Una regolamentazione molto conservativa rallenta la diffusione delle auto a guida autonoma in Europa. Ma la tecnologia avanza più velocemente dei legislatori e l’eccesso di prudenza di questi ultimi può far perdere occasioni preziose alla nostra industria dell’auto. Perchè e come lo spiega Filippo Pagliuca nella terza puntata delle sue inchiesta. Qui e qui le due precedenti.
di Filippo Pagliuca
[terza puntata]
La guida autonoma rappresenterà una delle più grandi rivoluzioni nel settore automobilistico, ma in Europa il suo sviluppo è ostacolato da normative obsolete che non tengono il passo con l’evoluzione tecnologica.
Quando le norme non sono al passo con l’innovazione
La regolamentazione attuale, in particolare il regolamento UNECE R79, impone limiti stringenti ai sistemi di sterzata assistita. Se da un lato queste regole sono state concepite per garantire la sicurezza, dall’altro rischiano di impedire miglioramenti che potrebbero ridurre il numero di incidenti e rendere le strade più sicure nel lungo periodo.
Tutti i vincoli imposti da UNECE R79
Il regolamento UNECE R79 stabilisce infatti criteri precisi per i sistemi di sterzata nei veicoli. Uno dei vincoli più restrittivi riguarda l’accelerazione laterale massima, fissata a 3 m/s², e la coppia sterzante consentita. Questi limiti hanno implicazioni significative per le prestazioni dei veicoli automatizzati.
Ad esempio, con un’accelerazione laterale massima di 3 m/s², un’auto che viaggia a 130 km/h può affrontare solo curve con raggio minimo di circa 435 metri. Curve di raggio più stretto impongono velocità molto inferiori. Con un raggio di curvatura minimo di 209 metri, per esempio, la velocità massima scende a 90 km/h.
Questi valori dimostrano come le attuali restrizioni riducano significativamente la capacità dei veicoli autonomi di affrontare curve strette, specialmente in autostrada. Inoltre, la normativa obbliga il mantenimento delle mani sul volante, rendendo impossibile l’implementazione di sistemi avanzati di livello 4 o 5, che richiederebbero un’autonomia completa senza intervento umano.
Limiti allo sterzo: niente curve veloci in autostrada
Paradossalmente, le restrizioni imposte per motivi di sicurezza potrebbero avere l’effetto opposto. Limitare la capacità dei veicoli di correggere la traiettoria con la forza necessaria potrebbe aumentare il rischio di incidenti, anziché ridurlo. Questi limiti costringono l’auto a rallentare bruscamente non appena si raggiunge la forza massima, aumentando il rischio di instabilità del veicolo.
Un aggiornamento della normativa consentirebbe un utilizzo più sicuro e graduale verso la mobilità autonoma, poiché questo approccio eccessivamente conservativo sta finendo per limitare le potenzialità e lo sviluppo di questa tecnologia.
Non solo la sterzata: il cambio di corsia, per esempio…
Il Regolamento impone anche un ritardo minimo di 3 secondi prima che un sistema di cambio corsia automatico inizi la manovra, con un completamento entro 5 secondi. Questo vincolo, seppur pensato per garantire prevedibilità e sicurezza, presenta criticità.
Un ritardo fisso può risultare eccessivo in situazioni di traffico denso, limitando le opportunità di sorpasso e riducendo la fluidità. Inoltre, la norma non si adatta alle condizioni reali, trattando allo stesso modo scenari autostradali e urbani. Rispetto alla guida umana, il sistema appare meno naturale e meno efficiente.
Dal supporto alla supervisione
L’evoluzione della guida autonoma non può più essere vincolata all’idea che l’auto debba semplicemente assistere il conducente. È necessario un nuovo paradigma, in cui il veicolo gestisce la guida in autonomia e l’uomo assume un ruolo di supervisore, pronto a intervenire solo in caso di necessità.
(3-segue)
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Dico una cattiveria:
– non è che frenano sulla guida autonoma al fine di non agevolare Tesla?
L’articolo riporta informazioni non aggiornate: vedasi i regolamenti (EU) 2022/1426 e 171 delle Nazioni Unite
C’è qualcosa che l’UE abbia fatto bene? Bisognerebbe chiederselo.
Caro Antonio, un proverbio recita: “Ci si accorge di ciò che non si ha, ma non ci si accorge di ciò che si ha.”
Mii trovo spesso a viaggiare tra diversi Paesi dell’UE sia per turismo che per lavoro. Nella nostra famiglia (genitori e figli) siamo sparsi in tre diversi Paesi europei. Quando esco da EU mi accorgo ancora di più delle cose positive di cui beneficiamo all’interno dell’EU.
Ci sono molte cose che l’UE ha fatto bene, e di seguito ne elenco alcune:
Moneta unica;
Libera circolazione all’interno dello spazio Schengen;
Zero costi di roaming per la telefonia mobile;
Riconoscimento dell’assistenza sanitaria in caso di incidente in un altro Paese;
Possibilità di trasferire i contributi pensionistici da un Paese all’altro;
Certificato di conformità UE per le auto, che facilita il trasferimento di un veicolo da un Paese all’altro;
Riconoscimento della patente di guida;
Standard unificati per la ricarica dei veicoli elettrici (CCS2 e T2);
E molto altro…
Per quanto riguarda le cose che non funzionano bene, è bene ricordare che l’UE siamo noi cittadini, e le decisioni vengono prese dai rappresentanti che abbiamo votato.
Questo regolamento UE è basato su criteri illogici e sembra fatto apposta per tagliare le gambe alla guida autonoma. Con la diffusione della guida autonoma verrebbero salvate migliaia di vite l’anno, e ogni incidente imputabile alla guida autonoma servirebbe, come in aviazione, per migliorare la tecnologia in modo che non si ripresenti più. È veramente un peccato che la miopia dell’UE ostacoli la sicurezza stradale ottenibile con le nuove tecnologie.