I contadini cinesi invecchiano e i giovani sono meno interessati all’agricoltura. Il governo punta sui trattori e le macchine agricole a guida autonoma ed elettriche.
Come vediamo nel video qui sotto, si tratta di un prototipo quindi si hanno poche informazioni su motore, batteria e prestazioni. Interessante il design post moderno e il sistema di ricarica smart. Viene usato anche per arare, indice di una buona potenza.

Ne parla anche l’ambasciata in Italia
La Cina sta investendo massicciamente sull’elettrico, in tutti i settori. Anche in agricoltura come abbiamo visto nel video trasmesso dalla televisione New China e postato su Facebook dall’ambasciata cinese in Italia.
Leggiamo direttamente dal post: “E’ stato varato di recente il primo trattore elettrico a guida intelligente. La macchina agricola è la prima al mondo a coniugare Intelligenza Artificiale ed un motore al 100% elettrico. Ha superato brillantemente i test e sarà presto immessa sul mercato”.
La spiegazione dell’investimento è sempre legata ai cambiamenti demografici: “La Cina negli ultimi anni sta investendo nell’hi-tech, in particolare nell’automazione del settore primario”. A causa di “un grande problema che la Cina condivide con altri paesi come Australia e Stati Uniti: l’invecchiamento di chi lavora la terra ed un mancato rinnovamento generazionale”.
In 7 anni rendere autonome le macchine agricole
Come ci informa un articolo dell’agenzia di stampa Reuters il governo ha approvato un programma di rinnovamento delle attrezzature agricole in direzione guida autonoma. Si stanno spingendo le aziende a sviluppare entro 7 anni macchinari completamente automatizzati ed in grado di “piantare, fertilizzare e raccogliere ciascuna delle colture principali della Cina: riso, grano e mais”.
Test nelle risaie
Changzhou Dongfeng CVT Co Ltd è l’azienda che ha già sfornato un veicolo autonomo sperimentato in una risaia di Xinghua, una contea nella provincia orientale di Jiangsu. Pechino sta sostenendo le sperimentazioni in tutto il paese, un processo gestito dal gruppo Telematics Industry Application Alliance (TIAA). Partecipano il produttore statale YTO Group, quello di sistemi di navigazione Hwa Create e Zoomlion Heavy Industry Science & Technology Co Ltd.
Tutti i veicoli Made in China
Alla Reuters Lei Jun, dirigente del centro tecnologico YTO, ha detto che puntano a sviluppare al più presto la produzione industriale.
Pechino ha incluso le macchine agricole nella campagna “Made in China 2025” ovvero la stragrande maggioranza delle sue attrezzature agricole dovrebbe essere prodotta dentro i confini nazionali.
LEGGI ANCHE: La Turchia ha il trattore elettrico: 95 CV (70kW) ed 8 ore di autonomia
Tralasciamo l’inutile per non mancarle di rispetto. I contenuti del comunismo? Li decide il Partito Comunista Cinese. Questa la risposta. Idem per l’agricoltura cinese, la governa il Partito Comunista Cinese. Se, posso anche dubitarne visto quello che ha scritto, ha letto l’articolo trova la citazione di una corrispondenza della Reuters (una delle agenzie internazionali più autorevoli) dove ci informa, così come l’ambasciata cinese in Italia, che il governo cinese entro 7 anni vuole rendere autonome le macchine agricole. Un progetto per rispondere alla senilizzazione della manodopera contadina e alla fuga dalle campagne dei giovani. Questo il programma che si accompagna a Made in China ovvero all’autarchia industriale che deve portare all’autosufficienza nazionale nella produzione dei veicoli agricoli. Le farm 4.0 sono il manifesto delle agricolture del pianeta. Una tendenza. Esporteranno i loro trattori, questo è solo il primo di una serie, certo. E’ scontato.
Proprio un bell’articolo “inutile”. I cinesi non hanno di certo carenza di manodopera e, peraltro, i trattori che costruiscono nelle classi di potenza superiore, copie di prodotti internazionali, sono piuttosto scadenti, al momento, e la loro sensibilità per l’ecosistema mondiale è pari a una frazione dello zero, quindi, se si impegnano su un prodotto del genere non è sicuramente per il mercato interno ma per venderlo agli storditi come noi, che non riescono a gestire quasi più nemmeno l’ordinaria produzione di zappe e badili.
Tutto il mondo si impegna ,pensa ,fa per l agricoltura valutando il fatto che sono posti di lavoro gia disponibili e che a loro volta creano indotto e ricchezza per il paese . Sol o l italia nella migliore delle ipotesi se ne frega quando addirittura si accanisce contro. Mah che strano paese.
Comprensibile lo scoramento quando la competizione internazionale fa ridurre i margini delle aziende al di là della qualità del prodotto – un lavoratore agricolo costa 11 euro all’ora in Italia, la metà in Spagna e solo 1 euro in Marocco – ma non dobbiamo dimenticare l’eccellenza riconosciuta delle nostre produzioni sia in campo sia nella fabbriche che sfornano tra le migliori macchine agricole al mondo. Speriamo sempre più a emissioni zero.