C’è Bill Gates dietro Molten, la start up californiana che potrebbe risolvere il problema della scarsità di grafite, minerale fondamentale nella produzione di batterie. Molten lo ricava scaldando il metano scomponendolo in idrogeno e cristalli di carbonio
Metano, negli Stati Uniti ne hanno in grande abbondanza. E ora pensano di utilizzarlo non solo per produrre energia (o esportarlo in giro per il mondo), ma anche per battere la Cina nella battaglia per il controllo delle materie prime e nella corsa per il primato dell’auto elettrica.
Proprio dal metano, potrebbe arrivare la soluzione per la scarsità di grafite, minerale costituito da carbonio, fondamentale nella tecnologia delle batterie a ioni di litio. I tre quarti della filiera della tecnologia della grafite sono in mano alla Cina e gli Stati Uniti stanno cercando di evitare in tutti i modo la dipendenza da Pechino.
Bill Gates ha investito nella start up californiana che produce grafite scomponendo carbonio dal metano
Al punto che nel 2022, il presidente Joe Biden ha invocato il Defense Production Act per finanziare le imprese che si occupano della ricerca e produzione di grafite. E tra chi ne ha approfittato c’è Breakthrough Energy Ventures, il fondo da 25 milioni di dollari creato da Bill Gates che investe in start up per la transizione.
Mr. Microsoft ha così individuato in un possibile target il gruppo Molten che in California sta lavorando per lo sfruttamento industriale del processo che arriva a scomporre il metano (CH4) in cristalli di carboni – e quindi grafite – e in idrogeno, a sua volta utilizzabile come “vettore” nel settore dei trasporti che non rilascia CO2.
Il processo utilizzato da Molten è la “pirolisi“. Ma come ha raccontato Bloomberg solitamente “le aziende si affidano al riscaldamento a microonde o al plasma, tecniche che possono essere molto dispendiose in termini di energia. Al contrario, il reattore di Molten è come un tostapane: utilizza il riscaldamento resistivo, che è più efficiente”.
Del resto, non è l’unico caso. In Australia, il gruppo Hazer è sulla stessa strada utilizzando però il biogas ottenuto dal trattamento delle acque reflue degli impianti di depurazione.
C’è chi vuole recuperare grafite per le batterie attraverso il processo di lavorazione della CO2 presente nell’atmosfera
In questo caso, il processo di scissione di idrogeno e CO2 avviene attraverso un catalizzatore di minerale di ferro. Il carbonio, che altrimenti verrebbe emesso come CO2 durante la decomposizione delle acque reflue, viene immagazzinato sotto forma di grafite solida.
E c’è chi, addirittura, sta sperimentando di utilizzare la CO2 presente nell’atmosfera, con il doppio beneficio: estrarre i cristalli di carbonio per ricavarne grafite e ridurre le sostanza inquinanti.
A dimostrazione di come la transizione energetica sia una “rivoluzione” molto più profonda di come qualcuno vorrebbe raccontarci.
E si ritorna ai combustibili tradizionali. Non proprio quello promesso dalla transizione energetica.
Così si prendono due piccioni con una fava. Bisogna sapere il costo energetico ed eventuali problemi ambientali.