Ecco GreenGo. Azienda con sede a Bologna e attiva in 11 regioni per dare energia da rinnovabili alle industrie energivore, cominciando dalla multinazionale sudafricana Sasol con tre stabilimenti in Italia. Obiettivo, investire 300 milioni in 3 anni coinvolgendo aziende agricole che con l’agrivoltaico mettono insieme prodotti della terra ed energia.
Al 2026 investimenti per 300 milioni
Sulla campagna bolognese punta la Città metropolitana emiliana per avvicinarsi agli obiettivi energetici del 2030.
GreenGo srl è nata nel 2018 come start up per la progettazione e la realizzazione di impianti innovativi in co-gestione e in questi sei anni di vita è cresciuta tanto.

Oggi conta 42 addetti diretti (35 dipendenti), oltre ad agenti sul territorio; entro il 2026 punta a 65 addetti (58 dipendenti).
Fa parte del gruppo Fimm (GreenGo, REA, Latitude) che vedrà a sua vola un aumento del personale da 62 a 105 unità nei prossimi tre anni.
Il piano di sviluppo firmato da GreenGo prevede investimenti al 2026 per più di 300 milioni. Nei prossimi 5 anni realizzerà circa 1,3 GW di nuovi impianti di cui sarà proprietaria al 100%.
Energia dai campi (con stoccaggio)
Il parco impianti vedrà una forte componente di agrivoltaico (circa 880 MWp), ma spazio anche ad eolico e fotovoltaico tradizionale, oltre a circa 300 MWp di strutture per lo stoccaggio.

Il ceo Giuseppe Mastropieri ha tracciato nella innovativa sede di Bologna le dinamiche aziendali. “Siamo già pronti a partire con la realizzazione di impianti per 200 MW, i primi passi di una roadmap che ci porterà da oggi al 2029 a un parco di circa 80 impianti, sia di produzione sia di stoccaggio, per circa 1,7 GWp”.
“Prevediamo di arrivare nel 2029 a produrre circa 2,8 GWh di energia pulita, di cui circa 2 da impianti al 100% di nostra proprietà e gestione”, sottolinea il manager.
E qui il focus sulle aree agricole: “Investiremo in particolare nella nostra formula di agrivoltaico sostenibile, che abbiamo sperimentato e studiato in importanti impianti pilota in Sicilia orientale grazie alla collaborazione scientifica con l’Università di Catania“.

Spesso si critica il fotovoltaico per il consumo del suolo agricolo, ma come abbiamo scritto spesso (leggi qui) la versione agrivoltaico produce anche una resa agronomica.
“Abbiamo dimostrato che le colture, sotto i pannelli, necessitano di meno irrigazioni– spiega Mastropieri – e parallelamente riusciamo a utilizzare superfici altrimenti inattive, sostenendo anche lo sviluppo della biodiversità e l’apertura degli spazi alla fruizione del pubblico”.
La campagna alimenta la città
Alla presentazione di GreenGo era presente il Dean della Luiss Business School Raffaele Oriani e l’assessora alla missione clima 2030 del Comune di Bologna, Anna Lisa Boni.
Interessante l’intervento della amministratrice bolognese: “Con lo zero virgola del territorio della città metropolitana possiamo ottenere un buon contributo all’autonomia energetica di Bologna città. Guardiamo bene le richieste di autorizzazione per l’agrivoltaico così da permettere la simbiosi tra produzione agricola ed energetica”.

Un contributo essenziale “visto che in ambito urbano non sono sufficienti tetti e parcheggi“.
A San Giovanni in Persiceto, comune della città metropolitana bolognese, si è partiti con 20 ettari coperti da pannelli compatibili con la coltivazione della canapa.
L’azienda prevede inoltre di realizzare in Emilia-Romagna 13 impianti per complessivamente 170 MWp. Cinque sono in provincia di Bologna (2 a Budrio, 2 a Sala Bolognese e uno a San Giovanni in Persiceto), per circa 70 MWp.
Un particolare della sede di GreenGo
Il contributo di GreenGo alle aziende energivore. L’esempio della multinazionale chimica Sasol
Si parla spesso di idrogeno per le aziende energivore, ma funziona anche l’elettrico. La conferma, una delle ultime operazioni siglate da GreenGo, dall’accordo per la fornitura decennale di energia a Sasol Italy Spa, branch italiana del gruppo multinazionale sudafricano della chimica Sasol, presente in Italia con tre siti di produzione.
Si va avanti grazie anche all’attrattività dell’azienda scelta del fondo Eiffel entrato con 22 milioni e ai 7 milioni di ricavi del 2023. Sull’impatto sociale è evidente la creazione di lavoro: “Oltre 200MW di impianti proprietari e un forte coinvolgimento di aziende locali: si prevede che la costruzione e gestione dei nuovi impianti genererà un indotto occupazionale di 450 unità nel panorama nazionale“.
Lavoro anche a Bologna. “Per la formazione interna e il reclutamento di giovani talenti, GreenGo lavora in forte raccordo con l’Università di Bologna e con la Bologna Business School. Numerosi sono i dottorandi che svolgono i loro progetti di ricerca sulle rinnovabili all’interno dell’azienda, per poi spesso rimanere negli uffici tecnici per la progettazione e la gestione degli impianti“.
Mi piace questo programma 😁👍
Spero che riesca ad andare avanti nonostante certi provvedimenti governativi in controtendenza.
Visto che non dipendono da fondi statali…
Visto che creano occupazione e reddito diretto e indotto..
Visto che ogni M.W generato in più verrà comunque utilizzato..e quindi non impedirà neppure i piani Mattei governativi…
Spero di leggere spesso notizie così…
Ogni dirigente di azienda deve pensare a come abbattere i propri costi energetici…sia nell’ industria che in agricoltura o allevamento intensivo (e conseguente riduzione di inquinamento..anche se per molti non è fine primario…).