamo d’accordo: ci sono pochissime colonnine di ricarica in autostrada. E questa è una vergogna di cui dobbiamo ringraziare il gestore della rete più importante, Autostrade per l’Italia. Ed è vero anche che il luogo più comodo per ricaricare è a casa. Ma non è vero che servono sempre 12 ore per ricaricare: ci sono colonnine pubbliche in cui basta mezz’ora per poter rifornire la batteria. Le colonnine, peraltro, sono più di 13 mila, non 8.500. Infine, i condomini: è vero che oggi spesso mettere una semplice wall-box è un percorso a ostacoli. Ma non serve alcuna comunicazione al catasto, serve piuttosto un accordo con i condomini.
Il nodo delle batterie e la dipendenza dalla Cina

“La durata di una batteria è in media 8-10 anni, ma dopo ha ancora una capacità residua che può essere utilizzata per applicazioni di immagazzinamento”, concludono Gabanelli e Savelli. “Ad essere cruciale però è il riciclo, perché consente di recuperare i materiali rari fino al 90%. E quindi di non dipendere completamente dal monopolio cinese”.
SECONDO NOI. Qui siamo perfettamente d’accordo: va organizzata una flliera europea del riutilizzo e del riciclo. I disastri causati dalle auto endotermiche devono servire da lezione. È una duplice priorità: ecologica ed economica.
Io avevo già in mente anni fa la soluzione. Caricare le auto in maniera wireless mentre sono parcheggiate o in movimento. A casa o in strada. Anni fa non era economicamente fattibile. Ora lo è perché il tutto può essere messo sotto l’asfalto e ha la stessa efficienza ( grid to vehicle) del cavo ( 92-94%). Lo standard tecnico ( ISO 15118 part 20) finalmente sarà pubblicato questa estate e quindi i produttori di auto sforneranno auto pronte per la carica induttiva ( WPT o IPT). Ora immaginate gli autonomous Vehicles che cercano da soli o parcheggi senza fili. Immaginate taxi elettrici in fila in aeroporto che si caricano mentre sono in fila e si muovono lentamente , immaginate auto elettriche con batterie più piccole ( quindi costo auto inferiore) dato che la carica avviene dinamicamente mentre si è in strada. Un altro driver di questo futuro molto prossimo sono le fabbriche dove i muletti e i robot si caricano mentre sono in movimento. Non a caso ho deciso di lavorare in questo modello di business. Cercate MagMenti ( MAGnetizable ceMENT) e lasciatevi stupire. PS: è possibile anche il Grid to Vehicle, vale a dire l’auto può dare energia alla rete se fosse necessario.
La Gabanelli male informata su diverse cose, Tedeschini solo su una e cioè che in realtà stanno già stanno costruendo impianti di riciclo delle batterie anche in Europa: un esempio è questo https://modo.volkswagengroup.it/it/mobotica/lunga-vita-alle-batterie-la-strategia-di-riciclo-del-gruppo-volkswagen
Fondamentale è e sarà il prezzo a kwh presso le colonnine a ricarica rapida ..
mentre la ricarica a casa consente un notevole risparmio rispetto a un diesel o un benzina
non si puà dire altrettanto delle colonnine fast che hanno costi a kwh praticamente doppi
forse le rinnovabili potebbero venire in aiuto nel costo del kwh diurno ,se le strade italiane diventassero come questa Coreana
https://www.youtube.com/watch?v=LuYsYLqjUtU&feature=emb_logo
my 2 cent di progresso sostenibile
Sinceramente non riesco a non arrabbiarmi leggendo che l’autore dell’articolo è stato a capo di giornali d’auto, nonché curatore del museo Ferrari e mi scrive una frase del tipo “i disastri causati dalle auto endotermiche”. Mi sorge il dubbio che il soggetto in questione non sia un amante delle auto, perché se veramente lo fosse, e data la sua esperienza dovrebbe esserlo, si renderebbe conto che il disastro non è delle auto termiche, ma dall’uso che se ne fa. È lo stesso discorso delle armi, sono sicuramente letali, ma se usate in maniera corretta non rappresentano un problema. Se le persone non usassero l’auto per percorrere 2 km e ci fossero dei mezzi pubblici veramente ben funzionanti, allora potremmo anche non aver bisogno delle auto elettriche, auto che danno il loro massimo in ambiente urbano, dove dell’auto non si dovrebbe nemmeno aver bisogno!!
Giusto, mi correggo: in realtà volevo dire i danni legati all’estrazione e al trasporto del petrolio, spesso all’origine di disastri ambientali, in alcuni casi addirittura di guerre. In sostanza: si fanno le pulci all’auto elettrica, giustamente, ma spesso omettendo di dire che non veniamo da un mondo propriamente pulito. E comunque anche le auto elettriche hanno il loro fascino: provi a parlare in modo informale della Tesla Model 3 con gli ingegneri delle marche premium tedesche e sentirà con quanta ammirazione la descrivono, al netto di alcune (comprensibili) imperfezioni.
La ringrazio per la pronta risposta e relativa delucidazione. Se parliamo del ciclo del petrolio, ha ragione, va però considerato che solo una (relativa) piccola parte dell’estrazione serve al funzionamento delle auto. Dal petrolio viene prodotta la plastica, vengono fatte navigare le navi, volare gli aerei,… Anche se ci fossero tante più auto elettriche in circolazione il problema rimarrebbe finché non si troverà un valido sostituto per permettere la sostituzione di questa materia in tutti i suoi ambiti di applicazionone. Va aggiunto che anche l’estrazione delle materie contenute nelle batterie possono portare (e ahimè, porteranno) a dei conflitti. Sicuramente sarà informato sull’argomento, ma grandi industrie attive nel campo minerario, come la leader mondiale Glencore, sono state più volte denunciate per danni all’ambiente, corruzione e condizioni di lavoro. Ovunque ci sia profitto si creano questi problemi, l’auto elettrica non li eliminerà, semplicemente li sposterà dal petrolio ad altro.
L’ultimo punto che tratta è corretto, questo genere di auto suscita curiosità, ma non arriverà mai a dei prodigi tecnici ed ingegeristici come un ottimo motore, sia esso un 6 cilindri in linea Porsche, un W16 bugatti o un V12 Ferrari. La prova è che i cinesi con nessun esperienza nel campo riescono già a costruire ottime auto elettriche, quasi in linea con la Tesla, mentre non sonoao riusciti a raggiungere i livelli dei motori termici neanche dopo anni di studi!
Tutto vero, ma c’è una differenza fondamentale: mentre i problemi che Lei correttamente segnala (estrazione di litio, cobalto, Glencore ecc.) sono tutti noti e attentamente monitorati, nell’estrazione del petrolio si è andati avanti per decenni a devastare Paesi interi senza che nessuno battesse ciglio. Lo stesso vale per lo smaltimento finale: oggi, giustamente, si disegnano percorsi rigorosi per il fine vita delle batterie e del resto. Le racconto questa esperienza personale: quando dirigevo Quattroruote (2000-2010), ogni anno al Salone di Ginevra assistevo a incontri con i grandi capi delle Case auto in cui ascoltavo il grido di dolore contro l’Europa che fissava obbiettivi sempre più ambiziosi sulle emissioni: Euro 3, Euro 4…I boss del settore dicevano che si stava uccidendo l’industria, che i costi di sviluppo avrebbero causato la soppressione di decine di migliaia di posti di lavoro. È accaduto il contrario: costretta a ingegnarsi e a investire, l’industria europea ha assunto (con giapponesi e coreani) la leadership mondiale, mettendo in ginocchio le Case americane. Spero che anche sull’elettrico l’Europa sappia farsi valere e credo anche che i margini di sviluppo siano ancora enormi, senza dare troppo credito a chi paventa scenari apocalittici. Dopo di che, pienamente d’accordo sul fatto che certi motori termici Porsche e Ferrari sono gioielli della tecnica, che si continueranno a fare per chissà quanto. Ma provi a guidare una Taycan e mi dica se è da meno…
I problemi sono monitorati? E da chi? Forse sono risaputi, ma nessuno è mai intervenuto sino ad oggi per impedire che queste aziende facciano quello vogliono! A nessuno interessa che un villaggio in Nigeria viene sterminato dall’estrazione di queste terre rare, così a nessuno importa che accada la stessa cosa con l’estrazione petrolifera in Congo! Perché intervenire dove non si hanno interessi? Perché un governo europeo dovrebbe impedire che in un altro continente muoia della gente a suo beneficio? E sopratutto, cosa interessa ad un azienda automobilistica della filiera produttiva, quando il risultato finale gli porta dei lauti ricavi? Quello che possono (e devono) controllare è il riciclo delle batterie, ma qui è responsabilità delle case costruttrici, sotto egido controllo dei rispettivi governi, dunque non hanno margine di manovra. Allargando il discorso al petrolio però, anche l’estrazione nel mare del nord presenta meno rischi che l’estrazione in Congo, chissà come mai! Sarà forse che il governo norvegese impone delle regolamentazioni molto più ferree? La realtà è che ambedue le tipologie di auto sono “sporche” a modo loro, chi ne vede solo i lati positivi non ha un visione oggettiva della situazione. Rinnovandole i ringraziamenti per la risposta, tengo a dirle che l’esperienza che ha vissuto ha portato invece proprio a quello che i menagers immaginavano, ad un tracollo dell’industria automobilistica europea. Ad oggi le case per sopravvivere devono creare gruppi immensi, e molte perle europee del passato sono in mani cinesi/straniere.Volvo, Lotus, il gruppo Land Rover, parte del gruppo Daimler… auto Che hanno fatto la storia del nostro continente non hanno più nulla di europeo, sono piuttosto sussidiare di marchi stranieri che con il loro nome originale in Europa non venderebbero 3 auto! La taycan è una gran macchina, non saprei, non l’ho mai guidata, ma sapere che un auto elettrica cinese può competere (quasi) alla pari di questo modello, mi rattrista, perché i cinesi , per quanto geniali ed innovativi, non sono mai stati portati per le auto!
Se prendiamo la classifica dei maggiori produttori al mondo, vediamo: primo il Gruppo Volkswagen, seconda la Toyota, terza Renault-Nissan. Con la fusione, PSA+FCA si assesterà al quarto posto. In soldoni: nei primi quattro posti, tre gruppi europei, non credo ci siano altri primari settori industriali in cui il Vecchio Continente si piazzi così bene.
Invece mauro è stato molto onesto proprio dopo la sua esperienza a dire il disastro della endotermiche, se si pensa oggi che il diesel chiamato più pulito è molto molto peggiore rispetto al passato a causa del fap (nanoparticelle quando si rigenera). Ovviamente l’utilizzo è importante ma se fanno di tutto per farti usare quelle che inquinano enormemente di più non è giustificabile! Bisognerebbe invece incentivare quanto più quelle che emettono meno. Ovviamente se ci fossero mezzi pubblici sarebbe l’ideale ma l’auto sarà sempre un tassello fondamentale magari elettrica non di proprietà ed io sogno un giorno un car sharing nazionale, cioè ad esempio prendi un auto a roma e dato che siamo in estate vai a sabaudia la chiudi e te ne vai; fai la giornata al mare poi ti trovi un’altra auto torni a roma la chiudi e vai via. Questo è un concetto che si potrebbe applicare in modo nazionale evitando così l’acquisto assicurazione bollo etc ma soltanto l’utilizzo che se ne fa pay per use!
Ma non prendiamoci in giro per favore! È evidente che l’auto elettrica è ancora roba da ricchi (quantomeno benestanti)!
Io comune mortale non spendo -mediamente- 5/6000 euro in più subito, per risparmiarli poi (forse) in anni e anni. Ma stiamo scherzando? Con tutto “l’ambientalismo” che uno può avere in corpo… Calcolatrice alla mano, bastano le prime due, tre somme per capire che l’elettrica è ancora decisamente, fuori di dubbio sconvenientissima!
Scusate, ma ho letto tanti bei discorsi, molti dei quali fatti probabilmente da ragionieri con la calcolatrice, ma forse bisognerebbe considerare due fattori piuttosto rilevanti:
1) Una % rilevante (penso vicina al 90%) di chi usa l’auto, lo fa solo in ambiente cittadino o comunque nel raggio di poche decine di chilometri. Basti dire che la percorrenza media annua supera di poco i 10.000 km. Questo significa che: a) il problema delle ricariche è tale solo per una minoranza degli automobilisti, b) l’utilizzo di mezzi elettrici in ambito cittadino consentirebbe di dare un contributo significativo all’abbattimento delle polveri sottili.
2) La presunta convenienza del motore termico, fatta appunto da qualche ragioniere, non tiene minimamente conto dei fattori ambientali; ricordo ai più distratti che in moltissime città, gli sforamenti dei limiti di legge sono all’ordine del giorno e, senza disturbare il Covid 19, è scientificamente provata l’influenza dell’inquinamento sulle malattie respiratorie, cardiache e tumorali. Per tornare ai ragionieri, avete idea di quanto ciò influisca negativamente sulle spese sanitarie? Non parlo di decessi perché ho capito che i ragionieri capiscono solo un linguaggio di puro tornaconto economico.
Iniziamo a dire che una vettura ibrida di medio alto livello costa 50000 euro , con gli sconti possiamo scendere a 42000 euro , pari vettura a gasolio euro 6 b costa 24000 euro . Già qui uno potrebbe essere ecologista finché vuole ma con la differenza compro la macchina nuova anche a mia moglie .
Quelle ibride giapponesi che in elettrico fanno al massimo 1 km non sono la soluzione , se vivi in montagna funzionano al 99 % a benzina .
Una elettrica media costa di listino con il caricatore rinforzato circa 38000 euro con gli sconti si scende per un utilitaria sotto i 30.000 euro , autonomia città 250 km in autostrada a 130 km orari si scende a 130 km …..a casa senza fare interventi con una presa comune servono 3 gg per ricaricarla , allora si mette una wallbox da almeno 12 kW , 1500 euro esclusa installazione , esclusi i costi di variazione della linea da 3 a 12 kW , perciò ogni mese immaginate quanto vi costa in più di quota fissa portare da 3 a 12 kW ……così potete caricare in 8 ore ma a che costo ?
Ricaricare in colonne rapide ? Costa una follia non e’ gratis !!
Manutenzione vero costa meno , ma non sappiamo ancora la durata di gomme e freni , perché pesa il doppio di una normale vettura perciò a maggiore attrito corrisponde maggiore usura .
La vettura elettrica per ora e’ davvero un oggetto per soli ricchi e solo se viene utilizzata per brevi tragitti può avere un senso , essendo sicuramente una seconda auto per portare i figli a scuola ecc.
Sicuramente la mobilità elettrica non sarà per tutti .
A parte che ovviamente nessuno nega i limiti (ancora per pochi anni) che hanno le vetture elettriche ma continuate a fare un minestrone di cose che nessuno capisce perchè continuate a scrivere su un sito che si chiama vaielettrico boh… chi vi capisce è bravo… chiedete a chi ce l’ha un auto elettrica e vedrete… ovviamente 15k euro per una e-up è per ricchi si si infatti… ah si l’autonomia ah è piccola ah le ricariche etc etc… Lasciamo perdere tanto è inutile ci rivediamo fra qualche anno come diversi anni fa quando una C0 COSTAVA 30K E FACEVA 100 KM…
Andrea, apprezziamo l’impegno ma le consigliamo di informarsi meglio. Un esempio: a 12 kW in 8 ore lei caricherebbe una batteria da 100 kWh, come quella della Tesla Model S Long Range: autonomia media di oltre 400 km in autostrada, molto di più nel ciclo misto. Tutti gli altri dati da lei citati hanno più o meno la stessa attendibilità.
Nessuno ha pensato che Prima o poi il nostro caro stato metterà le accise anche su questo? Se prenderà piede l’elettrico dovranno recuperare i soldi persi dal petrolio…che oggi incide solo 80% ( forse ho esagerato) del costo della benzina
Sì, ha un po’ esagerato, Duilio, secondo le ultime rilevazioni del Ministero i valori erano questi. Benzina: 1.572,41 euro di cui 728,40 (accisa), 283,55 (Iva) e 560,46 (netto); Gasolio: 1.469,23 euro di cui 617,40 (accisa), 264,94 (Iva) e 586,89 (netto). Nel frattempo, causa crisi, i prezzi sono calati parecchio, ma le proporzioni non cambiano. Secondo Lei metteranno l’accisa sulla corrente elettrica? Ma se io carico dal mio garage, come fa lo Stato a sapere se sto alimentando le batterie della mia auto o piuttosto la lavatrice o il frigo?
Secondo lei lo stato rinuncia a 35 miliardi di € annui (che è più o meno quello che incassa dalle accise)?
Non appena le auto elettriche raggiungeranno una percentuale significativa
– verranno tassate in qualche modo per recuperare le accise perse
– spariranno progressivamente le riduzioni su bollo e assicurazioni
– spariranno gli incentivi all’acquisto
E non si tratta di fare speculazioni per remare contro, è semplice logica
Ma tutte queste storie per nulla! Il problema non esiste, cioè anche se le tasse si spostano sull’energia elettrica non cambia nulla… ah no l’inquinamento scenderebbe notevolmente e tutto il resto quindi questo è solo fumo negli occhi per cercare di fare confusione o fare storia come sull’autonomia etc etc. Contestate tutto quello che volete oggi ma fra qualche anno quando sarà tutto senza problemi (o quasi) vi voglio vedere ancora scrivere queste cose… anzi vi obbligherei a tirare avanti con le vecchie diesel di 10 anni inserendo il superbollo per tutte le categorie ed aumentando le tasse alla pompa!
Quindi…io giro con la mia auto a metano che al momento è la più conveniente e pure poco inquinante….
Cosiderando le tasse sulla benzina non penso che lo stato rinuncerà a questi soldi…..quindi il costo dell’energia per le ricariche subirà aumenti oppure si inventeranno altri modi per prenderci soldi…..Aggiungo che chi viaggia a metano spende veramente poco e si può trasformare anche una vecchia auto a benzina investendo pochi soldi…..
Sarà tutto da vedere come andrà a finire… da un lato ci perdono ma forse dal punto di vista sanitario lo stato ci guadagnerà per l’abbassamento della spesa in cure proprio a causa dell’inquinamento! E poi se anche dovesse esserlo tu pagheresti qualcosa in più o comunque sarebbe una partita di giro che spostano le tasse dal petrolio all’elettricità per stare meglio tutti quanti??? Io lo sottoscriverei anche domani!
Enel X e Ionity a 0,79 €/KWh il prossimo sarà la Tesla! prezzi dell’energia che aumentano! non ci sarà competitività dei prezzi! auto elettriche costose! energia che disperdi lasciando la macchina ferma e in estate e in inverno! obbligo assicurazione casco (pregare di non fare incidenti)! attenzione come carichi le batterie se non vuoi che si degradano velocemente! il degrado della batteria ogni anno! km in meno ogni anno che perdi! quanti km all’anno devi fare per acquistare un’auto elettrica! la batteria quanto costa cambiarla! quante ore devo aspettare perché si ricarichi! Altro che tre freni per il decollo dell’auto elettrica! PEUGEOT E-208 € 33600 a 0,79 € kw/h km con 1 kw/h=5,9 2 kw €1,58 km=11,8 PEUGEOT 208 DIESEL € 18350 23,8 km/lt 1 LT €1,40 km= 23,8 l’italia sta andando a capofitto le aziende chiudono la disoccupazione aumenta lo stipendio non ti fa arrivare a fine mese (tre freni al decollo)
Paolo, la tariffa da 0,79/kWh è limitata a pochissime stazioni super veloci (fino a 350 kW), tutte le altre costano molto meno. Calcolare il prezzo delle ricariche su questo valore equivale a stimare il costo medio di un’auto in Italia prendendo a riferimento solo le Ferrari.
I nuovi prezzi Enel X in Italia (Iva inclusa)…
ENEL X TIPO DI COLONNINA Prezzo attuale (€/kWh) Nuovo prezzo (€/kWh)
Punti di ricarica in AC 0,45 0,40
Punti di ricarica in DC fino a 50 kW 0,50 0,50
Punti di ricarica High Power Charger oltre 50kW (HPC) 0,79 Nuova tariffa Ionity: O,79 euro al kWh. La rete europea di ricariche super-fast (fino a 350 kW di potenza) dice così addio alla tariffa flat, 8 euro a ricarica, adottata nella fase di lancio. Al Enel X devi ricaricare in AC per non spendere €0,79 kw/h al Ionity il prezzo e fisso €0,79 kw/h Le colonnine verranno tutte potenziate per ridurre i tempi di ricarica.
Premetto che se non ci fossero stati i pazzi che agli inizi del 900 andavano in giro con delle macchine che si guardavano dopo pochi chilometri andavano più piano dei cavalli e facevano veramente schifo come rumore adesso non avremmo il livello tecnologico delle auto. Però basta fare un piccolo conto per accorgerci che l’auto elettrica è una fesseria. Ogni regione italiana ha una sua centrale elettrica e sono distribuite in modo oculato, possiamo dire circa 15 Me a regione che coprono circa la:80 percento nei picchi e la notte hanno una disponibilità del 40 . Una auto con ricarica rapida assorbe 300 kW quindi 50 auto che fanno il pieno in contemporanea consumano tutta l’energia lasciando una regione a secco. Vuoi che in una regione non ci siano 50 macchine che fanno il pieno? Finché ci sono poche macchine elettriche non succede niente ma se si dovesse diffondere questa fesseria sarebbe un guaio. In più con il costo al kWh di 50 cents una elettrica costa come una benzina che fa 5 Km/l. Infine per avere il litio si devasta l’ambiente per cui piantiamola di esaltare una tecnologia che non ha futuro
Angelo, le fesserie le scrive lei. La rete elettrica è nazionale e non regionale. La potenza elettrica installata è di 118 GW (milioni di kW). Oggi nessuna auto elettrica carica a 300 kW, pochissime caricano oltre 100 kW e solo da stazioni ultrafast collocate sui percorsi extraurbani. Oltre l’80% delle ricariche avviene a casa, a potenze che variano da 2 a 7 kW e dove l’energia costa 20 centesimi e non 50 come scrive lei. Faccia i conti e vedrà quante auto potrebbe supportare la generazione elettrica italiana: di sicuro molte più delle 50 a regione che dice lei (tenga presente che il parco elettrico circolante in Italia è già di quasi 50 mila veicoli e non risulta che abbiano provocato alcun black out). Sappia inoltre che gli impianti di ricarica sono “intelligenti” e possono modulare l’erogazione in caso di sovraccarico. I problemi potranno esserci semmai quando saranno alcuni milioni, ma ci vorranno almeno 10 anni e avremo tutto il tempo per adeguare la rete e la capacità installata. A livello di produzione annua in Italia siamo poco sotto i 300 TWh. Se tutte le auto circolanti (38 milioni) fossero Tesla i consumi globali annui aumenterebbero di circa 100 Twh, appena il 30%. I costi, per finire. Il consumo di un’auto elettrica varia fra 12 e 16 kWh per 100 km. Anche con una tariffa di 0,50 euro a kWh, 100 km costano fra 6 e 8 euro. Un’auto a benzina che fa 5 km con un litro, come scrive lei, consuma 20 litri per 100 km, con una spesa che rasenta i 28 euro. Ci dica dove ha letto la fandonia del litio che devasta l’ambiente. Sa che si può ricavare anche dall’acqua di mare, come il sale?
Quoto massimo degli esposti… tutti a trovare qualcosa che non va (ovviamente ci sono limiti per tutto specialmente all’inizio) e quello e quell’altro… ormai il mondo con gli investimenti di oltre centinaia di miliardi sono diretti da quella parte! Chi continua a raccontare cose assurde se ne faccia una ragione questo sarà il futuro che vi piaccia o meno!
Le batterie litio-silice cambieranno tutto. Le economie di scala abbatteranno i costi del 25%. È solo questione di tempo. Pensate alle prime Tv Led. Lavoro in una concessionaria di provincia e vi posso garantire che al 90% dei clienti non importa nulla dell ecologia. Prezzo e autonomia. Punto.
Ho jeep compass 1400cc un anno di vita 13000 km rimasta ferma causa Covid 3 mesi batteria morta la nuova mi è costata 300 euro posso mettere solo quelle a celle ultima generazione chi sa dirmi quanto costano le batterie di una elettrica oggi per favore niente ipotesi su cosa sarà tra 5 o 8 anni scusate ma di futurologi non ne posso più, dimenticavo se qualcuno mi sa dire quanto costa fare un Milano Reggio Calabria elettrico e quanto tempo ci vuole con auto elettrica grazie
Buona sera Lorenzo, non possiedo un’auto elettrica ma ci sono alcuni simulatori che possono dare risposte alle sue domande. Un’esempio è abetterrouteplanner.com che indica in 14 ore e 30 minuti la percorrenza centro-centro tra Milano e Reggio Calabria con una Testa model 3 long range e ricarica finale per portala allo stesso stato alla partenza. Il simulatore dice che dovrò fermarmi per 6 volte per un totale di 2 ore e 45 minuti per un costo totale di 86€ quando i Super Charger diventeranno a pagamento, quindi ad oggi 0€. La batteria della model 3 è garantita, secondo il sito ufficiale Tesla, 8 anni o 192.000 e se la dovesse sostituire una volta scaduta la garanzia il prezzo che verrà applicato non si sa, mentre se la dovesse sostituire domani, e sinceramente non capirei il perché visto che si ipotizza l’acquisto di un’auto nuova, il costo secondo lo Youtuber Matteo Valenza 13000€ +IVA.
La grande differenza è sicuramente il prezzo finale e la tipologia delle due auto che io non considero minimamente paragonabili, secondo 4 Ruote a partire da 28750€ per la Compass e 54780€ per la Tesla.
1)Il fatto che un auto elettrica costi molto di più di un auto endotermica non ha senso. L’auto elettrica di per sé è molto, ma molto meno complessa. Non è paragonabile la complessità di un motore meccanico con quello elettrico.
2)Anche se si ricarica un auto in mezz’ora è sufficiente che davanti a te ci sia una sola auto che la ricarica dura almeno un ora.
3)La rete elettrica nazionale non è in grado di fornire la quantità sufficiente di energia, la grande maggioranza delle persone caricherebbe durante le ore notturne ma solo quelle che hanno un garage.
Dove caricano tutti quelli che hanno la macchina fuori?
Proviamo a rispondere:
1) è vero che l’auto elettrica è molto meno complessa, ma la differenza di prezzo deriva dal costo delle batterie.
2) ormai di colonnine ce ne sono tantissime, qualsiasi app ti consente di sapere dove ne trovi di libere e di prenotarne l’utilizzo prima di arrivare sul posto
3) quelli che hanno la macchina fuori devono trovare colonnine in cui caricare. A Londra si carica già per strada, la notte, allacciandosi ai lampioni. In Italia ci sono già tantissime stazioni in corrente alternata, lenta quindi, in cui lasciare parcheggiata l’auto per ritrovarla carica la mattina. Se non ce ne sono vicino casa, forse è meglio rinunciare all’auto elettrica, come scrive Lorenzo Marfisi in questo articolo: https://www.vaielettrico.it/ricarica-casalinga-e-aziendale-come-mi-sono-organizzato/
io credo che andrebbero affrontati due problemi:
— la facilità di pagare la ricarica. Quando vado a fare benzina mica devo essere registrato sul sito del benzinaio o avere la sua app o la sua card per rifornirmi? Le colonnine dovrebbero potersi pagare con le carte contactless. Perfino Atac è riuscita a farti pagare la metro con la contactless, ci possono riuscire anche i gestori delle colonnine. Altrimenti di fatto costruiamo un monopolio naturale intorno ai grandi gestori, perchè certo non mi posso fare la card di tutti.
— favorire ulteriormente le ricariche nei condomini. Ora ognuno fa per se e il primo affronta tutte le incognite burocratiche. Si potrebbe introdurre qualcosa di simile al fotovoltaico concominiale: 110% di superbonus a chi installa infrastrutture di ricarica nei garages condominiali, ma non nella forma di singola colonnina: nuovo contatore, n linee di ricarica che vanno a n posti auto, quelli di chi si “consorzia” per ricaricare. Con una trifase a 22kw si alimentano 7 ricariche a 3kw (se ho detto castronerie correggetemi) con un sistema di ripartiizone dei costi. Impianto chiavi in mano al condominio con superbonus
Al di là degli aspetti tecnici, su cui bisognerebbe ragionare, ci sembra un’analisi molto più lucida di quella Gabanelli, con tutto il rispetto per una giornalista coraggiosa.
Ottime osservazioni.
Tutti commenti da alta ingegneria profondamente sbagliati.
Manca all’appello il costo che la comunita’ internazionale deve affrontare per arginare I dannni economici e non solo che ogni kg di anidride carbonica pompato in atmosfera crea alla comunita’ internazionale quantificabile in circa 1 euro al kilo.
Considerando questo la superiorita’ delle elettriche e’ fuori dubbio.
Siamo ancora legati al morboso desiderio di possedere l’auto.
Con un pay per use, sarebbe più sostenibile, forse.
Magari con la macchina che viene da sola sotto casa alla bisogna, con un click via app.
Oppure, meglio ancora (secondo me) sarebbe usare i soldi pubblici non per incentivare l’acquisto di nuove auto elettriche ma per potenziare i trasporti pubblici in modo da ridurre contemporaneamente inquinamento E traffico
L’elettrico non sfonda perché c’è ancora scarsa o pessima informazione come quella della Gabanelli.
Non è che si può aspettare che ci sia una soluzione per tutti i casi già adesso.
Vediamo piuttosto dove non sfonda in segmenti in cui sarebbe già competitivo.
Casi di segmenti con budget sopra i 30k ( e ancora più sopra i 40k) e con garage non sfonda sostanzialmente per queste ragioni :
– Scarsa offerta rispetto ad alternative benzina/diesel, va detto
– Paura o rifiuto del cambiamento/adattamento
– Scadente informazione su risparmio economico/facilità uso
– Sostanziale incuranza/ignoranza del problema ambientale
Ultimo punto chiaramente ha un peso, molte persone recepiscono negativamente la macchina elettrica come fosse una moda passeggera, una falsa soluzione che è pure ingiustamente incentivata.
Figuriamoci se sono disposte ad un minimo di adattamento acquistandola.
Lo faranno quando sarà così conveniente, conosciuta e pratica che solo un masochista potrebbe non sceglierla.
Tra 3-5 anni, per dire.
Il suo commento rasenta a chiare linee la politica del movimento verde, riunisce le proprie idee sotto le solite affermazioni… paura, ignoranza, mancato adattamento. Il futuro al momento vede l’auto elettrica, ma sarà così? Perché di progetti che sarebbero stati il futuro e poi abbandonati ce ne sono a iosa. A parer mio ci vorrà del tempo ma molto di più di quanto si speri, l’investimento iniziale non è alla portata di tutti sebbene ci sia un risparmio finale, se poi tutti gli automobilisti acquisteranno l’elettrico invece di auto usate endotermiche, allora vuol dire che disoccupazione, tasse e lavoro sottopagato appartengono oramai al trapassato.
>Perché di progetti che sarebbero stati il futuro e poi abbandonati ce ne sono a iosa
Non si cambia completamente una linea di produzione nell’automotive da un giorno all’altro.
La riconversione in elettrico è partita, ci vorrà tempo e non potrà essere “un tentativo”.
Non è un nuovo tipo di tettuccio apribile. E’ profondamente diversa progettazione auto e sta implicando anche un forte investimento in infrastrutture di ricarica.
Elettrico già ora ha molto potenziale in alcuni segmenti ed evoluzione è appena incominciata. Non si vedono neanche lontanamente altre alternative paragonabili.
> … riunisce le proprie idee sotto le solite affermazioni… paura, ignoranza, mancato adattamento
Il pregiudizio lo vedo in lei.
Veniamo al concreto.
Tesla Model3 è una macchina che nel suo segmento per il mix prestazioni, sicurezza, facilità ricarica, costo di esercizio non ha davvero paragoni. Ed è quasi imbarazzante per altre macchine. Infatti è il successo di questa macchina che ha dato una sveglia agli altri produttori.
In Cina, USA e altri paesi Europei la domanda è giustamente ( per la semplice valutazione del valore offerto ) molto elevata, è al vertice del suo segmento di mercato.
Qui no.
Mi trovi delle spiegazioni alternative a quelle elencate per spiegarlo.
Scusate ma io ho un dubbio, se l’elettricità con cui ricarico la macchina è prodotta dall’oli o simili che senso ha. Non sarebbe meglio prima convertire tutta la produzione di elettrico in eco e poi cambiare il parco macchine. Io al momento mi sento presa in mezxo
Ciao Simona. L’energia elettrica in Italia è già prodotta in buona parte da fonti rinnovabili pulite. Siamo al 35% su base annua con picchi oltre il 40-50% in alcune giornate e alcuni periodi dell’anno. Il resto è prodotto in larghissima misura da gas naturale che è la fonte fossile meno inquinante. Quindi utilizzare l’elettricità per i trasporti dà già un grande beneficio per l’ambiente. L’obiettivo, ovviamente, deve essere aumentare ancora la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Ma i piani in tal senso già ci sono e l’obiettivo è già stato fissato: 55% di energia rinnovabile entro il 2030 e 100% entro il 2050. Concludendo: sostenibilità dei trasporti e sostenibilità della produzione elettrica devono procedere di pari passo.
Una centrale termoelettrica ha un rendimento del 60%, un’auto diesel 35% una a benzina ancora meno. Tutto il resto è calore dissipato, che nel caso delle centrali termoelettriche può essere sfruttato per fare teleriscaldamento ad esempio. Quindi anche bruciando combustibili fossili, le centrali termoelettriche sono di gran lunga più efficienti dei motori a combustione interna, sono più pulite perchè posso utilizzare sistemi di post trattamento dei fumi molto più efficienti di quelli che posso montare sulle auto e inoltre posso recuperare l’energia termica per riscaldare abitazioni e industrie!!!!
Il dubbio è più che legittimo. Azzerare completamente le emissioni al momento non è possibile proprio perchè la base del nostro mix energetico è sempre basato sui combustibili fossili che, anche ammettendo non producano altri inquinanti, ci portano sempre un enorme contributo alla CO2 immessa in atmosfera; per questo anche le rinnovabili non ci possono aiutare più di tanto: se avessimo tutti un EV e ricaricassimo di notte a casa, la possibilità di usare il fotovoltaico sarebbe nulla.
In molti pensano che per azzerare la produzione di CO2 dovremmo rivalutare l’attuazione di un programma nucleare basato (discorso lungo, ma riassumo) sulle nuove tecnologie esistenti che consentono di superare i problemi che tutti conosciamo (sicurezza, scorie, etc); la Francia per dire, in questo momento sta producendo 88g di CO2 per KWh prodotto [1] mentre noi siamo a 300 circa…
[1] https://www.electricitymap.org/zone/FR
Semplicemente in Italia non si vuole fare il passo, ci sono troppi guadagni sul fossile a cui non vogliono rinunciarci (non lo farei manco io fossi nel settore). L’Italia è un paese di vecchi (boomer) per questo va male semplice e andrà sempre peggio.
Ps se ci fatte caso è lo stesso procedimento della fibra, sfruttano il rame per anni ancora e ancora fregandosene della fibra. Guardando fuori dal paese esisteva già da 15 anni mentre qui hanno iniziato l’anno scorso. Paese di m
Il classico conto della serva fatto su modelli che avevo considerato anch’io.
Il responso è esattamente lo stesso, ci sarebbe da aggiungere che con la Clio diesel puoi girare tutta l”europa senza telefonare agli alberghi o ai ristoranti se hanno la colonnina disponibile e puoi anche viaggiare di notte con meno traffico , quando a parte le colonnine pubbliche (pochissime) sarebbero non disponibile le altre.
Su fattore ambientale, il fatto che si possano riutilizzare le batterie non è molto sostenibile, alla fine devono venire smaltite e allo stato attuale non mi sembra siano riciclabili al 100%.
Ergo un mercato non maturo e per i soliti eletti, per quanto possa ritenersi eletto uno che spende un capitale e deve fare le medesime soste di uno scooter per percorrere più di 300 km filati..
Siamo seri non ci siamo e i punti in cui non ci siamo sono esattamente i 3 evidenziati dalla Gabanelli.
Prezzi troppo alti. Pochi km di autonomia. Colonnine assenti. Difficolta di ricarica nei condomini. Dopo 7 anni la batteria cala al 70%
Cambiarla cosa costerà?
Per ora è utopia.
Posseggo una ev e sono contentissimo, la caricò esclusivamente a casa , ma tra gli ostacoli metterei quello che per utilizzare le colonnine devi fare tessere, registrarti e altre cose così, non capisco perché non si possa semplicemente pagare con carta di credito come per la benzina o il gasolio.
Io ho almeno 5 tessere per sicurezza… un disastro!
Solo in Svizzera ho trovato una colonnina che accettava solo la carta di credito.
E il costo della batteria dopo 8 anni chi me lo paga?
Ma chi ha detto che la batteria dura solo 8 anni, stiamo parlando di batterie da 1 milione di miglia quindi 1600000 Km se anche quelle attuali facessero 800 mila Km dire che la batterie e la macchina abbiano già dato. Non è che c’è la scadenza sulle batterie, le loro caratteristiche sono longeve in funzione di come vengono trattate (ricaricate e scaricate), quindi non attacchiamoci alle sole dicerie da bar che si sentono dire. Per non pensare del fatto poi che come per tutti i ricambi man mano che le vetture elettriche aumenteranno ci sarà anche la possibilità che costruttori di batterie forniscano batterie rigenerate o fatte con nuove tecnologie meno costose a prezzi più accessibili. Se abbiamo sviluppato gli ICE per 120 anni per ottenere gli Euro6 potremo sviluppando le batterie ottenere densità di carica molto superiori alle prime batterie al litio in modo da creare batterie meno costose e meno pesanti intercambiabili con quelle originali installate dalle case costruttrici.
Lei parla di tecnologie che ancora non esistono e non sono state testate, di cui non conosciamo nulla, né prezzo né caratteristiche né disponibilità.
La “scadenza” delle batterie è indicata dal numero di cicli di carica-scarica completi, che sono circa 1000, oltre tale limite il degrado può superare il 20%… è un componente soggetto ad usura. Tra l’altro è qualcosa che conosciamo molto bene, perchè succede la stessa cosa anche con la batteria di cellulari e notebook.
Se anche la batteria dopo 1000 ricariche fosse da buttare, e se facesse 200 Km a ricarica, vorrebbe dire che la macchina farebbe senza problemi 200.000Km. la domanda quindi diventa, quante auto teniamo per più di 200K Km?
Mi spiace dirvelo, ma sulla prima vostra risposta non sono d’accordo, è inutile dire continuamente che si risparmia nel lungo, ma se uno non ha i soldi non li ha punto e basta. Conosco tanta gente che guadagna da 800 a 1000 euro, hanno le bollette, hanno l’affitto, e devono mangiare, e indovinate che si comprano come auto? Dei catorci ( purtroppo) in cui ci pagano solo il passaggio, perché è l’unica cosa che possono pagare con la loro liquidità, e che gli vogliamo dire? Di indebitarsi? che manco arrivano a fine mese e chiedono prestiti su prestiti, per tirare avanti. Non bisogna giudicare e indicare con il dito senza conoscere le possibilità altrui, perché non tutti hanno gli stessi conti in banca.
Capisco le sue obiezioni, Marco, chi guadagna le cifre a cui lei fa riferimento potranno pensare a una macchina elettrica solo tra qualche anno, quando i prezzi saranno calati. E questo dispiace. Noi da tempo scriviamo che i costruttori devono fare ogni sforzo per abbassare i listini, invece di continuare a dedicarsi solo ad aumentare l’autonomia.
Marco, alcune osservazioni sono condivisibili: parecchie persone non possono permettersi un’auto nuova, quindi un’elettrica é fuori questione. Se guardiamo invece la vendita del nuovo, ecco che la storia cambia. Ai prezzi attuali parecchia gente ancora non può o vuol impegnarsi economicamente con una macchina che costa parecchio di più di un ICE. Sono d’accordo con la Gabbanelli che i prezzi debbano scendere ancora.
Clio diesel, listino 20000 euro. Zoe elettrica, listino 34100 – 4000 incentivo = 30100 euro. Devo recuperare 10100 euro in 160000 km. Diesel 1.30 euro/litro, consumo 18 km/litro, per 160000 km spendo 11600 euro. Elettricità 0.22 euro/kWh, consumo 6,06 km/kWh, per 160000 km spendo 11600 euro 5800. Per auto diesel, tagliando ogni 30000 km, costo tagliando 300 euro, per 160000 km ipotizzo 6 tagliandi e spendo euro 1800. Quindi dopo 160000 km con l’auto diesel ho speso 11600+1800=13400, conteggiamo anche il bollo auto, 218*5=1090 euro, totale 14490 euro. L’elettrica invece costa per 160000 km 5800+400(tagliando 100000)=6200 euro. Quindi ho risparmiato 8290 euro. E’ evidente quindi che in 160000 km non ho ancora recuperato la differenza tra esborso acquisto elettrico-diesel, mancano all’appello ancora quasi 3000 euro.
Conti alla mano gli incentivi sono effettivamente ancora troppo bassi per poter spingere un acquirente ad acquistare l’elettrico per convenienza economica. Gli incentivi devono essere rivisti in modo che effettivamente possa esserci un pareggio economico in tempi ragionevoli. Basterebbe portarli da 4000 a 6000 senza rottamazione e da 6000 a 8000 con rottamazione, limite prezzo di acquisto a 40000 euro.
Noi invece pensiamo che gli incentivi siano ben calibrati così. Adesso spetta alle Case abbassare i listini, limando via via i costi di produzione, anche grazie alle economie di scala.
Volendo possiamo anche aspettare che i costi di produzione scendano. Non c’è da aspettare molto, entro 2 anni arriveranno modelli cinesi che daranno filo da torcere a qualunque marchio europeo in termini di rapporto qualità/prezzo. L’importante è che i soldi dello stato presi a debito non siano distribuiti come mancette a concessionari e case costruttrici, incentivando indiscriminatamente acquisto di ICE che sono tecnologia vecchia. Sono anni che si assiste alla trasformazione verso l’elettrico, avrebbero dovuto pensarci con largo anticipo invece di distribuire dividendi. Al massimo l’incentivo dovrebbe andare a chi ne ha più bisogno, incentivando l’acquisto di ICE che costano meno di 18000 euro.
Ma se invece della zoe prendi la corsa??? I prezzi sono di qualche migliaia di euro di differenza… quindi già oggi è fattibile.. inoltre si i costi alla lunga sono enormemente inferiori ma se facciamo la finanziaria per le due auto (dato che non abbiamo i soldi) non recuperiamo comunque la differenza???? Già oggi è conveniente, nei prossimi anni ancor di più…. ovviamente bisogna accontentarsi in quanto i modelli al momento non sono tantissimi!
Per quanto mi riguarda non è conveniente, si riesce a recuperare l’investimento dopo 180000 km che per una percorrenza annua di 30000 km sono 6 anni. Non sono pochi. Inoltre la batteria perde efficienza…ben che vada a 250000 sarà da sostituire e quindi butti via la macchina. Intanto ti sei dovuto adattare a calcolare tutti i percorsi delle gite fuori porta e a rinunciare ad utilizzare l’auto per lunghe percorrenze. Quindi mi spiace ma obiettivamente dal punto di vista economico e di comodità l’elettrico non ha nessun senso. A meno che incentivi o prezzi di vendita effettivi non riducano di almeno 3-4000 euro il costo iniziale d’acquisto.
Che il mercato non sia completamente maturo è ovvio.. sono diversi anni d’elettrico rispetto ai 100 e più dell’endotermico. Se si parlava di qualche anno fa con la c0 ok ma oggi per gran parte delle persone è fattibile. Ho fatto i conti del solo acquisto fra e-up e la normale e ci sono qualche migliaia di euro di differenza quindi con tutti i risparmi dopo il tempo che menzioni il costo dell’auto è uguale, se poi parli del valore di rivendita ovviamente con l’elettrico spunti un prezzo più alto, per la batteria infine se dovessi anche cambiarla fra 5-8 anni costerà pochissimo, quindi se uno ragiona in prospettiva non possono che migliorare le cose ed il guadagno è garantito. Poi ognuno fa come vuole ma dati alla mano il risultato è che oggi siamo già è conveniente!
Purtroppo non vedo numeri…scusa, deformazione professionale…
In realtà la elettrica è indubbiamente vantaggiosa per chi fa casa-lavoro nel raggio di autonomia a/r entro 240km. Al posto della Zoe prendi una CitiGo (19k con ecobonus), consuma in media 12kWh/100km invece dei 18 indicati da te per la Zoe. Da considerare anche che i taglia ti non sono da 300 euro di media. In 160000km fai almeno 1-2 volte la distribuzione che va oltre i 1000euro e poi ogni tot sali oltre i 300 (esperienza con Skoda Fabia 1.4tdi pur stupenda).
Poi concordo che incentivo Lombardia è stato determinante per rendere la citigo real mente acquistabile.
Per il costo “carburante” elettrico a mio avviso 0.22 €/km non è corretto. Questa tariffa comprende anche i costi fissi in bolletta, è il costo medio al kWh tutto compreso.
Io dico che il costo dell’energia, compreso i vari costi aggiuntivi proporzionali, si attesta attorno ai 0.15 (spannometricamente), nel mio caso, da ultima bolletta, ho calcolato 0.134 €/kWh.
Quanto sopra in caso di ricarica domestica privata se uno non aumenta la potenza impegnata del contatore o non mette in contatore dedicato alla ricarica il costo è quello.
Ho fatto illustrato il mio ragionamento ad un amico che di lavoro fa il revisore contabile e si è detto d’accordo.
Un’automobile elettrica di medie dimensione percorre 4 chilometri c/a con un kWh, non certamente 6.
Il costo a kWh per auto elettriche dipende dalla prestazione della colonnina di ricarica e varia da 0,3 euro/kWh c/a per la ricarica lenta a 0,7 euro/kWh c/a per quella veloce (pochi minuti).
Installare milioni di colonnine di ricarica (quante ne servirebbero) per strada è un impresa IMPOSSIBILE. Occorrerebbe quadruplicare la rete di distribuzione elettrica in media e bassa tensione attuale. Basti pensare che un automobilista “elettrico” consumerebbe in media 100 hWh/giorno che corrisponde al suo consumo medio mensile casalingo.
Le auto elettriche si venderanno (con costi più bassi di quelle tradizionali) solo quando costruttori e distributori elettrici capiranno che le batterie vanno SOSTITUITE (in pochi minuti, nelle stazioni di servizio dove sarebbero poste in ricarica lenta) e non ricaricate a veicolo fermo, diminuendo così il peso necessario a bordo e usandole a terra come bilanciatori di carico sulla rete BT e come energia di riserva “in scatola” per qualsiasi altro uso, anche in situazioni di emergenza (Smart Grid).
Nelle smart city del futuro la soluzione sarà solo questa: batterie per la trazione elettrica leggera e per la riserva di energia ovunque, anche sui tram e metropolitane per averne in quantità necessarie in caso di esodi o blackout
Fai un giro dai concessionari e guarda il prezzo vero della Zoe. Il listino è fasullo, come lo quello di tante altre case, che vendono sia termiche che elettriche. Se invece siamo in malafede, continuiamo con i prezzi di listino. Avanti Savoia!
Ci sarebbe da aggiungere ancora…
Punto 1: la VW e-up costa 19.500€, da cui scontare gli incentivi statali. La cinese ORA R1 potrebbe costare addirittura meno di 10.000€ se e quando arriverà in Europa.
Punto 2: Statisticamente non è che tutti i condomini abbiano bisogno di caricare simultaneamente, e seppure fosse, a 3kW, si tratterebbe di un raddoppio rispetto alla potenza impegnata per i singoli appartamenti. Ma come detto, statisticamente non tutti ricaricherebbero tutte le notti, così come non tutti (anzi quasi nessuno) usa i 3kW a disposizione in maniera continuativa.
Nessuno ha citato il PNIRE che fa sì che nei condomini basti la sola comunicazione, senza necessità di accettazione, salvo diniego possibile per i soli lavori di carpenteria e/o muratura.
Infine, esistono i lampioni con prese di ricarica che potrebbero servire migliaia di vetture in strada senza (quasi) necessità di mettere mano agli impianti, visto che le nuove luci a LED consumano sensibilmente delle vecchie lampade agli ioduri. Anche perché non è che tutti i condomini abbiano un numero di posti auto sufficienti agli inquilini.
Punto 3: anche qui la legge obbligherebbe già da anni i gestori delle autostrade ad installare colonnine lungo la loro rete viaria, ma nessuno ha controllato, tanto meno sanzionato in alcun modo. Anche se la legge non prevede sanzioni (non credo, ma non ne sono sicuro), ci sono altri modi per dissuadere i gestori. Poi ci sarebbe anche ANAS che non è che si sia comportata molto meglio dei soggetti privati.
Insomma io ho sempre ammirato la Gabbanelli e continuo a farlo, ma credo che oltre ai dati “ufficiali” una consultazione alle associazioni di categoria ad esempio, non guasterebbe.
Veramente la e-Up nuova costa 23.750€, il prezzo di 19.750 è comprensivo di ecobonus statale senza veicolo da rottamare (fonte: sito volkswagen)
Anche tenendo conto del prezzo con ecobonus, la differenza tra quella elettrica e quella a benzina è di 5.000€, che salgono a 9.000€ se consideri la differenza col listino a nuovo.
Su un’utilitaria cittadina il ritorno economico ce l’hai nell’anno del poi e nel mese del mai.
La e-Up non costa nè 19.500 e nemmeno 23.750 ma costa “€ 15.582,00 (chiavi in mano IPT esclusa) Il prezzo in comunicazione di €15.582 è calcolato tenendo presente il contributo di €2.168 grazie a Volkswagen e alle Concessionarie Volkswagen che aderiscono all’iniziative e l’incentivo statale di € 6.000 (“Ecobonus”), valido solo in caso di rottamazione … Offerta valida fino al 30.06.2020 …”
E in alcune Regioni sono/erano previsti altri incentivi, grazie ai quali c’è chi se l’è portata a casa a meno di 8 mila euro.
il prezzo ufficiale a nuovo indicato sul sito VW è 23.750
tutte le rimanenti riduzioni sono extra e non certe, visto che dipendono da svariati fattori:
– se hai o meno un’auto da rottamare
– se vivi o meno in una regione virtuosa
– se il concessionario aderisce o meno all’inziativa vw
– se i contributi sono ancora disponibili
l’unico dato _certo_ è il prezzo a listino per il nuovo, che è 23.750
purtroppo, se c’è qualcuno che se l’è portata a casa per 8.000 non significa che quello sia il costo per tutti
C’è una domanda:
è possibile acquistare una auto elettrica nuova con una buona autonomia? La risposta è si. Come ho constatato io direttamente in concessionaria e con un preventivo reale e concreto da 15.200 euro. E’ possibile? Ripeto e sottolineo: si è possibile. Riguarda milioni di italiani? Si. Riguarda la gran parte se non il 90% degli italiani? Si. Qualcuno resta escluso? Si. Questo qualcuno rappresenta una minoranza? Si. Scrivere che le auto elettriche costano da 30 a 35 mila è una distorsione della realtà? Si, anzi per essere più chiari è una balla. Già i 23 mila del listino rappresentano una cifra molto diversa. Poi Phelipe diciamo le cose giuste il bonus da 6 mila euro è una legge dello Stato come si fa a non aderire? E a che pro? In ogni caso cambi concessionario. Insomma l’affermazione che “l’unico dato _certo_ è il prezzo a listino per il nuovo, che è 23.750” non corrisponde a realtà perché nella realtà si compra a meno. https://www.vaielettrico.it/volkswagen-e-up-in-concessionaria-ecco-il-prezzo-vero/
la ORA R1 in Costa Rica costa sui 20.000$, credo che anche in Italia il prezzo sarà simile…