I costruttori contro il governo: “Se l’elettrico non va…”

 

I costruttori contro il governo: l’associazione di categoria Unrae prende spunto dai dati di vendita del mercato europeo per attaccare l’inerzia dell’esecutivo.

I costruttori contro il governo
Andrea Cardinali, direttore generale Unrae.

I costruttori contro il governo: poche colonnine e incentivi che non funzionano

L’Unrae segnala che anche ad agosto per le auto ‘con la spina’ il mercato italiano è fanalino di coda fra i 5 grandi mercati europei. Con una quota sì in parziale recupero al 9,1% (5,0% per le elettriche per le elettriche-BEV e 4,1% per le ibride plug-in-PHEV). Ma lontana da Germania (BEV al 31,7% e PHEV al 5,3%), Francia (BEV 17,3% e PHEV 8,4%), Regno Unito (BEV 20,1% e PHEV 7,7%) e Spagna (BEV 6,4% e PHEV 6,0%). Nel totale del mercato europeo le elettriche sono al 21,7%, le plug-in al 7,5%.  Il DG dell’UNRAE, Andrea Cardinali, attacca su un doppio fronte: insufficienti infrastrutture di ricarica e ritardo nell’attivazione dei sistemi incentivanti. I bonus, in particolare “sono in vigore da 7 anni in Germania, 12 nel Regno Unito, 13 in Spagna, 14 in Francia”, spiega. “In Italia invece, lanciati nel 2019 quando praticamente non ebbero nemmeno il tempo di iniziare a funzionare. E hanno dispiegato il pieno effetto solo nel biennio 2020-21. Per poi essere affossati già a partire dal 2022 con modifiche che ne hanno sterilizzato l’effetto”.

i costruttori contro il governo
Adolfo Urso, uno dei ministri chiamati in causa.

“Troppe norme inattuate, i ministeri devono accelerare”

L’Unrae chiede quindi una completa revisione dei bonus,senza dimenticare la revisione della fiscalità sull’auto aziendale”. Quanto alle ricariche, ricorda Cardinali , “la situazione al 30 giugno vede l’Italia al 15° posto nella graduatoria dei 31 Paesi europei per capillarità della rete pubblica. Molto lontana dai Paesi leader”. È necessario accelerare, consentendo a tutti gli operatori di accedere con proposte adeguate ai bandi MASE: “In particolare quelli in ambito extraurbano, che nel primo bando non hanno trovato nessun offerente idoneo”. L’Unrae sollecita poi il Ministero delle Imprese a emanare le norme attuative del DPCM 4 Agosto 2022. Necessarie a beneficiare dei 40 milioni annuali di incentivi per acquisto e installazione di colonnine di ricarica in edifici residenziali: “Attendiamo addirittura le norme sui 90 milioni stanziati tre anni fa per imprese e professionisti…: mai aperte dal Ministero le richieste di accesso ai fondi”.

  • Un punto di ricarica per tutti? Guarda come hanno fatto a Riva del Garda nel VIDEO di Paolo Mariano

Visualizza commenti (40)
  1. Cari, ho finalmente acquistato una Model 3. Anni fa feci un post con i difetti della stessa (mi pare fosse il 2018 o 19): tutti risolti con il model year 2022. Ora, mi scontro con due problemi:
    1) Come districarsi nella giungla di tessere/abbonamenti. Un mio amico consiglia di caricare per lo piu’ a casa e usare i Supercharger e BeCharge (con sconto Tesla Club Italia), lasciando perdere il resto. Ha senso?
    A latere: per quale motivo sui carburanti l’acquisto si fa esclusivamente on-demand, mentre nell’elettrico si sono inventati la boiata delle tessere/app/abbonamenti?
    2) A casa (condominio) ho 6kW. A parte i cavo che devo far tirare dal contatore al garage (dato che quello attivo non reggerebbe 3-5 Kw per lungo termpo), mi spiegate come sia possibile avere una colonnina da 22Kw, concretamente?
    Un grazie anticipato a chiunque sia cosi’ gentile da fornirmi qualche spiegazione in merito.

    PS. Ma solo l’unico che ha questi 2 problemi all’atto dell’acquisto di una elettrica? Mah!

  2. Come esercizio astratto

    se ci fosse la volontà di dare una accelerata al nostro ecosistema BEV, senza neanche strapazzare/aspettare i tempi costruttori, o l’arrivo di ottime auto cinesi a 20.000e e relative guerre commerciali-ideologiche

    chiedo, basterebbe modulare un poco gli incentivi?

    avevo letto un’ipotesi fatta qui da altri netta ed efficace ma con un costo che al momento necessiterebbe di troppa “visione” diciamo

    Da ignorante io pensavo a ritocchi più modesti, e cercando di fare in modo che non vengano incamerati per intero dai costruttori, ma ci sia almeno una loro piccola partecipazione al taglio dei listini, ad esempio:

    – lasciare a 3000e quelli per BEv sino a 42.700e, tanto le segmento C ed E iniziano a vendersi abbastanza bene

    – alzarli leggermente a 5000e per vetture segmenti B ed A, usando come soglia:

    > un costo massimo, es 30.000e
    la cifra è scelta apposta per far limare i listini ai costruttori di varie auto elettriche B che ora sono sopra i 30.000, ma già arrivano a questa cifra se vengono praticati sconti; giusto per togliere un po di sovraprezzatura ma senza che debbano strapparsi le vesti

    > oppure una soglia di peso del veicolo , es. 1470.kg,
    per tagliare fuori Suc-B e compatte C, premiando compatte B e A

    Incentare in questo modo solo le prime 100.000 vetture (per spendere meno), ma intanto l’ecosistema BEv si amplia prima e i costruttori sarebbero spinti a mettere a listino più velocemente allestimenti a costi più bassi

  3. Il discorso è molto semplice.
    Fino ad ora le case costruttrici facevano prima indagini di mercato per capire cosa voleva la gente e poi costruivano una auto su misura in base a ciò.
    Invece adesso, a seguito dei diktat di Bruxelles, vorrebbero imporre al mercato dei modelli di auto che dicono loro ma che, a quanto pare, non piacciono.
    Dunque il problema è che adesso i costruttori di auto se ne stanno fregando di ciò che vuole il mercato e per questo il mercato li punisce lasciando i loro magazzini pieni di auto invendute.
    Cominciassero a tornare alla vecchia strategia e sentissero cosa vuole davvero la gente prima di progettare un’auto.

    1. caprone manicheo

      Il problema è un altro, sull’elettrico vince Tesla e gli altri sono fuori mercato sia come prezzi che prestazioni/efficienza.

      La gente preferisce Tesla ed allora gli altri costruttori vogliono continuare a giocare sul tavolo dove hanno sempre vinto, quello del termico.

      Si rimboccassero le maniche invece di mirare sempre agli utili facili senza troppo sforzo.

      E ricordo a tutti che la termodinamica del pianeta se ne frega dei profitti di costruttori capricciosi e petrodinosauri che non vogliono terminare il loro ciclo.

      Il problema e che poi la pagano sempre gli innocenti.

  4. COME SPIEGARE A UN CANE CHE DEVE COMPILARE IL 730…
    Bravi all’Unrae…. dicono la stessa cosa che noi predichiamo da anni.
    Peccato che stiano tentando di spiegare a un carlino che dovrebbe compilare il 730. Il carlino li guarda con due occhi spalancati e anche scodinzolando. Aspetta che gli facciano vedere la ciotolina con le crocchette oppure il premietto ma di più non fa. Ecco il governo Italiano.
    Gli incentivi? no.. non ci sono i soldi. Quelli del pnrr li abbiamo già in programma per buttarli via degnamente in cose che non servono per dimostrare che li spendiamo tutti. Sulle colonnine siamo tutto daccordo, ad oggi il numero delle stazioni di servizio è abbondante se paragonato al parco auto ma.. diciamocelo.. mancano evidentemente nei Comuni. Vi faccio un esempio. Stasera mi vado a mangiare il risotto alla FIERA DEL RISO DI ISOLA DELLA SCALA (VR) e ho notato con un certo retrogusto di amarone che questo comune.. con un flusso di 500.000 visite in un mese di fiera non ha NEANCHE UNA STRACCIO DI COLONNINA (pardon.. ce n’è una di un albergo tipo ti ricarichi in 12 ore). Dico… questa è la capacità amministrativa del Comune? ecco la proiezione reale di tutto ciò su scala nazionale.
    Comunque..
    torniamo a noi.
    I costruttori di autoveicoli ogni tanto fanno la loro sortita come anche motus e ma dall’altra parte nessuno li ascolta. Incentivi sempre a singhiozzo e bonus wallbox praticamente nel libro delle favole.
    Prepariamoci, siamo sulla strada giusta per fare la stessa fine della Grecia ma all’ennesima potenza.
    PS: Quando affermo che i soldi del pnrr sono sistematicamete buttati via significa che ne ho prove concrete perciò vi prego… chiedetemi il perché.

  5. I costruttori europei si mettano il cuore in pace. Verranno ridimensionati e alcuni scompariranno. E questo a prescindere dai ridicoli tentativi protezionistici. Hanno avuto 15 anni per sviluppare l’elettrico e hanno fatto poco o nulla. Più i cinesi porteranno novità più ciò sarà evidente. L’unico che aveva capito il problema era Herbert Diess fatto fuori dal sodalizio propietari/sindacati di VW.

    1. d’accordo al 100%. E aggiungo che questo governo non vuole il successo dell’elettrico. Quindi anche le proteste sono inutili. al prossimo giro votino per altri.

    2. Si esatto. I costruttori hanno avuto molto tempo per sviluppare l-elettrico e non lo hanno fatto, ed ora piangono, mah

  6. Io sto solo aspettando il giorno, che arriverà perchè arriverà, in cui Cardinali dirà che le elettriche in Italia non si vendono perchè gli italiani sono dei barboni.

  7. Fares Brandoli

    Ripeto che per me la politica é divisiva e non aiuta quasi più nessuno coi suoi balzelli.
    Detesto che una buona idea di parte non possa diventare trasversale, per l’interesse di partito prima di quello nazionale.
    Incentivare la costruzione ed il riciclo di batterie e pannelli fotovoltaici non potrebbe mettere d’accordo un po’ tutti?
    Occupazione, pil, ambiente e prodotti nazionali non possono essere una convergenza?

    Comunque anche i francesi con l’ex gruppo PSA ci avevano visto lungo sulle bev, ovviamente oltre a Cina e Tesla

  8. Eugenio Davolio

    Interessante che si muova l’UNRAE, che, per chi non lo sapesse, significa Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri e che – quoto dal sito – “è l’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture, veicoli commerciali… [ecc.]”.
    [Case automobilistiche estere, sì… perché di italiane non ve ne sono praticamente più!]
    Questa uscita dell’UNRAE, però, a ben vedere è del tutto in linea con l’ormai decennale piagnucolio o invettiva (Tavares, De Meo, Blume) contro le auto elettriche, la UE, la Cina, l’inquinamento che non è poi così tanto, …
    La colpa delle scarse vendite di auto elettriche in Italia infatti viene sempre attribuita agli “altri” (incentivi troppo scarsi, poche colonnine… sempre il solito ritornello) senza mai guardarsi allo specchio.
    Non mostrano infatti alcun ripensamento sul loro approccio attuale all’auto elettrica, basato sulla proposta di modelli che, per il basso livello di innovazione tecnologica offerto, dovrebbero costare un buon 30-40% in meno di quanto costano oggi, e che invece vengono proposti a prezzi assurdamente alti in modo da poter così richiedere gli incentivi pubblici e lucrarci sopra.

  9. Ma che lo dicono a fare, abbiamo incentivi ridicoli, non tanto per il tetto di spesa (il più basso d’Europa), quanto il più povero: 5000 euro ma di questi solo 3000 sono quelli reali, 2000 euro per rottamare un’auto non si possono sentire… Quale auto funzionante e circolante, oggi, vale 2000 euro o meno? Quindi cosa incentivano, la rottamazione dei rottami? Chi sano di mente si mette a buttare un’auto funzionante per quella cifra? Provate a guardare qualsiasi sito di usato, per 2000 euro non c’è niente. Chi gira con auto euro 4 o peggio di infimo valore, poi, secondo voi ha quei 20.000 euro minimi che servono per una BEV? La controprova è che, con i prezzi più alti di 2-3 anni fa e i vecchi incentivi i fondi venivano sfruttati e si vendevano più BEV; con gli incentivi attuali non si vende praticamente niente, anzi sono più le auto vendute senza incentivi (Model y) che quelle che vi rientrano. Pagliacci al governo

  10. Il governo attuale ha fatto dei danni devastanti gia’. Altro che proteggere gli operai.
    I danni gia’ sono permanenti: chissa’ se in una decina d’anni arriveremo li dove gli altri arriveranno in meta’ tempo.

  11. “Ma lontana da Germania (BEV al 31,7% e PHEV al 5,3%), Francia (BEV 17,3% e PHEV 8,4%), Regno Unito (BEV 20,1% e PHEV 7,7%) e Spagna (BEV 6,4% e PHEV 6,0%).
    I bonus, in particolare “sono in vigore da 7 anni in Germania, 12 nel Regno Unito, 13 in Spagna, 14 in Francia”
    l’incentivazione quindi funziona in germania e basta, dato che una gran bretagna è al 20% con 12 anni, una francia al 17% con 14 anni e la spagna un (appena superiore al nostro) 6,4% in 13 anni..
    questi dati dimostrano appunto come sia colpa del governo italiano che non regala soldi la mancanza di vendite.. propriamente!
    PS: ma la spagna, non era quella tutta fotovoltaicizzata e con fabbriche di auto elettriche sul proprio suolo?
    chiedo per chi non capisce

    PS2: non eravamo tra i paesi con la miglior diffusione di colonnine (letto su vaielettrico)?

    1. Infatti non siamo d’accordo con l’Unrae su questo aspetto: le colonnine ci sono, il problema su cui i costruttori sorvolano è che producono solo modelli elettrici di fascia medio-alta, costosissimi. E in un mercato in cui da sempre si vendono soprattutto citycar, e in cui i redditi non crescono da anni, questo è un problemone.

      1. mario milanesio

        perdoni Mauro,
        sono per metà in disaccordo:
        “… in un mercato in cui da sempre si vendono soprattutto citycar…” e va bene
        “… e in cui i redditi non crescono da anni, questo è un problemone…” e qui va meno bene: non è che i costruttori devono venderci auto poco costose perchè le politiche economico-finanziarie da noi fanno acqua da tutte le parti!

        anzi, a ben vendere in una economia di mercato
        non regge nemmeno la prima: se si vendono solo citycar, ma i costruttori sanno anche che la politica è per larga parte orientata a mettere i bastoni tra le ruote
        ma quale costruttore mai si ingegnerà a produrre citycar per i Paesi come l’Italia
        se sa già che avrà margini più ridotti, e tante più grane?

        vorrei anche io citycar elettriche
        e vorrei tantissimo un cambio di paradigma economico che guardi al benessere prima del profitto

        ma pragmaticamente così non è.
        speriamo lo diventi, un po’ per volta

        1. Mario sai cosa? Manca una risposta convincente al perché in Europa non ci sia una vera concorrenza sui prezzi. In Cina vendono sottocosto. Negli USA fanno salti mortali per ridurre i costi (o se proprio ti chiedono soldi almeno le auto sono full optional, al top). Da noi nisba. Da noi solo aumenti mostruosi, solo premium e luxury. Le citycar scompaiono (anche a benzina, vedi Ford Fiesta) e i prezzi si impennano. I costruttori vendono meno ma grazie ai margini impazziti guadagnano di più.

          Noi in Europa soffriamo secondo me per un cartello “di fatto”. Non dico che si sono incontrati in una masseria sulla Sila per mettersi d’accordo, dico che di fatto stanno giocando tutti al rialzo. Per questo la mossa della Von Der Leyen è pericolosissima: perché chiude a nuovi player, quelli abituati a farla davvero la libera economia con la concorrenza tra le aziende. Tra l’altro rischia anche Tesla perché la Model 3 è cinese, come in modo chiaro ha tuonato De Meo.

          In una recente indagine condotta lo scorso anno il 76% degli italiani dichiarava di essere disposto a spendere max 30.000 euro per l’auto nuova e in questi prezzi rientra a malapena la MG4 (anche perché max 30.000 euro non significa esattamente 30.000 euro). Chiaro che con questo potere d’acquisto l’elettrica ha difficoltà. Anche per quel 24%, se uno vuole spendere, che so, 32000 euro, acquisterà la Kia Sportage hybrid da 150 cv, non c’è un suv elettrico di pari categoria a 32000 euro. Il punto di pareggio vero si realizza molto più avanti, intorno ai 39000 euro della Tesla Model 3 dove a quel punto la percentuale di italiani si riduce al lumicino (anche perché vanno scartati quelli che hanno problemi logistici).

          Comunque aspettiamo ancora qualche anno le elettriche economiche, poi i numeri cambieranno …

          1. mario milanesio

            perdona Enzo,
            io non sono un amante viscerale del libero mercato
            ma mi sembra evidente che ai costruttori interessi il profitto e non il prodotto e men che meno la soddisfazione del cliente,
            se prodotto e soddisfazione del cliente non generano più profitto ma proprio tanto di più.

            liberismo disumano e ignorante? sono d’accordo
            ma prima di piagnucolare sul fatto che non ci costruiscono le macchine per la gente comune
            sarebbe bene che la gente comune si chiedesse cosa diamine vota quando va a votare, e cosa pensano del liberismo quelli che vota

      2. Mauro, è vero, le colonnine le stanno installando a raffica, ma sappiamo benissimo tutti quale è il problema, l’abuso delle aree adibite alla ricarica e l’operatività delle colonnine. Inoltre oltre al rapporto auto / colonnine dovremmo iniziare anche a guardare a quante colonnine ci sono per chilometro di strade percorribili in auto.

      3. VINCENZO VICINANZA

        Le colonnine ci sono?!
        Le colonnine non ci sono… ed Unrae non dice baggianate. Ci fossero sarei già passato a Tesla (nonostante, da pollo consapevole, avrei il problema di non sapere a chi pollo piazzarla dopo 8 anni se non a Tesla entrando anche io nella categoria degli acquisti ciclici di auto con annessi soldi regalati di continuo al Brand in questione)
        Le colonnine sono soprattutto assenti dove c è un alta densità demografica con Alveari condominiali privi di piani seminterrati.
        Questo è lo specchio a Napoli e provincia.
        Sommiamo gli abitanti dei vari Comuni Limitrofi… Tiriamo il totale e vedrà che le Colonnine non ci sono.
        Facciamo uscire Paolo dalla “Confort Zone” e venite in provincia di Napoli.
        La Verità è una cosa Meravigliosa

        1. Perchè dopo 8 anni sei già sicuro di dover sbolognare la Tesla a qualcuno? Aspetta che per la risposta apro i popcorn e mi preparo a ridere di gusto.

      4. Ha perfettamente ragione caro Tedeschini, solo che non è un problema di facile soluzione. Proporre delle BEV a prezzi affrontabili per chi compra i modelli della top ten UNRAE Italia significa allo stato attuale significa lesinare su livelli qualitativi e dotazioni oppure sulla componentistica elettrica, autonomia e features di ricarica, si veda la Dacia Spring. Non essendo i costruttori delle ONLUS, come si risolve?

        1. Sa come diceva Enzo Ferrari ai suoi in questi casi? “Sviluppev”, che in dialetto modenese significa sviluppatevi, ingegnatevi, datevi una mossa. Quando nei primi anni 50 Vittorio Valletta diede l’incarico di costruire un’auto di 3 metri alla portata degli operai Fiat (con le rate, all’epoca le cambiali), nessuno credeva che fosse possibile. Eppure Dante Giacosa ci riuscì. Oggi l’esigenza di chiudere dei super-bilanci ogni 3 mesi induce a evitare gli investimenti di lungo respiro, ma così facendo si stanno tagliando intero grandi fasce di popolazione dalla possibilità di comprare un’auto. Non è il tipo di mondo che preferisco.

          1. “Sviluppèev” è quello che disse pure Piech ai suoi quando fu il momento di approntare dei diesel da vendere negli USA e in Europa, dovevano essere puliti, potenti, parchi nei consumi e costare poco da costruire. E’ andata a finire che “non son stati buoni di farli” ed hanno imbrogliato, in buona compagnia visto che parecchi altri costruttori furono messi alla sbarra, FCA, MB, BMW e via dicendo. Il che lascia lecitamente pensare che il problema non fosse tanto il riuscire a rispettare i limiti di emissioni, ma di riuscire a farlo in maniera economicamente sostenibile per una produzione in larga serie. Tra l’altro, sempre il buon Ferrari ne avrà detti a decine di “sviluppèv” negli anni prima di passare a miglior vita vedendo le sue macchine che non riuscivano più a vincere campionati mondiali, quindi sappiamo bene tutti che non basta l’ordine del capo per ottenere il risultato quando questo non è alla portata.
            Oggi le esigenze di bilancio, le richieste dell’azionariato e un mondo completamente diverso da quello degli anni 50 rendono a mio avviso difficilmente replicabili le imprese di un Dante Giacosa o di un Giuseppe Busso o di un Ferdinand Porsche, vedo molto più difficile che salti fuori il genio con la soluzione in tasca che nessun altro era riuscito a scoprire: lo sa anche lei, non ci si sveglia alla mattina con il progetto di una nuova batteria che costa un decimo e tiene il decuplo rispetto alle attuali, nonostante i vari proclami miracolosi che ogni tanto social e riviste ci appoggiano in cerca di clickbait.
            Son d’accordo con lei, non è neppure il mio di mondo preferito ma questo è.

          2. -così facendo si stanno tagliando intero grandi fasce di popolazione dalla possibilità di comprare un’auto. Non è il tipo di mondo che preferisco.-

            Ci renda però almeno atto che, sia detto con la massima serenità, questa cosa in parecchi tra cui il sottoscritto la stanno ripetendo da anni. Sentendosi dare dei baggiani però. Non da lei, sia chiaro.

          3. Non ci credo più che a fine 2023 sia un problema di costi realizzare una compatta BEV più economica

            era un problema nel 2021 e parte del 2022 con al crisi logistica e i prezzi di energia e materilai, infatti i listini sono saliti in quel momento, ma questo è passato da più di un anno

            è una strategia commerciale, brand europei massimizzano i profitti a breve, ma stanno facendo un gioco pericoloso anche per loro

            la Dacia Spring che citi ha un costo di produzione che non è neanche la metà del prezzo di listino, se vedi che in Cina è venduta a circa 9000e, sino a 12.000e una versione più rifinita della nostra

            Te lo argomento per l’europa:

            non prendiamo VW, che sono lenti e imbarocchiti,
            fanno una riunione per stabilire la prossima riunione per decidere una cosa, e i dirigenti si aggiornano via fax, è una barzelletta ma su un fatto vero

            ma per es. Stellantis, una utilitaria stellatis ICE costa 15.000e compresi margini concessionari

            il motore elettrico con inverter costa meno di un motore termico, con cambio e le centinaia di accessori necessari; si stima -2000e

            ma facciamo pari e patta, diciamo che ci paghiamo 500e di upgrade da climatizzatore a pompa di calore e qualche altro optional

            rimane il costo aggiuntivo della batteria, per una compatta diciamo 5000e costo produttivo; mettiamo anche che finché non partono gli stabilimenti in europa, per ora Korea e Cina gliele vendano molto care (non credo visito che gli danno chimiche non aggiornatissime); quanto care?

            andiamo a comprare una batteria di ricambio VW da 58 kw.h di ricambio, al prezzo commerciale per un privato, pari a 9000.e, cosi siamo sicuri che stiamo sovrastimando

            15.000.e + 9.000e =
            24.000e auto compatta con 58.kwh

            e uno straccio di software e architettura, magari non sarà brillante, ma lo hanno già, sono anni che producono e affinano le E-corsa / E-208

            cosa gli impedisce di vendere già quest’anno una specie di nuova panda con un allestimento senza fronzoli esagerati a 24.000e e averci sopra anche margine?

            che preferiscono no bruciarsi il bacino di utenza, centellinare finche no c’è concorrenza, vendere prima la stessa auto con qualche filetto cromato ( E-600 ) a 35.000e con alti margini, meno sbattimento, gli altri aquirenti rimangono in coda per aquistare in futuro (se riescono a tenere fuori i modelli cinesi) o magari gli aquistano una termica

            e per Vw, cosa ne fa delle e-up? erano a circa 27.000e ma non sono più a listino in italia

            Dai, non prendiamoci in giro sui costi produttivi

      5. siamo perfettamente d’accordo: sul discorso colonnine ho già detto la mia (tutti stalli elettrificati + colonnine rapide in punti nevralgici per chi è in movimento), sul lato vetture non si può sentire costruttori o chi per loro chiedere sempre l’aiutino di prassi fiat per vendere.. proponete prezzi troppo alti o/e mezzi molto pretenziosi e vi lamentate che pochi vi filino? si chiama rischio d’impresa.
        a quanto leggo qui le vw e-up le comprerebbero come il pane ad esempio, ma nisba, id.4.5.7.buzz quante ne volete (a 3/4/5 volte il costo).
        e per quanto mi riguarda, l’economia di scala è una balla colossale: dal momento della progettazione (in cui sono già previsti anche i vari restyling), la previsione del costo viene spalmata su tutti gli anni di produzione del mezzo, che costerà “uguale” dal primo all’ultimo: leggere nei commenti che “adesso” costano tanto per l’economia di scala mi.. 😞

    1. Il governo è semmai contro qualsiasi tipo di auto privata, visto qualunque tipo di provvedimento o non provvedimento messo in atto riguardante l’utilizzo dell’auto a partire dalla tassazione dei carburanti per andare a blocchi al traffico, ztl e quant’altro.

  12. Non c’è bisogno di incentivi. Abbiamo raggiunto il 5% e secondo la nota legge che chi arriva al 5% poi domina il mercato, è fatta. Presto anche noi saremo 100% elettrici 😀 😀 😀

    Scherzi a parte, notavo che la Model 3 e la MG4 XPower costano meno da noi che in Germania, nonostante noi abbiamo l’iva al 22 e loro al 19 (ovviamente senza considerare gli incentivi). Sarà perché avendo un tetto a 42700 euro i costruttori devono limare i margini per rientrarci?

    1. Chiaro, c’è il limite massimo per usufruire degli incentivi, i prezzi si adeguano di conseguenza.
      Fra l’altro proprio Tesla ha ridotto la propria marginalità abbassando i listini, scelta dovuta alla volontà di aumentare l’occupazione nelle proprie fabbriche.

    2. Concordo che i 2000 euro della rottamazione sono giusto per chi fa un incidente o guasto, un usato marciante anche 15cennale ha valutazioni ben superiori.
      Il nostro tetto degli incentivi lo trovo ben tarato. Inutile fare regali a segmenti alti.
      Ricordiamoci che i numeri di tanti altri paesi, sono ancora drogati da incentivi molto generosi, specialmente in Germania c’è una corsa all’elettrico perché nel 2024 ci sarà un bel taglio. Non mi soprenderebbe vedere l’elettrico sotto il 20% in Germania nel 2024. L’Italia, come giustamente ripetuto più volte, ha bisogno di city car o segmento B, sui 20k, per poter davvero svoltare. Temo però che ci voglia ancora qualche anno. Ma dopo tutto, cosa c’è di male in questa situazione? Quando arriveranno i prodotti giusti, vedrete che gli acquisti avverranno.

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