Dieci anni di Birò, una storia italiana. I primi assaggi della macchinetta elettrica nata nel Nord-Est risalgono al 2009, ma è nel 2010 che l’azienda produttrice, la Estrima, si affacciò sul mercato.
I dieci anni del piccolo Birò, nato da una costola della Brieda
: C’è un filo conduttore che lega la storie di tante aziende italiane della mobilità elettrica. Ed è il fatto di essere nate come spin-off di industrie già affermate, da imprenditori che cercano sempre strade nuove. È successo per le super-moto di Energica, è successo per i quadricicli di Tazzari e anche per l’Estrima, nata dalla Brieda, un’azienda di Porcia che produce cabine per macchine movimento terra e mille altri usi. E il telaio del Birò è proprio quello delle cabine della casa-madre, un bell’esempio di carry-over, tecnica molto diffusa nel mondo dell’auto.

Ma molte cose sono cambiate da quel 2010 e si può dire che il Birò è rinato nel 2015 quando le batterie al piombo sono state finalmente sostituite da accumulatori al litio. Molto più costosi, ma infinitamente più efficienti. E così le vendite sono via cresciute, fino ai 740 Birò venduti nel 2019, per un fatturato di 7 milioni e mezzo di euro. Con tre tipi di cliente: società di sharing, strutture turistiche e privati (a Milano è stato aperto uno store in Corso Garibaldi). Non sono grandi numeri, si procede a piccoli passi e si può dire che il Birò venga costruito praticamente su ordinazione.
Un metro in meno della Smart, velocità 45 o 60 km/h
Oggi il Birò è disponibile in due versioni: la più compatta (175 cm di lunghezza) costa 10.980 euro, la più lunga (183 cm) può arrivare fino a 18 mila euro. Sono comunque misure ridottissime, se si pensa che una Smart misura praticamente un metro in più (274 cm). I pacchi-batterie disponibili sono due: uno da 3,28 kWh (estraibile), con 55 km di autonomia dichiarata, e uno da 4,98 kWh, con 100 km di range. Potenza dei due modelli rispettivamente 3,3 kW e 5 kW, velocità massima di 45 e 60 km/h, con categorie di omologazione rispettivamente L6e e L7e. Il meno potente si guida a 14 anni col “patentino”.
Il Birò ha due posti secchi. Per un certo periodo l’Estrima aveva accarezzato l’idea di un veicolo elettrico a tre posti (uno davanti e due dietro), ma poi il progetto è stato accantonato. Il peso non arriva a 400 kg e questo spiega un’autonomia così estesa rispetto alla capacità delle batterie. In Estrima sono convinti che il futuro sia fatto di veicoli piccoli, elettrici e condivisi. E che, passata questa emergenza, ci sia grande spazio per macchinette come questa, che nasce predisposta con un dispositivo IOT per tracciare gli spostamenti del veicolo a distanza. Che i dieci anni del piccolo Birò siano solo l’inizio, dunque.
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Il problema è il costo. Se costasse 4-5000E secondo me avrebbe il suo bel mercato. D’altronde 5KWh in tecnologia LiFePo4 stanno a 2000E+iva al pubblico. 3KWh sui 1200E+iva…
MI sono inamorata nello stesso instante di quasto mezzo. Sono sicura che il progetto avra’ una crescita importante. La vedo indispensabile in tutte le citta con il traffico intenso e poco spazio per parcheggiare.
Buongiorno
La storia di Biro e una bellissima storia in quanto ha creato un segmento a parte della microcar compact
Questo e stato reso possibile grazie al loro know how in matteria di cabine ultra compatte e molto vetrate.
La loro cifra d’affari non e per niente trascurabile e speriamo che questo monoprodotto sia quanto longevo quanta sia immutabile
Cordiali saluti
Patrick Droulers