Umberto viaggia in diesel, ma vorrebbe cambiarla con una BEV; non possiede un box, ma la strada dove parcheggia ogni notte è piena di lampioni. Ha fatto un sogno: caricare la futura auto elettrica da un lampione. E’ possibile ci chiede? Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.
Perchè i Comuni non attrezzano i lampioni con prese a bassa potenza? Una ricarica così lenta danneggerebbe la batteria?
“Posseggo un’ auto termica diesel euro 6 con ottimi consumi (20/22 km/l) che porterò a fine vita per motivi economici.
Al prossimo giro mi piacerebbe passare all’elettrico se le condizioni al contorno saranno cambiate, visto che abito in un condominio di città e non ho nemmeno il box.
Parcheggio sempre sotto casa in una via pubblica dove sono presenti i classici lampioni distanziati di 20-30 metri uno dall’altro. Un giorno mentre parcheggiavo ho fatto un sogno ad occhi aperti. Sognavo di mettere in ricarica per la notte a bassa potenza (0,5 – 1 kW) la mia nuova BEV collegandomi al lampione esistente dove era stata installata una economica presa industriale da 16 A.
Avrei due domande da sottoporvi.
1 – Ci sono controindicazioni per le batterie a ricaricare spesso a bassa potenza?
2 – Perché i comuni non lo fanno già , tanto più che non costerebbe immensamente di meno rispetto alle colonnine fast far passare qualche cavo di potenza nei cavidotti esistenti?„. Umberto Failla
Un sogno che è già realtà in tante città del mondo
I charging-point nei lampioni di Ubricity a Londra.Risposta-Cominciamo dalla fine: la ricarica lenta o lentissima, non danneggia affatto la batteria, anzi. L’unica controindicazione è una maggiore dispersione di energia a causa della prolungata generazione di calore lungo i cavi.
I Comuni in Italia non lo fanno perchè non rientra nei loro compiti istituzionali fornire servizi di ricarica, nè vendere energia. Tuttavia potrebbero benissimo dare in concessione l’infrastruttura dei lampioni a un operatore che, fatti i lavori di potenziamento dei cavi (se necessario), integri nei lampioni l’hardware necessario a erogare la ricarica e contabilizzarla.
I costi per un’infrastruttura del genere sarebbero di un migliaio di euro a punto di ricarica, quindi anche le tariffe potrebbero essere molto vantaggiose per gli utenti. Resterebbero da risolvere solo alcuni problemi normativi e burocratici.
Tecnicamente tutte le soluzioni ci sono e Vaielettrico ne ha parlato tante volte. Per esempio qui. Del resto il sogno di Umberto è già realtà in moltissime città del mondo. A Berlino, Londra, Zurigo, New York, tanto per citarne alcune.
Ricariche ai lampioni ce ne sono tante in UK in diversi comuni. Sono da 3kW di solito. Il problema semmai e’ il costo: da 40p a 60p/kWh (circa 0,40/0,70 euro notte/giorno) e restano molto spesso inutilizzate.
Le ricariche pubbliche lente devono essere molto piu’ economiche.
Convengo. Visti i ridotti costi di installazione della rete, le ricariche in strada a 3 kW (che andrebbero benissimo) non dovrebbero costare più di 35-40 centesimi. Quindi 30 kWh (150-200 km) in dieci ore per un totale di 10-12 euro.
A Verona dai lampioni ce ne sono circa una decina. La ricarica ha un costo di circa 60 centesimi al kilowatt e forniscono energia a circa 10 kwh effettivi. Sono sottoutilizzate e molto spesso si trovano liberi i relativi stalli dedicati…
per farlo dovrebbero avere un ritorno certo in tempi non biblici, come da esempi le attuali installazioni coprono grandi città con % di BEV significativi, da noi questi esempi potrebbero essere clonati da Milano, Roma, Torino e poche altre città , resta comunque aperto il problema che queste postazioni non potrebbero essere esclusive per la BEV per cui una endotermica ferma qualche giorno farebbe crollare gli incassi, per limitare il problema potrebbero essere messi nei parcheggi a pagamento ma a questo punto la ricarica sarebbe più costosa e se a bassa potenza sarebbe pure molto limitata (a pagamento non la si potrebbe lasciare inbricarica 5 o 6 ore)
insomma l’idea è buona ma sincramente una sua realizzazione diffusa credo che ad oggi sia vefamente poco rralizzabile … in futuro chissà , aspettiamo fiduciosi.
non è indispensabile che le colonnine siano inserite nei parcheggi a pagamento… possono esser installate anche nei parcheggi liberi purché con tanti posti disponibili e fatto rispettare il divieto di abuso; se invece, per limitare il problema degli abusivi si mettono nei parcheggi a pagamento, basta che la tariffa di ricarica sia sufficientemente economica ma comprensiva del necessario tempo di stazionamento.
Comunque il difficile non è fare l’Italia… ma gli italiani.
Damiano il problema è sempre quello: dove trovi ampi parcheggi liberi (vicino casa)? nelle grandi/medie città è sempre una lotta al parcheggio bero in quelle piccole il ritorno è basso e può non essere interessante per le società che li gestiscono, dovrebbero metterli vicino alle stazioni dei treni per i pendolari ma siccome i posti nelle stazioni sono estremamente rari (e a pagamento) questo è uasi impossibile oppure nei quartieri redidenziali dove la gente dorme, ma siccome non puoi avere posti dedicati ne tevi mettere molte di più di quel che servirebbe e questo alza esponenzialmente i costi. in molte ciosti, si può fare però temo che difficilmente i costi, la manutenzione e gli incerti ritorni siano qualcosa che invoglia le società a investire (almeno per ora) massicciamente su questa tecnologia.
all’estero realizzano garage in edifici, anche silos sotterranei, talvolta addirittura automatizzati: ovviamente sono molto costosi, ma anche i costi derivanti da alto inquinamento (ed i costi sanitari associati) ed all’eccesso di traffico, rallentato anche da chi tenta di parcheggiare o lo fa in doppia fila (come da noi).
Sono scelte politiche, e le politiche le scelgono… gli italiani al voto.
Quando la parte di italiani che vota avrà capito ciò che è indispensabile fare oggi per oggi e per il futuro (quindi non politiche populiste “panem et circenses” che vediamo da decenni) forse pretenderanno molto di più e “manderanno a casa” chi non propone programmi seri e responsabili.
A livello “comune ” e ” regione” è giù più facile, siamo molto più a contatto con i responsabili politici e si può più facilmente fare pressione per fare scelte più ponderate.
Damiano dai smettiamo di sognare, siamo in Italia mica in Norvegia, abbiamo un debito mostruoso e già solo gli interessi uccidono qualsiasi bella idea di investimento, fra un po manderanno la gente in pensione direttamente nelle RSA e tu credi che se ci fosse un altro esecutivo cambierebbe qualcosa? ci sarebbero silos con ricariche elettriche? case A+++ a bizzeffe? trasporti urbani efficenti ? riscaldamenti elettri ficornelli a induzione con ovunque linee elettriche tutte nuove con cavi e centralinee idonee a supportare tutto ciò? Beato te che hai ancora queste speranze, io come l’87% degli italiani (statistica letta 2gg fa ) non crediamo che il futuro sara migliore … ci basterebbe che non sia peggiore di adesso e con questo buonaserata.
Intanto questo governo vuol fare un ponte sullo stretto di Messina che ha costi indefiniti (visto che hanno solo un progetto di massima non esecutivo da 13 miliardi di euro) e criticità assurde (tipo sismicità della zona a valori sottostimati rispetto a quanto indicato dagli esperti)… Poi vogliano riaprire il “capitolo nucleare” in Italia…con costi altrettanto assurdi, rischio di resistenza nelle popolazioni coinvolte e soprattutto tempi realizzativi improponibili…
Dai ! Smettiamo di sognare!
Svegliamoci tutti da questo incubo ipnotico e vediamo di puntare su cose concrete e realizzabili.
Damiano, sul ponte sullo stretto ti do ragione (sempre che sarà mai realizzato), sul nucleare un po meno occorrerà capire cosa veramente faranno e a che costi, comunque questi due esempi e se vuoi aggiungici pure la spesa in armi (anche se però quella ce la sta chiedendo la stessa Europa che ci chiede di passre al green) sono cose che avranno dei costi di 20 – 30 miliardi (il nucleare non sarà a carico esclusivamente dello stato) spalmati su 10 – 15 anni ovvero 2 massimo 3 miliardi all’ann che non sono pochi ma sono un nulla se paragonati agli investimenti necessari a una elettrificazione di massa e a quanto in proporzione ha speso una Norvegia pef avere una mobilità green (i soli incrntivi che la hanno coperto circa il 50% del cisto di una BEV da noi con un parco circolante di 40 milione di autoveicoli saebbero di decine di miliardi per anni, e poi aggiungiami i costi per le ristrutturazione delle case arriviamo a cifre insostenibili anche senza ponte sullo stretto e senza il contribo al nucleare.
qualsiasi esecutivo con la spada di damocle del 3% per ilentro del debito sarebbe incapace di realizzare queste trasgormazioni, o si muove l’Eutopa pompando euro a profusione o in Italia come in molto ltri paesi resterà tutto sulla carta.
PS io non ho votato e nemmeno appoggio l’attuale esecutivo.
Antonio buongiorno
Intanto il nucleare proposto (SMR) non è stato ancora realizzato neppure in paesi meglio “dotati” di risorse (per costi e problemi tecnici… figurati se si confronta la convenienza economica).
Le spese militari sono una triste necessità … visti i “corsi e ricorsi della storia”…più che del 2035 ci dobbiamo preoccupare di un nuovo ’39.
Quanto alla necessità di elettrificare il tutto o comunque di abbandonare l’uso di idrocarburi (gas petrolio etc) è il Pianeta Terra che ce lo impone..e non farà sconti sui tempi (anzi ..ogni anno che passa il degrado del nostro spazio vivibile accelera) quindi più che dei costi per farlo bisogna cominciare a rendersi conto dei costi (non solo economici..ma di vite umane e non) del Non farlo.
E dovremo tutti scegliere politiche di sopravvivenza..
Damiano … solo un vecchio proverbio in risposta a quanto hai scritto : (purtroppo) a cavar sangue dalle rape (o se preferisci dagli italiani) ci hanno provato in tanti ed ora restano solo poche gocce, o trovi il sangue altrove (Europa) o ti accontentil succo di rape … e con quello ti assicuro farai ben poco, indipendentemente dal governo in carica.
ricordiamocene, noi “rape esangui”, quando qualche politico ci propone mirabolanti investimenti nel nucleare o altre spese inutili…
molti comuni si stanno consorziando per fornire vari servizi con multiutility (acqua, riciclo rifiuti come minimo); nulla vieterebbe di fornire anche servizi accessori come energia per ricariche veicoli ( magari le flotte comunali inizialmente, e poi estendere il servizio ai cittadini in alcuni quartieri o in parcheggi pubblici ) ; se le discariche vengono attrezzate di biodigestori di gas possono ricavare l’energia da erogare (ho visto varie colonnine di una società che gestisce la discarica di Scapigliato nel livornese).
Solo gruppi di comuni penso siano in grado di trovar risorse per modificare le linee di illuminazione con cablaggi e potenze adeguate a sostenere varie prese da 2/3kW; al momento mi sa che sostituiscono le vecchie “lampade a vapori” con più efficienti “teste a lampade LED” proprio per evitare di rifare anche tutte le linee di alimentazione. Potrebbero però inserire nei piani comunali la realizzazione di parcheggi multipiano con ricarica nei tanti edifici dismessi che popolano i nostri quartieri (anche senza realizzare parcheggi a silos come all’estero).
Ho un sogno, l’allacciamento abusivo
👌 ottimo ! direttamente alle cabine ENEL ! 🤣
La foto in basso non si riferisce a Zurigo, ma a Locarno, sul Lago Maggiore, a un tiro di schioppo dall’Italia. L’ho già provata di persona e funziona perfettamente. È situata vicino alla piscina comunale, quindi puoi tranquillamente caricare (al prezzo della corrente domestica maggiorata di solo qualche centesimo) intanto che nuoti e/o prendi il sole.
Corretto, abbiamo sbagliato noi.
E chi impedirebbe il posteggio di auto termiche accanto al lampione, considerando che la carenza di parcheggi nei centri cittadini con lo shopping e la movida renderebbe ben difficile lasciare posti inutilizzati e riservati all’utenza elettriche? E a questi ultimi utenti di non approfittare di una situazione di privilegio unendo l’utile(la ricarica) al dilettevole(il comodo parcheggio in centro)? E questa sarebbe la conflittualità fra persone “civili”, poi ci sarebbe la conflittualità con i vandali, sempre presenti ad ogni latitudine, che già mi immagino all’opera con cesoie opportunamente isolate a tranciare cavi. In teoria sarebbe una ottima cosa, ma si scontra con una realtà che viviamo quotidianamente
In Italia farebbero subito un parcheggio a pagamento davanti al lampione.
Anche per le big oil è un sogno. Anzi un incubo. Perciò non viene attuato in massa sarebbe troppo facile staccarsi dal petrolio per molte più persone
Sono appena tornato da Londra e ho visto con i miei occhi la ricarica da lampioni (nella zona in cui ero, Shoreditch erano di Shell).
Ora mi chiedo ma Shell non era un Big Oil? E vende anche elettricità tramite la ricarica dai lampioni. Nel suo ragionamento qualcosa non torna.
Serve l volontà di trovare e applicare soluzioni innovative che vadano al di la delle restrizioni e della burocrazia ottusa, sorda e cieca (e anche pilotata forse) che nel nostro paese regna sovrana.