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I due motivi per cui l’elettrico non si vende

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La nuova Renault 5, solo elettrica, in arrivo l'anno prossimo: prezzi competitivi?

I due motivi per cui l’auto elettrica in Italia non si vende: li elenca Nunzio, un lettore che pure possiede una Renault Zoe di cui si dice soddisfatto. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

i due motiviI due motivi per cui…/ Costa troppo e ricaricare è ancora molto complicato

“Sono lieto possessore di una Renault Zoe. Spesso leggo che gli italiani sono restii a passare all’elettrico, e da possessore di auto elettrica mi sono fatto la mia opinione.
1) il costo è ancora relativamente alto.
2) il problema non è l’autonomia, ma i tempi di ricarica e la probabilità di non trovare una colonnina di ricarica in tempo utile.
Sul punto due desidero argomentare maggiormente. Supponiamo un viaggio lungo con un’auto termica: dovrà fare da due a tre pieni per giungere a destinazione, con perdita di tempo di non più di 15 minuti a ogni pieno. Inoltre le probabilità di trovare un distributore e di trovarlo fruibile sono alte. Con l’elettrica, anche se ci si ferma per tre ricariche, si impiega molto più dei 15 minuti. Inoltre capita di frequente che, pur trovando una colonnina di ricarica, questa non sia fruibile o perché fisicamente irraggiungibile o perché guasta. È molto spiacevole arrivare a una colonnina e non poterla utilizzare. Nunzio Santini

i due motivi
La Volkswagen ID.2, la meno costosa, in arrivo tra due anni.

Il prezzo è ancora alto (non per le Tesla). Quanto alle ricariche…

Risposta. Non c’è dubbio che il costo sia ancora alto, soprattutto nella fascia di prezzo relativo alle auto più piccole, le citycar. Che peraltro nel nostro Listino , su un totale di 92 modelli, si contano  sulle dita di una mano o poco più. Noi stessi ci aspettavamo una discesa più rapida dei listini, cosa che non è avvenuta per una serie di fattori, come l’impennata nei costi delle materie prime per batterie. Le cose dovrebbero cominciare a cambiare nei prossimi due anni, con l’arrivo della nuova Renault 5 e della Volkswagen ID.2, vedremo con che prezzi. Dove già oggi l’auto elettrica è più competitiva è nelle auto premium: qui Tesla ha listini più che concorrenziali con le varie Audi, BMW e Mercedes. E infatti compare sempre più spesso ai primi posti delle auto più vendute in assoluto. Quanto alla difficoltà di ricaricare, ci sembra più un timore percepito che reale. Viaggiamo anche noi in elettrico e, dopo le prime settimane di apprendistato, non c’è più capitato di non trovare colonnine. O di trovarle inagibili. Fortunati noi? Può darsi, ma certo serve un minimo di programmazione. 

  • Ma sull’auto elettrica circolano troppi pregiudizi (e qualche bufala come questa): il video di Paolo Mariano

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81 COMMENTI

  1. I DUE MOTIVI PERCHE’ L’ELETTRICO NON SI VENDE?
    Ve ne do una valanga di motivazioni:
    1)Non è adeguatamente incentivato
    2)Non puoi fare il tetto della casa se prima non hai costruito le fondamenta (dove per fondamenta si intendono energie rinnovabili e accumuli)
    3)La politica pensa di poter fare quello che le pare indipendentemente dall’economia… salvo poi accorgersi di aver clamorosamente sbagliato e di dover gestire costi esterni e disoccupazione.
    4)La cultura dell’Italia (in generale) è abbastanza retrograda e conservatrice.
    5)Le wallbox non sono abbastanza incentivate
    6)Le colonnine pubbliche non seguono un criterio di installazione coerente con la diffusione sul territorio.

    DUNQUE?
    Dunque siamo scesi da una percentuale accettabile a una percentuale da terzo mondo in concomitanza con un clima di terrore dove la gente vira su ibride e soluzioni strane per la paura di non riuscire ad affrontare la transizione.

    E NOI?
    Noi che siamo bravi abbiamo già SVOLTATO e aspettiamo gli altri ben volentieri (governo permettendo).
    PS: Certo è che quando leggi il Sole e vedi che St Microelectronics ha un progetto in Francia per 7 MILIARDI DI EURO….
    …. capisci che in Italia NCS … NON CI SIAMO…

  2. Due motivi? TROPPO COSTOSE & POCA AUTONOMIA!
    Tolto il problema del costo iniziale,avremo uno sviluppo esponenziale delle vendite (disponibilità energetica permettendo)

  3. Buon di, per chi dice che le cose non si muovono voglio solo portare a conoscenza che proprio pochi minuti fa in altezza della fermata Villa Bonelli della linea che da Roma porta a Fiumicino aeroporto ho potuto riscontrare alla mia sx un distributore di benzina con una colonnina HPC Plenitude (mi è sembrata una delle ultime da circa 300kWh).
    Quindi, tranquilli le cose si muovono, non fatevi venire l’ansia del rifornimento

  4. @Massimo Degli Esposti

    “Il suo errore è che anche le auto termiche non partono da zero e questo lei non l’ha calcolato. Produrle “costa” un botto di emissioni, anche se il 30% in meno di quelle elettriche”.

    Giustissimo, ma qui parliamo di sostituire auto termiche già esistenti e già prodotte (per cui è già stata emessa CO2 in fase di produzione magari anni o decenni fa) con auto elettriche ancora da produrre.

    Qui salta il punto di pareggio a 70.000 km perché, se lascio circolare qualche vecchia carretta, od anche auto nuove, che fanno solo 5-10.000 km l’anno, la CO2 che si aggiunge è ragionevolmente minore di quella necessaria per produrre una Bev nuova e -con le stesse percorrenze- farle raggiungere il punto di pareggio.

    In sostanza, quello che eccepisce lei è correttissimo se si parte da zero, ma non è altrettanto vero nella situazione concreta con un mercato con milioni di vettire termiche già prodotte nel tempo e con una età media elevata (il che vuol dire che le emissioni in fase di produzione sono risalenti nel tempo).

    Comunque la giriamo, la matematica dice che, per evitare dei picchi di CO2 in sede di produzione delle Bev, dovremmo prima elettrificare chi fa molti km e dopo “spalmare” in un decennio o di più il passaggio all’elettrico di chi ha percorrenze modeste.

    • Ma perchè, le auto termiche sono eterne? Non si sostiuiscono mai? Qui si parla di acquistare una elettrica anzichè una termica quando si sostituisce la vecchia automobile. Poi ribadisco: ha perfetttamente ragione quando dice che sarebbe necessario cambiare prioritariamente le auto che circolano di più. Però tutte le auto vanno sostituite prima o poi e nel calcolo delle emissioni nell’arco di vita la soglia di pareggio è mediamente sui 70 mila km, non 200 mila. Un pareggio che i grandi utilizzatori raggiungono in meno di due anni, tanti altri in 7-8 anni.

      • Attenzione, qui parliamo e con qui intendo il 90% di chi scrive, i politici europei e le stesse case che producono automobili, di passare in un attimo dal termico all’elettrico. Si sono diffusi incentivi a pioggia che sono andati a sostituire probabilmente anche veicoli non vecchissimi. Non stiamo parlando di un normale mercato di sostituzione e lei che è un economista sa benissimo che vuol dire. Con altri che iniziano a prenderla sul personale non mi metto ad interloquire perché i miei sono ragionamenti che possono essere anche non corretti, ma certamente non da tifoso. Io ho tifato solo per Roberto Baggio e per Ivan Lendl, delle elettriche contro le termiche riesco a parlare senza emozionarmi. Il problema che mi ponevo io era quello dei picchi di CO2 necessari per una riconversione veloce all’elettrico, rispetto ad una morbida e non mi pare una cosa insensata.

        Certo, è ovvio che le termiche non siano eterne ma, se guardiamo all’età media delle auto in Italia, forse per alcuni lo sono.

        • Quando ho sostituito la mia diesel con un’elettrica pensavo che un Euro 5 di 9 anni desse diritto all’incentivo con rottamazione. Invece no. Quindi direi che la sostituzione incentivata riguarda auto vecchie, seppur non vecchissime. Auto che in altri Paesi europei vengono sostituite a prescinere perchè non danno più garanzie di affidabilità e la manutenzione comincia a costare cifre importanti, come nel mio caso.

    • Ma qualcuno ha mai detto che l’auto vecchia uno deve buttarla anche se continua a funzionare?? Come dice MdE, si parla di cambiare l’auto quando uno decide di cambiarla…

      • Vero, a me piacerebbe convertirla in BEV con un kit retrofit se fosse possibile a meno di 10k anche se mi fossero garantiti solo 200 km di autonomia a 120 km/h
        Tanto la mia auto di 19 anni ha superato i 70’000 km e la conversione sarebbe molto meno impattante a livello di emissioni di CO2 rispetto alla produzione di un’auto nuova.
        Peccato che questo è difficile farlo ed esistono kit solo per auto come la Panda (anche ultima serie) di cui però non sono mai riuscito a capire chi li monti e a che costo. Ecco, sarebbe interessante se la redazione riuscisse a reperire e pubblicare un elenco di queste aziende.

    • Certo che è veramente pazzesco, quasi al limite della follia.
      Le case automobilistiche producono ogni anno milioni e milioni di nuove termiche e lei parla di non sostituire le vecchie termiche con nuove elettriche?
      Ma veramente… ci fate o ci siete?
      Nessuno dice di buttare un’auto termica nuova o giù di lì, ma sarebbe semplicemente ora di produrre sempre più (notevolmente di più) EV a prezzi accessibili. Questo è l’unico modo per ridurre, non certo immediatamente, la CO2 immessa.

    • Da sempre c’è chi cambia l’auto ogni 3/4 anni (posso fare decine di esempi di persone esistenti su questa terra) adesso che sono arrivate le elettriche non si può più fare? Ovviamente sono persone che percorrono tanti km.

  5. Costi di acquisto elevati, è solo vero, quante e quali sono le auto più vendute?
    Quelle del segmento delle auto più piccole, che sono anche quelle naturalmente più oortate ed adatte all’utilizzo elettrico senza limiti, ma sono anche quelle in cui il divario di prezzo se utilizzato per il carburante ti porta avanti qualche anno e chi cambia tecnologia se non ha un reale beneficio economico e/o ulteriori difficoltà?
    Se non si vendono quelle l’incidenza sul mercato dell’auto sarà sempre irrisoria anche se Tesla vende.

    Ricariche, ieri torno dal mare da un paese in cui non ci sono colonnine e non ce ne sono per chilometri nei dintorni (io ho una plugin fortunatamente) mi fermo all’autogrill di Brugnato per pranzare, vedo 6 ionity e mi dico, guardiamo l’app se c’è qualche colonnina “tipo 2” e butto dentro quel po’ di elettrico che mi fa comodo.
    E sorpresa eccola, giro per il distributore con l’app in mano come un cercatore di segnale telefonico degli anni 90 e poi capisco che gli 80 metri di distanza sono dall’altra parte…
    La colonnina tipo 2 lì non c’è solo le 6 Ionity deserte e per ricaricare dovrei attraversare l’autostrada o fare 32 km per tornare indietro ^_^

    Ho pranzato, acceso il mio motore a benzina e sono tornato…
    da notare che con la plugin con autonomia di 45 km al massimo su 400km di viaggio compresa la Cisa avanti e indietro ne ho percorsi oltre 100 in elettrico puro.

    Continuo a pensare che al momento il plugin usato bene sia la risposta migliore.

    • Aggiungo il mio di racconto: sono fermo a Rubicone Est alla Free to X a ricaricare mia Zoetta. Nello stallo accanto arriva un Suv Mercedes, non faccio troppo caso al modello. Scendono marito e moglie e cominciano a guardare la colonnine come un oggetto misterioso: scendo dall’auto dopo una telefonata e spiego che serve una card o una app sul telefonino per ricaricare. Al tizio viene in mente che ha una card di Enel X Way e la striscia sulla colonnina. Tutto ok? No, perché mi dice che non si apre la parte inferiore della presa di ricarica CCS. Strano, dico, di solito basta premere. Armeggiamo un po’ come due Fantozzi in gita premio, ma in effetti lo sportellino è proprio bloccato. Mi viene un dubbio e chiedo: non sarà un’ibrida plug-in? Risposta della sventurato: sì. Consiglio finale: le conviene fare benzina, lì c’è il distributore.

    • Ma scusa, hai appena descritto un problema causato dalla tua plugin (tipo 2 in autostrada?? Totalmente inutile… ringrazia se ogni tanto ti fanno la cortesia di metterti una colonnina) e dici che secondo te la soluzione è la causa del tuo problema?
      Con una qualunque BEV adeguata avresti rifornito con la CCS2 ad una delle 6 comode Ionity…

      Mia esperienza di ieri: 8 ore (inclusa pausa pranzo) per fare meno di 400 km di ritorno dalla Francia (maledetti cantieri… per essere educato). Talmente tanto tempo in coda che decidiamo di fermarci per pranzo. Cerchiamo, per pura comodità, un’area di servizio con la possibilità di caricare, ce ne sono ben due sul tragitto da fare (più quelle che c’erano in Francia), scegliamo quella più comoda per le nostre esigenze, siamo a Ceriale e pure lì diverse colonnine Ionity (con un discreto viavai). Il tempo di andare in bagno ed ordinare i panini e devo staccare l’auto perché ha già caricato 25 kWh e non volevo farne di più. Sposto l’auto e torno dalla famiglia. Mangiamo (avrei potuto fare un altro rifornimento in scioltezza, anche più consistente) e ce ne ripartiamo rifocillati ed un minimo rigenerati, pronti per il resto del viaggio, arrivando a casa con più del 40% di batteria…

      • Domanda per info, costo reale delle ricariche Yonity?

        E ora ti rispondo, dato chen nelle città il 90% delle colonnine sono di tipo 2, no vedo perchè non possano essere messe anche nelle stazioni di servizio.

        Seconda cosa, per tornare dal mare dove sono stato io con una bev una sosta era obbligatoria, lo stesso per dove sono stato la settimana scorsa, viaggio in cui mi sono permesso grazie al plugoin di fare una tirata all’andata e una al ritorno e nessuna bev in commercio ha abbastanza autonomia per affrontare quel viaggio.

        Quindi prima di pontificare le bev e criticare le plugin o le auto termiche, facciamo i conti con le esigenze reali delle persone, non allungo la lista degli esempi concreti perchè si fa notte.
        E non sono contro le elettriche, penso che per me come per tanta gente non siano adatte a coprire tutte le esigenze che si hanno o si possono avere.

        • Ma tu la sai la differenza tra Tipo 2 e CCS2? Perché non è solo una questione di tipo di presa… lo sai, no?
          Le colonnine in autostrada servono per i viaggi, nella durata di una sosta (bagno, uno snack, al più un pranzo) devi poter caricare una quantità di chilometri sufficiente a poter proseguire un viaggio. Quanto ricarichi con una tipo 2 in una sosta del genere, per giunta con un’auto plugin (che se tutto va bene caricherà a massimo 3,7 kW)? 2 kWh in 30-40 minuti? Per fare cosa, 10 chilometri? Non arrivi manco all’autogrill successivo…

          In città certo, ci sono più colonnine tipo 2 perché l’utilizzo è totalmente diverso. Lì una sosta può durare anche qualche ora (shopping, spesa, cinema, commissioni, ecc.) e ne approfitti per fare un rabbocco, muovendoti nell’ambito di distanze cittadine. La Tipo 2 in autostrada è sostanzialmente inutile. Solo rare BEV (tipo la Megane) che possono caricare a 22 kW possono trarre un minimo di vantaggio da una Tipo 2 in autostrada, ma comunque sempre molto meno che dalle più scarse CCS2 da 50 kW (ok, tecnicamente ce ne sono anche da meno, ma non ne ho mai viste).

          • Lo so a cosa servono, tu non sai che la mia plugin carica a 7 con pieno da 11 (più 3 riserva del pacco da 14), in un’ora di pranzo mi attacca quei 25 km di autonomia che mi fanno risparmiare nei consumi a benzina e quando arrivo so di poter girare in città in elettrico, perchè a quello serve la plugin, essere tranquillo di poter fare quello che si vuole e poi non affumicare la gente (e spendere niente) quando si gira in città.

            Di fatto comunque volevo far notare come ora di punta al pranzo a ricaricare in 6 colonnine non c’era nessuno e non è la prima volta che osservo situazioni di questo tipo.

            Certo meglio che ci siano le colonnine così prima o poi quando la gente comprerà le elettriche potrà fare rifornimento, ma attualmente è ancora il mezzo di nicchia che percepiscono i più e nelle zone meno servite e più disagiate da questo punto di vista, seppur turistiche come la Liguria, non se ne vedono perchè mancano totalmente le attrezzature e i punti di ricarica nella stragrande maggioranza dei luoghi di villeggiatura, spesso difficili da raggiungere e dove non sono mancano colonnine ma anche gli hotel e le strutture recettive non sono attrezzate.

  6. Chiedo a Nunzio, lieto possessore (ci tenete così tanto a dirlo) di una Renault Zoe, di indicarmi, relativamente al punto 2, nel quale suppone un viaggio lungo da due a tre pieni per termica (mi verrebbe da pensare alla mia termica come confronto, che farebbe 2500km abbondanti con 3 pieni), con quale auto elettrica si fermerebbe per tre ricariche.

  7. Concordo con il punto 2…non è il prezzo (che in parte nel tempo si compensa) oppure l’autonomia, ma la CERTEZZA di poter ricaricare che frena la vendita di auto elettriche…
    Certezza che deve essere almeno pari agli attuali distributori di carburante, e pari facilità.

    • Ritengo che tutti i distributori delle tangenziali ed Autostrade, debbano mettere almeno un numero di colonnine ad alta velocità pari al DOPPIO delle pompe di carburante attualmente presenti. Per legge.
      Altresì quelli appena fuori città (in città capisco la problematica della mancanza di spazio).
      Qui da me, a Milano EST (Cascina Gobba), subito fuori dal confine comunale, c’è un distributore con 8 pompe, con un piazzale bello grande ed un terreno agricolo di fianco. Almeno un paio di colonnine ad alta velocità ci stanno.
      Lo stesso alla Q8 di Via Rizzoli, a Milano (potete guardare con Google Maps).

    • segue…
      Altresì la rottura di scatole di avere millemila abbonamenti (OK, non millemila, ma almeno 3 o 4), 1 per fornitore.
      In parole più chiare: i miei SOLDI, oppure il mio BANCOMAT, vale per tutti i distributori (Q8, Tamoil, pompe bianche… e chi più ne ha più ne metta).
      Per le colonnine dovrebbe essere lo stesso sistema.
      Arrivo lì, carico. Quando stacco, pago con il bancomat e via!

  8. Tra poco i prezzi delle elettriche saranno davvero uguali alle altre, se queste ultime continueranno ad aumentare di prezzo come negli ultimi anni!

  9. Io ho preso una Zoe ex noleggio ( prezzo eccezionalmente conveniente)e la carico di notte in garage o al supermercato: va benissimo per la quotidianità e i viaggi entro i 100/120 km.
    Se volessi andare a trovare la figlia che vive in Spagna dovrei impiegare quasi il doppio del tempo e fare al massimo i 100/h in autostrada.
    La cosa migliore sarebbe un’opzione di noleggio breve di auto termica o ibrida prevista dal concessionario

  10. Che le colonnine spesso non siano agibili é purtroppo vero. La maggior parte di esse sono Enel X e sono assolutamente trascurate dal gestore.
    Piccola lista di inconvenienti: Colonnina spente. Colonnine accese ma monitor guasto quindi inutilizzabili. Colonnine che si attivano ma poi dopo alcuni aleatori minuti concludono la ricarica, tu torni pensando di trovare l’auto pronta a partire… provi a rifare la carica e la interrompono immediatamente dopo l’attivazione. Colonnine che funzionano solo con la card rfid e non con l’app. Colonnine che funzionano solo con l’app.
    E mi fermo qui per ora.
    Sono felice della mia Citigo E e ci ho fatto anche qualche viaggio lungo, ma che stress 🥺

    • Da utente registrato Enel X Way, nella mia cittadina in aprile ne ho segnalate due (che uso con un abbonamento Be Charge 😉) con problemi di presa 22 kW fuori servizio in una e con display reso illeggibile dall’esposizione al sole nell’altra: in un paio di settimane le hanno sistemate entrambe. 😊

  11. Nunzio Santini, ai punti 1 e 2 è consentito aggiungere un punto 3?

    3) caricare di notte è necessario, non consiglio una BEV a chi non può farlo comodamente in casa sua.
    Ma qui milioni di famiglie sono davanti a problemi che nessuno vuole risolvere. Non ci sono “colonnine” private, per il semplice motivo che è ad oggi impossibile realizzarle.

  12. Lancio qualche riflessione, utilizzando due link che, peraltro, fanno riferimento a dati noti. Il primo conferma che gli italiani usano pochissimo l’auto rispetto agli altri europei https://unrae.it/sala-stampa/altri-comunicati/5961/gli-italiani-e-le-loro-vetture-fanno-meno-km-rispetto-agli-altri-grandi-paesi-europei-si-spiegano-anche-cosi-tasso-di-motorizzazione-e-vetusta-del-parco-circolante

    Peraltro, siccome ci sono le auto aziendali di chi percorre anche 60-70 mila km annui, è assai probabile che il 10% delle auto percorra l’80% del monte annuo. Non ho trovato i dati disaggregati, ma è una proiezione piuttosto credibile.

    In quest’ottica, se si volesse passare in brevi tempi dalle attuali 170-180 mila elettriche ad un numero più consistente, nell’ottica di una riduzione della CO2, in tutta franchezza invece di “tampinare” chi fa 5-6.000 km annui che, alla fine, incide sulla CO2 in modo impercettibile (ed ha una percorrenza tale che ci metterebbe decenni a compensare la CO2 emessa per produrre l’auto elettrica che fosse andato ad acquistare) si dovrebbe pensare alle flotte aziendali ed ai veicoli di chi abbia la partita Iva perché sono quelli che macinano km ed inquinano ed emettono CO2. Sarebbe del tutto razionale riesumare una Tremonti reloaded come dice questo studio https://www.transportenvironment.org/discover/auto-aziendali-ripensando-la-tassazione-600-000-veicoli-elettrici-in-piu-e-oltre-un-miliardo-di-entrate-extra-per-lo-stato/

    Al contrario, aspettare passivamente che arrivino elettriche con 1.000 km di autonomia, che costino come un pandino e si ricarichino in 10 minuti è francamente stupido, molto meglio dare una spinta al mercato senza aspettare che si verifichino eventi improbabili prima di 10-15 anni.

    Quadruplicare le Bev e soprattutto quelle aziendali che fanno molta autostrada implicherebbe anche un indotto di investimenti sulle stazioni di ricarica veloci, appunto in autostrada, Al momento, per ovvie ragioni di convenienza, chi realizza una ricarica fast in autostrada non segue il modello 1 autogrill – 1
    stazione di ricarica, tipico dei distributori di benzina/diesel, ma quello di accorpare il maggior numero di stalli in ogni stazione di ricarica, Con il volano derivante dalla quadruplicazione delle Bev ciò potrebbe variare. Ed automaticamente la gente avrebbe meno ansia da ricarica, sapendo che i punti di ricarica sono ormai ovunque.

    Si tratta di avere una visione economico-fiscale, non di contrapporre chi evidenzia i limiti attuali di viaggiare in elettrico sulle lunghe distanze e di dirgli che è un disgraziato che si diverte ad inquinare, come purtroppo alcuni qui fanno. L’impresa o il professionista, laddove potessero dedurre 30-40 mila Euro dal proprio reddito farebbero la corsa a comprare le elettriche e manderebbero giù di buon grado i relativi disagi derivanti dall’attuale autonomia e tempi di ricarica e questo darebbe luogo ad una spirale positiva.

    Mi piacerebbe vedere una ricerca su questo tema anche da parte della redazione, magari con accesso a dati di cui io non dispongo e ciò anche in relazione alle note competenze professionali dei redattori (non c’è ironia, sono serio). Credo che ne verrebbeero fuori spunti interessanti.

    • Detrarre il costo di un mezzo di lavoro okay ci sto.
      Detrarre il costo di un’auto di lusso ad uso promiscuo, ovvero usata da un imprenditore o dipendette fuori dall’ora lavorativa no mi sembra giusto neo confronti di quei dipendenti a che devono raggiungere il posto di lavoro (che io reputo un costo) senza poterlo detrarre.

      • Senza polemica, ma solo per ragionare insieme.
        Sono un professionista, non milionario, uso l’auto al 90% per lavoro e questo Stato mi fa dedurre una modesta frazione convenzionale del prezzo d’acquisto e della relativa Iva, una ridicola frazione del carburante, addirittura una percentuale dell’Iva sul carburante diversa etc.. (adesso ho un’ibrida in Nlt, ma le regole sono simili). Nel resto del mondo libero generalmente non è così ed anzi il sistema di detrazioni – deduzioni funziona più o meno nello stesso modo per imprenditori e privati. Aggiungo che noi abbiamo un carico fiscale folle, concentrato sui redditi non alti ma medi, per compensare una evasione fiscale ancora diffusa e l’endemica incapacità del sistema di recuperare l’Iva frodata nei modi più disparati. Così gli onesti -come me- ed i lavoratrori dipendenti (poiché tassati alla fonte) pagano come somari per mantenere chi evade. Detto questo, se ogni tanto ci arrivasse un regalino, sarebbe strameritato.

        Poi possiamo mettere una soglia della deducibilità massima: 30 mila? 40 mila? Ma farne una guerra tra ricchi e poveri è sbagliato. Soprattutto se l’esigenza è di convertire all’elettrico chi fa oltre 50.000 km annui. Al contrario, dare incentivi a pioggia a chi ne fa meno di 10.000 non diminuisce quasi di nulla la CO2 ed anzi mette un’elettrica in mano a persone che, per compensare quella emessa per produrla, dovranno tenerla per il tempo teoricamente necessario a far fuori 14.000 litri di benzina (magari dato del 2019 da vedere al ribasso) e perciò qualcosa come oltre 200.000 km (o forse di più, se la Bev va a sostituire una Ice di piccola cilindrata che faceva 20 km con un litro). E una percorrenza simile con 10.000 km annui la si raggiunge in almeno 20 anni quando, secondo i modelli più pessimistici, il patatrac ambientale dovrebbe essere bello e fatto.

        A dirla tutta, il passaggio all’elettrico di chi l’auto la usa poco o nulla, crea dei picchi concentrati di CO2 per produrre le Bev. Dovrebbero razionalmente essere trovate forme di mobilità elettrica condivisa per chi fa così pochi km, altrimenti la toppa elettrica rischia di fare peggio del buco termico. Chi vuole vendere macchine non lo ammetterà mai, ma sarebbe come chiedere all’oste se il vino è buono..

        La ragione, pertanto, va contro l’equità sociale: meglio “regalare” le auto elettriche a chi viaggia a manetta (che poi magari è assai più povero del pensionato che può permettersi di usare l’auto 10 km al giorno, eh) che a chi le usa per fare la spesa o poco più. Spiace, ma è così.

        • Discorso in buona parte condivisibile, ma quei 200.000 km per il pareggio di CO2 da dove l’avresti preso?
          Io ho sempre visto tutt’altre cifre. Ad esempio:
          https://www.vaielettrico.it/dopo-quanti-km-la-tua-elettrica-e-piu-pulita-di-un-benzina/
          https://insideevs.it/news/442091/auto-elettriche-emissioni-life-cycle-assessment/
          Senza contare l’Impact Report 2022 di Tesla che (prima di dire che è come chiedere all’oste se il vino è buono) è stato realizzato prendendo dati di studi indipendenti ed è molto obbiettivo anche nell’indicare quei valori che sono a sfavore di Tesla.

          • L’ho preso dallo studio del 2019 (che è quello citato anche nel link che mi hai indicato ed è forse superato). Nel 2019 dicevano che la CO2 generata in fase di produzione di una Bev era quella corrispondente al consumo di 14.000 litri di benzina o 12.500 di gasolio. Il resto è un po’ di matematica, ovvero una vettura che faccia 14 km con un litro con 14.000 litri ne fa 196.000 (io ho arrontandato a 200.000) e con percorrenze annue di 10.000 km ci vorrebbero 20 anni per il pareggio. Ma sono stato prudente, perché molte utilitarie termiche fanno i 18-20 km/l.

            Detto questo, anche se le stime fossero sbagliate e le emissioni fossero la metà, ci vorrebbero sempre 10 anni per il pareggio che non sono pochi.

            Ma queste mie considerazioni non sono contro l’elettrico, quanto per dire che è fondamentale estenderlo a chi fa tanti chilometri più che a quelli che si muovono appena.

          • Il suo errore è che anche le auto termiche non partono da zero e questo lei non l’ha calcolato. Produrle “costa” un botto di emissioni, anche se il 30% in meno di quelle elettriche. Ecco svelato l’inghippo. Gli studi che si riportano di solito, indicano il punto di pareggio attorno a 70.000 km, con variazioni che dipendono dai modelli e dalle dimensioni delle batterie.

        • Buona sera
          Capisco perfettamente, sono figlio di un piccolo commerciante ambulante ed ho studiato ragioneria. Quindi un po’ di regole fiscali le conosco. Ci sono diversi modi leciti per detrarre il più possibile il costo di un mezzo per l’azienda e sono il primo che non trova problemi alla completa deduzione, ma viviamo in un paese di furbetti (come ha ben scritto).
          Un mezzo aziendale come un furgone lo si detrae al 100% semplicemente perché usarlo fuori dall’orario lavorativo (per svago) è poco fattibile (anche se ci sono dipendenti che lo usano per scopi personali). Un’auto, specialmente di lusso è facilmente usabile per la propria vita privata. Il problema è lì (a livello fiscale).
          Se l’auto fosse usata solo per scopi aziendali, ad esempio l’assicurazione venisse bloccata quando l’azienda è chiusa o esistesse una scatola nera che censisca l’uso aziendale da quello privato allora si potrebbe ripartire la deducibilità, ma è utopico.

  13. Buongiorno, mi permetto di esprimere delle perplessità. Io di colonnine in autostrada francamente non ne ho viste. E questa secondo me è la terza causa delle scarse vendite di auto elettriche. Ne ho avuto conferma da un mio amico, felice possessore di una model 3. Spesso i punti di ricarica sono nelle vicinanze delle uscite autostradali. E va bene tutto, però..Finché non ci sarà una colonnina in ogni stazione di servizio è impensabile affrontare un viaggio medio lungo. Paradossalmente viaggi relativamente brevi diventano più scomodi perché i tempi di ricarica incidono molto di più. E poi, signori miei, i prezzi…Le auto devono costare di meno a prescindere dal fatto che Pantalone, cioè tutti noi, ci metta i soldi. Siamo poi sicuri che una ricarica rapida sia uno step tecnologico alla portata di tutti I modelli? Buona domenica a tutti

    • Con tutto il rispetto: in autostrada non è che le colonnine si vedano (anche se quelle di Free to X sono abbondantemente segnalate), occorre dotarsi di una app o guardare sul web dove sono. Sui tratti di Autostrade per l’Italia (A1, A4, A 14 ecc) ce n’è almeno una ogni 100 km, presto ogni 50 km. Difficile partire senza avere almeno quell’autonomia nel serbatoio.

      • Vero Mauro, però se guardiamo i dati ad oggi, con 15k compri una twingo benzina, 16/17 km/l, 28 l di serbatoio. Per fare quei 100 km devi avere 1/4 del serbatoio. Con 5k in più compri la twingo elettrica, 200 km di autonomia media, devi avere almeno il 50% di batteria per poter fare lo stesso tragitto.
        Purtroppo il problema sta sempre nel prezzo. Non hai problemi se prendi una model 3 (che oggi è un best buy secondo me anche rispetto alle termiche) o altra macchina da batteria da 50 kwh in poi che però ha un prezzo che lievita enormemente.
        Nonostante io sia un fautore dell’elettrico, e in famiglia attendiamo una smart elettrica che dovrebbe arrivare tra una decina di giorni (speriamo), non capisco perché una persona dovrebbe spendere 20k per una macchinetta come la twingo quando con 21k prendi la Fiesta st-line 125 cv ibrida che ti da 0 limitazioni ed un equipaggiamento molto più fornito, con anche gli abbaglianti automatici!
        Oggi siamo indietro, resistenze culturali a parte, sulla parte infrastrutturale.
        Tante colonnine ma mal disposte, e confrontate con il numero di veicoli fermi parcheggiati di notte in strada, diventano poche, veramente poche.
        Eppure mi piace così tanto immaginare i centri delle nostre città senza inquinamento e rumore dei motori termici.
        Roma, Milano, Napoli, Firenze, Torino, Bologna sarebbero città perfette…

        • La Twingo è una citycar, non è un’auto per fare viaggi da diverse centinaia di chilometri in autostrada.
          “non capisco perché una persona dovrebbe spendere 20k per una macchinetta come la twingo quando con 21k prendi la Fiesta st-line 125 cv ibrida che ti da 0 limitazioni”… e spese di mantenimento molto più alte. Poi non chiamiamo ibrida una mild hybrid per favore, è puro marketing…

          • d’accordo, la Twingo non è adatta a “fare viaggi da diverse centinaia di chilometri in autostrada”.

            Ma se per disponibilità economica è l’unica che un disgraziato si può permettere?
            Ci sono molte persone che fanno 100km solo per recarsi al lavoro, che se lo facessero con i mezzi pubblici ci metterebbero oltre il doppio del tempo.
            Non bisogna pensare di avere
            – un’auto per la città
            – un’auto per la montagna
            – un’auto per il viaggio in autostrada
            – un’auto per caricare tanto.

            e tutte elettriche.
            Bisogna mettersi anche nei panni di chi non ha mezzi economici importanti, ma è in una situazione che si deve spostare di parecchi km quotidianamente.

          • 100 km al giorno per andare al lavoro con la Twingo li fai. Ma mi sembra che in quel caso l’auto sia il problema minore della persona in questione, anche perché quanto gli costerebbe di benzina/gasolio!?!? Anzi, con l’auto elettrica potrebbe essere una manna, da questo punto di vista, visti i costi ridotti.
            Poi possiamo continuare a portare acqua al proprio mulino. Il discorso è che se uno strumento funziona molto bene per uno scopo, non ci si può lamentare che non funziona bene per un altro scopo. Il “disgraziato” (come lo chiami tu) in questione si farà i propri conti. E se li farà bene si accorgerà che probabilmente il problema non è l’auto elettrica, ma è il costo delle auto di oggi in generale. E probabilmente ripiegherà su un’auto usata. Che oggi sarà probabilmente a combustione, domani (quando ci sarà un mercato delle elettriche usato sufficientemente sviluppato) potrà anche elettrica.

    • Per le stazioni di ricarica ultra veloci in autostrada ho visto in prima persona che ce ne sono già tante eccome, continuano a crescere di numero e ce ne saranno sempre di più, a sufficienza, vedi Free to X facilissimamente rintracciabili con le varie app di mobilità elettrica; poi appena fuori dalle autostrade, per ragioni di concessioni, si possono trovare anche i Supercharger Tesla (aperti a tutti), Ionity, Ewiva etc. NO PROBLEM quindi. Per i prezzi delle auto elettriche il vero problema è che l’offerta attuale di auto elettriche è quasi esclusivamente di categoria medio alta, e qui il prezzo non è che sia così eccessivo paragonato alle termiche con lo stesso livello di allestimento e prestazioni, anzi. Ma ci sono ancora troppo pochi modelli di fascia bassa o medio/bassa proposti, che hanno si margini di guadagno inferiori ma che potrebbero garantire vendite decisamente più cospicue, soprattutto in paesi come l’Italia. Anche perché, come già detto da altri, il piacere di guidare una elettrica è molto superiore. Il futuro della mobilità e della sostenibilità ambientale sarà sicuramente più bello.

  14. Il tempo di ricarica fa abbastanza ridere ormai. Quando mi fermo generalmente butto in media 30 Min, me la prendo veramente comoda. Il prezzo invece è un’altra minestra, certo adesso c’è la model 3, ma personalmente sono ancora troppi soldi.

  15. Ovvio che il problema sono il prezzo e i tempi di ricarica, oltre che la disponibilità di colonnine.
    Poi c’è sempre chi nomina la Tesla X a 40K, perché nel suo mondo fatato 40K sono due spiccioli.
    Ma vi guardate intorno? Non vedete che la maggior parte delle auto che circolano sono segmenti A, B e C? Auto per lo più pagate intorno ai 15/18K? La famiglia media italiana è indebitata fino all’osso.
    Poi mettiamoci anche i tempi di ricarica. A Roma, città dove i servizi sono penosi, quindi l’auto è insostituibile, dovevo partire alle 07.00 per fare 10Km in auto e arrivare in ufficio alle 9.00, 2 ore per 10 Km di strada con il traffico impazzito, con i mezzi, quando ci provavo, dovevo farmi tutta la metro A, arrivare a Termini, prendere la metro B, arrivare all’euro e attendere un autobus che doveva passare ogni 20 minuti, ma che in realtà passava ogni ora quando era festa. Di sera, dopo aver fatto il percorso contrario, in meno tempo rispetto al mattino, era la lotta al parcheggio. Giravo per almeno 30/40 minuti per trovare posto girando per il parcheggio. Via Gregorio VII, è stato il mio incubo metropolitano. Figuriamoci se il 20% di quelle auto parcheggiate in strada dovessero ricaricare per il giorno dopo dai 30 minuti all’ora. Da spararsi.

    Facciamo i seri, oggi se hai la villa è i pannelli solari fai l’echo chic e compri la bev, possibilmente premium, e racconti in giro che è comodissima. Chi ha la possibilità di vivere normalmente con una bev è perché è fortunato ad avere l’infrastruttura in zona o la usa in condizione da poter avere meno impatti possibili.
    Il resto delle persone avrebbe enormi difficoltà, anche mantenere il costante ritmo tra orari, tempi di ricarica è palesemente difficile da gestire.

    • vabbe se prendevi la macchina per far 10 km in 2 ore pure tu.. con un motorino o un monopattino elettrico in 20 minuti arrivavi

      • dipende se la vita è monotonamente casa-lavoro-casa, oppure se ci sono fermate intermedie, con oggetti voluminosi da trasportare.

    • @Dubbioso
      Fai alcune considerazioni sicuramente reali e corrette ma non passare per “riccone” chiunque abbia un’auto elettrica.
      Certamente alcune condizioni di base agevolano parecchio tanto il possesso quanto l’uso, ma tanti sono dei semplici dipendenti, che vivono in un condominio… altro che villa.
      E’ gente che sicuramente ha potuto spendere qualche migliaio di euro in più, forse ha pure il fotovoltaico…magari hanno rinunciato e risparmiato e risparmiato su altro. Alcuni l’hanno fatto perchè attratti dalla novità (forse tutti), tanti per la piacevolezza, molti perchè ritengono sia un doveroso primo passo verso la decarbonizzazione nella speranza di contribuire ad un futuro (migliore) per le nuove generazioni.
      Le difficoltà sono sicuramente tante ma, credimi, ci sono milioni di italiani che potrebbero fare il primo passo e non lo fanno.
      Uno per dire un mio amico, che ha speso di più per prendere una ibrida pur avendo il fotovoltaico e facendo forse un terzo dei Km annui che percorro io.

  16. Io ho una kia e-niro 64kwh. Le critiche all’eletteriche sono sensate, ci sono questi gap.. ma non tengono conto invece di tutti gli altri vantaggi..
    Piacevolezza di guida
    Relax
    Silenziosità
    Prestazioni nei sorpassi e accelerazioni
    Non avvelenare le città
    Non respirare lo smog della propria auto quando parcheggio nel box
    Costi di viaggio e mantenimento
    Dopotutto non é saggio precludere tutti questi vantaggi che avrei per 360 giorni all’anno solo x un viaggio al mare all’anno… per arrivare 2 ore prima.
    Purtroppo parlando con gente arrivano sempre le stesse domande.. km di autonomia? Come se ogni settimana dovessero fare un viaggio da nord a sud Italia.. cosa irreale..
    Ma si può?

  17. Il settore mi ricorda molto i pc a fine anni 80, prima di Windows 3.0.
    Utili per compiti specifici, ma per utilizzo generale non ancora efficienti.
    Salvo entusiasti sperimentatori come me.

  18. Ok però non si può dire alla famiglia media italiana che se ha esigenze particolari (il viaggio da 5/600km di autostrada che tutti fanno) allora ci sono anche i modelli da 400km di autonomia reale a 40k euro. Andare a trovare i parenti non è un lusso è la normalità spesso più frequente proprio nelle famiglie a basso reddito che non possono permettersi la vacanza in aereo.
    Il vero problema è uno: mancano modelli da meno di 30k euro che siano adatti come prima auto di famiglia. Provate a fare un viaggio di 500km in autostrada con 2 bambini e bagagli con una Zoe o una Spring poi capite perché la gente compra la Focus sw diesel usata.
    Chiaro che con Kona 64kWh o Tesla Model Y sarebbero tutti contenti di passare all’elettrico ma restiamo sempre su fasce di popolazione di nicchia.
    Serve l’auto del popolo.
    Oppure un’altra soluzione potrebbe essere una formula di noleggio a lungo termine flessibile che dia la possibilità di cambiare modello per un periodo di tempo limitato oppure di consegnare la vettura di casa e ritirane una identica a destinazione. A quel punto mi noleggerei la Zoe tutto l’anno che costa meno di una premium, ma al bisogno farei lo switch con una vettura più grande per la vacanza. Oppure riconsegno la Zoe di casa, prendo il treno e arrivato a destinazione ritiro un’altra Zoe da utilizzare in loco. Rientrato dalla vacanza faccio uguale.
    Trovo più realistica una soluzione del genere piuttosto che illudermi che la ID.2 costerà veramente 25k euro visto che già la ID.3 doveva essere l’elettrica del popolo a 30k euro

    • Solo una domanda: lo sai quanto costa una Nuova Focus diesel nuova, anche solo allestimento minimo? Vai a controllare. Poi confrontala con una Model 3 incentivata, magari con un minimo di allestimento che possa perlomeno vagamente avvicinarsi a quello che ti offre la Model 3.

        • Appunto… Quindi tutto il discorso regge poco. Peraltro… avete fatto un giro sui siti di auto usate per vedere quanto viene una Focus diesel usata con un chilometraggio decente… Io ne trovo solo tre sotto i 20k entro un raggio di 100km da casa mia, già con chilometraggi importanti…

          • La focus (non station) costa 30k diesel ST-Line, un benzina 125 sv invece 26.8 e questa la sua dotazione di serie (copio incollo dal sito Ford/promozioni)

            PRINCIPALI CONTENUTI DI SERIE
            Cerchi in lega da 17″
            Fari Full LED e Luci diurne LED
            Luci posteriori a LED
            Retrovisori elettrici riscaldabili e ripiegabili
            Climatizzatore automatico bi-zona
            Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
            Lane-Keeping Alert & Lane-Keeping Aid
            Pre-collision assist (pedoni – ciclisti)
            ISA – Intelligent speed assist
            SYNC 3 Navigation System con schermo Touchscreen 8″, DAB, mirroring Apple Car Play e Android Auto
            Cruise Control
            FordPass Connect con App FordPass
            Keyless Start e Keyless Entry
            Sospensioni Sportive

            Non mi sembra così distante per la famiglia media, a meno di vedere Netflix quando ricarichi dallo schermo, giocare, la modalità sentinella e avere il navigatore megapro con 10k in più però sull’acquisto. E gli interni in pelle, ma è tutto ciò un must per una famiglia?
            E la qualità percepita in una Ford Focus è buona.
            Ah una Focus diesel fa almeno 7/800 km con un pieno che spesso quando parlo con gente con i figli dicono sono una salvezza perché non si vogliono fermare per lunghi tratti e per questo non comprano elettrico. Seppur lo facciano 3 volte l’anno.
            Bisognerebbe fare una serie di calcoli complicatissimi per l’utente normale per vedere la differenza in termini economici, invece per semplicità spesso si fermano al prezzo d’acquisto.

            Effettivamente sta diventando un lusso anche lo spostamento per tornare a casa, e più si hanno figli e peggio è.

            Rispondo poi qui per altro, se non vuoi fare il paragone con la Twingo, prendi la 500, che in autostrada un po’ se ne vedono.
            Ibrida non plugin poi Mauro spesso è solo un vantaggio… nella X1 di un amico ci sono state dentro a stento 2 valigie grosse e due trolley.
            Con un consumo medio che fa rabbrividire visto il peso.

          • Dunque, innanzi tutto liberi voi single quindicenni (anche se non anagraficamente) il farvi tanto belli con “io mi faccio otto ore di strada senza fermarmi perché sono figo e li faccio anche a 130 di media perché io sì che sono un maschio alfa, mica come voi femminucce”, ma quando si tratta di famiglia per favore lasciate fare gli adulti ed evitate di sparare c…e, per cortesia. 700-800 chilometri di fila senza mai fermarvi con la famiglia??? E gli date i cateteri ai figli? E li riempite di sedativi? O li lobotomizzate con un visore VR tutto il tempo in modo che stiano fermi e muti? Ma per piacere, una parola sola: vergognatevi anche solo a scriverle queste cose!
            E comunque: ho appena provato il configuratore Ford, per avvicinarti a quello che ti dà una Tesla Model 3 devi mettere il Co-Pilot pack (750€) e l’allarme volumetrico (sì, le Tesla hanno anche l’allarme di serie), per un totale di 31.800€ (promo, di listino sarebbero 36.000).
            La Model 3 viene 39.478€ con l’ecobonus di 3.000€, quindi parliamo di meno di 8k di differenza. Neppure li senti sulla rata del finanziamento e li recuperi in un non nulla tra tagliandi e costo di carburante. Tanto per dire, il pacchetto 4 anni di tagliandi per 20.000 km/anno sono altri 750 euro (ricordo che la Tesla NON ha tagliandi), se non fai il pacchetto spendi sicuramente di più. E quindi diventano meno di 7k di differenza. Parliamo del bollo? Una rapida simulazione per gli 85 kW della Focus ottengo 220€/anno nella mia regione (Piemonte), in Veneto sarebbero 241€/anno. Volendo essere generoso (prendo il Piemonte) sono 880€ in 4 anni. Quindi la differenza diventa di meno di 6k. Poi è chiaramente plausibile che l’auto si tenga anche più di 4 anni… sempre che quella diesel la si riesca ad usare sempre (nei centri città non è così scontato). Vogliamo andare avanti?
            Il tutto per cosa? Per il timore di fare una ricarica nel tempo di una toilette per 6 giorni (a farla grande) all’anno su 365?
            E comunque: sentinella (prova ad averla, poi ne riparliamo, soprattutto se l’auto te la rubano o te la vandalizzano o hai un incidente), software costantemente aggiornato anche a distanza di anni dall’acquisto, climatizzazione e controllo pressoché totale da remoto, frunk anteriore completamente libero ed utilizzabile, profili conducente separati ed esportabili su altre auto… Parliamo di prestazioni o di comfort? No, perché ovviamente parlare di prestazioni lo si fa solo quando fa comodo e si riduce tutto solo all’autonomia, come se fosse l’unico metro di misura di un’auto.

            Ripeto: se siete contenti di spendere 34k per una Focus diesel anziché 39k per una Model 3, liberi di farlo, ci mancherebbe altro. Ma non veniteci a dire che la famiglia media che voglia una buona auto 34k per la Focus può permetterseli e 39k per la Model 3 no…

          • Mauro,
            La famiglia media se nesbatte di tutti quegli ammenicoli vari della Tesla.
            Vuole un mezzo che li porti dal punto A al punto B, che lo lascio per strada e che quando devo “ricaricarlo” vado in un QUALSIASI distributore (non quello per il quale ho la tessera, non quello al quale ho PREPAGATO i consumi che TEORICAMENTE farò – e che se poi non faccio, li perdo?) e pago con i soldi.
            Perché in molti condomini (il mio, ad esempio) dovrei mettere una nuova utenza elettrica, in quanto la spina che trovo giù nel mio box non regge iil carico ed è collegata alla corrente condomniale.
            io che sono fortunato ed ho il box in una zona con pochissimi box. Box carissimi che si trovano con il lanternino. Ed infatti moltissimi parcheggiano per strada.
            Ed al mattino devono prendere l’auto per andare a lavorare, e passano dal distributore ricaricando in 3 minuti, non mezz’ora, sennò timbrano tardi al lavoro.

            Tutto questo lo puoi fare con una Focus Mk3, non per forza con quella nuova da 35k€.

    • Assolutamente condivisibile il suo pensiero sia per i limiti che attualmente (e, ahimè, difficile dire per quanto ancora) ci sono nelle segmento C e inferiori sia per la possibile soluzione data dalla maggiore facilità (e mentalità) di noleggio, cosa alla quale gli italiani non sono abituati.
      Quattro anni fa (eravamo ancora nell’estate pre-Covid… sembra un’altra era) mia figlia noleggiò una Fiat Tipo per due settimane e chilometraggio illimitato (destinazione sud della Sicilia) e in 5 quali erano, costò alla fine tutto compreso (noleggio + carburante + autostrada) circa 300€ a testa con 3.000 km di percorrenza, costo inferiore a quello che sarebbe costato un biglietto aereo nel periodo (agosto) e simile al treno con soluzione non AV (ma con 25 ore di viaggio…) o inferiore nel caso AV (comunque con 20 ore di viaggio).
      Sì, il noleggio estemporaneo dovrebbe essere più “smart” e più diffuso: sarebbe un modo decisamente più intelligente per ridurre il numero dei veicoli in circolazione, unitamente al miglioramento del trasporto pubblico che vede nelle fasce di punta (orari scolastici) 200 persone stipate in autobus che nemmeno si fermano e alle 10 della mattina 3 persone nello stesso mastodontico autobus con una frequenza di passaggio che li relega a chi davvero non ha alternative (almeno nella mia città, Modena)

      • Nessuno mi noleggerebbe un’auto. nessuno.
        Per il semplice fatto che ho due cani che porto sui sedili (coperti e protetti, quando ho venduto la IX20 i sedili dietro erano meno consumati che se si fossero seduti due manichini).

    • Dove sta scritto che tutti fanno un viaggio di 500/600 km uno o più volte l’anno?
      Per quello che mi riguarda è di molti che conosco non si va più in là di 300/350 km
      Solo un’anno mi è toccato dare 2 viaggi di tale portata ma solo per motivi sanitari.

    • Il noleggio per chi effettua lunghe percorrenze in maniera occasionale, per vacanze o altro, è una soluzione della quale sto parlando con mia moglie già da un po’ di tempo.
      Fra qualche anno ci piacerebbe sostituire l’ultima diesel con una seconda elettrica ma ora, con i bambini ancora piccoli, si pongono le questioni indicate da Daniele.
      Rispetto alle ns esigenze quotidiane, la scelta migliore sarebbe avere due bev medio/piccole, ricorrendo al noleggio in caso di necessità di trasporto eccezionale o, in alternativa, potremmo tornare ad utilizzare treni ed aerei per le ferie.

  19. I prezzi alti di acquisto sono certamente la ragione principale, in un paese dove l’inflazione in 2 anni si sta portando via il 20% del potere di acquisto e il governo se ne frega.
    Quanto a problemi di velocità di ricarica, essendo le macchine le stesse vendute ad esempio in Francia dove le percentuali di vendita sono quattro volte è chiaro non può essere una motivazione credibile

    • Ah i tempi di ricarica non sono una motivazione credibile?
      Dovremmo imparare tutti a gestire il tempo come i possessori di bev, sarà un dono innato…

      • Tutta la vita è fatta di gestione del tempo. Non ce ne rendiamo conto perchè è diventata un’abitudine. Avviene esattamente lo stesso con l’auto elettrica.

  20. Prima osservazione: ho una Zoe anch’io, e, fra sconto Renault per pronta consegna e incentivi statale (con rottamazione) e comunale, l’ho pagata 26.000 euro, un prezzo allineato alle ICE di pari segmento.
    Seconda osservazione: ho capito abbastanza presto che la Zoe, come BEV da autostrada, è al limite del suo utilizzo, sia per il consumo che per il comfort generale. Se uno deve – per lavoro o per qualsiasi altro motivo – fare frequentemente viaggi da 400-500 e più km, ci sono BEV molto più “autostradali” (e più costose) che riescono ormai tranquillamente a fare tirate da 400 e anche 500 km a 130 km/h.
    Terza osservazione: anche non avendo una BEV da 500 km, oggi, grazie alla presenza ormai capillare di colonnine HPC nella maggioranza degli autogrill autostradali (pur se con la parziale eccezione del sud Italia), la possibilità concreta di ricaricare nei pochi minuti in cui comunque ci si fermerebbe ogni due-tre ore per un caffè e una pausa fisiologica ha di fatto ormai reso i tempi di percorrenza identici tra ICE e BEV. Può verificarlo lei stesso nei tanti video sui canali YouTube sia di Vaielettrico che del simpaticissimo Matteo Valenza.

    • L’esperimento di Matteo Valenza non ha senso! Il diesel si è messo a 110 km /h solo per arrivare insieme. Ai 130 sarebbe arrivato due ore prima e le soste che ha fatto dai su, se io sto andando in vacanza non mi fermo un’ora all’autogrill! È certamente vero che oramai l’elettrica ti porta dal punto A al punto B ma con ancora troppe incognite tra tempo e stazioni di ricarica.

          • Eccoli: 786 km percorsi alla media di 110 km/h si percorrono in 7,1 ore. Lo stesso chilometraggio a 130 km/h di media (impossibile da mantenere rispettando i limiti di velocità) 6 ore spaccate. Lei ha scritto “due ore di differenza”. Un poco di onestà intelettuale: riconosca che ha sbagliato.

      • Lei a sottolineato la pura verità che molti elettrificati non capiscono, che non siamo tutti uguali. Uno si permette la tesla, per esempio, altro no, uno si permette a cazzegiare in girò , altri no. Ma i drogati del elettrico non capisco questa cosa. Io quando vado fuori Italia, nei paesi del est Europa le colonnine me li sognò, è di sicuro non mi fermo ogni 3 ore, di solito guito intorno a 8 ore senza sosta, è la sosta non più di 30 min. Non capisco perché non lasciano tranquilli con le termiche chi non vuole , o non ha possibilità di passare al elettrico, tanto i studi sono chiari. Inquinamento auto e 15% del totale, perché non se la prendono con le industrie, le abitazioni. Per me e una magna magna delle banche, governi, è i trogloditi mettono la bocca.

        • Aggiungerei un particolare: con cruise control a 130, se sulla tratta Milano-Napoli fai la media di 110 è già grasso che cola.

      • come vedi, tutti hanno capito nada di quanto da te scritto..

        tu scrivi che l’auto diesel è stata tenuta a velocità bev (110, dove a fatica superi i camion), come se fosse una banalissima id.3, e loro parlano di medie..
        discorrono di limiti a 130 quando stando sempre tra 140 a 150 le multe dai tutor non arrivano..
        ora io prove di questo tipo manco di striscio le guardo, perché viziate pro elettrico: dite a valenza che se mi da una panda degli ’80 la faccio io assieme a lui la verifica dei tempi impiegati 😇

        • “come vedi, tutti hanno capito nada di quanto da te scritto..”
          Caro ernesto, citami UNA risposta data a quanto da lui scritto che sia in contraddizione con quanto da lui scritto. Tutti commentano la bestialità evidente: le “due ore” e viene commentato perchè non è soggettivo, è una ca77ata oggettiva. Quando le premesse di un discorso sono fallaci, lo è l’intero enunciato, dice la logica. Che non abita a casa ernesto, dove abita il vedere il complottismo a prescindere da qualsiasi fesseria venga detta.

          PS: non ti vanno bene le prove di Valenza? hai inserito un commento da lui o li riservi solo a noi?

          NB: citami UNA macchina ICE dove hai la CERTEZZA che il tachimetro sia via GPS e i 130 siano i 130 e non i 120. Perchè sulla mia Model 3 i 130 sono i 130, mentre sulle Skoda Fabia, Megane, Kadjar, 500X, Audi A3, Kia Stonic, Qashqai, Polo, Classe B, Musa, Espace, Chrysler Voyager che mi è capitato di guidare come auto aziendali erano tutti CON SCARTI TRA IL 5 E IL 10%: lo so perchè al primo tratto di autostrada facevo un paio di km ai 120 di tachimetro per capire lo scarto (e non prendere la multa e relativi punti) e come puoi immaginare avrei dovuto impiegare esattamente 1 minuto per percorrerli… Tanto in un veicolo dove il 75% dell’energia va in calore, chissenefrega della precisione, anzi, facciamogli credere che vadano forte così sono contenti e si eccitano.
          Leggiti le prove di quattroruote, sezione “scarto al tachimetro”. E magari capisci perchè non arrivano le multe dato che se leggi 145 in realtà sono i 135 per le macchine molto precise (la Giulia, ad esempio, sbaglia del 5%), che è dentro la tolleranza di legge per gli autovelox. Nella mia se leggi 145 sono i 145, questo indipendentemente dall’usura pneumatici dato che l’odometro viene ricalibrato costantemente con il GPS. E vale in generale per le BEV perchè lì non si butta il 75% di energia nell’aria.

      • Ipotizzando che si riesca a mantenere una velocità media di 110km/h o 130km/h ogni 100 km ci sarebbe una differenza i 8 min.
        Su 500 km ci sarebbe solo un guadagno di 40 min.
        Fate voi.
        Ps è il motivo per cui vado in bus da Teramo a Roma oltre al fatto che a Roma guidare è uno stress e parcheggiare è un’impresa.

  21. Ho preso la kona 64 invece della Zoe appunto perché non devo fare più soste rispetto a prima ( gasolio)…anzi mi trovo mooolto meglio!!

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