Grandi stazioni Be Charge in Francia

Grandi stazioni Be Charge in Francia: la società del gruppo ENI-Plenitude ha inaugurato un centro con 14 colonnine da 300 kW a Chaumont-sur-Tharonne.

grandi stazioni be chargeGrandi stazioni Be Charge: 14 ricariche da 300 kW e altre 14 in arrivo

In Francia l’elettrico cresce molto più rapidamente che da noi e le nostre aziende (vedi anche il caso di Atlante) preferiscono investire sul mercato transalpino. Dove peraltro sembra molto più semplice installare le proprie colonnine in autostrada. L’annuncio della nuova apertura, in corrispondenza di un paesino nel Centro Valle della Loira, è stato dato sul profilo LinkedIn di Be Charge: “Giugno ha segnato una nuova pietra miliare per noi! Abbiamo inaugurato la nostra più grande stazione di ricarica ad alta potenza situata nell’area di servizio di Chaumont-sur-Tharonne sull’autostrada A71 in Francia. Si compone di 14 punti dotati di caricabatterie da 300 kW per veicoli leggeri e uno spot per la ricarica di veicoli lunghi con rimorchio (VLR) con caricatore da 300 kW. Abbiamo in programma di espandere rapidamente questa stazione con altri 14 punti e caricabatterie da 400 kW progettati specificamente per la ricarica di camion elettrici“.

grandi stazioni be chargePrezzi molto più bassi che in Italia. E previste anche ricariche HPC per camion

Come si può vedere dalle immagini, anche le ricariche sono made in Italy, realizzate dall’Alpitronic di Bolzano. Con il cane a sei zampe che campeggia sopra una schiera di caricatori HPC. Interessante anche il fatto che si cominci a puntare sul mercato dei mezzi pesanti, che richiedono location con spazi specifici e potenze ancora più elevate (presto a Chaumont-sur-Tharonne ne sarà installata una da 400 kW) . Anche in questo la Francia è molto più avanti dell’Italia.  Quanto al prezzo delle ricariche HPC, da quel che si legge nei cartelli apposti all’ingresso della stazione e sulla app siamo a 0,59, contro lo 0,90 praticato in Italia. In Francia Be Charge non intende fermarsi qui e lo scrive a chiusura del post su Linkedin: “Siamo orgogliosi di questo risultato e ringraziamo tutti i team che hanno contribuito alla costruzione di questa stazione, che speriamo sia la prima di molte. Buon viaggio!

Visualizza commenti (22)
  1. Io ho risolto così, per sbaglio o per caso. Possessore Tesla, quando supero i 300km di autostrada, un po’ scocciato dal dover lasciare la stessa per ricaricare e rinfrancato dalla presenza “massiccia” di free to x in autostrada, ho optato per una scheda A2A al costo di 60 euro + iva (73,2 €) per 180 kWh mensili che fanno circa 40c al kWh. Certo, ho dovuto dare alla stessa società anche i consumi di casa, ma la bolletta è in linea con gli altri operatori. Certo vi sono dei limiti, a volte residuo qualche kWh a fine mese, ma è molto comodo avere la ricarica ogni 30/40 km e poter fruire dei servizi dell’autogrill. La scarsità di veicoli elettrici in circolazione permette, al momento, di trovare la stazione sempre libera.

  2. Mirko Isetta

    Bella questa stazione di ricarica HPC, assomiglia molto a quella che Becharge ha posato sulla FI-PI-LI, anche li è presente uno stallo dedicato ai camion, peccato che non sia mai entrata in funzione e le colonnine giacciono spente e cotte dal sole da ormai più di in anno…
    Chissà se in Francia faranno la stessa fine😏

    1. in Francia no … tranquillo … le ricariche han prezzi molto più ragionevoli (a maggior ragione rispetto ad un reddito medio pure più alto di noi italiani); BeCharge ha solo preso l’appalto per l’installazione… la corrente la prende sul mercato locale a prezzi francesi … che non sono “gonzi ” italiani…

  3. Quindi lo stesso operatore in Italia ha una tariffa 30cent a KWh superiore che in Francia.

    Dev’essere merito del nuculare. In Italia il PUN è 10cent circa invece in Francia -20cent a KWh cioè ti pagano 10cent a KWh se lo consumi.

    O NO?

  4. A volte si pensa al “cartello” tra operatori dello stesso settore…

    Mi vien da pensare invece che il “cartello ” in Italia sia composto da vari “attori”, ossia SNAM che si sta da anni pesantemente impegnando a creare gasdotti (es. quello in fase realizzativa in Sardegna) oppure il costo enormemente lievitato per mettere in sicurezza l’attracco della futura nave metaniera per Ravenna , con la costruzione di una intera diga ! Tutte spese funzionali anche ad ENI … che andrebbero sicuramente in lento disuso prima di esser riusciti ad ammortizzarne i costi SE anche in Italia si puntasse forte su F.E.R. e trasporto elettrico… e qui “appare” anche Stellantis, con le sue fabbriche italiane di vetture old-style termiche mentre in altri paesi (Francia, Spagna, Serbia, Polonia etc ) spinge per costruire fabbriche di auto elettriche e batterie.
    Tutto questo sotto gli occhi di un miope governo che bada agli interessi di questi grandi gruppi ben poco attento al triste destino di gran parte dei cittadini italiani, che saranno il “capro espiatorio” delle colpe altrui… facendosi prima tosare ben bene dai costosi contratti energetici legati agli idrocarburi … e poi …. “allo spiedo” dagli evidentissimi cambiamenti climatici.

  5. Strano. Considerando che qua si legge di continuo che l’elettrico è morto, che non va, che non sfonderà mai…
    I soliti paraocchi di guardarsi solo in casa pensando che sia tutto così anche all’estero.

    Immaginiamo una scena.
    Turista Norvegese: “Abbiamo un gran potere d’acquisto per l’europa meridionale. Dove andiamo? L’Italia è bellissima!”
    Italia: “NO! Non azzardatevi! Qui non vogliamo le vostre macchine profumate!!! Vogliamo solo quelle puzzolenti! Non vi facciamo certo caricare quelle lavatrici!”
    Francia: “Oh, anche noi usiamo le BEV quindi siamo attrezzatissimi. Basta con la solita italia, venite da noi! Si ricarica senza problemi, costa poco, che volete di più?”
    Turista: “Mi sa che abbiamo deciso…”

    1. io settimanalmente mi sposto sulla costa… da aprile a settembre molto frequentata da turisti stranieri…. moltissimi in auto (a volte ne conto 1 ogni 10 per strada) e – curiosamente ! – molte di queste vetture sono BEV …

      Non so i norvegesi dove vadano in vacanza…. ma di sicuro i DANESI son diventati tantissimi … molti dei quali con BEV …. o qualcuno sa se magari noi italiani abbiam cominciato ad importare auto elettriche direttamente da Copenaghen ?

      (nb non mi pare scappino terrorizzati dalle pale eoliche sulle colline e da qualche FV a terra, ove non insistono vigneti ed oliveti…. anzi… mi pare che apprezzino tanto !!)

  6. Beh ovvio che vanno in Francia. In Italia da quando hanno tolto gli abbonamenti a pacchetto nessuno sano di mente userebbe becharge per ricaricare . A meno che non sia sponsorizzato da becharge stessa , ovvio …

  7. Et voilá! Ennesima dimostrazione – semmai ci fosse ancora bisogno di dimostrarlo – che in Italia BeCharge (così come EnelX) si muove per “logiche diverse” (per usare un eufemismo) da quelle di mercato.

  8. Lo stavo scrivendo,voglio vedere i prezzi che fanno in Francia sti lobbisti di m…a,e il governo tace…

    1. Come puoi aspettarti che il goveno intervenga quando è lui il mandante del tutto?
      Lo sai che Enel ed Eni sono si società private ma ancora sotto il controllo statale essendo lo stato italiano il principale azionista?
      Ti è sfuggito che tempo che il governo attuale si è insediato ed ha cambiato i vertici delle 2 società è cambiato tutto con gli aumenti e la scomparsa degli abbonamenti?
      Hai ancora qualche dubbio chi in realtà, e soprattutto perchè, ha deciso la linea da tenere?

  9. Be charge dovrebbe spiegare perchè in Francia non porta le tariffe ad 1 €/kwh per rientrare dell’investimento di istallare colonnine ultrafast…. forse perché in sitalia quella è solo la scusa da dare per non dire la carità e cioè che in Italia devono obbedire all’ordine superiore (dato da chi li controlla) di affossare più possibile la mobilità elettrica??

    Perché da che mondo è mondo anche il più inetto dei manager sa che se cerchi di vendere qualcosa ad un prezzo spropositato vai in direzione opposta al rientrare dell’investimento semplicemente perchè ti metti da solo nelle condizioni per cui nessuno è disposto a comprartelo….

    1. Un anno e mezzo fa Be Charge e Enel avevano abbonamenti a 0,30 euro. Eppure le Bev viaggiavano sui medesimi trend di mercato in Italia e le colonnine erano ugualmente vuote. In Francia dove le Bev sono al 20%, di clienti ne avrà sicuramente di più

      1. Capisco l’esigenza di difendere vostri potenziali inserzionisti ma sostenere che portare il costo di ricarica a 1 €/kwh sia giustificato con l’esigenza di rientrare degli investimenti è fuori da ogni più elementare logica economica….
        1 anno e mezzo fa ancora l’attuale governo non era pienamente in carica e fra l’altro Enel x e becharge erano ancora impegnate ad “occupare” il mercato in modo da creare quel duopolio che nei fatti c’è ora…
        All’inizio hanno corso a saturare io mercato piazzando più colonnine possibile e facendo abbonamenti vantaggiosissimi per impedire che altri operatori potessero crescere e rendersi indipendenti….
        Serviva creare il duopolio per passare alla fase 2 e cioè alzare il prezzo e costringere tutti gli altri a dare altrettanto, se avessero permesso che nel mercato nazionale (intendo con istallazioni proprie in tutto il territorio nazionale) ci fosse anche solo un terzo operatore libero dal controllo di chi “tira i fili” poi non avrebbero potuto immorali di allinearsi alle tariffe senza senso. Invece avendosi garantito che tutti gli altri sono costretti ad operare in roaming sulle loro stazioni hanno potuto attuare il loro piano di rendere la ricarica pubblica antieconomica visto che di fatto non decidono solo le proprie di tariffe ma anche quelle di tutti gli altri attraverso i contratti di roaming….
        Unica eccezione è Tesla con i suoi supercharger che, infatti, essendo l’unico a non avere problemi di roaming perché da sempre se n’è tenuto fuori, ha prezzi dimezzati rispetto ai loro….Tesla a mio modesto modo di vedere è l’unica speranza che abbiamo per cui si riesca a far saltare questo piano di boicottaggio alla ricarica pubblica messo in atto dal governo per conto di chi li finanzia…
        Per questo, pur essendo un proprietario Tesla, ho accolto con favore quando questa ha deciso di aprire la rete supercharger a tutti perché è l’unica mossa (che probabilmente il governo non si aspettava) che può sconpaginare i piani ai “potenti”.

        1. Difendere gli inserzionisti? Non dica fesserie: legga quante volte li abbiamo attaccati, esattamente con le motivazioni che adduce lei (duopolio di fatto). Questo non ci impedisce di riconoscere che il tasso di utilizzo della rete di ricarica all’estero è molto maggiore che in Italia. Per l’esattezza la media europea è di circa 8-10 ore ogni 100, in Italia appena di due ore su 100. Perché? Poche auto elettriche circolanti, ubicazione delle colonnine “a capocchia”, tolleranza per l’occupazione abusiva, mancato allacciamento, guasti e malfunzionamenti. Molte sono le colpe dei gestori, altrettante del sistema Italia (noi tutti insomma).

          1. Massimo, tutto vero quello che dici (tassi di utilizzo inferiori, pochi BEV, ecc.).

            Ma, a maggior ragione, alzare i prezzi a livelli così inaccettabili ed eliminare gli abbonamenti non può che alimentare inevitabilmente il circolo vizioso di pochi BEV e poche ricariche alle colonnine, peggiorando ulteriormente il fantomatico “rientro dagli investimenti”.

            Se l’intenzione fosse stata di stimolare il circolo virtuoso di più BEV e più ricariche, avrebbero dovuto mantenere prezzi delle ricariche a livelli accettabili – l’avevano pur fatto anche durante tutto il primo anno della scriteriata invasione russa dell’Ucraina, durante la fase più rovente della crescita dei prezzi di gas ed energia elettrica! – per avere un ritorno degli investimenti altrettanto accettabile e anzi che accelera man mano che i BEV si diffondono. È una banale legge di mercato.

            La verità, come ho già scritto svariate volte, è che per i duopolisti – e in particolare per BeCharge, la cui casa-madre è ENI… e ho detto tutto -, il business delle colonnine di ricarica è una frazione insignificante del loro business totale: ci sono entrati perché così chiedeva il clima politico precedente, ma poi il clima politico è diventato quello che sappiamo (anomalo verso la transizione energetica rispetto ai principali stati UE), e quindi hanno alzato i prezzi delle ricariche per compiacere tale nuovo clima, potendosi tranquillamente permettere di non rientrare mai dagli investimenti in colonnine fatti in Italia.

            Nei principali stati UE, invece, dove il clima politico è favorevole alla transizione energetica anche dove governano partiti politici della stessa area di quelli che governano in Italia (vedi ad esempio Olanda, Svezia, Finlandia, Portogallo), vige la concorrenza vera e non sono permessi monopoli o duopoli come in Italia, per cui con le colonnine o stai alle leggi di mercato (concorrenza alla pari con gli altri operatori) o sei fuori.

          2. Pienamente d’accordo con te. Il mandato dei precedenti amministratori Enel ed Eni era preparare e favorire la transizione, anche a costo di lavorare in perdita per altri 10 anni (tanto era una goccia nel mare del loro bilancio)- Con il nuovo governo i mandato è ridurre i debiti e massimizzare i profitti. E se la transizione va a ramengo tanto meglio: il pragmatismo del governo è nucleare di quarta generazione e biofuel del progetto Mattei. Dei soldi buttati nelle colonnine non frega nulla a nessuno (tanto restano una goccia nel mare del loro bilancio).

  10. Leonardo (R)

    Sulla loro App vedo il prezzo al kWh a 0,59 € con Pay per Use. In Italia 0,90 €.
    Ci prendono in giro.

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