Guida autonoma: meglio in Cina o in Europa con Tesla FSD?

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L’amico Ivone Benfatto ha sperimentato la guida autonoma in Cina, su due marchi locali,  e ora anche in Francia, dove risiede,  con Tesla FSD. Qui le sue impressioni e un confronto.

di Ivone Benfatto

Lo scorso marzo avevo avuto l’opportunità di provare come passeggero alcuni sistemi di guida autonoma disponibili in Cina: uno su Tesla, uno su Xpeng e uno su Zeekr. Raccontai quell’esperienza in un articolo pubblicato su Vaielettrico.

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Quando ho saputo che anche in Francia era possibile vivere un’esperienza simile grazie al programma Tesla “Ride-Along Test”, non ho perso tempo. In particolare, ero curioso di confrontare la tecnologia che avevo già visto in Cina con l’ultima versione del Full Self-Driving (FSD) di Tesla.

In questo articolo non ripeterò le ottime descrizioni del funzionamento del sistema FSD già fornite da Nicola Carlon in un suo recente articolo, e che si possono vedere anche nei video pubblicati  sul canale YouTube di Vaielettrico.

Un bel passo avanti rispetto al mio Autopilot

Mi concentrerò invece su aspetti più pratici, come l’interfaccia uomo-macchina, anche alla luce della mia esperienza personale con il classico Autopilot Tesla (possiedo una Model Y da oltre un anno) e delle differenze con i sistemi che ho provato in Cina.

In Cina, la Tesla che provai era equipaggiata con l’Autopilot avanzato, ben diverso dal FSD in prova oggi. Allora il FSD non era ancora autorizzato in Cina.

In Francia, non appena si è sparsa la voce che era possibile provare come passeggero il FSD, a Parigi, Strasburgo e in altre città del nord gli slot per i test sono andati esauriti in poche ore. A Marsiglia, invece, non è stato difficile trovare posto, e ho prenotato facilmente. Pare che lì la curiosità tecnologica proceda con passo più… mediterraneo.

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Il display di Tesla durante il test del sistema di guida autonoma FSD. Per Ivone non è molto chiaro

A Marsiglia, il centro servizi Tesla si trova non lontano dall’aeroporto: una bella struttura di recente costruzione, con showroom, officina e Supercharger. Il test si è svolto con una Model 3. Ad accompagnarmi c’era un giovane conducente Tesla, competente e di una simpatia spontanea. Mi ha illustrato il FSD con calma e precisione e, soprattutto, ha risposto con interesse alle mie domande, ascoltando con attenzione anche le critiche che ho sollevato riguardo all’Autopilot base.

Test a Marsiglia: in autostrada, con finale sorprendente

Mi ha innanzitutto chiesto se avessi già avuto un’esperienza simile. Quando ho risposto che avevo provato il sistema in Cina, è rimasto visibilmente sorpreso. Mi ha poi chiesto quale tipo di percorso preferissi. Ho scelto un tragitto autostradale, per poter confrontare meglio l’esperienza con quella cinese, avvenuta su una strada urbana riservata alle auto, a 2-3 corsie per senso di marcia con spartitraffico centrale, senza pedoni né biciclette.

Abbiamo imboccato strade a scorrimento veloce, ampie e scorrevoli, con limite a 110 km/h. Il tragitto è filato liscio e mi ha permesso di osservare come l’auto gestisse in totale autonomia sorpassi e cambi di corsia, con naturalezza. La sensazione era simile a quella di essere a bordo di un taxi guidato con mano morbida e sicura. Io ero l’unico passeggero: l’occasione perfetta per fare molte domande al conducente-supervisore Tesla.

Dopo qualche chilometro, la Model 3 ha abbandonato la carreggiata principale dirigendosi verso la stazione TGV di Aix-en-Provence. Da quel momento è stato come assistere a una piccola coreografia di precisione: l’auto ha individuato il totem di ingresso — simile a quelli dei caselli autostradali — si è fermata esattamente nel punto giusto per permettere il ritiro del biglietto e, non appena la sbarra si è alzata, ha ripreso a muoversi con naturalezza.

Ha poi proseguito lungo la corsia che porta all’area di sosta breve, passando accanto a taxi e auto ferme con persone che salivano e scendevano, un contesto in cui serve attenzione umana per evitare incidenti. Eppure, l’auto si è mossa con estrema precisione e rapidità, effettuando le manovre necessarie e fermandosi esattamente davanti all’ingresso principale della stazione.

Il confronto: in Cina mappe più chiare sul display

La differenza tra l’Autopilot avanzato visto in Cina – identico a quello disponibile in Europa – e il FSD europeo è netta: si tratta di due esperienze di guida completamente diverse. Le auto cinesi che ho provato a marzo, in particolare Xpeng e Zeekr, mi erano sembrate all’altezza del FSD testato a Marsiglia per quanto riguarda i tratti autostradali.

Tuttavia, non ho avuto occasione di metterle alla prova nel traffico urbano, tra pedoni, ciclisti e imprevisti continui. Per una comparazione davvero corretta e completa sarebbe quindi interessante ripetere il test in contesto cittadino anche con Xpeng e Zeekr: potrebbe riservare sorprese… o confermare le impressioni. Per il momento, però, non ho in programma un viaggio in Cina per verificarlo di persona.

A livello autostradale, i comportamenti sono abbastanza simili. Una differenza evidente riguarda la grafica della mappa sul display centrale: ho trovato migliore quella di tutte le auto provate in Cina, Tesla compresa. Poiché in Cina non si possono usare i servizi Google, Tesla si affida a un fornitore locale per la cartografia: una soluzione che ho trovato visivamente più chiara e leggibile rispetto a quella utilizzata in Europa che è basata su Google Maps.

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Comfort di utilizzo, ma l’interfaccia si può migliorare

Un punto importante: a differenza dell’Autopilot, l’FSD non richiede di tenere costantemente le mani sul volante. Utilizza la telecamera interna per verificare che il conducente stia prestando attenzione alla strada e tenga le mani vicino al volante, ma non necessariamente appoggiate. Nei video online si vede spesso questa “posizione rilassata”, con le mani sulle ginocchia e vicine al volante. Un bel passo avanti rispetto all’Autopilot base, che obbliga a piccoli movimenti del volante per segnalare l’attenzione del conducente.

Alla fine del test, l’auto fornisce un punteggio sull’attenzione del conducente-supervisore. Nel nostro caso il giudizio è stato “medio”, perché il mio accompagnatore Tesla, mentre rispondeva alle mie domande, ogni tanto si voltava leggermente verso di me, e il sistema lo richiamava subito all’attenzione. In altre parole, sono stato io a distrarre il supervisore Tesla con le mie domande.

Altra differenza notevole: nel sistema Autopilot il cambio di corsia richiede la conferma del conducente, mentre l’FSD lo esegue autonomamente, come avevo già visto fare in Cina su Xpeng e Zeekr. Inoltre, il sistema mostra in anticipo sul touchscreen centrale le manovre che l’auto sta per eseguire tramite messaggi testuali (es. “Cambio corsia a sinistra”).

Su questo punto, però, ho un suggerimento: sarebbe preferibile l’uso di icone intuitive al posto delle frasi scritte, che richiedono più tempo e attenzione per essere interpretate. Un head-up display – o quantomeno un piccolo schermo posto dietro il volante – migliorerebbe ulteriormente l’interfaccia, evitando al conducente di distogliere lo sguardo dalla strada per cercare le informazioni sul display centrale. Un dettaglio non trascurabile, che oggi mi fa preferire le soluzioni adottate dai costruttori cinesi come Xpeng e Zeekr. Chissà se Tesla deciderà un giorno di colmare questo gap aggiungendo uno schermo dietro al volante.

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Più chiaro il navigatore sviluppato da un’azienda cinese per Xpeng

Risolti i problemi notturni dell’Autopilot? Non credo

Pur non riguardando direttamente il test del sistema FSD, durante la prova ho discusso con il conducente-supervisore Tesla anche alcune problematiche che ho riscontrato personalmente con l’Autopilot base, che utilizzo da oltre un anno. A mio giudizio, l’assistenza alla guida offerta dall’Autopilot standard è globalmente inferiore agli ADAS presenti su altre auto che ho avuto modo di guidare, come ad esempio la Hyundai Inster nella versione con pacchetto ADAS completo.

In particolare, ho segnalato che nell’arco di un anno di utilizzo dell’Autopilot base ho sperimentato 4-5 frenate fantasma, una delle quali in autostrada, con il rischio di tamponamento da parte del veicolo che mi seguiva, oltre a frequenti messaggi di errore durante la guida notturna lungo tratti privi di illuminazione, sia urbani che autostradali, con conseguente riduzione delle funzioni di assistenza alla guida.

In condizioni di scarsa visibilità notturna, ad esempio, capita spesso che appaiano messaggi come “telecamere ostruite” o “deviazione corsia non disponibile”, poiché le telecamere laterali non riescono a “vedere bene”. Il mio accompagnatore Tesla ha affermato che sia il problema delle frenate fantasma che i problemi legati alle condizioni di scarsa visibilità sono stati risolti con il FSD, ma resto curioso di verificarlo personalmente in condizioni reali di guida notturna su strade non illuminate.

Le telecamere da sole non bastano

Su questo punto mi piacerebbe anche avere il parere di Nicola Carlon che nel suo articolo  ha ben descritto i limiti dell’uso esclusivo di telecamere nei sistemi di guida autonoma.

In questi giorni, sui social, si trovano molti commenti entusiasti sull’FSD in Europa. In molti casi viene anche affermato che esso dimostra come le telecamere siano sufficienti e non servano altri sensori, preferiti invece dai concorrenti di Tesla. A mio parere, il sistema FSD di Tesla ha raggiunto un livello di autonomia notevole, ma credo sia necessario separare l’efficacia del software dal tema, più delicato, dell’uso delle sole telecamere come sensori. Secondo me, il successo del sistema Tesla è frutto della combinazione tra un eccellente software e un efficace sistema di interpretazione delle immagini. Ma non basta a dimostrare che le sole telecamere siano sufficienti in ogni contesto, soprattutto in condizioni difficili come pioggia, nebbia o buio.

Conclusioni: lo comprerei? Sì, ma costa troppo

Mi sono chiesto: «Quando le autorità approveranno l’uso dell’FSD in Francia e in Italia — i due Paesi dove viaggio più spesso — lo acquisterei?»

Da un lato, sono un sostenitore di questi sistemi: credo davvero che possano aumentare la sicurezza. Considerando la mia età (ho 68 anni), mi accorgo che rispetto al passato mi stanco più facilmente alla guida e commetto qualche errore in più. Non ho mai avuto incidenti, ma alcune disattenzioni — segnalate anche da mia moglie quando viaggia con me — mi hanno fatto riflettere. Guidare per più di 5-6 ore in autostrada, anche con una pausa, oggi mi affatica più di quanto accadesse in passato. Per questo non vedo l’FSD come un gadget, ma come un alleato, forse necessario, per continuare a guidare con maggiore serenità e sicurezza.

Nelle auto di famiglia abbiamo sempre scelto le versioni dotate dei sistemi ADAS più evoluti disponibili, anche quando non erano obbligatori per legge, e devo ammettere che almeno una volta hanno evitato un tamponamento a circa 90 km/h. In quel momento, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ho pensato: «Meno male che ho acquistato l’opzione che includeva la frenata automatica…»

Detto questo, devo riconoscere che il costo attuale dell’FSD è elevato. Prima di valutarne l’acquisto, mi piacerebbe poterlo provare per almeno un mese e verificarne il comportamento anche in condizioni difficili — di notte, con pioggia intensa o scarsa visibilità. Se fosse certificato come sistema di guida autonoma di Livello 3, in grado cioè di gestire l’auto senza supervisione costante del conducente in determinati scenari e con assunzione di responsabilità da parte del costruttore, allora il prezzo proposto oggi potrebbe risultare più facilmente giustificabile.

La rivoluzione della guida autonoma è iniziata

Inoltre, confido nella concorrenza: nei prossimi mesi immagino che altri costruttori porteranno sul mercato soluzioni avanzate, e questo potrebbe stimolare un miglioramento generale della tecnologia e, forse, un riequilibrio dei prezzi.

Forse tra qualche anno guarderemo indietro e ci sembrerà strano aver guidato senza assistenti così evoluti. La rivoluzione della guida autonoma è iniziata: ora resta da capire quale costruttore saprà proporre la soluzione migliore in termini di qualità del prodotto, efficacia nelle condizioni di guida difficili e rapporto costo/beneficio.

E voi, lo comprereste?

  • LEGGI ancheTesla Full Self-Driving in Italia: la nostra prova su strada rivela come funziona davvero” e guarda il VIDEO di Gabriele Jorillo

Visualizza commenti (1)
  1. Ecco, un bel headup display sulle Tesla sarebbe auspicabile, in modo da proiettare eventuali ostacoli o messaggi chiave sul parabrezza invece che sul display centrale.
    Sulla guida autonoma, radar o LiDAR sarebbero meglio, ma forse anche videocamere notturne e a infrarossi potrebbero migliorare di molto il sistema attuale.

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