Primo test in autostrada per la guida autonoma italiana. Il progetto del Politecnico di Milano in collaborazione con il MOST sempre più vicino all’automazione dei veicoli anche in Europa.
Milano Serravalle, Politecnico di Milano e MOST hanno presentato “Serravalle Future Drive”. Un progetto e soprattutto una sperimentazione per allargare sempre di più i confini della guida autonoma. Già avevamo avuto l’opportunità di assistere al primo miglio della guida autonoma qualche mese fa.
In quell’occasione si voleva dimostrare come un veicolo fosse in grado di raggiungere autonomamente una destinazione. Nello specifico un cliente del carsharing che, una volta salito a bordo, avrebbe preso i comandi fino alla sua destinazione. Senza bisogno di parcheggiare, l’auto avrebbe proseguito la sua corsa verso il cliente successivo.
Oggi si è fatto un ulteriore passo avanti. Anzi due. Perché si è testata la guida autonoma per un nuovo scopo e in un diverso contesto. Lo scopo è quello di “condurre” una navetta in grado di collegare due punti di interesse scoperti ad esempio dal servizio pubblico. Il diverso contesto riguarda invece il tragitto che comprendeva un tratto autostradale e uno urbano. Le due diverse realtà devono essere gestite in modo molto diverso dall’Intelligenza del pilota e quindi rendono il test particolarmente complesso.
Il progetto sperimentale è nato dalla collaborazione tra la Società e il team AIDA – Artificial Intelligence Driving Autonomous del Politecnico di Milano, nell’ambito del programma di ricerca del Centro Nazionale MOST e ha portato allo sviluppo di un prototipo di navetta di guida autonoma, una Fiat 500e, in grado di destreggiarsi nei diversi contesti stradali.
“Il progetto – spiegano – mira a ridurre la congestione nelle aree cittadine e promuovere l’uso del trasporto pubblico, integrando soluzioni innovative con le infrastrutture esistenti”.
Il test
Il percorso su cui è stata impegnata la 500e a guida autonoma collegava la stazione della zona di Cantalupa, punto di accesso all’autostrada A7 in direzione Milano, alla metropolitana M2 di Famagosta. Si tratta di un tragitto che, come detto, comprende sia autostrada che strade urbane. L’auto è in grado di affrontare le diverse situazioni di traffico grazie a una serie di sensori (telecamere, radar, GPS, LiDAR) che raccolgono le informazioni che poi vengono analizzate da un “cervello” elettronico. La guida, in senso muscolare del termine, è affidata a una serie di attuatori su pedali e sullo sterzo.
Il futuro della mobilità autonoma
“Serravalle Future Drive rappresenta il primo progetto in Italia che unisce concretamente il mondo autostradale con quello urbano attraverso la tecnologia della guida autonoma. È una sfida pionieristica che Milano Serravalle ha voluto cogliere, consapevole dell’importanza strategica di integrare infrastrutture esistenti e innovazione per costruire una mobilità davvero intermodale, sostenibile e al servizio dei cittadini” ha commentato Elio Catania, Presidente di Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A.
“Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto così ambizioso, che pone Milano al centro dell’innovazione tecnologica e apre nuove prospettive per la mobilità del futuro”, ha dichiarato Ivo Roberto Cassetta, Amministratore Delegato di Milano Serravalle – Milano Tangenziali S.p.A. “Questa iniziativa rappresenta un passo concreto verso una mobilità più sostenibile, efficiente e attenta alle esigenze del territorio.”
“Questo progetto sperimentale di una navetta autonoma multimodale segna un nuovo passo nel percorso del team AIDA verso una mobilità sempre più sostenibile. L’interconnessione tra diversi scenari di traffico rappresenta un’evoluzione concreta verso soluzioni di trasporto pubblico più flessibili e capillari, valorizzando il know-how maturato dal Politecnico di Milano nelle attività di ricerca e sperimentazione su veicoli autonomi, sia in pista che su strada pubblica” ha affermato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano, responsabile scientifico del progetto AIDA.
“Un esempio concreto di come la tecnologia possa diventare leva di connessione intelligente tra punti strategici del territorio che oggi sfuggono alle reti tradizionali della mobilità. E un modello di mobilità che crea valore rendendo il territorio più accessibile, funzionale e connesso” ha dichiarato Gianmarco Montanari, Direttore Generale del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile MOST.
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Voci di corridoio dicono che la guida autonoma italiana abbia qualche problema da risolvere.
Sembrerebbe infatti che con il software svilutppato nel nostro paese l’auto non sia bravissima a rispettare i limiti di velocità, abbia la tendenza a viaggiare col finestrino abbassato e il gomito fuori, utilizzi il clacson in maniera un po’ eccessiva e ingiustificata e soprattutto, la cosa più imbarazzante, suoni il clacson quando le telecamere del sistema inquadrano una bella ragazza.
😂😂😂
nel frattempo al Los angeles, all’ora di punta, con una macchina di serie :
https://www.youtube.com/watch?v=qeem01FXP5g
o in Cina, tra decine di scooter, in un incrocio senza segnaletica e senza strisce :
link mancante:
vislab (università di parma) ha i prototipi di livello 5 da un paio d’anni in circolazione in ammeriga: tre lincoln e tre lexus..
intorno al 2011/12 prima in assoluto ad avere il permesso di circolare nel traffico senza nessuno al posto di guida (dimostrazione con audi A5) per le strade centrali di parma..
livello 5 che al momento risulta ancora troppo “scattoso”, poco fluido
Ohhh… that’s cute!