I costruttori contro il tetto sugli incentivi a €35 mila

I costruttori contro il tetto sugli incentivi per le auto elettriche a 35 mila euro.Il n.1 UNRAE, Michele Crisci, parla di limite “estremamente controproducente”.

i costruttori contro il tettoI costruttori contro il tetto / “Così meno scelta per chi compra”

È noto che il governo sta lavorando a una nuova tornata di bonus,  abbassando il limite per il prezzo dell’auto. La bozza di decreto (DPCM) prevede un tetto di 35 mila euro per le elettriche, 45 mila per le ibride plug-in e 35 mila per le auto a benzina o gasolio entro i 135 g./km di Co2. Tetti più restrittivi rispetto ai bonus 2021, come mostra la tabella sopra. Secondo Crisci, limiti dannosi “sia per la concorrenza, perché escluderebbe un gran numero di player dagli incentivi. Sia per i consumatori che avrebbero una minore scelta di prodotto. E sia per l’Erario che avrebbe minori incassi IVA a parità di incentivi”. Crisci ha ribadito il concetto in un’audizione alla Camera. E in una lettera inviata con Federauto (i concessionari) ai Ministri Giorgetti, Franco, Cingolani, Giovannini e al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Garofoli.

costruttori contro il tetto
TESLA FUORI DAL TETTO ? Con il nuovo limite tutti i modelli di Elon Musk sarebbero esclusi dagli incentivi 2022: scelta che fa molto discutere.

Per le elettriche “un taglio drastico ingiustificato”

Il presidente Unrae si dice “particolarmente preoccupato per il drastico taglio del 30% dei tetti di listino per la fascia 0-20 g/km CO2 (le elettriche), da 50 a 35 mila euro. Una misura che, secondo Crisci, oltre a presentare profili di dubbia legittimità, potrebbe avere impatti molto negativi sullo sviluppo della mobilità a zero emissioni. E che non porterebbe alcun vantaggio ai consumatori, ma solamente ad alcuni produttori. L’Unrae ricorda, infine, che “la stragrande maggioranza dei veicoli costruiti all’estero incorporano valore aggiunto italiano, ossia componentistica prodotta da imprese operanti in Italia”. Inoltre ribadisce che “la distribuzione e l’assistenza dei suddetti prodotti garantisce l’occupazione di circa 160.000 lavoratori italiani”. Quindi, la richiesta, sottoscritta nella lettera inviata ai componenti del Governo, è quella di “mantenere la preesistente soglia dei prezzi di listino per la fascia 0-20 g/km CO2”. Ovvero 50 mila euro più Iva.

i costruttori contro il tettoSECONDO NOI. Per una volta, invece, siamo d’accordo con i ministri. Non è questione di favorire questo o quel costruttore. Se parliamo di sostenibilità, l’elettrico dà il meglio di sé con auto (e batterie) di piccole dimensioni. E non dimentichiamo che le nostre città soffrono non solo di inquinamento, ma anche di congestione. Chi vuole Suv e macchinoni è giusto che se li paghi: gli sforzi devono essere concentrati nel far diventare l’elettrico di massa, alla portata del maggior numero possibile di persone. Quelle che non comprano auto da 40 mila euro e più (M.Te).

 

Visualizza commenti (53)
  1. E su questo invece non sono d’accordo con voi, non ritengo che uno che oggi compra un auto elettrica da 50k sia un benestante che vuole macchinoni e suv… quello è il prezzo di veicoli elettrici di una certa dimensione, diciamo, “familiare”.
    Vi faccio il mio esempio (che magari sono solo io): ho necessità di sostituire la passat sw che è l’auto grande (ho già una c-zero usata tantissimo per tutti gli spostamenti “in range”) e quindi ho bisogno di un’auto che abbia:
    – una certa autonomia (diciamo oltre 300km reali e non WLTP)
    – una certa dimensione interna (ho due figli grandini che hanno e avranno bisogno di uno spazio comodo sui sedili posteriori per riuscire a stare seduti)
    – un bagagliaio ampio (è l’auto per le vacanze e dovrà contenere bagagli per 4 adulti)
    – la possibilità di mettere un portapacchi (per trasportare bici quando necessario)

    se filtro su 4Ruote a 44k (35+IVA) come auto escono smart, 500, corsa, zoe, id.3, kona che sono piccole per le esigenze di famiglia (già verificate), altri modelli più grandi rientrerebbero solo nelle versioni base (rinunciando quindi ad accessori come la pompa di calore che ritengo fondamentale).
    Quindi, io che non sono nababbo, non posso essere “aiutato” dallo stato per comprare un’auto che risponda alle necessità solo perché qualcuno ritiene che sia da “ricconi” comprare un auto da €50k: ma il problema è dovuto al costo maggiore delle auto elettriche (la passat a benzina costa max €40k.. la Tiguan 1.5 si porta a casa con 42k…la ID.4 ne costa 52…).
    Soluzione, se gli incentivi non copriranno auto con un prezzo maggiore mi terrò la passat finché campa o finché non riesco a mettere da parte i soldi per un auto così costosa… oppure finché le auto elettriche non scenderanno di prezzo.

    P.S. vivo lontano dalle città e quando ci vado uso la c-zero, quindi in ogni caso non contribuirei a congestionare i centri urbani neppure con la ID.4…

  2. Comunque in più di un’altra fonte alternativa leggo che le indiscrezioni parlano di eliminazione della fascia 0-20g con unica fascia 0-60g con 45.000 + IVA di tetto massimo. Avrebbe perlomeno più senso…

  3. Ho dovuto leggere due volte l’articolo perché credevo ci fosse un errore nella tabella postata sopra… O un errore vostro….
    Com’è che la fascia 21-6g ha 45 mila euro e le elettriche pure solo 35 mila? Ennesimo regalo di un governo che più negativo non si può? Questi signori non smettono mai di stupirmi.

    Comunque non sono totalmente d’accordo con voi, o lo sono a metà.
    Pensavo le soglie fossero Iva inclusa, invece leggo che fortunatamente sono al netto dell’iva. Meglio, ma non abbastanza; per esempio una e-Niro (quindi si suv, ma non esattamente una premium) nella versione dal 64 kWh può costare dai 44 mila ai 48 mila euro a seconda della versione… Ma guardate il berlingo e il partner EV, i prezzi sono quasi sempre lì.
    Anche id.3 e born sforano agilmente questa soglia e non sono esattamente auto di lusso come qualcuno vuole far credere…
    Quindi se rimodulare si deve, occorre tenere conto anche di ciò che offrono le case nella fascia C. Una sforbiciata di 15 mila euro mi pare eccessiva, e mi pare uno scandalo che ci siano persino più soldi per le ibride e le plugin.

    Io capisco che il problema principale siano le città congesionate, ma io non posso avere una microcar, ho bisogno di un po’ di spazio in più, se col bel tempo porto i bambini al mare, o ci butto dentro la bicicletta per far un giro tra i monti…. Devo noleggiarne una tutte le 50 volte che farò una gita fuori porta? Perché non averne una e basta?

    Sennò la diamo vinta a coloro che dicono che con l’elettrica non si può viaggiare. Se e quando la prenderò, voglio (beh vorrei….) che sia per un uso a 360 gradi. Per arrivare ovunque le mie passioni mi portino all’interno della mia regione.

    Oggi tutte le auto costano un botto, non solo le elettriche, ed è dovuto al fatto che l’elettronica di cui sono zeppe, ti può salvare la vita… O salvare da noiosissimi incidenti. Avvisatore angolo cieco, frenata di emergenza, 80 airbag, sensori per pedoni e ciclisti…. Tutte cose che costano sicuramente, ma se possibile avere meglio non rinunciarci.

  4. Alberto Spriano

    È finita l’illusione.
    Il gas è decuplicato, le energivore aziende italiane si fermeranno e si ricorrerà alla cassa integrazione.
    Poi sarà la volta dei trasporti, se non si elimineranno le accise. La trasportistica rischia di fermarsi come i pescherecci e incomincerà la penuria di generi alimentari se non si favoriranno i prodotti alimentari a chilometro zero.
    Nell’arco di una settimana la spesa è aumentata del 15%.
    Questi sono i primi sintomi dell’economia di guerra.
    Resta la dipendenza dal gas russo, costi quel che costi.
    Cosa fare?
    Chi ha 4 euro da investire investe in fotovoltaico e pompa di calore perseguendo l’obbiettivo categorico del D.L. 17 del 2 marzo: semplificare l’installazione dei pannelli solari fotovoltaici e termici collocati sui tetti e la ricarica domestica delle auto elettriche, rubricate tra le attività di edilizia libera anche in centro storico.
    Il miglior investimento da fare con un’auto e una bici elettrica.
    Gli incentivi per l’auto elettrica non sono sufficienti, bisogna incentivare l’installazione di nuovi sistemi energetici per la casa che consentano di renderla energeticamente attiva non solo per renderci autosufficienti ma per produrre un surplus energetico da impiegare nei trasporti.

      1. Alberto Spriano

        Purtroppo caro Massimo in questo periodo così drammatico interessa di più The Odessa Journal che VaiElettrico.
        Sono arrivati i primi profughi, nonne, ragazze e bambini che scorrazzano sul lungolago con i vecchi monopattini assieme agli altri bambini italiani. Non riusciamo neppure ad immaginare le preoccupazioni che hanno, i sacrifici e le tragedie che devono ancora affrontare.
        Noi, come sempre, cerchiamo di preservare e di conservare il nostro status quo senza pensare cosa e chi sacrificare.
        Il risultato è sotto gli occhi di tutti giorno dopo giorno: non andremo molto lontano se non verrà varata a breve una solido e ben definita politica energetica sulle rinnovabili.
        Eppure i capitali già raccolti per finanziare impianti da fonti rinnovabili ci sono e non è neppure un problema tecnologico: eolico, idroelettrico, biomasse, oltre al fotovoltaico sono ampiamente in grado di soddisfare il nostro fabbisogno energetico.
        Non è nemmeno un problema spazio-dimensionale, visto e considerato che i consumi italiani equivalgono alla produzione di 2.500 km quadrati di pannelli fotovoltaici, su una superficie territoriale di 301 mila kmq nemmeno l’1% del territorio nazionale.
        È un problema di mentalità che si riflette in tutta la società.
        Nella mobilità prediligiamo ancore l’automobile, il giocattolo preferito da milioni di italiani che per essere tale deve scatenare l’edonismo. Meglio grossa, sportiva e rombante.
        Questa visione ormai consolidata confligge con la transizione dalla carbonizzazione e con la mobilità autonoma in rete, basata sui dati istantanei trasmessi nelle smart city.
        Una mobilità non più di possesso, ma di servizio che ha il potenziale per rendere più efficiente e più ecologicamente sostenibile il traffico oltre a presentare un impatto sociale. Niente più incentivi per acquistare auto elettriche di dimensioni ingombranti, auto-robot per tutti ma che non sono di nessuno di noi implementeranno nuovi servizi più inclusivi e sociali, basti pensare a chi non vuole o non può prendere la patente o agli anziani ed alle persone disabili per capirlo.
        Un servizio di mobilità on demand da prenotare solo quando serve. Mai più auto in proprietà.
        L’edonismo verrà appagato con altro. Almeno si spera.

  5. No…..saranno di 6000€ i nuovi incentivi con rottamazione!!!!….poi se le varie regioni ne mettono altri sommabili non so!….quindi manco tanti….

  6. Luigi Solazzi

    D’accordo sul fatto che sono le auto in cat. A e B quelle in cui l’elettrico dona i vantaggi più tangibili in termini di risparmio d’uso e qualità di guida. Non trovo scandaloso alzare un po’ il limite per fare rientrare anche auto più adatte a una famiglia, che oggi sono essenzialmente SUV, visto che le SW sono ormai estinte. In ogni caso sarebbero più premiate le medio piccole, in cui l’incentivo più gli sconti del concessionario possono arrivare ad oltre il 40% del prezzo di listino. Quello che trovo scandaloso è che con un mercato bloccato dalle attese per gli incentivi, si continui a tergiversare. E’ vitale dare al mercato prospettive certe, anche a vantaggio delle marche premium come Volvo, escluse dagli incentivi, che non stanno vendendo nemmeno loro.

  7. “la stragrande maggioranza dei veicoli costruiti all’estero incorporano valore aggiunto italiano, ossia componentistica prodotta da imprese operanti in Italia”. Sulle elettriche pure non vedo tutta questa componentistica italiana, non per niente si è deciso anche d’aiutare i produttori nella transizione all’elettrico. Comunque se aspettano ancora un po’ a scrivere e pubblicare il decreto rischiano di dover pagare gli stipendi di chi lavora dai rivenditori d’auto con quei soldi invece di aiutare a vendere le auto, il primo trimestre ormai è andato vediamo se vogliono arrivare a vede un bel -50% al Q1 prima di darsi una mossa.

    1. l’Italia ha una grande tradizione come produttore di motori elettrici e alcune aziende li forniscono proprio ai costruttori di auto (es. Volkswagen)

  8. Io dico che con i costruttori bisogna anche tenere botta. Loro hanno bisogno di vendere EV per abbassare la media di gamma di CO2, altrimenti a fine anno si prendono le dovute multe per sforamento (a meno di comprare i crediti altrui, tipo FCA con Tesla .. anche qui ce ne sarebbe da dire che metà basta. Se io sono un asino di matematica e pensoe sempre 4 non posso mica comprare due punti da chi prende sempre 9 ed entrando essere sufficienti…)
    Il punto è far sì che la gamma di segmento A-B-C si popoli e in fretta, grazie ad incentivi che premino queste auto che sono un po’ la dorsale dei nostri acquisti (Panda, Sandero, 500L/X, Fiesta… vediamo benissimo cosa gira per le nostre strade). Sopra i 50 mila, qualsiasi sia l’alimentazione, una casa deve fare il proprio mestiere e vendere ciò che riesce senza incentivi pubblici.

  9. Spiace leggere che vaielettrico.it è d’accordo con questi nuovi limiti. In linea generale, pensare di favorire auto piccole, agili, meno pesanti è condivisibile. Però ci sono alcuni dati di fatto. Se una famiglia (coppia con due figli) ha bisogno di cambiare l’auto principale, trovare oggi un’elettrica di una certa dimensione decente sotto la soglia dei 35.000€+IVA è parecchio dura. Quindi? Di certo la famiglia non prende l’auto più piccola, se ha bisogno dell’auto grande, ma opta per un diesel (o un ibrido nella migliore delle ipotesi). Quindi cosa ci abbiamo guadagnato dal punto di vista della transizione? Decisamente poco. Ma alla fine è proprio questo il punto: i nuovi limiti sono palesemente stati messi per mettere i bastoni tra le ruote a Tesla in primis, dato che hanno tagliato fuori sia Model Y che Model 3. Poi guarda caso il limite per le plug-in è più alto, così ci facciamo stare la Jeep Compass plug-in. Che senso ha sennò avere limite più elevato per le plug-in cher peu le elettriche? Non ci trovo alcuna ragione logica se non quella della malizia. Per questo mi meraviglio che possiate essere d’accordo…

    1. Sì…un po’ puzza…..si vuol favorire stellantis!!!!…
      Ma basta non comprare le loro auto e sei apposto!!!!!

      1. Riservare gli incentivi a chi ha minor potere d’acquisto? Giusto
        Riservare gli incentivi ad auto meno ingombranti e più sostenibili? Giusto
        Riservare gli incentivi a categoria di auto prodotte anche in Italia, preservando decine di migliaia di posti di lavoro? Giusto
        Mi chiedo quale sottile e perverso piacere autolesionista la pervada, Andy

        1. MMhhh, giusto ma resto dubbioso.
          Incentivare categorie di auto prodotte in Italia anche se sono più inquinanti di altre categorie? Sbagliato (secondo me)
          E’ un po’ come viziare un bambino già viziato e poi accorgersi quando è grande che non è in grado di guadagnarsi da vivere da solo.
          La responsabilità “del buon padre di famiglia” richiede talvolta scelte difficili. Pur comprendendo lo scopo politico del compromesso, si tratta dell’ennesimo calcio al barattolo lungo la strada. Ma non l’abbiamo tirata un po’ troppo alla lunga questa storia?
          Registro in definitiva questa deviazione solo italiana che va a incentivare maggiormente mezzi meno ecologici per ragioni sociali, vorrà dire che resteremo legati alle importazioni di petrolio più a lungo di altri paesi, e non credo che la nostra economia ne gioverà tanto sul lungo periodo.

          1. Ricordo tra l’altro che siamo partiti deridendo chi investiva sulle auto elettriche, completamente ciechi sul futuro del settore.

            Si parla dei nostri manager apicali.

          2. Io mi riferivo al limite di 35K per le auto elettriche. Concordo sul fatto che il limite per plug in e termiche dovrebbe essere ancora più basso, per i motivi che dice lei. La tutela dell’occupazione e degli interessi nazionali, però, non è affatto una particolarità italiana, anzi

        2. C’è anche chi ha un potere d’acquisto tale per cui probabilmente un’elettrica buona potrebbe permettersela se incentivata ma non se non incentivata. Se si vuole fare un discorso di equità sociale, mettiamo eventualmente degli incentivi a scalare ma tenendo comunque presente la realtà del mercato EV attuale. E comunque la soglia più alta per le plug-in non ha alcuna giustificazione, tanto meno legata al potere d’acquisto. Cioè in pratica, a parità di costo di partenza, il governo preferisce che compri una plug-in rispetto ad un’elettrica pura, in totale controtendenza rispetto a ciò che succede nel resto d’Europa?
          Anche il discorso sul favorire gli interessi nazionali: a parte che di italiano ormai in Stellantis c’è gran poco (e parlo con cognizione di causa, avendo parenti che ci lavorano), ma l’Italia deve in primis rispettare le indicazioni europee anche in relazione alla libera concorrenza, mentre questi incentivi a mio parere, se verranno confermati così, hanno profili di equità decisamente dubbi.
          Io stesso ho per anni sostenuto Fiat (la mia auto principale attuale, in attesa di capire cosa verrà confermato definitivamente per questi incentivi) è una Grande Punto Natural Power. Per anni ho sostenuto Fiat finché, anche con coraggio, ha sostenuto di voler investire sul metano per gli indubbi vantaggi tecnologici ed ambientali anche in ottica di transizione ecologica e vista l’eccellenza dell’industria italiana legata al metano. Poi, ad un certo punto, che fa? Smette di produrre modelli nuovi a metano, tutte le promesse del MultiAir alimentato a metano vengono infrante (quanti modelli ha fatto, escludendo il castrato TwinAir? Forse uno in ambito commerciale, se non erro) e nel frattempo ha continuato a dire di non credere nell’elettrico e non ha investito neppure lì. Quindi? Cos’ha fatto Fiat/FCA in tutti questi anni per non rimanere indietro, a parte piangersi addosso minacciando che con la rivoluzione elettrica verranno persi posti di lavoro? Chi è causa del suo mal… Eppure ancora cerchiamo di favorire un’azienda, ormai francese, spingendo la gente a comprare le Jeep plug-in, che nonostante l’ibridazione ha un consumo di benzina imbarazzante (ce l’ha mio cognato)…. Mah…

        3. Mi dispiace Massimo ma qui non mi trova d’accordo, perché chi comunque ora non ha la possibilità di acquistare un auto nuova a 10k non riuscirà in nessun modo prendere un BEV a 12k in su, quindi tutta questa fretta di probabili cliente con reddito basso si continueranno a muovere con euro 2/3 o forse 4, da questo punto di vista innutile dirlo incentivi non servono.
          Per chi potrebbe pensare di cambiare auto, magari ne ha una sola, non punta alla cyticar ma ad un auto quasi tutto fare, essendo tetto limitato una famiglia andrà a prendere un endotermica senza pensarci due volte, quindi a cosa servono gli incentivi per la transazione se la % dei potenziali clienti è stata tagliata fuori ??

          1. Ovviamente chi ha risorse molto molto limitate aspetterà ancora, gli incentivi invece sono fondamentali perchè se abbassano il prezzo di circa 8k euro il valore scende moltissimo così facendo dopo pochi anni ed essendo praticamente nuove vanno nel mercato dell’usato a prezzi molto competitivi per essere acquistate proprio da queste persone… Gli incentivi ad oggi sono fondamentali non a caso vediamo auto che dopo 1/2 dal 2019 o meglio 2020 hanno prezzi uguali se non più basse a quelle comprate 1 o 2 anni o più.

  10. Poi basta vedere crisci, rappresenta la volvo che nonostante stia andando fortemente verso l’elettrico, oggi non ha auto che rientrano negli incentivi quindi potrebbero far indirizzare potenziali clienti su altro….

  11. Evviva! Sono d’accordo con VaiElettrico! Evviva!

    Solo una anomalia noto: io avrei fatto 35k l’elettrico, 30k le ibride plugin e 25k le termiche. Non capisco come mai le plugin abbiano avuto il tetto più alto di tutti…

    1. Sono d’accordo con te. C’è da dire che PHEV a pochi euro non c’è nulla. Basta modulare bene il contributo (metà rispetto una EV) e spingi naturalmente la scelta verdi una EV

  12. Gli incentivi dovrebbe essere mirati a favorire l’acquisto di auto inquinanti. Non capisco perché le BEV hanno un tetto uguale a quello delle termiche, e il tetto delle PHEV è più alto di quello delle BEV.

    1. Forse il proporre un limite piú alto per le Phev conferma l’obiettivo generale di escludere i modelli con batteria considerata troppo grande, come del resto notato nell’articolo.

  13. La solita frignona categoria imprenditoriale italiana.
    Senza soldi regalati dallo Stato non sanno fare niente, eppure godono del beneficio degli stipendi fra i più bassi d’europa.

    1. In realtà questa volta è un po’ diverso. Il decreto in questione è problematico perché non incentiva in modo corretto i migliori ma è un “adattamento” per favorire le produzioni di motori endotermici. L’associazione dei produttori si sta lamentando probabilmente perché è un provvedimento controcorrente rispetto agli altri paesi europei. Il problema fondamentale è che senza una chiara indicazione su cosa viene e verrà incentivato a livello globale non è possibile indirizzare gli investimenti nel modo più efficiente possibile. In pratica i produttori stanno dicendo: dobbiamo investire su BEV, ibride o termiche? USA, Cina e Europa stanno dicendo che la soluzione migliore per ridurre le emissioni di CO2 e gli inquinanti a livello locale sia quella di sostituire quando possibile le auto termiche con le BEV. L’Italia ora sta andando controcorrente.
      Quel che è certo è che senza certezze gli ingenti investimenti necessari per la conversione diventano più rischiosi e quindi difficili da mettere in atto.

      1. Chi non è capace di stare sul mercato perde vendite….Tesla potrebbe anche abbassare drasticamente il prezzo sotto 35k…..guadagnerebbe lostesso di più perché venderebbe il doppio…. triplo!…..ormai tesla ha costi bassi per produrre una sua auto soprattutto dall’avvento dei modelli costruiti in Cina che sono addirittura migliori di quelli usciti da palo alto!

  14. Il solito nord fa’ la parte del leone….tratto adriatica completamente vuoto di colonnine. Vergogna!

  15. 35k o meglio quasi 43k Iva inclusa è un valore più che buono. Chi può farlo oltre queste cifre ma credo anche 35k Iva inclusi sono tanti al giorno d’oggi non so dove vivono queste persone vedendo anche gli stipendi medi a 1400 euro. Piuttosto abbassassero i prezzi di cui ho sempre sostenuto che siano folli…

        1. I tetti si riferiscono al prezzo IVA esclusa. Quindi tetto a 35.000 significa max 42.700 IVA inclusa.

          1. Dove sta scritto IVA esclusa? L’anno scorso era chiaramente palesato. Nella bozza per ISEE il tetto era di 36.000 IVA inclusa. Non darei affatto per scontato che sia IVA esclusa…

          2. @Andrea, nella bozza ISEE il tetto era 30000€ + IVA, ovvero 3660€.

    1. Appunto, se continuassero a dare incentivi per cifre superiori ne avremo anche negli anni a venire sempre poche sotto i 35k€.
      Questa legge dovrebbe servire anche da stimolo ai costruttori a concentrarsi su vetture più piccole a costi più accessibili.
      Oggi ne beneficeranno solo quelli che sono in grado di coprire quella fascia di mercato.

      1. Si bello ma se a me piace una marca x e non ci sono BEV incentivate, prendo un endotermico e spendo la metà , ho un mezzo nuovo punto e basta, dove sta questa trasmissione

    2. Oddio poche insomma: Twingo, Zoe, Spring, trio UP e sorelle, 208, Corsa e a breve C3, modelli base ID3, idem Citroen C4, Mokka ed altri cloni, Berlingo, Rifter ed altre sorelle, Leaf 40 e Megane 40 base Fiat 500e ed Honda e. Sicuramente dimentico alcuni cinesi tipo MG ZS o MG5, così su piedi. Se le coreane scendono di gamma invece di concentrarsi sul segmento D a 800V rientrano anche loro.

      1. Ce ne sono un bel po’ di modelli, poi se ognuno vuole la propria “vestita” su misura non troverai mai la quadra. La cifra credo sia un buon compromesso, ripetiamo che chi compra un auto da 43k euro ed oltre non è che non lo possa fare anche senza incentivi anche perchè ha una discreta condizione economica quindi se fa lo sforzo e lascia a chi può spendere meno sia abbastanza giusto.

          1. Concordo, infatti ho sempre scritto la mia opinione sul plug-in a cui sono fortemente anzi totalmente contrario. Da questo punto di vista io avrei dato 0 euro per le stesse…

          2. Forse vogliono “incentivare” le plug-in perché le considerano meno inquinanti delle elettriche pure con batteria grande ma se cosí fosse si rischia una battaglia di retroguardia (PHEV vs BEV).. Potrebbe anche essere una soluzione “politica” di compromesso per attenuare l’ansia da autonomia che colpisce ancora diversi potenziali acquirenti.

  16. Sì dice che la strada per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni.
    Se dal punto di vista morale si può essere tutti d’accordo che non sia giusto pagare con i soldi di tutti i capricci dei ricchi, la stessa cosa non si può dire per le auto elettriche perché i costi di produzione sono per il momento ancora più alti rispetto alle auto a combustione e molte auto elettriche anche non di lusso sono ancora al di sopra 35.000 €
    Quello che a mio avviso la redazione non ha percepito è lo sbilanciamento verso i motori a combustione.
    In effetti il maggior incentivo è dato alle ibride plug-in (fino a 45000), auto che riducono l’inquinamento soltanto a patto di essere usate in modo preponderante in modalità elettrica ma che hanno pur sempre un impatto maggiore rispetto alle elettriche. Fino a 35000 € per BEV e termiche è un insulto all’intelligenza popolare perché sono agli antipodi per emissioni.
    Un provvedimento più ragionevole sarebbe stato 45.000 per le BEV, 35.000 per le plug-in, 25.000 per le termiche, in ragione delle minori emissioni e dei differenti costi di produzione.

    A me pare che si tratti di un decreto 500e e Jeep, e a pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca.

    È un decreto decisamente elettricida, basta vedere che termica si può acquistare per 35.000 € e un’elettrica per la stessa cifra. Se qualcuno o la redazione avesse voglia di fare qualche paragone secondo me vengono fuori cose particolarmente interessanti.

    1. Un esempio:

      Fiat Nuova 500 Action, autonomia 185 km, 26.150 €
      Fiat Nuova 500 Passion, autonomia 320 km, 29.900 €
      Fiat Nuova 500 Icon, autonomia 320 km, 31.400 €
      VW Tiguan 2.0 TDI 122 CV Life, 134 g/km, 33.750 €
      Jeep Renegade 1.3 Turbo 190 CV Limited 4xe, 49 g/km, 39.150 €

      Oh, io sono d’accordo che le BEV più sostenibili sono quelle con le batterie piccole anziché grandi, ma non credo proprio che un SUV diesel o una piccola fuoristrada (da città!!!???) siano una alternativa sostenibile al posto di una BEV. Eppure sono incentivate.

    2. I listini di Jeep plug -in sono fuori da questo target…
      LA Renegade 4xe, parte da soli 39000€.
      LA Compass 4xe è poco più cara…

      LA 500 icon, parte da 24000 di listino, ma ricordo che è un veicolo 4 posti, con la batteria meno capiente…

      Direi che non è così FCA oriented…
      Sono comunque d’accordo a mettere il bonus usufruibile a chi ne ha più bisogno… chi può permettersi una model X, per carità , ben vengano gli aiuti, ma è o no meglio aiutare chi magari può perndere una city car piuttosto che un Msuv… ?

      Purtroppo non ci sono molte alternative…

      🙂

  17. Salve. Ma x una 500e con rottamazione quando ammonta l’incentivo? Leggo sui giornali chi dice 9.000 e chi dice 6.000. Se qualcuno sa qualcosa mi faccia sapere. Grazie. E se qualcuno sa pure l’ecobonus-40% su l’etrico. Grazie

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