Il Governo finalmente partorisce una norma e individua un percorso per il superamento del carbone in Sardegna. A babbo morto visto che è rimasta l’unica regione con ben due centrali attive. Tutto bene? Non proprio visto che l’unica Regione senza metano lo vede arrivare solo ora. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri parla di decarbonizzazione, ma anche con il gas. Le rinnovabili? Si vuole accelerare ma come prevedibile in Sardegna si grida subito alla speculazione energetica.
Il disegno del Governo: accelerare con le rinnovabili, interconnessione con la Sicilia
Partiamo dalla cronaca. È stato firmato venerdì scorso il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dpcm) – proposto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – che individua le opere e le infrastrutture prioritarie per il superamento del carbone in Sardegna. «Si tratta di un passaggio cruciale nel percorso di decarbonizzazione dell’isola, in coerenza con gli obiettivi del PNIEC».

Nel decreto si legge la necessità di interventi di «carattere urgente, per lo sviluppo di nuova capacità di produzione da fonti rinnovabili e per l’installazione di sistemi di accumulo energetico». Bene anche perché il carbone si spegne solo c’è un sistema alternativo avviato e funzionante. A chi parla di bloccare il 40% di export attuale, bisogna ricordare che l’isola, come tutte le altre regioni, deve elettrificare tutte le attività possibili. Per fare un esempio: rinunciare ai fumi velenosi dei traghetti in porto di traduce in decine di MW quotidiane per l’alimentazione da terra. Insomma anche senza esportazione alla Sardegna serve energia.
Sardegna: sotto attacco anche il fotovoltaico su aree industriali
Nel comunicato si sottolinea che va «potenziato il sistema delle interconnessioni elettriche, sia con la penisola sia con la Sicilia, insieme al rafforzamento della rete di trasmissione all’interno dell’isola». E sul Tyrrhenian link sono già iniziati i primi lavori.
Tyrrhenian Link: via al cavo che unirà Sicilia, Sardegna e penisola
Avanti tutta con il gas
Stop carbone (quando? perché manca una data certa), ma barra dritta sul gas come abbiamo scritto più volte. «Viene introdotto un collegamento virtuale che garantirà la sicurezza degli approvvigionamenti grazie all’utilizzo di terminali di rigassificazione, Unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (Fsru) e reti locali, assicurando al contempo un’equità tariffaria a livello nazionale a tutela dei consumatori sardi».

La proposta del Governo si comprende con le parole dell’assessore regionale Emanuele Cani, da sempre favorevole al metanodotto: «La firma del Dpcm energia, finalmente, pone fine al contenzioso tra la Giunta Solinas e il Governo, ora avanti per realizzare l’infrastruttura». Rotta sul gas. Nello specifico: «Con la firma del Dpcm sulla metanizzazione, dopo una serrata trattativa interistituzionale, la Sardegna si dota finalmente dello strumento normativo propedeutico alla realizzazione dell’infrastruttura di rete per la distribuzione del gas metano, ponendo così fine al contenzioso aperto dalla giunta Solinas nei confronti dello Stato, che purtroppo ha penalizzato fortemente la nostra Isola per troppi anni. Ora dobbiamo vigilare affinché le opere possano essere realizzate nel minore tempo possibile». Più chiari di così si muore.
Concordanza sul gas mentre sulle rinnovabili l’assessore denuncia che si vuole «imporre all’Isola una struttura normativa che non tiene conto delle specificità territoriali». Lo ripetono alcuni sindaci accompagnato dal solito ritornello dei 50 GW che si vogliono realizzare in Sardegna confondendo, per lo più ad arte, le richieste con le autorizzazioni che sono ad oggi minime.
Intanto grande solidarietà del comune di Viddalba per la comunità energetica colpita nei giorni scorsi dai signori del fossile che hanno bruciato 5mila pannelli. Una delegazione di Sardi per le Rinnovabili ha partecipato alla manifestazione. C’è una Sardegna che vuole le rinnovabili e non i veleni di carbone, se ne parla poco ma è ben presente.
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L’Italia sta firmando impegni vincolanti con aziende statunitensi per l’approvvigionamento di GNL, spingere sulle rinnovabili vuol dire ridurre i consumi di GAS e quindi non si riuscirebbe ad onorare i contratti…
Chi osa dire che il Governo, in uno forzo immane, contro tutto e tutti, non aiuta e sostiene anche e soprattutto gli italiani bisognosi (di aumentare la loro richezza in pericolo) è chiaramente un aspirante terrorista.
IL controsenso più assurdo dell’ assurdo. La furbizia nostrana nel cavarsela con niente (le rinnovabili) è sotto attacco da interessi che si possono intuire facilmente. Avete visto ieri sera rai 3 presa diretta Le proteste contro le energie rinnovabili 14/ 09 /2025
un’altra preziosa puntata di Presa Diretta;
interessante il dato sulle compensazioni economiche ai Comuni dal parco eolico:
– 250.000-300.000 euro annui ai Comuni
– energia a prezzo di costo agli abitanti
– 85 GW-h energia annua prodotta da 7 aerogeneratori
ipotizzando un contratto pubblico di aquisto dell’energia a da asta GSE a circa 75 euro al MWh, cioè 7,5 cents a KW-h, il parco in un anno fatturerà 85.000 MW-h x 75 euri = 6.375.000 euri annui
allora le compensazioni dirette ai Comuni sarebbero circa 4% del fatturato; conto fatto a spanne, comunque siamo tra tra il 3% e il 5% , notevole direi
PS: Ing. Marco Giusti ha fatto un libro e dei seminari finiti on-line su youtube in cui spiega in modo chiaro l’effetto serra, la transizione elettrica e i mix di energia rinnovabili,
anche se ancora nel 2022-2023 nel suo modello principale di mix energia per l’Italia non includeva per prudenza l’eolico off-shore galleggiante nel Mediterrano, che invece oggi (2025) sappiamo si farà, perchè la Francia ha già deliberato i primi progetti, tra l’altro con prezzi già scesi, molto interessanti, e allora di eolico su terra ce ne basterà meno
secondo un mio conto a spanne, aggiungendo eolico off-shore, di eolico a terra al 2050 in Italia ci basterebbe il rewamping dei siti già esistenti e altri +50% di nuovi siti, insomma nessuna invasione
sono i siti di fotovoltaico che dovranno aumentare parecchio, almeno 8 volte, ma questi sono molto meno visibili per un osservatore a quota terra, specie se circondati da un’alta siepe di verde, e in totale restano una briciola del territorio
cercato altri dati:
– 7 aerogeneratori da 4,23 MW = Tot 29,6 MW
– produzione 80-85.000 MW-h annui significa un alto capacity factor tra 30,8% e 32,7%
– cioè 2700-2867 ore equiv. di produz. su 8760 ore annue
meglio il metano che il carbone
Non bisognerebbe fare confusione tra Metano e Carbone.
Il primo (Metano) servirebbe alla Sardegna per consentire l’utilizzo nel settore civile e creare le infrastrutture per il suo utilizzo domestico. Il secondo “Carbone) è importante per diversificare ed equilibrare il “Mix delle Fonti” per la produzione elettrica nazionale.
E la Sardegna è il luogo ideale per l’approvvigionamento, la produzione e poi la connessione con il Continente per distribuire tale elettricità.
L’Italia ha urgente necessità di diversificare le Fonti per ragioni di sicurezza strategica e poi lavorare per superasre il “prezzo marginale” (rappresentato sempre dal Gas) che poi riconosciamo a tutte le Fonti, Rinnovabili in primis !!! Quindi senza far scendere il prezzo dell’elettricità per i consumatori tutti.
Non c’è bisogno di diversificare quello che non ha bisogno di combustibili per produrre energia.
Il gas e il carbone attualmente sono la causa dei problemi di prezzi e approvvigionamento che sperimentiamo con bollette oltremodo salate, buffo e drammatico che vengano spacciati per la soluzione.
per me anche no:
elettricità con prezzo alto è quella da metano, carbone (e ancora peggio da nuculare di nuova installazione), la diversificazione per abbassare il prezzo energia fa fatto proprio riducendo progressivamente queste fonti;
e per me non regge la scusa dell’avere più capacità di potenza installata disponibile, perchè oggi possimo aumentare rapidamente la capacità di potenza installata tramite sistemi di accumulo (in arrivo) e rinnovabili
poi fare nuovi metanodotti e rigassificatori in Italia e ancora peggio in Sardegna, è un enorme sfondone finanziario che poi graverà sui conti e/o bollette nazionali, un prelievo forzato a favore solo delle grandi aziende energetiche
ci sono una sfilza di dati e relazioni tecniche, ignorate dall’attuale Governo targato ENI, che danno l’uso del metano in calo anno su anno anche in futuro, con l’infrastruttura attuale già sovradimensionata, che senso ha spendere in nuove costose infrastrutture già ora non necessarie e che si ammortizzano in 40 anni?
le centrali a carbone poi sono sovvenzionate con la scusa di essere di riserva, anche da ferme; grazie al recente decreto Fratin, continueranno ad essere una gallina dalle uova d’oro per i gestori; paghiamo noi
e se ricordo a una conferenza dei servizi imprenditori sardi hanno già detto che ai prezzi attuali il metano non le aiuterebbe a riaprire, quindi neppure questo minimo benefit ne verrebbe dallo sforzo finanziario
da ricordare che un nuovo metanodotto oltre a essere uno sfondone finanziario, è una trincea scavata e con corrisppondenti aree di rispetto in superficie, ha un impatto sul territorio non trascurabile, infatti le opere in Sardegna erano state bocciate anche come impatto ambientale, e ora vengono ripresentate spezzettando i progetti in tante sessioni più piccole, pratica illegale nelle regole europee (frazionamento fittizio)
Ma siamo sicuri che in Sardegna sia stata eletta una giunta progressista?????? 🤔🤔🤔
In questi giorni, ne daremo conto, le amministrazioni dell’Emilia Romagna si stanno schierando contro le installazioni di rinnovabili e siamo nel regno progressista italiano, se non europeo
Ah, andiamo bene, allora! 🤦🏻♂️🤦🏻♂️🤦🏻♂️
Dai maiali al metano il passo è breve.
Più difficile alzare la testa per sentire il vento in faccia, o guardare in alto e vedere il sole.