Hurba 300S: elettrico italiano da 350 Km di autonomia

È il primo due ruote targato Hurba progettato e assemblato interamente in Italia. Il nuovo maxi-scooter elettrico 300S dichiara fino a 350 km di autonomia ed è omologato per andare in autostrada. Spicca la ricarica rapida di stampo automobilistico.

Hurba ha messo un nuovo importante mattoncino nella sua giovane storia nel mondo della mobilità elettrica su due ruote. Con il lancio del nuovo maxi-scooter 300S ha infatti ufficialmente inaugurato il suo recente status di costruttore nazionale, sviluppando ed omologando il primo modello interamente in casa propria, alle porte di Roma.

Autonomia record, ricarica veloce e va anche in autostrada

E questo è certamente uno dei motivi che rendono questo scooter prestazionale così interessante da scoprire. Un modello cui, specifiche alla mano, non sembrano mancare le peculiarità per farsi notare.

A partire dai dati sull’autonomia, notevole per la categoria: 350 km dichiarati con una singola ricarica, frutto di una batteria di nuova generazione Nanocarbon 2.0 da 10,73 kWh con celle CATL, la cui capacità Hurba dichiara aumentata del 75% rispetto alla versione precedente.

La potenza del motore brushless fino a 15 kW (11 kW nominali) garantisce inoltre ad Hurba 300S di accedere a tangenziali e autostrade italiane, con velocità di punta di 130 km/h. Tre le modalità di guida previste (Eco, Trip e Performance).

E a proposito di ricarica, il 300S inaugura il sistema AC Type-2 “Parallel Super- Charging”, ricarica rapida con opzioni on-board standard da 2 kW o fast da 3,3 kW di potenza. Lo stesso usato per le auto elettriche, compatibile con wall-box e colonnine pubbliche.

Le dotazioni? Retromarcia e assistenza alla guida

L’azienda romana non si è risparmiata nemmeno in fatto di ciclistica, valorizzata grazie a nuove sospensioni posteriori idrauliche a steli rovesciati, impianto frenante CBS di livello automotive con pinze maggiorate. Gli pneumatici sono da 14” all’anteriore e al posteriore. Il peso è di 190 kg, batterie incluse.

Il design è quello tipico dei maxi-scooter, fatto di forme non banali ma funzionali. Con un pizzico di comfort in più grazie alla sella del tutto impermeabile. Tra le dotazioni tecnologiche di serie, da segnalare la retromarcia assistita (5 km/h), il cruise control e l’antifurto elettronico.

Dotato di una doppia porta USB, Hurba 300S può contare su un sistema di infotainement e connettività di prim’ordine.
Il display LCD “intelligente” di serie (Smart Dynamic Display), con Carplay™ e Android Auto™, offre oltre alla navigazione diverse opzioni di interfaccia con l’utente, incluso il monitoraggio del veicolo e la diagnostica live.

In più, dal 2026, sarà disponibile a bordo anche un sistema avanzato di assistenza alla guida (ARAS), per monitorare i punti ciechi e segnalare gli incroci pericolosi, e rendere così più sicura la guida.

Il nuovo Hurba 300S è ordinabile sul sito ufficiale dell’azienda – guidata dal fondatore e CEO Camillo Piscitelli – disponibile in varie colorazioni già a partire dal 10 settembre. Il prezzo parte da 6.042 € sfruttando gli incentivi dell’Ecobonus (8.990 € di listino).

  • GUARDA ANCHE LA NOSTRA PROVA SU STRADA DI HURBA STREET RAPTOR 300S

Visualizza commenti (37)
  1. Sono stato questa mattina in showroom a vederlo. È spettacolare ragazzi! Il display mi ha lasciato sconvolto, è un salto nel futuro pare una Tesla su due ruote. Impressione veramente ottima… Inutile dire che ho lasciato l’acconto. Segnalo inoltre che applicano ancora ecobonus.

    1. Adesso una tesla non esageriamo hahaha però si concordo, sono stato anche io ieri e ammetto di essere rimasto colpito. Non solo dal display (che è wow!) ma dal mezzo in generale. Stavano armeggiando con l’impianto elettrico e ho buttato uno sguardo… sembrava un computer di ultima generazione. La batteria è molto particolare, si vedeva da sotto la sella mentre lavoravano.

  2. È palese che il prodotto non si posiziona proprio per il fuori porta inteso come gran turismo. Anche se chi lo definisce solo “per uso cittadino o poco più” mi sembra veramente voler squalificare per forza. Ma dove vivete? A Los Angeles? Lo sapete che i trasbordi tipici giornalieri, media nazionale, non superano i 30 km? A poco più di 6000€ con incentivi, io mi rottamo il mio vecchio xmax 2014 e ho svoltato perché questo è quello che mi ci vuole per me che faccio tra l’altro 90 km ad andare e 90 km a tornare, dai castelli romani fino al centro di Roma. I weekend lo potrò usare tranquillamente per gite fuori porta dalla mattina alla sera. Ammesso che mi serva la colonnina non è un problema fermarmi un’oretta o due, è il tempo di un pranzo e di una passeggiatina su un lungo lago qualsiasi! Il resto sono chiacchiere. È esattamente il segmento in cui si posiziona questo scooter. I possessori di scooter a benzina da 700 km di autonomia con un pieno (mah..) se ne facessero una ragione.

  3. @Ale
    Purtroppo il sito non mi lascia rispondere direttamente al commento. Chiedo scusa per la mia palese incapacità di far passare il concetto. Cercherò di essere ancora più “semplice”. Esempio: tra due giorni domenica ho voglia di andare al lago di Tenno (a nord del lago di Garda,io sono a Parma). Con il mezzo in questione devo scegliere esattamente e con la massima attenzione dove andare a dormire , se voglio passare lì la notte, devo infatti assicurarmi che lì, in hotel, ci sia la possibilità di ricarica. In caso contrario dovrò cercarmi una colonnina da una qualche parte e stare lì fermo due ore a ricaricare ovunque questa si trovi. Fermo restando che con la singola carica arrivi fino a lì. Non mi pare proprio un prodotto per gite fuori porta, per un modello che all’atto pratico e al netto del prezzo rimane solo per uso cittadino o poco più in là . P.s. Sì sono andato in scooter fino a lì e anche oltre nella mia vita.

    1. Ammesso e non concesso che la sua destinazione sia un “giro fuori porta”, da Parma a Tenno sono 188 km e ci arriva senza ricaricare. Guarda caso, proprio nel parcheggio Lago di Tenno l’attende una bella colonna in Ac dell’ottima Neogy. Due prese (una al momento è occupata)

  4. Alessandro, per carità tutto si può fare però smontare la ruota posteriore di uno scooter elettrico con motore integrato nel cerchio non è proprio una passeggiata, staccando una spinetta. Ho esperienza col mio Niu, forse non saranno tutti così. Quando ho dovuto cambiare la prima gomma sono andato dal mio gommista il quale mi ha detto ciao, te lo scordi: portami la ruota smontata o vai in officina. Cercato l’immancabile video sul tubo la ho smontata da me, ma vuol dire togliere tutto il vano sotto sella e sella compresa,la serratura col relativo cavo, i maniglioni. Per potere arrivare al controller foc. Poi con la santa pazienza si smontano i cavi di potenza e i connettori di controllo e si sfila il cavo dal forcellone. A questo punto tutto il lavoro meccanico togliendo il perno e tutti i vari distanziali. Quando finalmente la ruota ti resta in mano puoi andare dal gommista. Dopo aver rimontato tutto accendo e scopro che sul display compare un simpatico messaggio di errore con lo scooter bloccato, qui credo di averli nominati tutti e 365 sia avanti che indietro…
    Rismonto per scoprire che era un pin del connettore del controller che si era un po’ sfilato. Ecco, diciamo che c’è da passare il tempo, comunque a me piace, adesso mi sono comprato quello nuovo, Nqix 500 che dovrei ritirare a giorni, con il quale credo di avere risolto il problema di autonomia ( circa 70 km al massimo, questo dovrebbe arrivare a 100). Tutta roba cinese che ormai ha raggiunto qualità ottima

    1. -vuol dire togliere tutto il vano sotto sella e sella compresa,la serratura col relativo cavo, i maniglioni. Per potere arrivare al controller foc. Poi con la santa pazienza si smontano i cavi di potenza e i connettori di controllo e si sfila il cavo dal forcellone-

      Assoltuamente, completamente, totalmente, inderogabilmente lungi da me voler minimizzare il suo fastidio.
      Ma converrà che tutto quel disastro è stato causato da una progettizione “diversamente accurata” di quel che si deve fare su quello scooter per smontare la ruota dietro.
      Evento tutt’altro che peregrino, tra l’altro.

      Cioè, l’errore non è nel motore-ruota in quanto tale, bensì nella testa del demente che per smontare la ruota ha previsto di dover “togliere tutto il vano sotto sella e sella compresa, la serratura col relativo cavo e i maniglioni”, eccetera.

      E’ palese che lavorando come si deve (e non con la testa di chi deve “buttar fuori” la moto e poi c@zzi di chi se la compra) si possa fare una “situazione” dove la ruota-motore è fissata da quattro viti/bulloni (due sul perno, due “di sicurezza”) e il motore si sgancia dalla centralina con una semplice quanto “adeguata” connessione a spina..
      Se capita come capita a lei, la colpa è solo del progettista.

    2. Concordo sul problema smontaggio ruota. Oltretutto metterla sul levagomme è un gran problema (almeno per il mio gommista), il motore sporge e rende molto complicato l’intervento di estrazione della gomma.

  5. Allora guadi, mi creda pure sulla parola: se la cosa non è progettata palesemente nel modo sbagliato, dover “rimontare” una catena nella corona e poi fargli la tensione è quasi sempre più fastidioso.

    Quando andavo in pista col Suzuki 1000 avevo due set di cerchi con su le gomme o di diversa mescola o le slick da una parte e le rain dall’altra.
    Dovendo lavorare per terra, con la moto sui cavalletti ma non sul banco, ogni volta era il calendario al completo.
    E capirà: era la mia moto, sapevo esattamente cosa dovevo fare. Eppure…

      1. Vedo che l’argomento è stato sviscerato in un’altra discussione..
        A quanto pare, se le moto termiche possono dare filo da torcere, molti scooter elettrici richiedono piú di un calendario per portare a termine il lavoro con la gomma 😉

  6. Complimenti alla redazione per queste notizie che fanno benissimo al panorama. Più notizie da queste realtà!

  7. Buongiorno,

    aspetto con ansia un modello che permetta anche gite fuori porta in discreta tranqillità. Purtroppo ancora non ci siamo, ricarica troppo lentaper pensare di andare oltre l’autonomia del mezzo. Ho un maxy scooter che va benissimo, trattato bene , ma ogni cvolta che lo accendo in garage e sento la puzza che fa…. purtroppo siamo ancora lontani da ricariche in 20 minuti per scooter “grandi”.

      1. Ma infatti…. Poi il mezzo si ricarica in 3 ore. Ancora non sono sufficienti? Solo un pazzo dopo aver percorso 200 km si rimette in viaggio, in scooter, per altri 200 km dopo 20 minuti. Compratevi una macchina.

        1. Ma giusto!
          Pensi che tutte le volte che mi è capitato di fare dei viaggi in moto impegnativi, chessò, tipo da Milano a Bologna, ho sempre messo in conto di fermarmi a Fidenza per far tappa a dormire.

          1. Ma caro, io rispondevo al nostro amico che con grande saggezza ci faceva notare che dopo ben 200 km solo uno sciagurato aspirante suicida non si fermerebbe quelle minimo minimo due o tre ore a riposare prima di pensare (vivaddio, solo pensare!) di rimettersi in sella e poterne fare addirittura altri 200. O folle!

            Se tu nella tua vita col DesmoTrattore hai osato mai fare Bologna-Milano senza fermarti adeguatamente a metà strada per almeno il tempo di una robusta pennichella, sappi che ti sei preso degli enormi rischi e devi ritenerti miracolato per essere sopravvissuto. O sconsiderato amico.

          2. Cioè lei quindi fa 350 km senza fermarsi, poi dopo 20 minuti deve assolutamente ripartire. Nessun pranzo, nessuna passeggiata, no gite. O non ha capito il prodotto o lo fa apposta… Ribadisco che la macchina è il mezzo più adatto e lo scooter in questione non mira a sostituire le quattro ruote o ad essere un mezzo per fare Milano Parigi senza mai fermarsi.

          3. -lo scooter in questione-

            Ma ci mancherebbe, non sto dicendo che ha torto.
            Sorridevo (non poco) del fatto che lei cataloga come “pazzia” ciò che la quasi totalità di chi viaggia veramente in moto fa normalmente. Ho provato a far tappe di trasferimento da 700 km al giorno e le tempistiche erano quelle. Poi certo: a destinazione magari si sta fermi anche due o tre giorni.
            Ma nel frattempo il bello è proprio andare in moto, non far pranzi o passeggiate.
            Se poi a lei al contrario garbano di più le piccole gite con lunghe pause, ma si figuri se ho qualcosa da ridire.
            Io mi annoierei a morte e a quel punto preferirei andare in auto, ma mi guardo bene dal darle del pazzo. 😉

            E comunque sì: questo scooter non è fatto per fare turismo. E’ un ottimo oggetto per fare commuting, ma l’impressione è che partendo da Milano non so quanto si possa pensare di spingersi in Liguria mettendosi in autostrada in due a 120/130 (che è la velocià normale con cui si viaggia). E senza ricarica rapida diventa impegnativo anche solo andare al mare. A quel punto vince addirittura la mia Spring, che la DC ce l’ha.

      2. Buongiorno Sig. Degli Espositi, rispondo a lei come agli altri che sono seguiti. MI riferivo al fatto che se desidero fare un viaggio in maxi scooetr, come il modello presentato (che è ben diverso dalla moto per comodità va fatto notare) non pretendo di fare 4oo km di fila, semplicemente avere la possibilità in una zoa dove magari sono solo in vacanza di potermi fermare (anche il giorno dopo! la mattina dopo!) giusto il tempo di una ricarica completa, senza dover essere schiavo del fatto che se non ho una colonnina comoda nell’eventuale albergo ad esempio. Ore per ricaricare un mezzo pensato oltre la città non è accettabile. Serve flessibilità, le due ruote sono ancora lontane dalla comodità, per me che se viaggio lo faccio in maxi scooter e non voglio dover pensare dove fermarmi ore a caricare durante il mio viaggio (ripeto: non continuativo!). Grazie

        1. Ma quindi qual è il problema? Se non sono continuativi e si ferma la notte il mezzo di cui parla l’articolo copre ampiamente l’esigenza. Per di più con la colonnina da 0 a 100% in 3 ore mi sembrano più che sufficienti. Lo scooter non è mai scarico a zero, quindi nella realtà saranno 2 orette di ricarica. Per me si sta discutendo di paure mentali, è impossibile che dopo centinaia di km non si hanno due ore di tempo per ricaricare. Diversamente si sta guardando il prodotto sbagliato o non si è capito veramente il contesto.

  8. Askoll non ha (ancora) fallito.
    Comunque è fatto interamente con componentistica cinese e qui viene esclusivamente assemblato.
    Dalle foto è evidente peraltro che il blocchi freno disco e pinza, sono di fattura a dir poco pessima.
    Il forcellone è così perché con ogni probabilità è ricavato da qualche altro modello che in italia non è venduto.
    Comunque molto carino da vedere.
    Certo il motore integrato nella ruota, per quel che riguarda le caratteristiche dinamiche non è il massimo. Ma così le perdite si riducono sensibilmente…

    1. La leadership mondiale dell’elettrico è in Cina, dai componenti alle batterie. E per giunta di ottima qualità. Sottolineare ancora oggi, nel 2025, che la componentistica è cinese, ancora con quel sottile disprezzo, è semplicemente ridicolo. Oltretutto perché tutti gli altri produttori fanno la stessa cosa.

      1. OK, vuoi fare uno scooter dinamicamente valido? (per quanto possa esserlo uno scooter…)
        Allora fai batteria e motore centrale, forcellone con monoammortizzatore e motore NON nella ruota, ma soprattutto Forcella anteriore a steli rovesciati!
        Poi batteria e motore li prendi dalla CIna, no problem, però la ciclistica la fai secondo certi ragionamenti, non alla dog’s dick!

        1. Ma no Signor Fred, dai non esageriamo. Questo è un mezzo utilitario, se la gioca l’un per l’altro con l’ X Max 300, col Downtown 350 della kymco e il joymax 300 della sym tanto per dire i primi tre che mi vengono in mente.

          tra i plus dell’elettrico c’è che col “giochino” della potenza di picco/potenza continua questi vada quasi come un 300 pur essendo classificato come un 125, tra i “meno” ovviamente tutta la “menata” di dover quasi costantemente pensare a dove riattaccarlo a caricare.

          Il resto, santo cielo… anche se non ne facciamo una specie di R1 e non gli mettiamo steli rovesciati e pinze radiali credo che per fare il mestiere che deve fare andrà benone.
          Già il T-Max ho sempre faticato a capirlo, ma fintanto che piace e vende “ha ragione lui”… Però dai… Se voglio una RSV4 mi compero una RSV4, non certo uno scooter. 😉

      2. Beh la componentistica cinese non è ottima come sostieni. Il blocco freni è evidente che fa pena. E uno scooter elettrico usa parecchio i freni (il recupero è molto poco)
        Ho un piaggio One Active, è Piaggio ma nasce in Cina. Carino e funzionale ma in 15000 km è schioppata due volte la batteria ed ho avuto una miriade di noie che hanno portato anche al guasto dell’ inverter. Strutturalmente è in realtà simile anche se di dimensioni ridotte. Le finiture sono piuttosto misere. E dalle foto che vedo dell’Hurba, le cose non sembrano essere diverse.
        Comunque, “tutti motociclisti”, non so gli altri ma io avrei una 40ina di anni con una bella sfilza di moto. Non sono valentino ma credo di avere qualche cosa da dire sulla ciclistica. Si che è uno scooter, ma oggettivamente alcune cose potrebbero apparire migliori.
        Massimo rispetto per il prodotto, comunque. Anche se il prezzo è elevato.

        1. Qui non stiamo a discutere su chi è più esperto di moto, se è per questo io di anni ne ho 60 e vado in moto da quando ne avevo 14, ne ho cambiate una infinità a ad oggi ho un Niu e una tranquilla Yamaha MT 07. Sono almeno 20 anni che non compro più prodotti italiani, essendomi stufato di essere sempre dal meccanico. La mt07 e la Honda NC 700x che avevo prima non lo hanno mai visto. Lo scooter Niu che ho da 4 anni ha percorso 29000 km ed è ancora perfetto, nessun problema di qualsiasi tipo tanto meno alle batterie che godono di ottima salute. Ecco, forse essere motociclisti è anche questo, avere cura dei propri mezzi e avere voglia di sporcarsi le mani. Ho detto che è complicato smontare la ruota del Niu come così è per tutti ( tranne il cpx, pare) : concordo con Alessandro, il costruttore poteva almeno prevedere uno sportellino nel vano sotto del quale si poteva arrivare al controller e svitare i bulloni dei cavi senza impazzire. Che preferisco imbullonati per bene piuttosto che con un connettore in quanto le correnti in gioco sono elevatissime ( 150 A nel mio Niu con motore da 9 kW) e a sfiammare è un attimo. Ma forse è pensato per dare un po’ di lavoro alle officine che non fanno più tagliandi… Un cambio gomme costa come un tagliando, di manodopera. Per il resto inutile discutere sulla componentistica, ormai è tutto made in prc

  9. Nel complesso un bel mezzo, con numeri interessanti. Trovo solo un po’ povera la parte ruota posteriore, troppo vuota, con quel traliccio esile . In ogni caso io ho bisogno di un mezzo con pedana piatta quindi alla fine ho comprato un altro Niu

  10. Tanta roba… ormai HURBA è la Tesla delle due ruote non la riprende più nessuno. Complimenti all’azienda e al fondatore che sono riusciti ad andare avanti con costanza e innovazione dove praticamente tutti gli altri hanno fallito. Se guardiamo nel panorama tra chi ha dichiarato bancarotta e chi sta sull’orlo del precipizio praticamente si salva solo hurba ormai. Gli auguro tutto il meglio.

  11. Ecco, direi che ci siamo.

    Lasciando stare la sospensione posteriore che risulta un po’ miserella (ma basta una coperturina di plastica per stravolgerne la percezione a livello visivo), sto scooter è praticamente fatto come dico che deve essere fatto uno scooter elettrico: motore nella ruota (tanto al massimo 11 kw continuativi può avere), batteria in mezzo alle gambe tutt’uno col telaio ad aumentare la rigidità e presa per attaccarsi alle colonnine pubbliche. Basta, tutto il resto è un di più, come mezzo utilitario va benissimo.

    Suggerisco una prova in autostrada, a simulare una trasferta “periurbana” che si può fare plausibilmente con uno scooter di quel tipo… Butto lì, un Bergamo Milano, un Varese Milano, con sosta-ricarica in città e poi ritorno.
    Andrebbe a simulare quello che potrebbe essere l’uso più “sfavorevole” e “intensivo” per quel coso, per la serie “peggio di così non si può”.
    Superfluo far notare che tutto il resto lo farebbe “meglio”.

    1. Beh la sospensione posteriore non mi sembra cosí miserella (steli rovesciati + serbatoio gas) ma in effetti il traliccio sembra visivamente un pó deboluccio, secondo me starebbe meglio un bel forcellone scatolato..
      In un veicolo di questo tipo non mi convince molto il motore nella ruota, lo preferirei laterale o centrale per vari motivi (facilitá smontaggio della ruota, distribuzione masse sospese, demoltiplicazione rapporto –> aumento coppia)
      Spulciando la scheda tecnica del link mi ispirano favorevolmente i dati della pendenza massima superabile e dello scatto 0-100 kmh..

      1. Quello della facilità di smontaggio della ruota è uno dei suoi cavalli di battaglia (glielo dico con simpatia) ma ho come l’impressione, mi corregga pure, che lei nella vita di ruote posteriori non ne abbia davvero smontate e soprattutto rimontate molte.
        Con annessa tensione della catena, “maneggio” della coppia conica del cardano, riposizionamento della cinghia… varie ed eventuali… e in tutti e tre i casi nominado abbondantemente il nome di Dio invano quando non entrano i distanziali sul perno o si muovono i parastrappi o la catena non “sale” a dovere nella corona sporcando però le dita di grasso.
        Sono momenti di intensità spirituale.

        Se mi rifaccio allo schema che ho visto nella mia bici elettrica, sInceramente non vedo quale sia la difficoltà nello staccare un connettore a spinetta e poi svitare una vite per lato prima di “scendere” la ruota con dentro il motore.

        Nutro davvero una onesta curiosità per capire da dove viene questa sua idiosincrasia, perchè la mia personale esperienza nello specifico di questa cosa dice esattamente il contrario. (e di gran lunga)

        Per il resto, fermo restando che quel che dice è assai sensato, vale comunque quanto detto sopra all’amico fred: col vincolo legale degli 11 kw continui e conto tenuto delle prestazioni già più che valide e in linea con quanto necessario/richiesto, “fratto” la batteria e la necessità di non compromettere l’autonomia… Insomma, siamo già un po’ “arrivati” per quanto riguarda le performances. In fondo, ripeto, è solo uno scooter.

        1. Diciamo che in effetti non ho una grande esperienza personale di ruote posteriori (bici muscolari a parte e mi è bastato..) ma quelle di moto e scooter le ho viste maneggiare e fra grasso “vissuto” e imprecazioni del riparatore non è mai stato un bello spettacolo 😉 La mia idiosincrasia è dovuta al desiderio di relegare al passato queste scene..
          Purtroppo – da quello che so – smontare la ruota motrice di uno scooter elettrico è piú complicato rispetto a una e-bike, forse la spinetta da sfilare è sempre una ma le viti da rimuovere sono molte di piú 🙁 Insomma, penso che con un veicolo che permette viaggi lunghi e quindi lontani da casa sia meglio minimizzare lo stress da foratura ! Per non parlare dei rifiuti da parte dei gommisti “elettro- ignoranti”…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Model 3 Dual Motor del 2020

Articolo Successivo

Ricariche sempre più rapide: anche Xpeng...

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!