La Volkswagen ID.2, la meno costosa, in arrivo tra due anni.
I numeri lo dicono: gli europei non vogliono l’elettrico, compresi i tedeschi, visto che nel primo mercato europeo le EV sono al 14%, ci scrive Vittorio. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate ainfo@vaielettrico.it
I numeri lo dicono: anche la Germania non va oltre il 14% di quota, dunque…
“Appartengo a quella parte di italiani che sull’elettrico ha molte perplessità. Sia dal punto di vista dei benefici per il pianeta e ancor di più per il tipo di mobilità individuale. Ma non è su questa infinita polemica che volevo intervenire. In ogni caso scrivo a voi perché vi riconosco grande onestà intellettuale nel trattare il tema della mobilità elettrica. Ho lettoun articolodai toni entusiastici sul fatto che in Germania ad aprile la quota di EV ha raggiunto il 14%, come a dire che il flusso del progresso è inarrestabile. Mi permetto di non essere affatto d’accordo. Questo vuol dire anche che l’86% dei cittadini del più grande mercato dell’auto europeo ha scelto ancora i motori termici (più o meno ibridi). A pochi anni dal divieto di vendere auto termiche in Europa, mi pare invece un chiaro segnale di dissenso della popolazione europea. Ad oggi si può tranquillamente dire che gli unici che hanno scelto il full-electirc sono gli scandinavi e il resto d’Europa è quanto meno perplesso…“.Vittorio Pentimalli
Aspettiamo le piccole di Renault e Volkswagen e poi tiriamo le somme…
Risposta.È la solita storia della bottiglia mezza piena e mezza vuota, c’è chi guarda l’una e chi l’altra. Venendo alla Germania, in aprile si è passati dal 12,3% di quota al 14,7%, in un mercato in cui si vendono più di 200 mila macchine al mese. Oltre alle 29.740 elettriche, andrebbero considerate anche le 11.787 ibride plug-in, che sono pur sempre auto ricaricabili con la spina. E qui la quota sale oltre il 20%. E tenga conto che aprile è un mese in cui Tesla consegna pochissime macchine, concentrandosi sulle ultime settimane del trimestre (in questo caso giugno). I conti li faremo a fine anno, ma è un fatto che ormai le Case auto lanciano quasi solo novità a batterie, il che dà l’idea del trend che è in atto. Ma per vedere una vera svolta dovremo vedere le novità più economiche di Renault (la R5 arriva l’anno prossimo) e Volkswagen (nel 2025) e anche di Fiat e Citroen. Con prezzi più competitivi capiremo se davvero se queste macchine piacciono solo agli scandinavi…
“Comprerò un’elettrica quando farà 500 km in autostrada ai 130”. Il NUOVO VIDEO di Paolo Mariano
Ma davvero si vuole continuare a bruciare ossigeno e produrre calore per fare tragitti di 10/15 km, a 30 km/ora di media? Con auto enormi occupate per l’80% del tempo da una sola persona? E il suolo pubblico occupato? È proprio vero che l’essere umano è stupido stupido.
Non hai torto, i veicoli rapidi costano, e recuperare e’ impossibile. Preferisco avere dischi di plastica che fanno vedere immagini piacevoli, cioe’ divx, dvd e bluray.
Il problema delle auto elettriche è che non sono una libera scelta da parte dei cittadini, ma sono un imposizione, fra tot anni o compri un elettrica o vai a piedi, per non parlare della solita lotta ideologica che ormai si verifica su qualsiasi argomento, ovviamente se hai un elettrica sei buono, sei comunista, sei pro vax e rispetti il pianeta, se vai a diesel/benzina sei cattivo, sei fascista, sei no vax e odi madre natura
Non è una libera scelta nemmeno fumare nei locali pubblici, eppure io non entrerei mai più in un posto dove si fuma, soprattutto se devo mangiare.
E si, forse è una questione ideologica, c’è chi rispetta il prossimo e chi se ne strafrega, per non dire altro.
Tra l’altro ci sarebbe proprio da capire come mai la matematica non viene applicata da una certa parte, perché alla fine basta fare 4 calcoli: mi viene quasi il sospetto che certi politici parlino solo per prendere il voto degli stupidi, tanto poi non vi preoccupate che l’elettrico arriva comunque, anche dopo il 2026.
Se è per questo hanno imposto anche la raccolta differenziata e, seppure all’inizio con qualche difficoltà, non tornerei mai indietro all’ indifferenziato, anzi.
A me dispiace soltanto che faccio del bene a chi mi è dietro e intanto continuo a buttare giù gli scarichi di chi ho davanti…
Però, in realtà, le ho prese perché in garage non ho più fumi vari quando parto, che ritenevo insopportabili.
Se tutti considerassimo di stare in un immenso garage, forse la penseremmo diversamente.
Inoltre, la comodità e la silenziosità, una volta appannaggio delle sole auto di lusso, con le elettriche è alla portata dei più.
Fate vobis.
Non capisco cosa ci sia di strano visto che attualmente l’elettrico é per bambini ricchi capricciosi e non mi sembra che l’Europa sia popolata in tal senso
Bambini ricchi capricciosi…. interessante….allora quelli che bramano la Porsche Cayenne, Maserati, Audi gigantesche dai costi proibitivi secondo me sono anziani ricchi col complesso del c’è l’ho più grosso io. Tu da che parte vuoi stare ? E soprattutto perché bazzichi i siti di noi bimbi capricciosi ? Vai su brum brum dot com
Scusate ma è ironia o cosa questo titolo… Cita nell’articolo che le EV sono passate in Germania nel mese di aprile dal 12,3% di quota al 14,7%.
Ma è tantissimo in un solo mese si sono spostate così le quote di mercato?! Cioè se le vendite fossero rimaste le stesse avremo 12% su 12% se fossero state in calo ovvio.. Ma se le EV erodono mercato piacciono eccome.. Anche perché per spostare la quota globale di mercato e non le vendite ci vuole un sacco di tempo.
Ad esempio in Italia il 6% del mercato cambia annualmente l’auto con una nuova (quindi dopo 10 anni il 60% del mercato avrà cambiato l’auto circa per arrivare al cambio totale del 99%parco mezzi nuovo, considerando che parte cambia nuovo con nuovo e molti tra auto d’epoca o pensionati non la cambiano diciamo che circa in 18/19 anni avremo cambiato tutti l’auto nuova.. QUINDI SE DA OGGI (non dal 2035/2038)SI VENDESSEEO SOLO AUTO EV.. dopo un solo mese vogliamo dire che la quota di mercato si è spostata di 0,5% e dopo un anno sarà del 6% a favore delle sole EV (è l’ipotesi)… Ecc..
Evidentemente in Germania cambiano più spesso auto di noi ed anche se hanno svariate alternative hanno scelto le EV con un 2,4% in un solo mese! 😳 A me sembra sorprendente come risultato
Buongiorno a tutti.
Il significato dei numeri dipende dalle condizioni al contorno.
A me sembra che, a fronte di un massiccio dispiegamento di sovvenzioni pubbliche (ingresso nelle ZTL, parcheggi gratuiti, no bollo, no accise, sconti sulle assicurazioni, sconti sull’acquisto e ancora qualche stazione di ricarica gratis — tutti vantaggi destinati a scomparire) e a fronte di un provvedimento europeo che condanna all’estinzione ex lege le auto termiche, dovendo inoltre costantemente vivere il rischio dell’ultimo degli amministratori locali che si sveglia ecologo e impone divieti di circolazione come gli pare, i risultati dei BEV siano molto modesti, quasi fallimentari.
In Italia si parla del 5% di quota di mercato, quindi ancora oggi, nonostante sovvenzioni e campagne pubblicitarie unilaterali, il 95% degli italiani non vuole un’auto con autonomia ridotta, con prezzo d’acquisto elevato, senza l’infrastruttura di ricarica pronta o senza la possibilità di usare il fotovoltaico a casa.
Pregherei tutti i commentatori di astenersi dall’insultare una tale maggioranza “bulgara” di persone.
Chi compra un’auto ibrida oggi lo fa perché comprerebbe termico ma teme per il valore residuo dell’auto al momento di rivenderla imho. E’ sempre e solo una conseguenza della decisione dell’UE e della fine forzata del termico. A mercato libero le elettriche non arriverebbero nemmeno allo 0.5% delle vendite, imho. Nei fatti viene imposta a tutti gli auropei una via unica con molte criticità e con un costo d’accesso fuori portataper molti. Vedremo cosa accadrà, ma la tecnologia migliore si impone da sola.
Di “tecnologie migliori” che abbiamo accantonato ce ne sono a bizzeffe, tra tutte l’eternit o i gas refrigeranti con CFC, eppure li abbiamo dovuti sostituire per evitare guai ben più grossi. Nel caso delle auto non è differente, soltanto è più impattante sul sentimento dei poveri automobilisti, in particolare per gli italiani che credono di avere i motori nelle vene, anche se nella maggioranza dei casi non è così.
@Leonardo
Qualunque tecnologia su larga scala dovrebbe migliorare la vita delle persone, a fronte di tre componenti di costo: costo per il privato cittadino; costo per la collettività (tasse) e costo ambientale.
Le automobili termiche hanno determinato un enorme progresso e miglioramento della qualità della vita nell’arco di più di un secolo per tutti, e sono arrivate al punto da costare poco e da permettere a chiunque di spostarsi con un mezzo privato, con grandi autonomie, distributori capillarmente diffusi sul territorio ed ottima affidabilità. Ci sono voluti 100 anni di evoluzione per raggiungere questa esperienza d’uso, durante i quali la componente di costo ambientale non è stata quasi messa in conto.
Ora stiamo rinsavendo, per fortuna, e nessuno sano di mente è contrario ad un ambiente più pulito. Ma la tecnologia elettrica non è altrettanto matura, cioè ad oggi richiede un cambiamento di abitudini e dei compromessi che si possono riassumere così: minore costo ambientale, ma maggiore costo per i privati, maggiore costo per la collettività (sovvenzioni) e minore “comfort” (leggi tempi di ricarica lunghi, infrastruttura scarsa, necessità del fotovoltaico/garage etc.). Anche i miglioramenti sulla componente ambientale al momento non sono poi così macroscopici da zittire i detrattori (tipo me) ed è ovvio che sia così, perché le auto elettriche sono risorte da pochi anni ed hanno avuto una evoluzione breve.
Comunque non credo ai “motori nelle vene”. Al netto di qualche vero appassionato di motori (pochi) e di filosofi dell’inquinamento (pochini), con un potere d’acquisto più alto molti italiani avrebbero fatto il salto: secondo me l’ostacolo principale alle vendite è solo quello.
Qui legge i racconti di centinaia di automobilisti che viaggiano in auto elettrica senza alcun disagio praticolare. Hanno cambiato abitudini e accettato qualche compromesso esattamente come abbiamo fatto tutti nella vita per un nuovo lavoro, una diversa città di residenza, la nascita di un figlio o una nuova situazione familiare. Le pare il caso di costruici uno psicodramma collettivo?
@Massimo
Nessuno psicodramma, cerco di capire i motivi delle scarse vendite: nel mio spannometro al 60% sono ragioni economiche; al 25% ragioni di comfort; al 10% piazzo i refrattari al cambiamento; al 5% il nocciolo duro degli amanti dei pistoni. Se non si rimuovono i primi due ostacoli grazie all’evoluzione tecnologica, le vendite non decolleranno.
Centinaia di utenti felici su 40 milioni di vetture non significano un bel nulla, abbia pazienza. Tra i miei conoscenti diretti c’è uno solo che ha una BEV, una 500e. Ha il garage, ha il fotovoltaico e farà sl e no 5000 km all’anno: si trova benissimo. Sostanzialmente l’auto non gli serve.
Cordialità
Su 40 milioni di utenti, 39 milioni e 800 mila non hanno mai messo le chiappe su un’auto elettrica e ragionano per sentito dire. Lei non fa eccezione, mi pare. I 200 mila che utilizzano l’auto elettrica, invece, hanno guidato termiche per anni e le conoscono bene entrambe.
mmm.. deve alzare i toni per forza?
Se dovessi cambiare un’auto per necessità, con 15000 euro — un terzo di una BEV di pari categoria, il prezzo attuale di una panda — comprerei una honda civic 1.6. DTECH usata: affidabilità giapponese, centinaia di migliaia di km assicurati, poco sotto i 30km al litro reali di consumo ed Euro 6.
Se dovessi cambiare auto per divertimento, allora comprerei una ford mustang o una toyota GT86.
“Mettere le chiappe su di un’elettrica” non mi interessa. Mi piace la tecnica motoristica, mi piace il cambio manuale, sono fanatico della manutenzione, tengo molti anni le vetture che compro, non butto mai troppi soldi nell’auto e dunque… non saprei cosa farmene di un telefono con le ruote.
La saluto, non ho altri argomenti.
In effetti lei ha pochissimi argomenti. Questo suo ultimo intervento lo dimostra. Evidentemente fa parte di entrambe le categorie (ostili al cambiamento e irriducibili dei pistoni) che lei stesso valuta spannometricamente nel 15% degli italiani (secondo noi molti di più). Nulla di male, ma fossi in lei eviterei di perdere altro tempo a discutere di auto elettriche.
Sono molto d’accordo con l’analisi di Ciccio, già in altri commenti ho espresso opinioni simili ma mi sembra che i commenti di Massimo D.E. si concludano sempre con “chi non crede nell’elettrico non capisce niente o non l’ha provata”.
Forse ascoltare la voce di chi vede i limiti della tecnologia attuale, invece di zittirla, potrebbe aiutare a rappresentare le esigenze di quella minoranza che ancora non vede nell’elettrico qualcosa che possa soddisfare i propri bisogni.
I limiti di una tecnologia bisogna conoscerli. Converrà che chi usa l’auto elettrica tutti i giorni li conosce molto meglio di chi li vede dalla poltrona e ne legge su internet. Se mettere a disposizione queste conoscenze di vita reale per lei significa “zittire” non so che dirle.
@Massimo G. Utilizzando l’auto elettrica tutti i giorni penso di poter dire due cose abbastanza consolidate:
– I limiti reali delle auto elettriche sono confinati alla velocità di rifornimento e se vogliamo all’ autonomia che impattano però soltanto i viaggi lunghi. Al contrario la disponibilità di colonnine non è un limite della tecnologia in sé, al massimo è un problema contingente.
– Utilizzando l’auto elettrica mi sono scoperto a notare maggiormente i limiti dell’auto termica (più rumore, più vibrazioni, più tempo e denaro per la manutenzione ordinaria, più cattivi odori negli spazi confinati come box e autorimesse, ecc.).
In generale c’è la percezione che le auto termiche non abbiano limiti mentre la realtà è che ai loro limiti ci siamo abituati da tempo (limiti che comunque ci sono nonostante la maturità della tecnologia).
Per le auto elettriche dipende invece dall’atteggiamento: chi ha un atteggiamento positivo ed è aperto al cambiamento sa che a fronte di molti vantaggi c’è lo svantaggio di una diversa modalità di rifornimento, d’altra parte chi è meno propenso al cambiamento la classifica come un problema insormontabile (il classico esempio è il tipico commento “Non sono contrario all’auto elettrica ma la prenderò in considerazione quando avrà la stessa autonomia di una termica e si potrà rifornire in cinque minuti come una termica”).
Di recente non mi preoccupo più molto di certe reticenze che ci sono sempre quando le tecnologie cambiano, basti pensare per quanto tempo e quante persone sono state a lungo reticenti ad acquistare uno smartphone. Considerando che l’auto è un mezzo che intacca molto le abitudini e l’immaginario delle persone non mi stupisco neppure più di tanto, tutti i dubbi cadranno anche abbastanza velocemente man mano che l’offerta di auto elettriche migliorerà e nel frattempo peggioreranno le condizioni al contorno delle auto termiche (ad esempio una delle killer app degli smartphone è stata la possibilità di inviare messaggi e usare chat con molta più facilità e economicità rispetto ai vecchi SMS).
Quale sarà la killer app delle auto elettriche?
Non lo so, potrebbero essere la disponibilità di colonnine a basso costo e bassa potenza nelle zone residenziali oppure la guida autonoma, vedremo quale delle due cose impatterà di più.
Oltre a tutto il detto e ridetto tra uso e differenze di auto termiche ed elettriche, il nodo, core, punto centrale, fulcro, o come preferite chiamarlo, è la miopia di chi si ostina a voler difendere una tecnologia (quella di bruciare del combustibile per far muovere un mezzo) che oramai è obsoleta, attribuendole un primato, che non ha, rispetto ad altre tecnologie rispettose di un ambiente (oramai devastato), che non potrà più esserci restituito, né ereditato dalle generazioni a venire. Se non capite questo, siete dei morti, siete dei “walking dead”.
L’elettrico e’ un aggeggio in piu’ in sostituzione eventuale del biodiesel.
Quante centinaia di km quadrati di monocoltivazioni a colza ci vogliono ? Quanta acqua serve per irrigare? Quanta energia serve per la coltivazione e trasformazione ?
Possiamo permetterci di dirottare tutte queste energie dalla coltivazione per nutrimento umano e animale ?
Dall’altra parte l’ elettrico: basta stare a guardare i pannelli fotovoltaici che producono già la corrente continua da buttare dentro alle batterie dell’auto.
Quanti pannelli ci vogliono ? Quale superficie ?
Bastano i tetti dei capannoni e case italiane oppure dobbiamo andare ad occupare i campi ?
Quando questi due argomenti saranno sviscerati, potremo decidere.
Il mio non è un intervento polemico, solo un invito a ragionare sui grandi numeri
Con una percorrenza di poco superiore ai 10 mila km all’anno, media italiana, ogni auto elettrica ha un fabbisogno elettrico di circa 2 Megawattora (Mwh-unità di energia elettrica pari a 1mln di Watt applicati costantemente per 1h). Un milione di auto di 2 Terawattora (Twh- 1mld di Kilowattora), 10 milioni di 20 Twh e così via, fino ai 76 Twh che sarebbero teoricamente necessari per alimentare tutto il nostro attuale parco circolante di 38 milioni di veicoli.
:
Lo sviluppo della mobilità leggera ed il potenziamento dei Trasporti pubblici ridurrà a 24mln il parco auto circolante a metà secolo. I veicoli elettrici puri saranno 19mln ed alimentarli genererà un fabbisogno aggiuntivo di 38 Twh, il 5% dei consumi totali a quella data.
Sarà possibile generare 700 Twh di energia pulita, contro i 130 di oggi? Le proiezioni di Terna ed Enel, ancora da affinare, dicono di sì. Circa 400 Twh aggiuntivi verranno da fotovoltaico installato sul 10% della superficie edificata e, con impianti utility scale, sull’1% del territorio oggi improduttivo
Riporto quanto trovi in que
A colza non lo so, rende meno.
Ma a canna da zucchero basta guardare il Brasile: alimenta a bioetanolo circa 80% delle auto , 40 milioni di auto flexi-fuel(che in realtà funzionano con un mix benzina-etanolo, quindi la percentuale effettivamente consumata del solo etanolo è anche molto minore minore).
Ebbene per produrre quel quantitativo hanno a coltivazioni una superficie di oltre 10 milioni di ettari, più di 4 volte la Lombardia, e lì c’è anche più sole e più caldo.
Ora quelle cifre sono reali e consultabili, c’è invece chi dice che basterebbe circa l’uno per cento di quella superficie in pannelli fotovoltaici per alimentare la stessa quantità di veicoli elettrici, non sono un tecnico e non sono la persona adeguato a verificarlo.
In effetti anche a me piacerebbe che si faccia chiarezza su questo argomento.
Facciamo una riflessione
1 mq coltivato riesce a convertire solo i 10/15% dell’energia proveniente dal sole (almeno per quello che ho trovato scritto in giro) e di quest’energia solo una parte potrà essere usata (70% come carburante, non credo e di questo 70% e tenendo che il rendimento di un termico è del 20% avremo che solo il 2% dell’energia solare sarà usato per muoversi) visto che verrà persa nella lavorazione del prodotto agricolo per ottenere il biocarburante, in più avremmo 1/2 raccolti l’anno
lo stesso mq in fotovoltaico già oggi ha una resa intorno al 25% e di quest’energia il 70% arriva sulle ruote di una BEV, tenendo conto il trasporto, l’accumulo nelle batterie, ovvero intorno al 17% dell’energia solare. In più mettiamoci che la superficie produrrà 365 gg l’anno (anche se con diversa esposizione) e salta subito all’occhio che ci si muove di più con auto elettriche.
Ora ci si renderà conto che un biocarburante costerà sicuramente di più dell’energia elettrica prodotta da fotovoltaico proprio perché ne servirà di più e serviranno più terreni per far muovere lo stesso numero d’auto.
Tutto questo tralasciando il problema climatico/ambientale e i terreni sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e dei relativi animali domestici.
Non faccio fatica a crederlo.
D’altronde se in Brasile per alimentare (con una miscela mista a benzina) 40 milioni di veicoli, che tra l’altro equivale al parco circolante italiano, servono coltivazioni per 10 milioni di ettari, 4 volte e mezza la Lombardia, allora è abbastanza chiaro che per fare biocarburanti per il parco circolante italiano bisognerebbe eliminare Franciacorta, Valpolicella, Valdobbiadene, Chianti…..
Un po’ surreale, chissà se al ministro food blogger lo hanno spiegato?
-Quante centinaia di km quadrati di monocoltivazioni a colza ci vogliono ?-
Io voto per la canapa.
Dai gambi della pianta di canapa lasciati in fermentazione viene estratto l’etanolo, mentre dai semi della pianta viene estratto il biodiesel. La canapa – quando viene coltivata come materia prima per biocarburanti – è in grado di produrre entrambi i biocarburanti.
La canapa è “un’erbaccia” che cresce ovunque, non richiede particolari cure e potrebbe non entrare in competizione con altre colture.
Non dimentichiamo che la canapa è ottima per fare tessuti (meno “belli” del cotone, ma rispetto a questultimo non è altrettanto “idrovora”) e con questa pianta si possono produrre anche delle materie plastiche che altrimenti si farebbero tramite derivati del petrolio.
Rimangono poi le inutili infiorescenze e volendo anche le foglie. Non avendo una vera e propria utilità pratica, qualcuno ritiene che in un’ottica puramente utilitaristica (volta cioè a prevenire inutili sprechi) queste possano essere un valido sostituto del tabacco. Ma sarebbe solo per evitare sprechi, mica per altri motivi… 😛
Scherzi a parte: i biocarburanti sappiamo tutti che difficilmente potrebbero andare a sostituire il petrolio.
Però possono servire, sarebbe comunque sciocco non guardarci dentro.
Quel che è certo, e non è tema da Vaielettrico, è che una pianta utilissima e “sensazionale” come la canapa (da cui parlando seriamente si possono trarre decine di cose utilissime) ancora oggi gode di un suo “stigma” per i motivi che tutti conosciamo benissimo e non viene sfruttata come meriterebbe.
Anche perchè è veramente un’ “erbaccia” che, con i mezzi odierni, si coltiva con sforzi relativamente minimi e cresce davvero ovunque.
Una rapida ricerca su google vi aprirebbe un mondo su che cosa stiamo “sottovalutando”.
Da anni spero che venga riscoperta. E no, non perchè mi piace fumarmela.
Visto che ho voluto fare 2 conti sono andato a cercare un po’ di dati.
da questo documento (https://www.cti2000.it/Bionett/SCHEDABiodiesel_ITA.pdf) risulta che allo stato attuale da 1 ettaro di terreno è possibile ottenere 1.230 lt di biocarburante.
Ipotizzando nel caso migliore 2 raccolti e che si tratti di biodiesel usato su auto che permetta di percorrere 20 km/lt si vede subito che al massimo potremmo percorrere 49.200 km in un anno.
Prendiamo ora il caso di auto elettrica che viene caricata da un’impianto fotovoltaico.
Le rese attuali vanno da 150-263 kWh/mq in un anno. il che significa che stiamo tra 1.500-2.630 MWh/ettaro contro i 13MWh/ettaro del biocarburante.
Veniamo ai km percorsi da una BEV. Ipotizziamo che alla ruota arrivi il 70% dell’energie (dispersioni varie) e che al massimo si percorra 5 km/kW,, vediamo che un’auto percorrerebbe 525.000.000-920.500.000 km.
Fate voi, ma se non ho sbagliato a fare i conti, capite perché forse è meglio una BEV
Aggiungerei…quanti sventramenti di paesaggio (montagne e colline) dovremo fare per avere l eolico? Perché è tutto bellissimo ma j danni ambientali sj fanno anche per fotovoltaico ed eolico.
Più che il dito vedo tutto ok braccio e vado a fare jn esempio pratico.jna compagnia norvegese ga ,utilizzando un studio dj fattibilità fatto su di un altra vallata..chiesto di impiantare un parco eolico di 16 pale su di una montagna prospicente il parco nazionale dei sibillini.tale montagna dove girano solo j pastori con i loro greggi s le persone che vi vanno a passeggio non ha strade asfaltate e neanche infrastrutture elettriche.costruire le pale in questa luogo significherebbe distruggere tutto e sventare l impossibile.chiefo è green ed ecologico questo?
Io farei fare una bella prova a chi continua a propugnare il primato del termico sull’elettrico: chiudersi in garage con la macchina col motore acceso e fare un bel picnic nel frattempo, con bimbi e nonni. Respirare un po’ di aria sana fa sempre bene (la stessa che si respira ogni giorno nelle nostre città).
Esatto Valter é quello che dico sempre anche io.. la lotta fra ice ed ev sarebbe immediata e si saprebbe già il vincitore… il perdente morirebbe avvelenato e affumicato.. Comunque davvero difficile farlo entrare in testa.. sembra davvero di parlare con terrapiattisti… vanno a cercare I peli nell’uovo che si sa ci sono ma se vogliamo respirare aria migliore nelle nostre città c’è solo questa soluzione.. e non lo capiscono… probabile che gli piaccia respirare veleni e metterli nel sangue.. non c’è altra spiegazione…
La risposta più semplice è sotto gli occhi di tutti allo stato attuale delle cose le bev non sono convenienti economicamente ne nell acquisto ne nell utilizzo specialmente in un mondo così fast salvo per chi ha pannelli e garage a casa.il resto è aria fritta.poi pelo o non pelo se si fanno le cose in fretta si fanno sempre casini come recitava un vecchio e saggio detto.peraltro bisogna anche dire che le nostre città non sono pronte così come il nostro territorio ben diverso morfologicamente da rate altre nazioni europee territorio che ci fa vivere anche di turismo
È quasi inutile ripeterlo in continuazione l’elettrico è il futuro, non ci sono dobbi.
Essendo il futuro,…significa non adesso, ma tra qualche anno.
La Norvegia, che ricordiamo, è la nazione con l’80% di elettrico circolante, si sta lamentando perché i fine settimana ci sono code kilometriche per poter ricaricare.
Kilometriche…è bene sottolinearlo.
E sono appena 5 milioni di abitanti, come il.Lazio per intenderci.
Lo dicono loro e non le altre nazioni. Quinci ci possiamo credere…
Sono passati all’80% di elettrico abolendo tutte le tasse compresa Iva,bollo e zero pedaggi.
Il tutto pagato con le vendite stratosferiche di Petrolio, hanno appena aperto altri 3 pozzi.
Alla faccia della nazione Green…
Ci vorrà tempo, comprare oggi significa buttare i soldi su una tecnologia già vecchia che viene spacciata per nuova.
Tra 5 o 56 anni avremo auto elettriche meno costose con batterie moderne e con i componenti elettronici adatti.
Al momento sono solo accozzaglie tra vecchio e nuovo.
In più servono tantissime stazioni di ricarica, al ritmo attuale ci vorranno più di 10 anni per avere una rete efficiente.
Ma oggi, chi se lo può permettere, e quindi ha i mezzi può comunque spendere i suoi soldi come vuole…
Io sono abbonato al Times e ho letto sia l’articolo originale sia l’articolo di Tempi citato dal lettore qui sopra.
L’articolo del Times usa in molti casi formulazioni ipotetiche e riporta principalmente le dichiarazioni delle persone con le quali il giornalista ha parlato.
L’articolo di Tempi è, mi spiace dirlo, decisamente un po’ sbilanciato. Sicuramente non sarà intenzionale (diamogli il beneficio del dubbio), ma non riesce, secondo me, a riprodurre fedelmente il peso che viene dato ai vari elementi.
Mi spiego: la formulazione del Times è molto più sfumata e ipotetica rispetto al sottotitolo riportato da Tempi (che ovviamente vuole catturare l’attenzione del lettore e lasciargli l’impressione che non cambi nulla… sempre non intenzionalmente, s’intende, mica lo fanno apposta), perché quella che le auto elettriche generino più particolato è un’osservazione tutta da verificare.
“Eh, ma è ovvio!”. Sì, ma la scienza non funziona così. Non basta individuare un possibile meccanismo causale, per quanto logico ed evidente, tra due fenomeni. La causalità va dimostrata con osservazioni e misurazioni (che sicuramente qualcuno avrà fatto, ma nessuno cita). Anche perché non basta dire “di più”, bisogna dire di quanto per capire se la differenza sia statisticamente significativa.
Anche perché è pur vero che le auto elettriche in media sono più “dense” (termine che uso scherzosamente per indicare che a parità di dimensioni pesano tendenzialmente più di una termica), ma è anche vero che usano pochissimo i freni a disco e quelli di abrasione ne creano a palate.
Questo per dire che sicuramente il Times ha pubblicato articoli migliori, ma questo breve reportage, forse un po’ superficiale e “scolastico” possiamo girarlo come vogliamo ma non vedo proprio come si possa concludere che il bilancio sia negativo.
Il discorso del petrolio poi è piuttosto relativo, secondo me. Un conto è la validità tecnica della soluzione proposta e il suo impatto ambientale, un altro conto è il modo in cui questa soluzione è finanziata.
Certo, sarebbe bellissimo se nessuno usasse più petrolio per niente, ma tra comprarlo in posti tipo l’Arabia e comprarlo dai norvegesi preferisco comprarlo dai norvegesi che almeno reinvestono i ricavi in modo etico.
Poi c’è una sfumatura del discorso sulla coerenza dei norvegesi che ammetto di non comprendere a fondo. Non è che i norvegesi vadano in giro a vantarsi o a dire di essere migliori degli altri perché hanno le EV finanziate vendendo petrolio (che poi penso sia un po’ più complesso di così, non penso l’intera ricchezza di quel Paese sia solo e soltanto dovuta al petrolio).
Semplicemente ogni Paese fa quello che può per sopravvivere con le risorse che ha… magari ci sono Paesi che non hanno mai venduto petrolio ma fanno le peggio cose su un altro livello, oppure vendono petrolio e manco si fanno il problema dell’elettrificazione. Con tutto quello che combinano le grandi potenze mondiali andare a fare le pulci ai norvegesi mi sembra un po’ pretestuoso.
Anche perché se il petrolio lo vendono è perché qualcuno lo compra. Tipo noi europei, ad esempio.
Per quanto riguarda i media e i giornali, se non ricordo male il New York Times ha solo una parte delle azioni in free float, il resto è di una famiglia che lo detiene da tantissimi anni (forse da sempre, ma dovrei andare a vedere). La maggior parte delle azioni in free float è poi detenuta da fondi di investimento tipo Vanguard e BlackRock.
Tempi invece credo sia vicino alle posizioni politiche del centro-destra cattolico.
Ad essere onesti, vedremo tra 5 o 6 anni se sarà più un’accozzaglia un’auto elettrica o una termica odierna.
E si scrive chilometriche, non kilometriche, oltre che evitando di sottolineare l’errore avrebbe certamente fatto una figura migliore.
Quanto fesserie in un solo post. Viste che in Norvegia ci abito, ti possono dire che sta facendo non poco confusione tra percentuale sul venduto e parco circolante. Nel primo caso si parla di 80% di BEV sul totale, ma il parco circolante é angora composto per l’80% da termiche.
Sulle code “kilometriche” meno male che mi hai avvisato altrimenti chissà quanto tempo avreise perso il prossimo weekend!
Ma veniamo al resto: il bollo è stato reintrodotto 3 anni fa, l’iva quest’anno insieme alla tassa sul peso, ed i pedaggi li pago da 4 anni. Inoltre gli incentivi non venivano pagati con i proventi dell petrolio ma con quelli dalla tassa sulle emissioni delte auto termiche (oltre a quella sul peso) che mediamente incidono almeno per il 30% del costo di una termica. Riprova a fare il tuo discorsetto basato sulle solite scemenze da bar ai tuoi amichetti piston-head… qui non attacca!
È interessante e anche parecchio divertente notare come molti possessori di auto elettriche che commentano sul sito e che difendono a spada tratta “il progresso”, siano in una larghissima maggioranza uomini di mezza età, altrimenti detti boomers (non in senso negativo, ma così ci si intende), che probabilmente per una crisi di mezza età è perché pensano di rimanere al passo con i tempi acquistano le auto elettriche pensando che queste li rendano all’avanguardia. Un po’ come i 50enni con l’iphone all’ultimo grido che sfottono i colleghi con il telefono a tasti ma poi hanno bisogno dei figli per installare wts app, ridicoli.
Poi c’è la categoria di quelli che dicono “io lho comprata per il bene dei mei figli e perché me lo chiedono loro”. Siete poi sicuri?
Non so, io ho 24 anni e l’auto elettrica non la vorrei neanche regalata. E così anche tanti miei compagni di università appassionati di automobili. Siete veramente sicuri di stare facendo quello che vorremmo? Perché io non le futuro vorrei meno auto, ma quelle poche v8 e v12, per gli appassionati.
Perché guardare che gli attivisti per il clima chiedono di abbattere le emissioni bloccando la strada, non perché vogliono lo stesso numero di auto elettriche, ma perché ne vogliono meno in generale.
Con la mia generazione il problema delle auto, si risolverà da solo, perché molti giovani non hanno proprio più interesse a guidare. Però, cortesemente, detto da un giovane vero, le auto a benzina continuano a piacerci.
Se non credete alle mie parole, beh, se guardo (abito in CH), a SG, a Lugano, a ZH le auto a benzina più sportive hanno miei coetanei alla guida, mentre alla guida di tesla, Id4 gtx, Audi etron vedono, ehm, come dire, giovani calvi😉
Il cliente tipo dell’auto elettrica ha tra i 35 e i 54 anni.
I più giovani non le considerano molto, anche perché ai giovani piace fare casino: da me passa sempre uno con una 500 Abarth che fa apposta a far scoppiare la marmitta, non so come, ma lo fa.
Sopra i più anziani sono restii al cambiamento, perché è anche un cambio di abitudini, i più anziani poi sono anche meno tecnologici e poco informati e propensi ad imparare.
Quindi si, gli immaturi giovani non guardano all’auto elettrica, gli anziani sono pigri… In generale, non tutti ovviamente.
Sono un boomers, quando avevo la vs età ero abbonato a quattroruote (altri tempi, all’epoca erano più aperti alle tecnologie diverse dal termico da applicare alle automobili).
Anche a me non dispiacerebbe guidare un bel Ferrarino ma poi col crescere (sempre che si cresca) ci si rende conto che quello che piace non sempre è la migliore scelta per se stessi e per l’intera collettività.
Non ho idea se tra 25/30 sarò su questa terra, ma voi ci sarete di sicuro (come i nuovi boomers) e forse per il vostro futuro è un bene che noi boomers spendiamo un po’ dei nostri soldi oggi per poi farvi trovare tra qualche anno BEV più economiche e performanti, oltre che avere un punto di partenza migliore per combattere quel cambiamento climatico che provocherà un po’ dì disagi e di salute.
Ps: io non ho figli, potevo altamente fregarmene di guardare un po’ più in là del mio orticello
Ah, dimenticavo
Molte volte sono io che insegno ad usare computer, smartphone Android e iPhone anche a 20 anni
Sai com’è sono uno di quei boomers che ha tirato su l’ITC e continua a farlo
Questo commento è molto interessante, perché tocca diversi temi, anche se in modo poco preciso per molti aspetti.
È interessante perché dice cose interessanti, come il fatto che i giovani di oggi non hanno lo stesso approccio all’auto che avevano le generazioni precedenti, soprattutto nei contesti urbanizzati. Non vedo però tutti questi giovani che amano i v8 o i v12. Chiaro che oggi l’auto elettrica non è per tutti e ancora meno per i giovani perché la maggior parte delle auto elettriche sono in fascia alta che non è certamente per tutti i giovani. Magari se sei svizzero e ci sono i soldi di papà, e magari frequenti una scuola privata per facoltosi anche le tue frequentazioni saranno affascinate dai V8 e i v12 che in pochi si possono permettere.
Per quanto mi riguarda non sono boomer ma della generazione X, quindi ormai diversamente giovane.
In ogni caso l’auto elettrica è ad oggi la migliore auto che io abbia mai posseduto, questo è certo, e quello che più importa è che soddisfi le mie esigenze, non certo la necessità di restare al passo coi tempi. Anzi lavorando in un settore fortemente influenzato dalla tecnologia alle volte sono quasi costretto a stare su una giostra dalla quale sarebbe bello scendere anche solo per un giro. Al contrario di chi sulle giostre che non conosce trova sempre una buona ragione per non salire.
Rispondo a te Leonardo, ma anche a Bob. Indubbiamente si cresce, le necessità cambiano, le abitudini cambiano, si matura (punto su cui non sono sempre sicuro), però, come giustamente dici Bob, alla mia età tu ti sei divertito con i ferri dell’epoca. Beh, lasciamo che questo tipo di auto possa far felici anche gli appassionati di auto di oggi, che ad ogni modo di auto sportive se ne vendono comunque poche (considera che noi siamo la generazione cresciuta con fast&furious, quindi la passione per l’auto è intrinseca).
Per Leonardo, per motivi di spazio ho potuto argomentare poco, purtroppo. La storia dei v8 è v12 è derivata dalla loro poca diffusione, se in futuro si vorranno salvare dei modelli a benzina che noi continueremo ad apprezzare, senza correre il rischio che vi sia un abuso, secondo me vale la pena salvare questi due motori.
Indubbiamente siamo più propensi ad usare i mezzi pubblici a sfavore dell’auto, in Svizzera infatti il metodo di trasporto maggiormente diffuso è il treno, a testimonianza che un buon servizio porta anche ad un buon livello d’utilizzo.
Io stesso mi muovo senza problemi con il treno e il bus, certamente usando l’auto essendo appassionato quando ne ho l’opportunità, ma alcuni miei compagni non hanno neanche la patente.
Però voglio farvi diffidare dalla mia generazione, piena di tante, troppe contraddizioni: se una porzione manifesta per il clima e vorrebbe proibire l’uso dell’aereo su tratte brevi, allo stesso tempo l’età media dei passeggeri su queste stesse tratte…
R.G. mi dovresti spiegare una cosa: ho attraversato qualche anno fa tutta la Svizzera, passando da Lugano, poi Zurigo e Basilea, e il limite di velocità per lunghi tratti era di 80 km/h. Oggi forse sarà anche stato rivisto al ribasso.Conosciamo bene l’efficienza della polizia elvetica. Che ci fate coi v8 e v12, li tenete in salotto?
C’è una minoranza di noi che li sfrutta un pochino in Germania, ma ormai non è che coi V8 e V12 ci fai cose che con una Model S o una Taycan non fai (spendendo tra l’altro parecchio di meno).
Forse la capacità di traino è ancora un po’ limitata, ma io ho avuto due V8 e poi sono passato all’elettrico, quando devo tirare un rimorchio un po’ grosso noleggio un SUV diesel per il giorno in cui l’ho bisogno.
Poi vabbè, non voglio dire che l’esperienza dell’altro ragazzo sia sbagliata o non valida, però io sono svizzerissimo, ho 34 anni, sono impallinato di auto da quando ho memoria e frequento tanta gente tra i 25 e i 40 impallinata di auto come me o peggio di me nella regione di Zurigo, dove vivo da anni (parlo l’italiano perché sono nato e cresciuto in Ticino fino ai 18).
Vi posso dire che tra noi, decisamente non-boomer, amanti delle auto potenti e di V8 e V12, la transizione energetica la stiamo facendo con entusiasmo. Certo, non esiste ancora una Golf GTI elettrica o una RS6 elettrica (a parte che comunque la RS6 non è che se la possano permettere poi tutti ‘sti giovani, persino nella ricchissima Zurigo), ma anche solo con la trinità Model 3 Performance, Model S Plaid e Taycan/e-tron GT c’è da divertirsi parecchio.
Chiaro che poi vedi tanti 50/60enni che cambiano la Cayenne con la e-tron (io tra l’altro ho la e-tron S, probabilmente le affiancherò la Taycan ma aspetto il restyling e poi vedo, sarò un giovane svizzero atipico…) o con i cross-over più piccoli, ma sulla base della mia esperienza e della mia cerchia sociale non mi sento davvero di dire che ai giovani appassionati non interessi davvero l’elettrico.
Che poi, ragazzi, “cerchia sociale”… io faccio il medico anestesista e il medico d’urgenza sulla REGA, non il trader o l’immobiliarista, quindi vi parlo di miei colleghi, ex-compagni di università e amici dei tempi del liceo. Tutta gente normalissima che non guadagna milioni… e molti di noi paradossalmente hanno scelto la Tesla o Taycan sia per curiosità e interesse nei confronti della nuova tecnologia sia perché con la Panamera Turbo S spenderebbero dieci volte tanto in energia e imposte di circolazione per una macchina che va uguale o di meno.
Interessante valutazione, io sono un ultra cinquantenne e mi sono approcciato all’auto elettrica semplicemente perché era da una trentina d’anni che desideravo un auto con una tecnologia diversa dal motore endotermico, per il puzzo e i gas cancerogeni emessi in abbondanza. Ho colto questo momento storico come un opportunità dovuta al fatto che adesso c’è una più che valida alternativa che mi permette di guidare un mezzo che nell’intero ciclo di vita mi fa indubbiamente inquinare di meno e risparmiare di più, cosa che sta avvenendo chiaramente e con mia grande soddisfazione. Adesso godo io. Io abito in Svizzera e la transizione ad una mobilità più sostenibile, per l’ambiente e le proprie tasche, sta avvenendo anche qui rapidamente, almeno tra i boomers
E, da tuo compaesano, aggiungerei che guidare auto da 400/500 CV che anziché alimentare a petrolio a 2 franchi al litro posso ricaricare col sole (per dire, poi ci sono tutte le sfumature intermedie) e pagando un’imposta di circolazione almeno per qualche anno ancora irrisoria (o non pagandola del tutto, che anche quando inizierò a pagarla ci avrò comunque guadagnato per tutti gli anni in cui non l’ho pagata), per me è infinitamente meglio, da ex-possessore di due V8 e in passato qualche 4 cilidri bello arrabbiato, che regalare soldi agli arabi, lasciar giù 150 franchi all’ora al meccanico quando va bene una volta all’anno per un cambio olio e, soprattutto con i cambi automatici moderni, avere delle macchine che per star dentro nell’Euro 6 hanno dodici filtri e quindici rapporti… molto meglio una bella elettrica semplice, pulita e scattante che fa bene alla mia passione e fa bene all’ambiente.
Non fa brum brum, ma essere appassionati di auto non vuol dire essere appassionati solo del suono che fanno i motori (che poi, ultimamente, con le nuove norme e i nuovi filtri non fanno nemmeno più ‘sto gran suono, sinceramente… e alle volte è anche fake, e allora che differenza c’è con l’elettrica?).
Anche io , quando avevo 10 anni, apprezzavo le cose che facevano tanto rumore e mettevo la figurina dei calciatori attaccata alla forcella della bicicletta con una molletta da bucato fregata alla mamma che stendeva i panni e simulavo il fracasso dei motori .
Poi sono cresciuto .
Intanto che qui da me aspettiamo il solito ( inconsueto) ciclone mediterraneo…canali vuotati e allerta rossa…Macron riceve Elon all’Eliseo…x fare quattro chiacchiere!
nulla da dire, inappuntabili sia domanda che risposta.
resta un “piccolo” neo: dovete decidere definitivamente da che parte mettere le plug-in. qui sono “pur sempre elettriche” quindi da conteggiare come bev, in altri articoli sono termiche (con piccola batteria, 2 pesi da portare ecc)..
la tipologia di auto è sempre la stessa, e non dovrebbe cambiare in funzione di conteggi vari.
quel 6.3% in più (plug-in) va pure sulle ice, o no?
Il soffiare dei nostri (“nostri”) industriali contro l’elettrico é solo per godersi gli ultimi profitti di un’industria che da noi è data per spacciata tra una decina d’anni.
Il dato effettivamente è incontrovertibile, 14% di auto nuove bev è ancora pochino. Ma le spiegazioni della redazione danno una lettura interessante. Inoltre bisogna considerare che multi prudenzialmente hanno optato per le plugin come passo intermedio (o per timore o per mancanza di modello appropriato, ecc.). In ogni caso non si può dire che l’86% sia contrario alle BEV. Tra questi ci sono quelli che “vorrebbero ma non posso” e gli “opportunisti “ (non favorevoli e non contrari, scelgono in base alla convenienza, disponibilità di veicoli adatti, ecc.). Per entrambe le categorie al momento è penalizzante il fatto che i veicoli economici siano ancora pochi. Ma un altro fattore è sicuramente la disponibilità di ricarica a casa (o al lavoro). Ad esempio in Svizzera (popolo di inquilini, 60% abitano in affitto) si discute molto su come obbligare/incentivare i proprietari a installare ricariche nelle autorimesse.
Come giustamente risposto dalla redazione bisogna guardare i trend e il trend di crescita in Europa delle vendite di auto elettriche è costantemente in aumento. Quindi i numeri dicono esattamente che l’auto elettrica è già un successo.
I limiti non li ha l’auto elettrica ma li ha molta gente, purtroppo, è evidente e indiscutibile.
il trend è in crescita in quanto le auto elettriche vengono “imposte” e non scelte. C’è una bella differenza. Se nel 2035 vigerà il divieto di vendita di auto con motore endotermico, potremo dire che le auto elettriche sono un successo perchè “scelte” dal 100% della popolazione? Ci vorrebbe un pò di onestà intellettuale.
Cosa significa che vengono imposte? Non si può acquistare un’auto termica oggi? Non mi sembra. L’interruzione della produzione nel 2035 (ma probabilmente anche già qualche anno prima) sarà frutto di un’imposizione, quello sì. La pubblicità spinge in quella direzione, vero, ma attualmente c’è libertà di scelta. La pubblicità spinge anche a bere la Coca-Cola, ma io mica mi sento costretto a berla. Se l’elettrico è in crescita è perché chi lo ha scelto (con rarissime eccezioni) ha capito che non tornerà mai indietro sul termico, quindi ogni punto percentuale “guadagnato” dall’elettrico è un punto irrimediabilmente perso sul fronte termico, in quest’ottica è giusto considerare anche chi sceglie l’ibrida, che al prossimo passo probabilmente andrà full-electric. Ci sono molti interessati, che aspettano solo un po’ più di esperienze per decidersi.
Infine un mio sfogo personale: che noia con questa solfa dello stato che priva delle libertà come in pandemia, lo stato (quello tutto sommato sano delle democrazie europee) spinge nella direzione che dà più benefici alla popolazione, e l’auto elettrica è una di queste cose.
Interessante puntualizzazione: “imposte e non scelte”
Alcune domande me le farei. Ad esempio: perché il Parlamento UE ha legiferato per automobili a zero emissioni? Perché la quasi totalità delle case automobilistiche ha puntato sulle BEV e non sulle FCEV o ICE ad idrogeno o e-fuell?
Eppure già nel decennio ’90 sono stati fatti diversi studi che hanno portato a vari prototipi.
La risposta sarà che una BEV è quella che alla fine porta maggior guadagno all’industria automobilistica con il minor investimento? Sarà che una BEV richiede meno energia e pertanto la UE vede un vantaggio geopolitico ovvero minore dipendenza dai paesi extra-UE per rifornirsi di energia? Ma soprattutto, forse quell’energia ce la potremmo produrre in casa.
Quindi (lasciando perdere il problema climatico), non la chiamerei imposizione ma scelta politica e relativa programmazione industriale.
Imposte adesso anche no. Sempre più gente preferisce scegliere liberamente un’auto che nell’intero ciclo di vita inquina molto meno facendo meno danni alla salute e all’ambiente e che costa anche meno, ora che c’è più possibilità di scelta. In futuro la scelta sarà sempre più ampia e conveniente, quindi il trend non cambierà fino alla naturale e totale transizione ad una mobilità più sostenibile. Per fortuna
I numeri non vanno solo meramente letti ma bisogna anche interpretarli.
Perché nel primo Q2023 la quota di diesel é poco sotto il 15% che io ricordi e le BEV quasi al 13%.
0er cui se non vogliono l’elettrico NON vogliono nemmeno il diesel con quei numeri.
Detto ciò dobbiamo gurdare a 36 mesi fa. Non 36 anni, 36 mesi ossia ieri per lo sviluppo tecnologico le BEV era sotto il 4%…mentre le Diesel erano a quanto al 25%?
C’é chi scende e c’é chibsale ragazzi ed i trend sono quelle cose a cui le aziende guardano per programmare investimenti e prodotti.
Se sta facendo i mld Musck che é partito 15 anni fa, figurarsi cosa faranno I produttori oggi per tenere dietro ad un cambiamento che scompaginerà il mercato auto mondiale. É inevitabile.
Anche perché nel primo mercato mondiale (dove vendono in un mese più di quello che vendono in Italia in un anno) le BEV sono al 20% e con le PHEV arrivano a circa 1/3 delle vendite.
In USA hanno varato l’IRA per cui ste benedette ICE dove le venderanno?
Se foste CEO si un’azienda investireste in un futuro incerto ICE o seguireste il vento che spira forte del cambiamento?
Penso che anche nel 1910/20 ci saranno stati 15% ordini auto e 85% ordini carrozze/cavalli.
Quindi il mio bisnonno (nato 1892) avrebbe potuto dire…. ” alla fine ste automobili non è che piacciano più di tanto, i numeri parlano!!! ed io l’ho sempre detto… devi saperle riparare, per il rifornimento è uno sbattone che non vi dico! bisogna andare in farmacia a comprare il distillato del Dr. Benz (Benz-ina)… per accenderle ti giochi una spalla (avviamento a manovella) ne riparliamo quando…..”
Peccato che no c’erano ZTL che vietavano la circolazione e anche il parcheggio dei cavalli come succede adesso. mi sembra un pochino pretestuoso paragonare due situazione completamente differenti soprattutto considerando l'”invadenza” degli stati nell’imporre la “scelta”
E nacquero pochi anni dopo le auto-strade, appunto strade dove potevano circolare solo le auto.
E nacque vicino a casa mia, era il 1924 ed è l’attuale A8 Milano-Laghi, venne il re a inaugurarla a bordo di una Lancia.
Quello sì che è stato un gombloddo! Bisogna tornare ai cavalli, subito! E fare le equistrade. 🙂
Caro Vittorio,
la “non scelta” sulle BEV da parte del 86% dei tedeschi (ma vale pure per la maggioranza di italiani, spagnoli, francesi ecc.) ha, a mio modesto parere, una origine molto semplice, che va oltre le considerazioni sull’impatto ambientale della mobilità elettrica e che su questo sito (e su questo forum) ci si ostina a non voler capire.
Provo a ripetere, dunque, per l’ennesima volta.
OGGI, le BEV COSTANO TROPPO!!!
E’ chiaro?
E, tra l’altro, si paga troppo per una tecnologia GIA’ VECCHIA, che produce veicoli SOVRAPPESO (in barba a tutte le leggi sull’efficienza) e difficilmente gestibili per quel che riguarda le ricariche.
La mancanza di una tecnologia che consenta di ricaricare le BEV con gli stessi modi e gli stessi tempi delle auto a metano o GPL (non faccio il paragone con benzina e gasolio), poi, rende indispensabile per chi possiede una BEV disporre anche di un punto di ricarica privato (garage o altro), tramite il quale ricaricare di notte, al prezzo della corrente uso domestico.
Tale, ultima “arretratezza” tecnologica rende l’attuale mobilità elettrica ELITARIA (ripeto, E-L-I-T-A-R-I-A): la BEV se la possono permettere solo coloro che dispongono dell’ingente somma iniziale per acquistarla e della famosa villetta col fotovoltatico (immagine oleografica per dire anche appartamento con garage, ecc.) per ricaricarla.
Da qui, i numeri da prefisso telefonico (o giù di lì) relativi alle percentuali di vendita delle BEV.
Punto.
Il resto è FUFFA.
E’ FUFFA l’immaginifico mercato dell’usato BEV di cui parla spesso Paolo Mariano; E’ FUFFA (per non dire di peggio) l’esponente tipo del ceto medio-basso che, pensando di salvare il pianeta, spende i 20.000 euro che ha in banca per un barattolo come la 500e o la Reanult ZOE.
Poi, si potrebbe continuare….ma mi taccio, che è meglio.
Mi dispiace che tu creda questo.
Io sono un impiegato, vivo in un appartamento, non ho il fotovoltaico (perché gli altri inquilini non voglio ristrutturare l’edificio), ho un box ma la linea non è adatta a caricare una BEV, eppure la BEV l’ho comprata e ad oggi ancora mi muovo spendendo meno rispetto alla termica.
Faccio notare che una MG 4 (come già evidenziato dalla redazione) è perfettamente equiparabile per prezzo ad una FIAT Tipo o Golf, visto che appartengono alla stessa categoria.
Comunque, tranquilli vediamo cosa il futuro prossimo ci riserva (ovvero il 2025)
Salve Gerry, lieto di rileggerla!
Non posso commentare quanto ha scritto perché non ho titolo per ribattere le sue affermazioni, evidentemente frutto di profonda esperienza nel settore, mentre io posso solo portare il mio personalissimo esempio – guarda caso, molto simile a quello di Bob e di chissà quanti altri.
Il quale Bob ha comunque perfettamente ragione: vediamo cosa ci riserva il futuro, anche prossimo.
Giusto ma inutile ripetere qui cose note . La verità taciuta è che si mira ad eliminare le macchine non a trasformarle in BEV. Città dove solo una 30/40% avranno le BEV e i rimanenti poveracci con i mezzi pubblici o con le zone ad accesso limitato o con lo smart working da casa.
Dai è abbastanza ovvio che non si potranno sostituire 1 contro 1 ICE con BEV. Stanno tutti aspettando le elezioni europee del 2024 e un eventuale cambio di maggioranza. Si sta già lavorando per sostituire la Von der Leyen con, credo, un esponente del gruppo popolare. A quel punto si tornerà alla realtà lasciando stare gli unicorni e si potrà affrontare finalmente il tema del clima con serietà senza forzature ideologiche.
“A quel punto si tornerà alla realtà lasciando stare gli unicorni e si potrà affrontare finalmente il tema del clima con serietà senza forzature ideologiche”
Aspettiamo con trepidante curiosità di conoscere da franky quali siano le concrete alternative già disponibili e industrializzate o di imminente industrializzazione, dato che la forfora di unicorno (cioè le BEV) sono una mera e utopica forzatura ideologica.
PS: ma dal 1997 (anno di firma del protocollo) al 2023, quelli che risolveranno senza forzature ideologiche i problemi dell’umanità, dov’erano?
Ma come, non lo sai? la forfora di unicorno è magica oltre che profumata, se la spargi sugli oggetti ti permette di volare!
Chiedi alle tue figlie, vedrai se non confermano!
Vedi Guido nessuno ha qui le soluzioni. Però mi ritengo una persona moderata equilibrata del ceto medio con famiglia e figli. Come tanti italiani. E se mi si chiederanno dei sacrifici i nime del clima li farò volentieri. PEr e per me i miei figli. Ma non posso smettere di vivere in base ad a ipotetica fine del mondo prospettata fra 30 anni. Corro il rischio. E come me ragionano tanti. Cose ridicolo che vengono prese di mira come scoregge mucche, barbecue, piano gas cucina ecc fanno solo allontanare il cittadino dalle giuste battaglie per il clima. Buon senso, moderazione, realtà della vita quotidiana servono. Le BEV sono una ottima soluzione ma ammettiamolo che il fine non potrà essere lo scambio 1 ad 1 con le ICE. E’ onestà dirlo. E chiarezza. Faccio la mia parte ma togliete di mezzo i burocrati zelanti più realisti del Re. Altrimenti lo farà la politica del prossimo parlamento europeo. ( e i biofuel)
“Ma non posso smettere di vivere in base ad a ipotetica fine del mondo prospettata fra 30 anni. Corro il rischio.”
Lo ha detto il 97% degli scienziati mondiali appartenenti a 190 nazioni mondiali arrivando alla stessa conclusione in oltre 3500 studi indipendenti.
“Nessuno ha qui le soluzioni”: veramente stai dicendo che una delle soluzioni è sbagliata, quindi esiste. Ma non c’è l’alternativa concreta e migliore a quella che sarebbe sbagliata. Quindi? Che facciamo? Scommettiamo sulla vita dei nostri figli e nipoti? Se stiamo facendo tutto questo per niente, vorrà dire che fra 50 anni ci sarà un’aria decisamente migliore e nella sola Europa smetteranno di morire oltre 400.000 persone per inquinamento ogni anno. Se invece non facciamo niente c’è la quasi certezza che nessuno potrà lamentarsi, fra 100 anni.
Opzione A: c’è una bassa probabilità di ripulire il mondo anche se non ci saremmo comunque estinti se continuiamo a fare quello che stiamo facendo perchè ce lo ha chiesto la scienza; non esistono alternative tecnologiche concrete al momento e non ci sono in vista mirabolanti e future tecnologie industrializzabili nei pochi decenni che ci rimangono.
Opzione B: c’è una elevata probabilità di estinguere la maggior parte delle forme viventi e di ritornare alla preistoria se smettiamo di fare quello che faticosamente si sta iniziando a fare perchè ce lo chiede l’ideologia.
Cosa sceglierebbe un padre di famiglia del ceto medio, salvo che ami il poker online?
Poi magari fra 10 anni salta fuori davvero la forfora di Unicorno e molliamo lì le BEV: ma OGGI che alternative abbiamo?
Buon senso e realtà della vita quotidiana: stai chiedendo di NON FARE NIENTE, puoi anche chiamarla buon senso se preferisci.
La verità è che abbiamo inquinato il mondo per 200 anni e ora ci hanno presentato il conto e qualcuno deve pagarlo: un po’ come le pensioni, io devo versare 48 anni di contributi per andare in pensione perchè abbiamo mandato in pensione milioni di persone con 15 o 20 anni.
Io non posso ricaricare a casa ma non è un problema. La ricarico anche in AC quando non la uso, sera o weekend, o in DC durante i viaggi alle ormai diffuse fast o ultrafast, quindi la ricarica non è un problema. La ricarico saltuariamente poiché la mia Tesla ha un’autonomia reale di quasi 400 km ma io al giorno ne faccio solo 30, quindi anche l’autonomia non è un problema. Il costo dell’auto elettrica non è affatto più caro di quello di una termica di pari categoria, di pari livello di dotazioni, di pari allestimento, con le stesse performance, la stessa efficienza. Poi si risparmia parecchio su ricariche, manutenzioni, tagliandi, bollo, assicurazione. Quindi anche il prezzo non è un problema. Mentre la guido poi non inquino e non metto in serio rischio la salute delle persone e dell’ambiente. Mi sa che il problema è solo nella testa di certa gente.
nossignore , la villetta gia’ ce l’avevo anche senza bev ,ora ho bev e anche fotovoltaico .e’ da escludere quindi dall’equazione il fatto di dover acquisire una dimora per poter utilizzare una bev . preferisco investire in fotovoltaico e bev piuttosto che buttare soldi al distributore qualsiasi carburante mi propinino oggi o mi propineranno in futuro .
La forza di chi ha sbafato per decenni a quattro mani, incamerando moneta a iosa con cui comprare tutto, anche la salute del mondo e degli uomini. Poi seguiranno i politici dei sondaggi e dicendo che il popolo lo vuole aiuteranno questa gente più di quanto già fanno. Mala tempora currunt.
Perplessità?!?🤔..quale alternativa c’è..ora,non tra x anni…mi pare che gli altri paesi europei abbiano le idee piuttosto chiare vedendo le infrastrutture già presenti… invece qua in Italia si soffia sulle paure per proprio interesse politico di oggi ed è comprensibile che i meno informati subiscano il fascino della retorica…ma non ci sono perplessità per chi guida già elettrico e questo dovrebbe già dire tanto ai più scettici🖖
Il dato numerico su cui si basa il pensiero di Vittorio ad oggi mi sembra fondamentalmente inappuntabile. La fotografia dell’oggi è quella.
E non potrei non essere d’accordo visto che quello che dice lui l’ho detto anch’io diverse volte.
Sono però altrettanto d’accordo con la risposta della redazione, ed io per primo da tempi non sospetti ho sempre detto che la futura R5 sarà una interessante “cartina tornasole” di questo discorso.
Se la futura R5 comincerà a vendere con numeri tutto sommato paragonabili a quelli di una simile vettura a benzina allora potrebbe essere un indicatore che le cose stanno prendendo una certa piega.
Altrimenti bisognerà ulteriormente aggiustare il tiro. O forse cominciare a pensare che per quanto piacevole è interessante, il passaggio immediato alla guida elettrica effettivamente non è in cima alle priorità del grande pubblico.
Torno poi a ripetere un’altra volta: i numeri da guardare veramente non sono mai quelli del primo anno bensì quelli del secondo. Il primo anno quasi sempre è un po’ viziato in positivo dal legittimo entusiasmo di quelli che sono rimasti in attesa della novità annunciata (spoiler: pure io potrei essere fra quelli… perché no) e da una quota spesso non banale di immatricolazioni più o meno tecniche fatte direttamente dai concessionari.
A partire dal secondo anno si vede effettivamente qual è l’interesse reale nei confronti di un qualsivoglia veicolo che viene messo in commercio.
In realtà i numeri da guardare sono quelli di svariati anni e questo per la legge di Wright: ad ogni raddoppio di produzione di un dato oggetto, corrisponde un calo di costo di una percentuale costante.
Ossia, ogni volta che una casa auto raddoppia il venduto di u a elettrica, il suo costo di produzione, da quel momento, scende di una percentuale X.
Questa varia in funzione delle singole situazioni, ma per le EV è stato calcolato essere intorno al 25-28%.
Quindi sinceramente ringrazierei i norvegesi, i tedeschi e tutti quelli che stanno comprando le elettriche, perché permetteranno il calo dei costi anche oer noi.
Detto ciò, vediamo già una lotta dei prezzi in Cina per accaparrarsi quote di mercato (e guarda un po’, per far scendere i costi produttivi).
Chi lavora in un’azienda è ha un po di nozioni, sa che le famose economie di scala sono la chiave per imporsi in un mercato.
Buone cose
Gianluigi stiamo dicendo due cose diverse, peraltro mi sembra entrambe corrette. Semplicemente io parlo di vendite e di mercato, Lei parla di produzione. 😉
L’ignoranza è forza.
Il bombardamento mediatico è forza.
Lo scopo è far venire i dubbi alle persone in quanto chi è nei dubbi non sceglie e sta fermo sulla posizione in cui è, in questo caso il termico.
Ma davvero si vuole continuare a bruciare ossigeno e produrre calore per fare tragitti di 10/15 km, a 30 km/ora di media? Con auto enormi occupate per l’80% del tempo da una sola persona? E il suolo pubblico occupato? È proprio vero che l’essere umano è stupido stupido.
Non hai torto, i veicoli rapidi costano, e recuperare e’ impossibile. Preferisco avere dischi di plastica che fanno vedere immagini piacevoli, cioe’ divx, dvd e bluray.
E, ma forse hai sbagliato articolo…
Il problema delle auto elettriche è che non sono una libera scelta da parte dei cittadini, ma sono un imposizione, fra tot anni o compri un elettrica o vai a piedi, per non parlare della solita lotta ideologica che ormai si verifica su qualsiasi argomento, ovviamente se hai un elettrica sei buono, sei comunista, sei pro vax e rispetti il pianeta, se vai a diesel/benzina sei cattivo, sei fascista, sei no vax e odi madre natura
Non è una libera scelta nemmeno fumare nei locali pubblici, eppure io non entrerei mai più in un posto dove si fuma, soprattutto se devo mangiare.
E si, forse è una questione ideologica, c’è chi rispetta il prossimo e chi se ne strafrega, per non dire altro.
Tra l’altro ci sarebbe proprio da capire come mai la matematica non viene applicata da una certa parte, perché alla fine basta fare 4 calcoli: mi viene quasi il sospetto che certi politici parlino solo per prendere il voto degli stupidi, tanto poi non vi preoccupate che l’elettrico arriva comunque, anche dopo il 2026.
Se è per questo hanno imposto anche la raccolta differenziata e, seppure all’inizio con qualche difficoltà, non tornerei mai indietro all’ indifferenziato, anzi.
Se lei la pensa così, nulla da eccepire. Qui, però, nessuno l’ha mai detto o scritto. Non sarà lei, per caso, ad essere accecato dall’ideologia?
A me dispiace soltanto che faccio del bene a chi mi è dietro e intanto continuo a buttare giù gli scarichi di chi ho davanti…
Però, in realtà, le ho prese perché in garage non ho più fumi vari quando parto, che ritenevo insopportabili.
Se tutti considerassimo di stare in un immenso garage, forse la penseremmo diversamente.
Inoltre, la comodità e la silenziosità, una volta appannaggio delle sole auto di lusso, con le elettriche è alla portata dei più.
Fate vobis.
Non capisco cosa ci sia di strano visto che attualmente l’elettrico é per bambini ricchi capricciosi e non mi sembra che l’Europa sia popolata in tal senso
Bambini ricchi capricciosi…. interessante….allora quelli che bramano la Porsche Cayenne, Maserati, Audi gigantesche dai costi proibitivi secondo me sono anziani ricchi col complesso del c’è l’ho più grosso io. Tu da che parte vuoi stare ? E soprattutto perché bazzichi i siti di noi bimbi capricciosi ? Vai su brum brum dot com
Mi complimento con lei che non ha complessi.
Scusate ma è ironia o cosa questo titolo… Cita nell’articolo che le EV sono passate in Germania nel mese di aprile dal 12,3% di quota al 14,7%.
Ma è tantissimo in un solo mese si sono spostate così le quote di mercato?! Cioè se le vendite fossero rimaste le stesse avremo 12% su 12% se fossero state in calo ovvio.. Ma se le EV erodono mercato piacciono eccome.. Anche perché per spostare la quota globale di mercato e non le vendite ci vuole un sacco di tempo.
Ad esempio in Italia il 6% del mercato cambia annualmente l’auto con una nuova (quindi dopo 10 anni il 60% del mercato avrà cambiato l’auto circa per arrivare al cambio totale del 99%parco mezzi nuovo, considerando che parte cambia nuovo con nuovo e molti tra auto d’epoca o pensionati non la cambiano diciamo che circa in 18/19 anni avremo cambiato tutti l’auto nuova.. QUINDI SE DA OGGI (non dal 2035/2038)SI VENDESSEEO SOLO AUTO EV.. dopo un solo mese vogliamo dire che la quota di mercato si è spostata di 0,5% e dopo un anno sarà del 6% a favore delle sole EV (è l’ipotesi)… Ecc..
Evidentemente in Germania cambiano più spesso auto di noi ed anche se hanno svariate alternative hanno scelto le EV con un 2,4% in un solo mese! 😳 A me sembra sorprendente come risultato
Temo che lei confonda la quota di mercato col parco circolante.
Buongiorno a tutti.
Il significato dei numeri dipende dalle condizioni al contorno.
A me sembra che, a fronte di un massiccio dispiegamento di sovvenzioni pubbliche (ingresso nelle ZTL, parcheggi gratuiti, no bollo, no accise, sconti sulle assicurazioni, sconti sull’acquisto e ancora qualche stazione di ricarica gratis — tutti vantaggi destinati a scomparire) e a fronte di un provvedimento europeo che condanna all’estinzione ex lege le auto termiche, dovendo inoltre costantemente vivere il rischio dell’ultimo degli amministratori locali che si sveglia ecologo e impone divieti di circolazione come gli pare, i risultati dei BEV siano molto modesti, quasi fallimentari.
In Italia si parla del 5% di quota di mercato, quindi ancora oggi, nonostante sovvenzioni e campagne pubblicitarie unilaterali, il 95% degli italiani non vuole un’auto con autonomia ridotta, con prezzo d’acquisto elevato, senza l’infrastruttura di ricarica pronta o senza la possibilità di usare il fotovoltaico a casa.
Pregherei tutti i commentatori di astenersi dall’insultare una tale maggioranza “bulgara” di persone.
Chi compra un’auto ibrida oggi lo fa perché comprerebbe termico ma teme per il valore residuo dell’auto al momento di rivenderla imho. E’ sempre e solo una conseguenza della decisione dell’UE e della fine forzata del termico. A mercato libero le elettriche non arriverebbero nemmeno allo 0.5% delle vendite, imho. Nei fatti viene imposta a tutti gli auropei una via unica con molte criticità e con un costo d’accesso fuori portataper molti. Vedremo cosa accadrà, ma la tecnologia migliore si impone da sola.
Di “tecnologie migliori” che abbiamo accantonato ce ne sono a bizzeffe, tra tutte l’eternit o i gas refrigeranti con CFC, eppure li abbiamo dovuti sostituire per evitare guai ben più grossi. Nel caso delle auto non è differente, soltanto è più impattante sul sentimento dei poveri automobilisti, in particolare per gli italiani che credono di avere i motori nelle vene, anche se nella maggioranza dei casi non è così.
@Leonardo
Qualunque tecnologia su larga scala dovrebbe migliorare la vita delle persone, a fronte di tre componenti di costo: costo per il privato cittadino; costo per la collettività (tasse) e costo ambientale.
Le automobili termiche hanno determinato un enorme progresso e miglioramento della qualità della vita nell’arco di più di un secolo per tutti, e sono arrivate al punto da costare poco e da permettere a chiunque di spostarsi con un mezzo privato, con grandi autonomie, distributori capillarmente diffusi sul territorio ed ottima affidabilità. Ci sono voluti 100 anni di evoluzione per raggiungere questa esperienza d’uso, durante i quali la componente di costo ambientale non è stata quasi messa in conto.
Ora stiamo rinsavendo, per fortuna, e nessuno sano di mente è contrario ad un ambiente più pulito. Ma la tecnologia elettrica non è altrettanto matura, cioè ad oggi richiede un cambiamento di abitudini e dei compromessi che si possono riassumere così: minore costo ambientale, ma maggiore costo per i privati, maggiore costo per la collettività (sovvenzioni) e minore “comfort” (leggi tempi di ricarica lunghi, infrastruttura scarsa, necessità del fotovoltaico/garage etc.). Anche i miglioramenti sulla componente ambientale al momento non sono poi così macroscopici da zittire i detrattori (tipo me) ed è ovvio che sia così, perché le auto elettriche sono risorte da pochi anni ed hanno avuto una evoluzione breve.
Comunque non credo ai “motori nelle vene”. Al netto di qualche vero appassionato di motori (pochi) e di filosofi dell’inquinamento (pochini), con un potere d’acquisto più alto molti italiani avrebbero fatto il salto: secondo me l’ostacolo principale alle vendite è solo quello.
Qui legge i racconti di centinaia di automobilisti che viaggiano in auto elettrica senza alcun disagio praticolare. Hanno cambiato abitudini e accettato qualche compromesso esattamente come abbiamo fatto tutti nella vita per un nuovo lavoro, una diversa città di residenza, la nascita di un figlio o una nuova situazione familiare. Le pare il caso di costruici uno psicodramma collettivo?
@Massimo
Nessuno psicodramma, cerco di capire i motivi delle scarse vendite: nel mio spannometro al 60% sono ragioni economiche; al 25% ragioni di comfort; al 10% piazzo i refrattari al cambiamento; al 5% il nocciolo duro degli amanti dei pistoni. Se non si rimuovono i primi due ostacoli grazie all’evoluzione tecnologica, le vendite non decolleranno.
Centinaia di utenti felici su 40 milioni di vetture non significano un bel nulla, abbia pazienza. Tra i miei conoscenti diretti c’è uno solo che ha una BEV, una 500e. Ha il garage, ha il fotovoltaico e farà sl e no 5000 km all’anno: si trova benissimo. Sostanzialmente l’auto non gli serve.
Cordialità
Su 40 milioni di utenti, 39 milioni e 800 mila non hanno mai messo le chiappe su un’auto elettrica e ragionano per sentito dire. Lei non fa eccezione, mi pare. I 200 mila che utilizzano l’auto elettrica, invece, hanno guidato termiche per anni e le conoscono bene entrambe.
mmm.. deve alzare i toni per forza?
Se dovessi cambiare un’auto per necessità, con 15000 euro — un terzo di una BEV di pari categoria, il prezzo attuale di una panda — comprerei una honda civic 1.6. DTECH usata: affidabilità giapponese, centinaia di migliaia di km assicurati, poco sotto i 30km al litro reali di consumo ed Euro 6.
Se dovessi cambiare auto per divertimento, allora comprerei una ford mustang o una toyota GT86.
“Mettere le chiappe su di un’elettrica” non mi interessa. Mi piace la tecnica motoristica, mi piace il cambio manuale, sono fanatico della manutenzione, tengo molti anni le vetture che compro, non butto mai troppi soldi nell’auto e dunque… non saprei cosa farmene di un telefono con le ruote.
La saluto, non ho altri argomenti.
In effetti lei ha pochissimi argomenti. Questo suo ultimo intervento lo dimostra. Evidentemente fa parte di entrambe le categorie (ostili al cambiamento e irriducibili dei pistoni) che lei stesso valuta spannometricamente nel 15% degli italiani (secondo noi molti di più). Nulla di male, ma fossi in lei eviterei di perdere altro tempo a discutere di auto elettriche.
Sono molto d’accordo con l’analisi di Ciccio, già in altri commenti ho espresso opinioni simili ma mi sembra che i commenti di Massimo D.E. si concludano sempre con “chi non crede nell’elettrico non capisce niente o non l’ha provata”.
Forse ascoltare la voce di chi vede i limiti della tecnologia attuale, invece di zittirla, potrebbe aiutare a rappresentare le esigenze di quella minoranza che ancora non vede nell’elettrico qualcosa che possa soddisfare i propri bisogni.
I limiti di una tecnologia bisogna conoscerli. Converrà che chi usa l’auto elettrica tutti i giorni li conosce molto meglio di chi li vede dalla poltrona e ne legge su internet. Se mettere a disposizione queste conoscenze di vita reale per lei significa “zittire” non so che dirle.
@Massimo G. Utilizzando l’auto elettrica tutti i giorni penso di poter dire due cose abbastanza consolidate:
– I limiti reali delle auto elettriche sono confinati alla velocità di rifornimento e se vogliamo all’ autonomia che impattano però soltanto i viaggi lunghi. Al contrario la disponibilità di colonnine non è un limite della tecnologia in sé, al massimo è un problema contingente.
– Utilizzando l’auto elettrica mi sono scoperto a notare maggiormente i limiti dell’auto termica (più rumore, più vibrazioni, più tempo e denaro per la manutenzione ordinaria, più cattivi odori negli spazi confinati come box e autorimesse, ecc.).
In generale c’è la percezione che le auto termiche non abbiano limiti mentre la realtà è che ai loro limiti ci siamo abituati da tempo (limiti che comunque ci sono nonostante la maturità della tecnologia).
Per le auto elettriche dipende invece dall’atteggiamento: chi ha un atteggiamento positivo ed è aperto al cambiamento sa che a fronte di molti vantaggi c’è lo svantaggio di una diversa modalità di rifornimento, d’altra parte chi è meno propenso al cambiamento la classifica come un problema insormontabile (il classico esempio è il tipico commento “Non sono contrario all’auto elettrica ma la prenderò in considerazione quando avrà la stessa autonomia di una termica e si potrà rifornire in cinque minuti come una termica”).
Di recente non mi preoccupo più molto di certe reticenze che ci sono sempre quando le tecnologie cambiano, basti pensare per quanto tempo e quante persone sono state a lungo reticenti ad acquistare uno smartphone. Considerando che l’auto è un mezzo che intacca molto le abitudini e l’immaginario delle persone non mi stupisco neppure più di tanto, tutti i dubbi cadranno anche abbastanza velocemente man mano che l’offerta di auto elettriche migliorerà e nel frattempo peggioreranno le condizioni al contorno delle auto termiche (ad esempio una delle killer app degli smartphone è stata la possibilità di inviare messaggi e usare chat con molta più facilità e economicità rispetto ai vecchi SMS).
Quale sarà la killer app delle auto elettriche?
Non lo so, potrebbero essere la disponibilità di colonnine a basso costo e bassa potenza nelle zone residenziali oppure la guida autonoma, vedremo quale delle due cose impatterà di più.
Oltre a tutto il detto e ridetto tra uso e differenze di auto termiche ed elettriche, il nodo, core, punto centrale, fulcro, o come preferite chiamarlo, è la miopia di chi si ostina a voler difendere una tecnologia (quella di bruciare del combustibile per far muovere un mezzo) che oramai è obsoleta, attribuendole un primato, che non ha, rispetto ad altre tecnologie rispettose di un ambiente (oramai devastato), che non potrà più esserci restituito, né ereditato dalle generazioni a venire. Se non capite questo, siete dei morti, siete dei “walking dead”.
L’elettrico e’ un aggeggio in piu’ in sostituzione eventuale del biodiesel.
Quante centinaia di km quadrati di monocoltivazioni a colza ci vogliono ? Quanta acqua serve per irrigare? Quanta energia serve per la coltivazione e trasformazione ?
Possiamo permetterci di dirottare tutte queste energie dalla coltivazione per nutrimento umano e animale ?
Dall’altra parte l’ elettrico: basta stare a guardare i pannelli fotovoltaici che producono già la corrente continua da buttare dentro alle batterie dell’auto.
Quanti pannelli ci vogliono ? Quale superficie ?
Bastano i tetti dei capannoni e case italiane oppure dobbiamo andare ad occupare i campi ?
Quando questi due argomenti saranno sviscerati, potremo decidere.
Il mio non è un intervento polemico, solo un invito a ragionare sui grandi numeri
Per quanto riguarda la mobilità elettrica la risposta è sì, si può fare.
Almeno per quanto c’è scritto nell’articolo che ti riporto in parte e che trovi al link:https://www.fisac-cgil.it/114213/dipartimento-nazionale-sostenibilita-e-rsi-la-mobilita-elettrica-uno-studio
Con una percorrenza di poco superiore ai 10 mila km all’anno, media italiana, ogni auto elettrica ha un fabbisogno elettrico di circa 2 Megawattora (Mwh-unità di energia elettrica pari a 1mln di Watt applicati costantemente per 1h). Un milione di auto di 2 Terawattora (Twh- 1mld di Kilowattora), 10 milioni di 20 Twh e così via, fino ai 76 Twh che sarebbero teoricamente necessari per alimentare tutto il nostro attuale parco circolante di 38 milioni di veicoli.
:
Lo sviluppo della mobilità leggera ed il potenziamento dei Trasporti pubblici ridurrà a 24mln il parco auto circolante a metà secolo. I veicoli elettrici puri saranno 19mln ed alimentarli genererà un fabbisogno aggiuntivo di 38 Twh, il 5% dei consumi totali a quella data.
Sarà possibile generare 700 Twh di energia pulita, contro i 130 di oggi? Le proiezioni di Terna ed Enel, ancora da affinare, dicono di sì. Circa 400 Twh aggiuntivi verranno da fotovoltaico installato sul 10% della superficie edificata e, con impianti utility scale, sull’1% del territorio oggi improduttivo
Riporto quanto trovi in que
troverai lo stesso articolo su vaielettrico https://www.vaielettrico.it/terna/
A colza non lo so, rende meno.
Ma a canna da zucchero basta guardare il Brasile: alimenta a bioetanolo circa 80% delle auto , 40 milioni di auto flexi-fuel(che in realtà funzionano con un mix benzina-etanolo, quindi la percentuale effettivamente consumata del solo etanolo è anche molto minore minore).
Ebbene per produrre quel quantitativo hanno a coltivazioni una superficie di oltre 10 milioni di ettari, più di 4 volte la Lombardia, e lì c’è anche più sole e più caldo.
Ora quelle cifre sono reali e consultabili, c’è invece chi dice che basterebbe circa l’uno per cento di quella superficie in pannelli fotovoltaici per alimentare la stessa quantità di veicoli elettrici, non sono un tecnico e non sono la persona adeguato a verificarlo.
In effetti anche a me piacerebbe che si faccia chiarezza su questo argomento.
Facciamo una riflessione
1 mq coltivato riesce a convertire solo i 10/15% dell’energia proveniente dal sole (almeno per quello che ho trovato scritto in giro) e di quest’energia solo una parte potrà essere usata (70% come carburante, non credo e di questo 70% e tenendo che il rendimento di un termico è del 20% avremo che solo il 2% dell’energia solare sarà usato per muoversi) visto che verrà persa nella lavorazione del prodotto agricolo per ottenere il biocarburante, in più avremmo 1/2 raccolti l’anno
lo stesso mq in fotovoltaico già oggi ha una resa intorno al 25% e di quest’energia il 70% arriva sulle ruote di una BEV, tenendo conto il trasporto, l’accumulo nelle batterie, ovvero intorno al 17% dell’energia solare. In più mettiamoci che la superficie produrrà 365 gg l’anno (anche se con diversa esposizione) e salta subito all’occhio che ci si muove di più con auto elettriche.
Ora ci si renderà conto che un biocarburante costerà sicuramente di più dell’energia elettrica prodotta da fotovoltaico proprio perché ne servirà di più e serviranno più terreni per far muovere lo stesso numero d’auto.
Tutto questo tralasciando il problema climatico/ambientale e i terreni sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e dei relativi animali domestici.
Non faccio fatica a crederlo.
D’altronde se in Brasile per alimentare (con una miscela mista a benzina) 40 milioni di veicoli, che tra l’altro equivale al parco circolante italiano, servono coltivazioni per 10 milioni di ettari, 4 volte e mezza la Lombardia, allora è abbastanza chiaro che per fare biocarburanti per il parco circolante italiano bisognerebbe eliminare Franciacorta, Valpolicella, Valdobbiadene, Chianti…..
Un po’ surreale, chissà se al ministro food blogger lo hanno spiegato?
-Quante centinaia di km quadrati di monocoltivazioni a colza ci vogliono ?-
Io voto per la canapa.
Dai gambi della pianta di canapa lasciati in fermentazione viene estratto l’etanolo, mentre dai semi della pianta viene estratto il biodiesel. La canapa – quando viene coltivata come materia prima per biocarburanti – è in grado di produrre entrambi i biocarburanti.
La canapa è “un’erbaccia” che cresce ovunque, non richiede particolari cure e potrebbe non entrare in competizione con altre colture.
Non dimentichiamo che la canapa è ottima per fare tessuti (meno “belli” del cotone, ma rispetto a questultimo non è altrettanto “idrovora”) e con questa pianta si possono produrre anche delle materie plastiche che altrimenti si farebbero tramite derivati del petrolio.
Rimangono poi le inutili infiorescenze e volendo anche le foglie. Non avendo una vera e propria utilità pratica, qualcuno ritiene che in un’ottica puramente utilitaristica (volta cioè a prevenire inutili sprechi) queste possano essere un valido sostituto del tabacco. Ma sarebbe solo per evitare sprechi, mica per altri motivi… 😛
Scherzi a parte: i biocarburanti sappiamo tutti che difficilmente potrebbero andare a sostituire il petrolio.
Però possono servire, sarebbe comunque sciocco non guardarci dentro.
Quel che è certo, e non è tema da Vaielettrico, è che una pianta utilissima e “sensazionale” come la canapa (da cui parlando seriamente si possono trarre decine di cose utilissime) ancora oggi gode di un suo “stigma” per i motivi che tutti conosciamo benissimo e non viene sfruttata come meriterebbe.
Anche perchè è veramente un’ “erbaccia” che, con i mezzi odierni, si coltiva con sforzi relativamente minimi e cresce davvero ovunque.
Una rapida ricerca su google vi aprirebbe un mondo su che cosa stiamo “sottovalutando”.
Da anni spero che venga riscoperta. E no, non perchè mi piace fumarmela.
fine OT.
Visto che ho voluto fare 2 conti sono andato a cercare un po’ di dati.
da questo documento (https://www.cti2000.it/Bionett/SCHEDABiodiesel_ITA.pdf) risulta che allo stato attuale da 1 ettaro di terreno è possibile ottenere 1.230 lt di biocarburante.
Ipotizzando nel caso migliore 2 raccolti e che si tratti di biodiesel usato su auto che permetta di percorrere 20 km/lt si vede subito che al massimo potremmo percorrere 49.200 km in un anno.
Prendiamo ora il caso di auto elettrica che viene caricata da un’impianto fotovoltaico.
Le rese attuali vanno da 150-263 kWh/mq in un anno. il che significa che stiamo tra 1.500-2.630 MWh/ettaro contro i 13MWh/ettaro del biocarburante.
Veniamo ai km percorsi da una BEV. Ipotizziamo che alla ruota arrivi il 70% dell’energie (dispersioni varie) e che al massimo si percorra 5 km/kW,, vediamo che un’auto percorrerebbe 525.000.000-920.500.000 km.
Fate voi, ma se non ho sbagliato a fare i conti, capite perché forse è meglio una BEV
Non ha sbagliato i conti. Ma erano già stati fatti dal professor Nicola Armaroli e pubblicati da Vaielettrico Biocarburanti bocciati alla prova-efficienza del prof. Armaroli
Senza forse.
Ineccepibile.
Aggiungerei…quanti sventramenti di paesaggio (montagne e colline) dovremo fare per avere l eolico? Perché è tutto bellissimo ma j danni ambientali sj fanno anche per fotovoltaico ed eolico.
Lei vede il dito. La luna sono i danni ambientali dell’economia a petrolio.
Più che il dito vedo tutto ok braccio e vado a fare jn esempio pratico.jna compagnia norvegese ga ,utilizzando un studio dj fattibilità fatto su di un altra vallata..chiesto di impiantare un parco eolico di 16 pale su di una montagna prospicente il parco nazionale dei sibillini.tale montagna dove girano solo j pastori con i loro greggi s le persone che vi vanno a passeggio non ha strade asfaltate e neanche infrastrutture elettriche.costruire le pale in questa luogo significherebbe distruggere tutto e sventare l impossibile.chiefo è green ed ecologico questo?
Io farei fare una bella prova a chi continua a propugnare il primato del termico sull’elettrico: chiudersi in garage con la macchina col motore acceso e fare un bel picnic nel frattempo, con bimbi e nonni. Respirare un po’ di aria sana fa sempre bene (la stessa che si respira ogni giorno nelle nostre città).
Esatto Valter é quello che dico sempre anche io.. la lotta fra ice ed ev sarebbe immediata e si saprebbe già il vincitore… il perdente morirebbe avvelenato e affumicato.. Comunque davvero difficile farlo entrare in testa.. sembra davvero di parlare con terrapiattisti… vanno a cercare I peli nell’uovo che si sa ci sono ma se vogliamo respirare aria migliore nelle nostre città c’è solo questa soluzione.. e non lo capiscono… probabile che gli piaccia respirare veleni e metterli nel sangue.. non c’è altra spiegazione…
E prima o poi l’aria sana e respirabile finirà e allora saranno dolori (e ci sarà anche molto da ridere)…
La risposta più semplice è sotto gli occhi di tutti allo stato attuale delle cose le bev non sono convenienti economicamente ne nell acquisto ne nell utilizzo specialmente in un mondo così fast salvo per chi ha pannelli e garage a casa.il resto è aria fritta.poi pelo o non pelo se si fanno le cose in fretta si fanno sempre casini come recitava un vecchio e saggio detto.peraltro bisogna anche dire che le nostre città non sono pronte così come il nostro territorio ben diverso morfologicamente da rate altre nazioni europee territorio che ci fa vivere anche di turismo
È quasi inutile ripeterlo in continuazione l’elettrico è il futuro, non ci sono dobbi.
Essendo il futuro,…significa non adesso, ma tra qualche anno.
La Norvegia, che ricordiamo, è la nazione con l’80% di elettrico circolante, si sta lamentando perché i fine settimana ci sono code kilometriche per poter ricaricare.
Kilometriche…è bene sottolinearlo.
E sono appena 5 milioni di abitanti, come il.Lazio per intenderci.
Lo dicono loro e non le altre nazioni. Quinci ci possiamo credere…
Sono passati all’80% di elettrico abolendo tutte le tasse compresa Iva,bollo e zero pedaggi.
Il tutto pagato con le vendite stratosferiche di Petrolio, hanno appena aperto altri 3 pozzi.
Alla faccia della nazione Green…
Ci vorrà tempo, comprare oggi significa buttare i soldi su una tecnologia già vecchia che viene spacciata per nuova.
Tra 5 o 56 anni avremo auto elettriche meno costose con batterie moderne e con i componenti elettronici adatti.
Al momento sono solo accozzaglie tra vecchio e nuovo.
In più servono tantissime stazioni di ricarica, al ritmo attuale ci vorranno più di 10 anni per avere una rete efficiente.
Ma oggi, chi se lo può permettere, e quindi ha i mezzi può comunque spendere i suoi soldi come vuole…
In realtà quest’anno le hanno rimesse ma le auto elettriche su vendono di più delle termiche.
delle tante fesserie che ha scritto ero curioso di sapere dove aveva trovato quella sui norvegesi che trovo esilarante
‘code kilometriche per poter ricaricare.
Kilometriche…è bene sottolinearlo.’
alla fine dello scorso anno in Norvegia c’erano un totale circolante di 600 mila elettriche e 200 mila plugin con oltre 25 mila punti di ricarica di cui 6000 veloci
https://www.visitnorway.com/plan-your-trip/getting-around/by-car/electric-cars/
come paragone noi abbiamo 21700 distributori per circa 40 milioni di auto (tolga lei le ricaricabili ad una colonnina)
https://www.fuelseurope.eu/uploads/files/modules/documents/file/1663230286_ioJP58jl02UbyFRDDljIzMlIlEhEFPiv1mPSAtU9.pdf
https://www.sicurauto.it/news/attualita-e-curiosita/parco-circolante-italia-il-17-delle-auto-ha-almeno-19-anni/
tutti i norvegesi ‘elettrificati’ si danno appuntamento il fine settimana usando solo pochi chargers di quelli disponibili per caso ?
ecco, se può mi documenti la fesseria ‘norvegese’ …. lo so che non può ma fa lo stesso …
Per 40mln? Mo pure pure le brum brum hanno bisogno di ricaricarsi?
il 3% su 59mln e l’80% su 5mln rischiamo che ci sono più auto in Norvegia con soli 5mln di abitanti che in tutta Italia.
Quindi i punti ricarica in Norvegia e Italia mi sembrano bilanciati.
Salve Luca, non ho inventato quanto ho scritto.
Ci sono vari articoli su stampa straniera il più autorevole è del New York Times
Tradotto da un giornalista Italiano.
Quo può trovare uno stralcio:
https://www.tempi.it/i-problemi-delle-auto-elettriche-visti-dalla-norvegia-leden-della-transizione-green/
Non tutto è oro ciò che luccica
Ho notato già in passato un forte sostegno da parte del NYT all’industria dei fossili.
Lo scrivo prima di andare a vedere… chi è il padrone del NYT?
Io sono abbonato al Times e ho letto sia l’articolo originale sia l’articolo di Tempi citato dal lettore qui sopra.
L’articolo del Times usa in molti casi formulazioni ipotetiche e riporta principalmente le dichiarazioni delle persone con le quali il giornalista ha parlato.
L’articolo di Tempi è, mi spiace dirlo, decisamente un po’ sbilanciato. Sicuramente non sarà intenzionale (diamogli il beneficio del dubbio), ma non riesce, secondo me, a riprodurre fedelmente il peso che viene dato ai vari elementi.
Mi spiego: la formulazione del Times è molto più sfumata e ipotetica rispetto al sottotitolo riportato da Tempi (che ovviamente vuole catturare l’attenzione del lettore e lasciargli l’impressione che non cambi nulla… sempre non intenzionalmente, s’intende, mica lo fanno apposta), perché quella che le auto elettriche generino più particolato è un’osservazione tutta da verificare.
“Eh, ma è ovvio!”. Sì, ma la scienza non funziona così. Non basta individuare un possibile meccanismo causale, per quanto logico ed evidente, tra due fenomeni. La causalità va dimostrata con osservazioni e misurazioni (che sicuramente qualcuno avrà fatto, ma nessuno cita). Anche perché non basta dire “di più”, bisogna dire di quanto per capire se la differenza sia statisticamente significativa.
Anche perché è pur vero che le auto elettriche in media sono più “dense” (termine che uso scherzosamente per indicare che a parità di dimensioni pesano tendenzialmente più di una termica), ma è anche vero che usano pochissimo i freni a disco e quelli di abrasione ne creano a palate.
Questo per dire che sicuramente il Times ha pubblicato articoli migliori, ma questo breve reportage, forse un po’ superficiale e “scolastico” possiamo girarlo come vogliamo ma non vedo proprio come si possa concludere che il bilancio sia negativo.
Il discorso del petrolio poi è piuttosto relativo, secondo me. Un conto è la validità tecnica della soluzione proposta e il suo impatto ambientale, un altro conto è il modo in cui questa soluzione è finanziata.
Certo, sarebbe bellissimo se nessuno usasse più petrolio per niente, ma tra comprarlo in posti tipo l’Arabia e comprarlo dai norvegesi preferisco comprarlo dai norvegesi che almeno reinvestono i ricavi in modo etico.
Poi c’è una sfumatura del discorso sulla coerenza dei norvegesi che ammetto di non comprendere a fondo. Non è che i norvegesi vadano in giro a vantarsi o a dire di essere migliori degli altri perché hanno le EV finanziate vendendo petrolio (che poi penso sia un po’ più complesso di così, non penso l’intera ricchezza di quel Paese sia solo e soltanto dovuta al petrolio).
Semplicemente ogni Paese fa quello che può per sopravvivere con le risorse che ha… magari ci sono Paesi che non hanno mai venduto petrolio ma fanno le peggio cose su un altro livello, oppure vendono petrolio e manco si fanno il problema dell’elettrificazione. Con tutto quello che combinano le grandi potenze mondiali andare a fare le pulci ai norvegesi mi sembra un po’ pretestuoso.
Anche perché se il petrolio lo vendono è perché qualcuno lo compra. Tipo noi europei, ad esempio.
Per quanto riguarda i media e i giornali, se non ricordo male il New York Times ha solo una parte delle azioni in free float, il resto è di una famiglia che lo detiene da tantissimi anni (forse da sempre, ma dovrei andare a vedere). La maggior parte delle azioni in free float è poi detenuta da fondi di investimento tipo Vanguard e BlackRock.
Tempi invece credo sia vicino alle posizioni politiche del centro-destra cattolico.
Ad essere onesti, vedremo tra 5 o 6 anni se sarà più un’accozzaglia un’auto elettrica o una termica odierna.
E si scrive chilometriche, non kilometriche, oltre che evitando di sottolineare l’errore avrebbe certamente fatto una figura migliore.
Quanto fesserie in un solo post. Viste che in Norvegia ci abito, ti possono dire che sta facendo non poco confusione tra percentuale sul venduto e parco circolante. Nel primo caso si parla di 80% di BEV sul totale, ma il parco circolante é angora composto per l’80% da termiche.
Sulle code “kilometriche” meno male che mi hai avvisato altrimenti chissà quanto tempo avreise perso il prossimo weekend!
Ma veniamo al resto: il bollo è stato reintrodotto 3 anni fa, l’iva quest’anno insieme alla tassa sul peso, ed i pedaggi li pago da 4 anni. Inoltre gli incentivi non venivano pagati con i proventi dell petrolio ma con quelli dalla tassa sulle emissioni delte auto termiche (oltre a quella sul peso) che mediamente incidono almeno per il 30% del costo di una termica. Riprova a fare il tuo discorsetto basato sulle solite scemenze da bar ai tuoi amichetti piston-head… qui non attacca!
È interessante e anche parecchio divertente notare come molti possessori di auto elettriche che commentano sul sito e che difendono a spada tratta “il progresso”, siano in una larghissima maggioranza uomini di mezza età, altrimenti detti boomers (non in senso negativo, ma così ci si intende), che probabilmente per una crisi di mezza età è perché pensano di rimanere al passo con i tempi acquistano le auto elettriche pensando che queste li rendano all’avanguardia. Un po’ come i 50enni con l’iphone all’ultimo grido che sfottono i colleghi con il telefono a tasti ma poi hanno bisogno dei figli per installare wts app, ridicoli.
Poi c’è la categoria di quelli che dicono “io lho comprata per il bene dei mei figli e perché me lo chiedono loro”. Siete poi sicuri?
Non so, io ho 24 anni e l’auto elettrica non la vorrei neanche regalata. E così anche tanti miei compagni di università appassionati di automobili. Siete veramente sicuri di stare facendo quello che vorremmo? Perché io non le futuro vorrei meno auto, ma quelle poche v8 e v12, per gli appassionati.
Perché guardare che gli attivisti per il clima chiedono di abbattere le emissioni bloccando la strada, non perché vogliono lo stesso numero di auto elettriche, ma perché ne vogliono meno in generale.
Con la mia generazione il problema delle auto, si risolverà da solo, perché molti giovani non hanno proprio più interesse a guidare. Però, cortesemente, detto da un giovane vero, le auto a benzina continuano a piacerci.
Se non credete alle mie parole, beh, se guardo (abito in CH), a SG, a Lugano, a ZH le auto a benzina più sportive hanno miei coetanei alla guida, mentre alla guida di tesla, Id4 gtx, Audi etron vedono, ehm, come dire, giovani calvi😉
Il cliente tipo dell’auto elettrica ha tra i 35 e i 54 anni.
I più giovani non le considerano molto, anche perché ai giovani piace fare casino: da me passa sempre uno con una 500 Abarth che fa apposta a far scoppiare la marmitta, non so come, ma lo fa.
Sopra i più anziani sono restii al cambiamento, perché è anche un cambio di abitudini, i più anziani poi sono anche meno tecnologici e poco informati e propensi ad imparare.
Quindi si, gli immaturi giovani non guardano all’auto elettrica, gli anziani sono pigri… In generale, non tutti ovviamente.
Sono un boomers, quando avevo la vs età ero abbonato a quattroruote (altri tempi, all’epoca erano più aperti alle tecnologie diverse dal termico da applicare alle automobili).
Anche a me non dispiacerebbe guidare un bel Ferrarino ma poi col crescere (sempre che si cresca) ci si rende conto che quello che piace non sempre è la migliore scelta per se stessi e per l’intera collettività.
Non ho idea se tra 25/30 sarò su questa terra, ma voi ci sarete di sicuro (come i nuovi boomers) e forse per il vostro futuro è un bene che noi boomers spendiamo un po’ dei nostri soldi oggi per poi farvi trovare tra qualche anno BEV più economiche e performanti, oltre che avere un punto di partenza migliore per combattere quel cambiamento climatico che provocherà un po’ dì disagi e di salute.
Ps: io non ho figli, potevo altamente fregarmene di guardare un po’ più in là del mio orticello
Ah, dimenticavo
Molte volte sono io che insegno ad usare computer, smartphone Android e iPhone anche a 20 anni
Sai com’è sono uno di quei boomers che ha tirato su l’ITC e continua a farlo
Questo commento è molto interessante, perché tocca diversi temi, anche se in modo poco preciso per molti aspetti.
È interessante perché dice cose interessanti, come il fatto che i giovani di oggi non hanno lo stesso approccio all’auto che avevano le generazioni precedenti, soprattutto nei contesti urbanizzati. Non vedo però tutti questi giovani che amano i v8 o i v12. Chiaro che oggi l’auto elettrica non è per tutti e ancora meno per i giovani perché la maggior parte delle auto elettriche sono in fascia alta che non è certamente per tutti i giovani. Magari se sei svizzero e ci sono i soldi di papà, e magari frequenti una scuola privata per facoltosi anche le tue frequentazioni saranno affascinate dai V8 e i v12 che in pochi si possono permettere.
Per quanto mi riguarda non sono boomer ma della generazione X, quindi ormai diversamente giovane.
In ogni caso l’auto elettrica è ad oggi la migliore auto che io abbia mai posseduto, questo è certo, e quello che più importa è che soddisfi le mie esigenze, non certo la necessità di restare al passo coi tempi. Anzi lavorando in un settore fortemente influenzato dalla tecnologia alle volte sono quasi costretto a stare su una giostra dalla quale sarebbe bello scendere anche solo per un giro. Al contrario di chi sulle giostre che non conosce trova sempre una buona ragione per non salire.
Rispondo a te Leonardo, ma anche a Bob. Indubbiamente si cresce, le necessità cambiano, le abitudini cambiano, si matura (punto su cui non sono sempre sicuro), però, come giustamente dici Bob, alla mia età tu ti sei divertito con i ferri dell’epoca. Beh, lasciamo che questo tipo di auto possa far felici anche gli appassionati di auto di oggi, che ad ogni modo di auto sportive se ne vendono comunque poche (considera che noi siamo la generazione cresciuta con fast&furious, quindi la passione per l’auto è intrinseca).
Per Leonardo, per motivi di spazio ho potuto argomentare poco, purtroppo. La storia dei v8 è v12 è derivata dalla loro poca diffusione, se in futuro si vorranno salvare dei modelli a benzina che noi continueremo ad apprezzare, senza correre il rischio che vi sia un abuso, secondo me vale la pena salvare questi due motori.
Indubbiamente siamo più propensi ad usare i mezzi pubblici a sfavore dell’auto, in Svizzera infatti il metodo di trasporto maggiormente diffuso è il treno, a testimonianza che un buon servizio porta anche ad un buon livello d’utilizzo.
Io stesso mi muovo senza problemi con il treno e il bus, certamente usando l’auto essendo appassionato quando ne ho l’opportunità, ma alcuni miei compagni non hanno neanche la patente.
Però voglio farvi diffidare dalla mia generazione, piena di tante, troppe contraddizioni: se una porzione manifesta per il clima e vorrebbe proibire l’uso dell’aereo su tratte brevi, allo stesso tempo l’età media dei passeggeri su queste stesse tratte…
R.G. mi dovresti spiegare una cosa: ho attraversato qualche anno fa tutta la Svizzera, passando da Lugano, poi Zurigo e Basilea, e il limite di velocità per lunghi tratti era di 80 km/h. Oggi forse sarà anche stato rivisto al ribasso.Conosciamo bene l’efficienza della polizia elvetica. Che ci fate coi v8 e v12, li tenete in salotto?
C’è una minoranza di noi che li sfrutta un pochino in Germania, ma ormai non è che coi V8 e V12 ci fai cose che con una Model S o una Taycan non fai (spendendo tra l’altro parecchio di meno).
Forse la capacità di traino è ancora un po’ limitata, ma io ho avuto due V8 e poi sono passato all’elettrico, quando devo tirare un rimorchio un po’ grosso noleggio un SUV diesel per il giorno in cui l’ho bisogno.
Poi vabbè, non voglio dire che l’esperienza dell’altro ragazzo sia sbagliata o non valida, però io sono svizzerissimo, ho 34 anni, sono impallinato di auto da quando ho memoria e frequento tanta gente tra i 25 e i 40 impallinata di auto come me o peggio di me nella regione di Zurigo, dove vivo da anni (parlo l’italiano perché sono nato e cresciuto in Ticino fino ai 18).
Vi posso dire che tra noi, decisamente non-boomer, amanti delle auto potenti e di V8 e V12, la transizione energetica la stiamo facendo con entusiasmo. Certo, non esiste ancora una Golf GTI elettrica o una RS6 elettrica (a parte che comunque la RS6 non è che se la possano permettere poi tutti ‘sti giovani, persino nella ricchissima Zurigo), ma anche solo con la trinità Model 3 Performance, Model S Plaid e Taycan/e-tron GT c’è da divertirsi parecchio.
Chiaro che poi vedi tanti 50/60enni che cambiano la Cayenne con la e-tron (io tra l’altro ho la e-tron S, probabilmente le affiancherò la Taycan ma aspetto il restyling e poi vedo, sarò un giovane svizzero atipico…) o con i cross-over più piccoli, ma sulla base della mia esperienza e della mia cerchia sociale non mi sento davvero di dire che ai giovani appassionati non interessi davvero l’elettrico.
Che poi, ragazzi, “cerchia sociale”… io faccio il medico anestesista e il medico d’urgenza sulla REGA, non il trader o l’immobiliarista, quindi vi parlo di miei colleghi, ex-compagni di università e amici dei tempi del liceo. Tutta gente normalissima che non guadagna milioni… e molti di noi paradossalmente hanno scelto la Tesla o Taycan sia per curiosità e interesse nei confronti della nuova tecnologia sia perché con la Panamera Turbo S spenderebbero dieci volte tanto in energia e imposte di circolazione per una macchina che va uguale o di meno.
Interessante valutazione, io sono un ultra cinquantenne e mi sono approcciato all’auto elettrica semplicemente perché era da una trentina d’anni che desideravo un auto con una tecnologia diversa dal motore endotermico, per il puzzo e i gas cancerogeni emessi in abbondanza. Ho colto questo momento storico come un opportunità dovuta al fatto che adesso c’è una più che valida alternativa che mi permette di guidare un mezzo che nell’intero ciclo di vita mi fa indubbiamente inquinare di meno e risparmiare di più, cosa che sta avvenendo chiaramente e con mia grande soddisfazione. Adesso godo io. Io abito in Svizzera e la transizione ad una mobilità più sostenibile, per l’ambiente e le proprie tasche, sta avvenendo anche qui rapidamente, almeno tra i boomers
E, da tuo compaesano, aggiungerei che guidare auto da 400/500 CV che anziché alimentare a petrolio a 2 franchi al litro posso ricaricare col sole (per dire, poi ci sono tutte le sfumature intermedie) e pagando un’imposta di circolazione almeno per qualche anno ancora irrisoria (o non pagandola del tutto, che anche quando inizierò a pagarla ci avrò comunque guadagnato per tutti gli anni in cui non l’ho pagata), per me è infinitamente meglio, da ex-possessore di due V8 e in passato qualche 4 cilidri bello arrabbiato, che regalare soldi agli arabi, lasciar giù 150 franchi all’ora al meccanico quando va bene una volta all’anno per un cambio olio e, soprattutto con i cambi automatici moderni, avere delle macchine che per star dentro nell’Euro 6 hanno dodici filtri e quindici rapporti… molto meglio una bella elettrica semplice, pulita e scattante che fa bene alla mia passione e fa bene all’ambiente.
Non fa brum brum, ma essere appassionati di auto non vuol dire essere appassionati solo del suono che fanno i motori (che poi, ultimamente, con le nuove norme e i nuovi filtri non fanno nemmeno più ‘sto gran suono, sinceramente… e alle volte è anche fake, e allora che differenza c’è con l’elettrica?).
Anche io , quando avevo 10 anni, apprezzavo le cose che facevano tanto rumore e mettevo la figurina dei calciatori attaccata alla forcella della bicicletta con una molletta da bucato fregata alla mamma che stendeva i panni e simulavo il fracasso dei motori .
Poi sono cresciuto .
Intanto che qui da me aspettiamo il solito ( inconsueto) ciclone mediterraneo…canali vuotati e allerta rossa…Macron riceve Elon all’Eliseo…x fare quattro chiacchiere!
mettete il gasolio. a 5 euro litro. vedrete che numeri
Ma anche no…al supermercato ci andiamo tutti e sarebbe il miglio modo per vedersi raddoppiare i prezzi in un nano secondo 🙁
nulla da dire, inappuntabili sia domanda che risposta.
resta un “piccolo” neo: dovete decidere definitivamente da che parte mettere le plug-in. qui sono “pur sempre elettriche” quindi da conteggiare come bev, in altri articoli sono termiche (con piccola batteria, 2 pesi da portare ecc)..
la tipologia di auto è sempre la stessa, e non dovrebbe cambiare in funzione di conteggi vari.
quel 6.3% in più (plug-in) va pure sulle ice, o no?
Il soffiare dei nostri (“nostri”) industriali contro l’elettrico é solo per godersi gli ultimi profitti di un’industria che da noi è data per spacciata tra una decina d’anni.
Il dato effettivamente è incontrovertibile, 14% di auto nuove bev è ancora pochino. Ma le spiegazioni della redazione danno una lettura interessante. Inoltre bisogna considerare che multi prudenzialmente hanno optato per le plugin come passo intermedio (o per timore o per mancanza di modello appropriato, ecc.). In ogni caso non si può dire che l’86% sia contrario alle BEV. Tra questi ci sono quelli che “vorrebbero ma non posso” e gli “opportunisti “ (non favorevoli e non contrari, scelgono in base alla convenienza, disponibilità di veicoli adatti, ecc.). Per entrambe le categorie al momento è penalizzante il fatto che i veicoli economici siano ancora pochi. Ma un altro fattore è sicuramente la disponibilità di ricarica a casa (o al lavoro). Ad esempio in Svizzera (popolo di inquilini, 60% abitano in affitto) si discute molto su come obbligare/incentivare i proprietari a installare ricariche nelle autorimesse.
Come giustamente risposto dalla redazione bisogna guardare i trend e il trend di crescita in Europa delle vendite di auto elettriche è costantemente in aumento. Quindi i numeri dicono esattamente che l’auto elettrica è già un successo.
I limiti non li ha l’auto elettrica ma li ha molta gente, purtroppo, è evidente e indiscutibile.
il trend è in crescita in quanto le auto elettriche vengono “imposte” e non scelte. C’è una bella differenza. Se nel 2035 vigerà il divieto di vendita di auto con motore endotermico, potremo dire che le auto elettriche sono un successo perchè “scelte” dal 100% della popolazione? Ci vorrebbe un pò di onestà intellettuale.
Cosa significa che vengono imposte? Non si può acquistare un’auto termica oggi? Non mi sembra. L’interruzione della produzione nel 2035 (ma probabilmente anche già qualche anno prima) sarà frutto di un’imposizione, quello sì. La pubblicità spinge in quella direzione, vero, ma attualmente c’è libertà di scelta. La pubblicità spinge anche a bere la Coca-Cola, ma io mica mi sento costretto a berla. Se l’elettrico è in crescita è perché chi lo ha scelto (con rarissime eccezioni) ha capito che non tornerà mai indietro sul termico, quindi ogni punto percentuale “guadagnato” dall’elettrico è un punto irrimediabilmente perso sul fronte termico, in quest’ottica è giusto considerare anche chi sceglie l’ibrida, che al prossimo passo probabilmente andrà full-electric. Ci sono molti interessati, che aspettano solo un po’ più di esperienze per decidersi.
Infine un mio sfogo personale: che noia con questa solfa dello stato che priva delle libertà come in pandemia, lo stato (quello tutto sommato sano delle democrazie europee) spinge nella direzione che dà più benefici alla popolazione, e l’auto elettrica è una di queste cose.
Interessante puntualizzazione: “imposte e non scelte”
Alcune domande me le farei. Ad esempio: perché il Parlamento UE ha legiferato per automobili a zero emissioni? Perché la quasi totalità delle case automobilistiche ha puntato sulle BEV e non sulle FCEV o ICE ad idrogeno o e-fuell?
Eppure già nel decennio ’90 sono stati fatti diversi studi che hanno portato a vari prototipi.
La risposta sarà che una BEV è quella che alla fine porta maggior guadagno all’industria automobilistica con il minor investimento? Sarà che una BEV richiede meno energia e pertanto la UE vede un vantaggio geopolitico ovvero minore dipendenza dai paesi extra-UE per rifornirsi di energia? Ma soprattutto, forse quell’energia ce la potremmo produrre in casa.
Quindi (lasciando perdere il problema climatico), non la chiamerei imposizione ma scelta politica e relativa programmazione industriale.
Imposte adesso anche no. Sempre più gente preferisce scegliere liberamente un’auto che nell’intero ciclo di vita inquina molto meno facendo meno danni alla salute e all’ambiente e che costa anche meno, ora che c’è più possibilità di scelta. In futuro la scelta sarà sempre più ampia e conveniente, quindi il trend non cambierà fino alla naturale e totale transizione ad una mobilità più sostenibile. Per fortuna
Allora NON bisogna correre bisogna aspettare il 2035 per dire “imposte”.
Oggi ci sono termiche ed elettriche e nonostante tutto le BEV continuano a macinare quote in salita mentre le ICE a macinare quote in discesa.
I numeri non vanno solo meramente letti ma bisogna anche interpretarli.
Perché nel primo Q2023 la quota di diesel é poco sotto il 15% che io ricordi e le BEV quasi al 13%.
0er cui se non vogliono l’elettrico NON vogliono nemmeno il diesel con quei numeri.
Detto ciò dobbiamo gurdare a 36 mesi fa. Non 36 anni, 36 mesi ossia ieri per lo sviluppo tecnologico le BEV era sotto il 4%…mentre le Diesel erano a quanto al 25%?
C’é chi scende e c’é chibsale ragazzi ed i trend sono quelle cose a cui le aziende guardano per programmare investimenti e prodotti.
Se sta facendo i mld Musck che é partito 15 anni fa, figurarsi cosa faranno I produttori oggi per tenere dietro ad un cambiamento che scompaginerà il mercato auto mondiale. É inevitabile.
Anche perché nel primo mercato mondiale (dove vendono in un mese più di quello che vendono in Italia in un anno) le BEV sono al 20% e con le PHEV arrivano a circa 1/3 delle vendite.
In USA hanno varato l’IRA per cui ste benedette ICE dove le venderanno?
Se foste CEO si un’azienda investireste in un futuro incerto ICE o seguireste il vento che spira forte del cambiamento?
Penso che anche nel 1910/20 ci saranno stati 15% ordini auto e 85% ordini carrozze/cavalli.
Quindi il mio bisnonno (nato 1892) avrebbe potuto dire…. ” alla fine ste automobili non è che piacciano più di tanto, i numeri parlano!!! ed io l’ho sempre detto… devi saperle riparare, per il rifornimento è uno sbattone che non vi dico! bisogna andare in farmacia a comprare il distillato del Dr. Benz (Benz-ina)… per accenderle ti giochi una spalla (avviamento a manovella) ne riparliamo quando…..”
Peccato che no c’erano ZTL che vietavano la circolazione e anche il parcheggio dei cavalli come succede adesso. mi sembra un pochino pretestuoso paragonare due situazione completamente differenti soprattutto considerando l'”invadenza” degli stati nell’imporre la “scelta”
Sicuro che non c’erano divieti alla circolazione dei mezzi trainati a cavallo?
Se ti informi, scoprirai che c’erano e per motivi igienici
E nacquero pochi anni dopo le auto-strade, appunto strade dove potevano circolare solo le auto.
E nacque vicino a casa mia, era il 1924 ed è l’attuale A8 Milano-Laghi, venne il re a inaugurarla a bordo di una Lancia.
Quello sì che è stato un gombloddo! Bisogna tornare ai cavalli, subito! E fare le equistrade. 🙂
Caro Vittorio,
la “non scelta” sulle BEV da parte del 86% dei tedeschi (ma vale pure per la maggioranza di italiani, spagnoli, francesi ecc.) ha, a mio modesto parere, una origine molto semplice, che va oltre le considerazioni sull’impatto ambientale della mobilità elettrica e che su questo sito (e su questo forum) ci si ostina a non voler capire.
Provo a ripetere, dunque, per l’ennesima volta.
OGGI, le BEV COSTANO TROPPO!!!
E’ chiaro?
E, tra l’altro, si paga troppo per una tecnologia GIA’ VECCHIA, che produce veicoli SOVRAPPESO (in barba a tutte le leggi sull’efficienza) e difficilmente gestibili per quel che riguarda le ricariche.
La mancanza di una tecnologia che consenta di ricaricare le BEV con gli stessi modi e gli stessi tempi delle auto a metano o GPL (non faccio il paragone con benzina e gasolio), poi, rende indispensabile per chi possiede una BEV disporre anche di un punto di ricarica privato (garage o altro), tramite il quale ricaricare di notte, al prezzo della corrente uso domestico.
Tale, ultima “arretratezza” tecnologica rende l’attuale mobilità elettrica ELITARIA (ripeto, E-L-I-T-A-R-I-A): la BEV se la possono permettere solo coloro che dispongono dell’ingente somma iniziale per acquistarla e della famosa villetta col fotovoltatico (immagine oleografica per dire anche appartamento con garage, ecc.) per ricaricarla.
Da qui, i numeri da prefisso telefonico (o giù di lì) relativi alle percentuali di vendita delle BEV.
Punto.
Il resto è FUFFA.
E’ FUFFA l’immaginifico mercato dell’usato BEV di cui parla spesso Paolo Mariano; E’ FUFFA (per non dire di peggio) l’esponente tipo del ceto medio-basso che, pensando di salvare il pianeta, spende i 20.000 euro che ha in banca per un barattolo come la 500e o la Reanult ZOE.
Poi, si potrebbe continuare….ma mi taccio, che è meglio.
Mi dispiace che tu creda questo.
Io sono un impiegato, vivo in un appartamento, non ho il fotovoltaico (perché gli altri inquilini non voglio ristrutturare l’edificio), ho un box ma la linea non è adatta a caricare una BEV, eppure la BEV l’ho comprata e ad oggi ancora mi muovo spendendo meno rispetto alla termica.
Faccio notare che una MG 4 (come già evidenziato dalla redazione) è perfettamente equiparabile per prezzo ad una FIAT Tipo o Golf, visto che appartengono alla stessa categoria.
Comunque, tranquilli vediamo cosa il futuro prossimo ci riserva (ovvero il 2025)
Salve Gerry, lieto di rileggerla!
Non posso commentare quanto ha scritto perché non ho titolo per ribattere le sue affermazioni, evidentemente frutto di profonda esperienza nel settore, mentre io posso solo portare il mio personalissimo esempio – guarda caso, molto simile a quello di Bob e di chissà quanti altri.
Il quale Bob ha comunque perfettamente ragione: vediamo cosa ci riserva il futuro, anche prossimo.
Giusto ma inutile ripetere qui cose note . La verità taciuta è che si mira ad eliminare le macchine non a trasformarle in BEV. Città dove solo una 30/40% avranno le BEV e i rimanenti poveracci con i mezzi pubblici o con le zone ad accesso limitato o con lo smart working da casa.
Dai è abbastanza ovvio che non si potranno sostituire 1 contro 1 ICE con BEV. Stanno tutti aspettando le elezioni europee del 2024 e un eventuale cambio di maggioranza. Si sta già lavorando per sostituire la Von der Leyen con, credo, un esponente del gruppo popolare. A quel punto si tornerà alla realtà lasciando stare gli unicorni e si potrà affrontare finalmente il tema del clima con serietà senza forzature ideologiche.
“A quel punto si tornerà alla realtà lasciando stare gli unicorni e si potrà affrontare finalmente il tema del clima con serietà senza forzature ideologiche”
Aspettiamo con trepidante curiosità di conoscere da franky quali siano le concrete alternative già disponibili e industrializzate o di imminente industrializzazione, dato che la forfora di unicorno (cioè le BEV) sono una mera e utopica forzatura ideologica.
PS: ma dal 1997 (anno di firma del protocollo) al 2023, quelli che risolveranno senza forzature ideologiche i problemi dell’umanità, dov’erano?
-la forfora di unicorno-
Ma come, non lo sai? la forfora di unicorno è magica oltre che profumata, se la spargi sugli oggetti ti permette di volare!
Chiedi alle tue figlie, vedrai se non confermano!
Vedi Guido nessuno ha qui le soluzioni. Però mi ritengo una persona moderata equilibrata del ceto medio con famiglia e figli. Come tanti italiani. E se mi si chiederanno dei sacrifici i nime del clima li farò volentieri. PEr e per me i miei figli. Ma non posso smettere di vivere in base ad a ipotetica fine del mondo prospettata fra 30 anni. Corro il rischio. E come me ragionano tanti. Cose ridicolo che vengono prese di mira come scoregge mucche, barbecue, piano gas cucina ecc fanno solo allontanare il cittadino dalle giuste battaglie per il clima. Buon senso, moderazione, realtà della vita quotidiana servono. Le BEV sono una ottima soluzione ma ammettiamolo che il fine non potrà essere lo scambio 1 ad 1 con le ICE. E’ onestà dirlo. E chiarezza. Faccio la mia parte ma togliete di mezzo i burocrati zelanti più realisti del Re. Altrimenti lo farà la politica del prossimo parlamento europeo. ( e i biofuel)
“Ma non posso smettere di vivere in base ad a ipotetica fine del mondo prospettata fra 30 anni. Corro il rischio.”
Lo ha detto il 97% degli scienziati mondiali appartenenti a 190 nazioni mondiali arrivando alla stessa conclusione in oltre 3500 studi indipendenti.
“Nessuno ha qui le soluzioni”: veramente stai dicendo che una delle soluzioni è sbagliata, quindi esiste. Ma non c’è l’alternativa concreta e migliore a quella che sarebbe sbagliata. Quindi? Che facciamo? Scommettiamo sulla vita dei nostri figli e nipoti? Se stiamo facendo tutto questo per niente, vorrà dire che fra 50 anni ci sarà un’aria decisamente migliore e nella sola Europa smetteranno di morire oltre 400.000 persone per inquinamento ogni anno. Se invece non facciamo niente c’è la quasi certezza che nessuno potrà lamentarsi, fra 100 anni.
Opzione A: c’è una bassa probabilità di ripulire il mondo anche se non ci saremmo comunque estinti se continuiamo a fare quello che stiamo facendo perchè ce lo ha chiesto la scienza; non esistono alternative tecnologiche concrete al momento e non ci sono in vista mirabolanti e future tecnologie industrializzabili nei pochi decenni che ci rimangono.
Opzione B: c’è una elevata probabilità di estinguere la maggior parte delle forme viventi e di ritornare alla preistoria se smettiamo di fare quello che faticosamente si sta iniziando a fare perchè ce lo chiede l’ideologia.
Cosa sceglierebbe un padre di famiglia del ceto medio, salvo che ami il poker online?
Poi magari fra 10 anni salta fuori davvero la forfora di Unicorno e molliamo lì le BEV: ma OGGI che alternative abbiamo?
Buon senso e realtà della vita quotidiana: stai chiedendo di NON FARE NIENTE, puoi anche chiamarla buon senso se preferisci.
La verità è che abbiamo inquinato il mondo per 200 anni e ora ci hanno presentato il conto e qualcuno deve pagarlo: un po’ come le pensioni, io devo versare 48 anni di contributi per andare in pensione perchè abbiamo mandato in pensione milioni di persone con 15 o 20 anni.
Io non posso ricaricare a casa ma non è un problema. La ricarico anche in AC quando non la uso, sera o weekend, o in DC durante i viaggi alle ormai diffuse fast o ultrafast, quindi la ricarica non è un problema. La ricarico saltuariamente poiché la mia Tesla ha un’autonomia reale di quasi 400 km ma io al giorno ne faccio solo 30, quindi anche l’autonomia non è un problema. Il costo dell’auto elettrica non è affatto più caro di quello di una termica di pari categoria, di pari livello di dotazioni, di pari allestimento, con le stesse performance, la stessa efficienza. Poi si risparmia parecchio su ricariche, manutenzioni, tagliandi, bollo, assicurazione. Quindi anche il prezzo non è un problema. Mentre la guido poi non inquino e non metto in serio rischio la salute delle persone e dell’ambiente. Mi sa che il problema è solo nella testa di certa gente.
nossignore , la villetta gia’ ce l’avevo anche senza bev ,ora ho bev e anche fotovoltaico .e’ da escludere quindi dall’equazione il fatto di dover acquisire una dimora per poter utilizzare una bev . preferisco investire in fotovoltaico e bev piuttosto che buttare soldi al distributore qualsiasi carburante mi propinino oggi o mi propineranno in futuro .
La forza di chi ha sbafato per decenni a quattro mani, incamerando moneta a iosa con cui comprare tutto, anche la salute del mondo e degli uomini. Poi seguiranno i politici dei sondaggi e dicendo che il popolo lo vuole aiuteranno questa gente più di quanto già fanno. Mala tempora currunt.
Perplessità?!?🤔..quale alternativa c’è..ora,non tra x anni…mi pare che gli altri paesi europei abbiano le idee piuttosto chiare vedendo le infrastrutture già presenti… invece qua in Italia si soffia sulle paure per proprio interesse politico di oggi ed è comprensibile che i meno informati subiscano il fascino della retorica…ma non ci sono perplessità per chi guida già elettrico e questo dovrebbe già dire tanto ai più scettici🖖
Il dato numerico su cui si basa il pensiero di Vittorio ad oggi mi sembra fondamentalmente inappuntabile. La fotografia dell’oggi è quella.
E non potrei non essere d’accordo visto che quello che dice lui l’ho detto anch’io diverse volte.
Sono però altrettanto d’accordo con la risposta della redazione, ed io per primo da tempi non sospetti ho sempre detto che la futura R5 sarà una interessante “cartina tornasole” di questo discorso.
Se la futura R5 comincerà a vendere con numeri tutto sommato paragonabili a quelli di una simile vettura a benzina allora potrebbe essere un indicatore che le cose stanno prendendo una certa piega.
Altrimenti bisognerà ulteriormente aggiustare il tiro. O forse cominciare a pensare che per quanto piacevole è interessante, il passaggio immediato alla guida elettrica effettivamente non è in cima alle priorità del grande pubblico.
Torno poi a ripetere un’altra volta: i numeri da guardare veramente non sono mai quelli del primo anno bensì quelli del secondo. Il primo anno quasi sempre è un po’ viziato in positivo dal legittimo entusiasmo di quelli che sono rimasti in attesa della novità annunciata (spoiler: pure io potrei essere fra quelli… perché no) e da una quota spesso non banale di immatricolazioni più o meno tecniche fatte direttamente dai concessionari.
A partire dal secondo anno si vede effettivamente qual è l’interesse reale nei confronti di un qualsivoglia veicolo che viene messo in commercio.
In realtà i numeri da guardare sono quelli di svariati anni e questo per la legge di Wright: ad ogni raddoppio di produzione di un dato oggetto, corrisponde un calo di costo di una percentuale costante.
Ossia, ogni volta che una casa auto raddoppia il venduto di u a elettrica, il suo costo di produzione, da quel momento, scende di una percentuale X.
Questa varia in funzione delle singole situazioni, ma per le EV è stato calcolato essere intorno al 25-28%.
Quindi sinceramente ringrazierei i norvegesi, i tedeschi e tutti quelli che stanno comprando le elettriche, perché permetteranno il calo dei costi anche oer noi.
Detto ciò, vediamo già una lotta dei prezzi in Cina per accaparrarsi quote di mercato (e guarda un po’, per far scendere i costi produttivi).
Chi lavora in un’azienda è ha un po di nozioni, sa che le famose economie di scala sono la chiave per imporsi in un mercato.
Buone cose
Gianluigi stiamo dicendo due cose diverse, peraltro mi sembra entrambe corrette. Semplicemente io parlo di vendite e di mercato, Lei parla di produzione. 😉
Gli ultimi sussulti di un passato che sta scomparendo. Coraggio, ci aspetta un futuro migliore.
L’ignoranza è forza.
Il bombardamento mediatico è forza.
Lo scopo è far venire i dubbi alle persone in quanto chi è nei dubbi non sceglie e sta fermo sulla posizione in cui è, in questo caso il termico.