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Gli italiani e l’auto elettrica: vorrei ma non posso

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altroconsumo

 

Vorrei ma non posso: così dicono gli italiani dell’auto elettrica. «Non posso», pensano, perchè l’auto elettrica «costa troppo». Perchè uno su tre la ritiene «noiosa da guidare». Perchè capiscono poco di ricarica, autonomia,  benefici ambientali e incentivi. Hanno capito, però, che i costi di gestione sono decisamente inferiori. Tuttavia la maggioranza degli automobilisti non è in grado o non ha la pazienza di mettersi a un tavolo, calcolatrice alla mano, per verificare se queste convinzioni siano pregiudizi o dati reali.

italiani auto elettrica

La tecnologia questa sconosciuta

Il risultato dell’ennesimo sondaggio sulla propensione degli italiani all’acquisto di un’auto elettrica o elettrificata – in questo caso si tratta dell’ instant survey “Vetture ibride ed elettriche, tu le acquisteresti?” condotta nei primi 10 giorni di gennaio dalla società di consulenza Areté Methods – conferma quanta confusione circondi ancora la mobilità elettrica. Nonostante il boom di interesse dei media, per la verità controbilanciato da un’altrettanto martellante bombardamento di fake news sapientemente diffuse a mezzo stampa dalle lobby del petrolio.

La quantità di informazione cresce, la qualità non altrettanto. Il risultato è una diffuso disorientamento. Di vetture elettriche e ibride, insomma, gli italiani “sanno poco e lo sanno male” scrivono gli estensori del sondaggio. Pur in presenza del ritorno di fiamma verso i mezzi di trasporto individuale indotto dalla paura del contagio, l’italiano medio non riesce a farsi un’idea chiara delle tendenze del mercato, nè dello scenario che si aprirà con la transizione verso l’auto elettrica.

Pochi conoscono le caratteristiche tecniche di queste auto e più di un italiano su due è indeciso perchè in possesso di informazioni non corrette in merito. Ad esempio, il 39% ritiene che tutti modelli ibridi (full, mild, plug-in) ed elettrici siano ugualmente a emissioni zero. Il 61% li reputa tutti in grado di percorrere almeno 50 km in modalità elettrica. Più di 1 su 4 pensa che tutte le vetture elettrificate abbiano bisogno della spina per ricaricarsi.

Quanta confusione sui costi effettivi

Su due aspetti, gli italiani sembrano avere però le idee chiare: il 70% non le ritiene “noiose da guidare” e la metà è consapevole che i costi di gestione (carburante e manutenzione) di un’auto elettrificata sono inferiori rispetto a quelli di un’auto con motore termico. 

Tuttavia pochissimi mettono in relazione questo aspetto con il costo iniziale d’acquisto, facendo valutazioni economiche sull’intero arco di utilizzo della vettura. Infatti oltre il 60% degli intervistati individua nel costo il principale ostacolo da superare. La maggioranza non ha capito esattamente chi abbia diritto agli incentivi e di quanto sia tratti. Però è disponibile ad acquistare vetture elettrificate solo in caso di incentivi più consistenti. Oppure di una decisa riduzione del prezzo da parte dei costruttori. O infine, di un piano di finanziamento più vantaggioso.

Gli italiani vorrebbero uno sconto del 10-20%

Di quanto? Più della metà sarebbe disposto a pagarle al massimo tra il 10% e il 20% in più rispetto a una vettura con motore termico.  E’ interessante notare come, soprattutto per gli elettrici puri, l’installazione del sistema di ricarica domestico compreso nel prezzo costituisca un fattore dirimente per l’acquisto (lo indica il 23% dei rispondenti). Probabilmente perchè pochi sanno quanto effettivamente  costi una wall box.

italiani auto elettrica

Benchè se ne sia scritto fino alla nausea, la campagna di incentivi non ha fatto breccia nella cosicenza di gran parte degli automobilisti. Il 28% non ha compreso a quanto ammonti il bonus, il 24% ignora quali vetture vi rientrino, il 21% non saprebbe come accedere ai fondi. Solo il 4% dichiara di avere piena consapevolezza dello strumento.

Massimo Ghenzer

La survey ribadisce la centralità dell’auto per gli spostamenti degli italiani e la diffidenza verso i mezzi pubblici di trasporto. Al contempo, lo studio _ sottolinea Massimo Ghenzer, presidente di Areté _ evidenzia come l’interesse verso le auto elettrificate resti alto nel nostro Paese, spinto da motivazioni legate al risparmio economico nella gestione della vettura (indicate dal 72% degli intervistati) e dalla salvaguardia dell’ambiente (25%)». 

Quel che chiaramente emerge è una forte diffidenza degli italiani per la novità auto elettrica. E il timore di immobilizzare una somma significativa di denaro su un bene che non la valga. Anche per questo il 20% sarebbe propenso ad acquistarlo solo attraverso formule alternative alla proprietà: il noleggio a lungo termine o il leasing.

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57 COMMENTI

  1. Buongiorno, volevo sapere dove posso trovare lo studio condotto da Aretè. riesco a trovarlo solo menzionato in vari articoli. Mi sapreste aiutare? Grazie.

  2. Secondo me il sondaggio non mostra un dato interessante: tra chi ha capito i vantaggi dell’auto elettrica il freno all’acquisto é costituito dal costo troppo elevato per il 99% dei casi. Se vogliono diffondere la mobilità elettrica il costo delle berline di segmento B non può superare i 10.000€ per il modello entry-level.
    Se avessi avuto la forza economica per effettuare un acquisto avrei ordinato la Corsa o la Peugeot 208 o qualsiasi altra segmento B con batteria >48kwh appena uscite.

  3. Ho un’auto a benzina ormani datata. Percorro circa 5000 km all’anno. Ho garage che potrei dotare di caricatore. Non a brevissimo tempo, penso che la mia prossima auto sarà una piccola elettrica. Mi interessa molto la zoe e mi documento di continuo. Non percorrendo lunghi tragitti e non usando l’auto per lavoro, penso che l’ ibrido non sia per me. Oltre a me, questa nuova auto, sarebbe sfruttata al massimo da ogni membro della famiglia, e i km sarebbero oltre i miei 5000 per anno. Spendere anche qualche mille euro in più, rispetto a un’auto termica, penso sia la scelta che farò. Ogni dato e opinione, per me è preziosa e mi permette di scegliere l’auto pui adatta e sostenibile sotto ogni punto di vista.

  4. Possiedo una auto a benzina, a breve non passerò all’elettrico , quindi x voi sono un troglodita dispensatore di malattie ma, ho fatto il conto della serva… Una elettrica costa un 8/10 Milà euro più di una pari benzina con gli incentivi detratti, non posso ricaricare da casa, quindi colonnine pubbliche, mi ripago la spesa iniziale dopo più di un lustro, senza contare la rottura di fare 15 km x trovare colonnine da 22 kW, ( mi sono documentato scaricando una app, quindi non a caso ) quindi se cambio prendo una a benzina

    • C’è un equivoco, Fabrizio, rispettiamo le scelte di tutti e ci guardiamo bene dal dare del troglodita a qualcuno, mi creda.

      • Lei no, è una persona corretta, ma altri…a tutti piacerebbe non inquinare , ma si fanno i conti col portafoglio

  5. Letti tutti i commenti…. Forse si potrebbe pubbilcare un altro articolo dal titolo… Potrei, ma non voglio.
    I reali motivi per posticipare un acquisto di una auto elettrica.

    • Gli italiani quando percepiranno uno Stato che investe nell’elettrico creando strutture di ricarica semplici da raggiungere, veloci e senza attese, faran la fila per comprare auto elettriche..Stato primo responsabile.

      • Mario buona sera,
        Sia gentile. Non parli di auto che non conosce e di cui non sa come si utilizzano. La cosa è alquanto inutile oltre che fastidiosa.

  6. La verità non esiste. Ad ognuno il suo mezzo in relazione al tipo di uso, all’approccio ideologico. Non dobbiamo convincere nessuno, solo confrontarci sul tema ‘auto elettrica’

  7. Quello che posso dire è che le auto elettriche sono tutt’altro che noiose, a partire dalla Zoe da 22kw.

    La Zoe è stata la prima che ho provato e li ho scoperto che era un giocattolino scattante e divertente fino alla Model 3 Long Range che ha un assetto, una guidabilità ed una progressione da far passare la nostalgia della 911 (Carrera 2 del 2003).

  8. E già, anch’io vorrei ma non posso!
    Per i costi? No di certo. A parte l’esborso iniziale (ma volendo ci sono i finanziamenti), mi sono bastati due conti per capire che in 5 o 6 anni sarei in pareggio con una equivalente termica e poi sono solo vantaggi.
    Per l’autonomia? Neppure. E’ sicuramente un problema da non trascurare, ma se non la si usa per lavoro, a mio avviso molte delle auto presenti sul mercato consentono di gestire in tranquillità anche le gite fuori porta. A patto di avere la ricarica domestica.
    E questo è il punto: 13 mesi per cercare, inutilmente, di adeguare l’impianto del box: tra tecnici in contraddizione, amministratori “cauti” e condomini diffidenti.
    Sicuramente tra i cittadini c’è molto disinformazione, ma anche nei professionisti che si trovano a toccare l’argomento, la confusione non manca.

    • Sottoscriviamo in pieno. Il buco nero dell’auto elettrica sono…i regolamenti condominiali. Trovo assurdo, per esempio, che l’insatallazione di impianti di ricarica, fotovoltaico e accumulo elettrico non siano incentivati con il 110% anche se non inseriti in un efficientamento totale dell’edificio.

      • Quella è una della assurdità. Altre riguardano la mancanza di norme chiare e inappellabili che consentano di non restare sotto il ricatto dell’assemblea (ma è meglio non aprire il libro).
        Ormai a questo giro rinuncerò, sfruttando l’incentivo per passare da un vecchio diesel ad un’auto meno inquinante, ma sempre termica.
        Tra 4 o 5 anni, quando dovrà cambiare l’altra auto, spero che qualcosa possa cambiare anche nei regolamenti. Nel frattempo mi tengo aggiornato.

      • Credo che su questo sito si possono trovare molti articoli interessanti a riguardo, più rigorosi dei miei conti. Ma per curiosità li elenco sommariamente:
        – Auto termica a benzina con consumo 18km/l, ovvero nel mio caso 1000l annui (18000km), per un costo energetico di circa 1450€ a cui vanno sommanti almeno 250€ per la manutenzione, siamo a circa 1700€ all’anno senza considerare bollo e assicurazione.
        – Auto elettrica da circa 150Wh/km ovvero 2700kWh annui per un costo di circa 600€ (domestico) a cui si sommano 100€ di manutenzione. Siamo a 700€ annui.
        La differenza è di circa 1000€ all’anno.
        Certo, a voler fare i fini, si dovrebbero considerare le volte che si ricarica alla colonnina dove il costo è più alto, ma allora si deve dire che il bollo è esente per i primi 5 anni.
        Ovviamente poi dipende dall’auto, dai percorsi, e tanto altro.
        La differenza potrebbe essere diversa, forse inferiore o superiore, ma difficilmente trascurabile (a meno di non fare pochi km).
        Poi ribadisco: ci sono articoli ben più affidabili e rigorosi che giungono circa alle stesse conclusioni.

  9. Sto valutando un auto elettrica ma ho qualche perplessità.
    I due possibili scenari di viaggio principale sarebbero questi:
    170 km/g 60 % autostrada 30 % extraurbano 10 % urbano
    180 km/g 80 % autostrada 10 % extraurbano 10 % urbano
    Sicuramente dovrei prendere oltre all’auto il wall box oltre all’auto.
    I dubbi più grossi che ho sono questi:
    Quanto consumerei viaggiando a velocità codice: 130 in autostrada ove possibile ?
    Nella mio percorso giornaliero c’è un tratto di autostrada con un dislivello di circa 500 m qualcuno ha verificato i consumi in queste situazioni ?

    Attualmente ho una Golf TGI e spendo tra i 5,5 ed i 6,5 € al giorno.
    Che auto dovrei prendere ? Quanto andrei a spendere come investimento e spesa giornaliera ?
    Eventualmente se c’è qualche azienda che noleggia a breve termine, valuterei se fare una prova.

    • Io mi terrei il motore a metano. Tra le altre cose il suo funziona egregiamente. Anche se su questo portale, hanno fatto attacchi ingiustificati al metano, per adesso, possono dire quello che vogliono, il motore a metano è la soluzione migliore per chi fa tanti km per lavoro e, meglio sottolinearlo a scanso di equivoci, per chi non può accettare tutti i grossi limiti delle auto elettriche dovuti ad infrastrutture al momento non sufficienti. Poi, per carità, tante persone potrebbero usare auto elettriche che nel corto raggio e se puoi ricaricare a casa di notte, vanno più che bene..ma parliamo solo di questo tipo di utenza.. chi ci lavora con l auto..meglio che per il momento stia alla larga dalle batterie..

      • E’ esattamente quello che abbiamo sempre sostenuto noi: l’auto elettrica, oggi, non è per tutti. Ma la percorrenza media delle auto in Europa è di poco più di 12.000 km annui.Evidentemente quelli che con l’auto ci lavorano non solo la maggioranza.

        • Guardi personalmente sto per montare un fotovoltaico per prepararmi ad una futura elettrica… ma per ora purtroppo ho scelto una altra diesel per i motivi noti. Avrei però preso volentieri un metano in attesa..ma a quanto pare gli unici motori che vanno bene cioè Audi e Volkswagen..sono disincentivati con prezzi elevati.. ero propenso per un a4 gtron..alla fine ho preso una stelvio. Sul discorso delle percorrenze medie lascerei perdere. Le cito un altro esempio: collega di lavoro.. ha dovuto cambiare auto..ha scartato elettrica per motivi legati alla ricarica che non può farla nel suo palazzo e per i prezzi elevati..poi ha letto dei problemi alle basse temperature delle attuali batterie..e alla fine ha preso un motore a benzina. Abbiamo ancora molto da fare per utilizzare l elettrico..ma non scoraggiamoci.. sarà una delle soluzioni da adottare.. ed anche veloce se gli stati si impegnano per farcela usare queste auto elettriche

          • Se lo stato investe e mette a disposizione dei cittadini una mobilità elettrica competitiva penso che noi italiani diventeremo un’eccellenza europea anche in questo settore. Ora vediamo o che ne fanno dei 209 miliardi del Recovery Fund.

          • Alla fine ha optato per la Stelvio? Buon per lei. Almeno, quando avrà terminato il suo lungo periodo di preparazione all’auto elettrica, non si lamenterà dei prezzi.

      • Eh si ma la mia è a 200.000 km solo che VW simpaticamente ha aumentato i listini del 40 %.
        Mi stupisco ne vendano ancor quando la avevo presa io la versione base era poco sopra i 20.000 ora vicina ai 30.000.
        A listino costa più o meno come la A3.

  10. Ho avuto la bmw Z4 3000 nel 2004 e nell’abitacolo c’ era un rumore quasi insopportabile dopo i 150 km/h o regime equivalente nelle marce basse. Ho poi saputo dalla BMW che c’ era di serie un amplificatore di rumore collegato al filtro dell’ aria a sua volta collegato all’abitacolo per aumentare con il rumore la sensazione di sportività per il guidatore. Per molti guidatori sportivi il rumore del motore è parte del piacere di guida. Non esiste solo il risparmio energetico e monetario. Ne prenda atto invece di adirarsi.

  11. Nel 2112 ho dissi a un mio amico felice ( perché poteva permetterselo) possessore di una Porsche che volevo prendermi un:auto elettrica, la tesla S. Gli ho parlato delle prestazioni e della silenziosità, del fatto che avrei risparmiato il carburante, della riduzione della necessità dei tagliandi, del risparmio di inquinamento( percorrevo 60/70 milà km anno ). Che caricavo di notte e avrei montato pannelli solari con stoccaggio per essere sicuro di usare energia non inquinante.
    Dopo tanto parlare mi chiede: ” Ma hanno previsto un sistema che riproduca il rumore del motore a scoppio?
    Avevamo passato entrambi i sessant’anni, ci conoscevamo da più di quaranta. Gli ho chiesto se ci faceva o ci era e me ne sono andato senza insultarlo perché ci era.

  12. La Mercedes S350d è di solito auto aziendale e serve per rappresentanza , ovviamente è anche uno status symbol ma non una moda.
    Le ripeto il tempo è denaro. Se lavorando o pure in viaggio di piacere, devo cercare un charger disponibile,uscire dall’ autostrada, deviare il mio percorso, mi sembra di essere un rabdomante in cerca d’ acqua nel deserto.
    Chi lavora o viaggia non vuole scocciature.
    L’ idea poi di rimanere scarichi per errato calcolo o perché il charger preventivato non funziona, o richiede ulteriori attese, addittura rende ridicola la situazione.
    Si parla di un auto di 110.000 euro, stiamo scherzando vero?
    Mi spiace servono anni di ulteriori progressi e batterie di almeno 1000km

    • Mario, provi per un momento a mettere in discussione le sue convinzioni. Non è detto che non cambi idea. E se rimarrà della sua idea, avrà comunque fatto un buon esercizio.
      Lei percorre spesso 1000 km in una sola tratta senza soste? Non è sicuro farlo. Eviti.

      • Quest’estate ho percorso 3500km sulle Alpi Italiane fermandomi ogni 400/500 km in località diverse. Se ero con la Tesla S me lo potevo scordare a meno di non far diventare il viaggio un incubo. Basta giochi con i soldi degli italiani
        L elettrico è ok nei paesi che hanno strutture adeguate

          • Se per lei in viaggio deviare il percorso alla ricerca del charger e perder tempo in lunghi e frequenti ricariche e’ un gioco piacevole, non lo annoveri tra i giochi piacevoli altrui. Usare l’ auto elettrica in questo modo è una grave limitazione alla propria libertà in viaggio e nel lavoro. Ognuno è libero di scegliersi la qualità di vita che preferisce, io rispetto le sue scelte.

          • No, lei non le rispetta. Perchè i gas di scarico della sua auto li respiro anch’io e le conseguenze dei cambiamenti climatici le subiranno anche i miei figli, non solo i suoi.

          • Riguardo agli scarichi inquinanti, per ora pare che la legge permetta L’ uso del gasolio, oltretutto euro 6 sta per emissioni ridottissime.
            Inoltre se tutti come lei passassero all’ elettrico esisterebbero stazioni di ricarica batterie con generatori a gasolio. Non abbiamo le potenzialità di produrre in maniera sostenibile energia per tutti, né ora né tanto meno in futuro. Chi sogna un mondo elettrico è ora che scenda sulla terra. Rimane poi tra dieci è più anni il problema dello smaltimento di miliardi di tonnellate di batterie. Per finire pure la materia prima di produzione delle batterie ha un limite ben preciso di approvvigionamento planetario. Ringrazi che ancora esiste il fossile.

          • Certo, la legge le permette di bruciare gasolio e scaricare co2 e polveri sottili in atmosfera. Ne approfitti finchè può: molti Paesi hanno già fissato la data per mettere al bando le auto termiche. Tutto il resto che scrive (produzione elettrica, approvvigionamento di materie prime, smaltimento batterie e via dicendo) non è altro che la solita litania di pregiudizi. Argomentazione che affascinano chi è male informato (o ben imbeccato) ma non hanno alcuna base scientifica.

          • Lei che si reputa una grande esperto di auto elettriche non ha capito e qui purtroppo ci si arriva per deduzione, senza essere come lei dice imbeccati, che non abbiamo energia per tutti sia nel nostro paese che in Europa e che per produrla servirebbero centrali nucleari o fossili. Ci sono centinaia di milioni di automobilisti in Europa che se decidessero di passare all’ elettrico, in tempi brevi, causerebbero incapacità di produzione delle industrie di auto elettriche e pari incapacità di avere energia sostenibile per alimentare tutto questo processo di riconversione industriale. Ringrazi che non son tutti sprovveduti e ragionano, e soprattutto ringrazi il fossile che per decenni ancora accompagnerà per ora il passaggio al’ elettrico ed in futuro ad altre forme sostenibili di energia come ad esempio l’ idrogeno.
            ELETTRICO SI MA SOLO CON STRUTTURE ADEGUATE. SERVIRANNO 10 ANNi ALMENO E POI ARRIVERÀ L’ IDROGENO.
            Non scordiamo poi che in Italia saremo pure in ritardo su tutti come al solito.

          • Io non sono un grande esperto. Sono solo il co fondatore di questo sito. Ma mi meraviglio sempre di come si ritengano grandi esperti lettori come lei, privi della minima infarinatura sul sistema elettrico, il mercato automobilistico, i piani industriali, gli accordi internazionali, le fonti energetiche, i fenomeni abientali, la chimica delle batterie…Lei dice, colpo di genio: “ci vorranno almeno dieci anni…”. La correggo: ce ne vorranno 20 a rimpiazzare 38 milioni di auto termiche, se da domani si vendessero solo elettriche. In realtà ne serviranno se va bene 30. Per quella data (2050) la produzione di energia elettrica sarà decarbonizzata (traduco per lei: 100% da fonti rinnovabili). Così stabilisce l’Accordo di Parigi e così ha deciso e programmato l’Europa. L’idrogeno sostenibile? Oggi si ricava dal metano (non esiste in natura) e immagazzina meno energia di quella richiesta per produrlo.

          • Non sono un’esperto di auto elettriche, semplicemente mi informo e so che Nikola ha in progetto una produzione di un camion ad idrogeno e so che a Wall Street il titolo è molto seguito. So che l’idrogeno per ora si prevede come alternativa soprattutto per camion ed aerei dove le batterie per il peso sarebbero inutilizzabili o come riscaldamento nei condomini in sostituzione del gas metano. Le energie sostenibili sono una realtà in continuo movimento, le previsioni della politica potrebbero benissimo essere smentite dalla realtà contingente. Lo ha ammesso la decarbonizzazione richiede tempo, se avverrà a quale costo ancora non si sa. Per produrre fonti sostenibili serviranno anche idrocarburi, nulla si crea dal nulla, nulla è veramente sostenibile, poi non scordiamo le auto vintage presto saranno centinaia di milioni e necessiteranno di carburante fossile.
            Elettrico ok con tempi lunghi , swap batteries Nio in arrivò sui tempi lunghi ed accompagnato dal fossile, questo il futuro che ci attende. Tifare solo elettrico non ha senso. Per ora il gasolio euro 6 pratico inquina poco e competitivo nei costi ,nei tempi di rifornimenti ed autonomia.

          • No Mario. Le fonti rinnovabili sono vento, sole, geotermia, maree, gravità. Cosa c’entrano gli idrocarburi? Le auto vintage le terrà in garage. Mi spiace, ma in giro c’è gente che sta pensando a come evitare la distruzione del Pianeta. Non so se mi spiego. Nessuno è “tifoso”, tranne lei.

          • Sono in equilibrio non tifo, ragiono. Per produrre pannelli fotovoltaici, per estrarre il silicio che li compone, per trasportarlo esiste tutto un ciclo di estrazione e consegna alle industrie che richiede idrocarburi, camion che vanno a gasolio per la precisione o treni che comunque non sono ad energia elettrica al100% sostenibile o peggio aerei. Lo stesso vale per impianti eolici, là turbine che sfruttano le correnti, ogni forma sostenibile ha processi produttivi e di trasposto che fan ricorso ad idrocarburi. Stesso vale per la costruzione di auto elettriche ed il riciclo o lo smaltimento di batterie ed altro. E non scordiamo i fumatori sono miliardi e causano inquinamento da polveri sottili e sostanze tossiche. La realtà ha forme diverse da quelle che lei idealizza. Nulla è mai totalmente sostenibile. Mi voglio divertire pensando a quando gli aerei viaggeranno ad energie sostenibili, il 2050 non basterà.

          • Mandi un telegramma alla Commissione europea: il Green Deal è da buttare, firmato Mario

          • Sottopongo a tutti i lettori di Vaielettrico un link che fa luce sullo stato dei caricatori di auto elettriche in Italia, dove si evince una sottostuttura evidente rispetto alle esigenze di mercato.
            Come al solito siamo ultimi o tra gli ultimi in Europa e per ora anche per ragioni pratiche tra diesel ed elettrico, ancora vince il diesel. Da non sottovalutare l’ ibrido, anche se non risolve il problema emissioni. https://elettricomagazine.it/emobility/mobilita-elettrica-infrastrutture-di-ricarica-pubbliche-italia-2020/

          • La informo che i lettori di Vaielettrico (non lei, evidentemente) hanno già letto il report che richiama. Anzi, lo leggono periodicamente, via via che viene aggiornato da MOTUS-E, l’associazione di cui Vaielettrico è socio fin dalla costituzione. Concordo solo parzialmente con la sua analisi riguardo al ritardo dell’infrastruttura: riflette semplicemente il grave ritardo con cui gli automobilisti italiani stanno adottando le auto elettriche. Del resto finchè quelli come lei continueranno a sostenere che fra elettrico e diesel vince il diesel l’Italia resterà sempre fra gli ultimi in Europa.

          • Gli italiani di solito hanno eccellenze in tutto, serve una politica finalizzata allo sviluppo dell’ auto elettrica che sta ora prendendo forma, e spetta allo stato fornire le strutture per sostenere uno sviluppo sull’ elettrico.
            Inutile prendersela con gli italiani. Io sono l’ esempio di tanti che di fronte all’ evidenza dI una sottostrutturazione delle stazioni di ricarica ed al costo dell’ energia in Italia decidono di acquistare l’ ibrido o il gasolio al posto dell’ elettrico.
            I ritardi sono colpe evidente di politiche sbagliate.

          • Fatto sta che il numero di colonnine in Italia sta crescendo molto più velocemente del parco auto elettrico e che il rapporto auto elettriche colonnine in Italia è migliore che nel resto d’Europa. Non si appelli sempre allo Stato, che tra l’altro le assicura generosi incentivi.

          • https://energiaoltre.it/auto-elettriche-crescita-colonnine-non-tiene-passo-domanda-il-report-acea/
            Purtroppo lei da notizie che vanno rettificate.
            4 grandi paesi nell’ Ue coprono il 75% delle colonnine di ricarica e comunque con grandi ritardi nelle stazioni di ricarica veloci che sono le più importanti e purtroppo l’ Italia è tristemente esclusa pur essendo la terza economia europea.
            La stessa FCA in ritardo, ha fatto ricorso alla fusione con il gruppo PSA creando Stellantis per recuperare il gap elettrico delle sue produzioni.
            Come cortesemente legge nel rapporto Acea aggiornato, ho ragione a lamentarmi della politica. Del resto in uno stato dove le infrastrutture costano mediamente il doppio del resto d’ Europa per la corruzione endemica della nostra vecchia politica, nessuno si fa meraviglie.
            Gli italiani ci sono sull’ elettrico ma non sono sprovveduti e soprattutto non si fanno raggirare da politiche sinora in netto ritardo sulla mobilità elettrica.

          • Mario, lei insiste a richiamare a casaccio articoli raccattati qua e là, senza capirli. la dotazione di infrastrutture di ricarica va rapportata al numero di auto elettriche circolanti. In Italia sono 19.000 punti di ricarica a fronte di meno di 60 mila auto elettriche circolanti. Significa un punto di ricarica pubblico ogni 3 auto elettriche. In Europa circolano un milione di auto elettriche con 200.000 punti di ricarica: significa uno ogni 5 auto cicolanti. Di cosa sta parlando?

          • Se lo Stato non costruisce le strutture ovviamente non ci sarà nessuno che compra. Se un utente compra un’ auto elettrica sapendo che fatica a far rifornimento evita di comprarla.
            Poco da capire, stato e politica responsabili.

          • Non mi risulta che lo Stato abbia finanziato la rete dei distributori di carburante. Perchè dovrebbe finanziare quella delle colonnine? Un utente che compra l’auto elettrica ha a disposizione una dozzina di app che indicano tutti i punti di ricarica, con tanto di navigatore per raggiungerli, prenotarli, attivarli. Si informi un minimo e scoprirà di averne più d’uno a due passi da casa

  13. Auto elettrica significa lunghe perdite di tempo nei rifornimenti e un contatore luce in più o maggiorato nella potenza termica nella propria abitazione, peggio ancora un investimento se possibile in pannelli fotovoltaici.
    Ho un Mercedes E 220d, nel ciclo medio tra urbano ed extraurbani con una guida attenta fa 23 km litro, inquina pochissimo, ha un’ autonomia di 1500 km.
    Se si usa la macchina per tragitti medio lunghi non ha eguali, in città comunque sui 15km litro è perfetto. Finché le batterie non raggiungeranno almeno 1000km di autonomia, l’ auto elettrica non conviene.

    • Lei, Mario, sa poco di auto elettriche. Si informi meglio e ne provi una. Vedrà che i suoi sono sopratuttto pregiudizi

      • Ho provato la Testa S e le posso garantire che nulla ha a che vedere con il confort ed lusso di una Mercedes S 350 che ho posseduto. Anche qui autonomia di 1200 km, con guida accorta consumo medio di 18 km con un litro, finiture interne ed esterne neanche paragonabili. Sono entrambe auto di prestigio, chi compra Tesla S in Italia ora lo fa per moda e per distinguersi. Paragoni sono impossibili. La serie S Mercedes è inavvicinabile. Poi il tempo per chi lavora è denaro, se vado a Bologna o Venezia e torno da Milano, devo ricaricarmi e perder tempo, me lo paga lei il tempo perso? L’ auto per chi lavora non è un gioco.

        • A Bologna o a Venezia lei non si ferma due o tre ore per lavoro?. O sta gareggiando alle Millemiglia? E’ proprio sicuro che chi guida Mercedes (non so oggi, ma sicuramente in passato) non lo faccia per status symbol?

      • Lo stato è un’ azienda, come ogni azienda deve investire, in questo caso sulla mobilità elettrica se vuole velocizzare la transizione. Se lo ha fatto come risulta in maniera insufficiente, ne consegue un paese che passerà all’ elettrico con i soliti ritardi che abbiamo in ogni settore. Lei non scriva che bisogna prenotare il rifornimento, questo è medioevo, chi ha l’ auto diesel leggendo ste notizie sarà disincentivato ulteriormente nella transizione. Per finire le colonnine mancano, siamo al livello di distributori di gpl, non ci siamo. Chi ha l’elettrico non vuole rifornirsi con le stessa facilità della benzina o gasolio. Questo il motivo della triste mobilità elettrica italiana ed anche europea. In Cina sono avanti con Nio e le swap batteries. Hanno capito benissimo il mio discorso è in più stazioni di ricarica a diffusione capillare. Non dimentichiamo poi il Sud che ha la metà delle colonnine del Nord, la questione meridionale dai tempi del Salvemini non ancora risolta!

        • A meno che non hai una tesla… Colonnine in ogni dove tra le tesla e le non tesla… Se in più si ha un garage.. parti carico ogni mattina.. ora come ora ho più problemi a far gasolio (30km da un distributore che faccia un prezzo normale) che fare kw.. ho una a3 8v diesel.. ma se non fosse per altre priorità di spese avrei già preso una model 3… non avrà le rifiniture di un’Audi (che comunque belle ma i materiali stanno diventando scarsi anche lì ultimamente) ma è molto più pratica, comoda, sicura e divertente… il fatto principale secondo me è che in generale a noi piacciono le linee delle tedesche…

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