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Ho comprato un’elettrica: e adesso come la ricarico?

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Ho comprato un’auto elettrica. E adesso come la ricarico? 10 consigli per non arrivare impreparati: come rifornire a casa e nelle colonnine pubbliche.

Ho comprato un’elettrica: ricarico a casa o… (1)

La possibilità di ricaricare a casa, in garage, è uno dei grandi vantaggi dell’auto elettrica. Si collega il cavo, magari la sera quando si rientra, e lo si stacca quando la batteria è arrivata al livello desiderato. Il tutto è programmabile e gestibile anche da remoto, con una semplicissima app. Altri vantaggi della ricarica domestica: il prezzo è nettamente inferiore rispetto alle colonnine pubbliche, circa la metà, attorno ai 20-22 centesimi per kWh, tipicamente per un’utenza domestica. ho compratoOvviamente serve più tempo, perché la potenza dell’impianto è contenuta, in genere 3 kW. Ma se si ricarica nei tempi morti, la durata dell’operazione non è un problema. Inoltre, si possono utilizzare infrastrutture di ricarica con la corrente regolabile. Oppure ricaricare durante la notte (momento in cui normalmente le altre utenze elettriche non stanno funzionando). Se invece è necessario ricaricare di giorno, in presenza di ulteriori utenze in uso, si potrà procedere con una semplice richiesta di aumento di potenza. Ad esempio a 6 kW.

Ho comprato…/Sento parlare di wall-box: che cos’è? (2)

La wall-box (la traduzione è “scatola da parete“) è uno strumento con cui trasformi la tua semplice presa di corrente in un punto di ricarica evoluto. L’installazione è regolata da apposite normative (CEI EN 61851-1), le quali indicano i criteri e i parametri da rispettare per la sicurezza. Può essere montata nei pressi del posto auto o all’interno di un garage. In locali privati non aperti al pubblico è possibile ricaricare in Modo 1, seppure sconsigliato per motivi di sicurezza, in quanto si tratta di un collegamento diretto ad una presa Schuko o Industriale. Oppure in Modo 2, sfruttando sempre una presa Schuko o Industriale ma usando un cavo con Control Box integrata (fornito da molte case automobilistiche o acquistabile a parte). Ovvero un dispositivo che garantisce la sicurezza delle operazioni durante la ricarica dell’auto che ho comprato.

ho compratoTuttavia entrambe queste due modalità non consentono una ricarica intelligente, programmabile e regolabile da remoto. Per questi motivi è sempre consigliato, nonché per motivi di sicurezza, optare per l’installazione di una wall box, cioè un dispositivo appositamente concepito per la ricarica dei veicoli elettrici, ovvero ricaricare in Modo 3, fornendo energia elettrica al caricabatterie interno del veicolo. Negli edifici condominiali e in altri spazi comuni non solo è consigliato ma è necessario optare per la configurazione Modo 3. Ma non dovete preoccuparvi per queste sigle: pensa a tutto un tecnico abilitato, che deve anche certificare che l’impianto sia perfettamente a norma.

Ho comprato…/ In garage è obbligatoria la wall-box? (3)

ho compratoLa normativa non lo prescrive e sulla carta nulla impedisce di caricare (molto lentamente) con una normale presa di corrente. Attenzione, però: le wall-box consentono di effettuare un rifornimento più “intelligente” e soprattutto sicuro e sono quindi fortemente consigliabili.  Perché sono in grado di assorbire il massimo della potenza consentita in quel momento dall’impianto di casa. E, in alcuni casi (in genere con le wall-box più evolute) di gestire la ricarica anche da distanza, consentendoti di scegliere le fasce orarie in cui l’energia costa meno. E in cui è minore l’assorbimento di energia da parte degli elettrodomestici e delle altre apparecchiature elettriche di casa.

Ho comprato…/ È necessario il secondo contatore? (4)

Dipende. Chi può ricaricare allacciandosi al proprio impianto principale non ne ha nessuna necessità. E tutto ricade su un unico contatore con gli altri consumi, come gli elettrodomestici. Se invece si vive in un condominio il discorso può cambiare. Ricaricare nel proprio garage è possibile e non è necessario disporre di una delibera condominiale per farlo. Nei casi invece in cui non è possibile o è troppo oneroso derivare dal contatore dell’abitazione principale o dal contatore condominiale e si è costretti a installare un nuovo contatore, si può allora accedere alle tariffe dedicate alla ricarica elettrica, che nell’attuale quadro regolatorio sono più onerose di quelle domestiche.

È necessario aumentare la potenza dell’impianto? (5)

Connettori e prese in AC (Fonte Motus-e)-

Non è detto. Se si possiede una piccola citycar, come la Smart EQ, e si circola solo in città e dintorni, i 3 kW dell’impianto domestico possono bastare. Ma è chiaro che se si ha la necessità di ricaricare più in fretta, l’aumento può essere necessario. A quanto? In genere si opta per i 6 kW, che non richiedono un costoso adeguamento dell’impianto. Per questo tipo di intervento in genere si spendono 2-300 euro (a seconda del vostro fornitore di energia). Prima di ogni decisione, però, va verificato a quale potenza può ricaricare l’auto che intendiamo comprare. In caso contrario si rischia di spendere soldi per un aumento di potenza di cui non potremo fruire. Le auto, infatti, hanno un sistema interno che regola l’assorbimento di energia, per evitare il surriscaldamento e l’eccessiva usura delle batterie. L’assorbimento consentito varia da modello a modello. Quindi: non è scontato che un caricatore più potente velocizzi le operazioni di ricarica. In sostanza, è la vettura che “pilota” la ricarica (guarda anche la guida di Motus-e).

Ho comprato…/ Quanto costa fare il pieno a casa? (6)

HO COMPRATO
Una Tesla Model 3

Dipende dalla capacità del pacco-batterie, che si misura in kWh. E può essere paragonato al serbatoio di un’auto, la cui capienza si misura invece in litri. Più la macchina è grande, più serve un pacco-batterie di dimensioni importanti. Tenendo presente che, in genere, con un kWh si percorre da un minimo di 4-5 km, per i modelli più energivori, fino ai 7-8 km delle più virtuose. I pacchi-batterie vanno dai 18 kWh della Smart EQ ai 100 kWh della Tesla Model S. Rifornire a casa, a circa 20-22 centesimi per kWh, può costare quindi meno di 4 euro per la Smart o più di 20 per l’ammiraglia delle Tesla. Ma quest’ultima, con una dotazione così importante, in genere ha bisogno di caricatori più veloci, con prezzi a partire da 33 centesimi per ogni kWh prelevato.

E quanto tempo serve per ricaricare? (7)

Dipende da quanta energia ci serve e dalla potenza a cui ricarichiamo. Tenendo presente che le batterie non assorbono l’energia in modo omogeneo: quando il riempimento supera l’80%, l’immissione è molto più lenta. È raro che si faccia il pieno: in genere ci si ferma appunto all’80% e, per prudenza, non si scende sotto il 20%. Ergo: su un’auto media con 40 kWh di pacco-batterie riportare dal 20% all’80% l’energia stivata con un impianto che carica a 6 kW può richiedere 4 ore. Più del doppio con un impianto da 3 kW. Tuttavia l’auto rimane in genere ferma a casa per circa una decina di ore, tipicamente di notte.

Cosa serve per ricaricare nelle colonnine pubbliche? (8)

ho comprato
L’app di Enel X, la più diffusa in Italia.

Occorre dotarsi di una app o di una card con le quali abilitarsi per la ricarica e con le quali terminare l’operazione una volta immessa la quantità di energia che desideri. Automaticamente il costo della ricarica ti verrà addebitato sul tuo conto. Ma l’app ha anche molte altre funzioni: anzitutto puoi prenotare una colonnina a distanza mentre sei in viaggio e raggiungerla entro 15 minuti. Oppure interrompere l’operazione anche da remoto. Ti consente poi di trovare sulla mappa la stazione di ricarica più vicina e comoda per le tue necessità. Ed è anche un diario aggiornato dei tuoi rifornimenti, con spesa, luogo e quantità di kWh prelevati. Per garantire la disponibilità dell’Infrastruttura di Ricarica per tutti, è corretto lasciare libera la presa alla fine del suo utilizzo. Alcuni operatori prevedono già un addebito per il tempo di occupazione della presa senza effettuare la ricarica. Ovviamente è vietato utilizzare lo stallo dedicato alla ricarica come un parcheggio, oltre che dopo la ricarica, soprattutto nel caso lo si occupi con veicolo non elettrico.

Ho comprato…/ Le colonnine sono tutte uguali?  (9)

No, cambiano le potenze, a secondo che siano in AC o in DC. Le colonnine di tipo AC, in corrente alternata, fino a 22 kW di potenza, si utilizzano di solito quando comunque l’auto sarebbe parcheggiata per un tempo dell’ordine dell’ora o di qualche ora. Pensiamo ad esempio a quando andiamo a fare shopping al centro commerciale e vi trascorriamo qualche ora. Oppure a quando decidiamo di andare a visitare una città e, una volta a destinazione, l’auto resta parcheggiata per alcune ore.

ho comprato Oppure ancora a quando andiamo in vacanza e, raggiunto il nostro hotel, parcheggiamo l’auto per riprenderla al mattino. La ricarica presso questo tipo di colonnine avviene a potenza diversa a seconda della potenza che la nostra auto è in grado di accettare. Tipicamente si va dai 6 o 7 kW di moltissimi modelli di auto, agli 11 kW di altre vetture più recenti, fino ai 22 kW di poche macchine elettriche. Ricaricare ad esempio a 6 kW di potenza una batteria da 30 kWh significa che portare lo stato di carica dallo 0 all’80% richiede circa 4 ore. Richiede inoltre di utilizzare un proprio cavo, che di solito viene dato in dotazione con l’auto che ho comprato.

E infine le ricariche rapide, per viaggi più lunghi (10)

E poi ci sono le ricariche in corrente continua, in inglese “direct current”, DC, tipiche delle colonnine veloci (fast) e ultra-veloci (ultra-fast). La maggior parte di queste colonnine, come ad esempio le prime installate da Enel X, hanno ad oggi una potenza di 50 kW, tuttavia le più recenti installazioni hanno potenze da 100 kW a 350 kW in linea con quelle a più alta potenza presenti sul mercato come, ad esempio, quelle della rete Ionity. Le prime ultra-fast della rete di Enel X sono state installate presso stazioni di servizio e sono in realizzazione altre stazioni su tutto il territorio nazionale. Per utilizzare queste colonnine non serve il cavo, è sempre integrato nella colonnina.

Le ricariche HPC (High Power Charging) ricaricano fino a 350 kW: servono non più di 15-20 minuti.

Si tratta di un cavo di sezione molto elevata, che a volte è persino dotato di raffreddamento a liquido. Gli standard che possiamo trovare presso le colonnine Fast sono due: CCS e CHAdeMO, quest’ultimo ormai poco utilizzato. Si tratta, questo descritto, di Modo 4 di ricarica. Per sapere quale utilizzare, dobbiamo sapere di che tipo di presa è dotata la nostra auto. Lo standard, per i produttori europei, è diventato il connettore CCS (che, nella parte alta della stessa presa, racchiude anche il connettore per la ricarica AC). Questo tipo di ricarica si utilizza durante i viaggi a lunga percorrenza, quelli nei quali il percorso supera l’autonomia della nostra auto. Generalmente questo tipo di colonnine si trova appena fuori dai caselli autostradali. Questo a causa delle difficoltà riscontrate negli ultimi anni per l’installazione di stazioni di ricarica in autostrada.  è utile conoscerne in anticipo l’ubicazione esatta e in questo ti aiuta l’app di cui parlavamo sopra.

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8 COMMENTI

  1. Ho comprato un’auto elettrica. E adesso dove la ricarico??
    Ma che titolo è?
    A casa perché tanto non si può uscire in zona rossa!

  2. Salve ho capito che entro 2023 mi adeguerò anche io , per me la potenza da avere a casa sono i 7,2 kw (min ) che sentendo hera con 600-800€ si adeguerebbe la linea casalinga e durante la notte si caricherebe bene/parziale (diciamo 70/80% ) la batteria , per quanto riguarda alle superfast 150-250kw tesla (con 48000€ si toglie la paura) mentre per potenza 250-350kw lo sfrutta solo la porsche taycan 105-150000€ , io mi acconterei della zoe o kona, mai le id3 o le id4 verso la Volkswagen vedi dieselgate e quando non garantiranno le loro scatolette 4 anni e gli 8 anni le batterie.

  3. https://estimative.wordpress.com

    Come dice Paul Brown serve semplicità. È impossibile pensare al adozione di massa delle auto elettriche se il processo iniziale è complesso e pieno di ostacoli da superare.

    Sicuramente per adottare l’elettrico il più grande cambiamento è il rifornimento (ricarica) e per ora mi sembra che le aziende nel settore stiano mettendo avanti tantissime cose nuove tutte insieme e di conseguenza creano confusione. Io cliente finale mi ritrovo a dover lottare con elettricisti e gestione condominiale per poter avere una wallbox. Senza Wallbox devo andare a ricaricare la macchina in una colonnina pubblica come se fosse un cane da portare al parco…

  4. Padre Brown purtroppo se non si conosce una cosa di pensa sempre che sia troppo complicata…. Anche io per fare la mia prima ricarica ci ho messo mezz’ora e non sono riuscito…. L’app si è impallata… La seconda volta meglio : dopo 15 minuti ero riuscito a far riconoscere la fard virtuale dalla colonnina. La terza volta ci ho messo 5 minuti. La quarta volta ho provato su una colonnina AC sbagliando tre volte in 3 minuti poi con la card fisica è partita. Ora in media ci impiego un minuto a far partire una ricarica da colonnina fast o non fast…. E poi ricarico da casa 🙂 🙂 Una cosa prima si impara e poi si può criticare. Agli altri lascio il diesel finché vi permettono di circolare ancora… 🙂

  5. Se posso permettermi è SEMPRE consigliato utilizzare la WallBox. Intanto perché non è pericolosa. I cavi dei box, infatti, potrebbero essere logori, ossidati e comunque non hanno lo spessore adatto. Di norma viene tirato un cavo direttamente dal contatore, già esistente. Non serve installarne un altro. Tra l’altro le WallBox intelligenti permettono di lasciare priorità alla corrente per casa e il resto dedicarlo alla vettura, così da non far mai saltare il contatore che, consiglio, portate a 6Kw. La differenza in un anno è minima. g.allegrini @ Heracomm. Cloud se volete approfondimenti.

  6. Assurdo: per capire come “fare il pieno” uno deve 1) leggersi ~40pp di guida, 2) infognarsi nei meandri di tariffe, spine e cavi, prese, contratti, elettricisti, preventivi, … ma ci rendiamo conto di quanto stupido sia questo sistema tecnologico-amministrativo di ricarica?

    L’intelligenza sta nella semplicita’, non nella complessita’.
    – Il sistema di propulsione elettrica e’ intelligente: semplifica rispetto alla combustione.
    – Quello di ricarica e’, ripeto, stupido, sia tecnologicamente (mi chiedo a chi privo di formazione possa essere chiara la ripartizione delle prese di Tipo 1, 2, 3) che amministrativamente (non si capisce da dove partire per avere questa benedetta colonnina e cosa costi il tutto).

    Il tutto non fa che allontanare. Serve semplicita’. Compro l’auto e il concessionario pensa lui a questo aspetto.

    • Quando una tecnologia è agli inizi mi pare più che naturale avere dubbi ed incertezze,così come è altrettanto naturale possano esserci complicazioni-a livello normativo così come burocratico.
      Non vedo per quale motivo sorprendersi.
      Simili (non uguali-ovviamente- visto il piano tecnologico molto diverso)difficoltà che possono d’altro canto trovarsi di fronte ad una lavatrice oppure ad un cellulare nuovo.
      Faccio un esempio pratico:la mia prima ricarica ad una colonnina enel X è stata degna di oggi le comiche ed ho fatto ridere a crepapelle almeno un paio di operatori di enel x.
      Già la seconda è stato un gioco da bambini.
      La pratica rende semplice cose che teoricamente sembrano cervellotiche.
      Resta un fatto indiscutibile(e in questa complessità attuale concordo con lei):l’elettrico oggi non è una tecnologia adatta a tutti.
      Ma anche questo è assolutamente normale:di fronte ai grandi cambiamenti epocali,sono sempre le élite a muoversi in avanti,riuscendo a correre più veloce di quanto possa fare la massa.

    • Con l’elettrica magari non si riesce a ricaricare ma non si può sbagliare, chiedete ad un meccanico quanti serbatoi ha dovuto svuotare da benzina o diesel perché hanno fatto il pieno del carburante sbagliato. Le prese elettriche invece sono come i giochi dei bambini, se la spina non è della stessa forma della presa non entra! Forse le app complicano un po’ ma sarà qualcosa che nel tempo si semplificherà.

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