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Guerra fredda elettrica: Cezeta, il maiale, sfida la Vespa

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Ritorna il Cezeta, detto il maiale, scooter simbolo dell’era comunista, rivitalizzato a Praga in versione elettrica. Due esemplari del modello 506 saranno presenti a Milano in coincidenza con Eicma.

Ad Eicma saranno solo visitatori esterni, ma con due scooter al seguito. Così, mentre all’interno dei padiglioni di Rho Fiera la Vespa elettrica farà il suo debutto su strada, non troppo lontano ronzeranno i due modelli elettrificati di quella che fu, negli anni 50 e 60, la risposta comunista allo scooter simbolo dell’Occidente: il cecoslovacco Cezeta, noto Oltre Cortina come  “Il Maiale”, o “praze” in lingua originale. Lo disegnò nei primi anni 50 Jaroslav Frantisek Koch (nella foto) con l’ambizione di realizzare qualcosa di meglio della Vespa, in quegli anni divenuta icona globale grazie al film Vacanze Romane e a Gregory Peck e Audrey Hepburn che la usavano scorazzando per Roma.

In sei anni da Cuba al Vietnam

Il risultato non fu del tutto adeguato alle attese (il soprannome di Pig gli fu appioppato per il profilo tozzo e sgraziato) ma la qualità costruttiva (e il prezzo, doppio rispetto a tutte le altre due ruote prodotte nei Paesi dell’Est) si facevano rispettare. Tanto che dei circa 150 mila esemplari prodotti nell’arco di sei anni, cioè fino a quando i capi del blocco comunista ne decretarono la fine vita ritenendolo bene voluttuario e frivolo, molti sono finiti anche in Russia, a Cuba e perfino in Vietnam dove ancora funzionano, tenuti come reliquie dagli appassionati.

Ora il Cezeta, il maiale, torna a vivere grazie a Neil Eamonn Smith, fondatore di una società con sede a Praga che sta costruendo il nuovo Cezeta con nuovi propulsori elettrici ma la stessa maniacale cura per la robustezza e la qualità costruttiva; il prezzo lo dimostra viaggiando dagli 8.970 dollari del modello meno potente agli 11mila e 600 dollari del modello Top. “Ne ho visto uno e me ne sono immediatamente innamorato. E’ eccentrico, inaspettato” ha detto Smith annunciando di aver già in mano contratti per venderne 50 esemplari, dodici del quali già consegnati. L’obiettivo è arrivare in tutto a 2 mila esemplari per la serie limitata della rinascita.

Un pachiderma dallo scatto felino

E l’anno prossimo Smith vorrebbe iniziare a commercializzarlo  negli Usa, partendo da California, Florida e Texas. Nella sua seconda vita “alla spina” Cezeta riparte dalla numerazione originaria: era il 505 l’ultimo modello dell’era comunista, è il 506 quello che riappare sul mercato, 61 anni dopo la fondazione dell’azienda. Le due versioni proposte _ 506/1 e 506/2 _ sono motorizzate rispettivamente con propulsori elettrici da 5,7 e 9,2 kW, raggiungendo 85 e 120 km/h di velocità massima. I pacchi batteria al litio con componenti Panasonic  e sistema di gestione sviluppato in casa sono da 4 o 6 kW, garantendo autonomie di 80-100 e 120-150 km. Ricaricano 42 km ogni ora. Nonostante le misure mastodontiche che consentono un comodo viaggio a due passeggeri (lunghezza di due metri, peso con batterie rispettivamente di 137 e 147 chili) i Cezeta sono brillanti grazie alla coppia del motore elettrico che permette di passare da 0 a 50 km/h in 4,5 e 2,7 secondi.

 

 

Ma non badate al prezzo

Con i suoi due metri di lunghezza e la stabilità che ne consegue e la generosità di batterie e motore, il Cezeta si candida a fare da concorrente al C Evolution di BMW, che però costa 2-3 mila euro di più, oppure alla nuova Vespa elettrica che ne costa 2 mila di meno.

Gli incaricati di Cezeta saranno a Eicma per cercare un distributore il Italia, ma intanto chi volesse provare immediatamente l’emozione di cavalcare il più originale e più retrò degli scooter elettrici in circolazione nel mondo può prenotarselo on line nel sito dove è anche possibile personalizzarlo con una completa serie di accessori. Dovrà però aspettare da 3 a 6 mesi per vederselo recapitare a casa.

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5 COMMENTI

      • Mauro ciao, il target non e’ certo quello della Vespa, I nostri clienti attuali ( Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Rep. Ceca e Slovacchia) sono interessati all’estetica retro ed alle prestazioni, non ultimo il fatto che puo’ circolare in autostrada

  1. A mio avviso un veicolo talmente “brutto” e sgraziato da risultare bellissimo!, battute a parte la trovo un’idea geniale quella di mettere un cuore tecnologico e moderno senza modificare l’estetica di qualcosa di iconico come questi veicoli figli di un’altra era.

    • Concordo con lei, Lorenzo. Questo mastodonte ha un suo fascino, come del resto l’avrebbero tanti altri miti del passato che la nuova tecnologia elettrica potrebbe resuscitare. Il costo, però, è decisamente alto. Alla prossima Eima avremo modo di testarlo su strada e vedremo se il gioco vale la candela, nostalgia a parte.

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