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Grande Panda, Skoda, BYD…I flash

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La Grande Panda, in arrivo a marzo in versione sia elettrica che ibrida.

Grande Panda, elettrica e ibrida, a marzo. Skoda completa la gamma Elroq. Altro Suv compatto, la BYD Atto2. Mille bus elettrici nel 2024/ SETTIMANA in 4 FLASH.

grande PandaDebutto a marzo per la Grande Panda elettrica e ibridaGrande Panda

Il capo per l’Europa del gruppo Stellantis, Jean Philippe Imparato, conferma che il lancio della nuova Grande Panda (3,99 metri di lunghezza) avverrà a marzo. Non a caso negli spot televisivi la Fiat pubblicizza il modello attuale (che continuerà ad essere prodotto) con il nome di Pandina. Si parla anche per l’elettrica di un prezzo molto competitivo, poco sopra i 25 mila euro, ma su questo il top manager francese non si è snilanciato. Stellantis al momento sembra puntare molto più sulle ibride che sulle elettriche, viste anche le richieste dei clienti per la Jeep Avenger e la Citroen C3, disponibili in entrambi le versioni. “Serve uno sviluppo del sistema di caricamento, sappiamo che persone vogliono una colonna vicina. E poi non vogliono metterci due ore per caricare la loro macchina elettrica ma non più di 20 minuti“, ha detto Imparato in margine al Salone dell’Auto di Bruxelles.

grande PandaTre versioni per la Skoda Elroq: presentata la 60 con 428 km di autonomiagrande panda

Altro lancio previsto per marzo è quello della Elroq, il nuovo Suv elettrico della Skoda, già in pre-vendita da inizio ottobre. Dopo le versione 50 e 85, il marchio del gruppo Volkswagen ha presentato la 60, una versione intermedia con batteria da 63 kWh (59 kWh netti) e un’autonomia omologata di 428 km. Il prezzo parte da 38.500 euro. Questa variante della Elroq è spinta da un motore elettrico da 150 kWh e scatta da 0 a 100 km/h in 8 secondi. La velocità massima è mimitata elettronicamente a 160 km/h. Quanto alla potenza di ricarica, in corrente continua si arriva a punte di 165 kW, mentre in alternata ci si ferma a 11 kW.

grande pandaAltro Suv in arrivo dalla Cina: è la BYD Atto 2, con range di 312 km

Al Salone di Bruxelles il marchio cinese, BYD ha presentato il nuovo Suv elettrico compatto Atto 2, con 4,31 metri di lunghezza, 1,83 di larghezza, 1,67 di altezza. L’auto presenta una Batteria Blade, con la tecnologia Cell-to-Body (CTB), processo che integra completamente la batteria nel telaio del veicolo. Con il coperchio superiore del pacco che funge da pavimento per l’abitacolo. Atto 2 sarà disponibile con una scelta di due dimensioni di aatteria. Al lancio, l’edizione con autonomia standard avrà una capacità nominale di 45,1 kWh, offrendo un’autonomia WLTP (combinata) di 312 km. Il motore anteriore produce 130 kW. Il marchio cinese enfatizza il fatto che “la Batteria Blade supera i requisiti del rigoroso “Test di Penetrazione del Chiodo”, un metodo per valutare la fuga termica della batteria. E simulare le conseguenze di un grave incidente stradale”.

Oltre mille bus elettrici venduto in Italia nel 2024

Il vento dell’elettrico comincia a soffiare anche nel mondo degli autobus. Le statistiche del 2024 dicono che in Italia ne sono stati immatricolati 1.026, contro i 391 del 2023 (+162%).  In gran parte si tratta di mezzi utilizzati per la città (994). Secondo la testata AutobusWeb, il diesel rimane la motorizzazione preferita nelle gare d’acquisto, con 1.740 autobus, ma con un vistoso calo rispetto al 2023 (600 mezzi in meno, erano 2.339). Molto richiesti i bus a metano, motorizzazione praticamente azzerata nel mondo delle auto: nel 2024 sono stati immatricolati 1.246 (più 49 Lng), con una crescita del 76,5%. In crescita anche gli ibridi con motore elettrico e diesel (772), contro i 43 metano-elettrico. Infine gli autobus a idrogeno, in uso soprattutto a Bolzano: ne sono stati immatricolati 44.

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11 COMMENTI

  1. …” Serve uno sviluppo del sistema di caricamento … più che altro serve uno sviluppo del cervello di molte persone.

    • Senza un contemporaneo sviluppo del conto corrente puoi avere un cervello eccezionale ma alla fine non vai molto lontano.

  2. Parlando della Panda, l’idea di mettere il cavo di ricarica integrato ovviamente una sua arguzia ce l’ha.
    Ma ti obbliga all’uso della wallbox, tagliando fuori qualsiasi forma di caricatore portatile.
    Quindi, pe dire, uno che a casa può ricaricare con una presa industriale e (per esempio) ha una seconda casa, oppure come il sottoscritto che sul posto di lavoro ha accesso ad un’altra presa industriale…
    Ok, on è la regola, ma non è nemmeno un caso “impossibile”…

    Insomma: si risolve con due prese industriali e un caricatore portatile (500 euro per tutto quanto, a stare larghi?)
    Nossignore: con la grande panda si attacca al tram e sono almeno 1500 euro per due wallbox, zitti e mosca.
    Mannaggia.

    • Vero quello che dici. Magari nella Grande pande, a fianco dell’uscita cavo, hanno previsto una presa tipo 2 tradizionale.
      Ad ogni modo si può risolvere il problema acquistando sui portali di vendita on-line due connettori “maschio” Tipo-2 e collegarli con un piccolo spezzone di cavo. Tramite questo adattatore si potrà così collegare la presa di uscita del carichino con il connettore del cavo spiralato della Panda.

    • Non c’è nessun obbligo di nessun tipo, la Grande Panda ha ANCHE una presa classica, dietro a sinistra (ovvero sul lato giusto).

    • Sono curioso di vedere le specifiche ma mi pare strano che possa caricare solo in AC, quindi una presa CCS2 Ci deve essere per forza.

    • Guarda che sulla grande panda hai anche la possibilità di usare un carichino da attaccare ad una schuco o presa industriale, visto che ha una seconda presa. Il vantaggio della grande panda è che ha una prolunga AC per ricarica lenta da colonnina che si arrotola. In pratica nei parcheggi con colonnine senza cavo integrato puoi usare quello che si arrotola e non ti devi preoccupare di prelevarlo dal cofano.

    • Bene, speriamo che sia come dite.
      Su tutti i primi resoconti stampa avevo letto abbastanza chiaramente che per la AC c’è il suddetto cavo integrato, e l’altra porta di ricarica è solo per la DC.
      Senza aggiungere altri dettagli.
      A sto punto sono curioso.

      • Scusami Alessandro , se ha una CCS2 e ce l’ha per forza perché è la presa Europea , cioè una CCS combo 2 , non vedo il problema ad usare un normalissimo Mennekes. Anche Tesla ha esclusivamente CCS2 e carichi indifferentemente AC con la parte di presa a standard Mennekes o DC coi due poli aggiuntivi col cavo Combo2.
        Trovo che , per una volta , abbiano fatto qualcosa di veramente furbo.

        • Avete ragione voi finalmente ho trovato un filmato dove si vede bene la presa di ricarica posteriore ed in effetti c’è anche lì la sua brava tipo 2.
          Meglio così.

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