Anche questa settimana i taxi di Bologna hanno scioperato. Creando notevole impasse a una città che si è scoperta ad alta attrazione turistica. E in ballo non c’è solo una questione di tariffe, ferme da anni. Ma anche di auto elettriche.
“Manca un piano per mettere le colonnine”
Già, perché come abbiamo scritto un mesetto fa, le vetture in circolazione sono troppo poche. Ma il Comune, con l’assessore Irene Priolo, tiene duro nel proposito di dare 30 nuove licenze solo ad auto ad emissioni zero. Ma anche i tassisti resistono: <Ci preoccupa il fatto di non essere a conoscenza di un piano per dotare la città di una rete di colonnine in grado di ricaricare le batterie>, ha detto a Repubblica il presidente di Unica Taxi, Franco Sarti. Aggiungendo di vedere anche una questione di prezzo, dato che le elettriche non costerebbero meno di 40 mila euro. Contro i 22-23 mila euro che i tassisti sono abituati a pagare.Non è su quest’ultimo aspetto che vogliamo soffermarci. Anche se si tratta di un’informazione errata, che abbiamo già contestato, assieme ad altre fake news, nel precedente articolo.Vorremmo parlare invece del tema della ricarica, per porre una domanda. Ovvero: possibile che non ci si possa ispirare alle esperienze virtuose già in essere in Europa?
L’esempio virtuoso di Amsterdam Schipol
Sono già quattro anni che Bios Groep, la prima compagnia di auto pubbliche di uno dei maggiori scali d’Europa, Amsterdam Schipol, viaggia esclusivamente in Tesla. Ma a suo tempo (guarda il nostro articolo) non si limitò all’acquisto delle auto. In collaborazione proprio con Tesla impiantò una propria stazione di ricarica AC interamente alimentata da rinnovabili. Risultato: 2.500 tonnellate di Co2 risparmiate ogni anno, più le polveri sottili e tutto il resto. Più grande soddisfazione dei clienti per silenziosità e comfort. Tutti elementi che hanno convinto la BIOS a rimpiazzare la flotta di Model S con altrettante Model X. Stef Hesselink, numero uno di BIOS-groep, fornisce le cifre di questi quattro anni di lavoro: <Le nostre Model S hanno percorso in media 250-300 mila km. BIOS-groep effettua circa 170 mila corse all’anno, da e per Schiphol, era tempo di rinnovare la flotta, ma siamo pienamente soddisfatti>.
Perché a Bologna no?
Possibile che con i taxi di Bologna non si riesca a mettere in piedi un’operazione virtuosa, che doti queste benedette 30 nuovi vetture di colonnine rapide e riservate? Un progetto che metta assieme, oltre ai tassisti, il Comune, una grande utility come l’Enel e una Casa auto che offra le vetture a un prezzo concorrenziale? E che preveda anche la produzione dell’energia, almeno in parte, con energie rinnovabili? L’Italia sembra essere diventato il Paese di no. Della chiusura ad ogni novità. Anche se, come in questo caso, un’operazione così semplice gioverebbe anche all’immagine di una splendida città come Bologna. Oltre a giovare all’aria che si respira e alla quiete pubblica. Oggi, sotto quei meravigliosi portici del centro, i livelli di inquinamento e il rumore sono spesso insopportabili. Dai, proviamoci, cari amici dei taxi dei Bologna. Forse non siete ricchi come i vostri colleghi di Amsterdam, ma c’è dell’altro oltre alle Tesla…E se proprio l’Olanda vi sembra troppo lontana, data un’occhiata al di là dell’Appennino. A Firenze, dal luglio 2107, i taxi elettrici sono ben 70, ovvero 69 Nissan Leaf e una Tesla Model S. E i clienti sembrano apprezzare assai.
Guardate che ci sono taxi elettrici nelle altre citta per esempio Modena con una Tesla, Firenze tra Nissan Leaf, Hunday e Tesla idem per Roma
Verissimo. Di Modena e del mitico Gennaro (“elettrico a vita”) abbiamo scritto: https://www.vaielettrico.it/gennaro-borrelli-primo-tassista-tesla-ditalia-per-sempre-in-elettrico/ . A Firenze, città partita per prima anche nelle reti di ricarica grazie a un sindaco visionario come Mario Primicerio, ci sono 70 taxi elettrici, di cui 69 Nissan Leaf prima serie e la Tesla Model S di Gregorio, ex Priusista (nel senso dell’ibrida Toyota). Di Roma non siamo al corrente, ma di certo la chiusura dei tassisti bolognesi è deludente, così come in generale il ritardo della città sul tema.