Home Scenari Gli e-trattori dello champagne VitiBot diventano italiani: li compra Sdf

Gli e-trattori dello champagne VitiBot diventano italiani: li compra Sdf

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Dallo champagne al prosecco, dalla Francia all’Italia. La multinazionale tricolore Sdf – sede a Treviglio in provincia di Bergamo – ha rilevato la maggioranza di VitiBot.

L’azienda VitiBot è stata fondata dall’ingegnere Cédric Bache con il padre enologo Dominique. Bakus è la loro creatura più conosciuta: il robot elettrico a guida autonoma per i vigneti, di cui abbiamo scritto nel 2019 e che abbiamo visto esposto a ll’Eima di Bologna con il rivenditore italiano Rinaldin Group di Ponte di Piave, dalla provincia di Treviso (leggi qui).

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Il rivenditore Rinaldini con Bakus

La notizia dell’acquisizione ha conquistato oggi la prima pagina  del quotidiano economico Il Sole 24 ore che l’ha definita  “un salto nel futuro”. La testata economica ha intervistato l’ad di Sdf Lodovico Bussolati che ha sottolineato come la forte concentrazione di tecnologia innovativa in VitiBot abbia sedotto i più grandi produttori di Champagne. Anche in Italia si moltiplicano le vendite.

Non solo vigneti, robot da impiegare anche nei frutteti

Il trattore elettrico tra i filari
Bakus, il trattore elettrico francese per i vigneti di champagne

L’amministratore delegato italiano ha sottolineato la possibilità di diversificare l’utilizzo anche sui frutteti e su altre lavorazioni dove è necessario il diserbo. C’è un legame con l’obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci, antibiotici (-50%) e fertilizzanti (-20%) entro il 2030 come prevede la strategia Farm to Fork generata dal Green Deal. Lo stop alla chimica richiede più lavorazioni meccaniche che sono troppo costose da svolgersi manualmente. I robot permettono invece di ridurre i costi. Questa la tendenza come dimostra la storia di Agrico che da alla vendita di prodotti fitosanitari ha associato quella di robot agricoli (leggi qui).

Le multinazionali italiane comprano le startup straniere

Il controllo di VitiBot da parte degli italiani di Sdf segue l’acquisizione di Cnh della startup californiana Monarch, tra i fondatori un ingegnere discente di una famiglia di viticoltori italo-americani, che ha ideato il trattore elettrico e a guida autonoma. E ora a Modena si sta preparando il veicolo elettrico. A cui puntano anche i vicini carpigiani della Goldoni, acquisiti dall’azienda belga Keestrack.

Una simulazione con BakusL’Emilia è terra di sperimentazione. Qui abbiamo visto e documentato il lavoro in campo (non con prototipi) dei robot per la semina e diserbo Farmdroid e Naïo Technologies. C’è tanto fermento elettrico e robotico in campo come abbiamo documentato nel nostro convegno a Fieragricola dedicato all’elettrificazione delle macchine agricole.

I (grandi) numeri della Sdf

Robotica e guida autonoma – oggi già possibile nel settore agricolo – più la propulsione a zero emissioni che nelle aziende può essere autoprodotta grazie all’agrovoltaico sono il faro della Sdf.  Il Gruppo storico italiano – ha preso le mosse nel lontano 1927 con il lavoro dei fratelli Francesco e Eugenio Cassani – e che oggi conta 8 siti produttivi (fra Europa e Asia), 13 filiali commerciali (in Europa e Asia), una joint venture in Cina e una in Russia, 155 importatori e oltre 3.100 concessionari in tutto il mondo.

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Foto storica della Cassani tratta dal sito Internet aziendale

Sdf conta oltre 4.000 dipendenti e nel 2021 ha ottenuto un fatturato di 1.481 milioni di euro con un EBITDA del 10,8%.

Una potenza internazionale che produce trattori, macchine da raccolta, motori diesel e distribuisce i propri prodotti con i marchi SAME, DEUTZ-FAHR, Lamborghini Trattori, Hürlimann e Grégoire. E ora il bel salto nel mondo elettrico, una buona notizia per l’Italia agricola e industriale.

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3 COMMENTI

    • Caro Claudio ha volutamente escluso le mucche da questa mini arca? Visto che sono imputate di essere responsabili di una quota non marginale di emissioni? Insomma lode ai bovini, ma attenzione che come li gestiamo noi non sono poi così tanto green

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