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Senza grafite sintetica e nuovi elettroliti la mobilità elettrica si troverebbe a fronteggiare sfide cruciali. Tra innovazione e geopolitica, l’Europa ha l’opportunità di giocare un ruolo chiave nella corsa ai nuovi materiali strategici. Questo uno dei messaggi lanciati a Venezia dall’Alkeemia Battery Forum.
Grafite, il monopolio cinese e la risorsa strategica su cui l’Europa può costruire il futuro dell’elettrico
Se la Cina decidesse di bloccare l’export di grafite sintetica per batterie, l’intero mercato mondiale di auto elettriche e sistemi di accumulo si paralizzerebbe in pochi giorni. Oggi Pechino controlla il 97% della grafite sintetica e il 99% della grafite naturale lavorata. In poche parole, ogni nuova batteria al litio dipende dalla Cina.
Ma non è solo questione di approvvigionamento. I processi tradizionali cinesi usano tecniche antiquate, molto energivore e ad alte emissioni: produrre un chilo di grafite significa emettere fino a 47 kg di CO₂eq. Alternative più pulite, come l’E-BAM process europeo dell’azienda tedesca Tokai Cobex, promettono di dimezzare il tempo di lavorazione e ridurre l’impatto ambientale.
Elettroliti e grafite: la nuova frontiera della sostenibilità
Non basta sostituire le fonti di energia. Serve ripensare l’intero cuore chimico delle batterie. Green Energy Storage (GES) è una giovane azienda italiana che ha ideato una batteria stazionaria basata su un sistema ibrido con idrogeno più un elettrolita liquido al manganese brevettato: la batteria produce l’idrogeno necessario per un circuito chiuso di carica/scarica.
A Venezia GES ha spiegato che l’Europa ha bisogno di investire negli IPCEI, Important Projects of Common European Interest, per restare competitiva. E deve farlo ora, visto che molte batterie future dovranno rispettare il “Battery Passport”, il documento digitale che certificherà l’origine sostenibile dei materiali.
Gli elettroliti avanzati, insieme alla grafite di nuova generazione, saranno decisivi. L’industria sta sviluppando soluzioni che limitano l’uso di composti tossici e puntano su processi chiusi di riciclo chimico. L’obiettivo è chiaro: produrre batterie più pulite, più sicure e più efficienti.
In questo scenario si inseriscono anche realtà come eLyte, azienda tedesca specializzata in elettroliti innovativi. Con due stabilimenti in Germania e circa 40 dipendenti, eLyte adotta processi automatizzati ed ecologici a basso uso di azoto e ridotta produzione di rifiuti, puntando a produrre fino a 20.000 tonnellate di elettroliti in Europa.
Investe anche nelle promettenti batterie al sodio, con costi più bassi (40-50 dollari al kWh) e una maggiore sostenibilità, migliorando la vita della batteria del 44% e riducendo del 30% il costo totale di proprietà.
A supporto si affianca la francese Solvionic, specializzata in elettroliti avanzati a base di liquidi ionici. Con un nuovo impianto a Londra, Solvionic sviluppa elettroliti senza solventi organici, stabili a diverse temperature. Sta inoltre lavorando su elettroliti ibridi a stato solido per aumentare densità energetica e sicurezza.
Riciclare la grafite? Un’idea che può cambiare tutto
Finora, nonostante i costi e le emissioni elevatissime, la grafite nelle batterie non veniva riciclata. Un paradosso, come ha sottolineato Vianode. L’azienda norvegese propone ora un processo innovativo: riciclare grafite di alta qualità da batterie esauste, abbattendo emissioni e dipendenze.
La vera sfida sarà il costo. Oggi il mercato del riciclo della grafite non esiste ancora su larga scala. Ma l’arrivo del battery passport europeo, e la necessità di certificare ogni grammo di materiale, potrebbe cambiare le regole del gioco.
Allo stesso modo, anche per gli elettroliti si guarda al riciclo diretto e indiretto, come evidenziato da eLyte. La mancanza di produzione di componenti critici in Europa spinge la ricerca verso soluzioni di recupero dei materiali, rendendo il ciclo delle batterie sempre più circolare.
Nuove miniere, nuovi processi: la sfida per l’autonomia europea
L’Europa si muove, anche se lentamente. Aziende come Talga e Northern Graphite stanno investendo in catene del valore integrate, dalla miniera al prodotto finito. Il vero vantaggio? Controllare costi, qualità e soprattutto emissioni.
La Svezia, grazie a energie rinnovabili a basso costo, punta a diventare l‘hub della grafite pulita. Ma serviranno investimenti enormi: la sola purificazione richiede acido fluoridrico (HF), un elemento chimico ancora prodotto in quantità insufficienti in Europa. Alkeemia si candida a diventare un punto di riferimento in Europa.
Lo sviluppo di elettroliti più sostenibili è ormai una priorità strategica: senza filiere europee robuste, l’intero sistema rischia di dipendere ancora dall’Asia. Senza una filiera completa e autonoma, l’Europa resterà vulnerabile, e i dazi cinesi — già minacciati sulle esportazioni di grafite — potrebbero arrivare prima del previsto.
Il futuro? Verticale, locale e (finalmente) circolare
C’è un filo rosso che lega tutti gli interventi emersi all’Alkeemia Battery Forum: non c’è più tempo. Il settore deve cambiare paradigma: verticalizzare la produzione, spingere sul riciclo, puntare su processi a basso impatto.
L’alternativa è restare ostaggio delle crisi globali. O peggio, vedere rallentare la transizione energetica proprio quando il mondo ne ha più bisogno.
Elettroliti avanzati, grafite sostenibile e riciclo intelligente non sono più opzioni. Sono l’unica strada possibile.
Guarda anche il VIDEO di Filippo Pagliuca sulla seconda vita e sul riciclo delle batterie da autotrazione una volta rimosse dai veicoli