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I Garavaglia nel Club dei 100 mila km con Smart, Twizy e Zoe

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Famiglia elettrica

Spazio alla famiglia Garavaglia per la 4°puntata de “Il Club dei 100 mila km“. Per capire quanto possano durare nel tempo le macchine elettriche, ecco una serie di articoli su automobilisti che hanno percorso almeno questa distanza. E più, come i protagonisti dei primi tre articoli.

I Garavaglia sono già a quota 238 mila km

Il nucleo familiare, conosciuto anche come Garabugi con tanto di pagina Facebook, è composto da Eugenio, la moglie Silvia Bugini e i figli Gloria e Carlo. Abitano a Lurano, in provincia di Bergamo. Guidano auto elettriche dal 2013 e sono proprietari di una Smart, una Twizy e una Renault Zoe, che alimentano soprattutto con il sole dei loro sistemi fotovoltaici. Il loro conto chilometrico? Sono 238mila chilometri percorsi che si dividono in 141mila in Smart, 47mila con la Twizy e 50mila con la Zoe.

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La flotta elettrica della famiglia Garavaglia

Eugenio gestisce un’officina: “Non so come fa la gente a spendere tanti soldi per i motori termici”

Il dato curioso di questa storia è che Eugenio Garavaglia fa il carrozziere e gestisce un’officina meccanica. Quindi conosce molto bene la materia ed è consapevole del calo del lavoro con la transizione elettrica, ma non se fa un problema: “Ho 53 anni, ma ho iniziato questo lavoro a 14 e ho maturato 39 anni di contributi, dunque presto sarò fuori“. Così spiega la scelta di questa piccola flotta familiare elettrica: “Non capisco come si possa spendere tutti questi soldi per la manutenzione. La colpa non è dei meccanici, ma delle case costruttrici, sono dei costi insostenibili, ogni volta che si fa il tagliando tra cambio olio e filtri volano via bigliettoni da cento euro“.

In origine fu la Smart, seguì la Twizy e poi è arrivata la “grande” Zoe per i viaggi più lunghi

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La Smart elettrica, la prima a batteria della famiglia

Partiamo dall’origine. Siamo nel 2012 ed Eugenio prova la Smart: “Ce l’hanno messa un intero giorno a disposizione, poi l’abbiamo prenotata e ci hanno fatto aspettare un anno per la consegna”. Dal 2013 i 100 km casa/lavoro li faccio in elettrico e ricarico al lavoro“. Prova superata. Nel 2015, infatti,  arriva la Twizy. Ma come mai la scelta di auto così piccole? “Sono più gestibili e facili da caricare“.

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La Twzly, seconda elettrica di famiglia

 

 

 

 

I due veicoli rispondono alle loro esigenze giornaliere. Ma non bastavano per i viaggi più impegnativi, che richiedono autonomia e spazio per tutta la famiglia. Così nel 2017 arriva la Renault Zoe, che apre le porte agli spostamenti in Piemonte, in Trentino ed altre regione del Nord Italia. Gite e raduni. Soddisfatti per il tris: “Siamo in quattro e ne usiamo tre, nessuno ha l’esclusiva ma io uso alternativamente la Smart e la Twizy per i miei 100 km di spostamenti quotidiani. Mentre la Zoe la usano mia moglie e i figli che lavorano in paese“.

I Garavaglia hanno il fotovoltaico a casa e in azienda, d’estate la bolletta è sui 25/30 euro

I Garavaglia
Il quadro di produzione e consumo del sistema fotovoltaico della famiglia nel 2019

Eugenio  e famiglia hanno investito nella transizione all’elettrico con una pianificazione da veri imprenditori. Oltre ai veicoli, hanno acquistato due sistemi fotovoltaici da 6 kW – collocati in casa e in azienda – e un accumulatore da 6 kWh che garantisce una buona indipendenza energetica. In particolare, nei mesi più caldi. Nei due grafici del 2019 e del 2020 sui consumi della famiglia, si vede che spesso la produzione di energia è maggiore rispetto al consumo. Almeno per 8 mesi su 12.

Chiediamo il conto delle bollette:”In inverno mensilmente spendo dai 120 ai 140 euro mentre d’estate sono dai 25 ai 30 euro. Parliamo dei costi fissi”. C’è un risparmio ed è la logica di chi acquista l’auto elettrica: “C’è un differenziale di prezzo al momento dell’acquisto, è vero, ma tra bollo, assicurazione, parcheggi, manutenzione e carburante in un arco di dieci anni si registrano costi molto minori. L’italiano medio vuole fare l’affare quando acquista, ma poi non pensa a quanto si spende e consuma dopo“.

Batterie e autonomie: “Un calo veramente minimo”. Ha perso un po’ di più la Twizy rispetto a Smart e Zoe

Il senso di questa serie di articoli è capire la “longevità” delle auto elettriche, quindi soprattutto la resilienza delle batterie. “Le auto sono diverse. Con la Smart faccio ancora più dei 145 chilometri con una carica, come assicurato dalla Casa. Con 20 gradi di temperatura riesco a fare 160 chilometri con una singola ricarica, poi conta il piede e l’andatura deve essere normale e non sportiva“. In 7 anni per Eugenio la macchina ha perso molto poco.

Zoe ricarica
A volte si ricarica anche fuori casa, soprattutto con la Zoe…

Il discorso cambia con la Twizy:Si tratta di una batteria più piccola,  da 7 kWh e ha già perso un 10/12% e dagli 80 km iniziali siamo scesi a una settantina“. Infine la Zoe: “A parità di chilometri con la Twizy ha perso molto meno e facciamo sempre 200 km“.

Il capitolo manutenzione? “Molto bene. L’unico guasto che si è verificato è stato con la batteria di servizio da 12 Volt della Smart, l’ho sostituita a gennaio dopo 7 anni di servizio“. Per il resto si spende molto meno di un classico tagliando di un’auto termica: “Il tagliando lo faccio io. Costa quasi niente e non inquino, perché non c’è olio da smaltire. Non bisogna sostituire motorini di avviamento, cinghie o i freni che quasi non si consumano“. Ottimo, ma il futuro dei meccanici? “Ormai sono vicino alla pensione. Alcuni clienti sono passati all’elettrico e vengono ancora per le gomme e per poco altro“.

Tornare al termico? “Mai, neanche se mi pagassero”

Chiudiamo con la classica domanda: Eugenio Garavaglia, ritornerebbe indietro al motore termico? “Mai e poi mai, neanche se mi pagassero. Non ha senso spendere di più ed inquinare. Poi c’è anche la comodità e facilità di guida dell’auto elettrica”.

LEGGI ANCHE: il primo, il secondo e il terzo articolo del nostro “Club dei 100 mila km”. Qui sotto i tre protagonisti

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8 COMMENTI

  1. nessuno ha pensato alla sanguisuga Stato per il mancato introito sulla benzina e gasolio ecc. che sono oltre un centinaio di miliardi? Qualcuno mi sa dire cosa inventeranno, grazie.

  2. “Ottimo, ma il futuro dei meccanici? “Ormai sono vicino alla persone. [a me che me frega?] Alcuni clienti sono passati all’elettrico e vengono ancora per le gomme e per poco altro“”.
    APPLAUSI…

    • Alessandro secondo gli studi si perderà un terzo del lavoro e quindi stando così le cose si perderanno introiti, ricavi e guadagni. Il lavoro come è sempre stato nella storia dell’uomo si trasforma. Aumenterà esponenzialmente la richiesta di wall box, colonnine, pannelli, sistemi di accumulo… ovvero si cambia.

  3. In famiglia abbiamo superato i 100.000 km con le 3 auto elettriche (2 BMW I3 ed una Renault Zoe) ed alla domanda finale risponderei esattamente come il sig. Garavaglia : “neanche se mi pagassero”.
    E’ vero che non posso autoprodurmi energia perché abito in un condominio a Milano, ma è anche vero che A2A mi fa pagare le ricariche pubbliche 5€ al mese, qualsiasi quantità io prelevi dalla rete.
    Parcheggio ovunque gratis, vado ovunque in Italia (pianificando il tragitto) ed il pianeta mi sorride.
    In estrema sintesi : guido e mi muovo in pace.

    • E molto bello leggere le sue parole, un’altra conferma che l’elettrico è una realtà e si può fare.

  4. il cambio gomme estive / invernali +è uguale alle macchine termiche oppure non tutti i gommisti sono in grado?
    il mio meccanico – gommista mi ha parlato di messa in sicurezza elettrica della macchina prima di poterci mettere le mani sopra. E’ vero oppure solo il suo odio verso macchine elettriche? grazie

    • Stiamo scherzando? Con tutto il rispetto, temo che sia il suo meccanico da mettere in sicurezza. Lei pensa che lascerebbero omologare e vendere modelli da mettere in sicurezza prima di salire a bordo?

    • Occorre solo più attenzione nel momento che si solleva l’auto, perché le batterie normalmente sono sotto, e ci si deve “appoggiare” solo nei punti indicati nel manuale d’uso.
      A onor del vero andrebbe fatto anche per le ICE, e non alzarla dove capita perché tanto sotto non c’è niente (!)

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