Le società della green economy hanno reso negli ultimi dieci anni quasi il 200 per cento. Solo le società tecnologiche, trascinante dal boom dell’Intelligenza artificiale, hanno fatto meglio.
Non solo si fa del bene all’ambiente e si combatte il cambiamento climatico. Investire in azioni di società della “green economy” protegge anche il portafoglio. Negli ultimi dieci anni, le aziende che operano nei settori della transizione energetica hanno aumentato la loro capitalizzazione del 198%.
Il loro valore è arrivato a 7,2 trilioni di dollari, con un rendimento composto del 14 per cento all’anno. Solo le aziende tecnologiche, trainate negli ultimi due anni dall’exploit dell’Intelligenza artificiale hanno saputo fare di meglio.
Nella green economy, hanno performato meglio le società di efficienza energetica
Lo sostiene uno studio del London Stock Exchange Group (la Borsa di Londra). All’interno della green economy, hanno performato meglio le società che si occupano di gestione ed efficienza energetica: negli ultimi cinque anni hanno avuto un rendimento composto del 17 per cento.
Secondo gli esperti del London Stock Exchange, a spingere sui rendimenti sono stati gli investimenti per migliorare l’efficienza delle apparecchiature informatiche e dell’elettronica (si pensi, ad esempio, alla domanda di energia crescente da parte dei data center).
I ricavi delle società di gestione ed efficienza energetica, come settore complessivo, hanno superato le forniture per l’edilizia verde, in testa alla classifica fino a qualche anno fa.
Per archiviare la stagione dei combustibili fossili, serviranno altri 100 trilioni di investimenti
Mentre gli operatori di rinnovabili – che pure rappresentano la parte più conosciuta anche dai non addetti ai lavori della green economy – hanno guadagnato di meno e vengono definiti dallo studio “in evidente ritardo”.
Ma le opportunità di ulteriori rendimenti dovrebbero essere assicurati anche per i prossimi anni, visto che serviranno almeno altri 100 trilioni di dollari di investimenti per archiviare in via definitiva la stagione dei combustibili fossili.
Cosa potrebbe ostacolare la crescita dei rendimenti? La guerra commerciale a colpi di dazi sulle esportazioni di auto elettriche, come sta avvenendo tra Stati Uniti ed Europa da una parte e Cina dall’altra. Ma anche una sovracapacità del settore fotovoltaico.