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I diesel “puliti” che tanto puliti poi non sono

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Il test di Transport&Envinroment è stato svolto su una Opel Astra e una Nissan Qashqai.

I diesel “puliti” che tanto puliti poi non sono. Stanno facendo molto discutere i test commissionati da Transport & Environment sui due modelli a gasolio Euro 6 tra i più venduti in Europa.  

I diesel “puliti”, un grande equivoco

Il risultato della prova, svolta dalla società Ricardo su una Nissan Qashqai e una Opel Astra, è un vero atto d’accusa: “Le nuove auto diesel continuano a violare i limiti di legge sulle emissioni di polveri sottili. Con picchi di inquinamento fino a 1.000 volte i valori considerati standard“. Alla base di tutto c’è il grande equivoco su cui si continua a insistere per affermare addirittura che le elettriche inquinano più dei diesel.

diesel "puliti"

Ovvero: escono in continua studi (peraltro di dubbia attendibilità) in cui l’unico parametro preso in esame è la Co2. Tralasciando invece le polveri sottili, un nemico molto insidioso per i nostri polmoni. I test di Ricardo, invece, si sono concentrati proprio su queste sostanze inquinanti. Conclusione: “Dati ancora più allarmanti sono emersi quando sono state misurate le polveri ultrafini di dimensione più ridotte e non regolamentate. In questo modo, le emissioni nocive totali di particolato di Nissan Qashqai e Opel Astra sono aumentate di un ulteriore 11-184%“.

I diesel “puliti” e i test sulla emissioni

Queste polveri non vengono misurate nei test ufficiali, ma sono le più dannose per la salute umana. Transport&Environment sostiene che “penetrano in profondità nell’organismo e sono associate all’insorgenza dei tumori al cervello“. I picchi di emissioni sono collegati alla pulizia automatica dei filtri delle auto.

Diesel "puliti" È la cosiddetta rigenerazione, necessaria per il buon funzionamento dei sistemi di abbattimento delle emissioni. Questo processo si verifica in media ogni 480 km e i suoi effetti durano fino a 15 km. Sconfessando quindi i test ufficiali di laboratorio, dai quali non si evincono scostamenti dai valori consentiti. La rigenerazione può verificarsi in tutte le condizioni di guida, incluse le aree urbane. Nei test, il numero delle particelle di particolato è rimasto più elevato durante la guida urbana per 30 minuti dopo la fine della pulizia. Entrambi i modelli testati hanno rispettato invece i limiti legali di NOx.

— Leggi anche: Diesel+, l’Antitrust multa l’Eni, 5 milioni per per pubblicità ingannevole

“Sono i nostri polmoni a pagare il conto”

Se prendiamo solo l’Italia, il problema riguarda 6.223.000 veicoli, con 176.804.000 picchi di inquinamento.Transport & Environment (T&E) insiste nel chiedere test e limiti più severi, più aderenti alle condizioni reali su strada. “Questi test dimostrano che i nuovi diesel non sono ancora puliti. Si semplifica il compito delle case automobilistiche, ma sono i nostri polmoni a pagarne le conseguenze”, accusa Anna Krajinska, ingegnere delle emissioni di T&E.

Veronica Aneris

E Veronica Aneris, responsabile per l’Italia di Transport & Enviroment, aggiunge: E’ tempo per i regolatori di agire di conseguenza. Implementando zone a basse e zero emissioni nelle città e smettendo di incentivare l’acquisto di auto a combustione interna. Purtroppo il bonus-malus, giustamente introdotto dal Governo nel 2019 per incentivare il ricambio del parco veicolare tramite elettriche e ibride è spesso indebolito in molte realtà regionali. E a pagarne le spese è la nostra salute” .

— Leggi anche: Teniamoci il diesel, il carbone, i morti…Ce li meritiamo. Di Mauro Tedeschini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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15 COMMENTI

  1. Ma guardate un po’, quello che ho sempre detto… Purtroppo lo si sapeva già in quanto queste cose erano emerse già dopo due anni dall’introduzione del filtro e fece scandalo con tutte le riviste del settore a parlarne e con puntate di report e iene dedicate… poi tutto è andato nel dimenticatoio e adesso l’hanno messo pure ai nuovi benzina per farle rientrare nell’euro 6…assurdo.
    Il filtro è un paliativo visto che solo momentaneamente trattiene pm10 per poi, durante la rigenerazione (altro non è che una combustione) , rilasciare pure pm 2 (dalla combustione dei pm10) che sono pure più pericolosi perché entrano più in profondità nei polmoni.
    Così come anche ritenevo in qualche altro dibattito di qualche altro articolo di vai elettrico, l’esclusione delle auto in città quando si superano i limiti dei pm è inutile visto che il problema non è causato dalle auto. Avevo fatto l’esempio di Milano e del nord, ma a quanto pare ciò che sta succedendo a Roma eliminando dalla circolazione pure gli euro 6 diesel è l’esperimento più mal riuscito che c’è.
    Visto che ci sono di mezzo i riscaldamenti, le aziende ed altro e che le polveri sottili si depositano a terra o stanno in basso quando vengono sollevate, basta lavare le strade per togliere di mezzo il 60% di esse così come fanno a Stoccarda… altro che far circolare solo auto elettriche visto che il problema non sono le auto.

    https://urbanpost.it/emergenza-smog-lavaggio-strade/

    • Se qualcuno ritiene che le auto elettriche non contribuiscono alla creazione delle polveri sottili e che risolverebbero il problema sul fronte auto si sbaglia…camminano anche loro consumando gomme, asfalto, freni e frizioni che sono anche loro fonte dei vari pm visto che sarebbero, in termini numericiin, milioni circolare a se ci fosse l’elettrificazione di massa.
      Purtroppo c’è un ignoranza di base in quanto la massa da colpa alle auto di questa situazione dell’inquinamento da polvere sottili perche giustamente usano la combustione di un combustibile per funzionare ma non hanno capito che ci sono molte altre fonti che usano la combustione di un combustibile… A pensare che quando le nostre auto sono ferme per l’ ora di pranzo, quanti fornelli ( a gas) si accendono per preparare i nostri pranzi? Per non parlare dei riscaldamenti, produzione di acqua calda e tutte le varie attività industriali…e, come direbbero gli inglesi, least but not last, ci di dimentica che le polveri sottili sono presenti in natura perché di origini naturali come le polveri desertiche che arrivano anche in Italia , vulcani, erosione naturale dei terreni, ecc e che dipendono molto dalle condizioni meteo come mancanza di pioggia e vento con quest’ultimo che impedisce il ricambio d’aria creando il perseverare delle cappe di smog sulle nostre teste.

      • L’auto elettrica non ha frizione, i freni non si usano quasi mai, le parti meccaniche che si usurano sono un decimo…

        • Dipende dalle trasmissioni usate ma il non avere una frizione a pedale oppure un cambio marcia non significa non averla proprio visto che viene impiegata una frizione nelle partenze da fermo mentre su i freni ti rispondo con un “ni” visto che anche se si consumano di meno per le rigenerazioni, comunque i freni ci sono e si usano mentre per le gomme e l’asfalto, nulla cambia rispetto ad un’auto “convenzionale”… Quindi anche un elettrico ci mette del suo per creare polveri sottili.

        • Chiaramente parlo di frizioni negli hybrid visto che la massa, a considerare l’elettrico, oggi giorno pensa anche a questi… Per l’elettrico puro, so che comunque molti motori elettrici sono accoppiati ad un cambio a due marce e che quindi una frizione ci sarebbe.. se poi non ce grazie alla trazione diretta, questo dipende dalle tecnologie impiegate dai costruttori.

    • Per concludere, vorrei far presente che c’è bisogno di un cambio di mentalità da parte di noi italiani dando più valore all’ecologia e all’ambientalismo visto che con questi termini non s’intende solo introdurre auto elettriche, pale eoliche e fotovoltaico ma il saper curare ciò che già abbiamo semplicemente prendendo più cura delle nostre strade lavandole di più così come fanno a Stoccarda. Gli americani non hanno il bidè come noi, ma mi ricordo che quando abitavo nei pressi di New York negli anni 70, già allora si liberavano prima un lato, poi l’altro a giorni alterne le strade perché passava il camion che bagnava, spazzava con le spazzole rotanti ed aspiravano ciò che trovavano mentre qui, a tutt’oggi stiamo ancora in balio agli spazzini… Una città come Roma, con un fiume a disposizione, potrebbe prendere l’acqua dal Tevere pomparla nei camion e con essa pulire le strade con getti ad alta pressione come a Stoccarda facendo diminuire i Pm nel giro di una settimana….

  2. il problema è che benzina e gasolio sono veleni fin dalla nascita e non c’è euro 6-7-8 ecc,. che tenga (ed in Italia è molto peggio che in passato in quanto le raffinerie sono vecchie inquinanti e antieconomiche, e ripeto grazie al governo del 2002 vengono fatte funzionare a scarto di raffinazione, il petroleum coke, facendo aumentare in modo esponenziale i tumori nella popolazione circostante nel raggio di 20-30 km.
    Non esiste la possibilità di farli diventare ecologici.
    L’unico modo per evitare che facciano danni e lasciarli nel sottosuolo.

    Poi ognuno si documenti e faccia quello che ritiene opportuno (senza pensare alle proprie convenienze personali).

    Un pediatra un giorno disse: l’uomo impara o con l’intelligenza o con la sofferenza.

  3. Non ho ben capito come mai nel caso dei nuovi diesel non va bene considerare solo il CO2 perché effettivamente in generale può riuscire a produrne meno di un auto elettrica, mentre per le auto a benzina bisogna tenere conto solo di quello. Allora, mettiamoci in chiaro su cos’è che inquina, il CO2, o le polveri sottili? Perché se è il CO2, le auto diesel fanno un ottimo lavoro, se sono le polveri sottili, le benzina fanno un ottimo lavoro. Perché se prendiamo in considerazione solo il CO2 l’auto diesel ne esce veramente vincente, ma a quanto pare bisogna demonizzare sempre e solo l’auto termica, se non lo si può fare in un modo, se ne trova un altro..

    • Alcuni che leggono oppure osservano il fenomeno superficialmente ritengono che si tenda a “demonizzare sempre e solo l’auto termica”.

      La parte da “demonizzare” nell’espressione “auto termica” è “termica”. In generale, non si fa riferimento a benzina, diesel, biodiesel, nafta, miscela, gpl, metano, benzina avio, idrogeno, carbone, legna…

      Ma prendendo l’espressione “auto termica” e riscrivendola in modo più preciso come “macchina con motore a combustione interna”, la parte effettivamente da “demonizzare” rimane la apparentemente innocua “combustione”.

      “Macchina” non è da intendersi come sinonimo di “automobile”, ma come termine che per antonomasia indica ogni apparecchiatura dotata di un sottosistema di trasformazione dell’energia da una forma a un’altra forma.

      “Motore” non è poi essenziale, perché è soltanto uno specifico apparecchio che ha lo scopo di trasformare l’energia immagazzinata nel combustibile fossile in energia meccanica. Quello che interessa è “la trasformazione della forma di energia”, non che, in particolare, diventi energia meccanica con un motore.

      Scompare anche il riferimento alla generazione di calore (“termica”) come sottoprodotto della reazione chimica, anche se è chiaro che, nel caso del motore che ha come scopo la trasformazione dell’energia in movimento (energia meccanica), vedersi scappare buona parte dell’energia sotto forma di calore non lascia una buona impressione.

      Come prima, manca un riferimento specifico al combustibile presente in quella reazione esotermica.

      Dunque rimane solo “combustione” che tutti demonizzano. Perché? Questa è la vera domanda.

      Per risponderci, chiediamoci per prima cosa quali “macchine” usiamo nella nostra vita quotidiana, nei nostri hobby, nelle nostre vacanze, che “bruciano” qualcosa?

      – automobile con motore a combustione interna (“termiche”);
      – motociclo con motore a combustione interna;
      – autobus con motore a combustione interna;
      – camion con motore a combustione interna;
      – treno con motore a combustione interna;
      – nave con motore a combustione interna;
      – aereo con motore a combustione;
      – motosega con motore a combustione interna;
      – tosaerba con motore a combustione interna;
      – caldaia a carbone/nafta/gas/legna;
      – centrale elettrica a carbone/gas;
      – altoforno a carbone/gas (vedi Taranto);
      – “macchinari” industriali… (fabbriche energivore)
      – …

      Ho omesso gli esseri viventi, perché per loro “bruciare” quello che mangiano e bevono significa appunto semplicemente “vivere” e quindi sono (siamo) un caso limite.

      • La ringrazio per il commento, le avrà sixuramte portato via molto tempo, però ammetto con un certa umiltà che ha aggiunto qualcosa alle mie conoscenze. Ci tento ad aggiungere che, purché sia giusta la sua osservazione, la lingua italiana preveda molto sfaccettature della stessa parola, benché nella maggior parte dei casi ve ne sia una più appropriata. Come esempio possiamo prendere “macchinetta”, che spazia da quella del caffè a il distributore di biglietti, ciò che ci permette di capire ciò a cui ci stiamo riferendo è il contesto in cui viene utilizzata. Nel caso specifico del mio commento, ma come spesso accade con la parola “macchina”, la prima cosa che ci viene in mente è l’automobile, perché se ci riferissimo a qualcos’altro dovremmo forzatamente aggiungere gli attributi necessari a far comprendere la cosa che stiamo indicando. Il discorso sul termico e sulla combustione interna è ineccepibile, benché debba pur convenire con me che spesso l’auto a motore venga definita come termica senza nessun tipo di problema, anche se bisognerebbe identificarla come “auto a motore”, o ancora meglio secondo il tipo di carburante /energia necessario al suo funzionamento.

        • Prego. Be’, se è stato utile anche a una sola persona per chiarirsi qualche dubbio, o a mettere a fuoco qualche aspetto della complessa faccenda dell’energia, è stato tempo ben speso.

          Concordo. Infatti è scavando nel significato delle parole e nelle espressioni di tutti giorni che spesso ci accorgiamo che coprono o il vuoto, o una realtà molto più complessa e intricata di quanto apparisse in superficie.

          Purtroppo viviamo in un’epoca non abituata a fermarsi, condizione spesso necessaria a riflettere, a capire.

    • Caro GR, tutto ciò che brucia crea inquinamento però il tipo di inquinamento dipende dal combustibile usato in quanto combustibili diversi creano sostanza diverse… bruciando benzina si crea più CO2, bruciando gasolio si crea più particolato mentre, giusto per fare un esempio, bruciando l’immondizia in mezzo alla strada quando c’era l’emergenza rifiuti a Napoli qualche anno fa, creava diossina che non viene fuori bruciando benzina, gasolio o GPL.

    • Il problema delle polveri sottili non dipende dall’auto e quello che sta succedendo a Roma lo dimostra… Inoltre anche l’auto elettrica crea polveri sottili visto che camminando consuma gomme, asfalto, freni e frizioni che sono uno delle tanti fonti delle pm e visto che, ad averla tutti, saranno un domani in milioni, poi che faremo fermeremo pure le auto elettriche.

  4. Sarà ANCHE vero,ma accanirsi sui nuovi disel tutti i santi giorni e non usare lo stesso metro, per aerei ,navi,allevamenti ecc.ecc, ma cosa è non inquina ???

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