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Hyperloop Italia e FNM studiano il Milano-Malpensa in 10 minuti

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Hyperloop Italia e FNM sono in procinto di sottoscrivere una lettera d’intenti per avviare uno studio di fattibilità tanto ambizioso quanto rivoluzionario. Il progetto riguarda la creazione di un collegamento tra la stazione di Milano Cadorna e l’aeroporto di Malpensa sfruttando la tecnologia a levitazione magnetica passiva. Saranno sei i mesi rivolti per l’analisi tecnico-economica-giuridica dell’operazione che pone al centro efficienza e sostenibilità.

L’innovazione rivolta al futuro

Le nuove forme di mobilità, soprattutto se improntate alla sostenibilità ambientale e all’impatto zero – commenta il presidente di FNM Andrea Gibellisono una frontiera che vogliamo esplorare e un’opportunità che vogliamo cogliere“. La società meneghina desidera infatti sviluppare una cultura dei distretti tecnologici legati al concetto di open innovation. Si tratta di una visione legata alla condivisione del proprio know-how ingegneristico e infrastrutturale con aziende orientate al futuro attraverso la ricerca. Su questo presupposto Hyperloop potrebbe ridisegnare la mobilità del capoluogo lombardo. Merci e persone potranno viaggiare tra Cadorna e Malpensa in soli 10 minuti (attualmente la tratta richiede 43 minuti).

All’alba della quarta rivoluzione industriale

Il decennio 2020-2030 porterà l’uomo verso nuovi modelli economici, sociali e industriali – afferma Bipop Gresta, presidente di Hyperloop TT. – I cambiamenti climatici richiedono il passaggio immediato verso un modello economico basato su sistemi resilienti e sostenibili“. A tal proposito l’imprenditore ha spiegato il cambio di paradigma che apporta la propria capsula a levitazione passiva. L’ecosistema Hyperloop si alimenta attraverso la combinazione di energia solare, eolica, geotermica, cinetica e rigenerativa, (quest’ultima ottenuta durante le frenate del convoglio). Attraverso le simulazioni finora elaborate, questo mix permetterà all’intera struttura di “creare fino al 30% di energia in più rispetto alle proprie necessità“, trasformando radicalmente il concetto d’infrastruttura.

La portata dei cambiamenti tecnologici non si limita qui. La capsula Hyperloop (lunghezza 32 metri, larghezza 2,75 metri) viaggerà in tubi modulari dove il vuoto verrà mantenuto da pompe dislocate ad intervalli di un chilometro. Al momento sono previste tre configurazioni (rispettivamente da 32, 40 e 50 passeggeri). Permetteranno trasferimenti flessibili su brevi e lunghe distanze, raggiungendo quasi la velocità del suono (oltre i 1.000 km/h). Le simulazioni finora condotte dall’azienda hanno tracciato un costo per la costruzione compreso tra i 20 e i 40 milioni di dollari per chilometro, con un tempo di ritorno per l’investimento tra gli 8 e i 15 anni. Si tratta però di valutazioni che verranno riviste a valle dello studio rivolto al mercato italiano. Nel frattempo gli appassionati di fantascienza possono continuare a sognare.

– leggi anche: Hyperloop TT sbarca in Italia: Roma-Milano in 25 minuti

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4 COMMENTI

  1. Il futuro non ha limiti teorici, ma questo qua è un parto troppo vicino alla sua concezione per considerarlo una soluzione. Mettiamo i piedi per terra e non imbarchiamoci in avventure economicamente pericolosissime, con questi chiari di luna.

    • Caro Claudio, oltre alla questione economica, credo che si debba valutare attentamente anche l’impatto sociale di questo progetto.

  2. Attualmente abbiamo il dimostratore MagLev Shanghai Transrapid.

    Dimostratore benché stabilmente inserito dal 2004 nella rete del sistema della Metropolitana di Shanghai, linea nera.

    La “Linea di operazione dimostrativa del Levitazione Magnetica di Shanghai” non sta costando poco a livello manutentivo e la manutenzione non può che essere predittiva considerata la velocità in gioco (600 km/h) e l’infrastruttura stabile.

    Ragion per cui questa tecnologia che da sperimentale è diventata dimostrativa dopo 16 anni resta tale e non è stata diffusa altrove, su tratte più lunghe dove teoricamente potrebbe essere competitiva con l’aereo considerate le stazioni di attestazione tra città che eviterebbero il trasferimento in aeroporti e il chek in.

    Le due tecnologie MagLev si chiamano:
    – Sospensione elettromagnetica
    – Sospensione elettrodinamica

    Gli alti costi di manutenzione e le operazioni manutentive al momento ne hanno scoraggiato l’uso su lunghe tratte e nella creazione di una rete MagLev.

    In Cina questo programma trasportistico è stato sospeso a tempo indeterminato.

    Speriamo sia la volta buona con la tecnologia dell’Hyperloop, ma tutto dipenderà dai costi di manutenzione e di esercizio.

    https://www.youtube.com/watch?v=PTo-krTSZBA

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