Ho perso gli incentivi per acquistare la Tesla, ripiego sull’ibrido? O ci sarà un rifinanziamento dei bonus? Lo chiede Sandro, un lettore veronese. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it
Ho perso gli incentivi, pensate che possano finanziarli? Ma a quali condizioni?
“Leggo le e-mail che pubblicate e vi ringrazio del servizio offerto. Io appartengo alla categoria dei tontoloni. Convinto di ordinare in ‘modo ordinato una Model 3 con appuntamento in concessionaria dopo il 3 giugno (non mi era stato proposto il pre-ordine). Nel frattempo ho chiesto un sopralluogo per l’installazione di una colonnina in garage. Nel frattempo recenti notizie di applicazione di dazio anche sulla americanissime Tesla. Ho una Polo del 2007 Gpl Euro 4 con quasi 400 mila km, che ora necessita di qualche manutenzione straordinaria. Delusione a parte, vorrei se possibile un suggerimento sul da farsi. Noleggio elettrico, passaggio a un PHEV o un HEV con quel che rimane dell’incentivo per quelle catergorie? Sperare ad un rifinanziamento delle BEV e se sì, sarà nelle medesime condizioni del chi tardi arriva male alloggia? Percorro 80 km al giorno, circa di 25/30 mila km annui, quasi sempre in strade extraurbane veloci ( superstrada e statale). Grazie e saluti“. Sandro Morandini
Certezze non ce ne sono, ma anche Stellantis preme…
Risposta. Bisognerebbe capire che intenzioni ha in materia di incentivi il nostro imperscrutabile governo. Di certo il malumore dopo il repentino esaurimento degli incentivi è diffuso. E non solo tra chi è rimasto escluso come Sandro, ma anche tra chi è in grado di far sentire la sua voce nei ministeri interessati. Come il numero uno del mega-gruppo Stellantis, Carlos Tavares, che ha sospeso il progetto di costruire una fabbrica di batterie con Mercedes e Total nella ex Fiat di Termoli: “Il progetto non è stato cancellato, ma non si possono produrre batterie in Paesi dove poi non si vendono veicoli elettrici“. Detto in parole povere: o fate in modo che anche qui l’elettrico parte come nel resto d’Europa, o agli operai di Termoli ci pensate voi. Ergo: noi crediamo che un rifinanziamento degli incentivi ci sarà, anche se è impossibile prevederne entità e tempi. Se la Polo Gpl resiste ancora un po’, caro Sandro, potremo verificarlo. Così come capiremo che impatto avranno i dazi sulla Tesla Model 3, prodotta in Cina.
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Tavares al solito racconta palle solo per portare a casa soldi, in Serbia, Marocco, Polonia ecc si vendono vagonate di auto elettriche?
Probabilmente no.
Forse sì venderanno vagonate di auto termiche cinesi. Modelli che anche nella nostra penisola sono sempre più apprezzati. Sarà perché costano meno?
Bob, hai presente dove produce Stellantis, in particolare per i modelli di radici italiane? Tanto per capire se si sia capito il senso
Certo che ho presente.
Infatti da quando gli unici prodotti fatti in Italia si limitano a Fiat Panda, 500e e 500x, Alfa Romeo Giulia e Stelvio, Jeep Renegade e Compass e per finire il loro unico modello elettrico è la 500e io ho optato per una BEV proveniente dalla Cina. In pratica se Fiat produce fuori dall’Italia io tratto questi prodotti alla stregua dei concorrenti e se i concorrenti offrono ciò che cerco al prezzo che sono disposto io me ne frego dell’italianità. Ma d’altra parte in quanti hanno comprato prodotti tedeschi, francesi o inglesi quando in Italia c’erano prodotti equivalenti?
Ma no, prendi direttamente un cavallo, o al limite un calesse ..
“non si possono produrre batterie in Paesi dove poi non si vendono veicoli elettrici” Ovviamente è un falso clamoroso. Con la stessa logica il V10 Lamborghini/Audi non avrebbe potuto essere prodotto a Gyor, in Ungheria e via discorrendo. E’ il solito ricatto, dateci incentivi altrimenti licenziamo. E’ un problema che dovrebbe essere risolto a livello europeo, se l’Europa esistesse, invece ci sono solo stati che si fanno la guerra (dei poveri) fra di loro.
Un V10 lo puoi proddurre ovunque, tanto il numero di esemplari dove lo metti è minimo e comunque le auto in cui lo monti con costeranno 20/30 k€ ma minimo 70 k€.
Invece gigafactory per batterie richiedono volumi produttivi e se in nord europa ci sono impianti che soddisfano già le richieste del mercato, non credo che uno si metta a costruire una nuova gigafactory in centr’Italia. Avrebbe senso se i volumi di vetture non fossero soddisfatti dalle altre gigafactory.
Se poi ci pensi in centr’italia ci sono diversi impianti ex fiat ed uno è quello dei veicoli commerciali leggeri Ducato e fratelli. Se questi ultimi fossero ordinati elettrici (cosa che attualmente in Italia non passa nemmeno dall’anticamere del cervello dagli imprenditori) forse garantirebbe un minimo di fattibilità industriale. Nelle fabbriche di Cassino, Pomigliano e lucana attualmente si producono solo termiche per il mercato interno (in pratica), quindi che senso ha fare la gigafattory di batterie a termoli?
Ma… quando Tesla costruiva la sua Gigafactory gli ordini di auto elettriche erano pochini pochini.
Ma all’inizio le auto Tesla costavano molto di più di 40.000$ e comunque di produttori di batterie se ne trovavano pochi. Infatti i primi pacchi materie erano pressappoco che delle stilo AA al litio.
Pacchi che garantivano percorrenza che oggi difficilmente accetti se non su segmento A/B
L’inizio dei volumi è stato con la Model 3 e già montava le 2170 (Panasonic, gigafactory del Nevada)che si continuano ad utilizzare oggi da parte di praticamente tutti.
La Model S usava all’inizio le 1865 per poi passare alle 2170.
La Model Y usa le nuove 48xx prismatiche.
Secondo te è possibile vendere auto in Portogallo costruite in Svezia? Si? E allora la fabbrica di batterie la puoi fare dove ti pare.
Il trasporto di batterie, sia nuove sia a fine vita, è considerato un trasporto speciale. Deve rispettare normative molto rigorose, con costi in proporzione.